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I giovani contro la violenza di genere

Parte la campagna social contro la discriminazione e la violenza di genere realizzata insieme agli studenti di 4 scuole di altrettante città con l’utilizzo di diverse forme di linguaggio artistico e l’applicazione di nuove tecnologie.

 

Presenti gli studenti dell’Istituto Tecnico Industriale Statale Amedeo Avogadro di Torino

 

Una rappresentanza degli studenti  della quarta e quinta dell’Istituto Tecnico Industriale Statale Amedeo Avogadro di Torino ieri mattina a Roma presso la Casa Internazionale delle Donne di Roma,  per presentare la nuova Campagna “Comunicatio Manifesta. Giovani contro la violenza di genere” di BEAWARENOW, l’Associazione che è tesa a combattere la disuguaglianza di genere grazie all’utilizzo di differenti linguaggi e discipline artistiche, nuove tecnologie con un approccio partecipativo.

Una Campagna che ha coinvolto, durante l’anno scolastico 2021-22, gli studenti degli istituti superiori di 4 città pilota, in altrettante regioni, e che è tesa ad essere un antidoto contro gli stereotipi i modi e le tendenze proprie della violenza di genere. Le altre scuole coinvolte sono state: la quarta e la quinta dell’Istituto Tecnico Industriale Renato Cartesio di Cinisello Balsamo (MI), la IV dell’Istituto d’Istruzione Superiore Cellini Tornabuoni di Firenze e la terza classe dell’Istituto Tecnico Luigi Einaudi di Roma.

All’evento romano, al quale partecipano i rappresentanti degli studenti e delle studentesse delle 4 scuole coinvolte, si è allestita una Mostra a cura di Janine von Thungen – scultrice e socio fondatore di BEAWARENOW – composta a due sculture bianche di corpi femminili, alte 2,30 metri, senza né testa né piedi. Grandi ‘canvas’ al femminile sulle quale sono proiettati le immagini scelte dai ragazzi durante i Laboratori. Regula Burelle, svizzera francese e appassionata d’arte, ha ‘abbracciato’ il progetto di BEAWARENOW, non solo sostenendolo, ma anche permettendo la realizzazione del taglio 3 D in polistirolo a Parigi delle 2 sculture. Il video della Campagna Comunicatio Manifesta, realizzato insieme ai ragazzi e alle ragazze delle scuole coinvolte, sarà lanciato alle ore 12:00 online, proseguendo la sua diffusione sui social dell’Associazione.

Il Progetto e la Campagna, tra l’altro, sono stati supportati da Banca d’Italia, Fondazione Cariplo, Fondazione CRT (Cassa di Risparmio di Torino).

Anche questo anno Gucci attraverso CHIME FOR CHANGE, la Campagna globale di Gucci lanciata nel 2013 per raccogliere, unire e rafforzare le voci a sostegno della parità di genere, conferma il proprio sostegno a BEAWARE NOW e la Campagna Comunicatio Manifesta.

“L’arte ha sempre avuto una fascinazione complessa e profonda per il corpo femminile, ma in questi anni il panorama della creatività deve confrontarsi con una società schizofrenica: da una parte si afferma il body positive e movimenti come Non una di meno, dall’altra imperversa una comunicazione che esalta modelli di perfezione fisica improbabili e l’universo dei social si caratterizza come il terreno della manipolazione digitale e dell’esibizione. Il corpo femminile è un terreno di scontro. Il luogo di un impatto – a volte drammatico – fra visioni diverse e inconciliabili. È un tema fondamentale per capire come evolve la nostra società.” Ha messo in evidenza Janine von thungen, artista e co fondatrice di BEAWARENOW.

