ECONOMIA- Pagina 441

Scioperi nelle fabbriche per il diritto alla salute ai tempi del virus

In Piemonte, da ieri, in diverse provincie come Asti, Vercelli e Cuneo sono in corso nelle fabbriche fermate e scioperi, ad esempio presso Mtm, Ikk, Dierre, Trivium

Le adesioni sono elevate, informa la Fiom Cgil Piemonte. “In queste ore nelle fabbriche c’è confusione e  c’è panico anche perché si registrano i primi casi di contagio: in alcuni casi, non vengono resi pubblici dalle aziende” commenta il segretario generale della Fiom Cgil Piemonte, Vittoria De Martino.

“Così non va bene.  Sta accadendo che, salvo in rari casi, nelle fabbriche non c’è modo di rispettare le regole invocate dal Governo, anche perché non è chiaro quali siano i mezzi di protezione individuale da adottare laddove non è garantita la distanza di sicurezza. Ecco perché gli imprenditori e le istituzioni dovrebbero rassegnarsi a fermare la produzione, almeno fino a quando non si riesce a riorganizzare realmente in sicurezza” – dichiara il Capogruppo di Liberi Uguali Verdi, Marco Grimaldi, in merito alla recente situazione venutasi a creare in almeno una decina di fabbriche piemontesi.

“In assenza di risposte volte alla sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori si deve andare ad una protesta generale”, sostiene Ezio Locatelli segretario provinciale di Rifondazione Comunista di Torino. “Lo chiedono in queste ore molte realtà di fabbrica. Le ultime misure del governo che riguardano le attività produttive e di ufficio, sono a dir poco insufficienti perché, in materia di lavoro, lasciano l’ultima parola ai padroni: i lavoratori prendano le ferie o siano costretti a lavorare a loro rischio e pericolo. Nei confronti dei lavoratori mancano misure di protezione”.

Il CAAT continua a garantire l’approvvigionamento dei generi alimentari

Anche  dopo il restringimento del Decreto del presidente del Consiglio

Mentre il governo ha annunciato, nella serata di mercoledì 11 marzo, una stretta nel contrasto al Coronavirus, adottando anche la misura della chiusura di tutti i negozi tranne quelli di prima necessità, quali farmacie ed alimentari, il CAAT (Centro Agroalimentare di Torino) assicura la prosecuzione della suaregolare attività di svolgimento e garanzia nell’approvvigionamento dei generi alimentari.

Il CAAT – afferma il suo presidente, l’ingegner Marco Lazzarino – come gli altri mercati all’ingrosso rimane aperto e si trova in prima linea nel garantire, anche in questo momento di emergenza dettata dal Coronavirus, l’approvvigionamento e la distribuzione di ortofrutta, pesce e generi alimentari in genere”.

Svolgiamo infatti – precisa il presidente Lazzarino – un ruolo di primario servizio pubblico e, a maggior ragione in questo momentoparticolarmente delicato per la vita del nostro Paese, le nostre energie sono tutte indirizzate ad assicurare la prosecuzione della nostra attività, che risulta di importanza fondamentale per tutti i cittadini. Abbiamo a disposizione una filiera ed un sistema logistico di consegne alimentari ormai collaudato, che sono tali da consentirci di rifornire ampiamente i mercati rionali ed anche la GDO”.

Il CAAT – spiega il suo Presidente Marco Lazzarino – aderisceinoltre alla rete nazionale di Italmercati, che è capillarmente radicatasul territorio italiano, oltre a vantare un’ottima organizzazione nello smistamento dei prodotti alimentari. Quindi, alla luce di tutto ciò,riteniamo che debbano essere presenti tutte le condizioni affinché non si renda necessario l’accaparramento di generi alimentari da parte dei cittadini. II CAAT, come ogni altro mercato all’ingrosso, si adoperera, quindi, in modo capillare insieme a grossisti e produttoriagricoli perché questi possano operare in maniera ancora più efficiente, nell’impegno di garantire gli approvvigionamenti delle merci nelle città “.

Che prevalga l’Italia migliore

Dalla Cina arrivano aiuti concreti per la lotta al coronavirus. Medici, mascherine e soldi

L’ Europa ci sbatte la porta in faccia: Austriaci Svoleni e Croati non ci vogliono. Anche gli Svizzeri non sono da meno. Ma almeno non sono europei.

