Il libro di Mara Martellotta e Andrea Granchi, edito dalla Gian Giacomo Della Porta Editore, unisce la scrittura alla pittura, è giunto alla sua seconda edizione
Il libro dal titolo “Il tempo sospeso”, scritto dalla giornalista torinese Mara Martellotta (nella foto) insieme all’artista fiorentino Andrea Granchi, a un anno dalla sua pubblicazione, ritorna in vendita sotto una nuova veste editoriale per la sua seconda edizione, in cui sono stati aggiunti altri articoli e opere pittoriche dell’artista Presidente della Classe di Pittura dell’Accademia del Disegno di Firenze.
L’arte pittorica e la scrittura, un binomio che potrebbe sembrare apparentemente lontano, mostrano, invece, un sottile fil rouge nel potere salvifico che entrambe possiedono di fronte a eventi epocali quale è stata la pandemia da Covid 19. Alla luce di ciò, il volume intitolato “Il Tempo Sospeso”, edito da Gian Giacomo Della Porta Editore, accosta le riflessioni elaborate in questi due ultimi anni dalla giornalista Mara Martellotta alle opere pittoriche dell’artista fiorentino Andrea Granchi, nato a Firenze nel ’47, già docente presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze, vincitore del premio Stibbert per la pittura nel ‘71 e proveniente da una famiglia di antica tradizione nel campo del restauro. L’amore per l’arte proviene ad Andrea Granchi da una solida tradizione familiare, essendo stato il padre un abile pittore e restauratore, chiamato nel 1934 dallo storico dell’arte Ugo Procacci a far parte del Gabinetto Restauri della Soprintendenza alle Gallerie Fiorentine.
La contemporaneità dei temi trattati, quali il cambiamento della società e dei rapporti interpersonali, la comparsa di nuove angosce e dubbi, hanno trovato un perfetto parallelismo sia nella scrittura dell’autrice, sia nella pittura di Andrea Granchi, indicando e tracciando una possibile via di ancoraggio e salvezza, in questo “tempo sospeso”, nell’arte.
“Agli scritti di Mara Martellotta – spiega il professor Pier Franco Quaglieni, che ha scritto la prefazione del libro – ci rivelano che nel grande naufragio c’è gente che ha salvato la propria anima attraverso la cultura, l’arte e la fiducia in una vita animata da valori che sembravano appannati. Questi scritti sono destinati a testimoniare il coraggio e l’intelligenza di chi ha saputo passare attraverso il fuoco senza bruciarsi, come diceva il mio amicoMario Soldati”.
RUBRICA SETTIMANALE A CURA DI LAURA GORIA
Nelle sale della mostra che ospita temporaneamente i ritratti di vari maharaja (scattati dal fotografo irlandese Lafayette e provenienti dal Victoria & Albert Museum) la giornalista viene letteralmente ammaliata dagli occhi scuri di Amrit Kaur. Principessa indiana, unica figlia femmina del maharaja di Kapurthala, ritratta 20enne nel 1924 quando fu presentata a Buckingham Palace a re Giorgio e alla regina Mary. Era stata educata in Inghilterra e in Francia, aveva vissuto negli anni 30 a Parigi e la sua famiglia possedeva una collezione di gioielli particolarmente importanti.
Come negli altri suoi libri, lo storico e scrittore inglese, ha scritto “Anarchia” basandosi sull’assoluto rigore della ricerca storica ammantandola poi di scorrevolezza narrativa. Ha ricostruito la monumentale e corposa storia della Compagnia delle Indie, fin dalla sua nascita e lungo la sua inarrestabile ascesa, in quasi 500 pagine corredate da immagini dell’epoca.
Maud Ventura ha 29 anni, è parigina con lontane origini italiane, ha un podcast molto seguito, “Lalala”, con questo romanzo di esordio ha vinto il “Prix Du Premier Roman” e innescato un vero e proprio caso letterario. Il racconto si basa in parte sulla sua esperienza personale, ma ha chiarito che la protagonista è molto diversa da lei, anche se la storia nasce comunque nelle paure e nelle ansie dell’autrice.Il tema è fondamentalmente: è possibile amare troppo e vivere nel terrore di non essere amate come si vorrebbe? E’ vero amore? Oppure un desiderio incolmabile di essere viste, considerate, amate?
Questo racconto dell’India coloniale è un testo inedito della scrittrice americana (nata nel 1832 e morta nel 1888) la cui fama è legata soprattutto alla tetralogia di “Piccole donne”, ma che spaziò anche nel thriller e nel gotico in scritti meno conosciuti.
E’ una storia di ossessione, dolore e scoperta della propria natura più profonda, quella che si sviluppa in questo romanzo dello scrittore americano nato nel 1945 a Washington, autore di 11 romanzi e docente di scrittura alla Columbia University.

