ARTE- Pagina 63

Sette giovani fotografi europei in mostra a “Camera”

“On the Verge”

Sull’onda lunga di “Artissima” impazza a Torino il “Contemporaneo”.

Dal 4 novembre all’8 gennaio 2023

I grandi temi del nostro tempo, sviluppati in tre sezioni tematiche (“Sulla politica”, “Sull’uguaglianza di genere” e “Sull’ecologia”), sono al centro di “On the Verge” (“Nel limite”), la nuova mostra che “CAMERA-Centro Italiano per la Fotografia” di Torino propone all’interno della sua “Project Room” da venerdì 4 novembre a domenica 8 gennaio 2023. Oltre settanta le opere esposte realizzate da sette giovani fotografi selezionati all’interno del network europeo “FUTURES” (EPP – European Photography Platform), piattaforma di ricerca sulla fotografia contemporanea sostenuta dall’Unione Europea – focalizzata nella mappatura e supporto di autori emergenti oltre i confini nazionali – di cui “CAMERA” è l’unica rappresentante italiana in una rete di venti realtà europee.

 

I progetti esposti portano le firme degli irlandesi Cian Burke e Mark Duffy, delle francesi Pauline Hisbacq, Alice Palliot e del loro connazionale Ugo Woatzi, di Julia Klewaniec (Polonia) e dell’ungherese Daniel Szalai. Si tratta di scatti “a forte effetto” che raccontano storie personali e collettive riguardanti i conflitti, le lotte per l’uguaglianza di genere, la sostenibilità alimentare ed ecologica, l’ascesa di populismi e nazionalismi nel continente europeo. Allo stesso tempo, sotto l’aspetto estetico e linguistico, raccontano di esperienze fra le più innovative e rilevanti nell’attuale panorama fotografico europeo. “In questo senso la mostra – commenta il curatore Giangavino Pazzolaanzitutto interroga la contemporaneità, raccontando con le immagini le esperienze che maggiormente investono e condizionano l’Europa dopo la pandemia. Vivere il limite, la frontiera o il margine di ‘qualcosa’, sia essa una guerra, una lotta o una catastrofe naturale, ci permette di osservare il cuore pulsante della società e stabilire, così, un discorso sull’evoluzione odierna di quei valori di rispetto della libertà, della democrazia, dell’uguaglianza che fondano la collettività europea, ormai sempre più frammentata e disunita da virus, disuguaglianze e divari”.

 

“On the Verge” si inserisce all’interno del ricco programma dell’“Annual Event” proposto ogni anno da “FUTURES” e che quest’anno si terrà in Italia, proprio a  “CAMERA” a Torino, che , dal 4 al 6 novembre (nella tre giorni di “Artissima”), diventerà il quartier generale di un intenso calendario di attività che coinvolgerà, oltre a 100 giovani fotografi e artisti e 20 curatori, come gli artisti Laia Abril (Spagna), Tayio Onorato e Nico Krebs (Svizzera) e Max Pinckers (Belgio), insieme ai curatori Julija Reklaitė (Lituania, direttrice di “Rupert”, Vilnius) e Krzysztof Candrowicz (Polonia, curatore di “CICLO Biennal” in Porto, Portogallo) che saranno tutor del programma educativo riservato agli “artisti FUTURES” e protagonisti dei talk aperti al pubblico nel “Gymnasium” di “CAMERA”. A completare il programma di incontri sulla fotografia e l’immagine contemporanea, si terrà ad “Artissima” (Oval-Lingotto Fiere”) un appuntamento che vede come relatori Irene Fenara (artista), Salvatore Vitale (direttore artistico di “FUTURES”) oltre a Giangavino Pazzola (coordinatore del progetto e curatore di “CAMERA”) e Walter Guadagnini (direttore di “CAMERA”).

g.m.

“On the Verge”

“CAMERA-Centro Italiano per la Fotografia”, via delle Rosine 18; tel. 011/0881150 o www.camera.to

Dal 4 novembre all’8 gennaio 2023

Orari: lun. mart. merc. ven. sab. dom. 11/19 e giov. 11/21

Nelle foto:

–       Daniel Szalai: Calf Igloos”

–       Ugo Woatzi: “Camouflage”

–       Giangavino Pazzola

In occasione di “Artissima”, un progetto internazionale della “Fondazione Torino Musei”

“So will your voice vibrate”

 