Tutti gli studenti hanno partecipato ai Laboratori più formali come quello Socio-Culturale per il quale ci si è avvalsi delle operatrici della Cooperativa Befree che supportano le donne vittime di violenza, con loro si è affrontato il tema degli stereotipi e delle discriminazioni, utilizzando i giochi di ruolo e chiedendo, agli studenti e alle studentesse, di indicare due parole per “uomo” e due per “donna”. A seguito della visione del video “L’uomo derubato”, che ribalta gli stereotipi, si sono soffermati su come la violenza di genere sia un fenomeno strutturale e, in particolare, hanno analizzato su cosa si intenda con genere, come si esplichino le discriminazioni e la narrazione della violenza.

Il Laboratorio di Diritto Internazionale è stato condotto da alcuni docenti universitari e professionisti del settore. Nell’introdurre la Convenzione di Istanbul hanno suscitato l’attenzione dei ragazzi e delle ragazze sulla scelta della Lego di produrre giocattoli gender neutrali e posto la questione se gli Stati siano obbligati ad avviare campagne di sensibilizzazione, che incentivino ed adottino delle policy gender sensitive e, allo stesso tempo, debbano inserire nei curricula scolastici alcune lezioni sulla sensibilità di genere.

Tra i Laboratori creativi vi è stato quello di Regia tenuto da Alberto Guerri – formatore, fotografo e grafico al Centro sperimentale di cinematografia – che ha dato la possibilità di conoscere al meglio gli strumenti necessari per realizzare dei video per le interviste e per il backstage, che fossero utili per la Campagna di informazione e sensibilizzazione contro la violenza di genere, grazie all’impiego sia degli strumenti tecnologici, che tutti i ragazzi e le ragazze in genere utilizzano come gli smarthphone, le videocamere e le fotocamere, che di quelli forniti dall’Associazione, in questo caso microfoni lavalier e ciack; il gruppo dei partecipanti al laboratorio sono stati suddivisi in mini troupe e a ciascuno è stato assegnato un compito ed un ruolo diverso.

Il laboratorio di Movimento corporeo è stato gestito dall’Associazione Tadan e tenuto da Teresa Farella – danzatrice performer, Danzamovimentoterapeuta METODO DMT-ER© socia APID, dottoressa in scienze dell’educazione, regista e coreografa – ha messo al centro del lavoro il corpo e grazie all’esperienza pratica sul gesto e sul movimento gli studenti e le studentesse hanno potuto prendere coscienza del proprio essere come contenitore di vissuti, di emozioni e come strumento di comunicazione.

Altrettanto interessante il Laboratorio di Comunicazione Sociale del quale è stata responsabile Giulia Smerilli, social media specialist, che ha messo in evidenza come la comunicazione digitale abbia una valenza ed un peso nell’informazione molto importante e, allo stesso tempo, ha sottolineato la sua pericolosità. Soprattutto ha fatto comprendere quali siano i passaggi chiave che conseguano la realizzazione di una Campagna di comunicazione ‘social’ coerente ed integrata, mettendo una particolare attenzione al copywriting e al visual.

Due i Laboratori che sono stati realizzati solo in alcune scuole: in quelle Firenze e di Roma, dove si sono tenuti il Laboratorio di Musica condotto da Massimo Nunzi – compositore, trombettista e musicologo italiano – insieme a Francesco Forni – compositore, chitarrista e cantante – che aveva lo scopo di suscitare il desiderio, da parte degli studenti e delle studentesse, di esprimersi mettendo in evidenza la loro capacità di affrontare le situazioni proposte, il tutto in una in chiave musicale. Ne è scaturito un ‘risultato musicale’, brani, nati dallo sforzo individuale dei ragazzi e delle ragazze e della loro volontà di mettersi in gioco e che fanno parte della colonna musicale della Campagna.

Mentre a Torino Massimo Polello – calligrafo professionista – ha tenuto il Laboratorio Social lettering, che ha prodotto 5 loghi: 4 delle singole scuole ed uno per il titolo della Campagna ‘Comunicatio manifesta’. Tutti i partecipanti hanno lavorato, con una grafica detta Script, ad un lettering design anni ‘50/60. Ogni classe ha elaborato i loghi a mano con il supporto dei modelli di lettering, esprimendo al meglio la propria creatività e migliorando ciascuno la percezione delle proprie capacità.

