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L’isola del libro

Rubrica settimanale a cura di Laura Goria

Laura Lippman “La donna del lago” -Bollati Boringhieri- euro 18,00

Laura Lippman è un ex reporter, diventata scrittrice di successo, annoverata tra i migliori autori di crime, ed ha al suo attivo moltissimi premi prestigiosi. La sua bravura emerge a 360 gradi in questo romanzo corale, in cui anche i morti parlano. E’ un thriller letterario avviato a diventare un classico e sarà anche una fiction tv con Natalie Portman e Lupita Nyong’o.

La storia è ambientata a Baltimora negli anni 60, dove avvengono due sparizioni misteriose. Intanto, una giovane donna rivolta la sua vita, aspira a diventare reporter e si mette a indagare sulle scomparse delle due donne.

Maddie Schwarz ha 36 anni, è bianca, affascinante, vagamente somigliante a Jacqueline Kennedy ed appartiene alla buona borghesia ebrea della città. Da 18 anni è la mogliettina perfetta di Milton -che si bea di conoscenze altolocate- e madre dell’adolescente Seth, che lei capisce poco e in un certo senso pregusta il fatto che tra due anni se ne andrà al college.
Una sera Milton invita a cena il famoso anchormen della tivù Wallace Wright, che ai tempi del liceo conosceva Maddie e ne era innamorato.
E’ la svolta improvvisa, senza ritorno. Perché la notte stessa lei decide di lasciare marito e figlio; ricomincia tutto daccapo, partendo con zero soldi e nessun luogo in cui stare.
In pochi mesi cambia quartiere, pettinatura e abiti. Nuove saranno anche le frequentazioni intime; con un uomo di colore, anche se sa che è proibito dalle leggi americane.
Soprattutto ha messo a fuoco la strada che vuole percorrere e la direzione da dare alla sua vita: diventare reporter, fare carriera e avere una, ….ancora meglio due…. storie da raccontare.

Da mesi non si hanno più notizie di Cleo Sherwood, e nessuno si è dato da fare per cercarla.
Era una giovane afroamericana, madre di due bambini e lavorava in un night club. Sembra svanita nel nulla, fino a quando il suo cadavere, quasi irriconoscibile, viene ritrovato in un lago. La notizia passa quasi inosservata dal momento che Cleo era di colore e in quegli anni a Baltimora imperavano razzismo e classismo.
Ma il fattaccio attira l’attenzione di Maddie che aspira ad una carriera da prima pagina e sa che le occorre un colpo magistrale. Così è la sola a indagare sulla sorte di Cleo, Venere nera sfortunata.
Maddie si trasforma in una tenace e inarrestabile detective capace di rimuovere tutti gli ostacoli sul suo cammino.

Tippie Fine è una 11enne con capelli rossi e lentiggini e pure lei scompare senza lasciare traccia. Il colore della sua pelle bianca fa la grande differenza, perché subito si scatenano le ricerche a tutto campo. Maddie fiuta un’altra occasione da non perdere per arrivare dove vuole con articoli-scoop; ed è proprio lei che troverà una traccia importante …….

 

Anna Hope “Le nostre speranze” -Ponte alle Grazie- euro 18,00

Anna Hope, nata a Manchester e laureata a Oxford, attrice oltre che scrittrice, in questo suo secondo romanzo (dopo “La sala da ballo” del 2017) racconta il legame di tre ragazze nella Londra a cavallo tra anni Novanta e i Duemila. Inizia da quando erano giovani amiche e poi segue lo srotolarsi delle loro vite nell’età adulta.
Sono Cate, Hannah e Lissa, cresciute negli anni 70-80 quando gli orizzonti femminili sembravano spalancarsi a inedite opportunità di realizzazione personale; quelle che erano state negate alle loro madri.
Le conosciamo ragazzine ribelli che condividono un appartamento, costruiscono un’amicizia che durerà gran parte delle loro vite e sognano in grande. Passano dal college all’università, tra feste, primi amori e infatuazioni, bisticci tra amiche e passi continui per consolidare il loro legame.
Poi la vita -e le sue subdole trappole- si mette di mezzo.

Cate che aspirava ad una carriera accademica e avrebbe tutti i numeri per realizzare il suo progetto, invece, nel giro di pochi mesi si ritrova incinta, a dividere la vita con un uomo in una nuova città che proprio non le corrisponde.
Hannah si costruisce una carriera di successo e spartisce la sua esistenza con un compagno che ama profondamente. Ma il buco della sua anima è l’impossibilità di avere un figlio; nonostante aborti spontanei e pesantissime cure per la fertilità che finiranno per esaurire il marito e il loro legame.
Lissa è la più bella delle tre: ambiziosa, insegue una carriera come attrice, e per realizzarla è disposta a enormi rinunce, compreso l’amore.

Ciascuna ha ottenuto quello che l’altra inseguiva, in una sorta di simmetria beffarda che metterà alla prova – e in modo decisamente pesante- anche la loro amicizia.
Profonde crisi personali e incomprensioni si stagliano sullo sfondo.
Flash back continui ci riportano ai loro 20 anni – carichi di grandi ideali di realizzazione-… e alle sconfitte affrontate o mai assorbite.
Al centro del romanzo ci sono concetti come maternità, carriera, rapporti con l’altro sesso, emancipazione e suoi costi, e come vengono affrontate e metabolizzate le insoddisfazioni.

 

Matteo Codignola “Cose da fare a Francoforte quando sei morto” -Adelphi- euro 18,00

Lo scrittore ed editore Matteo Codignola traccia un ironico diario della celebre Buchmesse tedesca, e sciorina un divertente catalogo di aneddoti e personaggi che a volte hanno dell’incredibile.
E’ una finestra sul backstage dell’editoria, della fiera letteraria tedesca che si tiene a fine ottobre e concentra il Gotha delle maggiori case editrici europee. Tappa d’obbligo per autori, agenti ed editori che qui impostano le loro strategie di mercato future.
Codignola raccoglie ricordi e aneddoti gustosi che spesso mettono in risalto tic e bassezze del mondo editoriale; e imbastisce una sorta di bestiario di personaggi sui generis.
Mappa il mestiere di editore che richiede cultura, buona preparazione, intelligenza e verve brillante. A questi requisiti, che dovrebbero essere imprescindibili, pare non guasti anche l’aggiunta di doti istrioniche fuori dal comune.
Nelle pagine del libro emergono flash divertenti dei tanti tic ricorrenti degli editor alle prese con continue verifiche sul vocabolario per le correzioni da apporre alle bozze degli scrittori.

Sharon Stone “Il bello di vivere due volte” -Rizzoli- euro 18,00

E’ proprio il caso di dire che nel caso di Sharon Stone, sotto il vestito c’è ben altro che niente. Perché emerge che, oltre al fisico mozzafiato, è dotata di un quoziente intellettivo da primato (già a 15 anni frequentava i corsi universitari) ed una sensibilità a 360 gradi, modellata anche da alcune pesantissime esperienze a cui la vita l’ha sottoposta.
Leggendo questa onestissima autobiografia scopriamo che la sua non è stata una vita facile. Lei, una delle donne più belle e desiderate del pianeta; quella che ha scatenato desideri bollenti con la famosa scena delle gambe accavallate senza biancheria intima nel film cult “Basic Instinct”, girata con l’inganno e per la quale schiaffeggiò il regista.
Questa icona di 63 anni -portati splendidamente- ha vissuto davvero più vite …e spesso decisamente in salita.
Qui la conosciamo ragazzina della Pennsylvania mentre cerca di domare un puledro selvaggio che la disarciona, scaraventandola sul filo del bucato che per un pelo non la sgozza e le lascia una cicatrice che tenterà di nascondere per tutta la vita.

Poi ci sono retroscena tragici. Come le molestie perpetrate dal nonno materno nei confronti della sorellina Kelly di 5 anni e alle quali lei è stata costretta ad assistere impotente, trattenuta a forza dalla nonna, subdola “vittima – complice” del mostro.
E ancora, il difficile inserimento negli anni della scuola, la fatica di stabilire amicizie e le incomprensioni in famiglia che hanno minato per anni i suoi legami con i genitori.
Un rapporto con la madre che ha recuperato solo nel periodo della maturità e con fatica.
Planata a New York 20enne ha iniziato come modella, e scopriamo che l’ingresso nel mondo del cinema è stato tutt’altro che semplice. E sembra surreale che questa creatura meravigliosa e piena di talento non venisse considerata da produttori e registi.
E’ con un geniale colpo di mano che è riuscita ad assicurarsi il personaggio ambiguo e affascinate della protagonista di “Basic instinct”, Catherine Tramell, che l’ha catapultata nell’olimpo delle dive hollywoodiane.

