ECONOMIA- Pagina 403

Sistema produttivo in crisi, ecco le prime misure regionali per evitare il tracollo

In attesa della ripresa delle attività sono  partiti i primi interventi della Regione Piemonte in favore del sistema produttivo per affrontare la crisi in atto determinata dall’emergenza Covid-19.

L’obiettivo principale è garantire immediata liquidità alle imprese, attraverso contributi diretti e rafforzamento delle garanzie pubbliche, per ampliare così il più possibile le forme di accesso al credito messe in campo dal sistema finanziario locale (banche, confidi, fondazioni bancarie).

Contemporaneamente si sta cercando di prorogare per quanto possibile le scadenze in atto legate ai bandi  di finanziamento in corso, al fine di non gravare di ulteriori incombenze le imprese che stanno affrontando questa drammatica crisi.

Ecco  tutte le informazioni tecniche e pratiche sugli strumenti in atto e su quelli che a breve partiranno.

  •  Moratoria dei prestiti bancari: con delibera del 6 marzo 2020, la Regione ha approvato l’adesione agli interventi di moratoria dei prestiti concessi con il concorso di risorse regionali alle imprese piemontesi da parte degli intermediari finanziari, prefigurando quindi in anticipo anche gli interventi a livello nazionale in tal senso. Tale azione riguarda potenzialmente circa 110 milioni di euro di finanziamenti agevolati e circa 150 milioni di euro di operazioni sostenute da garanzie regionali. Per poter aderire alla sospensione del pagamento le imprese devono rivolgersi alla propria banca, con la quale è stata definita l’operazione di finanziamento per cui si intende beneficiare della moratoria, chiedendo di volersi avvalere di tale facoltà.
  • Sezione Piemonte Fondo Centrale di Garanzia per le PMI: la Regione  ha impegnato 54 milioni di euro per la costituzione di una Sezione speciale all’interno del Fondo Centrale di Garanzia per le PMI, finalizzata a potenziare l’intervento di tale strumento nazionale su scala regionale. Questo è uno degli strumenti che dovrà essere adeguato al nuovo contesto, con l’obiettivo di potenziare ancora, laddove possibile e necessario, le ricadute dello strumento nazionale sul territorio piemontese. Sono in corso le interlocuzioni tecniche con il Ministero per lo sviluppo economico per definire le iniziative più opportune atte a utilizzare le risorse stanziate a completamento, rafforzamento e integrazione dell’azione nazionale, sempre al fine di ampliare il più possibile l’efficacia dello strumento. Il Fondo Centrale di Garanzia è attivo sulla base delle norme nazionali. Sul sito del Ministero dello Sviluppo economico è disponibile l’elenco delle banche e dei confidi convenzionati. Per richiedere ulteriori informazioni contattare la propria banca oppure consultare questa pagina
  • Sostegno alle micro, piccole e medie imprese piemontesi e ai lavoratori autonomi: concessione di contributi a fondo perduto che consentano alle imprese beneficiarie dei finanziamenti finalizzati ad esigenze di liquidità di far fronte agli oneri connessi al credito e, in via generale, di favorire quindi la concessione di credito da parte delle banche e degli intermediari abilitati. Per questa misura è stato previsto uno stanziamento iniziale di circa 7,3 milioni di euro, che consentirà di fornire velocemente ed in forma anticipata contributi fino a 7.500 euro per soggetto beneficiario, a seconda dell’importo dell’operazione finanziaria sottostante. Il bando sarà disponibile nelle prossime settimane, ma intanto le imprese interessate si possono rivolgere al proprio istituto per richiedere già il finanziamento, che sarà la condizione per accedere al bonus.
  • Fondo unico Finpiemonte, modifica temporanea: nell’ambito di tale intervento, già attivo con una dotazione complessiva di oltre 90 milioni di euro, di cui circa 67 milioni a favore delle MPMI, sono in approvazione alcune modifiche temporanee finalizzate a rispondere ad alcune esigenze emerse a causa delle ricadute dell’emergenza sanitaria in corso. Si tratta, sostanzialmente, di prorogare i termini per la presentazione facilitata delle domande e per l’ammissibilità della retroattività delle spese sostenute, unitamente all’incremento della quota di spese ammissibili per scorte e circolante all’interno dei progetti di investimento proposti dalle imprese. Tale misura può essere utilizzata dalle imprese anche per sostenere gli investimenti necessari a modificare i propri processi produttivi e di lavoro, al fine di adeguarli rispetto alle esigenze di sicurezza e distanziamento sociale derivanti dall’emergenza sanitaria e le necessità legate all’attivazione e al rafforzamento dello smart working.
  • Fondo europeo di sviluppo regionale: verranno effettuate alcune modifiche bandi già esistenti, per accelerare il più possibile le procedure. Sui voucher per le infrastrutture di ricerca, ad esempio, è imminente l’avvio di una nuova linea per rimborsare le spese sostenute sui test di autocertificazione finalizzati, alla produzione di mascherine e dispositivi sanitari.
  • Inoltre, contestualmente, è stato disposto il differimento dei termini per adempimenti a carico di beneficiari di agevolazioni, contributi e incentivi economici. Un differimento che comprende anche il bando sull’efficienza energetica delle imprese.

