DALL'UFFICIO STAMPA DEL COMUNE

Tutte le misure di sicurezza per San Giovanni

Nella serata del 24 giugno, migliaia di persone sono attese in piazza Vittorio Veneto per assistere allo spettacolo realizzato con musica e giochi di luce e, a seguire, all’innovativo show con 302 droni luminosi che chiuderà il programma degli eventi cittadini organizzati per la festa di San Giovanni 2019.

Per questo motivo l’Amministrazione comunale ha adottato – di concerto con la Prefettura e la Questura di Torino –  una serie di misure finalizzate a garantire elevati standard di sicurezza prima, durante e dopo l’evento “Night Experience” che inizierà intorno alle 22.30.

 

Il piano di sicurezza predisposto per il 24 giugno prevede che piazza Vittorio Veneto possa ospitare fino a un massimo di 38mila persone.

 

Sarà vietato portare all’interno delle aree presidiate bottiglie di vetro, lattine o altro materiale ingombrante o potenzialmente pericoloso come, ad esempio, bastoni (esclusi i presidi sanitari), bombolette spray.
Si consiglia di non portare zaini o borse di grandi dimensioni, ma di utilizzare preferibilmente contenitori trasparenti per accelerare i tempi di controllo.

 

Per il pubblico l’accesso avverrà dalle ore 18 circa attraverso una serie di varchi controllati da personale specializzato posizionati su tutte le vie che portano in piazza Vittorio Veneto. 

 

Lo spettacolo è visibile esclusivamente all’interno di piazza Vittorio Veneto e RaiNews trasmetterà in diretta l’evento.

 

Chiusura del parcheggio sotterraneo di Piazza Vittorio Veneto
Il parcheggio sotterraneo di Piazza Vittorio Veneto resterà chiuso all’utenza dalle ore 8.00 di lunedì 24 giugno. Gli abbonati dovranno lasciare il parcheggio entro le ore 15 di lunedì 24 giugno.

 

Spazio disabili

In piazza Vittorio Veneto è prevista un’area per persone con disabilità con accesso dai varchi Lungo Po Cadorna e Lungo Po Diaz

Mille alberi al Parco Stura

Presentato in VI Commissione, presieduta da Federico Mensio, alla presenza dell’assessore all’Ambiente Alberto Unia, il progetto di riforestazione di Basse di Stura, che darà dignità paesaggistica all’intera area

In totale verranno piantati 1.000 alberi e arbusti di 32 specie autoctone, caratteristiche dei boschi e delle fasce riparie della pianura piemontese.Il verde pubblico viene qui considerato non solo come uno spazio ludico e ricreativo, ma come parte di una strategia complessiva di sviluppo sostenibile resa possibile grazie all’interessamento della Città di Torino e della Regione Piemonte e al sostengo di FPT Industrial – gruppo CNH, che con la messa a dimora degli alberi (a cura di Ipla s.p.a.) compenserà in parte le emissioni di CO2 dei propri stabilimenti, favorendo il benessere ambientale della città.L’assessore Unia e il presidente Mensio hanno ringraziato FPT per avere scelto Torino per il progetto, sviluppato grazie a una positiva collaborazione tra azienda e Uffici della Città.“La Città – ha dichiarato Federico Mensio – da due anni persegue l’obiettivo di rendere più resiliente Torino, sia con interventi propri, sia favorendo le sponsorizzazioni da parte di soggetti privati e, soprattutto, sensibilizzando la cittadinanza”.Il Parco Stura fa parte delle aree pilota del progetto regionale “Urban Forestry” che ha come scopo la redazione di Linee Guida per fornire e valorizzare i servizi ecosistemici forniti dal verde urbano.