Altro capitolo difficile della sua esistenza, l’impossibilità di diventare madre e lo strazio degli aborti spontanei. Due matrimoni falliti, poi ha perso l’affido esclusivo del primo figlio adottivo, e in seguito ne ha adottati altri due che ha cresciuto da sola e in modo egregio.
Determinante è il versante salute che l’ha vista sulla soglia della morte nel 2001,quando è stata ricoverata d’urgenza in ospedale per un ictus ed un’emorragia subaracnoidea. Racconta di essere scivolata in un’esperienza pre-morte durante la quale avrebbe visto la nonna Lela (defunta da 30 anni) che le avrebbe intimato di non muovere il collo, salvandole la vita.
Scrive che da allora «Ho imparato a guardare le cose in modo diverso. E per riuscirci sono morta, ho vissuto e sono stata, come mi hanno definito, The Last Living Movie Star, l’ultima stella del cinema in carne e ossa».
Questo e molto altro lo trovate nel libro; inclusi incontri importanti con icone del cinema e l’impegno in cause umanitarie. Per esempio il prezioso aiuto che offre ai tanti senza fissa dimora che vagano disperati nella Los Angeles che tanto brilla, ma lascia indietro chi non ce l’ha fatta.

L’isola del libro. Speciale: i Florio

Rubrica settimanale a cura di Laura Goria

Stefania Auci “L’inverno dei leoni” -Editrice Nord- euro 20,00

Stefania Auci si riconferma una scrittrice di immenso talento e ora ci regala la seconda puntata dedicata ai Florio. Dopo “I leoni di Sicilia” (successo strepitoso tradotto in 32 paesi), in cui aveva ripercorso gli inizi della fortuna di questa famiglia fino a metà 800 ora, con la seconda parte della saga, non tradisce le promesse fatte nel libro precedente.
“L’inverno dei leoni” è dedicato al tramonto di questa casata che aveva fatto grandi la Sicilia e l’Italia con le sue attività imprenditoriali, ma anche culturali.
In oltre 600 pagine – scorrono via che è un piacere, ma anche un peccato quando si arriva alle ultime righe- riviviamo la parabola discendente e tristissima di questa famiglia di aromatari che, partita dalla povertà del paesino calabrese di Bagnara Calabra a fine 700, aveva edificato un impero gigantesco grazie a tonnellate di intraprendenza, coraggio, intelligenza, lungimiranza e una chiara visione imprenditoriale catapultata nel futuro.
Tanto che nell’arco di poco tempo e di due generazioni era diventata ricchissima e potente, dai mille investimenti (commercio di spezie, tonnare, navigazione e cantieri navali, fabbriche, marsala, gare automobilistiche, palazzi e alberghi…).
Oggi forse per noi è difficile capire quanto furono potenti i Florio non solo per la Sicilia, ma per l’Italia e per la vita economica e culturale europea. Forse sottolineare che furono più importanti degli Agnelli, può aiutarci a capire la loro grandezza.
Sempre con un’accurata ricerca e documentazione alle spalle, un incommensurabile amore per la Sicilia e in particolare Palermo -della quale sa riprodurre colori, odori e clima dell’epoca -all’incrocio accattivante tra romanzo storico e familiare, Stefania Auci ripercorre l’apoteosi e poi il triste epilogo della fortuna dei Florio, cercando di capire come sia stato possibile un simile tracollo.
Riprende la storia dell’epopea familiare dalla morte di Vincenzo Florio e l’ascesa del figlio Ignazio che amplia i confini dell’impero economico, dedica a questo tutta la sua vita rinunciando anche al grande amore della sua vita. Sposa la baronessa Giovanna d’Ondes Trigona garantendo così l’ingresso dei Florio nel mondo blasonato, una marcia in più che lo porterà anche a diventare senatore a soli 45 anni.
Quando muore, poco più che 50enne, Casa Florio passa nelle mani del giovanissimo figlio Ignazziddu, ancora inesperto e con un carattere diverso da quello paterno. Per un po’ veleggia verso nuove imprese e, con la moglie Franca Jacona baronessa di San Giuliano, sarà al centro della rutilante scena imprenditoriale e culturale dell’epoca.
Lei è una delle donne più belle e ammirate, ha cultura, buon gusto, charme da vendere ed è la donna giusta per ammantare la famiglia di ulteriore allure. Donna Franca aprirà i suoi sontuosi palazzi a feste continue con la creme della creme dell’aristocrazia. Ospiterà degnamente principi, regine e il Kaiser; affascinerà d’Annunzio che la definì “l’unica” e posa in tutta la sua elegante ma prorompente sensualità per il famoso ritratto di Giovanni Boldini, sfoggiando sulla tela la sua mitica collana di oltre 350 perle. Soprattutto avrà la forza di superare i continui tradimenti del marito e le grandi tragedie delle morti dei figli che il destino le infligge.Franca cerca rifugio dal dolore nei continui viaggi (dispendiosi più che mai) e nel gioco, dove a volte vince ma perde anche somme ingenti.
Ignazio invece sperpera un patrimonio per le amanti e per i fantastici gioielli che regala a Franca come risarcimento per le sue scappatelle. Soprattutto si lascia travolgere da un mondo che sta cambiando e non riesce a salvare quello che il nonno e il padre avevano creato. Sempre più indebitato con le banche si vede costretto a smantellare poco a poco tutto l’impero dei Florio.
Un dissanguamento e uno stillicidio continui che in breve tempo lo riducono sul lastrico, costringendolo a mettere all’asta anche i gioielli di Franca; la collezione più rinomata e invidiata di quegli anni che verrà arraffata a piene mani da personaggi minori e mediocri.
E’ davvero la fine di tutto, sulla quale Ignazio, ormai vecchio, sconfitto e stanco, si interroga quando è sul viale del tramonto. Finisce in miseria ma ha ancora un rigurgito di orgoglio che gli fa dire «…gli altri sono gli altri. Noi siamo i Florio».

Anna Pomar “Franca Florio” – Pickwick- euro 13,00

Questa biografia della regina di Palermo nella Belle Époque, Franca Florio, è stata scritta e pubblicata dalla scrittrice e giornalista palermitana Anna Pomar nel 1985. Documento prezioso perchè si era avvalsa anche della testimonianza diretta della marchesa Giulia Afan de Rivera, (una delle figlie di Franca e l’ultima discendente della casata).
Una biografia che scorre come un romanzo più che avvincente, perché la vita di Franca Jacona di San Giuliano è stata unica, splendida e al contempo tragica.
Discendente da una nobile e illustre famiglia palermitana, è l’unica figlia femmina del barone Jacona della Motta di San Giuliano e di Costanza Notarbartolo di Villarosa. Una giovane blasonata in grado di stare alla pari con sovrani e principi e che darà ulteriore lustro alla ricchissima famiglia del marito; l’armatore Ignazio Florio Junior che sposa nel 1893.
Franca è di una bellezza sconvolgente, raffinata e piena di charme: ha setosi capelli scuri, carnagione olivastra, fisico filiforme, raffinatezza da vendere …e col matrimonio diventa la donna più in vista di Palermo.
Elegantemente seducente e raffinata, dominerà i salotti più importanti dell’epoca. Perché è anche intelligente, parla 4 lingue, ospita e ammalia teste coronate di mezza Europa, il Kaiser Guglielmo II e scrittori come Gabriele D’Annunzio, contribuendo ad accrescere lo splendore dei Florio. Svolgerà un ruolo strategico nei rapporti che la potente casa Florio imbastisce a livello europeo con i personaggi di primo piano del mondo della finanza e della politica. Inoltre Donna Franca è anche dama di corte della regina Elena.
Una vita ricoperta di gioielli tra i più famosi dell’epoca che però hanno un sapore amaro che non giustifica le continue scappatelle del marito Ignazio, donnaiolo incorreggibile.
Un’esistenza funestata anche dalle morti dei figli ancora piccoli e dall’inarrestabile crollo della famiglia che si vede costretta a vendere pezzo per pezzo tutte le sue attività, i palazzi sontuosi ….fino ai gioielli che Franca amava moltissimo.

Simone Candela “I Florio” -Sellerio-

Questo corposo studio del funzionario di Dogana, saggista esperto di economia e storia, Simone Candela, è la prima completa e particolareggiata storia dell’ascesa, fortuna, ricchezza e decadenza economica dei Florio.
Fu pubblicato da Sellerio nel 1986 ed è il risultato di un incredibile lavoro di ricerca in cui l’autore rintraccia e analizza persino i conti della spesa.
Un volume che analizza soprattutto il versante economico, le imprese, gli investimenti, le scommesse, i rischi, le vittorie e infine i fallimenti.
Più che gli stati d’animo dei protagonisti, l’autore focalizza la sua attenzione sulla nascita della Casa di Commercio, l’attività industriale di Vincenzo Florio, l’inizio di quella armatoriale, il consolidamento della Casa con Ignazio.

Candela ricostruisce passaggi importanti come l’ingrandimento della Società di Navigazione, le difficoltà nella gestione e i relativi problemi, la concorrenza sui mari, i servizi marittimi e la linea del Nord America.
Poi analizza la crisi del settore, le difficoltà dei Florio nel restare a galla e la fusione con l’armatore Rubattino. I salti mortali per salvare anche le altre attività intraprese dai Florio, dalle tonnare all’industria dei liquori, anche se è soprattutto sulle imprese mercantili della famiglia che fa luce il libro.

