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Sofia incrocia più volte lo sguardo amorevole di Sara e intuisce che in famiglia ci sono tutte le risorse che le servono per sentirsi accolta, capita ed amata. Dall’altro canto, Sara sente il bisogno di dedicare un diario epistolare alla figlia per accompagnarla passo passo alla rinascita, a risollevarsi come una fenice dalle sue stesse ceneri. E si concederà, nel corso degli anni, un’opportunità di confronto irripetibile…
L’autrice
Silvia Pizza è nata a Lucca e vive a Pescia, nella provincia pistoiese. Scrittrice, poetessa, saggista e divulgatrice di ottimismo, di resilienza, di saggezza. Ha esordito con quattro romanzi, cinque sillogi di poesie e tre antologie tra saggi, riflessioni e divagazioni d’impronta psicologica. Racconta di sé con un lessico schietto, esplicito, profondo e trasmette questa passione letteraria sui canali social, postando tanti componimenti inediti e altrettanti pensieri oculati sull’introspezione, sulla psicologia femminile, sull’adolescenza, sulle relazioni umane e sui conflitti esistenziali. Nel 2016 esordisce con il romanzo “Mi scordo di dimenticarti”, nel 2017 con un altro romanzo “Memorie di un amore folle”, poi con la silloge “Urlo nelle stanze infinite dei miei pensieri” e infine con una raccolta intimista di riflessioni, e-mail e liriche, intitolata “Un’icona su WhatsApp”. Nel 2018 pubblica un’antologia di saggi intitolata “Perle di Primavera” e si mette alla prova con le linee-guida per il benessere psicofisico, proprio avanti la pandemia da Covid-19. Ritorna a scrivere dopo quattro anni di stasi voluta, con “Le divagazioni di una scrittrice senza filtro” presenti in “Autenticità” e tanta voglia di musica, di serenità, di attaccamento, di poesia classica. Silvia lo fa, scegliendo un approccio più franco, più incisivo, più intenso sui canali social, perché finalmente ha imparato a esporre la sua scrittura, senza confini, senza prevenzione, senza freni. A fine aprile 2023 propone all’attenzione del pubblico il suo quarto romanzo “Basta che mi prendi la mano e tutto si aggiusta” con l’estro e la passione che la caratterizzano. E ancora continua a scrivere un nuovo romanzo che spera di finire a breve. La maggior parte delle sue pubblicazioni sono edite con la Booksprint, altre due edite: “Istanti di eterno” e “Ti avrei voluto per la vita, storia del primo amore”, con La riflessione di Davide Zedda; una edita con la Montedit di Melegnano – “Un’insolita vena poetica”, una silloge poetica “Grida alla luna” con Aletti editore e un’altra silloge intitolata “La realtà che vorrei” con Ibiskos di Empoli.
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“E non esiste una Me senza Te”
Da quando una compagna di scuola media prende ad offendere Sofia, quest’ultima non fa che incassare vituperi e ingiurie continue, in classe e nella chat privata su WhatsApp, che di conseguenza, la portano ad isolarsi da tutti. Sofia smette di essere solare e allegra per rifugiarsi nel silenzio del suo dolore e nell’oblio forzato, credendo che sia l’unico modo per salvarsi. Nell’interiorità di Sofia s’insinua il vuoto, una sorta di abisso coi tentacoli che la prosciuga senza lasciarle spazio alcuno per una rivalsa, ma solo delusione cocente, amarezza a non finire, fastidiosi dolori addominali e tanta depressione. Un male di vivere che, pian piano, la consuma e la spinge sempre più nel baratro. Soprattutto quando Giovanni, il suo fidanzatino, la lascia per frequenti sbalzi d’umore e per futili incomprensioni, non risolte. Ciò porterà Sofia a disperarsi ulteriormente, tanto da desiderare di farla finita. Perché ritiene che la sua vita sia uno schifo disumano, fino a quando intervengono altre persone a farla ragionare e a dissuaderla da certi agiti impulsivi che sono privi di alcun fondamento. A poco a poco, Sofia capisce che le persone che l’amano realmente così com’è possono trascinarla fuori dal tunnel della depressione e fanno del loro meglio pur di proteggerla e accoglierla negli abbracci, che le risanano l’equilibrio sfasciato. E allora è meglio dialogare con mamma Sara che fiuta ogni sfumatura umorale e soppesa pure, ogni sua parola come un investigatore privato. Meglio confidarsi con chi nelle difficoltà di relazione ci è già passato, per esperienza. Meglio allentare le tensioni nervose con il taekwondo, con la psicoterapia e le selezioni regionali per Miss Italia. Meglio trovare delle soluzioni temporanee che fuggirle, meglio cogliere delle occasioni al volo che piangersi addosso. Così Sofia incrocia più volte lo sguardo amorevole di Sara e intuisce che in famiglia ci sono tutte le risorse che le servono per sentirsi accolta, capita ed amata. Dall’altro canto, Sara sente il bisogno di dedicare un diario epistolare alla figlia per accompagnarla passo passo alla rinascita, a risollevarsi come una fenice dalle sue stesse ceneri. E si concederà, nel corso degli anni, un’opportunità di confronto irripetibile, pur di far tornare la figlia al sorriso, alla spensieratezza e alla piena affermazione di sé stessa. Perché solo l’amore profondo di un genitore per la propria figlia può risanarla completamente da ogni negatività vissuta.
