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Fondazione per la Ricerca sul Cancro: nel 2020 sono stati destinati all’Istituto di Candiolo oltre 18 milioni di euro

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Presentato il Bilancio Sociale e di Sostenibilità dal Presidente Allegra Agnelli: “Nel 2021 abbiamo tagliato il traguardo dei 35 anni di attività e, nonostante l’emergenza Covid, non ci è mai mancato l’appoggio dei nostri sostenitori”.

In corso i lavori per un ulteriore importante ampliamento dell’Istituto.

La sfida epocale del Covid non ha frenato l’impegno della Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro: nel 2020 sono stati destinati all’Istituto di Candiolo IRCSS per la ricerca e la cura oltre 18 milioni di euro. E’ quanto emerge dal Bilancio Sociale e di Sostenibilità che è stato presentato dal Presidente, Allegra Agnelli.

Hanno partecipato all’ evento – che si è svolto in modalità digitale all’ Istituto di Candiolo Irccs ed è stato trasmesso online sul sito de La Stampa e sulla pagine Facebook della Fondazione – esponenti delle istituzioni, della comunità scientifica, del mondo dell’ imprenditoria e della finanza: Alberto Cirio, Presidente della Regione Piemonte, Ersilia Vaudo Scarpetta, Chief Diversity Officer e Special Advisor on Strategic Evolution dell’ Agenzia Spaziale Europea (ESA), Anna Sapino, Direttore Scientifico dell’ Istituto di Candiolo IRCCS, Giuseppe Banna, Responsabile Ricerca Clinica e Traslazionale per i Tumori Toracici dell’ Istituto, Gianmarco Sala, Direttore della Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro, Marco Lavazza, Vice Presidente di Lavazza, Marco Morganti, Responsabile Direzione Impact Intesa Sanpaolo, Julien Di Pace, Head of Jeep Brand Advertising, Massimiliano Allegri, allenatore della Juventus. Ha moderato l’incontro il Direttore dell’HuffPost ed editorialista della Stampa, Mattia Feltri.

“Nel 2020 siamo stati chiamati a uno sforzo straordinario – ha detto Allegra Agnelli – siamo scesi in campo per supportare il sistema sanitario nella lotta contro il Covid-19, accogliendo pazienti oncologici da altre strutture sanitarie, abbiamo realizzato un laboratorio per l’analisi dei tamponi e nel 2021 siamo diventati hub per le vaccinazioni e centro di riferimento per il tracciamento delle varianti del virus. Nonostante tutto questo abbiamo garantito cure, trattamenti e destinato ingenti risorse alla ricerca sul cancro”.

“Nel giugno di quest’anno – ha aggiunto – la Fondazione ha compiuto 35 anni di attività, un grande traguardo raggiunto solo grazie a chi ci sostiene dal 1986 ad oggi. Questa storia è il nostro futuro: grazie ai nostri sostenitori stiamo realizzando l’Istituto di Candiolo di domani”.

Il Presidente Alberto Cirio ha lodato l’ Istituto di Candiolo per il contributo dato al contrasto alla pandemia e per il suo alto livello scientifico: “Il Covid ci ha insegnato – ha aggiunto – l’

importanza della ricerca, ma ha anche ha abbattuto i tabù contro la sanità privata. Da oggi bisogna pensare a un nuovo rapporto fra pubblico e privato”.

Il forte legame fra la Fondazione e il territorio è stato così sintetizzato dal Direttore Gianmarco Sala: “Nel 2020 la Fondazione ha raccolto complessivamente, tra donazioni dirette, 5×1000 ed eredità più di 23 milioni. Per ogni euro donato oltre 90 centesimi vengono destinati alla missione dell’Istituto. Un risultato importante, sottolineato dal sostegno che riceviamo: nel 2020, 47 mila donazioni direttee 254 mila persone che hanno scelto di destinare il loro 5×1000 a Candiolo. Poi ha ricordato che nel maggio scorso, nonostante la pandemia, sono iniziati i lavori “per mettere a disposizione di medici, ricercatori e, soprattutto, pazienti e loro familiari, nuovi spazi”. I primi interventi riguardano il nuovo servizio di Hospice “Monviso e laboratori per ospitare ricercatori clinici provenienti dalla più importanti strutture internazionali. A seguire sono previsti una Biobanca per conservare i tessuti in un’ottica di future terapie oncologiche personalizzate, la Protonterapia, avanzata forma di radioterapia, un Poliambulatorio e spazi dedicati alla formazione, alla didattica e a servizi di foresteria. L’obiettivo è curare sempre più persone e farlosempre meglio, ha concluso Sala.

