Replica all’articolo de “La Stampa”: “La Sala Rossa processa Sel e Terra del Fuoco”
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
In merito all’articolo di martedì 3 novembre su La Stampa, vorremmo replicare quanto segue.
Come chiarito fin dal primo momento, l’esperienza di via Asti non è un’emanazione di SEL. Troviamo intellettualmente disonesto confondere la discussione in Consiglio Comunale sull’occupazione della caserma con la discussione che ha condotto l’assemblea provinciale di SEL a scegliere un percorso autonomo dal PD alle prossime elezioni amministrative. SEL non ha utilizzato via Asti per rompere o contrattare con la maggioranza. Detto questo non ci nascondiamo nessuna delle contraddizioni che questa occupazione ha aperto, né pensiamo che non si debbano monitorare progetti e contributi, rivolti a Terra del Fuoco o a chiunque altro.
Ma non accettiamo la retorica legalitaria che il PD sta esprimendo sulle occupazioni: il punto non può essere solo se sono illegali (e chiaramente lo sono), ma se e da che cosa sono motivate. E quando sono famiglie, persone sfrattate, bambini, a occupare appartamenti sfitti o edifici inutilizzati, la città dovrebbe interpretare questo segnale con spirito di giustizia e solidarietà: le caserme dovrebbero servire a ospitare le persone in difficoltà in un momento di crisi come questo, si tratti di Rom, profughi, o famiglie italiane sfrattate. Se via Asti non è un luogo idoneo a questo scopo, se ne trovino immediatamente altri: le foresterie potrebbero essere utilizzabili da subito. L’Amministrazione ragioni su questo, mentre decide che cosa fare di via Asti.
La Segreteria Provinciale di SEL Torino