Al termine di tutti gli incontri gli studenti e le studentesse hanno caricato su un drive dedicato le loro video interviste ed ogni risultato frutto del lavoro svolto all’interno dei diversi Laboratori come: i video delle coreografie realizzate con la formatrice, i brani musicali realizzati con i musicisti, oggetto della Campagna social Comunicatio Manifesta.

www.beawarenow.eu #comunicatiomanifesta #beawarenow #campagnasocial #giovanicontrolaviolenza

Uccide la madre a coltellate e chiude il corpo in un sacco

Tragedia familiare a Gabiano, piccolo centro del Casalese dove un ragazzo di 25 anni, in base alle prime ricostruzioni,   avrebbe ucciso la madre a coltellate  in un violento litigio. Sul posto i carabinieri che hanno fermato il giovane, costituitosi.  Sono  in corso gli accertamenti dei militari sul luogo dell’accaduto. Il ragazzo aveva messo il corpo della mamma dentro un sacco dell’immondizia.

Borgo Aurora: 39 posti letto in tre appartamenti

La polizia ha trovato ben 39 posti letto in tre appartamenti nel quartiere Aurora a Torino. All’interno anche dei contatori della luce abusivi, installati per rubare corrente. La scoperta  questa mattina in un palazzo di corso Vigevano 61. Gli agenti hanno controllato l’identità di 28 persone, tutti pakistani, trovati nell’edificio.

Merlo e Maurino: Post olimpico, gli impianti ancora in discussione sono Pragelato e Cesana

Nessun intervento separato o disgiunto.

“Che il post olimpico continui ad essere una palla al piede per le varie istituzioni locali e regionali e, soprattutto, per i territori interessati, non c’è dubbio alcuno. Una cattiva gestione ed un disinteresse dei vari enti preposti che, con lo scorrere del tempo, ha contribuito a creare una situazione che, oggettivamente, diventa sempre più inspiegabile ed insopportabile ad oltre 16 anni dalla fine dei giochi olimpici di Torino 2006.

Ora, però, senza alcuna polemica e senza accuse specifiche e pretestuose nei confronti di chicchessia, è bene sottolineare con forza che gli impianti sportivi che richiedono interventi definitivi per sanare una ferita ormai aperta da troppo tempo, sono due. E cioè, come tutti sanno, i trampolini di Pragelato e la pista di bob di Cesana Pariol. Due interventi riparatori, seppur massicci ed importanti, che non possono essere separati o disgiunti, pena la messa in discussione della necessità di chiudere definitivamente ed irreversibilmente questo intricato post olimpico. Se si devono fare delle scelte importanti in merito all’utilizzo di determinati impianti in vista delle prossime Olimpiadi invernali di Milano/Cortina del 2026 o di altri grandi eventi internazionali, si deve tenere in considerazione che le cosiddette ‘Valli olimpiche’ devono risolvere sempre 2 problemi e non uno solo. Ovvero, e lo ripetiamo ancora una volta, gli impianti di Pragelato e di Cesana Pariol. Nessuno pensi di fare delle scelte unilaterali o parziali che sarebbero semplicemente ridicole e anche inopportune nonchè nocive.

Ci auguriamo, infine, che i vari enti preposti alla soluzione definitiva – enti istituzionali, sportivi, di governo e di sottogoverno – affrontino simultaneamente questo problema e si chiuda una pagina che non può più essere ulteriormente dilazionata o, peggio ancora, rinviata sine die”.

Giorgio Merlo, Sindaco Pragelato, Consigliere Nazionale Anci.

Mauro Maurino, Vice Sindaco Pragelato.

Ma l’informazione è ancora credibile?