Per quanto riguarda l’attività di ricerca, la Professoressa Anna Sapino ha ricordato i dati del 2020: 288 ricercatori impegnati in 37 laboratori e unità di ricerca, 231 lavori pubblicati, record di citazioni (10.392) sulle più importanti riviste scientifiche mondiali, con conseguente crescita dell’impact factor a 1.621,32 (è l’indice che misura l’impatto di una pubblicazione sulla comunità scientifica).

All’Istituto di Candiolo lavorano circa 800 persone, di cui 464 nell’attività di assistenza ospedaliera. Nel 2020 sono state erogate 1.314 mila prestazioni ambulatoriali e sono stati ricoverati 8.144 pazienti; oltre 1.100 sono stati sottoposti a trattamenti di radioterapia. Inoltre, erano attivi 154 protocolli e studi sperimentali. L’Istituto, nonostante la pandemia, ha mantenuto pressochè invariati i volumi di attività clinica e ha anche messo a disposizione di altre strutture ospedaliere (ASO San Luigi e Mauriziano, Ospedali di Rivoli, Pinerolo, Moncalieri, Chieri, Carmagnola) il proprio blocco operatorio per interventi chirurgici non procrastinabili su pazienti oncologici.

Il Bilancio Sociale e di Sostenibilità è stato realizzato in collaborazione con l’Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Torino e con il Dipartimento di Management dell’Università degli Studi di Torino

Litiga col tabaccaio per una ricarica Arriva la Polizia e dà in escandescenze

Si era recato presso una tabaccheria di via Borgo Dora chiedendo di poter effettuare una ricarica telefonica. Il cittadino nigeriano, 24 anni, effettuata la transazione, era dunque uscito dall’esercizio commerciale ma vi aveva fatto ritorno pochi minuti dopo, sostenendo di non aver ricevuto la ricarica effettuata; a sostegno di tale tesi, sosteneva che il pin riportato sulla schedina fosse già stato utilizzato e pertanto non più valido. Il tabaccaio spiegava al cliente come tale eventualità fosse assolutamente impossibile, in quanto i pin sono unici e vendibili una sola volta. Inoltre, contattato il gestore, si veniva a scoprire che il suo credito era stato riazzerato dopo la ricarica, in virtù di un debito pregresso in capo all’intestatario della scheda. Non contento, il cittadino nigeriano ritornava al negozio portandosi al seguito un connazionale di 27 anni e minacciava il tabaccaio, lanciando dei prodotti esposti alla vendita al suo indirizzo. Personale del Comm.to Centro prontamente intervenuto sul posto riportava alla calma con difficoltà i due soggetti, che peraltro si rifiutavano di fornire le proprie generalità. Uno dei due, il ventisettenne, sferrava addirittura un pugno all’indirizzo di un operatore di polizia poco prima di essere trasportato in Questura per gli accertamenti sull’identità personale. Verrà arrestato per resistenza a Pubblico Ufficiale, mentre il suo amico verrà denunciato per resistenza, rifiuto di fornire le proprie generalità e per violazione della Legge sull’immigrazione.

Ubriaco e senza patente forza il posto di blocco, urta sei auto e si ribalta

A  Nichelino  un uomo ubriaco e con la patente revocata, con a bordo della droga, ha forzato il posto di blocco dei carabinieri, su una Fiat 500. 

Fuggendo si è scontrato con sei auto, finchè la sua si è ribaltata. E’ poi risultato positivo all’alcol test ed  era alla guida senza patente che gli era stata già revocata. È stato arrestato, mentre la strada è rimasta chiusa per alcune ore per rimuovere i mezzi danneggiati.

Pulizia dei fiumi al via per evitare future alluvioni

UN MILIONE DI METRI CUBI DI MATERIALE PRONTO PER ESSERE ASPORTATO DAGLI ALVEI PIEMONTESI

Successo per la prima stagione di manutenzione dei corsi d’acqua voluta dalla Regione Piemonte: sarà asportato circa 1 milione di mc di materiale per un introito di oltre mezzo milione di euro per Regione Piemonte e AIPo.  In ottobre un nuovo bando per ulteriori interventi.