Ruffino (Fi): “Il Governo acceleri la Fase 2”

Il provvedimento del governo per assicurare liquidità alle imprese è un’autentica beffa per migliaia di piccoli e medi imprenditori.

Nessuna impresa vedrà un euro prima di due o tre mesi, cioè quando probabilmente molte di loro avranno chiuso per fallimento e licenziato i dipendenti. Il governo ha messo il muro della burocrazia fra le proprie decisioni e i loro effetti concreti. Ad allungare i tempi c’è poi l’attesa delle autorizzazioni europee, necessarie per un Paese che non ha margini fiscali per agire autonomamente.

È l’insieme di queste circostanze che carica il dibattito sulla riapertura di una drammaticità che non ha altrove. Le cronache ci informano che domani riaprono molte attività in Spagna, Paese come il nostro senza grandi margini di spesa pubblica. Il governo Conte ha tragicamente sbagliato i tempi: se non arriva liquidità nelle casse delle imprese, l’Italia dovrà accelerare la riapertura con gravi rischi sanitari. Se non accelera la fase-2 migliaia di imprese saranno destinate al fallimento. E sarà il fallimento del governo.

on. Daniela Ruffino, deputata di Forza Italia

In che modo le banche supporteranno le imprese?

*Save the Date Mercoledì 15/4 ore 11.00 WEBINAR Gratuito* ? Emergenza Covid-19: Liquidità alle imprese

In che modo le banche supporteranno le imprese con il Decreto Liquidità.

I relatori saranno:
? Stefano Bresciani – Professore Ordinario di Economia e gestione dell’innovazione presso l’Università di Torino
? Beppe Ghisolfi – Vice presidente Organismo europeo Casse di risparmio
? Giorgio Draperis – Direttore generale BCC di Caraglio
? Ferruccio Franza – Vice direttore generale BCC di Caraglio
? Gianluigi Gola – Dottore Commercialista, Professore incaricato di Corporate governance Univ. Torino
? Andrea Rivolta – Dottore Commercialista, docente di Business Financial Strategy MBA Univ. Torino
Modera:
? Claudio Benedetto – Dottore Commercialista, Professore incaricato di Corporate Governance ad Strategic Analysis, Univ. Torino
Ascolta il parere dei massimi esperti del settore.
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Dal Britannia al covid l’importante è svendere l’economia italiana

COMMENTARII di Augusto Grandi / Nei giorni scorsi, su Electomag, Adele Piazza aveva sottolineato i rischi di infiltrazioni mafiose nella fase di post emergenza da virus. Ed anche la banda del lìder minimo pare essersene accorta. Limitatamente, però, ai rischi di proteste organizzate o all’usura.

Ci si dimentica, volutamente, che gli arresti domiciliari di massa creano le condizioni per la svendita di attività commerciali ed industriali.