Titoli urlati, polemiche strumentali, asservimento ai poteri forti e scandali spesso gonfiati. L’informazione nel nostro Paese (e non solo) spesso si presenta così.

Per rispondere alla domanda: si può ancora avere fiducia nella tv e nei giornali in Italia? si terrà una tavola rotonda  venerdì 25 novembre alle 18 presso il collegio Artigianelli in corso Palestro 14 a Torino, organizzata da Dinamiche sociali. Relatori Roberto Placido, già vicepresidente del Consiglio regionale e uomo di marketing e comunicazione, Roberto Tricarico, in passato capo gabinetto del sindaco di Roma e Assessore comunale di Torino, e i giornalisti   Fabio Martini, Barbara Notaro Dietrich e Umberto La Rocca. 

Rifiuta di consegnare denaro, donna ferita al volto mentre va al lavoro

La donna , una cinquantenne, si stava recando al lavoro a piedi verso le 7,30 nei pressi della stazione ferroviaria di Cuneo quando uno sconosciuto le ha chiesto del denaro. Al suo rifiuto, le ha procurato una lesione al volto e si è allontanato. La malcapitata e’ stata raggiunta da una pattuglia di carabinieri e accompagnata al pronto soccorso.
NOTIZIE DAL PIEMONTE

Cantieri scuola nei beni confiscati Protocollo d’intesa

Tra Città e F.S.C. Torino

La Città di Torino e F.S.C. Torino (Formazione, Scuola, Sicurezza), hanno sottoscritto un Protocollo d’Intesa per la promozione e la creazione di opportunità ed esperienze formative dirette a favorire lo sviluppo delle conoscenze e delle capacità tecniche degli allievi del corso per Operatore Edile realizzato da F.S.C. Torino al fine di agevolare l’inserimento nel mondo del lavoro.

Il Protocollo dà così l’avvio ad un progetto pilota che prevede la realizzazione presso gli immobili confiscati di “cantieri scuola” per piccoli interventi di manutenzione ordinaria e il rinnovo di finiture. Il primo cantiere scuola sarà realizzato in un appartamento sito in corso Lecce di circa 130 metri quadrati che diventerà una casa per giovani stranieri in cammino per iniziare la vita autonoma. Il cantiere impegnerà inizialmente 8 ragazzi e successivamente, a rotazione altri 20, di età compresa tra 14 e i 18 anni. L’iniziativa si potrà estendere anche ad altri beni confiscati.

La Città di Torino, infatti, è assegnataria di 15 unità immobiliari ubicate sul proprio territorio confiscate alla criminalità organizzata e intende promuovere e valorizzare questi beni per farne strumenti di promozione, crescita e rafforzamento della cultura della legalità, della giustizia sociale e della solidarietà, nonché di offerta di nuove opportunità di sviluppo economico e culturale, attraverso la trasformazione dei beni confiscati in luoghi di crescita personale e aggregazione della cittadinanza.

L’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (ANBSC) ha assegnato alla Città nel mese di agosto un immobile di circa 85 mq in via Bardonecchia e, a inizio novembre, un grande immobile di circa 1000 mq nei pressi di via Lanzo noto come Castelletto di Bramafame.

Per altri immobili è già in corso l’iter amministrativo necessario all’acquisizione.

F.S.C. Torino è l’Ente bilaterale del Settore edile di Torino che si occupa della formazione e addestramento di ragazzi con licenza media.

Nel Protocollo è inoltre previsto l’inserimento nella programmazione didattica di un modulo formativo di educazione alla legalità e alla cittadinanza attiva rivolto agli allievi impegnati nei “cantieri scuola” finalizzato a valorizzare il significato e la ricaduta sociale delle attività svolte dagli studenti nell’ambito del ripristino di un bene confiscato alla criminalità.

Il protocollo avrà validità ed efficacia fino al 31 dicembre 2024.

