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Siamo un PO nella m… Attivisti di Extinction Rebellion appesi al ponte della Gran Madre

Riceviamo e pubblichiamo

Due attivisti di Extinction Rebellion hanno aperto degli striscioni con scritto: “Siamo un PO nella merda” ed “Emergenza Climatica ed Ecologica”. Nel frattempo, alcune attiviste si sono sedute a terra in mezzo al traffico, rallentandolo.

 

È una normale domenica mattina. Torino si prepara al Consiglio Regionale aperto del 21 febbraio sullo stato di emergenza ecoclimatica, in cui potranno finalmente intervenire diversi esperti di rilievo regionale e nazionale e diverse associazioni della città. 

 

Alle 11 di questa mattina, due attivisti di Extinction Rebellion si sono calati con gli imbraghi dal ponte della Gran Madre, in centro città, per stendere uno striscione che recita “Siamo un PO nella merda”. Poco dopo, altre attiviste si sono sedute in mezzo al traffico, reggendo dei cartelli con su scritte le proprie paure rispetto alle possibili conseguenze del collasso climatico di cui la comunità scientifica avverte i governi da decenni. Nonostante l’intervento delle forze dell’ordine, nessun attivista ha deciso di porre fine alla sua azione. Il traffico del centro città è così andato in tilt, tra il sostegno e la disapprovazione degli automobilisti.

L’obiettivo dell’azione di oggi è quello di informare i cittadini rispetto al Consiglio Regionale aperto che si terrà domani, ottenuto grazie allo sciopero della fame di Ruggero, un attivista di Extinction Rebellion” affermano gli attivisti. “Un consiglio regionale per discutere quali azioni concrete la regione dovrà mettere in atto per affrontare in modo serio la crisi climatica ed ecologica Piemontese”, afferma Delfina, una delle attiviste sedute in mezzo al traffico. 

 

L’azione di oggi rappresenta simbolicamente l’umanità appesa ad un filo, di fronte al rischio imminente di un collasso annunciato da decenni. Siamo un PO nella merda è infatti una frase che, con ironia, vuole mettere in evidenza che anche qui in Piemonte, e a Torino, stiamo già vivendo gli effetti disastrosi di questa emergenza. L’assenza di precipitazioni invernali significative sta causando una grave fase di siccità che comporterà grandissimi rischi per l’agricoltura. Tempeste e alluvioni hanno già colpito il territorio regionale [1, 2]. La temperatura in Piemonte è già aumentata mediamente di 2,1°C per quanto riguarda le temperature massime e di 1,5°C per le minime. Siccità e incendi continuano a mettere a rischio l’agricoltura e la vita stessa dei cittadini piemontesi [3]. 

In questo scenario, l’attuale giunta regionale non ha mai approvato la Strategia regionale sul cambiamento climatico [4] che la Regione Piemonte ha elaborato cinque anni fa e, ad oggi, non ha un piano concreto per azzerare davvero le emissioni climalteranti e arrestare la distruzione degli ecosistemi e la perdita di biodiversità. 

 

Extinction Rebellion torna quindi in azione, per la terza volta in questa settimana [5, 6], nelle strade del centro città con lo scopo di invitare tutta la cittadinanza a raggiungere il presidio convocato per il 21 febbraio di fronte Palazzo Lascaris, in cui verrà proiettata pubblicamente la diretta della seduta del Consiglio Regionale aperto. L’appuntamento è quindi lunedì 21 febbraio alle ore 9, di fronte a Palazzo Lascaris, per una conferenza stampa iniziale con Claudio Cassardo (Università degli studi di Torino), Alberto Poggio (Politecnico di Torino) e Roberto Mezzalama (Comitato Torino Respira). 

È il momento di restituire la voce alla comunità scientifica che per anni è stata denigrata e ignorata dal mondo politico. Chiediamo insieme il cambiamento necessario” concludono gli attivisti.

 

Extinction Rebellion Torino

Lascia un biglietto e si uccide gettandosi dal balcone

Un uomo di 84 anni si è suicidato ieri  lasciandosi cadere dal balcone  di un palazzo di via Dante Alighieri a Nichelino.

Sono intervenuti sul posto 118 e carabinieri. Sembrava fosse un incidente domestico poiché era presente una scala ed erano in corso lavori di ristrutturazione. Ma i militari hanno trovato un biglietto in cui l’anziano annunciava di volersi togliere la vita.