Chissà cosa ne pensa Matteo Salvini che i suoi amici Sloveni Croati ed Austriaci gli hanno per l’ ennesima volta voltato le spalle. Ma non è momento di polemiche. Dopo si vedrà. Si sa, comunque, che la sfortuna è una ruota che gira e vedremo cosa succederà. Prima il governo era troppo lassista ora deve essere più draconiano. Intanto il Piemonte aiuta la Lombardia. E ci mancherebbe altro. Ha messo dei posti a disposizione nei nostri ospedali. Questa è l’ Italia migliore. Come i giovani volontari per recapitare la spesa ad anziani o immunodepressi. Come i medici e gli ospedalieri in prima linea. Come il governatore Cirio e l’ assessore Tronzano che (da casa) non mollano e non  arretrano di un millimetro. Come le persone che rimangono in casa. Come le persone che non prendono d’ assalto i supermercati. Come chi si lava mille volte le mani e se fanno spesa o code prendendo il metro di distanza. Ma ci sono anche le rivolte delle carceri. Chi stupidamente pretende ancora gli stadi pieni e le movide affollate. C’ è una parte intelligente ed una parte stupida tra la gente. Gente che viene chiamata popolo. Popolo che con i suoi comportamenti farà la differenza. Difficile essere ottimisti. Io, per indole, lo sono ed anche questa volta vedo il bicchiere mezzo pieno. Almeno in Piemonte e a Torino. La nostra struttura sanitaria non è collassata. E vincono i comportamenti responsabili. Importantissimo, fondamentale ma non sufficiente. Ieri sera l’Italia è stata “chiusa” fino a nuovo ordine.  La Merkel sostiene che il 70% della popolazione sarà
contagiata e l’Organizzazione Mondiale Sanità dichiara pandemia. Il Governo stanzia  miliardi per ‘ emergenza economica e il sostegno al lavoro come cassa integrazione. Confindustria sia piemontese che nazionale chiede di non far fermare la produzione. Sarà dura collimare tutte le esigenze. Nel mentre dobbiamo tenere duro. Ed ora una sola certezza: domani saremo radicalmente diversi da oggi. Magari capiremo fino in fondo che la solidarietà non è solo un valore. Solidarietà come forma di regolamentazione dei rapporti tra gli individui. Dai … Dai… un po’ di ottimismo non guasta mai. Ottimismo, sia ben chiaro, non incoscienza.

Patrizio Tosetto

Contro il coronavirus nasce un patto per il Piemonte

La Regione unisce mondo produttivo e istituzioni  per superare insieme l’emergenza. Il presidente Cirio:  “Al Governo abbiamo proposto misure equilibrate  per rallentare il nostro cuore economico, senza fermarlo”

«Ringraziamo il Governo per aver ascoltato la nostra profonda preoccupazione e per aver accolto la proposta di misure più rigide e severe, così come chiesto anche dalla nostra Regione. Il Piemonte farà la sua parte, insieme al resto d’Italia. Ma di fronte a un sacrificio così grande, adesso serve da parte di tutte le istituzioni, italiane ed europee, un sostegno economico immediato e altrettanto grande».

Con queste parole il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio commenta le nuove misure di contenimento del coronavirus annunciate in tarda serata dal Governo.

 

Nelle scorse ore il presidente Cirio aveva trasmesso al premier Conte una proposta di azioni da mettere in atto in tutto il Paese, dopo aver  riunito in videoconferenza i rappresentanti piemontesi delle   categorie economiche e dei lavoratori , i   sindaci dei comuni capoluogo , i presidenti delle   Province   e l’ Anci   al fine di valutare e   condividere le misure necessarie a contrastare in modo decisivo il coronavirus .

 

Ne è nato un grande patto che unisce tutti, l’intero mondo produttivo e quello delle istituzioni con un solo obiettivo comune: superare l’emergenza e far riparte al più presto il Piemonte.
«Oggi di fronte a una delle situazioni più difficili mai affrontate nasce un grande patto per il nostro Piemonte, condiviso con tutto il mondo produttivo ed economico e con gli enti locali – spiega il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio – La preoccupazione per l’evoluzione del contagio è comune e, nel timore che le misure messe in atto finora non siano sufficienti, dopo esserci confrontati con la Lombardia abbiamo voluto proporre al Governo una serie di misure per il Paese, condivise anche dal Comitato scientifico della nostra Unità di Crisi regionale. Un lavoro corale e di grande collaborazione che ci ha permesso di proporre azioni forti, ma equilibrate. Oggi per vincere il coronavirus abbiamo bisogno di rallentare il cuore economico del nostro territorio, senza però fermarlo. Ringrazio il grande senso responsabilità di tutti, dal piccolo commerciante e artigiano ai grandi imprenditori, ai lavoratori. Tutti disposti a fare la loro parte per superare questo momento difficile. Un atteggiamento coraggioso e di grande serierà che dovrà essere immediatamente riconosciuto e premiato dall’Italia e dall’Europa».
***