La vicesindaca Michela Favaro, con delega alla Legalità: “un bene confiscato e recuperato è una ferita rimarginata nella Città. Attraverso la destinazione ad uso sociale dei beni contribuiamo a rinforzare il rapporto di fiducia con i cittadini che vedono ripristinata la legalità e possono godere di nuovi servizi a loro dedicati. Attraverso il Protocollo coinvolgiamo in questo percorso anche ragazzi e cittadini in formazione della scuola edile. Li rendiamo protagonisti e reali artefici di un pezzo di bene comune di cui sono certa si sentiranno orgogliosi e responsabili anche in futuro”.

L’assessora Gianna Pentenero: “Restituire un luogo alla città dopo averlo sottratto alla criminalità organizzata è già una vittoria delle istituzioni. Usare questo luogo per la formazione e la crescita di ragazze e ragazzi, garantisce un futuro a quel luogo e rappresenta un arricchimento per tutta la comunità. Sarà bello pensare che il sapere e il saper fare saranno elementi nella formazione degli studenti e delle studentesse, ma apprendere in questo nuovo spazio renderà loro dei professionisti migliori e dei cittadini e della cittadine migliori“.

Il presidente di FSC Torino Massimo Maccagno “Gli studenti della nostra scuola, durante le ore di lezione del corso per operatore edile, svolgono molte ore di pratica in cantieri simulati, ma questa volta potranno occuparsi di manutenzione e ristrutturazione vera nell’ambito di un progetto importante e di grande impatto sociale e civile.

La nostra partecipazione al progetto è strettamente legata con la funzione educativa del nostro Ente di formazione professionale. Per noi, l’attività di formazione professionale è da sempre strettamente connessa con i principi del rispetto della legge attraverso l’educazione alla legalità; una pratica che consente di formare futuri lavoratori-cittadini capaci di rispetto, responsabilità nei confronti del prossimo e della comunità.”

Prevenire e difendersi dalla violenza digitale di genere

Nel corso della propria vita, secondo l’Istituto nazionale di statistica,  il 6,8% delle donne ha avuto proposte inappropriate o commenti osceni o maligni sul proprio conto attraverso i social network e all’1,5% è capitato che qualcuno si sia sostituito per inviare messaggi imbarazzanti o minacciosi o offensivi verso altre persone. La diffusione delle molestie che avvengono per mezzo della rete è in aumento, coerentemente con il maggiore uso dei social network negli anni più recenti. Più del 44% delle molestie sui social si è ripetuto più volte nel caso di vittime donne.

Su 42.143 post e tweet analizzati da Amnesty International, nel rapporto “Il barometro dell’odio 2020 –Sessismo da tastiera”,  più di 1 su 10 (14%) è offensivo, discriminatorio o hate speech. Guardando ai soli casi di hate speech, se ne trovano quasi 1 su 100 (0,7%). Il 25,6% dei commenti offensivi e discriminatori riguarda in particolare il tema donne e i diritti di genere; il 23,2% sono messaggi sessisti. Secondo un rapporto pubblicato da Women’s Aid, il 45% delle vittime di violenza domestica ha subito una qualche forma di abuso online, mentre il 48% è stato oggetto di molestie o abusi online dopo la fine di una relazione. Nel 2019 è stato rilevato un aumento mondiale del 67% annuo dell’utilizzo di programmi di monitoraggio su dispositivi mobili. I paesi europei più colpiti sono Germania, Italia e Francia.