Dal 4 novembre a marzo 2023

Giochi d’arte polimorfici. Intermediali. In cui sperimentazione e libera “bizzarria” artistica ti mettono insieme d’emblée immagini e suoni e concetti spesso totalmente privi della loro quotidiana concretezza, per assumere contorni lasciati liberi da ogni e qualsivoglia vincolo di “banale” realtà. Su queste corde, anche in occasione di “Artissima 2022”, che si terrà dal 4 al 6 novembre all’“Oval – Lingotto Fiere”, prosegue la collaborazione della “Fondazione Torino Musei” con quella che dal ’94 si presenta come la principale “Fiera d’Arte Contemporanea” in Italia. Per la sua 29^ edizione – la prima sotto la direzione di Luigi Fassi – infatti, “GAM”“MAO” e “Palazzo Madama” ospitano, nei giorni di “Artissima” e a seguire nei mesi successivi, “So will your voice vibrate” (“Così vibrerà la tua voce”), progetto che comprende due installazioni sonore, alla “GAM” con Riccardo Benassi(galleria “Zero…”, Milano) e al “MAO” con Charwei Tsai (galleria “mor charpentier”, Parigi, Bogotà) e una performance a “Palazzo Madama” di Darren Bader (galleria “Franco Noero”, Torino). Fino all’8 gennaio 2023, il cremonese (oggi residente a Berlino) Riccardo Benassivisual artist, ma anche figura chiave nella scena della musica underground europea – presenterà alla “GAM-Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea” di via Magenta 31, a Torino, l’opera “Poeticizzare il deserto invece di sapere dove termina”.Originariamente composta nel 2019, come colonna sonora temporanea dello “shopping mall/concept store” disegnato da Zaha Hadid per “City Life” a Milano, è ora rielaborata da Benassi in forma di scultura sonora la cui presenza, nello spazio della “GAM”, agisce attraverso la forza minimale di un segno grafico. “Benassi riconduce la traccia audio alla tipologia di suoni chiamata ‘Mallwave’ o ‘musica pensata per insinuarsi’, come un sottofondo quasi inavvertito, nel vuoto psicologico degli ascoltatori distratti dallo shopping, dalla necessità di spostarsi da un luogo all’altro, dai propri pensieri. Il dislocamento di quel vuoto nello spazio di un museo rivoluziona la vacuità del centro commerciale e dei cosiddetti ‘non-luoghi’ del contemporaneo, ne fa realmente la poesia di un deserto incastonato in un’architettura: una proiezione, o il miraggio, di uno spazio che non possiede un termine e forse neppure un tempo”. Fino al mese di marzo 2023, nei giardini del “MAO-Museo d’Arte Orientale” di via San Domenico 11, si potrà invece assistere alla videoinstallazione dell’artista taiwanese Charwei Tsai dal titolo “Ah!” o “Io sono con te”. Commissionata anni fa da “The Esplanade”, Centro per le Arti e lo Spettacolo di  Singapore,  il titolo risuona ancora oggi grazie al potere della sillaba tantrica “Āḥ”, l’ultima contenuta in “The Hundred-Syllable Mantra of Vajrasattva”, il mantra più importante per la scuola “Sakya”, o l’antica scuola prima della riforma “Gelupa” (setta riformata del “lamaismo” o “buddhismo tibetatano”) nel XVII secolo. “Il lavoro di Charwei è semplice: una modulazione del suono āḥ da parte di diverse voci che increspano la superficie dell’acqua su cui la stessa sillaba è scritta con l’inchiostro. Il gesto fragile del pennello che si posa sull’acqua, il suono che crea le onde sulla superficie (qui spazio su cui scrivere), tutto questo è sospeso nel giardino del ‘MAO’ come in un Eden sulla Terra”.

Infine, a “Palazzo Madama”, in piazza Castello, venerdì 4 e sabato 5 novembre, ore 11, l’artista americano Darren Bader presenta “Antipodes: musical quartets”, un’opera performativa del 2013, con due ensemble musicali che interagiscono tra loro, un quartetto d’archi e una rock band di quattro elementi che iniziano a suonare a dieci secondi l’uno dall’altro, per terminare una volta conclusa l’esecuzione della composizione che hanno indipendentemente scelto di suonare. Musiche “agli antipodi”. L’opera prende spunto “da una riflessione metaforica sul significato degli antipodi, intesi come due punti della superficie terrestre situati in posizioni diametralmente opposte l’uno dall’altro. La dispersione dei musicisti di ‘Antipodes’ nello spazio evoca la visione frammentata di più punti dispersi sul globo, impossibili da racchiudere in uno sguardo d’insieme, ma tuttavia attori di un medesimo contesto”.

Per ulteriori informazioni su programma e orari: www.fondazionetorinomusei.it

g.m.

Nelle foto:

–       Charwei Tsai: “Ah!”

–       Riccardo Benassi: “Poeticizzare il deserto invece di sapere dove termina”

–       Darren Bader: “Antipodes: musical quartets”

Alla Casa d’Aste Sant’Agostino si rinnova l’appuntamento su arte e diritto

Torna anche quest’anno il consueto appuntamento in materia di arte e diritto promosso dall’avvocato Simone Morabito della Commissione Diritto dell’arte, da lui presieduta, dell’associazione BusinessJus.

Il tema di quest’anno e “A. D. 2022-problemi legali e possibili soluzioni per l’arte digitale“. Questa tematica non può che essere molto invitante, data l’attenzione internazionale su questi attrattivi argomenti, che stanno indubbiamente influenzando il mercato dell’arte in un modo deciso e repentino.

L’evento, giunto alla sua nona edizione, si terrà venerdì 4 novembre prossimo, dalle ore 16:00 alle ore 18:00, presso la sede torinese di Sant’Agostino Casa d’aste, in Corso Tassoni 56.

Le conversazioni saranno di carattere divulgativo, come sempre caratterizzate da un tono fruibile e di facile comprensione. Ma gli argomenti saranno non di meno ricchi di contenuto e pertanto la partecipazione all’evento comporterà il riconoscimento dei crediti formativi sia per avvocati sia per i commercialisti.