Open day pediatrico, 500 bambini vaccinati

Sono quasi 500 (dato delle ore 19.30 di sabato) le famiglie di tutto il Piemonte con bambini tra 5 e 11 anni che hanno aderito all’Open day informativo promosso dalla Regione per avere notizie dettagliate sui vaccini pediatrici e che poi hanno deciso di vaccinare i propri figli.


Altri 2.000 bambini tra i 5 e gli 11 anni sono stati invece vaccinati perché avevano già un appuntamento prefissato.

I genitori hanno potuto recarsi ad accesso diretto senza prenotazione in 16 ospedali o centri vaccinali (Alessandria, Asti, Biella, Cuneo, Verduno, Novara, Borgomanero, Torino. Ciriè, Chivasso, Ivrea, Moncalieri, Pinerolo, Rivoli, Verbania e Vercelli), dove sono stati accolti da pediatri ed esperti in grado di fornire tutte le informazioni sulla vaccinazione per i più piccoli e rispondere alle loro domande.

Inoltre, hanno ricevuto copia del volantino con le risposte alle domande più frequenti sull’importanza della vaccinazione pediatrica realizzato dalla Regione con la collaborazione dei pediatri di Fimp, Cipe e Simpef e degli esperti dell’ospedale infantile Regina Margherita di Torino.

Questi due anni di pandemia hanno dimostrato che il Covid colpisce anche in età pediatrica in forme più o meno forti a seconda dei casi e di pregresse condizioni di salute – dichiara la professoressa Franca Fagioli, direttore del Dipartimento di Patologia e Cura del Bambino “Regina Margherita” e direttore dell’Oncoematologia pediatrica della Città della Salute di Torino -. Per questo motivo è indispensabile vaccinare i nostri bambini, perché è stato dimostrato che il vaccino è sicuro ed è l’unica arma per combattere il Covid”.

Vaccinare il proprio figlio è un gesto d’amore, il non farlo un’occasione persa – sottolineano i medici pediatri piemontesi attraverso la voce di Domenico Careddu della Fimp, Gabriella Marostica del Cipe e Vincenzo Roffredo del Simpef -. Protegge i vostri bambini ed i loro contatti e permette loro di ritornare ad una vita normale. Noi siamo a disposizione delle famiglie per fornire tutte le informazioni che possano chiarire i loro dubbi e le loro domande. Perché il vaccino anti Covid-19 – concludono i pediatri – se lo conosci…non lo eviti”.

Riguardo alle varie situazioni in cui possono trovarsi i genitori e i minori per quanto concerne la vaccinazione dei bambini, il commissario dell’Area giuridico-amministrativa dell’Unità di Crisi della Regione Piemonte, Antonio Rinaudo, ricorda che: “Nel caso di genitori sposati e conviventi occorre l’accordo di entrambi e il figlio può essere accompagnato al centro vaccinale anche solo da uno di essi, che dovrà però esibire un’autocertificazione di consenso e una copia del documento di identità dell’altro coniuge. Quando un genitore è d’accordo per la vaccinazione e l’altro no, quello d’accordo si può rivolgere all’autorità giudiziaria affinché dia il consenso. In caso di genitori separati o divorziati, se la potestà genitoriale è di uno solo, questo decide; se ce l’hanno entrambi e uno non vuole far vaccinare il figlio e l’altro sì, questi può far ricorso all’autorità giudiziaria affinché dia il consenso. Per i minori in affidamento familiare, la famiglia affidataria deve rivolgersi all’autorità giudiziaria, affinché dia il consenso, in quanto non ha la potestà genitoriale. Infine, per i minori affidati ad una comunità decide il responsabile della struttura di comune accordo con il pediatra di libera scelta”.

E’ morto il “papà” dei fotografi, autore di cartoline e ritratti

E’ morto Mario Sassi, fotografo conosciutissimo a Ciriè, che ha insegnato il mestiere a decine di giovani.

E’ mancato all’età di 93 anni, dopo una  malattia che lo aveva provato per lungo tempo. Specializzato nel bianco e nero e  nei ritratti, aveva realizzato anche le cartoline di Cirié negli anni ’60.

E’ sempre stato protagonista della vita sociale e culturale cittadina. La sua morte ha suscitato un vasto cordoglio nella comunità locale.