 

Interventi:

“Come Consiglio regionale –  ha esordito in aula il presidente Stefano Allasia  – non intendiamo sottrarci all’impegno a cui ci richiamano gli esperti del Consiglio d’Europa. Il rapido sviluppo delle tecnologie ha moltiplicato le occasioni di violenza contro donne e ragazze, esponendole a maggiori rischi di abuso.Quattro sono i pilastri su cui il Consiglio d’Europa, attraverso la Convenzione di Istanbul, ci invita ad intraprendere azioni concrete: prevenzione, protezione, azione penale e politiche coordinate. Alle istituzioni come il Consiglio regionale il compito di continuare con convinzione il lavoro fondamentale che da tempo stiamo portando avanti con gli istituti scolastici e le giovani generazioni, anche con l’aiuto delle famiglie: alfabetizzazione digitale e della sicurezza online a tutti i livelli di istruzione; uso consapevole dei social network; educazione di genere e lotta al sessismo”.

Per Sara Zambaia, vice presidente del Comitato diritti umani e civili della Regione Piemonte  “ciò che emerge e colpisce  è la vasta tipologia di violenze. Oggi la violenza psicologica è riconosciuta al pari della violenza fisicia ma più difficile da dimostrare e far recepire. Dobbiamo contribuire a creare coscienza, partendo proprio dai più giovani. La Propensione al digitale e alla rete va controllata e monitorata  affinchè non sfoci in cyberviolenza.

Giampiero Leo, vice presidente del Comitato diritti umani e civili della Regione Piemonte  riprendendo una famosa citazione di un film ha dichiarato: ” da grandi poteri nascono grandi responsabilità”. Purtroppo non è sempre così. Internet, il digitale danno alle persone “cattive” un potere enorme di offendere, colpire, ferire senza neanche correre il rischio di “metterci la faccia”. Dunque è giusto intelligente e opportuno organizzare un convegno come questo, per affrontare il problema, nonché le possibili soluzioni, da ogni punto di vista.

Secondo Ornella Toselli, presidente Consulta femminile regionale “anche il legislatore deve rincorrere le repentine evoluzioni del digitale. I reati aumentano e si diversificano a seconda delle piattaforme. Prezioso in questo senso il contributo delle forze dell’ordine e del mondo dell’associazionismo”.

Fabiola Silvestri, dirigente Polizia Postale e delle Comunicazioni di Piemonte e Valle d’Aosta- “La presenza continua e permanente degli strumenti digitali nella nostra vita, rende alcuni fenomeni criminali, più  insidiosi e di maggiore lesività esponendo le vittime a rischi occulti che possono trasformarsi in lesioni gravi della sfera giuridica e personale delle vittime. Basti pensare all’enorme portata lesiva del revenge porn o peggio di aggressioni protese nel tempo come il cyber stalking. Esiste una sofferenza per così dire sommersa fatta di paure, ansia, apprensione per la propria reputazione, timore per la propria incolumità o ancora violazione dell’intimità. “

Barbara De Toma, Dirigente Divisione anticrimine Polizia di Stato – segnala che sono tre i tipi di ammonimento del Questore. Quasi sconosciuto quello per cyberbullismo, anche se introdotto nel 2017 (Questura Torino solo 7 da allora), servirebbe maggior conoscenza tra i giovani anche con contributo della scuola. L’ammonimento per stalking introdotto nel 2009, insieme al delitto per stalking richiede necessaria istanza della persona offesa, quindi è meno diffuso di quello per violenza domestica, introdotto dal 2013 e che può essere adottato d’ufficio. Nel 2022, la Questura di Torino ha accolto  42 ammonimenti per stalking nei confronti di 31 uomini e 11 donne. Recidiva per i casi di stalking (9 per cento), 6 per la violenza domestica”.

Secondo Manuela Monti, Centro studi di informatica giuridica (CSIG), Ivrea, “l’odio in rete colpisce spesso donne che ricoprono posizioni di potere, discorso aggressivo amplificato da canali comunicazione. Ansia nelle vittime nasce anceh dal fatto che gli autori di hate speech sono spesso nascosti”.