Sono tanti i modi di viaggiare e di raccontare le proprie esperienze legate al viaggio. Per stimolare la scrittura attorno a questo tema che, sin dall’antichità e dal mito di Ulisse, affascina l’essere umano prende il via la prima edizione di un “concorso letterario”, organizzato dal “Salone Internazionale del Libro” di Torino in collaborazione con il “Gruppo FS Italiane”. Dedicato alla letteratura di viaggio sostenibile, il concorso dal titolo “A/R Andata e racconto. Appunti di viaggio” è dedicato a racconti inediti di scrittori e scrittrici esordienti dai 18 anni in su che non abbiamo mai pubblicato alcun racconto o romanzo edito da una casa editrice italiana e distribuito in libreria.
Non poteva che dedicarla a suo padre questa tappa finale del lungo viaggio che lo ha portato a indagare sull’incendio che divampò quel sabato 18 luglio del 64 dopo Cristo e che per molti versi cambiò il destino dell’antichità e del mondo: “A mio padre, amico che manca, che mi ha trasmesso l’entusiasmo di viaggiare tra le stelle della conoscenza con la semplicità delle parole e la profondità del pensiero.” Ha assorbito ogni cosa Alberto Angela da sua padre, come un Ulisse dantesco desideroso in ogni istante di conoscere e di andare oltre le barriere, ha assorbito certo tutto l’entusiasmo, e lo tocchi con mano non appena entra da vera star, circondato dalle guardie del corpo che ne proteggono i movimenti e i tempi, e inizia a chiacchierare nella vastissima sala della Nuvola Lavazza per la presentazione di “Nerone. La rinascita di Roma e il tramonto di un imperatore”, uscito da pochi giorni per HarperCollins con Rai Libri e già un successo editoriale, primo ospite di “Aspettando il Salone”, il percorso d’avvicinamento all’appuntamento torinese di primavera, in programma dal 18 al 23 maggio prossimi, che durante il corso dell’anno porterà scrittori e scrittrici a confrontarsi con il pubblico di lettori, pare, sempre più numeroso. La sobrietà nell’esporre, le parole mai nascoste e lontane da quelle troppo spesso usate da certi tromboni tivù, morbide e spinte talvolta verso la risata d’alleggerimento da una materia che troppo impegnata, la cultura che spazia per molte direzioni, l’amore verso un mestiere – paleontologo, naturalista, divulgatore scientifico e scrittore -, tutto lo ha portato a esplorare, a indagare come un detective del nuovo millennio sulle cause di un’occasione e su una figura della storia che troppe voci hanno per secoli sepolto sotto la coltre della più dura negatività.
“Voi siete entrati qui con un’idea di Nerone, vi prometto che uscirete con una totalmente diversa.” Una trilogia avventurosa, ricca di piccoli passi che ci hanno fatto scoprire la vita di Roma del tempo e del suo milione di abitanti, le ore che precedono l’incendio, la guida dei due 
Senza quella tragedia, senza quella figura in chiaroscuro, la Storia avrebbe preso un’altra strada (la necessarietà del Male?), non avremmo avuto la tomba di Pietro e l’edicola, gli scavi e un frammento del muro rosso con il graffito in cui si riesce a leggere “Petros eni” ovvero “Pietro è qui”, non sarebbe nata la basilica, non avremmo ammirato la Sistina e il Giudizio Universale e gli autori del Quattrocento, la tela di Caravaggio a Santa Maria del Popolo, avremmo avuto una Roma diversa. Il “Nerone” di Alberto Angela è un’opera che avvince nel racconto e avvincerà nella lettura, 550 pagine di notizie a rivedere la Storia, a immergerci in un’epoca, a sorbirne ogni aspetto. Un’opera massiccia, completa. Se, mentre termina di firmarvi la copia, chiedete all’autore su quale personaggio andrà a cadere la propria indagine, alzando lo sguardo e posando un attimo il pennarello nero, vi dice, quasi con uno sguardo tra l’esausto e quello che esige compassione: “Adesso credo sia il tempo che io mi riposi”. Ma chi ci crede? Preparatevi a incontrarlo la sera di Natale con “Stanotte… a Milano”, naturalmente targato Rai 1.

Rubrica settimanale a cura di Laura Goria
psicologico. Perché per puro caso viene a sapere che tutti pensano che la protagonista del libro di Charles sia lei. Onore o disgrazia?
Siamo in California nel 2018, Eleanor -originaria di un’isola caraibica- prima di morire ha lasciato un lungo messaggio vocale che l’avvocato di fiducia deve fare ascoltare ai figli con i quali il legame si era sfilacciato da tempo.
Ora torna in libreria in un’edizione in versione integrale e nuovamente tradotto, grazie all’attenzione della casa editrice “La nave di Teseo”, alla quale va il merito di riaccendere i riflettori sullo scrittore che seppe cantare l’America del profondo sud, degli anni della depressione, attraverso un imponente affresco familiare.
In queste tenere e colte pagine, la scrittrice 80enne -autrice televisiva e traduttrice- compone un memoir che la riporta bambina; alle prime letture, poi via via lungo il percorso della sua esistenza.
Giallo, love story, riflessione sugli avvenimenti dell’ultimo decennio, dalla Brexit alla pandemia di Covid: questi sono gli ingredienti principale del romanzo del corrispondente da Londra per la Rai, volto noto e tra i giornalisti più esperti della “perfida Albione”.