ARTE- Pagina 67

“Emozioni d’Artista”. Collettiva a venti a “La Conchiglia” di Torino

 

Fino al 4 ottobre

Sono venti gli artisti – pittori e scultori di varia estrazione, tendenza e scrittura narrativa – assemblati nella vasta esposizione di opere (un’ottantina) accolte, in riapertura della nuova stagione espositiva, alla galleria d’arte “La Conchiglia” di via Zumaglia 13 bis a Torino, fino al prossimo 4 ottobre.

Collettiva di ampio respiro perfettamente fedele al titolo di presentazione (“Emozioni d’Artista”) e curata da Elio Rabbione, in collaborazione con l’Associazione “Amici di Palazzo Lomellini”di Carmagnola, la mostra vuole anche presentarsi come omaggio (doveroso!) agli 87 anni di recente compiuti dal grande Bruno Molinaro, i cui dipinti fanno da corposa entréealla collettiva. Rossi, gialli, bianchi, cespugli di fiori, distese di papaveri, macchie di glicine o angoli suggestivi di piccoli mercati: Molinaro gioca serioso fra fantasia e realtà creando con libero vigore sorprendenti mondi naturali affidati in toto alla forza e alla meravigliosa creatività di materia e colore Originali, di certosina, maniacale manualità (nell’intagliare, nel sovrapporre “legno a legno”, ritagli e profili di scarto) sono invece le sculture– architetture di Pippo Leocata.

 

In esse troviamo la classicità delle “cariatidi”, della “nike alata” e di “guerrieri a cavallo” magicamente scesi, a secoli di distanza e Fidia permettendo, dal cantiere del Partenone e così vicini ai mitici guerrieri in armi liberatori dell’Adrano (Adranon) di Pippo dalla dominazione siracusana. Di silenziosi e suggestivi paesaggi d’Africa, del deserto sahariano, con alte dune e carovane, cammelli e cammellieri dalle lunghe irreali ombre, ci parla poi  Guido Mannini, ultimamente attratto dal mistero di più intimi giochi astratti, al pari delle sculture e delle estrose armonie cromatiche di Giuseppe Manolio, seguite dalle geometrie (che bello “Forma e ruggine”, olio su lamiera del 2018!) di Paolo Pirrone. E, a seguire, i ricordi appesi al filo del tempo nelle “stanze vuote” di Eleonora Tranfo, dov’è la polvere a dominare vecchi pavimenti piastrellati, logori abiti appesi, pile di libri dimenticati a terra e sedie e assi abbandonati. Desolazione che sa di amara poesia. Tutt’altro rispetto alle luminose assolate, azzurro-vita bianchi travolgenti e verdastri marini, “giornate al mare” di Giacome Sampieri, dov’è trionfo di varia umanità in costume, borse a tracolla, asciugamani stesi sulla sabbia e ombrelloni aperti o chiusi e perfino la “vù cumprà” con vari cappelli (da rifilare o da far argine al sole) infilati in testa.

 

Dai  “Grandi caldi” ai “Grandi freddi”, di natura colta nelle proprie estreme variazioni climatiche ci parla anche Gian (Giancarlo) Laurenti. Ed è natura che invita a riflessioni. Le più varie. Ciascuno cerchi la sua. Per restare in tema, l’invito è di spostare lo sguardo alle larghe corpose campagne astigiane fermate da Claudio Fassio sotto la neve. Così come ai trasparenti acquerelli torinesi di Ines Daniela Bertolini o agli omaggi floreali, fra oli ed acquerelli, inni alla “joie de vivre” di Adelma Mapelli. Universi immaginifici trasfigurati e trasfiguranti, collocati in improbabili spazi dai forti colori accesi e inquietanti dominano, a seguire, le tele di Gabriella Malfatti che, pur in un linguaggio assolutamente personale, pare strizzare l’occhio ad un’onirica avvolgente gestualità d’impronta informale. La stessa, senza mezzi termini dichiarata, delle grumose policrome tavole di Martino Bissacco cui si contrappongono la narrazione astratta (di derivazione per certi versi futurista) dell’“aristocratica”pittura di Luciana Penna, così come i “vetri dipinti a gran fuoco” di Marina Monzeglio.

Magnifiche le donne- artiste celebrate da Andreina Bertolini e resuscitate dall’oblio “imposto” loro dai “grandi”: da Francoise Gilot (compagna di Picasso e l’unica donna ad aver avuto l’ardire di lasciare il Maestro e il suo “enorme ego”) alla giapponese Ya Yoi Kusama con i suoi “pois le zucche e il manicomio” dove Kusama vive dal ’77 per scelta personale. Deliziose altresì le bimbe, da favola felice, dipinte dallo scomparso Giacomo Gulloinsieme ai loro inseparabili fenicotteri rosa. Mistero e poesia, invece, nel volto femminile di rinascimentale bellezza che s’affaccia dalla cortina di pianeti sconosciuti o nelle calviniane“Città invisibili” di Angela Betta Casale. E, in chiusura, i fantasiosi immaginifici boschi e “pesci volanti” di Antonio Presti, contrapposti alla grezza impeccabile realtà scultorea di Maurizio Rinaudo, artefice di classici nudi femminili e di “rocciosi” busti, tormentati nel bronzo e concepiti fra sacro e laico. Autentiche, per l’appunto, “emozioni d’artista”.