 

59 interventi di manutenzione dei corsi d’acqua piemontesi per un totale di 980 mila metri cubi di materiale asportabile da parte di 26 aziende che hanno manifestato il proprio interesse alla pulizia degli alvei di fiumi e torrenti dal materiale litoide accumulato, con un introito generato di oltre 500 mila euro per il quantitativo previsto. Questi i risultati della prima stagione di snellimento delle operazioni di manutenzione dei corsi d’acqua annunciata dalla Regione Piemonte a fine luglio e basata su un sistema semplice ed efficace per tagliare i passaggi e favorire gli interventi più urgenti. Dopo la mappatura delle esigenze di pulizia di 125 tratti d’acqua realizzata da Regione Piemonte e AIPo Agenzia Interregionale per il fiume Po, le ditte specializzate hanno potuto manifestare direttamente il proprio interesse alla realizzazione dei progetti di intervento ricevendo immediatamente le concessioni necessarie per l’esecuzione.

In particolare, saranno asportati 530 mila metri cubi di materiale dai fiumi di pertinenza della Regione Piemonte, per un introito di 135 mila euro, e 450 mila metri cubi di pertinenza di AIPo, per un introito di 380 mila euro.

Come ha sottolineato l’Assessore regionale alla Difesa del Suolo Marco Gabusi “questo sistema di accesso diretto alle operazioni di pulizia dei fiumi, realizzato per la prima volta nella storia del Piemonte,  crea un vantaggio per tutti i soggetti coinvolti: per le aziende, che possono ottenere le concessioni con una velocità mai vista prima, per gli Enti gestori dei corsi d’acqua, Regione Piemonte e AIPo, che possono finalmente vedere risolte annose situazioni di rischio e contemporaneamente ottenere risorse fresche da reinvestire. Infine, questo metodo determina un successo per il territorio, che riconquista sicurezza grazie alla manutenzione dei fiumi.”

In autunno, nel mese di ottobre, sarà realizzato un ulteriore bando per analoghe operazioni di manutenzione al fine di poter includere anche quelle aree del Piemonte che non avevano trovato spazio nella prima programmazione.

44 Comuni piemontesi possono ora assegnare rapidamente i lavori alle aziende che hanno manifestato interesse. In particolare, 33 interventi per l’asportazione di 252 mila metri cubi di materiale riguardano l’Alessandrino, mentre saranno 16 interventi per oltre 135mila mc nell’Astigiano, 31 interventi per 287 mila mc nel Cuneese, 5 interventi per 50 mila mc nel Novarese, 15 interventi per oltre 110 mila mc nel Torinese, 14 interventi per 33 mila mc nel Verbano Cusio Ossola e 12 interventi per 110 mila mc nel Vercellese.

Al supermercato per rubare con cappotto, occhiali da sole e cappellino

Effettua un furto ma viene scoperta: arrestata dalla Polizia di Stato

E’ entrata lo scorso venerdì pomeriggio all’interno di un supermercato di via della Robbia, calzando un cappellino di paglia, degli occhiali da sole, la mascherina e un cappotto: Gli addetti dell’esercizio commerciale vedevano la donna prelevare alcuni prodotti dagli scaffali e nasconderli sotto il lungo cappotto; dopodiché, oltrepassava le casse e spostava un espositore piazzandolo dietro di sé al fine di garantirsi la fuga più agevolmente.  Una dipendente del supermercato riusciva, però, a raggiungerla e la invitava a riconsegnare la merce sottratta. La donna, per tutta risposta, dopo aver gettato gli oggetti all’interno di un bidone, la graffiava alle braccia e la spintonava. Un secondo dipendente riusciva a seguire la rea mettendosi in contatto con le forze dell’ordine. Personale della Polizia di Stato della Squadra Volante e del Comm.to San Paolo intercettava la donna in corso Francia angolo Brunelleschi e la fermava. Si tratta di una trentaduenne di nazionalità francese; è stata arrestata per tentata rapina.

Il marsupio che odora di cannabis tradisce lo spacciatore

Arrestato ventenne di cittadinanza marocchina

Lo hanno visto la scorsa domenica sera interloquire in modo sospetto con un altro soggetto nei pressi di piazza Baldissera. I due, alla vista della pattuglia di polizia si dividevano velocemente; gli agenti del Commissariato Centro riuscivano a raggiungere il ventenne in via Cecchi ed a sottoporlo a un controllo, anche dal momento che emanava un forte odore di cannabis. Nel suo marsupio, i poliziotti rinvenivano un frammento di hashish, altri due nelle sue tasche, ed infine un tocco solido all’interno dei pantaloni. Complessivamente, il panetto ed i frammenti superano i 100 grammi di hashish. Il ventenne, di nazionalità marocchina e regolarmente residente in Italia, è stato arrestato per detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente.