A rompere il ghiaccio sarà l’avvocato Simone Morabito, presidente e inventore della kermesse, che analizzerà i rimedi giudiziali e stragiudiziali contro la vecchia e nuova censura. Il riferimento è al mondo dei social media e ai problemi posti dall’intelligenza artificiale sulla libera manifestazione del pensiero.

Interverrà poi l’avvocato veneziano Francesco Fabris che analizzerà il tema del diritto d’autore e la riproduzione delle immagini delle opere, tra HD ed NFT ( non -fungible token).

Il gallerista romano Carlo Lolli Ghetti analizzerà in seguito le differenze presenti tra NFT e arte digitale. La parola passerà poi al professor Paolo Turati che descriverà le dinamiche economiche del mercato degli NFT nel 2022.

L’avvocata Angela Saltarelli parlerà di alcune criticità legali in materia di intelligenza artificiale e infine il dottor Alessandro Terzuolo fornirà importanti spunti sui profili fiscali degli Nft.

I padroni di casa, i fratelli Vanessa e Claudio Carioggia, saranno non di meno presenti. La prima in veste di moderatrice, come d’abitudine nelle passate edizioni, il secondo sul palco per portare il punto di vista della casa d’aste su questi temi.

Per registrarsi all’evento l’indirizzo e-mail è: info@santagostinoaste.it

Alla Cavallerizza Paratissima Circus anima l’Art Week di Torino

Dal 2 al 6 novembre 2022 nei suggestivi spazi del Complesso della Cavallerizza, Paratissima dà vita all’annuale appuntamento con l’Art Week di Torino. Il tema che animerà la diciottesima edizione della manifestazione fieristica è Paratissima Circus.

Il rapporto fra il circo e la città di Torino ha radici lontane, dalla seconda metà del Cinquecento. Non è un caso, quindi, che Paratissima, la più esplosiva kermesse torinese dell’Arte Contemporanea, dedichi quest’anno la propria edizione a una delle forme espressive più antiche del mondo. Attitudine poetica che si deve fra le altre cose all’originaria vocazione degli spazi della Cavallerizza Reale, Accademia deputata dal Duca Carlo Emanuele all’educazione dei paggi di corte all’arte equestre, Teatro nell’aulico maneggio progettato da Benedetto Alfieri nel 1763 delle evoluzioni ed esercizi a cavallo descritti minuziosamente disegnati nel trattato “Il Cavallerizzo” di Claudio Da Corte di Pavia con il frontespizio che recita: “Nel qual si tratta della natura de Cavalli, delle Razze, del modo di governarli, domarli & frenarli, e di tutto quello che a’ Cavalli et a’ buon Cavallerizzo s’appartiene”.
La manifestazione si configura così come una grande festa di contenuti artistici ed espositivi.

Quest’anno la curatela delle tre mostre principali di Paratissima è stata affidata a Rosanna Accordino e Flavia Rovetta. Le due giovani curatrici emergenti si sono distinte nelle precedenti edizioni del corso NICE, dimostrando sensibilità e intuizione, fondamentali per mettersi in gioco nel grande circo dell’arte contemporanea. Il loro lavoro ha innescato sinergie sorprendenti tra i diversi progetti, che si sono a poco a poco rivelati parte di una trama comune, volta a svelare le imprevedibili opportunità che si celano nella complessità.

I numeri di questa edizione:
9 mostre curate, 5 gallerie d’arte, 9 Progetti Speciali, 3 Guest Projects, Open Studio di residenze e atelier d’artista, Live Performances, talk e laboratori, in una cornice di più di 8.000 mq espositivi.

Le Exhibitions si diramano tra il primo e il secondo piano dell’Artiglieria nel complesso della Cavallerizza.

Al primo piano le mostre di Paratissima curate da Rosanna Accordino e Flavia Rovetta, si articolano in tre esposizioni con una selezione di 104 artisti emergenti:
Antifragilità: l’apologia dell’errore a cura di Rosanna Accordino
Jəune! Un gioco da ragazzi a cura di Flavia Rovetta
Unpredictable coordinata da Rosanna Accordino e Flavia Rovetta.

Al piano superiore, si conferma sotto l’egida di Paratissima, la IX edizione di Nice & Fair – Contemporary Visions dove protagonisti sono i 13 curatori che nel 2022 hanno frequentato il Master in pratiche curatoriali NICE – New Independent Curatorial Experience, con la direzione didattica e artistica di Francesca Canfora.
La stretta collaborazione tra i talenti emergenti, curatori ed artisti, dà vita a sei progetti espositivi volti a indagare tematiche e argomenti di stringente attualità:


A chance for Change a cura di Massimiliano Bastardo e Lucia Sonza
Si sta come d’autunno a cura di  Antonello Caravelli e Irene Fontana
I talk to the trees a cura di Lavinia Paolini e Serena Scaramucci
Ad Verbum. Dal segno al senso a cura di Gaia Ferrini e Francesca Pietropaolo
Limen. Diversamente reale a cura di Sveva Scaglione, Simone Sensi e Giorgia Bianco
Savoir-faire. L’immortale fascino dell’analogico a cura di Federica Tomatis e Ksenia Yarosh

Al terzo piano gli studi d’artista, residenze e atelier di Paratissima Factory sono straordinariamente aperti al pubblico, offrendo ai visitatori l’opportunità di scoprire il processo creativo di un’opera d’arte e instaurare un momento di reciproco dialogo e scambio con gli artisti. Nei giorni della manifestazione 14 open studio e 9 appuntamenti con gli artisti.