 

Una App per aiutare i più fragili. Innovazione tecnologica e volontariato 

Arriva anche a Torino l’App “IBO MiAiuta”, lanciata da IBO Italia ODV-ETS e MiAiuta Srl, per agevolare i volontari nell’espletamento di diversi servizi a domicilio per i cittadini non autosufficienti o temporaneamente in isolamento. Un’attività pensata per i più fragili, che aiuta a non far sentire sole le persone oltre che ad affrontare l’emergenza da Covid 19.

La piattaforma sviluppata da MiAiuta permette l’incontro tra domanda di servizi da parte di richiedenti (caregiver) e beneficiari – soggetti in situazioni di fragilità, con problemi di mobilità o di altra natura – e offerta di servizi da parte di organizzazioni, volontari ed esercizi commerciali. Un sistema estremamente facile e intuitivo, utilizzabile anche dai più anziani o di chi si prende cura di loro, per poter richiedere, in massima sicurezza, servizi a domicilio anche durante la quarantena. I servizi, che vanno da servizi a domicilio più semplici, come la consegna della spesa e dei farmaci, a servizi più innovativi  come il supporto telefonico e/o da remoto per l’attivazione dello SPID o del fascicolo elettronico. I servizi  vengono forniti con personale volontario coordinato da IBO Italia, nell’ambito del  progetto “Time to Care” promosso dal Ministero per le Politiche Giovanili e dal Ministero per le Politiche della Famiglia che mira  a non lasciare sole le persone in stato di vulnerabilità, soprattutto non autosufficienti come anziani e disabili.
MiAiuta Srl è una startup innovativa che ha sviluppato, con il supporto di Impronta Group Srl, un innovativo servizio informatico a supporto degli operatori del terzo settore. Con questo progetto MiAiuta Srl ha vinto “Startup per Milano 2020” promosso dal Comune di Milano; il bando, finanziato con il Fondo di Mutuo Soccorso, dedicato alle startup innovative capaci di contribuire alle strategie di adattamento alla crisi Covid 19.
IBO Italia ODV-ETS è un’associazione di volontariato e ONG, impegnata da oltre 60 anni, nel campo della cooperazione internazionale e del volontariato in Italia e nel Mondo, presente a Torino con un gruppo di volontari. IBO Italia coinvolge centinaia di giovani in percorsi di volontariato ed esperienze di condivisione per promuovere impegno sociale, partecipazione e responsabilità civile. Gli interventi di IBO Italia sono legati a educazione, istruzione e formazione ed hanno come finalità: la promozione del volontariato come esperienza di crescita e di inclusione sociale, la creazione di percorsi di formazione su cittadinanza attiva e globale, la diffusione di pratiche di partecipazione e sensibilizzazione nei confronti della propria comunità.

Dall’incontro tra MiAiuta e IBO Italia è nata l’App “IBO Mi Aiuta”: un’innovativa piattaforma digitale che si basa su sofisticati algoritmi di funzionamento grazie ai quali i soggetti in stato di fragilità o le persone che le assistono possono ordinare diversi servizi assistenziali senza costi aggiuntivi e i volontari possono espletare i servizi richiesti con maggiore facilità.

Tramite “IBO MiAiuta” i richiedenti possono ordinare la spesa per sé stessi o per persone a loro care (beneficiari) o richiedere altri servizi di prima necessità per poi affidarsi ai volontari, che completeranno e consegneranno la spesa e forniranno i servizi a domicilio. Il tutto nella massima sicurezza.

I servizi presenti in App sono: Spesa – Farmacia – Trasporto – Pagamento bollette – Attivazione servizi online e nello specifico SPID, Fascicolo Elettronico e ricette mediche – Assistenza telefonica e/o da remoto.

Il servizio è totalmente gratuito. Chi vorrà potrà donare un contributo su base volontaria al momento della creazione dell’ordine. Tali contributi verranno devoluti a IBO Italia ODV-ETS per sostenere le spese di coordinamento e formazione dei volontari che rendono possibile queste attività.