Gianni Milani

“Emozioni d’Artista”

Galleria d’arte “La Conchiglia”, via Zumaglia 13 bis, Torino; tel. 011/6991415 o www.laconchiglia-to.com

Fino al 4 ottobre

Orari: dal mart. al ven. 15/19; sab. 10/12 – 15/19

Nelle foto:

–       Bruno Molinaro: “Mercato dei fiori di Nizza” olio su tela, 2011

–       Pippo Leocata: “Parata Cavalieri – Fidia, Partenone”, legni pallet recupero, 2022

–       Giacomo Sampieri: “Una giornata al mare”, olio su tela, 2022

–       Adelma Mapelli: “Nello stagno”, acquerello, 2011

 

 

Cosmofonie stellari a ritmo di Jazz

Domenica 18 settembre presso la chiesetta di San Luigi nel belvedere di Cantavenna, da cui si gode uno spettacolare panorama del Monferrato, si è svolto un incontro altamente culturale all’insegna dell’unione di musica e pittura.

Protagonista è stato il grande e bellissimo dipinto del famoso artista Rosario Tornatore dal titolo “Cosmofonie stellari”.

Dopo l’introduzione di Pasquino Sterza, presidente dell’Associazione J love Cantavenna, il critico d’arte Giuliana Romano Bussola ha sottolineato come le due discipline artistiche abbiano affinità e spesso si influenzino vicendevolmente.

La presenza di Rosario Tornatore è stata accolta da un folto pubblico che l’ha lungamente applaudito non appena l’opera è stata scoperta e, resa visibile, ha irradiato l’atmosfera di sprazzi luminosi.

Nato in Sicilia ad Aci Reale, l’artista ora vive in Monferrato dove, dopo anni trascorsi in importanti centri ottenendo successo internazionale, ha sentito la necessità di uscire dal clamore per dedicarsi alla meditazione e ad una continua sperimentazione senza distrazione.

E’ giunto in tal modo ad una assoluta perfezione grazie ad una indissolubile unione di idea e tecnica che non sempre si riscontra nell’arte contemporanea.

Giuliana Romano Bussola l’ha definito “Grande artista alla inesausta ricerca della Bellezza, pittore della armonia del cosmo infondendo nelle proprie opere un andamento musicale. Il suo singolare astrattismo è qualcosa di assolutamente nuovo, vero punto di riferimento che avvia a soluzioni mai viste. Non si fa emulo di Mondrian o Kandinskj ma crea uno stile che, attraverso linea, luce colore, suggerisce figurazioni che misteriosamente diventano forma  di mondi invisibili ma resi possibili sorgendo dalle proprie visioni interiori.”

Hanno concluso la serata, in modo entusiasmante, i due componenti di una prestigiosa formazione jazzistica americana Alessandro Fadini pianista e compositore monferrino vivente a New York e il sassofonista Josiah Boornaziane, improvvisando musicalmente le emozioni scaturite dalla visione del dipinto.

Elena Varaldo. L’artista fra poesia e comicità

Un’esigenza naturale quella di esprimere se stessi attraverso l’arte. La poesia, mezzo che per eccellenza conferisce voce ai sentimentitorna con tutta la sua potenza ad occupare la scena artistica mondiale evolvendosi ma traendo forza dalle radici del passato.

In un’epoca in cui tutto è molto diverso dai giorni de “Il cinque maggio” le rime oggi han ceduto il passo ad una poesia più prosaica e meno schematica.

Esempio di quest’evoluzione è la scrittrice Elena Varaldo, responsabile in Piemonte dell’associazione culturale Rinascimento Poetico fondata da Paolo Gambi. Un movimento che vede attivi moltissimi giovani impegnati nella divulgazione culturale in ogni comune italiano e non solo.

Con uno stile pungente e a tratti perforante, la poetica dell’autrice riesce a consegnare ai lettori emozioni comuni attraversoimmagini surreali.  

“Su un passaporto, per esempio, ci si può grigliare una bistecca”scrive l’autrice.

Versi lontani dai toni aulici della poesia classica di D’Annunzio e lontanissimi dal tumbrl dei social media dove vige il concetto – Deve star bene sulla maglietta-

La sua ultima pubblicazione “All’ordine del giorno” descriveuna riunione condominiale dove ogni inquilino è parte della medesima personalità.

 

 

In questo condominio non si è mai d’accordo su nulla.

la facciata da rifare

l’ascensore

i sentimenti che bramo

che uccido

che rifuggo

l’inquilino del quinto piano urla

l’altro brandisce cucchiai

l’altro minaccia di camparsi giù

 

Chi lancia frigoriferi

chi culla neonati

chi telefona alla polizia

e chi racconta

le indicibili complessità

di un domicilio interdipendente, sovraffollato.

il problematicissimo plurale

della parola

io

 

Tema centrale: il conflitto e l’ambivalenza, in una silloge che vuole riprodurre in versi il bello ma complicato rapporto con se stessi. Organizzato in capitoli giunge al termine con la domanda

“Siete ancora convinti di appartenere ad un nome soltanto?