Contemporaneamente, negli storici e suggestivi spazi delle ex-scuderie, G@P la sezione di Paratissima dedicata alle gallerie d’arte con una selezione su scala nazionale:
ADA | Carlotta Mastroianni  – Artisti presentati: TRE ICS (Emiliano Soccodato) | Chad Kouri | UGO (Enrico Rossi)
Artequadri – Artisti presentati: Feliciana More | Paolo Brugiolo | Paolo Fumagalli | Lorenzo Bicci
bArt Gallery – Artisti presentati: Jacopo Di Cera
RoccaVintage – Artisti presentati: Carlo Mollino | Irene Gittarelli | Enzo Pertusio | Daniele Fazio | Enzo Isaia | Ben Vine
Galleria Wikiarte – Artisti presentati: Mario Esposito | Andrea Sangalli |  Rubens Fogacci | Mr Fog |  Marco Lodola |  Diederik Van Apple | Sugo | Francesco Musante | Nicola Pica

Nei dislocati spazi espositivi, Paratissima ospita 9 Special Projects e 3 Guest Projects, creando mirate connessioni e sinergie attraverso progetti artistici su invito. Tra loro artisti di diverse origini ed elementi, che con i loro sguardi visionari creano nuovi complementi tra arte, fotografia, musica, danza e nuove tecnologie:

Special Projects:

TV ORCHESTRA –  Artista in mostra: Davide Boosta Dileo
GROUND CONTROL – A cura di Laura Tota. Progetto allestitivo: Ciulicchio – Francesco A. Convertini – Quattrocci con PensieriCorrenti Festival. Artisti in mostra: Pasquale Fanelli, Luca Marianaccio, Maria Mavropoulou, Franziska Ostermann, Luke Saxon
THE BRIGHT SIDE OF THE MOON – A cura di Hermes Mangialardo e Laura Tota. Artista in mostra: Hermes Mangialardo con Antonio Mangialardo
MATTEO MAURO. UNA RETROSPETTIVA – MADELEINE LENTA – A cura di Elisa Barbero con TotalConnect, Paratissima e Compagnia dei Caraibi. Artista in mostra: Matteo Mauro
PIEDI PER TERRA, TESTA FRA LE NUVOLE –  con Archistart Studio e Paratissima. Progetto artistico: Ciulicchio – Francesco A. Convertini
I MIEI SOGNI BALLANO VERSO LA LIBERTÀ – A cura di: Chiara Badde e Lara Spagnolli. Artista in mostra: Bahar Heidarzade
TORINO CREATIVA PER PARATISSIMA – A cura di: Stefania Dubla e Roberto Mastroianni con Torino Creativa. Artisti in mostra: Chiara Boscaini e Cristina Materassi, Lorenzo Gnata.
AL-BATIN / THE-HIDDEN – A cura di: Laura Davì. Artista in mostra: Valeria Gradizzi
GRAND ENSEMBLE – Artista in mostra: Germain Ortolani

Guest Projects:

RITRATTI FOTOGRAFICI STAMPATI di Davide Bonaiti
CIRCUS – THE ART PARADE di MODERNKUB
UN MOSTRO? PUSSA VIA di Bianco Tangerine e Nebulosa del Granchio

Ad integrare i numerosi contenuti espositivi, Paratissima Circus Live, il fitto panel di incontri, talk e performances realizzati con il contributo di Compagnia dei Caraibi e in collaborazione con Bauhaus Paratissima.
Più di trenta appuntamenti per il palinsesto di Paratissima Circus Live che si divideranno tra Spazio Arena e Sala Talk. Arte, ecologia, tecnologia, architettura, attualità, musica, occulto come protagonisti sul palco, restituendo e ampliando lo sguardo su uno scenario a tutto tondo nell’arte. Clicca qui per tutti gli appuntamenti di Paratissima Circus Live.

Spazio ai giovanissimi con Paratissima Kids, attività laboratoriali con artisti rivolte a scuole e famiglie.

REALITY di NONE Collective
Durante Paratissima, in continuità con il programma di Spazio alle Arti che ha già ospitato nella Manica e nella Corte del Mosca della Cavallerizza i progetti installativi di Anonima Luci/Katonic Silentio e Daniel Gonzalez, sarà presente l’opera immersiva Reality di NONE Collective nella quale i visitatori vengono invitati a sdraiarsi sotto due grandi schermi sospesi che sembrano quasi schiacciarli. Venerdì 4 novembre, ore 19.00, la live performance Against Nature completa l’installazione con una tempesta di suono e immagini, un’entropia sonora in cui si mescolano letture (Fisher,Harari, Rovelli tra gli altri), discorsi di autori celebri (Bernie Sanders, Greta, Assange), estratti di assemblee di Simposio (camping artivista organizzato dagli NONE Collective) e internet spazzatura. I visuals conducono in un mondo bipolare, incantatore e impulsivo, ipnotico e disturbante.