La fase di lancio dell’App prevede un’intensa attività di coinvolgimento e formazione rivolta ai i giovani volontari già aderenti al circuito IBO Italia e a giovani interessati al volontariato. L’App, inizialmente, sarà attiva in 15 province italiane (Ferrara, Parma, Bologna, Piacenza, Rimini, Milano, Bergamo, Torino,Treviso, Pisa, Roma, Napoli, Bari, Catania, Crotone) e coinvolgerà 78 volontari. L’obiettivo è quello di diffondere l’utilizzo dell’App su tutto il territorio nazionale e non solo e di aumentare sempre più aderenti e servizi offerti per creare sinergie positive tra persone in stato di bisogno e volontari.

L’App “IBO MiAiuta” è già presente negli store “App Store” di Apple e “Google Play Store” ed è scaricabile su tutti i dispositivi mobile.

Per saperne di più: www.iboitalia.org – www.miaiuta.com

Per ulteriori informazioni:
IBO Italia ODV-ETS
Scrivi al GRUPPO IBO TORINO : Ibotorino@iboitalia.org

 Rapinano un minore Individuati ed arrestati

La scorsa domenica pomeriggio, i poliziotti del Comm.to Centro sono intervenuti nel quartiere  San Donato, ove un passante segnalava una violenta aggressione ad opera di un gruppo di 4 persone nei confronti di un altro ragazzo. Gli agenti, intervenuti con tempestività, sono riusciti a identificare gli autori del fatto ed a ricostruire la dinamica degli eventi: la vittima, un ragazzo italiano minorenne, quel pomeriggio aveva effettuato un passeggiata insieme ad un amico nella zona di corso Francia all’altezza della fermata della metropolitana “Racconigi”. Terminata la passeggiata, i due amici si dividevano. Dopo alcuni secondi comparivano tre sconosciuti vestiti di nero e travisati con un passamontagna, uno dei quali armato di coltello: circondavano il ragazzo e dopo averlo colpito con calci e pugni, lo rapinavano di un borsello al cui interno custodiva una felpa di marca, sfilandogli anche il cappellino che aveva indosso. L’intervento di un passante metteva fine alle violenze e permetteva alle forze dell’ordine di intercettare il gruppo prima che si disperdesse. Gli investigatori acclaravano che l’aggressione era e stata programmata con la complicità dell’amico della vittima per una sorta di ripicca nei confronti del ragazzo per presunti torti del passato. I quattro ragazzi, tutti minorenni, sono stati arrestati per rapina in concorso  aggravata dall’uso del coltello e dal travisamento e posti ai domiciliari.

Barriera Milano, quattro latitanti vanno in carcere

Sono 4 le persone ricercate individuate ed arrestate, in ottemperanza ai provvedimenti emessi nei loro confronti dalla Procura della Repubblica di Torino, dai poliziotti del Comm.to Barriera Milano nelle ultime ore.

Una di esse, un cittadino italiano di 52 anni,  è stato rintracciato durante un controllo all’interno di un bar: l’uomo sconterà oltre 3 anni e mezzo di carcere per un cumulo di pene.

Gli altri arresti riguardano  due cittadini marocchini di 33 e 36 anni ed un cinquantenne italiano, già sottoposto a misura cautelare, nei confronti del quale è stata emessa la misura, più grave, della detenzione in carcere.

Torino ha il suo nuovo arcivescovo, Roberto Repole: “Vicinanza a malati, poveri ed emarginati “

Don Roberto Repole, 55 anni, è il vescovo eletto dell’arcidiocesi di Torino e della diocesi di Susa.

 

A darne l’annuncio oggi sabato 19 febbraio presso il Santuario della Consolata a Torino, è stato l’arcivescovo mons. Cesare Nosiglia, alla guida della Diocesi di Torino dal 2010 e amministratore apostolico di Susa dal 2019.


Di seguito il saluto di don Repole in occasione del suo insediamento 

«Carissime sorelle e carissimi fratelli, tutti: religiose e religiosi, laiche e lai-ci, diaconi e presbiteri.

Come potete anche solo immaginare, ho il cuore colmo di emozione e all’interno c’è un guazzabuglio di sentimenti. Vi è certamente una profonda e intensa gratitudine al Signore, che mi invita ancora una volta e in maniera sempre più radicale alla sua sequela e al dono di me; e al carissimo papa Francesco, che mi ha scelto con un atto di grandissima fiducia. Ma confesso anche che in questi giorni ho dovuto combattere con l’ansia, sempre frutto del Nemico quando ci separa da Cristo e dai fratelli e ci fa sentire soli.