 

 

Definita dai colleghi “Artista poliedricaElena Varaldo comica per vocazione, è fondatrice del progetto Verità Brutte. Nuova frontiera del giornalismo sul web il cui slogan recita “Giuro di dire la verità, nient’altro che la verità”. Con provocazioni, luoghi comuni, cenni storici e personaggi stereotipati conquista il cuore e il sorriso dei follower senza rinunciare a diffondere pillole dicultura.

Un progetto in ascesa nato su tiktok che non  risparmierà sorprese.

 

Noi dunque come Elena promettiamo di dire la verità, nient’altro che la verità: Un personaggio dissacrante che sa senza dubbiolasciare il segno.

 

Carlo Magno e Carlo VIII tra le colline di Vezzolano

Carlo Magno e gli scheletri danzanti, Carlo VIII e la bagna càuda. Tutto ciò avveniva attorno e dentro l’Abbazia di Vezzolano, nel basso Monferrato astigiano, tra boschi, prati e vigneti.

Si tratta in gran parte di leggende, alcune delle quali sono interamente inventate mentre altri racconti riportano fatti veri o quasi. Per esempio, che ci faceva Carlo Magno sulle colline di Vezzolano dodici secoli fa? Nulla, perché non c’è mai stato ma la sua è comunque una leggenda suggestiva. La costruzione della chiesa romanica di Santa Maria di Vezzolano, canonica dell’Ordine di Sant’Agostino, che noi chiamiamo solitamente Abbazia, viene attribuita al re dei Franchi. Mentre cacciava nei boschi di Vezzolano insieme ad altri due cavalieri Carlo Magno fu colto da una terribile e orrenda visione: la danza di tre scheletri umani usciti all’improvviso da una tomba. Quale macabra apparizione! Il cavallo si spaventa, Carlo, colpito da un attacco epilettico cade a terra, la paura è grande. Un monaco assiste alla scena e invita il sovrano a chiedere aiuto alla Madonna per potersi riprendere dallo sgomento. Per ringraziare la Vergine, Carlo Magno ordina di innalzare una chiesa abbaziale proprio in quel luogo. Nel chiostro dell’abbazia c’è l’antico affresco trecentesco “del Contrasto dei tre vivi e dei tre morti” che sembra rievocare l’episodio leggendario di Carlo Magno. In realtà quando la chiesa canonica di Santa Maria di Vezzolano fu costruita intorno all’anno Mille (l’atto di fondazione risale al 1095), il sovrano era già morto da quasi tre secoli. Ma la leggenda, inventata nel Settecento, si è diffusa velocemente e viene ricordata ancora oggi. L’Abbazia di Vezzolano è stata vista anche da altri personaggi storici. Federico I Barbarossa, che nell’area tra Chieri e Asti distrusse città e paesi, prese la chiesa e il territorio circostante sotto la sua protezione. Lo Svevo fu infatti uno dei più importanti protettori dell’Abbazia ed è probabile che alcune opere interne siano state eseguite su incarico dello stesso imperatore. Come dimostra un’iscrizione sul pontile con il nome di Federico Imperatore il legame tra i canonici di Vezzolano e il Barbarossa furono sempre stretti e profondi. Sopra l’altare compare invece un trittico in terracotta con la Vergine in trono tra Carlo VIII, inginocchiato a sinistra, e, sul lato destro del dipinto, Sant’Agostino in abito da vescovo. Carlo VIII, re di Francia discese in Italia nel 1494-95 e si fermò per alcune settimane in Piemonte, ospite dei Solaro di Moncucco. È probabile, secondo le cronache del tempo, che non solo sia entrato nell’Abbazia ma, seduto nel refettorio insieme ai frati di Santa Maria, abbia mangiato perfino la bagna càuda preparata apposta per lui dai canonici. I documenti dell’epoca riportano la notizia che il sovrano, indebolito e affaticato, fu curato dai frati con le tradizionali erbe e con la bagna càuda senza aglio ma con il peperoncino piccante. Il Re guarì. A questo punto, una visita all’Abbazia, tra misteri e personaggi inquietanti, è più che consigliata. Orario di apertura: da giovedì a domenica ore 10.00 -18.00 (fino al 31 ottobre), ingresso gratuito, celebrazione della Messa domenica ore 17.00
Filippo Re
nelle foto  Chiesa canonica di Vezzolano, Contrasto dei tre vivi e dei tre morti, Trittico con Carlo VIII sopra l’altare

Due opere d’arte in occasione del Festival dell’Acqua

Fino al 23 settembre, in occasione del Festival dell’Acqua di Torino (in programma dal 21 al 23 settembre al Centro Congressi del Lingotto), saranno esposte due opere d’arte contemporanea che abbelliranno due piazze del centro città.

1) Il Rubinetto magico pop della fontana dei Giardini Sambuy in piazza Carlo Felice

Davanti alla stazione di Porta Nuova, al centro di piazza Carlo Felice, in corrispondenza dello zampillo della fontana dei Giardini Sambuy, inaugurata nel 1859 proprio per celebrare l’apertura dell’acquedotto pubblico di Torino, è stata installata l’opera pop “Rubinetto magico” di Vincenzo Cusumano.

2) La “Linfa vitale” in piazza CLN

La città, in occasione del Festival dell’Acqua, si arricchisce di una seconda opera d’arte, che tutti i torinesi potranno ammirare, anche di sera, illuminata, passeggiando per il Centro storico.