 

Giovanni Marasà “Ignazio Florio. Avventure galanti di un play boy della Belle Époque” -Edizioni Torri del Vento- euro 10,00

L’autore di questo libriccino era un avvocato nato nel 1903, amico e compagno di avventure di Ignazio Florio. Marasà diede alle stampe questo libro nel 1975 (2 anni prima della morte), quando ormai i protagonisti non c’erano più; e non nasconde il tono nostalgico per una fase storica e sociale che ha ormai perso l’allure in concomitanza con il franare della fortuna dei Florio.
76 agevoli pagine che raccontano le mitiche avventure galanti di Ignazio che era amico di sovrani e zar ai quali spesso contendeva i favori delle cocottes, senza badare a follie e spese pazzesche pur di avere le donne che desiderava. I vari aneddoti raccontati da Marasà trasudano una forte nostalgia per la Belle Époque palermitana e ci restituiscono l’immagine di un Ignazio Florio gentiluomo viveur, elegante, raffinato, amante del bello e del piacere. Soprattutto dell’ebbrezza della conquista di alcune delle donne più belle, ammirate ed ambite dell’epoca.
Si parte dall’attrazione per Lina Cavalieri, «la donna più bella del mondo», che si esibiva cantando romanze e canzoni appassionate nei teatri di varietà e le cui doti canore erano decisamente inferiori alla beltà fisica che le apriva molte porte.
Ignazio se ne invaghì e come amministratore e finanziatore del Teatro Massimo di Palermo decise che la prima opera in cartellone fosse nientemeno che la «Bohéme» con protagonista la Cavalieri. Però la premiere non andò nella direzione del successo sperato e godetevi l’astuzia di donna Franca Florio nell’umiliare, con grande classe ma anche sottile perfidia, l’amante del marito.
A seguire ci sono altre avventure galanti; da quella in mongolfiera con una stella del varietà, la classica «chanteuse», degenerata in tragicomico fatto di cronaca …..alla contesa nientemeno che con il re del Belgio Leopoldo II per i favori della sua amante ufficiale, la celebre ballerina Cléo de Mérode.
E ancora l’attrazione per la bellissima Liane De Pougy; abilissima nell’intrattenere il pubblico con grazia e fantasia, tanto da arrivare anche sul palco del famoso Moulin Rouge, approdo che all’epoca era considerato l’apice di una carriera.
Non sempre per Ignazio le conquiste filavano lisce senza pericoli, anzi, una volta lo Zar Nicola II lo salvò dal temibile duello con un capitano dei cosacchi che chiedeva soddisfazione dopo che Florio gli aveva sedotto la moglie.
Tra le beltà che stregarono il cuore di Ignazio va annoverata anche «la bella Otero»; danzatrice e cortigiana d’alto bordo che in cambio di ricchezza e privilegi concedeva le sue grazie a re, principi, granduchi, maraja, e diplomatici. Sfrenata, licenziosa e accumulatrice di una fortuna, finì in miseria dopo aver sperperato tutto sui tavoli da gioco. Un destino in caduta libera che ricorda quello di Ignazio, il quale non badò mai a spese quando voleva conquistare una preda.

Costanza Afan de Rivera “L’ultima leonessa” -Sperling & Kupfer- euro 16,90

E’ tenerissimo questo omaggio che la figlia minore di Giulia Florio, Costanza, tributa alla madre ma anche alla nonna Franca che in famiglia chiamavano Greny. Una testimonianza importante e privilegiata perché ci giunge dalla prospettiva intima di una componente della famiglia.

Costanza Afan de Rivera, nata a Roma nel 1950, figlia del marchese Achille Belloso Afan de Rivera Costaguti e di Giulia Florio, è stata l’ultima nipote e discendente di Ignazio e Franca Florio. Ha svolto egregiamente il ruolo di custode della memoria familiare ed è riuscita a dare alle stampe questo libro prima della sua morte il 15 settembre del 2020.
Il web conserva alcune sue interviste in cui racconta la battaglia per mantenere vivo il ricordo della famiglia più importante della Sicilia ( e non solo), quella per riportare a Palermo il famoso ritratto della nonna fatto da Boldini e aneddoti vari.
Nel libro riprende i suoi ricordi di bambina al cospetto dell’adorata nonna Greny ormai sul viale del tramonto, sospesa tra l’assenza del marito all’estero con l’odiata amante e i viaggi verso i tavoli da gioco; poi la solitudine stemperata dall’affetto delle figlie, delle loro famiglie e dei nipoti, fino alla morte.
La madre di Costanza, Giulia, era nata a Palermo nel 1909, quando i Florio erano già sulla china del declino. Giulia, figlia più piccola, cresce con una madre che è mito inarrivabile; la bellissima Franca Florio regina indiscussa dell’epoca, ammirata e invidiata. Da lei Giulia erediterà il carattere fortissimo; è sensibile e generosa, e fin da giovanissima decide di studiare, lavorare e rendersi indipendente.
Dopo un’infatuazione giovanile sfumata nel nulla per il Duca Amedeo d’Aosta, anni dopo incontra l’amore della sua vita e insieme creeranno una splendida famiglia.
E’ il marchese Achille Belloso Afan de Rivera, appartiene a una nobile famiglia romana di origine napoletana e porta la moglie a vivere nel sontuoso Palazzo Costaguti, con una porta che affaccia sul Ghetto di Roma.
A dominare incontrastata è la suocera di Giulia, donna Maria Costaguti che per i suoi figli voleva solo ragazze di un certo tipo e più che adeguate. Giulia non corrisponde in pieno al suo ideale, ma quando le verrà presentata, intuirà l’animo, la semplicità e la tempra della futura nuora, riconoscendosi in lei per molti aspetti. Le due donne si stimeranno e aiuteranno per tutta la vita, imbastendo una convivenza in cui ognuna rispettava il ruolo e lo spazio dell’altra.

Giulia metterà al mondo 5 figli che seguirà passo passo con infinita cura e amore. Ma la pagina della vita più nota della vita di Giulia e Achille entra di diritto nella storia.
Dopo la retata dei nazisti del 16 novembre 1943 moltissimi ebrei furono caricati sui convogli della morte, destinazione i campi di concentramento.
Gli Afan de Rivera, pur sapendo di rischiare la vita, aprirono una salvifica via di fuga togliendo la chiusura della porticina di servizio di Palazzo Costaguti che si apriva sul vicolo dentro al Ghetto. Di lì fecero passare moltissimi anziani, giovani, donne e bambini impauriti, che andavano incontro a un destino dal quale non tutti fecero ritorno. E alcuni di loro chiesero a Giulia di conservare i loro beni più preziosi.
I genitori di Costanza decisero coraggiosamente di non voltarsi dall’altra parte, e osarono ancora di più nascondendo nelle intercapedini e nei vani più segreti del loro palazzo più di 40 ebrei.
Pagine bellissime in cui l’autrice racconta il coraggio dei genitori e una serie di aneddoti che vi daranno la misura della loro grandezza. Ed è con orgoglio che Costanza riceve nel 2002 l’attestato e la medaglia di “Giusto fra le Nazioni” in memoria e ringraziamento dell’impegno profuso dai genitori.

Insomma un ritratto a tutto campo, e fino alla fine dei suoi giorni, di Giulia Florio, che tra le altre cose ebbe l’ardire anche di tenere testa allo spietato Kappler per salvare lo zio Vincenzo e sua moglie imprigionati dai nazisti. Davvero un coraggio da leonessa che seppe onorare il simbolo e lo stemma felino dei Florio che presidia la tomba di famiglia –di cui Costanza denunciò lo stato di degrado- nel cimitero monumentale di Santa Maria del Gesù a Palermo.

È tempo di Giallo nel paese delle rose

SALOTTO LETTERARIO ROSA in GIALLO

Domenica 19 settembre 2021 ore 15.30

Bossolasco, il Paese delle Rose

Piazza XX Settembre

Sintesi Rosa in Giallo

&

Adesione alla Campagna Lettura ad Alta voce a cura del Liceo Govone di Alba

Il Salotto letterario Rosa in Giallo del Paese delle Rose -Bossolasco quest’anno aderisce alla Campagna Lettura ad Alta voce a cura del Liceo Govone di Alba.

Ogni scrittore partecipante: Bruno Gambarotta-Margherita Oggero-Gian Maria Aliberti Gerbotto-Massimo Tallone -Danilo Paparelli-Tiziana Prina delle Edizioni Le Assassine,sarà introdotto dalla recensione ad Alta Voce del loro ultimo lavoro editoriale, a cura del Liceo Govone di Alba.

L’appuntamento al Salotto letterario è sempre la terza domenica di settembre che, quest’anno, cade il 19 settembre.

Una kermesse, il Salotto di Rosa in Giallo 2021, che prevede la partecipazione di scrittori affermati e conosciuti come Margherita Oggero. Il suo ultimo lavoro “Il gioco delle ultime volte”. Molto a apprezzata per aver dato l’ispirazione alla serie televisiva “Provaci ancora prof” con Irene Pivetti.

Ritorna anche uno schioppettante Bruno Gambarotta il cui ultimo lavoro è “La confraternita dell’asino”. Una parodia della classe politica che, probabilmente’ potrebbe essere degnamente sostituita, indovinate da chi?

Per passare a Massimo Tallone, co-autore, de “La Saga di Lola”, la cui ultima opera è “Un cestino di ciliegie”, vagamente ispirata ad una pittrice, morta avvelenata, come il suo personaggio principale.

Gian Maria Aliberti Gerbotto con il suo ultimo romanzo “La piena assassina”, in grado anche di resuscitare Beppe Ghisolfi che, risorto, sarà presente al Salotto Letterario.

