IN MOSTRA ANCHE I DIPINTI DI MARIO LATTES

Voci della memoria

ALLO SPAZIO DON CHISCIOTTE, LETTURE IN MUSICA DAL “DIARIO” DI ETTY HILLESUM, SCRITTRICE VITTIMA DELL’OLOCAUSTO

GIOVEDI’ 25 GENNAIO

“Se tutto questo dolore non allarga i nostri orizzonti e non ci rende più umani, liberandoci dalle piccolezze e dalle cose superflue di questa vita, è stato inutile”

E ancora:

“Accetto questa nuova certezza: vogliono il nostro totale annientamento. Ora lo so…Ma continuo a lavorare e a vivere con la stessa convinzione e trovo la vita ugualmente ricca di significato”

.

Parole e pensieri e sogni che non cedono alle brutture e alle più impensabili nefandezze che possa perpetrare il genere umano. Parole e pensieri e sogni ancora vivi, nonostante tutto, e carichi di speranza e di fede. Esemplari in tal senso. In ogni tempo e luogo. Anche oggi. Ovunque. Parole e pensieri e sogni che si leggono nelle pagine del “Diario”, scritto ad Amsterdam fra il 1941 e il 1943 da Etty Hillesum, scrittrice olandese di origine ebraica, uccisa ad Auschwitz nel ’43 a soli 29 anni, attraverso la cui toccante e straordinaria testimonianza la Fondazione Bottari Lattes, intende ricordare tutte le vittime della Shoah. In occasione del Giorno della Memoria (ricorrenza internazionale celebrata il 27 gennaio di ogni anno), il prossimo giovedì 25 gennaio alle ore 18, allo Spazio Don Chisciotte (via della Rocca 37b, a Torino) si terrà per l’occasione un incontro titolato “Voci della memoria”, in cui saranno lette e commentate proprio le pagine più significative tratte dal “Diario” della giovane intellettuale olandese. Lettura e interpretazione saranno affidate all’attrice Elena Zegna, mentre a sottolineare l’intensità dei testi saranno gli interventi musicali del flautista Ubaldo Rosso. Come cornice alla lettura, saranno anche esposti significativi dipinti di Mario Lattes (editore, pittore e scrittore, cui è intitolata la Fondazione) dedicati all’“identità ebraica”. Dettagliato resoconto degli ultimi due anni della sua vita, Esther Hillesum, detta Etty (Middelburg 1914 Auschwitz 1943) scrisse il suo “Diario”  ad Amsterdam, probabilmente su indicazione dello psico-chirologo ebreo-tedesco Julius Spier, con il quale ebbe un forte legame. Venne pubblicato per la prima volta nel 1981. La vita di Etty Hillesum è diventata simbolo di un cammino che, oltre tutti i fili spinati, interiori ed esteriori, va alla ricerca di una sorgente molto profonda, il “divino” che è nell’essere umano. Partendo da un proprio percorso di autoanalisi e indagine spirituale Etty si confrontò con il dolore proprio e altrui, facendosi testimone delle miserie e delle ricchezze insite nell’esperienza del lager. Una scelta di resistenza esistenziale di fronte agli orrori del suo tempo, alla ricerca di un senso “altro” di sé, della vita e della relazione con gli altri. Leggiamo ancora nelle sue pagine: “Una pace futura potrà esser veramente tale solo se prima sarà stata trovata da ognuno in sé stesso se ogni uomo si sarà liberato dall’odio contro il prossimo, di qualunque razza o popolo, se avrà superato quest’odio e l’avrà trasformato in qualcosa di diverso, forse alla lunga in amore se non è chiedere troppo. È l’unica soluzione possibile… Sono una persona felice e lodo questa vita, la lodo proprio, nell’anno del Signore 1942, l’ennesimo anno di guerra”.

g. m.

 

“Voci della memoria”

Spazio Don Chisciotte – Fondazione Bottari Lattes, via della Rocca 37b, Torino; tel. 011/19771755-1; www.fondazionebottarilattes.it

Giovedì 25 gennaio, ore 18

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Foto
– Etty Hillesum
– Mario Lattes: “Kaddish”, 1959
– Mario Lattes: “Il giro dei Serafin”, 1958