In piazza CLN, dove sorgono le due fontane, con le allegoriche statue neoclassiche di Umberto Baglioni che raffigurano il Po e la Dora, è installata la doppia opera di Luisa Valentini “Linfa Vitale”.

Due opere d’arte in occasione del Festival dell’Acqua

 

Torino ospita per la prima volta il Festival dell’Acqua, il principale appuntamento nazionale incentrato sui temi del servizio idrico. Giunto quest’anno alla sua settima edizione, il Festival dell’Acqua, che si terrà nelle sale del Centro Congressi del Lingotto dal 21 al 23 settembre, è ideato e promosso da Utilitalia, la Federazione delle imprese idriche, ambientali ed energetiche, che chiama a raccolta le oltre 450 aziende associate e tutti i soggetti che, a diverso titolo, si occupano dei servizi idrici e di pubblica utilità. L’edizione 2022 di Torino è organizzata in collaborazione con SMAT – Società Metropolitana Acque Torino, che si è direttamente occupata dell’installazione delle due opere d’arte, esposte fino al 23 settembre.

Sono 160 i relatori previsti per il festival, per una tre giorni di riflessioni e approfondimenti – 14 convegni tra sessioni plenarie ed eventi paralleli – con ospiti nazionali e internazionali per parlare di acqua, intesa come risorsa essenziale per la vita.


Il Festival dell’Acqua non sarà solamente un’occasione importante per addetti ai lavori, ma coinvolgerà anche la cittadinanza torinese con intrattenimenti, eventi artistici, culturali e sportivi, per approfondire il tema dell’acqua sotto varie angolature.

The World of Banksy – The Immersive Experience prorogata al 29 gennaio

Grande successo per la mostra The World of Banksy – The Immersive Experience che prolunga la data di apertura fino al 29 gennaio 2023 presso la stazione di Torino Porta Nuova

A grande richiesta, la mostra The World of Banksy – The Immersive Experience presso Torino Porta Nuova prolunga la data di apertura fino al 29 gennaio 2023. L’esposizione dello street artist di Bristol all’interno della meravigliosa Sala degli Stemmi della stazione si conferma un successo, con oltre 60.000 biglietti venduti.

Il percorso presenta oltre 100 opere che raccontano il mondo del misterioso artista britannico, famoso per affrontare con ironia temi politici e di denuncia sociale. Vicino ai più celebri capolavori quali “Flower Thrower” e “Girl with Balloon” che lo hanno reso famoso in tutto il mondo, trova spazio la speciale sezione video iBanksy in cui per la prima volta le opere più iconiche dell’artista diventano animate e narrano la storia e il messaggio sociale che ha impresso sui murales di tutto il mondo. Questa sezione permette allo spettatore di percepire le opere in modo diverso e rende accessibile il racconto anche ai più piccoli.

La mostra monografica The World of Banksy – The Immersive Experience a Torino Porta Nuova è un’esperienza unica: la stazione è uno dei luoghi che più rappresenta la street art e il linguaggio universale di Banksy, in grado di arrivare al cuore, ai pensieri e all’anima di tutte le persone nel mondo.

Monumenta Italiae, quattro incontri per il patrimonio

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19 settembre – 10 ottobre 2022 ore 18

 

Palazzo Madama – Sala Feste

Piazza Castello, Torino

Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica propone, dal 19 settembre al 10 ottobre 2022 alle ore 18, il ciclo di appuntamenti in museo Monumenta Italiae. Quattro incontri per un patrimonio.

 

L’iniziativa, a ingresso gratuito, organizzata in collaborazione con l’Associazione Amici della Biblioteca d’Arte dei Musei Civici di Torino – Fondazione Torino Musei, ha lo scopo di sensibilizzare la collettività sull’importanza e sul ruolo della Biblioteca d’Arte e dell’Archivio storico e fotografico dei Musei Civici di Torino. Le biblioteche e gli archivi sono una bussola per orientarsi nella complessità del nostro patrimonio culturale che non possiamo considerare per frammenti isolati. Senza le biblioteche, non solo i musei, ma tutta la nostra storia, fatta di oggetti, persone, luoghi, diventerebbe incomprensibile. Ne sono una prova tangibile i monumenti che popolano le nostre piazze e che raccontano momenti e personaggi della storia di una città, di una nazione, a cui prestiamo spesso scarsa attenzione, ma che nei rivolgimenti della storia o negli eventi della cronaca riprendono il loro valore simbolico e diventano a volte oggetto di contestazione e anche di distruzione. Solo gli strumenti della conoscenza, che ci offrono biblioteche e archivi, aiutandoci a comprendere e contestualizzare gli oggetti della storia, conservano la prospettiva del tempo.

Gli appuntamenti

 

19/09/2022 ore 18: L’archivio fotografico di Lorenzo Rovere ai Musei Civici Di Torino.  Casi di studio per la pittura piemontese tra Medioevo e Rinascimento, Savigliano, L’Artistica Editrice, 2022.