Per maggiori informazioni: www.paratissima.it/paratissima-circus
Ticket online: https://bit.ly/TicketParatissimaCircus

Il mondo pittorico di Dora Maar, che Picasso tentò di cancellare

Alla Galleria Pirra, unartista da riscoprire

Cammino sola dentro un paesaggio. È bel tempo. Ma il sole non c’è. Non c’è lo scandire delle ore. Da molto non c’è più un amico, qualcuno che passi. Io cammino sola. Io parlo da sola.Il suo nome era Henriette Theodora Markovitch, era nata a Parigi nel 1907 da un architetto croato e da madre francese. Dal mondo verrà ricordata come Dora Maar, la musa e lamante di Picasso, per lui sarà sempre La donna che piange, lei darà il suo volto nella figura che sorregge la lanterna al centro di Guernica.

Si incontrarono per la prima volta a Parigi nel 1935, sul set di un film di Jean Renoir, lei aveva 28 anni e lartista 54, lei se ne stava seduta ad un tavolino, sulla terrazza dei Deux Magots, a Saint-Germain-des-Près, giocando con un coltellino a colpire lo spazio tra un dito e laltro delle mani, non fermandosi nemmeno davanti a qualche piccola ferita e a qualche goccia di sangue. Davanti agli occhi incuriositi di Paul Éluard che li stava presentando, Picasso le richiese i guanti insanguinati: li esporrà su una mensola del proprio appartamento. E poi iniziò una relazione, che durerà nove anni, fatta di venerazione per la bellezza di Dora ma soprattutto di umiliazioni, di gelosie, di sopraffazioni, di uno sguardo pronto a considerarla sempre lincarnazione stessa del dolore. Dietro la spinta, lobbligo, di Picasso, Dora abbandonò la fotografia in cui eccelleva – tra i Venti e i Trenta si era affermata con ritratti e pubblicità, ammirava le avanguardie, aveva incontrato Henri Cartier-Bresson, aveva frequentato i surrealisti, Bataille, Breton, Man Ray, aveva dato un nuovo corso alle sue immagini, tra collage, sovrapposizioni, solarizzazioni, fotomontaggi – per entrare nel mondo della pittura, dove certo non era in grado di competere con il genio.


Nella Parigi occupata dai tedeschi Picasso si congeda (aveva da qualche mese incontrato la giovane Fran
çoise Gilot: Tutti pensarono che mi sarei suicidata dopo che Picasso mi aveva lasciata, ma non lo feci per non dargli questa soddisfazione.), in maniera definitiva, le lascia come regalo daddio un disegno di trentanni prima, con alcune nature morte e una casa in Provenza: per Dora significa entrare in una profonda depressione, il ricovero in una clinica psichiatrica, il calvario dei numerosi elettroshock, le cure di Jacques Lacan, lisolamento e la rinuncia a esporre, lontana da tutti e da tutto, dividendosi tra Parigi e la campagna provenzale, dove alterna pittura e spiritualità, una reclusione volontaria sino a spegnersi novantenne in una casa di riposo. Era solita ripetere: Io non sono stata lamante di Picasso. Lui era soltanto il mio padrone.

Interessante la mostra che, con il titolo Dora Maar. Oltre Picasso, sta proponendo la Galleria Pirra (corso Vittorio Emanuele 82), dove le opere rappresentate mettono in luce quella natura che fu la sua fonte dispirazione principale, paesaggi che, dopo una ricercata illustrazione, virano completamente verso lastrazione, verso un mondo rarefatto in cui la donna che piange cerca un rifugio di serenità. Le opere si fanno essenza poetica, il tutto si riveste di quella poesia che Dora ha sempre frequentato e che intimamente fa parte del suo percorso artistico. Gli ultimi quarantanni di vita sono il tempo in cui indagare, sperimentare, esplorare, formulando studi preparatori e schizzi, nellimmediatezza dello svolgimento. Ogni cosa è costruita sulla scia di una passione che non è mai venuta meno, una passione e una personalità che un uomo aveva cercato di cancellare in ogni sua forma.

Elio Rabbione

Nelle immagini: Dora Maar fotografata da Man Ray, ancora Dora e Pablo Picasso colti dallobiettivo di Man Ray; opere di Dora Maar.

The Others 2022, al via la settimana dell’arte a Torino

La rassegna sulle nuove sperimentazioni artistiche e sulle contaminazioni tra artisti diversi per età e provenienza

 

Ritorna, nella settimana dell’arte torinese, la rassegna in cui sperimentazione e arte si integrano perfettamente, dal titolo “The Others Art Fair”, in programma dal 3 al 6 novembre prossimi nel Padiglione 3 di Torino Esposizioni.

Lo scopo della rassegna è quello di portare a Torino un dibattito sempre più inclusivo nel variegato mondo dell’arte, stimolando e approfondendo il confronto tra artisti appartenenti a diversegenerazioni e di differenti provenienze, all’insegna di una coraggiosa contaminazione dei linguaggi.

The Others 2022 è espressione di un mondo in continuo cambiamento; si tratta di una fiera fondata da Roberto Casiraghi insieme a Paola Rampini, che conferisce una forma concreta attraverso la costruzione di un nuovo spazio espositivo molto originale, un display a forma di labirinto.