PALAZZINE EX MOI, DIBATTITO IN AULA

Il Consiglio comunale ha dibattuto “le modalità e le tempistiche riguardo le palazzine ex MOI concordate dalla sindaca Appendino nel corso dell’incontro con il Ministro degli Interni” come chiesto dal capogruppo Francesco Tresso (Lista civica per Torino). In contemporanea è stata discussa un’interpellanza sullo stesso tema, sempre del consigliere Tresso
L’assessore alle Politiche sociali, Sonia Schellino, ha risposto in Aula a nome della Giunta affermando: “Il piano di recupero della disponibilità degli immobili prevede la chiusura totale degli accessi ai locali interessati. Nella palazzina marrone si è provveduto a murare le porte e le finestre al piano terra e al primo piano e a chiudere tutte le porte di accesso. Per quanto concerne l’accesso al locale sotterraneo sottostante alla palazzina arancione, si è provveduto, oltre allo sgombero totale dei rifiuti da parte di Amiat, a murare il portone di accesso, lato via Giordano Bruno, e l’accesso dalle scale interne delle varie palazzine. E’ stata salvaguardata la possibilità di accedere ai locali tecnici, accessibili esclusivamente agli operatori autorizzati.  La proprietà ha inoltre attivato un adeguato servizio di vigilanza privata. Per i prossimi interventi di liberazione degli spazi si utilizzerà la stessa metodologia per evitare una possibile rioccupazione e un aumento delle persone da ricollocare.  Le prossime tappe saranno definite dal Tavolo istituzionalizzante; prevedono la liberazione di tutte le palazzine e il trasferimento delle persone interessate ad aderire alle proposte elaborate dagli enti coinvolti con l’obiettivo di trovare insieme soluzioni che permettano una partecipazione attiva al proprio progetto personale, volto all’autonomia e all’inclusione socio-economica. Un approccio innovativo e umanitario nel quale siano presenti sicurezza e inclusione nel tentativo di mettere fine a un’emergenza sociale e sanitaria e al tempo stesso mettere fine a una situazione di degrado che si ripercuote su tutto il quartiere.  Come espresso dall’Amministrazione comunale, in particolare dopo il tavolo interistituzionale di gennaio, si conferma l’intenzione di concludere la liberazione di tutte le palazzine e la ricollocazione e accompagnamento all’inclusione dei dimoranti entro la fine dell’anno.
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IL DIBATTITO IN SALA ROSSA
Francesco Tresso (Lista civica per Torino): L’accordo della Sindaca con il Ministro Salvini è un deludente sintomo di allineamento alla linea politica della Lega, poco rispettoso dell’impegno costruttivo, dello sforzo e delle risorse messe in campo da Torino fino ad oggi per ottenere soluzioni incruente e dignitose per i profughi e i torinesi. Il precipitoso impegno che si è assunta la Sindaca Appendino mercoledì scorso, nello stesso giorno dello sgombero del Cara di Castelnuovo Porto a Roma, sembra volersi lasciare alla spalle, da un giorno all’altro, il metodo di concertazione usato fino ad oggi dal Comune di Torino. Sgombero forzato? Come, chiamando l’Esercito? La Sindaca avrebbe dovuto, invece, ricordarsi dell’Ordine del Giorno votato in Consiglio comunale il 13 ottobre contrario al Decreto Sicurezza, che la impegnava ad attivarsi per un’ampia consultazione sull’espulsione dei profughi dalla strutture di accoglienza. E’ vero che le palazzine di via Giordano Bruno non sono una struttura di accoglienza ed è corretto volerle restituire alla legalità. Ma questa Amministrazione non ha ancora chiarito cosa intenda farne e, in assenza di un progetto specifico di riqualificazione arriva oggi, improvvisa, una svolta di tipo muscolare. Per quale ragione?
Fabrizio Ricca (Lega Nord): Possiamo dire che siamo vicini alla fine di un incubo per tutte le persone che vivono in quella zona. Un incubo cominciato tanti anni fa, fatto di spaccio e degrado. Un incubo figlio delle incapacità del Partito Democratico a livello cittadino e a livello nazionale di porre un freno e un rimedio a quella situazione. Oggi abbiamo la fortuna di avere un governo che si è attivato per permettere a quel luogo di tornare ad essere un posto normale, alle persone di sentirsi protette. E alle persone che hanno bisogno di un aiuto umanitario di poterlo ricevere senza essere soggiogati dalle dinamiche che governano un buco nero di illegalità all’interno della nostra città. I fatti parlano chiaro: da quando Matteo Salvini è ministro dell’interno c’è stato uno sgombero, e Torino può contare su mezzo milione di euro in più per portare a termine quell’operazione. Un investimento serio con un progetto chiaro in tempi certi. Grazie anche ad Appendino per essersi messa a disposizione del Governo con la volontà di risolvere questo problema il più in fretta possibile. Sono convinto che entro la fine del 2019 anche quella parte di Torino potrà tornare a vedere la luce
Maria Grazia Grippo (PD): Manca la materia del contendere e, come al solito, l’assessora sull’ex MOI non ha spiegato se, a seguito dell’incontro fra la Sindaca e il ministro dell’Interno, l’intervento diventerà uno sgombero, con tutto quello che ne consegue anche in materia di ordine pubblico. Nel caso, rabbrividisco al pensiero, anche perché uno sgombero non sarebbe di alcuna utilità per chi deve convivere con una situazione difficile. Ci avete costretto di nuovo a fare interventi in un dibattito dove manca il quid della richiesta di comunicazioni sull’argomento. Eppure la domanda formulata dal consigliere Tresso era piuttosto chiara. Mi chiedo perché tutte le volte ci costringete ad ascoltare una sorta di rendicontazione che manca però della sostanza di quelle che sono o dovrebbero essere le intenzioni in capo all’Amministrazione sul problema in questione.
Elide Tisi (PD): Spero in un ulteriore intervento per aggiungere elementi rispetto all’oggetto dell’interpellanza. Intanto la questione delle risorse messe a disposizione dal Ministero e dalla Compagnia di San Paolo per sapere quanto verrà a costare questo intervento. L’improvvisa accelerazione sui tempi per la soluzione del problema ex MOI è stata concordata con gli altri enti che partecipano al Tavolo interistituzionale? Altra questione riguarda il possibile trasferimento di una parte delle persone allontanate dalle palazzine di via Giordano Bruno verso Comuni dell’astigiano in alternativa a Settimo. In caso affermativo, sarebbe interessante capire come si intende sviluppare questa possibilità. Infine, i primi allontanati avevano una situazione di status di rifugiati, con il procedere degli interventi e l’applicazione della Legge Salvini, in molti avranno il permesso di soggiorno in scadenza. Quale progetto esiste per coloro che rischiano in pochi mesi di diventare irregolari?
Antonino Iaria (M5S): Il problema del Moi è molto complesso, più del Barattolo, ma l’interlocuzione con il Ministero ha permesso di portare avanti una linea con successo, affrontando una questione che va avanti da anni, senza particolari problemi.
 