Cerca più di una scusa per evitare il controllo. Arrestato per spaccio

Venerdì sera, poco prima delle 21.30 i motociclisti delle Pegaso percorrendo corso Moncalieri notano due persone dietro un furgone e decidono di controllarle. Uno dei due sin da subito si mostra insofferente e si finge ubriaco per evitare il controllo. Quando gli agenti continuano nel loro intento di sottoporlo a controllo, il giovane, un diciannovenne italiano, si allontana ogni qual volta gli agenti tentano di perquisirlo all’altezza dell’inguine. Il diciannovenne asserisce anche di avere dolore a causa di un intervento chirurgico. Vistosi ormai alle corde, il giovane in un ultimo tentativo con un movimento sospetto, non passato inosservato agli agenti, cerca di disfarsi di un piccolo astuccio. Gli agenti lo recuperano trovando al suo interno 8 pezzi di hashish.

Il ragazzo ha con sé anche 210 euro in contanti e un quaderno con degli appunti riguardanti la contabilità e la quantità di sostanza stupefacente venduta. Riscontri dell’attività di spaccio condotta, foto e chat, vengono trovati anche sul cellulare in suo possesso. Nel corso della perquisizione domiciliare, gli agenti della Squadra Volante nell’armadio della sua stanza da letto trovano altro stupefacente e il materiale per il confezionamento delle dosi. Complessivamente gli agenti sequestrano quasi 48 grammi di hashish.

Per il diciannovenne scatta l’arresto per la detenzione della sostanza stupefacente, poi convalidato con la misura dell’obbligo di presentazione alla P.G

Trovato morto nel suo letto ragazzo di 17 anni

È stata disposta l’autopsia per il ragazzo trovato morto nel letto della sua stanza. Il giovane, 17 anni, è stato trovato privo di  vita lunedì notte dai genitori nell’abitazione di famiglia  sulle colline di Ivrea. I soccorritori del 118 non hanno potuto fare nulla, se non constatare il decesso. Si ipotizza che la causa sia un malore fatale, la procura di Ivrea ha disposto l’autopsia. Le indagini sono affidate al commissariato di Ivrea. Il padre del ragazzo è un poliziotto.

Sorpresa, a Torino rispetto alle comunali 2016 il centro destra avanza il centro sinistra arretra

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Un esame un po’ più approfondito del voto a Torino sorprende chi si limita a guardare le percentuali e non i voti reali presi dalle coalizioni e dai partiti. Naturalmente non cambia chi è in testa , ma questi dati dovrebbero essere attentamente presi in considerazione per capire le tendenze politiche.

Di Ibis

Il confronto è fra le lezioni comunali del 2016 e quelle del 2021
Partiamo alle coalizioni.
Lorusso e la sua colazione di centro sinistra perdono 20 mila voti rispetto a Fassino nel 2016 : da 160 mila gli elettori scendono a 140 mila .
Il centro destra con Damilano ha una forte avanzata : da poco più di 70 mila voti nel 2016 ( con tre liste separate ) a oltre a 124 mila voti.
I 5 stelle crollano e perdono 90 mila elettori : Appendino aveva ottenuto 118 mila voti, Sganga ne ha poco più di 28mila
E ora guardiamo dentro le colazioni, ai partiti:
Il Pd scende da 106.818 voti nel 2016 a 85.860 nel 2021 ( più o meno gli stessi voti , circa 15 mila , hanno ottenuto le liste civiche per Fassino e per Lorusso )
Giorgia Meloni ( Fratelli d’Italia) ha una forte avanzata, raccoglie 31.490 voti , nel 2016 ne aveva ottenuti 5.259
La Lega sale a 29.593 , nel 2016 ne aveva ottenuti 20.769
Forza Italia ha più o meno i voti dell’altra volta: 15.951 contro i 16.684 nel 2016
Forte l’affermazione della lista Damilano –Torino Bellissima che ottiene 35.658 voti .
Come detto , crollano i 5 Stelle passando da 107.680 voti di lista nel 2016 a 24.058, nel 2021 .
Su tutto resta il dato molto negativo dell’astensionismo: per la prima volta dal dopoguerra sono più i torinesi che non sono andati a votare rispetto a quelli che si sono recati alle urne. Ha votato solo il 48, 07 degli aventi diritto . Il non voto raggiunge il massimo nella zona Nord della città: solo il 42, 90 % i votanti in Barriera di Milano, 43, 46% quelli alle Vallette e Madonna di Campagna.
Tutte le forze politiche dovrebbero riflettere: chi vincerà avrà al massimo la fiducia del 25% dell’elettorato totale.