Danilo Paparelli, noto per le sue vignette umoristiche parodia della vita sociale e politica italiana, ma anche scrittore.

Sarà presente anche Daniela Di Falco, una grande traduttrice, nota per quelle di Isabel Ostrander e DorotyBowers, ma non solo. Che ne sarebbe di un romanzo senza un traduttore che dà una sorta di anima nuova alla versione in lingua, ma cerca di restare fedele alla versione originaria?

Tiziana Prina, editrice de Le Assassine – un Club di sole donne – che è ben rappresenta dallo slogan “Signore in giallo si diventa”.

Cristina Borgogno, giornalista de La Stampa assieme a Tommaso Lo Russo, presidente di Solstizio d’Estate e del Club Lions Alba Langhe come conduttori del programma assieme a Gian Maria Aliberti Gerbotto.

Non si parlerà solo di libri, ci sarà spazio anche per tanto gossip, aneddoti, racconti di vita professionale ed altro ancora in cui il confine tra reale e finzione è sempre più labile.

Il Salotto sarà anche condito con la verve del duo comico costituito da Gianni Giannini e Francesca Ceretta e le loro gag e parodie.

È finita? Ovviamente no, perché in occasione dell’apertura dell’Anno Lionistico in Italia, il Club Alba Langhe lo farà in modo irrituale a Bossolasco, Paese delle Rose, dove effettuerà una donazione all’Istituto Comprensivo Scolastico di Bossolasco-Cravanzana-Lequio Berria e Murazzano.

Rosa simbolo di silenzio e virtù, ma anche di completezza e di esoterismo.

Un appuntamento da non perdere che prevede anche il coinvolgimento del Liceo Govone di Alba e dell’Istituto Ferrero Cillario di Alba, Neive e Cortemilia.

Il concorso Il Bosco Stregato si rinnova e lancia la nuova edizione di Rosa in Giallo coniugando l’arte incisoria (Ex Libris) con i racconti gialli. Un mix innovativo che rende il Premio unico nel suo genere. La scadenza per gli Ex Libris e per i racconti gialli è stata prorogata al marzo 2022.

Proseguirà il 15 ottobre a Bra in collaborazione con l’Istituto Scolastico (alberghiero) Velso Mucci di Bra ed altre sorprese…

Ma farà tappa anche in Val Chiavenna in collaborazione con l’Associazione Italiana Musei della Stampa e della Carta e della locale Comunità Montana.

L’evento continuerà a Bolzano nella Piazza Walther e a Castel Mareccio dall’8 al 12 dicembre.

La giuria tecnica, per la sezione racconti gialli, si avvale dell’ausilio di quella scolastica di tre licei: quello di Alba “Govone”, di Bra “GB Gandino” e di Bolzano “Giosuè Carducci” e sarà composta da Margherita Oggero, Bruno Gambarotta, Massimo Tallone, Tiziana Prina, Bruno Bruna, Bruno Frea, Lina Lo Russo e Tommaso Lo Russo. Mentre quella per gli Ex Libris, in via di definizione, sarà composta da esperti dell’arte.

Per maggiori informazioni o copia del bando: www.boscostregato.com e www.sfumaturedigiallo.it oppure a info@boscostregato.com

La settimana della lettura ad alta voce

LIBRI / Dal 16 al 23 settembre 2021

LEGGERE UNISCE IL MONDO, A TORINO UNA SETTIMANA DEDICATA ALLA LETTURA AD ALTA VOCE

 

Adei, Associazione degli editori indipendenti italiani lancia la prima Settimana della lettura ad alta voce, dal 16 al 23 settembre 2021, per dare vita ad un’azione concreta a sostegno della lettura in tutte le sue forme.

 

Torino, si leggerà ad alta voce nel giardino della Bela Rosin, nelle librerie e sulle sponde della Dora. Le Biblioteche Civiche Torinesi alla Poloteca di piazzetta Franco Antonicelli con “Guerra in Rosa” giovedì 16 con Stefania Giuliani daranno voce alle testimonianze delle donne afghane e al Mausoleo della Bela Rosin con “Il funerale di Neruda” domenica 19 daranno spazio ai racconti del Golpe in Cile tratti dall’autobiografia di Neruda. A Borgo San Paolo sabato 18 con Open House si viaggia al “Polo Nord” in un tour con letture che attraversa il Borgo del Freddo e la storia della città fino alle Olimpiadi 2006 e al titolo di Capitale dello Sport 2015. In via Cavalcanti sabato 18 il flash mob “Leggo, t’affacci, t’invito” vuole sostenere la nascita di una biblioteca di condominio e in piazza Cavour “Angurie per Amadeus” vuole far riscoprire le prelibatezze gastronomiche e i cibi che hanno accompagnato (e chissà, forse ispirato) Mozart durante il Grand Tour. Al Polo del 900, martedì 21, è invece in programma la presentazione de “Il bosco buonanotte”libro illustrato per bambini nato da un laboratorio di scrittura creativa con 13 detenuti del carcere di alta sicurezza di Saluzzo. Frutto del progetto “Liberandia” – promosso dall’associazione Voci Erranti onlus in collaborazione con la Fondazione Mamre e lo scrittore Yosuke Taki – la fiaba, scritta collettivamente da tredici papà reclusi, nasce dal loro dolore e dal loro interrogarsi su come essere padri a distanza di figli lontani, visti poche volte l’anno, e su come dire loro la verità. L’ultimo appuntamento, giovedì 23, è alla Poloteca per “Diritti in Strada” con la lettura della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’uomo e di testi di Gino Strada.

 

L’idea della settimana dedicata alla lettura ad alta voce nasce sulla scia del successo del progetto Lettura Day che ogni giovedì, dallo scorso 23 aprile, promuove eventi, sia dal vivo e sia in digitale, che coinvolgono lettori e luoghi di ogni tipo (bar, cinema, strade, chiese, scuole, librerie, ecc…). Il tema proposto è “Leggere unisce il mondo”, con l’obiettivo di condividere e diffondere brani che abbiano le più varie origini culturali e linguistiche.

 

PROGRAMMA  

 

Giovedì 16 ore 17

Biblioteca civica Italo Calvino, lungo Dora Agrigento 94

RACCONTI SULLA DORA

Sulle sponde del fiume c’è una bella biblioteca, e davanti una piazzetta per leggere tante storie ai bambini. Isadora Brillo e Manuela Escobar, volontarie del Servizio Civile, accompagneranno l’inizio della scuola leggendo ad alta voce per bambini e genitori.

 

Giovedì 16 ore 19,30

Poloteca, piazzetta Franco Antonicelli (via del Carmine angolo corso Valdocco)

GUERRA IN ROSA

Voce alle donne afghane. Articoli e testimonianze

Stefania Giuliani e lo staff in lettura ODS con Biblioteche civiche torinesi

 

Sabato 18 ore 17,30 – via Cavalcanti

LEGGO, T’AFFACCI, T’INVITO

Un flash mob per la nascita di una biblioteca di condominio, a cura di Sei Cavalcanti! e in collaborazione con lo staff di lettura di ODS

 

Sabato 18 ore 18,30 – Sala La Mansardata, via Da Verrazzano 13

ConTesto Diverso incontra l’autore

Il gruppo di lettura “ConTesto Diverso” di Periferia Letteraria incontra e dialoga con l’autore dell’ultimo libro analizzato dal loro gruppo di lettura, “La vita sessuale delle sirene” di Andrea Malabaila (Clown Bianco), leggendo alcuni passi del libro ad alta voce.

 

Sabato 18 ore 15 – Borgo San Paolo

TOUR VIAGGIO AL POLO NORD

Nel Borgo del Freddo, un sistema di parchi dedicati allo sport. Chiamavano “Polo Nord” questa zona di Torino perché qui si raccoglieva la neve caduta per i venti freddi dalle valli chi si incanalavano lungo il tracciato del treno. Da qualche anno la trasformazione di una fabbrica, la MaterFerro, ha lasciato spazio a un parco di 35mila metri quadrati e a una grande piazza sopra il passante ferroviario. Arredi contemporanei, giochi per i bambini e sport per tutti, installazioni ispirate al nome originario della borgata: il tour a cura di Open House attraversa la storia della città fino alle Olimpiadi 2006 e al titolo di Capitale dello Sport 2015. Sono in programma letture durante il tour tratte dal libro “Borgo San Paolo. Storie di un quartiere operaio”. Partenza da piazza Marmolada angolo corso Racconigi. Iscrizioni su www.openhousetorino.it

 

Sabato 18 ore 16 – Piazza Cavour

ANGURIE PER AMADEUS. Il viaggio in Italia del giovane Mozart (con suggerimenti gastronomici)

Presentazione con letture del libro “Angurie per Amadeus” con l’autore Andrea Maia, divulgatore instancabile di aneddoti, per riscoprire le prelibatezze gastronomiche e i cibi che hanno accompagnato (e chissà, forse ispirato) il musicista durante il Grand Tour. Seguirà concerto d’arpa con le allieve di Federica Mancini. La presentazione è inserita all’interno dell’evento organizzato dall’associazione Giardino forbito.

