AMBIENTE- Pagina 65

Torino è nella top ten delle “città fotovoltaiche del 2021”

Roma, Brescia e Treviso sono le prime tre province italiane ad aggiudicarsi il premio di “città fotovoltaiche” del 2021

Ecco come si è chiuso il 2021 per il solare in ltalia e quali sono le prospettive future

Elmec Solar presenta la quinta edizione del Barometro del Fotovoltaico in Italia che mette in evidenza le 10 province d’Italia che si sono distinte per maggior numero di installazioni fotovoltaiche nel corso del 2021. L’analisi mostra che a dicembre 2021 sono 1.061.083 il totale degli impianti collocati nel BelPaese contro i 935.961 dell’anno precedente, con una percentuale di aumento pari a +13% in un solo anno. E il trend è in costante crescita.

 Il 2021 si chiude con dati incoraggianti per l’Italia che ha raggiunto un installato complessivo di oltre 1 milione di impianti su tutto il territorio nazionale, per l’esattezza 1.061.031.
Questa è la prima evidenza emersa dalla quinta edizione del Barometro del Fotovoltaico di Elmec Solar, l’azienda di Brunello (VA) del gruppo Elmec che si occupa di installare e manutenere impianti fotovoltaici residenziali e industriali. Con questa nuova edizione, Elmec Solar ha voluto stilare la classifica delle 10 province italiane più virtuose in termini di approvvigionamento sostenibile; in altre parole, si tratta delle città che hanno installato il maggior numero di impianti fotovoltaici nel corso del 2021.
Oltre a stilare la classifica delle “10 città fotovoltaiche del 2021”, Elmec Solar, offre nel suo periodico Barometro del fotovoltaico una panoramica sullo stato attuale delle rinnovabili in Italia e le prospettive per il futuro.

“In Italia negli ultimi 10 anni si è passati da poco più di 50 megawatt di potenza installata a circa poco più di 60 megawatt” afferma Alessandro Villa Amministratore Delegato di Elmec Solar e Membro del Consiglio di Italia Solare. “Il valore totale delle rinnovabili in Italia rappresenta circa il 16,3 % di cui, una buona fetta (più o meno il 40%), è occupata dall’idroelettrico che è un settore storico in italia e la cui crescita è rimasta costante nel tempo.  D’altra parte invece, Il fotovoltaico rappresenta il 35% che, a sua volta, si traduce in una percentuale pari al 6,7% del totale del valore delle rinnovabili in Italia mentre, il restante, è occupato dall’eolico”. La strada intrapresa è quella giusta, ma serve fare sempre di più per un progressivo allontanamento dai combustibili fossili che sono ancora molto utilizzati e rappresentano fonte di inquinamento”.

Secondo la rielaborazione da parte di Elmec Solar dei dati pubblicati da Italia Solare, sono 10 le province d’Italia che hanno installato il maggior numero di impianti fotovoltaici a tutto il 2021. Le 10 province sono rispettivamente: Roma (40.559 impianti), Brescia (33.330 impianti), Treviso (32.773 impianti), Padova (30.939 impianti), Vicenza (26.949 impianti), Torino (25.838 impianti) , Bergamo (23.371 impianti) , Verona (23.331 impianti), Venezia (23.007 impianti) e Milano (22.340 impianti).
Complessivamente, sono stati installati in Italia circa 80.000 impianti fotovoltaici nel corso del 2021, con una crescita costante nell’arco dei mesi: a marzo 2021 erano 950.160 gli impianti totali installati sul suolo italiano, a giugno 2021 968.711 (+18.551), a settembre 2021 989.687 (+20.976) e a dicembre 2021 1.016.083 (+ 26.393).

Di seguito la classifica delle 10 province italiane che hanno installato il maggior numero di impianti fotovoltaici a tutto il  2021.