La manifestazione rappresenta anche un importante spunto di riflessione sulla relazione umana con le nuove tecnologie, sul potere del linguaggio e sulle nuove sperimentazioni artistiche.

Le realtà coinvolte in The Others sono oltre Sessanta tra spazi “no profit”, gallerie e “artist run space”. I lavori di artisti affermati si affiancheranno alle tendenze dei nuovi talenti.

MARA MARTELLOTTA

 

Orari

3-4 novembre dalle 16 alle 23

5 novembre dalle 11 alle 23

6 novembre dalle 11 alle 20.

Torino Esposizioni, Padiglione 3

Via Francesco Petrarca 39/b, Torino

Binario 1 OGR Torino. La personale di Arthur Jafa dal 4 novembre al 15 gennaio

Se siete appassionati di arte totale oppure semplicemente curiosi di contaminazioni artistiche questa può essere una ghiotta occasione.

Sarà presentata infatti a Torino, dal 4 novembre 2022 al 15 gennaio 2023, alle OGR, “RHAMESJAFACOSEYJAFADRAYTON”, la prima personale dedicata all’artista e regista statunitense Arthur Jafa.
La mostra è concepita dall’artista per gli spazi del Binario 1 come un’unica grande installazione e riunisce alcuni dei lavori più recenti dell’artista, mai esposti prima in Italia.
L’arte di Arthur Jafa rappresenta: film, manufatti ed happenings che sfidano ogni categorizzazione in una ricerca sulla Black culture negli Stati Uniti.
Un’intensità e complessità senza precedenti realizzata in oltre tre decenni di opere multidisciplinari.
In passato è stato presente alla 58^ Biennale di Venezia (2019), con l’opera “The White Album” ed è stato premiato con il Leone d’oro come miglior artista.
<<Una domanda ricorrente guida la sua pratica artistica: come possono i media, gli oggetti, le immagini statiche e quelle in movimento trasmettere la potenza, la bellezza e l’alienazione proprie della Black music statunitense? >>
Un’indagine alla quale allude anche il titolo della mostra, citando i nomi di tre chitarre elettriche: Arthur Rhames (1957–1989), Pete Cosey (1943–2012), Ronny Drayton (1953–2020).
Commissionato e prodotto da OGR Torino in collaborazione con Serpentine, curato da Claude Adjil e Judith Waldmann con Hans Ulrich Obrist, il progetto nasce da un’idea di Amira Gad ed è parte del tour della mostra di Jafa “A Series of Utterly Improbable, Yet Extraordinary Renditions”.
A evidenziare la relazione con la musica e la contaminazione tra differenti discipline e media proprie della pratica di Arthur Jafa, in occasione dell’inaugurazione, il 4 novembre alle ore 22.30, il pianista e compositore jazz Jason Moran, la violoncellista e compositrice Okkyung Lee e il bassista Melvin Gibbs si esibiranno insieme, nel Duomo di OGR Torino, per una serata ideata dall’artista.

Tommaso Lo Russo

OPENING: venerdì 4 novembre, ore 18 – 22
PERFORMANCE MUSICALE con Jason Moran, Melvin Gibbs e Okkyung Lee:
venerdì 4 novembre, ore 22.30 – 00.30 (ingresso libero, fino al raggiungimento della capienza massima)
4 novembre 2022 – 15 gennaio 2023
OGR Torino – Binario 1 – INGRESSO GRATUITO | giovedì e venerdì, ore 18 – 22, sabato e domenica, ore 10 – 20

Flashback, l’arte nella quotidianità

La decima edizione di Flashback, con ‘he.art’, introduce nuovi modi di appassionare all’arte, riqualificando il Borgo Crimea

 

Flashback Art Fair è  giunta alla sua decima edizione e quest’anno,  intitolata “he.art”, si tiene per la prima volta negli spazi di Flashback Habitat in corso Giovanni Lanza 75, a Torino.

“he.art” nasce dall’elaborazione di “heart/cuore” e “art/Arte”. Come il cuore pulsa per inviare il sangue fino alla periferia del corpo, allo stesso modo da sempre l’arte in Flashback opera in modo capillare nelle periferie, sotto forma di opere, luoghi e persone. Proprio da questo concetto è nata l’immagine guida sulla base dell’opera di Alessandro Bulgini.

Identificando l’arte quale motore del cambiamento, il tema, scelto in “Opera viva”, ha rappresentato un’ispirazione naturale per individuare le direzioni di tutte le iniziative previste, a partire dalla scelta delle opere ai talk, dalle mostre fino ai laboratori didattici.

Con questa edizione prosegue la riflessione intrapresa nel 2021 sul “fare fiera” in modo differente, lontano dalle manifestazioni maggiori e tradizionali.

Gli espositori italiani e internazionali selezionati per rappresentare il cuore della Fiera sono affiancati da un importante programma che prende il via dalla sezione “Exhibition”, capace di offrire ai visitatori tre differenti mostre di artisti internazionali.

La prima si intitola “Barriera di Milano, il Manifesto”, a cura di Jòn Gnarr; la seconda “Cuba introspettiva”, curata da Giacomo Zaza e la terza intitolata “La natura e la sua gemella” a cura di Michela Casavola.