 

Domenica 19 ore 10 – Mausoleo della Bela Rosin, Strada Castello di Mirafiori 148/7

MAMMA LINGUA. STORIE PER TUTTI, NESSUNO ESCLUSO

Letture bilingui nell’ambito del progetto promosso dall’Associazione Italiana Biblioteche, rivolto alla fascia di bambini 0-6 anni delle più numerose comunità straniere del nostro paese. Il riconoscimento delle diverse lingue d’origine e delle diverse situazioni di bilinguismo costituiscono il modo più efficace per favorire l’apprendimento dell’italiano e migliorare l’integrazione delle famiglie straniere.

 

Domenica 19 ore 18 – Mausoleo della Bela Rosin, Strada Castello di Mirafiori 148/7

IL FUNERALE DI NERUDA

Nell’ambito della mostra “Le case di Neruda. Viaggio nel Cile di Neruda” letture dall’autobiografia di Neruda in particolare le pagine del Golpe, con Biblioteche civiche torinesi, Assemblea Teatro e Fondazione Neruda

A 12 giorni dal golpe militare, muore Neruda: omicidio o morte naturale? Al suo funerale, nonostante il coprifuoco, partecipò una folla sterminata, atto d’amore e stima per il cantore della cultura latino-americana e insieme unica manifestazione di massa di quei giorni contro il regime.

 

Lunedì 20 ore 17,30 – Bibliobus e Dirittibus, via Negherville – Giardini Pugno

Dal BIBLIOBUS, dedicato a DIRITTIBUS: LE FERITE

Con il progetto Dirittibus i racconti che 14 grandi scrittori e scrittrici hanno scritto per i 50 anni di Medici Senza Frontiere (Einaudi). Legge lo staff in lettura di ODS coordinato da Stefania Giuliani.

 

Martedì 21 ore 18,30 – Polo del 900, via Del Carmine 14

IL BOSCO BUONANOTTE

Presentazione de “Il bosco buonanotte”, libro illustrato per bambini nato da un laboratorio di scrittura creativa con tredici detenuti del Carcere di alta sicurezza di Saluzzo, in provincia di Cuneo. Frutto del progetto “Liberandia” promosso dall’Associazione Voci Erranti Onlus in collaborazione con la Fondazione Mamre e lo scrittore Yosuke Taki, la fiaba, scritta collettivamente dai tredici papà reclusi, nasce dal loro dolore e dal loro interrogarsi su come essere padri a distanza di figli lontani, visti poche volte l’anno, e su come dire loro la verità. Ed è solo attraversando il fitto bosco in cui sono finiti una volta persa la strada che riescono trovare il coraggio per dire il “non detto” e ritrovare, infine, la via di casa e degli affetti. Intervengono: Grazia Isoardi (Voci erranti), Francesca Vallarino Gancia (Fondazione Mamre), uno dei papà detenuti del Carcere di Saluzzo, autori della fiaba. Modera: Stefano Delmastro (Scritturapura).

Presentazione libro Scritturapura con letture presso Polo del Novecento all’interno della rassegna Bookstop, un ciclo di momenti informali in cui proposte letterarie e di valorizzazione del patrimonio si alternano a momenti di riflessione sui temi della contemporaneità, organizzati dagli archivisti e dai bibliotecari del Polo del 900.

 

Mercoledì 22 ore 17 – Mausoleo della Bela Rosin, Strada Castello di Mirafiori 148/7

SE SON LIBRI FIORIRANNO…

Leggere ad alta voce nel giardino della Bela Rosin

Un leggio, un libro e la nostra voce. Nel giardino di lettura delle Biblioteche civiche torinesi, uno spazio a disposizione di tutti coloro che in qualsiasi momento vorranno leggere liberamente ad alta voce.

 

Giovedì 23 ore 17 – Biblioteca civica Italo Calvino, lungo Dora Agrigento 94

RACCONTI SULLA DORA

Sulle sponde del fiume c’è una bella biblioteca, e davanti una piazzetta per leggere tante storie ai bambini. Isadora Brillo e Manuela Escobar, volontarie del Servizio civile universale, accompagneranno l’inizio della scuola leggendo ad alta voce per bambini e genitori.

 

Giovedì 23 ore 19,30 – Poloteca, piazzetta Franco Antonicelli (via del Carmine angolo corso Valdocco)

DIRITTI IN STRADA

Lettura della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’uomo e di testi di Gino Strada con Biblioteche civiche torinesi, Stefania Giuliani e lo staff in lettura ODS

 

 

 

Lettura Day è realizzato da Adei, Associazione degli Editori Indipendenti

In collaborazione con il Cepell, Centro per il Libro e la Lettura

in media partnership con Rai Cultura

con il patrocinio di Anci, SIAE, AIB

in collaborazione con Sistema Bibliotecario e Assessorato Cultura Comune di Milano, Federculture, Lucca Comics & Games, Bologna Children’s Book Fair, Portici di Carta, Bookpride, Taobuk, Rassegna Microeditoria Chiari, Testo/Pitti Immagine, Borghetto del Libro, La via dei Librai, Palermo Città che legge, Nati per Leggere, Associazione culturale pediatri – ACP, Centro per la salute del bambino – CSB, Institut Ramon Llull e la Delegazione del Governo della Catalogna, Opera di Santa Croce, Alleanza delle Cooperative Comunicazione, COLTI – Consorzio Librerie Torinesi Indipendenti, Librerie di Roma, SIL – Sindacato Italiano Librai e Cartolai, Libri da asporto, Bookdealer.

 

Per seguire Lettura Day:

www.letturaday.it

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Piccolo Festival della Poesia, dei Libri e dei prodotti Tipici

Riprendono i Festival di Poesia con il Piccolo Festival di Poesia dei libri e dei prodotti tipici, diretto da Max Ponte, in programma domenica 19 settembre prossimo a Villanova d’Asti

 

Riprendono i festival della poesia in Piemonte con una iniziativa significativa, il Piccolo Festival della Poesia, dei Libri e dei prodotti Tipici, in programma a Villanova d’Asti domenica 19 settembre prossimo, su iniziativa della Pro Loco locale, in collaborazione con il Comune stesso. Si tratta di una giornata poetica che coinvolge molti soggetti e rappresenta un evento culturale innovativo per tutto il territorio.
Il Piccolo Festival avrà luogo in Piazza Supponito a Villanova d’Asti.
La mattinata prenderà avvio alle 10 con l’organizzazione dell’atelier di poesia con gli studenti, un’esperienza di creazione e conoscenza poetica, attivato in collaborazione con l’Istituto Comprensivo di Villanova d’Asti, digitalbiblioagora’, Camminare Lentamente Versi Appesi, un atelier gratuito per i più giovani con poeti e insegnanti.
Le adesioni sono al 3347410978.
Nel pomeriggio prenderà avvio lo spazio di apertura nei confronti delle case editrici e prodotti tipici con le seguenti case editrici: la Giangiacomo Della Porta Editore, Puntoacapo Editrice ( Pasturana), Edizioni Effetto (Vercelli), Pathos Edizioni ( Torino), La Strada per Babilonia (Milano); Edizioni Joker (Novi Ligure) e con altre realtà editoriali; con l’Ape Rossa, libreria di “Pagine Erranti”, con lo stand della Pro Loco “ Amici dei Savi”, dedicato alla borgata, alla sua storia e ai suoi prodotti. Una grande attenzione verrà anche rivolta ai prodotti tipici e all’artigianato del territorio astigiano. Sarà anche presente la bottega del legno del maestro Dinicolantonio.
Alle 17 prenderà avvio un incontro/ spettacolo dedicato alla cultura dell’Astigiano e del Piemonte, con la compagnia teatrale “MiTiChieleCulli'”, con la partecipazione del maestro e direttore d’orchestra Sergio Delmastro e le note dei clarinetti della Filarmonica Comunale, diretta dal maestro Giovanni Gamba. Verranno premiati i lavori degli studenti a ricordo di Felicita Chiambretti. Si proseguirà con lo studioso Paulin Sirot di “Arte ci pare”, con il poeta Sergio Donna e le sue poesie in piemontese, con il poeta Andrea Laiolo e il suo lavoro su Vittorio Alfieri; con Donatella Gnetti, direttrice della Biblioteca Astense, con Davide Palazzetti e il progetto “Faro sull’Astesana” con Riccardo Crisci, del Centro Culturale FuoriLuogo di Asti e con Paolo Tessiore di “Camminare Lentamente” .
Alle 19 saranno in programma “A tavola con il teatro” e la cena tradizionale della Pro Loco su prenotazione con menù fisso, accompagnata dallo spettacolo di Margherita Amerio “Bonet and marmalade”. La compagnia del gruppo artistico “Il Dusio d’oro” vedrà in scena gli attori Margherita Amerio e Gianluigi Marello.
Per prenotare la cena si può telefonare al 3343815712.
Alle 21 saranno in scena i poeti quali voci della scena della poesia italiana contemporanea, con una lettura in memoria di Ivan Fassio. Gli incontri saranno coordinati da Max Ponte e dalla giornalista Luisa Cozzi di Poetando /Rete 55- Varese.
In mostra nell’atrio di Palazzo Richetta “Una storia poetica”, la vita delle sorelle Bazzano, attraverso le cartoline d’epoca cura di di Giorgio Bonino.
Si potranno visitare i luoghi culturali di Villanova d‘Asti La Confraternita dei Batu’ ( ore 16/20), il Museo di Palazzo Richetta, aperto dalle 16 alle 19, e la Biblioteca, dalle 19 alle 20.
Per accedere al Piccolo Festival di Poesia, dei Libri e dei Prodotti Tipici, diretto da Max Ponte, l’ingresso è liberi purché munito di greenpass. La manifestazione sarà nel rispetto delle norme anti Covid.