Fabio Versaci (M5S): Mi congratulo con Sindaca e assessora per come stanno gestendo la situazione. Il modello che stiamo portando avanti dovrebbe essere portato come esempio in tutta Italia. Non abbiamo intenzione di intervenire con la forza, ma anzi siamo riusciti ad aprire un tavolo.
 
Deborah Montalbano (demA): È interesse di tutti fare rispettare i diritti di chi vive dentro il Moi. Ascoltiamo anche la voce degli occupanti e dei comitati in Commissione. E non parliamo di sgomberi “dolci”: c’è stato uno sgombero militarizzato.
L’assessore Schellino ha replicato al termine del dibattito: Dallo scorso settembre sta lavorando un’equipe multidisciplinare al quale dedico anche io diverse ore settimanali di tempo. Sono un po’ meno di 500 le persone presenti oggi nei locali dell’ex MOI (anche se i soggetti non possono essere obbligati ad essere censiti) e preciso che l’iter di liberazione degli spazi non è cambiato nel corso del tempo. 
Ricordo inoltre che abbiamo chiesto di usare degli spazi ’polmone’ per coloro che non hanno dato precise disponibilità sulle scelte future, trovando disponibilità a Castello di Annone. 
La sindaca Chiara Appendino ha concluso le comunicazioni: Il quartiere ha diritto di essere riqualificato e le persone che vivono in quelle palazzine devono poter vivere in condizioni dignitose. Ringrazio tutti i soggetti che si stanno impegnando in un progetto considerato all’unanimità prioritario, perseguito nelle logiche del modello che stiamo portando avanti. E in questa direzione stiamo lavorando e continueremo a lavorare.  
(Foto: il Torinese)

Torino sostiene la comunità lgbt russa

Approvata  dal Consiglio Comunale di Torino all’unanimità (28 voti favorevoli su 28 consiglieri presenti) una mozione (prima firmataria: Maria Grazia Grippo – PD) che impegna la Sindaca Chiara Appendino, in contemporanea alla firma di un eventuale accordo con Città di San Pietroburgo (con cui il Comune di Torino, dal 2014, ha in essere un accordo di scambio culturale e commerciale) a prendere chiaramente e pubblicamente posizione contro la repressione della comunità lgbt in Russia e ad assumere azioni concrete di sostegno alle organizzazioni lgbt locali, al fine di dimostrare pubblicamente il favore della Città di Torino nei loro confronti. “È un segnale forte della Città di Torino – ha dichiarato la proponente Grippo – nei confronti della causa Lgbt in Russia”. Grippo ha quindi ringraziato il presidente del Consiglio comunale e i Capigruppo per l’opera di mediazione politica che ha portato alla stesura dell’atto. Nel dibattito in aula sono intervenuti i consiglieri Ferrero, Sganga, Foglietta, Rosso, Carretta.

