ASSOCIAZIONE ADELAIDE AGLIETTA

Pillola del giorno dopo. Radicali: Per Giaccone le donne sono delle irresponsabili. Anche quando votano?

AGLIETTA RADICALI“Ci chiediamo se la scarsa considerazione che il dr. Giaccone mostra nei confronti del genere femminile in questo caso, sia la stessa che ha quando chiede il voto alle donne per le sue liste”

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

In merito alle dichiarazioni di Mario Giaccone, presidente dell’Ordine dei Farmacisti della Provincia di Torino nonché leader delle liste civiche piemontesi di centro sinistra: «Non essendoci ricetta, in linea teorica una donna potrebbe acquistare e assumere la pillola più volte la settimana, addirittura tenersela in borsetta» riportate oggi nell’articolo della Stampa a pag. 14 “Pillola del giorno dopo, in farmacia la ricetta non è più necessaria“, a firma Noemi Penna, le coordinatrici dell’Associazione radicale Adelaide Aglietta, Silvja Manzi e Laura Botti, dichiarano: 

«Secondo Mario Giaccone le donne sono così inette da prendere la pillola del giorno dopo come se fosse ‘Zigulì’.  Per sua informazione proprio nella “borsetta” va tenuta la pillola del giorno dopo che, essendo un contraccettivo d’emergenza, va presa proprio in caso di … emergenza. E non in linea teorica. Ma al più presto e senza ostacoli inutili dopo un rapporto a rischio. Proprio per evitare una gravidanza indesiderata e un altrettanto indesiderato eventuale aborto.

Ci chiediamo se la scarsa considerazione che il dr. Giaccone mostra nei confronti del genere femminile in questo caso, sia la stessa che ha quando chiede il voto alle donne per le sue liste. Ci pensino, soprattutto, le donne che intendono candidarsi per la sua lista.Per quanto riguarda, invece, l’articolo della Stampa, ha dell’incredibile che non sia nemmeno citata la parola ‘radicali’. Non possiamo riportare la mole di comunicati e iniziative fatti dal 2000 – qualche centinaia! – per mancanza di spazio. Per curiosità giornalistica si guardi il sito www.associazioneaglietta.it»

Più luci che ombre nelle carceri piemontesi

CARCERE SBARRE

Ribadita la necessità di creare occasioni d’inserimento nel mondo dell’istruzione e del lavoro a fini rieducativi e per abbattere i rischi di recidiva

 

A circa due anni dalla pubblicazione della sentenza “Torreggiani” da parte della Corte europea dei diritti dell’uomo, i numeri dimostrano inequivocabilmente che anche in Piemonte si è posto fine allo storico sovraffollamento delle strutture detentive. È uno dei dati più significativi emersi nel corso della conferenza stampa convocata lunedì 3 agosto a Palazzo Lascaris dall’Associazione radicale Adelaide Aglietta per fare il punto sulle visite ispettive – realizzate in collaborazione con i consiglieri regionali Gabriele Molinari (Pd) e Marco Grimaldi (Sel) – nelle strutture carcerarie di Cuneo, Torino, Vercelli, Asti e Alessandria.

 

Con il consigliere Molinari – che ha sottolineato come l’Assemblea regionale sia da sempre sensibile ai temi e ai problemi legati agli istituti di pena, grazie soprattutto all’attività del Garante regionale dei detenuti, e sia disposta a collaborare con le associazioni impegnate sul territorio – sono intervenuti Marco Del Ciello dell’Associazione Aglietta, Federico Dolce dell’Associazione torinese “È possibile” ed Eleonora Bechis di Alternativa libera.

 

Pur evidenziando diversi dati positivi, come l’impiego di trenta detenuti dell’Istituto Lorusso e Cutugno per la manutenzione delle aree verdi del Comune di Torino e l’inaugurazione dell’Icam, la struttura dedicata alle mamme detenute, è stata più volte ribadita la necessità di creare occasioni d’inserimento nel mondo dell’istruzione e del lavoro a fini rieducativi e per abbattere i rischi di recidiva.

 

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