Mara Martellotta

L’isola del libro

Rubrica settimanale a cura di Laura Goria

Hilary Mantel “Un esperimento d’amore” -Fazi Editore- euro 18,00

La scrittrice inglese –autrice della fortunata trilogia dedicata ai Tudor- questa volta narra la storia, in parte autobiografica, di tre ragazze inglesi che per la prima volta si allontanano da casa per andare all’università a Londra. Siamo negli 70 in cui diventano dirompenti i concetti come liberazione sessuale, pillola, diritto all’aborto, emancipazione a largo raggio. In Inghilterra il libro fu pubblicato nel 1995; ora tradotto in italiano aggiunge un interessante tessera in più per conoscere più a fondo questa scrittrice che passa agevolmente dai romanzi storici alla narrativa.
Protagonista è la giovane Carmel McBain, nata in una famiglia di origine irlandese della classe operaia, che la madre spinge ad aspirare a un futuro migliore rispetto a quello riservato a lei e possibile nel ristretto raggio del paesino in cui vivono.
Carmel per non deluderne le aspettative studia e ottiene una borsa di studio, poi l’iscrizione alla London University; ma per questo pagherà un prezzo.
Catapultata nella vita della metropoli, si trova spaesata, incerta, e reagisce mangiando sempre meno e dimagrendo a vista d’occhio. Un po’ lo fa per risparmiare, ma non è solo per quello e lo capirete man mano che la Mankel entra nel suo animo, nei suoi pensieri, nelle sue aspettative e nel suo disagio.

Poi ci sono Julia, ricca, spigliata e dalla vita facile in cui tutto le riesce al meglio; e Karina che si porta dentro un passato difficile e di sofferenza, è “la diversa” del gruppetto.
Intorno alle tre ragazze il romanzo si sviluppa su più piani e sciorina gli alti e bassi dell’amicizia e della solidarietà, si intrecciano le storie personali e i rapporti con giovani rappresentanti dell’altro sesso, spesso inadeguati e come travolti dal cambiamento epocale in atto in quegli anni.

Per gli amanti della Mankel il consiglio è quello di cogliere l’occasione e leggere anche il suo “Otto mesi a Ghazzah street” -Fazi Editore- euro 19,00.
In questo romanzo la grande scrittrice inglese racconta il difficile mondo saudita e lo fa attraverso la protagonista, la londinese Frances Shore, di professione cartografa, che segue il marito trasferito in Arabia per motivi di lavoro.
Francis è abituata a spostarsi un po’ ovunque nel mondo, senza problemi e con uno spirito di adattamento notevole, (fino a poco tempo prima lei e Andrew vivevano in Africa).
Ma a Ghazzah si trova come risucchiata in una condizione distante anni luce dalle sue aspettative. Sprofondata in una realtà per lei difficilissima: è l’impatto brutale con una società che alle donne nega praticamente tutto.
Il romanzo però non vuole essere un confronto impari tra i valori che reggono il mondo occidentale e quello orientale. Niente di banalmente scontato e queste pagine non vanno nella direzione del titanico scontro tra due culture tanto diverse.
Qui è narrata la vicenda tormentata di una donna che finisce per trovarsi prigioniera relegata nel limitato perimetro dell’appartamento in cui vive col marito, che però è spesso assente per lavoro.
Frances si scontra con le regole islamiche rigidissime che non consentono spazi di azione alle donne, comprese le forestiere, viste con sospetto e portatrici di “pericolosa” libertà femminile.

In Arabia Saudita per esempio, non possono prendere un taxi perché un uomo non può far salire una donna che non conosce, e se lo fa rischia la galera. Solo la punta dell’iceberg di una società per la quale una donna non è vista come una persona.
Frances si trova costretta a rintanarsi al sicuro, non esce quasi mai, anche perché non potrebbe andare molto lontano, pena insulti …se non peggio.
I conoscenti che invita a casa sciorinano aneddoti sulle violenze perpetrate contro le donne nel suk. Ha contatti con le vicine; di alcune diventa amica, si affaccia al loro mondo, alle dinamiche della convivenza tra le ristrette mura domestiche, inclusi litigi, intrighi, sofferenze.
Si barcamena tra un caldo soffocante, le sue confidenze affidate al diario, un disagio permanente……

 

Dorothy West “Le nozze” -Mondadori- euro 18,00

Dorothy West –nata a Boston nel 1907, deceduta nel 1989- è ricordata come importante esponente del movimento artistico e intellettuale Harlem Renaissance, fondato negli anni 20 per tutelare la libertà di espressione e la creatività degli afroamericani.
La West dopo uno strabiliante esordio con “The living is Easy” nel 1948 scivolò nell’oblio per lungo tempo. Fu Jacqueline Kennedy -all’epoca editor della prestigiosa casa editrice Doubleday- a riscoprine il talento e il potenziale. La spinse a scrivere il secondo romanzo, “Le nozze”, che uscito in America nel 1995 balzò subito in vetta alle classifiche, diventando un bestseller internazionale.

“Le nozze” è ambientato negli anni 50, verso la fine di agosto a Martha’s Vineyard; l’isola dei miliardari e delle persone che grondano successo e fama.
Lì c’è anche la zona residenziale chiamata l’Ovale, un anello di case di vacanza articolato in 13 villini intorno a un parco e a due passi dal mare. Qui hanno comprato la seconda casa di vacanza un pool di neri diventati ricchi. E su tutti spicca la famiglia Coles, la cui casa domina l’Ovale.
La villa più bella è stata acquistata da tempo dal dottor Shelby Coles, il cui albero genealogico va all’indietro di 4 generazioni e racconta una strada di costante emancipazione. Sono agiati, hanno studiato e vivono ad alto livello.
I Coles hanno due figlie che potrebbero passare per bianche. La prima ha seguito la tradizione familiare e sposato un medico di colore; la minore Shelby – capelli chiari e occhi blu- sta per andare all’altare con Meade, un pianista jazz bianco …e i genitori di lei non approvano per niente la sua scelta.

Altri personaggi entrano in scena con tutto il loro spessore, a partire da Nonnina: la nonna di Shelby, di pelle bianca e discendente impoverita di una blasonata famiglia proprietaria di una vasta piantagione del Sud.
La sua non è stata sempre un vita facile: a spaccarle il cuore ci ha pensato la figlia Josephine che l’ha profondamente amareggiata facendo un percorso inverso; andando verso Nord per poter sposare un uomo di colore.
Poi vi aspettano ulteriori sviluppi interessanti, legati a personaggi che irrompono sulla scena e scompigliano le carte.

Questo è un romanzo di continue sfumature che ripercorre la significativa storia di un’intera famiglia, toccando snodi importanti come il conflitto razziale. Dalle piantagioni sudiste dove i negri erano schiavi, poi la sanguinosa guerra di secessione che ha spaccato in due l’America, per arrivare alla nascita di una borghesia afroamericana che ha salito la scala sociale, formando una classe di persone agiate e istruite.

Jane Gardam “L’uomo col cappello di legno” -Sellerio- euro 15,00

Questo è il secondo volume della trilogia di Old Filth, della scrittrice 92enne Jane Gardam (nata nello Yorkshire nel 1928) che da noi è ancora poco conosciuta ma in Inghilterra è una figura di grande spicco nel panorama culturale e letterario. Autrice di racconti per l’infanzia, per ragazzi e adulti, tendente a scrivere romanzi dal sapore vittoriano, ha vinto numerosi e prestigiosissimi premi.
Sellerio ha già pubblicato il suo precedente “Il figlio dell’Impero Britannico” nel 2019, il primo dei 3 volumi che in Inghilterra era stato dato alle stampe nel 2004, inserito nella rosa dei primi 100 libri più importanti del secolo.

“L’uomo col cappello di legno” non va necessariamente inteso come il seguito; piuttosto è la medesima vicenda, questa volta però vista dalla prospettiva diversa di Elizabeth detta Betty, moglie del protagonista sir Edward Feathers “Old Filth”, avvocato e giudice di spicco del sistema forense.
Nel libro precedente lei compariva come moglie che viveva all’ombra del consorte e moriva all’inizio; il resto era un caleidoscopio di flash back del marito ottuagenario e tutto il romanzo era impostato sul suo punto di vista.
Nel terzo volume della trilogia scopriremo poi il modo di vedere la storia di questa coppia raccontata dal versante degli amici.