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Lettura e analisi del testo
Il rapporto tra una madre e una figlia adolescente, con i suoi ostacoli e i suoi silenzi, con la
difficoltà di comunicare e l’amore incondizionato. Una storia emozionante e travolgente,
comune e speciale che ci racconta quanto complesso sia il fenomeno del bullismo.
Le tematiche legate al bullismo e del cyberbullismo sono molto trattate ed incontrano
spesso la difficoltà di sperimentare un canale di comunicazione concretamente efficace e
che possa avere un impatto realmente positivo nella vita degli adolescenti, educarli,
sensibilizzarli e guidarli in un’età difficile e ricca di sfide. Questo testo permette al lettore
adolescente di identificarsi nella storia e riflettere sul proprio vissuto con la speranza che
possa trarne beneficio. Inoltre, può essere uno strumento per i genitori che si ritrovano ad
affrontare il complesso rapporto con i loro figli adolescenti.
Le due lettere che precedono il racconto stabiliscono immediatamente un intimo legame
con il lettore e commuovono favorendo un coinvolgimento emotivo profondo, così come
quelle in chiusura.
La scrittura è semplice e lineare ma allo stesso tempo delicata, si percepisce la grande
sensibilità con la quale vengono indagate le ragioni e i sentimenti dei personaggi. Si tratta di
un testo prezioso che assume il valore di testimonianza e si rivolge ad un pubblico molto
ampio, molto più ampio di quanto ci si aspetti perché parla di noi, della nostra società.
Permette una riflessione critica e completa su una serie di dinamiche che caratterizzano il
mondo in cui viviamo e su come le loro conseguenze siano intrinseche, collegate e come
possano colpire i più deboli, gli adolescenti.
È un testo crudo e delicato, che non mitiga gli elementi più atroci e oscuri della depressione,
del senso di solitudine e del dolore ma lo fa con una grande dignità ed eleganza.
Ogni pagina è intensa, coinvolgente e preziosa. Si viene completamente rapiti dalla scrittura
che dimostra grandi capacità nell’indagare e nel descrivere i sentimenti più difficili da
esprimere e le situazioni più estreme. Si percepisce l’urgenza di scrittura, le motivazioni e lo
spirito che accompagna l’opera. Oltre che un pregio letterario e stilistico si tratta di un testo
che può comunicare molto a molti.

Rubrica settimanale a cura di Laura Goria
Un romanzo magnificamente introspettivo che si colloca sulla scia del suo successo “Va dove ti porta il cuore”; in cui rivede la sostanza dei suoi affetti, altrettante dichiarazioni di amore per ogni membro della sua famiglia.
Tim Winton è un talentuoso scrittore australiano, nato a Perth nel 1960, e dopo aver vissuto in Irlanda, Francia e Grecia, ora si è stabilizzato nell’Australia occidentale con la moglie e i 3 figli.
Ognuno di noi è anche il risultato del suo passato, a partire dall’infanzia; anche per questo è interessante scoprire i primi anni degli scrittori, perché da quel punto di partenza si sono sviluppate notevoli personalità.