Con Simone Baiocco, Serena D’Italia, Jacopo Tanzi, autori del volume. Introduce: Gelsomina Spione, Dipartimento Studi Storici dell’Università di Torino. Modera: Giovanni Carlo Federico Villa, direttore di Palazzo Madama

La Biblioteca d’Arte e l’Archivio storico e fotografico dei Musei Civici di Torino conservano un materiale ricchissimo: è la base di partenza per conoscere la storia del patrimonio della città e le personalità (direttori, donatori, appassionati, studiosi) che quel patrimonio hanno tutelato, studiato, accresciuto e messo a disposizione della comunità. Il volume, il secondo della collana dei Quaderni dell’Associazione Amici della Biblioteca, mette a fuoco la figura di Lorenzo Rovere direttore dei Musei Civici torinesi (Galleria d’Arte Moderna e Museo d’Arte Antica) tra il 1920 e il 1929. La sua figura schiva, di studioso che non amava apparire, è rimasta finora poco nota, anche se le sue ricerche sono state molto importanti. I suoi libri, i suoi appunti e le sue fotografie sono entrati a far parte del patrimonio pubblico e costituiscono il nucleo storico dell’Archivio e della Biblioteca d’Arte dei Musei Civici torinesi.

26/09/2022 ore 18: Nettuno e Mercurio. Il volto di Trieste nell’800, Venezia, Marsilio, 2022.

Con Paolo Possamai, autore del volume. Modera: Giovanni Carlo Federico Villa, direttore di Palazzo Madama

Il volto urbano di una delle città tra le più affascinanti, atipiche e bizzarre, raccontato per la prima volta attraverso una narrazione mitologica e fotografie inedite realizzate da Fabrizio Giraldi e Manuela Schirra, per spiegare uno degli episodi urbani più significativi del neoclassicismo in Europa.

Che cosa racconta Trieste? La sua identità è rivendicata ogni dove sui palazzi dei mercanti e delle pubbliche istituzioni

3/10/2022 ore 18: Giù i monumenti? Una questione aperta, Torino, Einaudi, 2022.

Con Lisa Parola, autrice del volume.  Introduce: Gianluca Cuniberti, direttore del Dipartimento di Studi storici, professore ordinario di Storia antica, Università di Torino. Modera: Giovanni Carlo Federico Villa, direttore di Palazzo Madama

Stalin, Roosevelt, Saddam: i monumenti crollano. Quando la storia cambia direzione, le statue tornano ad avere voce. Una voce talmente forte che spinge a cancellare ciò che nel presente è ritenuto troppo doloroso. Una scelta che fa discutere. Oggi più che mai abbiamo cambiato il modo di guardare ai monumenti. Non più solo ricordo del passato ma anche informazione preziosa sul presente.

10/10/2022 ore 18: Statue d’Italia. I. Storia della statuaria commemorativa pubblica dal Risorgimento alla Grande Guerra, Cinisello Balsamo, Silvana Editoriale, 2022.
Con Renzo Villa e Giovanni Carlo Federico Villa, autori del volume

Il più grande museo italiano, diffuso su tutto il territorio nazionale. Un museo ai più ignoto, o indifferente; sovente trascurato, umiliato, trasferito; e però ancora conservato, restaurato, qualche volta ammirato. Un museo che, anno dopo anno, continua ad arricchirsi di nuove opere e di nuovi protagonisti. Siamo così abituati alla presenza dei monumenti che non li degniamo più di uno sguardo. È il destino dei monumenti commemorativi che caratterizzano, più di ogni altro, il nostro paese. Perché è l’Italia, con la sua esperienza monumentale, ad avere impostato un modello che poi tutto il mondo ha seguito.

Simone Baiocco, storico dell’arte e curatore, è conservatore per le arti dal XIV al XVI secolo a Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica. È stato direttore del Palazzo dei Musei di Varallo e professore a contratto di Museologia nell’Università del Piemonte Orientale. I suoi ambiti di ricerca prediletti sono legati alla cultura figurativa dell’area piemontese del tardo Gotico e del Rinascimento, temi cui sono dedicate in massima parte le sue pubblicazioni.

Serena D’Italia, storica dell’arte, si è formata presso l’Università degli Studi di Torino. I suoi ambiti di studio principali sono la pittura piemontese e lombarda tra Quattro e Seicento e la storia del collezionismo.

Jacopo Tanzi, storico dell’arte, ha studiato a Milano, Torino e Padova e si occupa di pittura rinascimentale. Ha scritto del Maestro di San Martino Alfieri, di Gaudenzio Ferrari e di Giacomo Rossignolo. Su quest’ultimo pittore sta preparando uno studio storico-critico.

 

Gelsomina Spione, insegna Storia dell’Arte Moderna presso l’Università degli Studi Torino. I suoi ambiti di ricerca sono la cultura figurativa piemontese e ligure, tra Seicento e Settecento.

 

Giornalista e storico, Paolo Possamai per 33 anni ha realizzato il proprio percorso professionale nel gruppo Espresso e poi Gedi. Ha diretto i quotidiani veneti il mattino di Padova, la tribuna di Treviso, Corriere delle Alpi, la Nuova di Venezia e Mestre, In precedenza Il Piccolo, storico quotidiano di Trieste. Per oltre venti anni è stato una delle principali firme del settimanale economico di la Repubblica (Affari&Finanza) e ha collaborato con La Stampa. Prima degli incarichi da direttore, era stato inviato speciale dell’allora gruppo Espresso. Dopo l’uscita da Gedi, si dedica a consulenze strategiche nella comunicazione d’impresa. Collaboratore del canale tv Rai Storia e di Rai Radio 3 per il programma Prima Pagina. Tra i suoi libri ricordiamo Nettuno e Mercurio. Il volto di Trieste nell’800 tra miti e simboli (Marsilio, 2022), Il Caffè Pedrocchi. La storia, le storie (Il Poligrafo, 2015), Caffè Pedrocchi (Skira, 2000), Guida ai luoghi e ai tesori del Santo (De Luca, 1995), Andrea Palladio e il Monte Santo di Vicenza (De Luca, 1994).