La lettera del Presidente della Regione Piemonte inviata ieri al Governo

Al
PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Prof. Giuseppe CONTE
e, p.c.,
MINISTRO DELLA SALUTE
On. Roberto SPERANZA
CAPO DIPARTIMENTO DELLA PROTEZIONE CIVILE
Dott. Angelo BORRELLI
Oggetto: Proposte per ulteriori misure di contenimento della diffusione del virus Covid-19
Ad integrazione del D.P.C.M. 8 marzo 2020, pubblicato in Gazzetta Ufficiale, Serie
Generale, n. 59, del 8 marzo 2020, si sottopongono alla S.V. le seguenti misure atte a favorire un
ulteriore contenimento della diffusione del virus Covid-19.
La Regione Piemonte, nel valutare l’aumento esponenziale dei casi di contagio ed il
conseguente aggravio sul sistema sanitario, ritiene necessario procedere ad un inasprimento delle
iniziative di contenimento già in essere, perseguendo la ricerca delle iniziative che contribuiscano
in modo efficace al contenimento dei contagi.
La conseguente definizione degli interventi, che qui si riportano, nasce da un ampio
confronto con le parti economiche, datoriali e sindacali, che hanno tutte condiviso gli intenti,
consapevoli del sacrificio che si chiede al sistema economico piemontese, ma ugualmente
determinati a contribuire al superamento di questa grave crisi sanitaria.
Le misure proposte sono state valutate positivamente nel parere del Comitato tecnico-
scientifico costituito presso l’Unità di crisi piemontese, che si allega, e condivise con i Presidenti di
Provincia, i Sindaci dei Comuni capoluoghi, il Presidente dell’ANCI regionale.
Si propone, pertanto:
chiusura di tutte le attività commerciali al dettaglio, ad eccezione di quelle relative ai servizi di
pubblica utilità, ai servizi pubblici essenziali, alla vendita di beni di prima necessità e alle edicole;
in sede attuativa occorre dare indicazione in merito alla garanzia di concorrenzialità al fine di non
favorire in modo inappropriato le vendite on-line;
chiusura di tutti i centri commerciali, degli esercizi commerciali presenti al loro interno e dei
reparti di vendita di beni non di prima necessità. Restano aperte le farmacie, le parafarmacie, i
servizi veterinari e i punti vendita di generi alimentari e di prima necessità. Sono chiusi i mercati al
coperto e le medie e grandi strutture di vendita. I Comuni possono autorizzare l’apertura di banchi
mercatali per la vendita di beni alimentari e di prima necessità a patto che siano garantite le
distanze di sicurezza con il venditore e fra i clienti e sia disponibile al pubblico una confezione di
gel igienizzante;
chiusura di bar, pub, ristoranti di ogni genere;
chiusura delle attività artigianali di servizio alla persona (parrucchieri, estetisti, ecc.) ad
eccezione dei servizi emergenziali e di urgenza (ad esempio impianti e manutenzioni); sono escluse
dalla chiusura le attività di logistica e di autotrasporto conto proprio e conto terzi;
chiusura di tutti gli alberghi e di ogni altra attività destinata alla ricezione (ostelli, agriturismi,
ecc..) ad eccezione di quelle individuate come necessarie ai fini dell’espletamento delle attività di
servizio pubblico, alla residenzialità abitativa ed alla residenzialità di supporto alle attività
sanitarie;
sospensione di tutti i servizi mensa sia nelle strutture pubbliche che private, salvo che sia
garantito il servizio evitando rigorosamente gli assembramenti e sia garantita in ogni momento la
distanza di sicurezza;
● sospensione dei servizi bancari e postali differibili, salvaguardando i servizi essenziali legati al
pagamento di stipendi e pensioni; differimento delle scadenze di multe e sanzioni, con conseguente
limitazione di affollamento agli sportelli;
chiusura di tutti i servizi terziari e professionali, ad eccezione di quelli legati alla pubblica utilità,
ai servizi alle imprese collegati ad adempimenti amministrativi nei confronti della pubbliche
amministrazioni e al corretto funzionamento dei settori richiamati nei punti precedenti; sono esclusi
dalle chiusure le sedi delle associazioni datoriali e sindacali, in quanto garantiscono, tra l’altro,
l’attivazione delle procedure degli ammortizzatori sociali ovvero l’erogazione di servizi on-line.
Si propone l’ulteriore sospensione, di conseguenza, dei termini processuali e degli
adempimenti di natura amministrativa, assicurativa, ecc.
Ogni attività svolta con modalità di lavoro agile è consentita.
È fatta salva l’individuazione da parte di Regione Piemonte delle attività di indifferibile
necessità.
Si comunica che per quanto riguarda le restanti attività produttive è già stato raggiunto un
accordo con Confindustria Piemonte, Confapi Piemonte, CNA Industria Piemonte, che
provvederanno ad operare per una maggiore flessibilità organizzativa delle aziende attraverso
l’utilizzo di ammortizzatori sociali per aree non strategiche e, quindi, e solo in situazioni limite,
chiusura temporanea di reparti produttivi. Analoghe problematiche dovranno essere risolte per il
settore edile.
Si ritiene, infine, opportuno procedere alla variazione del servizio di trasporto pubblico in
funzione delle attività che permarranno in essere.
Sono in via di definizione ulteriori accordi con le associazioni di categoria per definire
misure contenitive specifiche aggiuntive, oltre che per l’utilizzo degli ammortizzatori sociali.
Con i migliori saluti
Alberto Cirio