Le mafie, non solo quelle italiane, dispongono della liquidità necessaria per superare la crisi ed anche per avviare la ripresa. Ma il denaro lo possiedono anche le società straniere che sono pronte a far shopping in Italia. Gli errori disastrosi di Boccia e di Confindustria, uniti all’incapacità del lìder minimo, di Gualtieri e Patuanelli, stanno creando le condizioni per un passaggio di mano di una infinità di piccole imprese…

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Dal Britannia al Covid, l’importante è svendere l’economia italiana

 

Le proposte di Cia per il settore vitivinicolo

Cia Agricoltori italiani Piemonte, nei lavori del Gruppo di Interesse Economico del settore Vino, ha elaborato alcune proposte indirizzate alla Regione Piemonte per gli strumenti da adottare a salvaguardia delle aziende, il cui comparto economico è messo a rischio dall’emergenza Coronavirus.

Eccole nel dettaglio:

–              Aumento dal 15% al 30% dei tagli migliorativi: la legge prevede che si possano fare dei “tagli di annata” mettendo nella stagione attuale una percentuale di vino nell’annata precedente (che risolve le giacenze passate)

–              Vendemmia verde facoltativa, ossia le operazioni di diradamento delle uve per diminuire le rese dei vigneti entro il 30 luglio. Cia chiede l’attivazione di questo strumento per alleggerire la produzione 2020 che avrà un deficit di mercato. Con domande presentate nel mese di maggio/giugno, le aziende possono percepire un contributo  regionale o nazionale che vada a compensazione del reddito, in modo da garantire il reddito dell’anno precedente.

–              Distillazione facoltativa: adottata in bassa percentuale ed anche per piccole quantità in modo da poter essere utilizzata dalle piccole-medie aziende. La situazione si configura quando si ha un prodotto giacente in cantina che difficilmente sarà venduto sul mercato. L’intervento di sostegno prevede di portare in distillazione una parte di produzione, percependo un contributo, per la produzione di alcool per altri scopi rispetto all’alimentare (fine sanitario, ad esempio). Come ultima cosa, la distillazione facoltativa.

–              OCM (Organizzazione Comune di Mercato) investimenti: Cia chiede di utilizzare queste misure di contribuzione pubblica per investimenti in materiali e attrezzature, per aumentare lo stoccaggio di piccole e medie imprese, anche al fine di trattenere la mancata vendita del vino, eseguita con domande da trasmettere e chiudere in modo veloce, entro sei mesi dalla presentazione della stessa.

–              Accordi commerciali e promozione: è necessario lavorare sin da questo momento ad accordi commerciali tra Stati, specie con i mercati asiatici, per avere nuovi sbocchi alternativi all’esportazione e scongiurare l’introduzione di eventuali dazi, di protezione di ciascun mercato interno, al riavvio del mercato globale.

–              Cambiali agrarie o mutui a conduzione: Cia chiede una linea veloce di accesso al credito e non costosa per le aziende, con garanzie fornite dallo Stato e basato su percentuali di perdita del fatturato basato sull’anno precedente; sarebbe uno strumento da utilizzare per sopperire alla poca liquidità e finalizzato al pagamento di fornitori e dipendenti.

–              I Consorzi inoltre hanno all’interno dei propri disciplinari una serie di strumenti, come la riserva vendemmiale, a cui possono accedere per calmierare questo periodo e combattere le consueguenze della crisi.

Il documento, elaborato e condiviso dai presidenti provinciali Cia del Piemonte, sarà trasmesso alla Regione e all’Assessorato all’Agricoltura di Marco Protopapa.