Lisa Parola, storica dell’arte. Ha curato progetti di arte pubblica, mostre, campagne fotografiche, workshop e conferenze promuovendo la relazione tra arte, territorio e cittadinanza. È socia fondatrice di a.titolo: un’organizzazione non profit attiva dal 1997 con lo scopo di indagare e sperimentare le potenzialità dell’arte contemporanea nell’ambito della sfera pubblica e sociale.  È stata tra i consulenti culturali per la candidatura di Matera Capitale della Cultura 2019. Negli anni ha inoltre collaborato con istituzioni quali la Fondazione Sardi per l’Arte, la Fondazione Merz e l’Università di Torino.

 

Renzo Villa, si è occupato di storia delle culture scientifiche (pionieristici i suoi studi su Lombroso e l’ideazione della mostra torinese La scienza e la colpa), di vicende mediche e psichiatriche (ultimo libro: Geel, la città dei matti), ma è anche autore di numerose pubblicazioni su aspetti di iconografia e cultura figurativa, oltre ad alcune biografie di artisti. Professore a riposo, è stato anche consulente editoriale e autore di diversi libri scolastici

Giovanni Carlo Federico Villa, Direttore di Palazzo Madama e professore presso le Università di Bergamo e di Udine, è stato componente del Consiglio Superiore per i Beni culturali e Paesaggistici e direttore onorario dei Musei Civici e Conservatoria Pubblici Monumenti di Vicenza. Ha curato numerosi progetti espositivi in Italia, tra cui quelli per le Scuderie del Quirinale di Roma, e all’estero. Autore di oltre trecento pubblicazioni scientifiche e monografie, numerose sono le sue presenze divulgative relative al patrimonio artistico nazionale sui principali canali radiotelevisivi italiani e stranieri.

 

 

 

Info: ingresso libero fino a esaurimento posti

Prenotazione facoltativa: t. 011 4429629 (da lunedì a venerdì, orario 9,30-13 e 14-16)

e-mail: madamadidattica@fondazionetorinomusei.it

 

Opera Viva Barriera di Milano, il Manifesto. Quinto appuntamento: “Fuzzy Smile”

Dell’artista Shoplifter (Hrafnhildur Arnardóttir)

Inaugurazione > Mercoledì 14 settembre, alle ore 18.30

Torino, Barriera di Milano, Piazza Bottesini

Mercoledì 14 settembre, alle ore 18.30 in piazza Bottesini a Torino, inaugura il quinto appuntamento di Opera Viva Barriera di Milano, il Manifesto, progetto ideato da Alessandro Bulgini e curato, per questa edizione dedicata all’arte islandese, dall’artista Jòn Gnarr.

Ad interpretare lo spazio pubblico di 6×3 metri che campeggia in piazza Bottesini, sarà l’opera Fuzzy Smile (2022) di Shoplifter (Hrafnhildur Arnardóttir), una delle principali artiste contemporanee islandesi che ha rappresentato l’Islanda alla Biennale di Venezia del 2019, conosciuta per le sue sculture e installazioni site specific contraddistinte da un umorismo delicato.

Quinta dei sei artisti islandesi che si alternano di mese in mese in Barriera di Milano, il lavoro di Shoplifter, che utilizza da sempre per le sue creazioni capelli sintetici, si ispira alla cultura pop, sia nella scelta del materiale che nel concetto. Per l’opera Fuzzy Smile l’artista ha osservato l’abbondanza di emoji e smiley che utilizziamo per esprimere noi stessi, i nostri sentimenti e le nostre intenzioni attraverso sms, social media e gli altri strumenti di comunicazione digitale.

Questi strumenti ci hanno permesso di liberarci dalla parola scritta – commenta l’artista – e sono una scorciatoia per andare dritti al punto. Il simbolo più significativo è la faccina gialla rotonda sorridente ora disponibile in una pletora apparentemente infinita di espressioni facciali per sostenere e semplificare la nostra comunicazione.

 

L’umorismo gioca un ruolo importante nel lavoro di Shoplifter e le faccine sono un modo giocoso per trasmettere un senso di spensieratezza. L’essenza della loro morbidezza è capricciosa e infantile, il senso di assurdità e di calore ricorda le immagini dei cartoni animati e delle marionette, solleticando la memoria del bambino che è in noi con la sua spensieratezza, la sua giocosità: un’ode alla pura gioia della comunicazione creativa sia nella vita che nell’arte.

L’immagine dell’artista ci trasferisce dunque un’affettività tangibile; la morbidezza, la tattilità di un peluche, del pelo di un cane, di un gatto, di un affetto vicino e tangibile riporta la virtualità alla fisicità donandoci conforto emotivo. Inserita nel contesto del quartiere che accoglie il progetto l’opera è ancor più significativa perché Barriera di Milano è il paese che pretende ancora l’umanizzarsi del virtuale, con il suo mercato all’aperto, la sua socialità prepotente, la sua praticità così vitale, così umana.

