“World Press Photo. Exhibition 2021”
A pochi giorni dall’apertura, segnali più che positivi per la mostra dedicata al più importante concorso di fotogiornalismo al mondo
Fino al 22 agosto

Le cifre la dicono tutta. Sono circa 4mila, per l’esattezza 3.621, le persone che in poco più di due settimane – da venerdì 7 maggio, data dell’inaugurazione, a domenica 23 maggio – hanno visitato l’anteprima italiana, ospitata per il secondo anno consecutivo in Palazzo Madama a Torino, della 64° edizione di “World Press Photo. Exhibition 2021”, il concorso di fotogiornalismo più prestigioso del mondo, che quest’anno, e fino al prossimo 22 agosto, espone nella “Sala del Senato”, oltre alle foto vincitrici, tutti i 159 scatti dei fotografi finalisti. Soddisfatto, a pochi metri dalla linea di partenza, Vito Cramarossa, presidente di “Cime”, l’associazione pugliese che organizza l’evento e fra i maggiori partner europei della “Fondazione World Press Photo” di Amsterdam”: “Siamo molto contenti – afferma Cramarossa – della risposta del pubblico piemontese che, ancora una volta, premia il grande lavoro svolto da parte della ‘World Press Photo Foundation’, di ‘Cime’ e della ‘Fondazione Torino Musei’. In un periodo così incerto abbiamo lavorato per offrire a Torino una mostra, in anteprima nazionale, che ci potesse raccontare uno spaccato contemporaneo dell’umanità e ci permettesse di viaggiare in dimensioni geografiche e culturali assolutamente distanti dalle nostre”. Allestita, ogni anno, in oltre 120 città e in 50 Paesi, con le sue otto sezioni, la rassegna vede esposto tutto il “meglio” di “scatti” fotografici” che sono autentiche “finestre spalancate sul mondo”. Sui fatti, i racconti, le voci, le urla, le lacrime di gioia e dolore, i volti e i corpi che hanno fatto la storia del Pianeta nel 2020. 74.470 le immagini presentate quest’anno da 4.315 fotografi di 130 Paesi e collaboratori delle maggiori testate internazionali, dal “National Geographic” alla “BBC”, dalla “CNN” a “Le Monde” e ad “El Pais”. Per la prima volta, nella sua storia,quest’anno la valtazione, che ha portato alla scelta dei 159 finalisti, è avvenuta online, con sette giurie specializzate presiedute da NayanTara Gurung Kakshapati e MuyiXiao. “Foto dell’anno” la poetica, suggestiva e ricca di forte intensità emotiva la “Tenda dell’abbraccio”, realizzata nell’agosto del 2020 dal fotografo danese Mads Nissen, dove l’abbraccio è quello fra Rosa Luzia Lunardi, 85 anni, e l’infermiera Adriana Silva da Costa Souza, nella casa di cura “Viva Bem” a San Paolo del Brasile. Protagonista inevitabile del 2020 la terribile pandemia. Ma non solo. Sul podioanche tre italiani. Il secondo riconoscimento più prestigioso del concorso, la “World Press Photo Story of the Year 2021”, è andato per la prima volta a un italiano, Antonio Faccilongo, di Roma, con un servizio per “Getty Reportage” dal titolo “Habibi” (“Amore mio”), che racconta dei circa 4.200 palestinesi detenuti nelle carceri israeliane, alcuni dei quali con condanne da 20 anni o più che, data la proibizione delle visite coniugali, se desiderano avere figli, contrabbandano il loro sperma fuori dalla prigione, nascondendolo, per esempio, nei regali agli altri figli. Habibi racconta proprio il coraggio e la perseveranza di queste persone, sullo sfondo di uno dei conflitti più lunghi e complicati della storia moderna.Primo premio, nella sezione “Stories – Spot News”, anche per Lorenzo Tugnoli, di Ravenna, dell’agenzia “Contrasto”, che ha raccontato l’esplosione, causata da più di 2.750 tonnellate di nitrato d’ammonio ad alta densità, che ha scosso Beirut, in Libano, il 4 agosto 2020: lo scoppio ha danneggiato o distrutto circa 6milaedifici, uccidendo almeno 190 persone, ferendone altre 6mila e lasciandone sfollate almeno 300mila. Terzo italiano premiato, il toscano della Val di Chiana, Gabriele Galimberti: suo il reportage realizzato per “National Geographic”, che ha vinto il primo premio in “Stories – Portraits”. Il lavoro racconta per immagini un dato drammatico: secondo lo “Small Arms Survey”, la metà di tutte le armi da fuoco possedute da privati cittadini nel mondo, per scopi non militari, si trova negli Stati Uniti. Il numero di armi da fuoco è superiore alla popolazione del Paese: 393 milioni di armi contro i 328 milioni di persone. Scatti e numeri che fanno riflettere. E rabbrividire.
Gianni Milani
“World Press Photo. Exhibition 2021”
Palazzo Madama – Sala del Senato, piazza Castello, Torino; tel. 011/4433501 o www.palazzomadamatorino.it
Fino al 22 agosto
Orari: merc. giov. e ven. 13/20; sab. e dom. 10/19
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Nelle foto:
E tanti e importanti anche quelli messi in piedi per il prossimo futuro. L’elenco è lungo. Dalla recente pubblicazione del cofanetto “Opere di Mario Lattes” (Olschki editore) all’XI edizione del “Premio Lattes Grinzane”, con la designazione dei finalisti e il Premio Speciale a Margaret Atwood, al nuovo progetto digitale per “Vivolibro”, in cui si coinvolgono scuole e territorio (reso possibile grazie ad una campagna di “crowdfunding” promossa dalla Fondazione CRC in collaborazione con “Rete del Dono”) fino all’istituzione del “Centro Studi” a Monforte d’Alba (luogo di ricerca di tutte le iniziative ruotanti intorno alla figura di Mario Lattes) e all’ideazione del docufilm, ancora in fase di realizzazione, firmato da Claudio e Federico Strinati, dedicato sempre al grande intellettuale scomparso nel 2001. Eventi cui ancora s’aggiungono le mostre in presenza e online, la promozione in Italia del progetto europeo “Eti” che ha visto la selezione della proposta open air “Wine in progress” dello street artist Gec Art, con le sue opere di arte pubblica partecipata. Per finire con le collaborazioni, siglate da un Protocollo d’Intesa, con “Unesco” e “Alba capitale della cultura 2021” fino al recentissimo ingresso della Fondazione al torinese “Polo del ‘900” in qualità di “Ente partecipante non residente”. L’elenco è davvero lungo. E si è solo a metà percorso. Tanta anche la soddisfazione e la voglia di condividerla, raccontandone passione ed impegno – fra territorialità ed internazionalità – con il più vasto pubblico. Per questo motivo, la “Fondazione Bottari Lattes” dà appuntamento sabato prossimo, 29 maggio, alle ore 11 a Cuneo, nello spazio outdoor della tettoia di Piazza Virginio con l’iniziativa “La cultura come relazione”. “Sarà una occasione – ricorda Caterina Bottari Lattes – per ribadire quanto sia importante la collaborazione tra pubblico e privato a livello nazionale, internazionale e territoriale, per la realizzazione di proficue reti di partecipazione culturale”.
L’ingresso è su prenotazione, nel rispetto delle normative vigenti sulla sicurezza sanitaria dovute all’emergenza Covid-19: book@fondazionebottarilattes.it. Ma l’appuntamento sarà trasmesso anche in streaming sul sito e sulla pagina Facebook della Fondazione. Aperto a tutti – e realizzato in collaborazione con Fondazione CRC, la Città di Cuneo e con il supporto di “Mobili Bianco” – l’incontro sarà condotto dalla giornalista Marta Perego. Interverranno: la presidente e il direttore marketing della “Fondazione Bottari Lattes” Caterina Bottari Lattes e Mario Guglielminetti, i membri della giuria del “Premio Lattes Grinzane” Gian Luigi Beccaria (presidente) e Valter Boggione, i curatori del cofanetto “Opere di Mario Lattes” Giovanni Barberi Squarotti e Mariarosa Masoero.