(foto: il Torinese)

La Sala Rossa condanna gli atti di piazza Castello

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Così come concordato in Conferenza dei Capigruppo, in apertura della seduta odierna del Consiglio Comunale di Torino, in riferimento ai fatti accaduti durante la manifestazione dello scorso venerdì 12 ottobre in piazza Castello, in cui alcuni giovani hanno bruciato i simulacri dei vice premier Di Maio e Salvini, il presidente Fabio Versaci – a nome della Sala Rossa – ha ribadito la “ferma condanna di ogni atto ispiratore di violenza”. Versaci ha altresì confermato l’interesse del Consiglio Comunale nei confronti delle tematiche che hanno spinto studenti e studentesse a scendere in piazza e ha quindi invitato i rappresentanti degli studenti in audizione in un’apposita seduta della Conferenza dei Capigruppo, per ascoltare le loro ragioni, nella convinzione che “il dialogo è l’unica vera modalità per superare i contrasti”.

ANAGRAFE: INCREMENTO DEL PERSONALE E AMBIENTI MIGLIORI

L’assessora Paola Pisano ha risposto,  in Consiglio Comunale, ad un’interpellanza generale (primo firmatario Stefano Lo Russo) su problemi relativi alla gestione dei servizi anagrafici, in particolare sull’erogazione delle carte d’identità elettroniche

L’assessora ha esordito ricordando la situazione degli uffici trovata nel 2016, ad inizio di questo mandato: calo dell’organico dell’8% rispetto agli ultimi cinque anni, la carenza di organico nota da tempo non affrontata, l’età media del personale di 56 anni, nel 2016, personale assente perché in possesso dei requisiti per legge 104, pc obsoleti, progetti di modernizzazione iniziati e non portati a termine, non attivati progetti di digitalizzazione. Ha quindi evidenziato come il processo di digitalizzazione si stia portando avanti attraverso 5 punti: la creazione di servizi di software e hardware utili a supportare la digitalizzazione, la formazione del personale, il ridisegno dei processi, nuovi servizi, il miglioramento degli ambienti fisici. Sono state incrementate le risorse economiche per lo straordinario dei dipendenti, è stata avviata la richiesta di personale attraverso bando interno e distacchi. Nel 2017 sono stati attivati 12 corsi e altrettanti nel 2018 per oltre 2000 ore di corso. “La digitalizzazione è l’elemento fondamentale su cui puntare attraverso diffusione delle competenze evoluzione dei modelli operativi organizzativi gestionali anche per la trasformazione sociale di un Paese, ha sottolineato Pisano. “Digitalizzare non è una scelta ma un obbligo che comporta un cambiamento tecnologico ma soprattutto di approccio di mentalità e organizzazione. Chi non supporta o non partecipa a questa trasformazione si sta impegnando a creare un Paese di serie B, non in grado di competere in Europa e nel mondo dove non si parla più on line ma di intelligenza artificiale applicata ai servizi, ha aggiunto. La digitalizzazione, ha concluso, è un grande cambiamento che a Torino parte da un servizio che non è mai stato riorganizzato negli anni, un cambiamento di questa portata ha bisogno di tempo e, come Amministrazione, stiamo supportando questa trasformazione per migliorare la situazione dei dipendenti e dei cittadini. Ma se aspettiamo di avere le migliori risorse umane e le migliori condizioni di risorse economiche per dar vita al cambiamento, il cambiamento non avverrà mai, come successo fino ad oggi”.

Dopo l’intervento dell’assessora, si è svolto il dibattito

 

Stefano Lo Russo (Partito Democratico): C’è un problema drammaticamente banale, vale a dire consegnare le carte d’identità ai cittadini. La carenza di organico esiste in tutti i settori del Comune e, quando c’è la volontà politica, le risorse umane si trovano, come avvenuto nel caso del potenziamento dei servizi di riscossione. Noi crediamo fortemente nell’innovazione ma occorre garantire i servizi essenziali, per questo ci attendiamo concretezza e risposte. Chiediamo che il cittadino non venga vessato con quattro ore di coda, che si riorganizzi meglio il servizio e che si smetta di attribuire il problema all’Amministrazione passata visto che questa Amministrazione governa ormai da anni la città.