Opera Viva Barriera di Milano, il Manifesto proseguirà ai primi di ottobre con un’opera del curatore di quest’anno Jón Gnarr e si concluderà alla fine di ottobre con un’opera di Alessandro Bulgini. Il progetto artistico ha portato, dal 2015, in Barriera di Milano a Torino più di 40 artisti, italiani e stranieri, interpreti dello spazio pubblico di 6×3 metri (Cimasa 50530) in piazza Bottesini.

La straordinaria “Passione” di Bruegel diventa straordinaria e contemporanea “videoinstallazione” per “Art Site Fest”

Succede a Palazzo Madama da dove muove l’ottava edizione del Festival

Fino all’11 dicembre

“Brueghel Suite”, videoinstallazione di arte contemporanea, basata sul dipinto “La salita al Calvario” eseguita nel 1564 dall’olandese Pieter Brueghel, è sicuramente l’opera “top” dell’ottava edizione di “Art Site Fest”, iniziata lunedì 12 settembre per protrarsi fino all’11 dicembre fra Torino e varie località del Piemonte e che avrà il suo “momento clou” con l’edizione 2022 di “Artissima”, dal 4 al 6 novembre prossimi all’“Oval-Lingotto Fiere”. “Brueghel Suite”, già esposta alla 54° edizione della “Biennale di Venezia”, è a firma di Lech Majewski che ebbe a realizzarla durante le riprese del suo film “The mill and the cross”. In essa il regista ed artista polacco fa rivivere le oltre 150 figure rappresentate nel dipinto del meticolosissimo artista olandese, per portare lo spettatore all’interno del quadro. Mettendosi nei panni del pittore, per tre anni Majewski ha tessuto un enorme arazzo digitale, combinando tecniche diverse: blue screen, CG e “effetti 3D”, un “fondale 2D” dipinto su tela dal regista stesso, scene filmate in paesaggi simili a quelli dei dipinti di Bruegel, un lavoro minuzioso su prospettiva, fenomeni atmosferici e persone. Un lavoro di gigantesca straordinarietà. Che potrà essere visibile fino al prossimo lunedì 7 novembre, nel ligneo “Coro di Staffarda” a “Palazzo Madama”, notevole esempio di pregiata intagliatura (vicino per epoca, 1520 -30, al dipinto di Bruegel), in parte custodita, per volere di Carlo Alberto (1846) nella “Chiesa Parrocchiale” di Pollenzo e in parte depositata in “Palazzo Reale” e, nel 1871 per l’appunto, al “Museo Civico d’Arte Antica” di Torino. Antico e contemporaneo. A raffronto. L’uno specchio dell’altro. E l’impatto è magico per l’osservatore. “Racconti per giorni difficili” é il claim che accompagna l’immagine – guida di quest’edizione di “Art Site” dedicata al tema della narrazione, nelle sue molteplici espressioni. “Alle arti visive, com’è nella nostra tradizione, si affiancano infatti – sottolinea il direttore artistico Domenico M. Papa – il teatro, la danza, la musica, in un ricco programma che privilegia la sperimentazione e l’incontro tra ambiti disciplinari differenti. Una delle cifre caratteristiche del Festival è dunque il dialogo tra le discipline, con l’intenzione di offrire al pubblico un’esperienza il più possibile immersiva. Agli artisti è stato chiesto di elaborare progetti originali che si adattino ai luoghi nei quali sono ospitati, tenendo conto della dimensione narrativa del loro lavoro”. Dieci le sedi di questa ottava edizione: Castello di Govone, Castello di Moncalieri, Palazzo Madama, Museo Storico Reale Mutua, Museo Lavazza, Archivio di Stato di Torino, GAM, Principato di Lucedio (Vercelli), Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso , Cinema Teatro Maffei di Torino. Alcuni suggerimenti per il mese di settembre ( l’intero programma è consultabile su www.artsitefest.it ). All’ “Archivio di Stato” di piazza Castello 209 a Torino, la trevigiana di Carbonera Patrizia Polese, fra le artiste contemporanee di “fiber art” più rappresentative, presenta (il mercoledì dalle 14 alle 16 con visite guidate) l’installazione site-specific dal titolo “La sorgente”“Così come gli 83 chilometri di scaffalatura dell’istituzione – ancora Domenico M. Papa – raccontano la lunga storia della città e del Piemonte, il lavoro di Patrizia Polese svuota gli oggetti, come i libri, e li riempie di sinapsi, metafora del trasferimento delle informazioni interne al cervello, per evidenziare il legame sottile e invisibile che lega la storia e i corpi. Saranno presentati, inoltre, una serie di arazzi che rappresentano i legami che accomunano gli esseri umani e che attraversano le loro differenze”. Nel percorso è presente anche un video che esprime la volontà di raccontarsi e di ritrovarsi, dopo una situazione difficile che ha toccato l’intera umanità. A seguire, altro interessante appuntamento sabato prossimo 17 settembre (ore 18) nel cinquecentesco “Salone d’Onore” del Castello di Govone (Cuneo), dove andrà in scena la performance multimediale “Ballammo fino a morirne” su testo di Emma Costa. Si racconta di un’epidemia che si diffonde a Strasburgo nell’estate del 1518: d’improvviso, tante persone cominciano a udire una musica e a ballare, fino allo sfinimento, fino a non avere più forze. Fino a morirne. La voce di Eleni Molos (attrice torinese che avvia la sua carriera nel “Teatro dei Sensibili” di Guido Ceronetti) ci fa immergere in una magica atmosfera d’altri tempi, mentre le ballerine della compagnia di “Ritmi Sotterranei”, accompagnate dalla musica e dai visual di “Project-TO” (dove la musica elettronica incontra l’arte visiva), reinterpreteranno in una performance che unisce danza contemporanea, musica e live visual, questo racconto al confine tra storia e fantasia.