E’ il settimo volume della Saga Millenium creata da Stieg Larsson e, dopo la sua precoce e improvvisa morte, continuata da altri autori. Diciamo subito che nessuno di loro ha neanche lontanamente riprodotto la magia, il pathos e i continui colpi di scena dei primi volumi scritti da Larsson.


Numerose ed eterogenee, come detto, le personalità che metteranno piede nelle scuole e nelle classi coinvolte: da Cristina Cassar Scalia (solo per citarne alcune) autrice di best seller come “La banda dei carusi” (“Einaudi”) a Benedetta Tobagi con il suo libro dedicato a “La Resistenza delle donne” (“Einaudi”), via via fino a Barbara Stefanelli, vicedirettrice del “Corriere della Sera” ed autrice di “Love Harder” (“Solferino”), ad Annalena Benini, nuova direttrice del “Salone” di Torino, con “Annalena” (“Einaudi”) e al comico-scrittore Dario Vergassola, che racconterà presso la “Casa Circondariale” di Marassi e il “CPIA Centro Levante” di Genova, del suo “I malefici. Ovvero la casa delle storie strampalate” (“Baldini + Castoldi”).
Dice Annalena Benini, direttrice editoriale del “Salone Internazionale del Libro”: “Adotta uno scrittore è un progetto talmente importante che servirebbe un Salone apposta per raccontarlo. E’ un filo di seta che per tutto l’anno tiene insieme i ragazzi e gli autori, e fa crescere relazioni umane, illuminazioni, incontri fondamentali o semplicemente la possibilità di fare un tratto di strada insieme. Il senso è proprio questo: insieme … Questo filo di seta negli anni è diventato sempre più colorato e resistente, e ci fa sentire legati senza mai stringere, moltiplica le energie dei ragazzi e anche degli adottati. Rende la vocazione del ‘Salone del Libro’ di Torino ancora più salda e laboriosa”.
Rubrica settimanale a cura di Laura Goria
Ken Follet -mostro sacro della narrativa mondiale- con questo monumentale romanzo conclude il quinto e ultimo capitolo della saga iniziata con “I pilastri della terra”, ambientata a Kingsbridge, l’immaginaria città inglese di cui ha narrato l’evoluzione.
Cosa può succedere se una scrittrice molto amata sale su un palco e smantella una delle bugie più grandi in cui si culla l’infanzia? Ovvero che Babbo Natale non esiste ed è solo un’invenzione degli adulti spacciata ai più piccoli. Apriti cielo e giù palate di disapprovazione a catinelle.
E’ la prima volta che viene pubblicata in italiano questa sferzante commedia intrisa di humor della scrittrice inglese (nata nel 1922, morta nel 1999) che diede alle stampe il libro nel 1951 riscuotendo successo immediato in patria.
Zadie Smith, nata 48 anni fa a Londra da padre inglese e madre giamaicana (oggi docente di narrativa alla New York University), in queste pagine si avventura in un romanzo storico. E trae spunto da un fatto realmente accaduto.

“LA MEMORIA DEL CORVO”
fine Ottocento al centro della città di Verona.
E’ forse una delle eredità meno note del conflitto: i “figli della polvere”, termine dispregiativo nella lingua vietnamita che sottolineava la consanguineità col nemico. Erano piccoli allo sbando, che il più delle volte le madri-bambine non potevano crescere e sfamare. Diventavano una minoranza etnica segnata dal disonore e sospesa tra due mondi opposti, sempre in bilico su un precipizio fatto di miseria e abbandono.
E’ semplicemente struggente il breve e intensissimo libro che il compagno di Marguerite Duras dedica al suo amore per la grande scrittrice.
Questo prezioso volume è anche il catalogo della mostra “Julia Margaret Cameron. Capturer la beauté” allestita al Jeu De Paume (1 Place de la Concorde) a Parigi fino al 28 gennaio 2024.
Questo libro aggiunge ulteriori notizie sul carattere e l’epoca della fotografa. Ed è corredato da altre splendide immagini. Una carrellata di foto e aneddoti che ci trasmettono in modo più esaustivo e approfondito alcuni aspetti dell’Inghilterra degli anni 60 e 70 dell’Ottocento; una fase improntata ad un forte individualismo che le foto della Cameron esprimono molto bene.