Atc, proroga dei termini di morosità incolpevole

Dalla Regione Piemonte / “Per far fronte alla grave emergenza epidemiologica che investe il nostro Paese, e in particolare il Piemonte, la Giunta ha approvato, con una delibera di ieri, la mia proposta di proroga dei termini per la corresponsione della quota minima per il riconoscimento della morosità incolpevole, destinata agli assegnatari di case popolari.

Credo che sia un provvedimento necessario per dare respiro anche a quelle persone che vivono maggiormente, e in particolari condizioni abitative, la difficoltà di questo momento”. Queste le parole dell’assessore al Welfare, Chiara Caucino (nella foto).

La misura straordinaria sarà quindi applicata fino al 30 giugno 2020 e riguarderà gli assegnatari degli alloggi di edilizia sociale e il versamento della quota minima stabilita per il riconoscimento della condizione di morosità incolpevole. È consentito, così, agli enti gestori di comunicare alla struttura regionale competente l’ammontare della morosità incolpevole maturata dai rispettivi assegnatari entro il 31 luglio 2020, in deroga eccezionale al termine previsto. Il provvedimento non comporta alcun onere per il Bilancio regionale.

L’interferone cubano sta funzionando in Cina contro il Covid 19

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L’interferone cubano sta funzionando in Cina contro il Covid 19

Prima e seconda rata Tari sospese per utenze non domestiche

Obiettivo del provvedimento adottato da Palazzo civico è quello di contribuire a limitare il negativo impatto economico delle misure emergenziali

La Giunta comunale di Torino – su proposta dell’assessore al Bilancio, Sergio Rolando – ha approvato la delibera che prevede la sospensione per tutte le utenze non domestiche del pagamento della prima e della seconda rata della tassa sulla raccolta rifiuti (Tari), le cui scadenze erano state fissate per il 16 marzo e il 15 maggio.

Obiettivo del provvedimento adottato da Palazzo civico è quello di contribuire a limitare il negativo impatto economico delle misure emergenziali adottate per contenere il diffondersi del contagio da Coronavirus.

Autotorino chiude per la prima volta dopo mezzo secolo

Per la prima volta dopo 55 anni di storia Autotorino annuncia la chiusura straordinaria di tutte le sue filiali. È questo il suo contributo per contrastare l’emergenza sanitaria in corso

‘Dopo 55 anni di storia, il Gruppo Autotorino prende per la prima volta la decisione di chiudere tutte le sue concessionarie. Senza attendere ulteriori provvedimenti del Governo, nel rispetto delle 1700 persone che lavorano con noi, dei nostri Clienti e della salute degli Italiani. Penso sia il modo più efficace e coraggioso per combattere la situazione sanitaria in corso. Confido che azioni forti di limitazione della mobilità delle persone potranno dare un aiuto decisivo per un ritorno alla normalità, certo che questo sacrificio potrà contribuire a contrastare gli effetti del virus e far uscire il Paese dall’emergenza quanto prima.