Silvio Magliano – Moderati: Affrontai questi stessi temi, i disguidi dell’anagrafe, il 20/6/17 e il 20/9/17, venendo rimproverato per il tempo preso così all’assessora.
L’assessora immagina nonnine digitali. Lei non sembra avere idea di cosa significa dare un servizio ai comuni cittadini. Sindaca, i tecnici vanno scelti perché prima hanno dimostrato qualcosa; l’assessora è inadeguata, salvo nello stringere rapporti con aziende varie, magari pensando al proprio dopo-mandato. Sindaca, prenda in considerazione alternative all’assessora Pisano, se invece è contenta di un’assessora che parla di futuro ignorando il presente continui così.

Eleonora Artesio – Torino in Comune/ La Sinistra: Ogni volta che sento parlare l’assessora vengo trascinata nel favoloso mondo di Amélie o del Mago di Oz e provo simpatia, per questo essere visionari, ma la visione va comunicata, scambiata e resa credibile con atti quotidiani concreti, per quanto lenti e faticosi.
Volevo sapere nell’interpellanza: Ferrari e Rolando hanno incontrato il personale per scongiurare lo stato di agitazione o no? Tale stato perdura o i sindacati e i lavoratori sono stati rassicurati? Come si raccorda la tematica oggi descritta con quello che leggiamo oggi secondo cui a fronte di tanta visione e lungimiranza, la Città si accingerebbe a rivolgersi a un digital manager per superare l’attuale situazione?

Osvaldo Napoli – Forza Italia: Come sindaco fui fortunato: il mio ero uno dei 50 comuni scelti per erogare le carte d’identità gratis. Ai miei tempi gli assessori facevano la coda per sposare e firmare la carta d’identità, chè dopo portava voti, a testimonianza dell’importanza che ad essa assegnano i cittadini. Ho letto i giornali: non c’è bisogno di nessun manager, c’è bisogno che l’assessora prenda a cuore la carta d’identità o dia una delega ad un consigliere. Basta questo.

Deborah Montalbano (Uscita di Sicurezza): L’ho ascoltata attentamente, assessora, e devo di nuovo chiederle di chiudere il libro dei sogni e di darci qualche risposta! Come intende migliorare la tempistica del rilascio CIE? Come affronterà i carichi di lavoro delle pratiche online? Mancano risorse e formazione del personale! Prima di entrare nell’Anagrafe nazionale bisognava avviare una riflessione su risorse economiche, macchinari e organizzazione. Ora deve dirci come intende intervenire! Abbiamo depositato un esposto alla procura per i disservizi alle anagrafi e chiediamo le sue dimissioni.

Mimmo Carretta (PD): Vivo in una città divisa in due: quella delle code davanti a anagrafe e GTT e quelle delle code sparite per chi vuole investire nelle nostre città. Torino non ha più visione! Avrei voluto sentire un intervento dell’assessora in cui chiedeva scusa e si impegnava a ridurre le code entro due mesi. Abolirete la povertà, ma riuscirete ad abolire le code all’anagrafe?

Alberto Morano (Lista Civica Morano): Sembra che lei, assessora, viva in un mondo virtuale e non le importi dei problemi dei cittadini. Le code dei cittadini sono un problema reale! Non sorrida e affronti seriamente i problemi: il sorriso abbonda…

Fabrizio Ricca – Lega Nord: Risolviamo questa sera stessa il problema e se chi ha gestito fino ad oggi non ha le competenze ne tragga le doverose conclusioni, immediatamente.