Supermercati chiusi a Pasquetta

I supermercati resteranno chiusi a Pasquetta, dopo la decisione del governatore della Regione Piemonte Alberto Cirio

La sua  ordinanza prevede la chiusura di tutti gli esercizi commerciali dalle 13 di domenica 12 aprile fino alle 20 di lunedì 13 aprile. Le catene della grande distribuzione  pensavano invece di tenere aperto  mezza giornata nel lunedì di Pasqua, mentre i sindacati avrebbero voluto la chiusura anche la mattina di domenica.  Sull’apertura di domenica al mattino Cirio ha spiegato che lo ha deciso per evitare una ressa il venerdì e il sabato. Restano ovviamente aperte farmacie, parafarmacie e gli esercizi dedicati alla vendita  di prodotti sanitari. Sono permesse le consegne a domicilio per tutti i settori merceologici.

Robiglio: la piccola industria deve cambiare radicalmente. E subito

E Robiglio, a fronte del disastro anche economico provocato dal virus, spiega che il “dopo” non potrà assomigliare al “prima”.

E sin qui nulla di sorprendente. Poi, però, il presidente di Piccola Industria ammette che gli ultimi 10 anni, “complessi e difficili ci hanno fatto capire che dovevamo cambiare ma abbiamo sempre fatto fatica a farlo”. In realtà le imprese proprio non hanno voluto accettare il cambiamento, non è che abbiano fatto fatica a gestirlo…

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Robiglio: la piccola industria deve cambiare radicalmente. E subito

“Meno armi più ospedali”

Riceviamo e pubblichiamo / Il coordinamento AGiTe (contro le armi atomiche tutte le guerre e i terrorismi), che raggruppa circa 70 associazioni piemontesi, intende aggiungere la sua voce alle numerose già levatesi contro la decisione di continuare la produzione delle armi mentre gran parte dell’economia è ferma per le misure di contrasto all’epidemia di Covid-19.

Ricordiamo tra queste il comunicato del 19 marzo di rete della pace e rete Disarmo dal titolo “Più investimenti per la salute, meno spese militari”, già di per sé significativo.

Siamo rimasti esterrefatti alla notizia che mentre fabbriche, uffici, ed ogni attività non strettamente connessa al settore sanitario ed alimentare vengono chiuse per evitare il diffondersi del contagio e per proteggere i lavoratori in esse impegnati, l’industria militare viene considerata “strategica” e dunque può tranquillamente continuare la produzione. Mentre tutta Italia sta facendo grossi sacrifici, gli operatori sanitari in particolare, molti dei quali a rischio della propria salute,  l’industria della morte non deve mai fermarsi.

In particolare continuerà la produzione degli F35 a Cameri, pur essendo quel comune particolarmente colpito dal virus, con tre dipendenti della stessa fabbrica risultati contaminati. Un aereo che può trasportare anche bombe nucleari. Con i soldi di un solo F35 (circa 150 milioni di Euro) quanti respiratori si potrebbero acquistare?

E dire che una delle ragioni di una vera e propria “debacle” sanitaria è che sono 30 anni che ad ogni legge di bilancio si procede a grossi tagli della spesa sanitaria: abbiamo visto chiudere ospedali, posti di pronto soccorso, bloccare le assunzioni di medici, diminuire posti-letto negli ospedali, con una crescente privatizzazione, il tutto giustificato da una presunta efficientizzazione della sanità.

Nel frattempo si è provveduto all’acquisto di nuovi armi tanto micidiali quanto inutili, mentre le richieste che venivano dai movimenti nonviolenti e pacifisti per una politica di pace ed un nuovo modello di difesa molto meno costoso e molto più aderente allo spirito ed alla lettera di una delle Costituzioni più pacifiste del mondo rimanevano inascoltati.

Nel documento già citato si evidenzia che “la spesa sanitaria ha subito una contrazione complessiva rispetto al PIL passando da oltre il 7% a circa il 6,5% previsto dal 2020 in poi, la spesa militare ha sperimentato un balzo avanti negli ultimi 15 anni con una dato complessivo passato dall’1,25% rispetto al PIL del 2006 fino a circa l’1,40% raggiunto ormai stabilmente negli ultimi anni”

Il compianto Presidente Pertini nel 1980 espresse un auspicio : “svuotiamo gli arsenali, riempiamo i granai”. Oggi sembra avvenga il contrario. Dopo un periodo di riduzione degli armamenti susseguito alla caduta del muro di Berlino, l’industria delle armi ha ripreso vigore sostenendosi e sostenendo, in un micidiale circolo vizioso, un’espansione dei conflitti militari nel mondo come non si vedeva dalla fine della seconda guerra mondiale.