http://www.comune.torino.it/elezioni/2021/amministrative/conscom/citta/
http://www.comune.torino.it/elezioni/2021/amministrative/sindaco/citta/
http://www.comune.torino.it/elezioni/2016/amministrative/conscom/citta/

 

Eutanasia, il valore della scelta referendaria

La raccolta di firme per il referendum sull’eutanasia ha registrato un primo, straordinario successo.

Il quesito, estremamente importante su un tema enormemente sensibile e per natura stessa divisivo, ha conquistato una parte del dibattito pubblico. Eppure, più che del merito, si sta discutendo soprattutto dei nuovi strumenti con cui da luglio è possibile raccogliere le sottoscrizioni. Il fatto di aver superato il milione di firme, doppiando largamente le 500 mila necessarie,  è di per se una notizia sulla quale riflettere anche se ( come nel caso della richiesta referendaria sulla cannabis) per il momento si parla più della necessità di riformare il sistema di consultazione piuttosto che del merito della questione sulla quale i cittadini saranno chiamati a pronunciarsi. Non che il tema sia secondario, tutt’altro, ma ci saranno altre occasioni per dibattere se e come rendere rivedere il meccanismo referendario, la soglia delle firme, le modalità di raccolta. Per quanto concerne il merito penso che siano maturi i tempi in cui si debba avere la libertà di decidere sulla propria morte. Firmando la richiesta referendaria in molti hanno fatto leva sulla consapevolezza che si tratta di una battaglia di civiltà e di libertà. Il testo prevede una parziale abrogazione dell’art. 579 del codice penale (omicidio del consenziente), che impedisce la realizzazione di ciò che comunemente si intende per “eutanasia attiva” (sul modello olandese o belga). Da qui discende la volontà di far riconoscere la piena libertà di autodeterminazione e di scelta della persona malata, affinché possa decidere consapevolmente di voler porre fine alle proprie sofferenze. Un primo passo di civiltà è stato compiuto grazie all’approvazione della Legge 219/2017 che riconosce il valore del testamento biologico. Dalla sua entrata in vigore una persona può decidere anche per quando fosse impossibilitata a comunicare le sue scelte su quali siano i trattamenti sanitari a cui non vorrà sottoporsi, sulla volontà di interrompere trattamenti in corso e evitare accanimento terapeutico, con la garanzia di ottenere cure palliative e sedazione. Il passo successivo e ulteriore, riguarda la scelta posta al centro dell’iniziativa referendaria. Molte persone gravemente malate oggi non sono libere di scegliere fino a che punto vivere la loro condizione. Non hanno diritto all’aiuto medico alla morte volontaria, al suicidio assistito o accedere all’eutanasia come è invece possibile in Svizzera, Belgio, Olanda, Spagna, Canada e in molti degli stati che compongono gli Stati Uniti d’America. Di fronte ai ritardi del Parlamento che ha continuato a rimandare la riforma necessaria, il referendum è diventato l’unica possibilità per rendere l’eutanasia legale in Italia e, comunque, dibattere e scegliere su un tema rilevante a prescindere da come la si possa pensare, nel rispetto di ogni opinione. Non stupisce nemmeno l’atteggiamento dei partiti, i dubbi, i tanti tentennamenti del Pd e di altri, i no secchi di buona parte della destra, le scelte più nette e favorevoli della galassia di sinistra. Spesso le classi politiche sono molto meno sensibili, aperte e responsabili – e la storia dei grandi referendum del passato è lì a dimostrarlo – di quanto lo siano milioni di cittadini, animati da sensibilità sociali, etiche e culturali ben più profonde e mature (e meno condizionate da calcoli di parte) di chi dovrebbe rappresentarli nelle sedi deputate a compiere scelte importanti come lo sono le assemblee legislative.

Marco Travaglini