Al di sotto però delle onde di superficie, se scendo nel profondo, laddove lo Spirito Santo mi abita, trovo una pace profonda.

Mi consolano in particolare tre cose.

La prima è che io sono certo di non aver mai cercato in alcun modo un ministero come quello che oggi mi viene affidato. Ho avuto la grazia in questi anni di avere tantissimi contatti, che mi hanno arricchito nel mio percorso teologico e nella mia vita di fede. Ma ho sempre incontrato le persone per quello che erano, senza secondi fini. E per questo, la mia nomina ad arcivescovo di Torino e vescovo di Susa era umanamente del tutto imprevedibile. Non può essere opera semplicisticamente umana. Nella fede la leggo come l’opera della fantasia e dell’estro dello Spirito. E vivo allora sicuro che come la mano di Dio non mi ha mai abbandonato in questi anni e come, anzi, la sua presenza si è fatta con il tempo sempre più intensa, così continuerà ad affiancare i miei passi. Sono con Lui; e questo è anche ciò che desidero sempre di più, quello che più davvero mi interessa nella vita.

E poi ho la grande grazia di dover servire due Chiese che conosco, pur in modo evidentemente diverso. E anche voi conoscete me, con i doni che il Signore ha voluto farmi nella sua immensa bontà e con i miei limiti. La Chiesa di Torino è la mia Chiesa, tanto amata. È qui che ho ricevuto il dono più bello di tutti, quello della fede, quello della compagnia di Cristo. Penso con profonda gratitudine a tutte le sorelle e i fratelli che sono stati e sono per me la testimonianza di Cristo vivente e del suo amore. Penso a voi, con i quali camminiamo insieme; e penso a quelli che sono già nel Signore. Ci sono anche loro, anche oggi, qui. Gabriel Marcel faceva dire ad un personaggio del suo teatro che se il mondo fosse abitato solo da quelli che noi consideriamo i viventi, l’aria sarebbe semplicemente irrespirabile. Questo è particolarmente vero per la Chiesa. La Chiesa di Susa ho avuto modo di conoscerla, invece, soprattutto attraverso diversi incontri di formazione e di ritiro dei preti. Ne ho sempre raccolto la sensazione di una comunità in cui, con semplicità, si serve il Signore e ci si vuole bene.

Ecco, mi consola sapere che lo Spirito è già potentemente all’opera e la Chiesa c’è già. Io vi svolgerò un ministero e offrirò quello che umanamente potrò dare. Ma ci saranno altri ministeri e soprattutto ci saremo tutti noi, una cosa sola in Cristo. Le Chiese di Torino e di Susa non hanno solo un glorioso passato, hanno un presente, dove Dio è all’opera perché il Vangelo raggiunga davvero tutti; e per questo, tale presente può essere persino stimolante e avvincente.

Mi consola, infine, sapere che come cristiani non siamo certamente una potenza, né dobbiamo esserlo. Non abbiamo da offrire a queste nostre città nulla di tutto ciò che esse possono trovare già altrove e in abbondanza. Possiamo offrire, però, quello che nella nostra povertà Cristo ha deposto e depone continuamente in noi: la straripante bellezza del Vangelo, che può generare senso di vita per i più giovani, sollievo e compagnia per i più anziani, vicinanza e cura per i malati, accoglienza ospitale per tutti i poveri e gli emarginati.

Con questi sentimenti, ringrazio ancora di cuore il Santo Padre, e ringrazio l’arcivescovo Cesare Nosiglia, per tutto l’impegno che ha profuso e quello che ancora deve offrire per qualche mese (senza mettere limiti per il prosieguo). Ci affidiamo tutti alla Vergine Consolata, perché continui a suggerirci quello che Cristo ci chiede.

Vi voglio bene, confido tantissimo nel vostro bene e nella misericordia che ci useremo gli uni gli altri.

Ringrazio sin d’ora le Autorità civili e militari, confidando in una buona collaborazione. Sicuramente avremo modo nei prossimi mesi di incontrarci e di iniziare un dialogo proficuo.

Mi scuso sin da adesso con i giornalisti presenti, se non aggiungo altro a questo saluto. Avremo modo di incontrarci in un clima più calmo rispetto alle emozioni di questi giorni e poterci così parlare. Grazie di cuore!».