Chiediamo pertanto al governo italiano di fermare immediatamente la fabbricazione degli F35 a Cameri, e tutte le industrie militari, e concentrare tutti gli sforzi, umani, finanziari, produttivi nel sostenere l’apparato sanitario, la ricerca medico scientifica, il sostegno ad una economia che rischia di gettare sul lastrico un gran numero di famiglie.

E auspichiamo che questa crisi possa essere occasione per riflettere su quali sono le nostre priorità, cosa intendiamo per difesa e sicurezza, il valore del lavoro e della salute pubblica, il ruolo dello Stato  e dell’economia al servizio del bene comune, con una visione europea ed internazionale, costruendo giustizia sociale, equità, democrazia, pieno accesso ai diritti umani universali.

Il coordinamento AGITE si associa pertanto alle richieste già formulate dal movimento per la pace:

  • ridurre le spese militari ed utilizzare tali fondi per rafforzare la sanità, per l’educazione, per sostenere il rilancio della ricerca e degli investimenti per una economia sostenibile in grado di coniugare equità, salute, tutela del territorio ed occupazione;
  • puntare alla riconversionedelle industrie a produzione bellica verso il settore civile;
  • rilanciare proposte e pratiche di vera difesa costituzionale dei valori fondanti la nostra Repubblica, come le iniziative a sostegno della Difesa Civile non armata e Nonviolenta.

 per il coordinamento AGITE

Paolo Candelari

Librerie e cartolerie restano chiuse in Piemonte

In Piemonte la Giunta regionale decide di prorogare al 3 maggio le misure di chiusura delle librerie e cartolerie già in vigore per l’emergenza  coronavirus, come  deciso anche in Lombardia. 

Tali attività commerciali non verranno riaperte quindi subito dopo Pasqua, così come invece previsto dall’ultimo Dpcm su scala nazionale.

Gli  articoli di cancelleria e i libri continueranno  ad essere messi in vendita negli esercizi commerciali già aperti. Resta invece ammessa  la consegna a domicilio.

In provincia di Torino riaprono 22 uffici postali

Rimangono in vigore le regole di sicurezza per l’accesso e le indicazioni di recarsi negli Uffici Postali solo per operazioni essenziali e indifferibili

 A partire dalla prossima settimana tornano operativi 22 Uffici Postali della provincia di Torino, indicati nell’elenco allegato, il cui orario di apertura al pubblico è stato temporaneamente rimodulato nelle ultime settimane in ottemperanza ai provvedimenti governativi in materia di contenimento del virus e distanziamento interpersonale.

Poste Italiane, anche nell’attuale fase di emergenza, ha continuato a garantire a tutti i cittadini i propri servizi mettendo in atto un ampio sforzo organizzativo e logistico, reso possibile anche grazie alla preziosa collaborazione delle Istituzioni Locali.

La riapertura degli Uffici Postali della provincia di Torino è stata possibile anche grazie all’adozione di idonee misure di sicurezza come, ad esempio, l’installazione di pannelli schermanti in plexiglass e il posizionamento di strisce di sicurezza che garantiscano il mantenimento della distanza interpersonale di almeno un metro, nonché di accurate procedure di sanificazione delle sedi realizzate a tutela della salute di dipendenti e cittadini.

Poste Italiane invita i cittadini ad entrare negli uffici postali esclusivamente per compiere operazioni essenziali e indifferibili e ove possibile, dotati di misure di protezione personale come guanti e mascherina mantenendo obbligatoriamente le distanze di sicurezza, all’esterno e all’interno dei locali.

Ulteriori informazioni sulle aperture e sulle disponibilità orarie degli Uffici Postali sono reperibili sul sito internet www.poste.it.