Per ulteriori info: www.artsitefes.it

Gianni Milani

Nelle foto:

–       Lech Majewski: Bruegel Suite” con l’attore Rutger Hauer

–       Immagine – guida “Art Site Fest”

–       Patrizia Polese: “La sorgente”

“PhotoAnsa 75. C’era una svolta”

A Courmayeur, in mostra gli storici scatti Ansa per celebrare i 75 anni dell’Agenzia giornalistica

Fino al 1° novembre

Courmayeur (Aosta)

Dal 1945 ad oggi. Dalla magia del bianco e nero alla realtà a colori – non meno magica se interpretata con acume e professionalità – di scatti che parlano un linguaggio a noi più vicino nel tempo.

Dal pranzo sontuoso al Quirinale per i 150 anni dell’Unità d’Italia alla triste mensa per gli orfani di guerra ospiti nel ‘46 di “Casa Savoia”; dal tripudio composto e neorealista di “bellezze” al sole di Anzio aspiranti Miss Mondo ’56 alla solitudine hopperiana dei giovani in attesa del treno alla stazione di Milano – Rogoredo, con quel gioco straordinario di luci e colori che fa a pugni con la “freddezza statica” dei personaggi. Sono in tutto 12 grandi composizioni fotografiche, in arrivo dall’“Archivio Ansa” quelle raccolte negli spazi della “Chiesa Evangelica Valdese”di Courmayeur, messe in mostra (“PhotoAnsa 75. C’era una svolta”) a ricordare i 75 anni di attività della principale Agenzia di informazione italiana, e primo di una serie di progetti espositivi che l’“Associazione Forte di Bard” curerà nell’ambito dell’accordo di collaborazione sottoscritto con il Comune di Courmayeur.

L’Ansa (oggi la prima Agenzia di informazione multimediale in Italia e fra le prime nel mondo; 22 sedi in Italia e 50 di corrispondenza in 5 continenti) ha celebrato i suoi 75 anni di attività nel 2020 con un grande progetto espositivo che racconta – attraverso una scelta fra le più significative immagini del suo immenso archivio fotografico – la storia, la società, gli stili di vita e i costumi degli italiani dal 1945 (anno di fondazione a Roma per succedere alla disciolta “Agenzia Stefani”) ad oggi e pone in dialogo l’Italia di ieri e quella di oggi. Come eravamo e come siamo. Gli scatti presentati, fino al 1° novembre prossimo, a Courmayeur sono proprio connessi ad alcuni dei temi che maggiormente documentano i cambiamenti intercorsi in oltre settant’anni di storia del Paese: il lavoro, l’informazione e il modo di accedere alle notizie, l’aspetto delle città teatro delle maggiori trasformazioni della società, la cultura e lo spettacolo, i viaggi e le vacanze, i giovani di ieri e di oggi sino ad arrivare agli strumenti che hanno rivoluzionato le nostre vite. “Siamo felici – sottolinea l’assessore alla Cultura, Istruzione e Politiche Sociali del Comune di Courmayeur, Alessia di Addariodi questa prima tappa che si inserisce nella recente collaborazione siglata con il Forte di Bard. Questa mostra apre le porte ad un nuovo spazio espositivo che offriamo al territorio grazie ad un accordo con la ‘Tavola Valdese’ di Aosta. Tale spazio, oggetto di interventi di manutenzione e di nuovi allestimenti, rappresenta un luogo storico, in centro al paese, che ci permetterà di promuovere iniziative culturali di ampio respiro come testimonia questa prima interessante esposizione”.

“Esposizione– commenta da parte sua la presidente del Forte di Bard, Ornella Baderyche risponde alla comune volontà di realizzare iniziative volte ad incrementare la visibilità delle due realtà attraverso progetti culturali di ampio respiro.  Non solo mostre ma anche conferenze ed appuntamenti che saranno calendarizzati di volta in volta in base alle opportunità che si verranno a creare”.

Gianni Milani

“PhotoAnsa 75. C’era una svolta”

Chiesa Evangelica Valdese, piazza Petigax 1, Courmayeur (Aosta)

Fino al 1° novembre. A ingresso libero

Orari:dal lun. alla dom. 10/19

Nelle foto (Archivio Ansa):

–       Le aspiranti al Concorso per Miss Mondo in attesa delle selezioni, Anzio, 1956

–       Giovani in attesa del treno alla stazione di Rogoredo, Milano 2019

–       Pranzo di gala al Quirinale per i 150 anni dell’Unità d’Italia, Roma, 2011

–       La mensa per gli orfani di guerra ospiti di “Casa Savoia”, Roma, 1946