CENNI BIOGRAFICI di don Repole

Don Roberto Repole è nato a Torino il 29 gennaio 1967 ed è stato ordinato nella Diocesi torinese il 13 giugno 1992; è docente di teologia sistematica (in particolare ecclesiologia e ministero ordinato) presso la Facoltà Teologica dell’Italia settentrionale-sezione di Torino, l’Istituto superiore di scienze religiose e il Biennio di specializzazione in teologia morale speciale, e alla Licenza nella sede centrale di Milano. È attualmente direttore della sezione parallela di Torino della Facoltà Teologica dell’Italia settentrionale.

Ha conseguito la maturità classica presso il liceo Valsalice di Torino (1986), il baccalaureato in teologia presso la Facoltà di Torino (1992), la licenza (1998) e il dottorato in teologia sistematica (2001) presso la pontificia Università Gregoriana in Roma.

È stato presidente dell’Associazione Teologica Italiana dal 2011 al 2019.

Collabora con numerose riviste scientifiche. Ha firmato e curato decine di monografie, saggi, articoli, voci enciclopediche e libri

 

Al Lingotto l’addio allo storico titolare di bar

E’ morto a 77 anni, a Torino, Gianni Squintone, noto gestore di locali torinesi e di Entracque.  Il suo bar, il «Gran Viver», era molto noto negli anni 80. Con la moglie aveva anche gestiti a Torino il bar del Circolo della Stampa, e un altro bar in zona Lingotto, oltre a una torrefazione vicino a Porta Nuova. I funerali oggi alle 11,30, nella chiesa del Lingotto.

La violenza va sempre condannata e repressa

IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni

La violenza è tornata.  Gli studenti hanno ritrovato la grinta sessantottina e settantasettina.

Il prof. Quaglieni

Non vogliono fare gli scritti alla maturità, lo urlano nei megafoni. Bloccano il centro cittadino,  assaltano l’Unione Industriale, ingaggiando scontri con le Forze dell’Ordine che contano molti feriti. E questi sarebbero gli studenti vittime della dad che sfogano il loro disagio, occupando “pacificamente” le scuole? Adesso che potrebbero frequentarle con una certa sicurezza vanificano il diritto allo studio, scendendo al livello dello scontro fisico. E’ un  film che la mia generazione ha già visto e che ha nutrito il terrorismo. Non sono gli angioletti picchiati dai manganelli che tanta indignazione hanno provocato nell’ intellighentia balorda reduce del ‘68 barricadero e spesso animato da agiati figli di pap. L’interruzione delle lezioni con l’occupazione delle scuole e’ un reato penalmente rilevante. Occorre ripristinare la legalità violata e i docenti e persino i presidi che sono solidali con certi studenti, sono volgari complici che si rivelano indegni di essere considerati degli educatori. Dovremmo scendere in piazza noi  “adulti e vaccinati“ a protestare dopo due anni di arresti domiciliari che hanno rubato la nostra vita e impedito le nostre attività.  Non lo facciamo e non lo faremo perché noi poniamo prima di tutto la parola dovere rispetto a diritti che sovente sono solo desideri spesso in contrasto con gli interessi della collettività nazionale. Anche i genitori dovrebbero tornare genitori non asserviti al volere dei propri figli capricciosi e viziati. In questo modo si distrugge la democrazia e si rovinano i giovani a cui va insegnato il dovere di essere buoni cittadini che, in momenti gravi come quelli della pandemia, debbono dimostrare di essere responsabili. Non sono maturi non perche‘ non sanno affrontare le prove scritte agli esami,  ma sono immaturi perché si comportano in modo irresponsabile. E per questo andrebbero bocciati. Il vecchio e saggio Giolitti che consentì ai lavoratori di scioperare pacificamente, avrebbe detto “Tornate a studiare“, come urlo‘ agli studenti torinesi che manifestavano nel 1911 per Tripoli italiana. Oggi abbiamo dei politici debosciati che come i loro colleghi nel ‘68, strizzano l’occhio ai contestatori. Questo clima di violenza e’ intollerabile e va ripristinato l’ordine. Altrimenti si uccide anche la libertà e la democrazia. Sub lege libertas. Questa è la strada indicata dalla nostra Costituzione che regola i rapporti tra Stato e cittadini. Ogni altra strada significa viltà e tradimento dei più elementari valori educativi.