Significativo è che il soprannome di Edward Feathers, “Old Filth” tradotto letteralmente significa “vecchia schifezza; ma è anche l’acronimo di “Failed in London Try Hong kong” (fallito a Londra ci riprova a Hong Kong) appellativo con cui ci si riferiva a coloro che avevano fatto fortuna nelle colonie.
Edward è un uomo integerrimo e irreprensibile, figlio del Raj; così venivano etichettati a Londra i bambini nati da genitori inglesi funzionari della Corona, mandati in India, Malesia e nelle lontane provincie dell’Impero.
Intorno all’età di 5 anni venivano spediti in Inghilterra per studiare, ospitati da famiglie che per questo si facevano pagare. Non sempre un’esperienza felice e più che altro l’educazione inglese faceva buon gioco all’Impero senza curarsi dell’infelicità dei piccoli.
Anche Betty è nata lontano dalla patria, a Pechino da genitori inglesi; medesimo imprinting del marito ma sensibilità e mondo interiore diversi.
La storia poi si dipana tra amori, guerre, tormenti, delusioni e dubbi, e un certo vacillare di Betty all’interno del matrimonio, tutto sullo sfondo del disfacimento del dominio britannico nelle colonie lontane.

Con questo secondo romanzo la scrittrice –paragonata spesso a Jane Austen, anche se lei dice di essere stata influenzata da Kipling- ha voluto dare più risalto alla figura di Betty che nel libro precedente era stata sacrificata e relegata decisamente in secondo piano rispetto al marito.
Qui si entra nella testa e nei meandri più nascosti del suo animo, alle prese con un consorte prevedibilissimo e noioso, mentre sulla scena si affaccia anche un altro avvocato di grido, amico-nemico che smuoverà le acque……

 

Questa potrebbe essere l’occasione giusta per leggere anche il primo volume della trilogia “Il figlio dell’Impero Britannico” -Sellerio- euro 15,00.
E’ il ritratto anche un po’ malinconico di Edward Feathers che ultraottantenne ricorda tratti della sua vita e della sua lunga carriera di successo, a partire dai risultati eccelsi raggiunti nella colonia britannica di Hong Kong come barrister, avvocato e giudìce.
Ripercorre lo strappo traumatico dalla Malesia al tempo dell’infanzia, quando viene allontanato dalla famiglia per essere educato in patria, con tutto il dolore e il disagio che questo ha comportato, gli anni del collegio e il rapporto con il suo migliore amico.
Oltre a vari personaggi che hanno attraversato la sua lunga, laboriosa e irreprensibile vita, c’è anche la presenza dell’enigmatica moglie Betty, la cui anima non è mai riuscito a decodificare e morta all’improvviso.
E’ soprattutto la vita di un uomo in bilico tra due mondi e due epoche che vive sulla sua pelle il tramonto dell’Impero coloniale più importante del mondo.

Inaugurazione 53esimo anno del Centro Pannunzio con Quaglieni e Oliva

Venerdì 10 settembre alle ore 17,30 al Parco delle Vallere (corso Trieste 98, Moncalieri), lo storico Gianni Oliva presenterà il nuovo libro di Pier Franco Quaglieni La passione per la libertà. Ricordi e riflessioni, Buendia Books. Introdurrà l’assessore alla Cultura Laura Pompeo

Il prof. Pier Franco Quaglieni

Un libro carico di reminiscenze pannunziane, di figure importanti (a partire da quella del fondatore de “La Stampa“ Alfredo Frassati e dei professori che non giurarono al fascismo , per giungere a Federico Chabod ,Guido Ceronetti  ,Massimo Mila, Giampaolo Pansa , Ottavio Missoni e a tanti altri ). Il volume contiene anche riflessioni  storiche su pagine cruciali delle vicende italiane della più recente storia contemporanea . Chiude il volume una lucida analisi sul tema della laicità, del laicismo del Cristianesimo e dell’Islam con pagine che sembrano scritte dopo l’occupazione talebana di Kabul. Il libro polemizza con Alessandro Barbero sulle foibe, criticando le testi negazioniste ,poi in parte riviste  e fa una confutazione  anche degli attacchi al Risorgimento del comico – politico Grillo.

Laura Pompeo

Sarà anche un modo per rendere omaggio a tanti amici del Centro “Pannunzio” scomparsi, a partire da Giovanni Ramella, Luigi Resegotti , Paolo Macchi di Bricherasio, Nicoletta Casiraghi, Marco Weigmann che costituiscono una parte del libro di Quaglieni. L’autore che  e’ al settimo libro “non accademico”,si occupa da oltre quarant’anni di storia risorgimentale e contemporanea,essendo stato allievo di Alessandro Galante Garrone e di Franco Venturi. E’ pubblicista dal 1968 ed ha fondato insieme ad Arrigo Olivetti e Mario Soldati il Centro Pannunzio in quello stesso anno  .E’ direttore della rivista on line “Pannunzio magazine”. E’ stato insignito in Francia del Premio “Denise Diderot“ e in Spagna del Premio “ Salvador de Madariaga“.

Sono obbligatori il green pass o la certificazione di effettuazione del tampone molecolare con validità 48 ore. 

“Dialoghi con Leucò” Nuova proposta editoriale

LIBRI / Libro cartaceo + audiolibro, per i ventisette racconti scritti fra il 1945 ed il 1946 da Cesare Pavese

In uscita  giovedì 9 settembre

Santo Stefano Belbo (Cuneo)

Era l’opera che Cesare Pavese – scrittore, poeta, traduttore, critico letterario, fra i maggiori intellettuali del secolo scorso –considerava come la più importante del suo percorso di scrittura e della sua attività letteraria. Il suo “capriccio”, il suo “quarto di luna” ebbe a definire lui stesso i“Dialoghi con Leucò” (27 racconti brevissimi, a sfondo mitologico e simbolico in cui divinità ed eroi della Grecia classica discutono i grandi temi universali dell’esistenza) in occasione della prima pubblicazione nel 1947. Libro per lui così importante (“l’unico che valga qualcosa”, scriveva manu propria in una lettera indirizzata a Parigi, il 25 agosto del ’50, al critico cinematografico Nino Frank) da diventare spazio su cui lasciare impresse le sue ultime parole rivolte al mondo. Era il 27 agosto del 1950, quando il corpo senza vita di Cesare Pavese, nato il 9 settembre del 1908 a Santo Stefano Belbo nell’Alta Langa, fu trovato disteso sul letto –  dopo avere ingerito oltre dieci bustine di sonnifero- in una camera dell’albergo “Roma” in piazza Carlo Felice a Torino, dove soggiornava dal giorno precedente. Accanto, sul tavolino, a fargli compagnia nel suo estremo viaggio, proprio il libro da lui più amato, i “Dialoghi con Leucò”, recanti sulla prima pagina le sue ultime parole: “Perdono tutti e a tutti chiedo perdono. Va bene? Non fate troppi pettegolezzi”. Qualche mese prima, nel giugno del ’50, aveva vinto il “Premio Strega” con “La bella estate” e, dieci giorni prima, aveva scritto sul diario (pubblicato postumo nel 1952 con il titolo “Il mestiere di vivere. Diario 1935 – 1950”): “Questo il consuntivo dell’anno non finito, che non finirò…Tutto questo fa schifo. Non parole. Un gesto. Non scriverò più”. Parole che scavano l’anima, in cui si legge a chiare lettere il profondo disagio esistenziale di un uomo,  di uno scrittore per cui tutto è ormai buio totale. Silenzio, dolore, massacro dell’anima. La sua fama superò di gran lunga, però, la sua breve vita. E le sue parole, le  sue opere, continuano e continueranno ad accompagnarci come fossero appena partorite dalla sua penna e dal suo pensiero. Nasce di qui l’dea di omaggiare il grande scrittore di Santo Stefano Belbo con una nuova proposta editoriale, nata dalla collaborazione fra la “Fondazione Cesare Pavese” ed “Emons” dedicata proprio ai suoi tanto amati “Dialoghi”: una proposta da  leggere e da ascoltare, un audiolibro con le voci recitanti di sei attori (fra i più apprezzati del panorama teatrale italiano, da Michela Cescon a Paolo Cresta, da Alessandro Curti a Marcello Fois a Iaia Forte e a Neri Marcoré), accompagnato dal libro cartaceo, con la curatela dello scrittore Marcello Fois, che andrà a far parte della nuova collana “Double face” di “Emons”, editrice leader nella realizzazione di audiolibri. Così, nell’anno in cui sono scaduti i diritti per la pubblicazione delle opere pavesiane, i “Dialoghi con Leucò” saranno presentati, nella nuova veste editoriale, il prossimo giovedì 9 settembre, giorno del compleanno di Pavese,  a Santo Stefano Belbo (Cn) nel corso del “Pavese Festival”, organizzato ogni anno dalla “Fondazione” a lui dedicata e diretta da Pierluigi Vaccaneo. Alle ore 18.30, sul palco di Piazza Umberto I, Marcello Fois, la “Fondazione” ed “Emons” racconteranno il progetto e leggeranno, con sottofondo musicale di Gavino Murgia, diverse pagine dei racconti. Alle ore 21.30 l’attore Alessandro Preziosi proporrà in prima nazionale un ampio viaggio, tra letture e musica, nell’opera di Pavese.  “Nei ‘Dialoghi con Leucò’ il lettore trova uno specchio – spiega Pierluigi Vaccaneo – in cui trovare e ritrovare il proprio percorso umano, attraverso il Mito e la traduzione che del Mito fa Pavese stesso. I ‘Dialoghi’ sono dunque una conversazione a più voci, dove lettore, autore, personaggi e Mito sono sullo stesso piano, svelati. Dare voce a questo dialogo, attraverso l’audiolibro che assieme a ‘Emons’ abbiamo realizzato, è offrire a un pubblico sempre più vasto, attraverso grandi artisti italiani, una nuova opportunità di conoscenza e consapevolezza. Una sfida che la casa editrice Emons ha accolto con entusiasmo e passione, condividendo una visione inclusiva e partecipata della cultura che la nostra ‘Fondazione’ sta portando avanti con le sue diverse attività”.

g.m.