I tre progetti sono stati creati nell’ottica in cui l’arte rappresenti un dispositivo di pensiero, uno strumento sociale e uno stimolo di nutrimento per l’anima.

“Declinazioni” è, invece, il titolo di Talk, curati da Alessandro Stillo, che si tengono nella Lounge al terzo piano  e nascono dall’associazione  di un pronome personale abbinato a “art”, creando un legame con il tema proposto.

“Quest’anno  Flashback taglia un importante traguardo – spiega Stefania Porridge, direttrice della manifestazione insieme a Ginevra Pucci – Come ogni anno i nostri galleristi si sono impegnati presentando delle opere di grande qualità e il loro entusiasmo è  sempre più travolgente. Non vedo l’ora di aprire le porte della nostra nuova casa e accogliere il pubblico tra le tante opere e capolavori che presentiamo”.

“Dell’arte storicizzata sono affascinata dal tema della cura – spiega la direttrice Ginevra Pucci – che ritorna sempre rispetto a tutti i temi trattati da Flashback. Il fatto che un’opera sia arrivata fino a noi e che tante persone se ne siano prese cura rappresenta qualcosa di straordinario. Oltre al valore artistico in sé,  vi è  anche l’idea che qualcuno abbia pensato che potesse valerne la pena. Vuol dire che, per tanti secoli, quell’opera ha avuto un significato e continua ad averne”.

Sono duemila le opere presentate quest’anno dalle gallerie espositive, con tematiche che spaziano dalla natura, a volte onirica, a volte crudele, al sacro e al profano. Alla natura sono dedicati gli acquerelli  settecenteschi  di Giovanni Antonio Bottione, presentati dalla Galleria Alessandra Di Castro Antichità,  che riportano il pubblico dentro il Regio orto botanico di Torino. Tra sacro e profano figura l’opera “L’odalisca” di Francesco Hayez,  appartenente alla galleria Carlo Orsi, uno dei pochi quadri realizzati dall’artista, di carattere profano appartenente alla cosiddetta fase orientalistica, fino alla Madonna di Antonio Giolfino.

Sacro e profano, reale e simbolico si ritrovano anche  nelle opere di Hermann Nitsch, portate dalla Galleria Umberto Benappi.

Flashback propone anche al visitatore  un programma ricco di mostre, laboratori didattici e progetti ‘site-specific’, che si pongono come un ponte verso il futuro di Flashback Habitat.

I visitatori saranno, infatti, accolti dall’installazione olfattiva dal titolo ‘Roots pipeline” di Francesca Casale, che invita a connettersi attraverso nuovi e forti legami con il luogo circostante, attingendo alla storia che contraddistingue l’edificio.

Fino al 15 dicembre prossimo, all’interno degli spazi di Flashback, saranno aperte al pubblico tre mostre che coinvolgono artisti internazionali. “Opera viva Barriera di Milano, il Manifesto” rappresenta un progetto ideato da Alessandro Bulgini, che riprende il lavoro in città nel corso del 2022. Le scale che collegano i diversi piani del palazzo presentano le immagini di sette artisti islandesi selezionati dal curatore Jón Gnarr.

“Cuba introspettiva” rappresenta il progetto espositivo curato da Giacomo Zaza, che occupa le stanze del terzo piano e propone l’esplorazione delle pratiche intermediali da Cuba, stimolando un approfondimento sulla videoarte monocanale.

“La natura e la sua gemella. Davide Bertuccio- Camilla Migliani” è il titolo del percorso fotografico dei due artisti realizzato in Benin e Mozambico e curato da Michela Casavola. Il progetto vede il coinvolgimento di “WeWorld”, Ong impegnata a garantire i diritti di donne e bambini in ventisette paesi del mondo.

Altrettanto articolata è la proposta che Flashback ha ideato per gli studenti e le famiglie, dal titolo “Linfa vitale”, curato da Maria Chiara Guerra; dopo l’esplorazione del parco e la visita alle gallerie, ciascun partecipante dovrà immaginare e denominare una nuova forma di vita fatta di commistioni tra arte e natura.

Il progetto “Flashback Habitat, Ecosistema per le Culture Contemporanee” dà anche il nome alla nuova sede delle attività dell’Associazione Flashback, per la direzione artistica di Alessandro Bulgini.

Scopo di questa Associazione è quello di fare entrare l’arte nella quotidianità e innescare un processo di riqualificazione urbana in Borgo Crimea, con l’obiettivo di rigenerare più di ventimila mq di spazio, attualmente in disuso, e dato in concessione all’Associazione, immerso in un’ampia area verde.

MARA MARTELLOTTA

Beyond the Collection, Tiepolo x Starling

Pinacoteca Agnelli presenta la seconda edizione di Beyond the Collection intitolata Tiepolo x Starling dal 2 novembre 2022 al 5 febbraio 2023.
Con il progetto espositivo Beyond the Collection la Pinacoteca Agnelli parte ogni volta da un’opera diversa della sua collezione. L’opera viene messa in dialogo con altri capolavori in prestito da prestigiose istituzioni nazionali e internazionali.