Aldo Curatella – Movimento 5 stelle: Innovazione e digitalizzazione sono temi da portare avanti, ma i cittadini in strada non ci parlano di cose come il 5G. In questo momento i cittadini ci segnalano un enorme problema sulle CIE. Questa carta d’identità non l’abbiamo voluta noi ma nasce da una circolare del Governo. Oggi la media nazionale per produrle è di 25 – 30 minuti. A Torino la prima data utile per il primo appuntamento è a gennaio. Qualche mese fa ho fatto un ‘accesso agli atti per capire come lavora l’anagrafe, avevo ipotizzato l’emissione di una carta ogni 25 minuti (con le 47 postazioni di allora, che oggi sono 51) e calcolavo 3600 CIE a settimana. Da quella ricerca emerse però che alcune postazioni non erano usate a sportello per i cittadini ma in backoffice per eventuali urgenze. Si suggerì di usarle pienamente. Oggi apprendiamo dell’arrivo di un digital manager che servirebbe non solo per l’anagrafe ma per una completa digitalizzazione della pubblica amministrazione, per esempio con la creazione di un fascicolo del cittadino. Ritengo come chi ha firmato questa interpellanza, che la soluzione delle problematiche in oggetto deva essere una priorità politica dell’amministrazione per dare una soluzione in tempi rapidi a tutti i cittadini che da mesi chiedono una soluzione.

Al termine del dibattito le repliche dell’assessora Paola Pisano e della sindaca Chiara Appendino.

L’assessora ha evidenziato come le code non siano di 4 ore e come le carte d’identità elettroniche vengano consegnate in due mesi, in linea con i tempi di altre grandi città italiane. Ha evidenziato come ci si accorga del disagio dei cittadini ma ha sottolineato come il numero di carte d’identità erogate in un mese (10 mila) sia lo stesso del 2014. La sindaca ha definito la discussione “surreale”, evidenziando come il problema dell’anagrafe sia evidente a tutti e si stia cercando, in trattativa con i sindacati, di attuare una procedura per incrementare l’organico così come era stato fatto per Soris, un anno prima. Oltre all’incremento dell’organico, ha sottolineato, “occorre migliorare l’ambiente e avviare la formazione”. E’ di basso livello, ha continuato, attaccare l’assessora per quanto sta facendo sul piano dell’innovazione, adducendo questioni di interessi personali, per le quali eventualmente invito ad inviare le segnalazioni alla Procura. Né da maggioranza né dalle opposizioni ho sentito proposte.Mi auguro che la Commissione consiliare competente, accanto al lavoro che l’Amministrazione svolgerà con i sindacati, possa essere di supporto al lavoro dell’assessora”.

All’asta per 11 milioni la Foresteria Lingotto

Approvata oggi dal Consiglio Comunale di Torino (28 voti favorevoli e 3 astenuti) la deliberazione proposta dagli assessori Sergio Rolando e Marco Giusta per mettere all’asta per 99 anni la costituzione della proprietà superficiaria sull’immobile “Foresteria Lingotto”, al quarto piano di via Nizza 230 a Torino (8.970 mq), con vincolo di destinazione a residenza universitaria per 30 anni (che potrà poi essere rinnovato), a tariffe calmierate per almeno il 51% dei posti letto.La base d’asta ammonta a 11 milioni di euro, a cui si aggiungono 200mila euro per gli arredi.L’immobile – che necessita di interventi di manutenzione straordinaria – ospita 216 posti letto.Fino al 31 maggio 2019 l’immobile potrà continuare a essere utilizzato dalla Fondazione Ceur – attuale concessionario – per non interrompere il servizio a favore degli studenti che hanno già effettuato le prenotazioni per il prossimo anno accademico.In passato, l’immobile è stato utilizzato per ospitare i giornalisti in occasione delle Olimpiadi 2006 e, successivamente, per le Universiadi.Nel dibattito in aula, il consigliere Stefano Lo Russo (PD) ha espresso un giudizio positivo sull’operazione, fatta in coerenza con gli atti programmatici della precedente Giunta, ma si è detto perplesso sul ribasso del valore dell’immobile, passato in breve tempo da 15 milioni a 11 milioni di euro.Il capogruppo dei Moderati Silvio Magliano, nel condividere l’intervento del consigliere Lo Russo, si è augurato che la totalità dei servizi ora forniti dalla residenza venga mantenuta.Damiano Carretto (M5S) ha affermato che la problematica della residenzialità universitaria non si riduce al masterplan elaborato dal PD e si è augurato che la Regione Piemonte, nel prossimo bilancio, investa sulle residenze Edisu.Francesco Tresso (Lista Civica per Torino) ha affermato che è giusto rivedere il progetto di Torino Città Universitaria, ma si è domandato come mai non sia ancora stato fatto, anche per sollecitare finanziamenti regionali.In chiusura di dibattito, il vice sindaco Guido Montanari ha precisato che l’Amministrazione intende allargare il tema della residenzialità non solo agli universitari, ma anche ai formatori e ai giovani in generale, coinvolgendo sia Politecnico che Università.Infine, l’assessore alle Politiche a sostegno di Torino Città Universitaria Marco Giusta ha ricordato l’impegno dell’attuale Giunta a favore degli studenti universitari, ad esempio con l’operazione in via Lombroso 16, il finanziamento al Collegio Einaudi e l’erogazione di fondi all’Edisu per l’anticipo di caparre sulla residenzialità per i vincitori di borse di studio. Ha però evidenziato le difficoltà legate alla mancanza di fondi da parte di Edisu nella gestione delle residenze.