Noi, come sempre, ci metteremo forza, determinazione e coraggio, perché il 3 aprile potremo ricominciare a percorrere un nuovo pezzo di strada’.

Così il Presidente Plinio Vanini ha annunciato questa sera la chiusura straordinaria della rete delle 51 filiali del Gruppo Autotorino, il principale dealer automobilistico italiano, che si articola nelle regioni di Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna, nonché in Veneto e Friuli con le insegne Autostar.

Da mercoledì 11 marzo saranno disponibili sui siti www.autotorino.it e www.autostargroup.com tutti i riferimenti utili per dare informazioni a chi abbia scadenze imminenti o servizi aperti presso le filiali.

Smart working: antidoto oggi, opportunità domani

L’assessore regionale al Lavoro, Elena Chiorino: «Oggi, come dicono i medici, stare a casa è la miglior soluzione per fermare questo virus. Ma, in futuro, potenziare il telelavoro – laddove sia possibile .-  potrà portare benefici per imprese e lavoratori, evitare lo spopolamento delle nostre montagne e delle nostre valli e anche sostenere le famiglie e la natalità»

Trasformare una grave emergenza in un’occasione per sperimentare davvero qualche cosa di innovativo, che potrebbe, se applicato sistematicamente, cambiare in meglio il mondo del lavoro. D’altronde gli esperti sono tutti d’accordo: per limitare l’emergenza coronavirus occorre uscire di casa il meno possibile. Allo stesso tempo, però, le aziende non possono e non devono fermarsi.

Ed ecco che allora il telelavoro (o smart working)  diventa una soluzione che non solo può tornare utile oggi, ma che può davvero migliorare il mondo del lavoro anche quando questa maledetta epidemia finirà. Migliorando la qualità del lavoro per le aziende, la felicità dei lavoratori e, perché no, sostenendo anche la natalità. Ne è convinta l’assessore regionale al Lavoro, Elena Chiorino, che ha già attivato i propri uffici per fare il punto della situazione sulle misure che la Regione già offre per il telelavoro e proporne di nuove.

E intanto lancia un appello a tutte le imprese che, già oggi, sono in grado di far lavorare i propri dipendenti da casa: «Il telelavoro consentirebbe di limitare innanzitutto gli spostamenti di persone e contenere al meglio il coronavirus – spiega Chiorino – e pertanto chi può , già oggi, farlo, dovrebbe prenderlo seriamente in considerazione, fino alla fine di questa emergenza. Anche a tutela delle imprese stesse che vedrebbero ridurre drasticamente il rischio che un proprio dipendente contragga la malattia».

Ma l’esponente della giunta Cirio va oltre e pensa al futuro: «Oggi le tecnologie offrono, nella stragrande maggioranza dei casi, di poter svolgere da casa le medesime mansioni che, normalmente, vengono svolte negli uffici, nelle scuole e anche nelle università. Alcuni Atenei hanno immediatamente reagito all’emergenza facendo registrare ai docenti le lezioni da casa o in streaming. Così come so che parecchi uffici stanno lavorando a distanza. Certo, si tratta di una “rivoluzione culturale” non da poco, difficile da metabolizzare per tutti e che necessita di essere ancora ben normata in tutti i suoi aspetti, ma oggi, con le dotazioni tecnologiche che quasi tutte le famiglie hanno, come un pc e una normale connessione ADSL, è possibile davvero fare quasi tutto». «Chiaramente – precisa Chiorino – esistono lavori che non si possono svolgere a distanza, come quelli che vengono realizzati nelle fabbriche, ma in tanti altri casi gli impedimenti possono essere superati».

Chiorino evidenzia alcuni dei vantaggi che un maggiore utilizzo del telelavoro porterebbe al sistema: «Credo che molte aziende risparmierebbero sui costi degli uffici – spiega – ma soprattutto potrebbero disporre di una flessibilità oraria maggiore, considerando che il lavoratore opererebbe da casa. Non solo, per i lavoratori i vantaggi sarebbero parecchi: anche, banalmente, la possibilità di fare la spesa in pausa pranzo e di potersi gestire il lavoro, come detto, in maniera più flessibile»·.