Per Elena Ferrara, Comitato regionale Diritti Umani e Civili “I ragazzi dicono che il cyberbullismo è una delle forme più gravi della violenza in rete. Nel 2018 l’Istituto di Sanità ha rilevato che la maggior parte dei ragazzi pensa che i compagni di classe siano gentili e disponibili, ma le ragazze sono quelle che sentono meno questo ambiente favorevole. Ci sono però dei campanelli di allarme, perché c’è una fascia consistente che non la pensa così. Secondo la piattaforma Elisa l’8% degli intervistati ha subito episodi di cyberbullismo e sono soprattutto le ragazze a sentirsi più minacciate. Le prevaricazioni viaggiano soprattutto in rete, con una crescita nel periodo postpandemico nelle scuole secondarie di secondo grado e nelle agenzie formative.
I dati ci dicono che il referente cyberbullismo previsto dalla legge 71/2017 è poco conosciuto, così come la legge stessa.

Pierangela Peila Castellani, Direttivo Telefono Rosa Piemonte, La violenza digitale annienta ogni tipo di relazione, colpisce la donna nella sua stessa modalità di essere persona. L’anonimato, in una prima fase, destruttura la donna che però oggi sta trovando degli strumenti per reagire in una seconda fase. I sentimenti maggiori che sono emersi durante i confronti sono la paura e l’angoscia, la relazione diventa pubblica e la persona con cui si sono condivisi dei sentimenti diventa un nemico. La donna prova un senso di vergogna e di colpa per questo tipo di violenza che mette in pubblico fatti personali, a cui si uniscono sfiducia e senso di impotenza. È possibile uscire dal trauma quando emerge il desiderio di reagire e di chiedere aiuto all’autorità pubblica e ai centri specializzati come il nostro”.

Per Giovanna Perino, Istituto ricerche economico sociali del Piemonte (IRES) “L’indice sull’uguaglianza di genere assegnato all’Italia nel 2021, pari a 63,8 su 100, ci colloca al 14mo posto tra i 27 Stati UE con 4,2 punti sotto la media. Quello della violenza contro le donne è un fenomeno di difficile misurazione perché in larga parte sommerso, ma dagli approfondimenti effettuati su diverse fonti informative è possibile delinearne le caratteristiche in vari contesti, tra cui quello digitale, di cui si rilevano minacce e al contempo opportunità per la prevenzione e il contrasto. Fondamentale, a questo riguardo, per acquisire gli elementi utili alla definizione di politiche mirate, sono le attività di rilevazione, analisi, monitoraggio e valutazione dei dati, con una metodologia comune a livello europeo”.

 

Successo per la donazione straordinaria di sangue promossa da Sol.Id Onlus e Avis

Ieri  mattina i volontari della Onlus Solid hanno effettuato una donazione di sangue straordinaria in collaborazione con l’Avis di Torino. L’autoemoteca è stata posizionata nel quartiere Crocetta di Torino nei pressi del rinomato mercato cittadino.

La Onlus spiega in una nota: “la donazione è stata un successo grazie alle donazioni di alcuni volontari e di buona parte della cittadinanza sensibilizzata, nei giorni scorsi, tramite l’affissione di locandine promuoventi l’evento di solidarietà.”

“L’impegno che ci siamo presi per il futuro – ha concluso Solid – è quello di fissare due donazioni straordinarie all’anno per dare il nostro contributo e sensibilizzare i torinesi verso una cosa importante come la donazione di sangue. Perché ‘io ho quel che ho donato’ “.

Una targa per la Giornata contro la violenza sulle donne

Giovedì 24 novembre 2022, alle ore 11.00 presso la Sala del Centro civico della Circoscrizione 5, via Stradella 192, si svolgerà la cerimonia di scoprimento di una targa dedicata alla Giornata mondiale contro la violenza sulle donne.

Interverranno Enrico Crescimanno, presidente della Circoscrizione 5, Silvana Ferratello, presidente della Consulta femminile comunale, Lucia Rapisarda, in rappresentanza della Consulta femminile regionale, Maria Grazia Grippo, presidente del Consiglio Comunale di Torino.