Don Dante Caprioglio un monferrino sulle orme di Don Bosco

LIBRI / Don Dante Caprioglio, ma tutti lo ricordano come Don Dante è una di quelle persone che nel loro passaggio terreno hanno lasciato un segno, anzi più di un segno, come religioso, come insegnante, come sportivo. Nato nel 1920 a San Martino, frazione di Rosignano Monferrato (in provincia di Alessandria) a soli 10 anni intuì la vocazione frequentando il Seminario di Casale Monferrato e concludendo il corso ginnasiale presso i salesiani del Valentino, sempre a Casale.

Poi frequentò il corso di filosofia presso i Pontificio Ateneo Salesiano a Torino, conseguendo il Baccellierato, cui seguirono 3 anni di tirocinio pratico all’Istituto San Lorenzo di Novara, Nel 1940 sostenne la maturità classica al liceo classico Carlo Alberto di Novara, frequentò per 4 anni il corso di teologia all’Istituto internazionale teologico di Torino e venne ordinato sacerdote il 30 giugno 1946. Nello stesso anno fece il suo primo incontro con il collegio San Carlo di Borgo San Martino, poi fu ad Asti, Vercelli, Novara, Faenza, e nel 1951 si laureò in lettere e filosofia all’Università di Torino. Dopo aver insegnato dal 1949 al 1955 nel liceo salesiano a Novara ritornò a Borgo San Martino nel 1956 e qui iniziò il suo lungo rapporto con il collegio salesiano fondato nel 1870 da Don Bosco, un rapporto durato 60 anni nei ruoli di consigliere, direttore, preside e docente.  La storia di Borgo San Martino, del collegio San Carlo e delle centinaia e centinaia di ragazzi che sono transitati nelle sue aule, in tutto questo periodo è legata alla sua figura, carismatica, oltre che al suo ruolo nella promozione dello sport, nella profondissima convinzione (secondo lo stile e l’insegnamento salesiano) che questo sia una pare integrante dello sviluppo della personalità dei giovani. Così Borgo San Martino divenne un polo di eccellenza tra le scuole salesiane e non solo, con tanti docenti che sono passati di lì, ed un polo sportivo con una squadra, l’Us San Carlo che militò per 27 anni in Promozione ed impianti sportivi di primissimo livello, invidiati da tutti (ed oggi rilevati dal Comune di Borgo San Martino). Don Dante Caprioglio ha terminato il suo cammino terreno il 27 novembre 2016 ma nella sua vita ha lasciato delle profonde orme che rimarranno nel tempo. Per ricordarlo l’Associazione Don Dante Caprioglio Aps ha pubblicato un bel libro, scritto a più mani, “Orme di un passaggio – Don Dante, il San Carlo e altri Racconti’, edito con il patrocinio dei Comuni di Casale Monferrato, Borgo San Martino, Rosignano Monferrato, dell’associazione Amis d’la Curma e del Fai Delegazione di Casale Monferrato. In poco più di 220 pagine viene offerto un vero e proprio ‘affresco’, sprizzante di energia tutta salesiana, dei vari contributi che Don Dante ha dato durante la sua vita, come salesiano, come docente, come sportivo (tra l’altro era appassionatissimo di calcio, in particolare della Juventus), con una serie di simpatici ricordi in libertà che solo chi ha vissuto quegli anni nel Collegio di Borgo San Martino, a contatto con una personalità non comune, può riportare. Il lavoro è chiuso da un ampio cenno storico sul Collegio San Carlo, ad opera di Dionigi Roggero. La presentazione del libro è avvenuta sabato 5 settembre al Castello Paleologo di Casale Monferrato. A fare da moderatore c’era il presidente dell’Associazione, Gabriele Ferraris, che ha ringraziato tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione dell’evento, dai relatori a Julien Coggiola ed Ester Patanella per il supporto organizzativo. Poi si sono susseguiti gli interventi di monsignor Alceste Catella, vescovo emerito di Casale Monferrato, don Marco Durando, responsabile dei Salesiani del Valentino di Casale Monferrato, del dirigente scolastico Maurizio Primo Carandini che ha sottolineato come gli incontri con persone come Don Dante ‘siano incontri che ti cambiano la vita’, del sindaco di Borgo San Martino Giovanni Serazzi. L’incontro è stato impreziosito dalle letture di Gigi Rossi, attore della Compagnia della Nebbia, che ha proposto alcuni brani tra i più significativi del libro. Infine Gabriele Ferraris ha evidenziato che le offerte raccolte dalla distribuzione del libro andranno ad implementare i fondi per le Borse di studio che l’associazione elargisce ogni anno a giovani meritevoli del territorio monferrino nel ricordo di Don Dante.

 

Massimo Iaretti

 

Roberto Calasso: più libri, meno bombe

« Leggere è un eternità all’indietro » affermò una volta Umberto Eco.

In questi giorni di fine estate è venuto a mancare Roberto Calasso,
fondatore insieme a Roberto Bazlen, della rinomata casa editrice
Adelphi. Leggendo i suoi scritti, quella sensazione evocata dal
semiologo alessandrino è percepita chiaramente. Soprattutto nel suo
ultimo saggio uscito in questi giorni luttuosi per la cultura italiana
(”Allucinazioni americane”, Piccola Biblioteca, Adelphi, pagg. 133,
euro 14) una breve raccolta di saggi sul cinema e dintorni. Lo conobbi
di persona molti anni fa al Salone del Libro di Torino, allo stand della
sua casa editrice. Mi colpì per la sua semplicità e disponibilità. Non è
esperienza frequente vedere un editore del suo calibro, incontrare il
grande pubblico, parlando come due persone al bar. Adelphi nacque con il
motto « pubblichiamo solo quello che ci piace » disse Bazlen, triestino,
amico di Calasso fin dagli anni giovanili. Religioni orientali, ”autori
minori” molto comprati in quegli anni, ma poco letti, ripresero ad
essere riediti con una nuova veste grafica, in brossure color pastello,
a prezzi per tutte le tasche. E Adelphi compì il miracolo: gli italiani
ripresero a leggere. Di destra e di sinistra. Calasso, fiorentino, con
in tasca una laurea in letteratura inglese, si trasferì a Milano e lì
diede vita al suo progetto culturale. Mettere in contatto la filosofia
orientale con l’occidente ”moralmente fiaccato” e riconoscere il
debito intellettuale che la tradizione ellenistica, classica e
ebraica-cristiana intrattiene con quella parte di mondo. Videro la luce
tra gli altri testi sui veda, sul sufismo islamico, sul buddismo zen,
sulle mitologie mesopotamiche, sulla gnosi.Gli studi e le conoscenze
esoteriche di Calasso, lo portarono a scrivere contributi sul rapporto
tra il mito e la società dei consumi, il mito come attualità nella
tradizione, la metempsicosi e il cinema di Hitchcock, l’esilio ebraico e
il nomadismo identitario. In questi anni di inizio secolo, le
drammatiche cronache di guerra di questi giorni lo stanno a
testimoniare, sono più che mai urgenti questi scambi di saperi.
Nonostante motivazioni economiche e geopolitiche siano sottese a ogni
conflitto della storia, sono sempre le civiltà e le culture che si
confrontano e si scontrano come sosteneva lo storico americano Samuel
Huntington. Diviene così di importanza vitale, diffondere una visione di
società aperta, per prevenire nuovi conflitti e lenire le tragedie in
corso. Forzando le nostre naturali difese psicologiche e culturali. Come
recita un proverbio afghano «voi avete gli orologi, noi abbiamo il
tempo». Non serve esportare la democrazia o fare intelligenza col
nemico. Roberto Calasso ci dice oggi, che l’Occidente è in decadenza
nichilista, come sostenevano Robert Musil, Ezra Pound, Martin Heidegger
o ai nostri giorni Oriana Fallaci e Michel Houellebecq. I taliban e la
loro visione del mondo censoria e violenta, maschilista e sessista è
filtrata da noi, negli Stati Uniti dalla east alla west coast degli
adepti ‘’anarchici e radical’’ della ‘’cancel culture”, che imbrattano
e distruggono monumenti dedicati a personaggi storici e scrittori, non
in linea con il loro modo di concepire il ”politicamente corretto”.
Ricordano da vicino la distruzione da parte dei guerriglieri sunniti dei
templi buddisti. Questa chiusura mentale che in qualche modo coinvolge i
due emisferi del pianeta è la vera insidia del terzo millennio.
Roberto Calasso l’aveva intuito da intellettuale illuminato e
lungimirante quale è stato. Dopo la diagnosi, aveva suggerito la cura:
più libri, meno bombe . Mancherà come un faro per la società italiana e
europea nel suo complesso e a ognuno di noi, con i nostri pregiudizi.

Aldo Colonna