Il telelavoro consentirebbe anche di valorizzare di più le famiglie, favorendo anche la natalità. Una mamma o un papà, ad esempio, avrebbero la possibilità di gestire il proprio figlio senza dover fare affidamento a parenti o a baby sitter, magari approfittando delle pause per andare a prendere il figlio a scuola. Troppe volte mi sento dire da donne che vorrebbero un figlio che il lavoro rende impossibile la realizzazione del loro sogno. Con lo smart working, questo problema verrebbe superato. Per non parlare di chi vive in Comuni isolati o di montagna che, grazie al telelavoro, potrebbero scongiurare il rischio spopolamento».

Idee, proposte, che ovviamente potrebbero essere modulate a seconda delle esigenze delle singole imprese: «Non è affatto detto – conclude Chiorino .- che non si possano individuare soluzioni intermedie, come alcuni giorni di lavoro “casalingo” e altri in ufficio. Ma penso che in futuro, grazie alla crescita esponenziale delle tecnologie, tutto sarà ancora più semplice. In questi giorni, insieme al mio staff, stiamo lavorando a distanza e i risultati che sto constatando sono ottimi».

«Oggi come oggi, nell’emergenza che stiamo vivendo – conclude l’assessore regionale al Lavoro – posso solo suggerire alle imprese di utilizzare il più possibile il telelavoro anche se, e mi rendo perfettamente conto, molti non sono ancora pronti. Ma per il futuro proporrò di estendere la possibilità di avvalersi di questa pratica a tutti coloro che possono farlo, studiando, insieme ai colleghi della Giunta, anche misure per permettere – a chi ha ancora a che fare con barriere digitali – di poter utilizzare lo smart working in tutte le sue potenzialità».

Interventi per l’economia, Costanzo (M5S): “Ecco come agirà il Governo”

“In questo momento di estrema emergenza siamo in stretto contatto con diverse categorie di lavoratori, tra cui gli ambulanti e i titolari di asili nidi privato, fortemente preoccupati per il futuro delle loro attività” spiega Jessica Costanzo, deputata piemontese del M5S

“Ci arrivano – dichiara Costanzo – moltissime immagini di piazze deserte da tutta Italia: i cittadini devono restare il più possibile nelle loro abitazioni, e a ciò si sono aggiunte, già nei giorni scorsi, le chiusure dei mercati attraverso ordinanze comunali. La situazione per gli ambulanti è dunque particolarmente critica già da diversi giorni e lo diventerà ancor di più dopo il decreto in vigore da questa mattina.
Dagli asili nido privati – prosegue Costanzo – nasce invece la richiesta di permettere temporaneamente ad almeno uno dei due genitori di bambini in fascia d’età 0-6 permessi parentali extra. Rinforzare il già esistente BONUS NIDO  in particolare per questi mesi (febbraio, marzo e aprile) o in alternativa istituire un Bonus-rimborso per chi ha sostenuto il pagamento di una retta mensile di un servizio che per causa di forza maggiore è rimasto chiuso”.

Per quanto riguarda la situazione piemontese nello specifico, Costanzo spiega come “già a fine febbraio con il primo decreto sul Coronavirus il governo aveva accolto un mio ordine del giorno che valutava la possibilità di estendere al Piemonte misure già adottate per altre Regioni, quali il differimento delle scadenze fiscali e contributive, la moratoria dei mutui, l’attivazione di ammortizzatori sociali snelli e immediati e la previsione di indennizzi per i lavoratori autonomi”.

Infine, per quanto riguarda le misure da adottare nell’immediato per far fronte alla crisi di sistema che sta investendo il nostro Paese, Costanzo dichiara: “Proprio ora, come ha dichiarato poco fa il Ministro Patuanelli, il governo sta lavorando alla sospensione di alcuni pagamenti già dalla prossima scadenza fiscale del 16 marzo per andare incontro alle esigenze di artigiani, negozianti e partite Iva. Altro punto fondamentale è quello di estendere la cassa integrazione a tutti i lavoratori, anche quelli di aziende con meno di 6 dipendenti, per fare in modo che tutti coloro che in questa fase stanno purtroppo perdendo il lavoro o si trovano senza stipendio possano avere il sostegno dello Stato per poter ripartire appena sarà possibile farlo” conclude la deputata.