La famosa opera di Giambattista Tiepolo Alabardiere in un paesaggio conservata in Pinacoteca Agnelli diventa punto di partenza per il progetto espositivo di Simon Starling negli spazi della collezione.

L’artista concettuale inglese immagina di ricongiungere la tela alla sua parte mancante. Attraverso fotografia, scultura e installazione, Starling rilegge la narrazione del quadro del Tiepolo e identifica nel taglio della tela una metafora con la storia del contesto e della collezione che la ospita. Il progetto, che ora trova svolgimento nel luogo che lo ha simbolicamente originato, si arricchisce anche grazie alla presenza di altre opere del Tiepolo in prestito da collezioni internazionali, che offrono a Starling nuove chiavi di interpretazione nella lettura dell’Alabardiere in un paesaggio.

Contatti
Via Nizza, 230/103, 10126, Torino (TO)

“Manifesti del Futurismo mondiale”,  Ugo Pozzo alla galleria Malinpensa by La Telaccia

informazione promozionale 


Dal 22 novembre presso la galleria d’arte Malinpensa by La Telaccia, la personale di Ugo Pozzo (1900 – 1981), aperta fino al 3 dicembre e curata da Monia Malinpensa e Alessandra Gandiglio.

Ugo Pozzo nasce a Torino il 5 luglio 1900, iniziando a esporre a partire dal 1919 i primi quadri futuristi con Tullio Alpinolo Bracci e Luigi Colombo (Fillia). Si tratta di mostre quasi clandestine, che hanno avuto luogo in scantinati, circoli e sale da ballo di periferia. Nel 1922 i suoi dipinti sono stati esposti alla prima Esposizione Nazionale della Caricatura al Garden Club di Torino, dove erano presenti, quali caricaturisti, artisti di grande reputazione. Il 5 marzo 1923 Ugo Pozzo fonda con Fillia e Bracci il gruppo futurista di Torino, iniziando da quel momento un’attiva e costante partecipazione alle più importanti rassegne di arte futurista dell’epoca, sia italiane sia internazionali. Nel 1927, dopo dure lotte e accese polemiche, Pozzo e gli amici futuristi conquistarono una sala alla Quadriennale della Promotrice di Torino, in cui si terrà la più grande e completa mostra futurista dell’epoca, preludio alle successive partecipazioni alla Biennale di Venezia.
Nel 1930 partecipa alla XVII edizione della Esposizione Internazionale Biennale d’Arte della città di Venezia, esponendovi il dipinto “Charlot”, mostra alla quale è ancora presente alla XIX edizione del 1934 con “Voli sulla città nuova”, alla XXI del 1938 con “Aeropittura” e alla XXIII del 1952 con “Aeropittura”, “Aeropittura di intercettatore Fiat G 50”. Nel 1935 espone alla seconda edizione della mostra Quadriennale di Arte Nazionale al Palazzo delle Esposizioni di Roma, con il dipinto “Balilla”, ancora presente alla terza edizione del 1939 con “Aeropittura di ali legionarie” e “Aeropittura di cielo spagnolo”.


Il talento di Ugo Pozzo trova espressione non solo nel campo della pittura ma anche della scultura, della caricatura, della grafica pubblicitaria e editoriale, dell’arredamento, del cinema d’animazione e della ideazione e produzione dei giocattoli in legno. Tra il 1931 e il 1932 soggiornò e lavorò a Parigi dove, grazie all’aiuto di Prampolini, si impegnò come disegnatore e vignettista presso le Edizioni Montparnasse e alcune testate giornalistiche.
Coadiutore e collaboratore stretto di Fillia, prima, e poi suo sostituto alla direzione e conduzione del gruppo, Ugo Pozzo risponde ai valori del movimento futurista torinese, quale una figura di primo piano. Tra i suoi componenti è risultato l’uomo più dotato e di maggior talento con Fillia.
Fillia – Pozzo risulta una coppia davvero singolare, che ricorda, per non poche affinità, l’altra più nota di Boccioni – Balla del Futurismo del 1910.
Nel 1940 Filippo Tommaso Marinetti lo definisce in un ritratto appassionato sul Meridiano di Roma come un “ingegnoso mondializzatore di Torino”. Nel secondo dopoguerra, esauritasi la stagione futurista, Pozzo continuò a sviluppare la propria ricerca pittorica in solitudine, passando attraverso esperimenti informali, fino al recupero e all’interpretazione dello stile personale che aveva caratterizzato le sue opere futuriste.
A partire dagli anni Sessanta riprende, con notevole costanza, l’attività espositiva, tenendo diverse personali a Torino, Milano, Roma, Genova e Venezia, fino alla morte avvenuta a Torino nel 1981.
Il suo carattere schivo e modesto, la scarsa circolazione delle opere nel dopoguerra e alcune incomprensibili dimenticanze da parte della critica hanno contribuito ad offuscarne la memoria, impedendo il giusto collocamento e il pieno riconoscimento nel contesto del cosiddetto Secondo Futurismo.

Mara Martellotta

 

Manifesti del Futurismo mondiale
Ugo Pozzo
Orario: 10:30 / 12:30 – 16:00 / 19:00 (chiuso lunedì e festivi)
Corso Inghilterra 51, Torino
info@latelaccia.it