Fra i più grandi architetti del paesaggio a livello internazionale, il 7 giugno prossimo compirà 80 anni tondi tondi. E la passione per giardini e “orti felici” se la porta dietro, dentro e addosso da una vita. Da quando, ancora bambino, nella casa di famiglia a Valsalice imparava a conoscere piante e fiori guidato dall’affetto della nonna e dagli insegnamenti dei due pazienti contadini, Giovanni e Maria.
Curata da Paola Eynard e da Roberto Galimberti, la mostra si sviluppa nelle quindici sale storiche del Castello e nei sei ettari del Parco all’inglese che circonda l’antica dimora, intorno al singolare concetto di “abbecedario”, ovvero in una sorta di cammino ideale, “in un rigoroso dis – ordine alfabetico, di pensieri, riferimenti, dubbi e speranze, per imparare a leggere non soltanto il giardino ma i grandi temi che, nella contemporaneità, rappresentano la sfida che stiamo vivendo nel rapporto tra uomo e ambiente”.
Pisis e con la stampa a colori dell’“Emblema della Repubblica Italiana” di Paolo Antonio Paschetto. Cinquanta, nel complesso, gli artisti rappresentati.
“Oltre il giardino. L’abbecedario di Paolo Pejrone”

Nel 2013 compra un bancone da orafo e