 

Ordigno bellico: ecco l’area da evacuare

Domenica 27 maggio avranno luogo le operazioni di disinnesco dell’ordigno bellico, ritrovato nel cantiere a fianco del centro commerciale in zona Lingotto il 16 maggio scorso; circa 2000 persone saranno evacuate, la metropolitana limitata a Porta Nuova e le linee di tram e bus interessate saranno deviate per tutta la durata delle operazioni, che avranno inizio alle 9.30. 

Area interdizione

Le operazioni di rimozione delle spolette dureranno tra le due e le sei ore, poi l’ordigno sarà trasportato in territorio di altro comune per il brillamento. Nei prossimi giorni la sindaca di Torino predisporrà un’ordinanza per definire le norme di sicurezza necessarie. A seguito di ulteriori accertamenti dell’Esercito sull’ordigno, infatti, si è deciso di estendere le prescrizioni della zona Rossa a tutta l’area Gialla. Il punto di coordinamento e controllo dell’intera attività di disinnesco sarà allestito presso il Centro comunale di protezione civile del Comune di Torino, in via delle Magnolie n.5. “Il Comune di Torino è incaricato di tenere diretti contatti con i soggetti istituzionali, gli Enti e le Aziende interessate per l’efficiente composizione e operatività della struttura di coordinamento”, spiega l’ordinanza prefettizia pubblicata poche ore fa. Le operazioni di disinnesco saranno guidate, com’era avvenuto per quelle di messa in sicurezza dell’ordigno, dagli artificieri del 32° Reggimento Genio Guastatori di Fossano.


Ecco quindi come avverranno le operazioni di sgombero.
Zona Rossa e zona Gialla
Tutti i residenti saranno evacuati, così come avverrà per gli ospiti dei tre alberghi e del residence. Serrande dei negozi abbassate, tapparelle e persiane dovranno essere chiuse con i vetri spalancati per evitarne la rottura in caso di esplosione.
L’evacuazione dei circa 2000 residenti – e dei loro animali d’affezione – avverrà a partire dalle ore 8 di domenica 27 maggio e dovrà concludersi entro le 9,30. sarà adottata un’ordinanza istitutiva di divieti di transito e sosta con rimozione forzata. Chi non potrà allontanarsi per recarsi da parenti o amici potrà recarsi al Punto di raccolta di via Nizza angolo via Biglieri dove sarà condotto con alcuni mezzi gratuiti nel Centro di accoglienza del Palavela, in via Ventimiglia 145, da cui saranno riaccompagnate a operazioni terminate. Qui le persone evacuate potranno contare su assistenza e generi di prima necessità.
L’informativa per i cittadini
Nei prossimi giorni verrà diffusa una scheda informativa con i dettagli dell’operazione, allegata al presente comunicato. I volontari della Protezione civile, a partire da domani, si occuperanno della sua distribuzione nelle caselle postali e dell’affissione ad ogni portone. Sempre i volontari, insieme alle Forze dell’Ordine e alla Polizia Municipale, saranno impiegati per il controllo degli accessi alle aree durante l’intervento degli artificieri.
Trasporto pubblico
La chiusura di via Genova e di via Nizza comporta la deviazione delle linee 1, 17 , 18, 35, 42, 74 e della linea extraurbana Torino-Alba su via Ventimiglia. Inoltre il servizio della metro da inizio servizio sarà limitato a Porta Nuova con istituzione di speciali navette sostitutive per piazza Carducci. Per i percorsi delle linee deviate si rimanda al sito Gtt.
Entro i confini delle due aree i segnali di telefonia mobile saranno sospesi durante il disinnesco per garantire la sicurezza degli operatori per essere ripristinati appena possibile. Possibile sospensione delle forniture di gas ed energia.

 

www.comune.torino.it

(foto: il Torinese)