CLASSIFICA PROVINCIA Numero totale di impianti a dicembre 2021
1 Roma 40.559
2 Brescia 33.330
3 Treviso 32.773
4 Padova 30.939
5 Vicenza 26.949
6 Torino 25.838
7 Bergamo 23.371
8 Verona 23.331
9 Venezia 23.007
10 Milano 22.340
                                                                       
Fotografia di un’Italia sempre più rinnovabile: il parere della Elmec Solar di Brunello             
In Italia ci sono diversi documenti che fissano gli obiettivi da raggiungere in tema di rinnovabili entro il 2030: il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), il PNIEC (Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima) e la Strategia nazionale di lungo termine sulla riduzione delle emissioni di gas a effetto serra.
A livello pratico, per raggiungere gli obiettivi del 2030, si dovrebbero installare circa 70 GW di rinnovabili nei prossimi 10 anni, il che significa installare circa 7 GW all’anno.
La missione per incrementare in questo decennio (2020-2030) il parco fotovoltaico di 30-50 GW è certamente impegnativa, ma non impossibile. Oggi giorno risulta più problematico l’approvvigionamento dei materiali, i produttori di pannelli fotovoltaici, ma non solo, sono in difficoltà e si fa sempre più fatica a soddisfare le crescenti richieste del mercato.Per centrare gli obiettivi del 2030, è dunque necessario aumentare la velocità di installazione dei nuovi impianti fotovoltaici a seconda dello scenario di riferimento. Riassumendo quindi gli obiettivi, la capacità globale di energia elettrica da fonti rinnovabili è più che raddoppiata del 2010 e nel 2020 arrivando quasi ai 3.000 gigawatt ora di produzione annua; si tratta di una tendenza che, con molte  probabilità, continuerà ad aumentare negli anni a venire raggiungendo una produzione stimata di 6.000 gigawatt entro il 2029. Questi numeri segnano un evidente successo verso uno  sviluppo sempre più sostenibile nel mondo dell’energia ma, per poter restare sulla cresta dell’onda, è necessaria una ancor maggiore consapevolezza da parte di tutti che è importante andare in questa direzione.
Direzione che, tra l’altro, gioverebbe anche alle finanze visti i rapidissimi tempi di rientro (3-6 anni) di un investimento sul fotovoltaico. Tenendo conto oltretutto della capacità di produzione di energia pulita e garantita per una media di 30-50 anni a seconda della tecnologia installata. È necessario un cambio di paradigma. Abbiamo bisogno di trovare una direzione e mettere in campo azioni concrete. Gli obiettivi dell’agenda 2030 richiedono l’impegno di ognuno. Siamo tutti responsabili.

Giachino: “i ragazzi di Greta e la Tav che non inquina”

Caro Direttore,
Sono padre di tre figli e sì che ogni tanto occorre avere il coraggio di porre domande scomode ai figli. Le domande scomode che i giornali torinesi non hanno posto ai ragazzi di FridayForFuture riuniti per alcuni giorni nel Campus universitario a parlare di clima e che ieri erano in Valle nel corso dell’attacco dei Notav al cantiere di S. Didero con 12 poliziotti feriti .  Inutilmente ho inviato comunicati ai giornali sostenendo che 1/3 dell’inquinamento è causato dal trasporto su strada e che quindi non parlare del trasporto su rotaia e della TAV era profondamente sbagliato.
I giornali sono stati importantissimi nella mia vita e nella Mia formazione . Ho letto Direttori di giornali polemizzare con leader politici e ottenendo risposte e correzioni di linea . Ieri a S. Didero han perso non solo i NoTav violenti….
La TAV insieme a tante altre cose darà una mano a costruire un mondo e a un clima migliore . Il 40% di coloro che muoiono prima causa inquinamento è dovuto dalle polveri sottili generate dal trasporto su strada .
4 anni fa lanciai la battaglia per salvare l’opera ora proseguo per accelerare i lavori e fare la mia parte affinché tra 10-20 anni la metà del trasporto passeggeri e merci vada su rotaia e non inquini.

Mino Giachino
Sitav

Il Gruppo Iren cresce nella produzione energetica green

Con Iren Green Generation – società dedicata allo sviluppo degli asset rinnovabili – e vengono acquisiti ulteriori due progetti ready to build per una capacità complessiva di 30MW

 Iren S.p.A. ha sottoscritto gli accordi vincolanti per l’acquisizione – attraverso la società interamente controllata Iren Green Generation – di autorizzazioni e dei diritti sui terreni per lo sviluppo di due impianti fotovoltaici di potenza complessiva pari a 29,9 MWp siti nel sud Italia per una produzione di circa 50 GWh all’anno.

La costituzione di Iren Green Generation, la nuova area di business del Gruppo dedicata allo sviluppo degli asset rinnovabili, conferma la direzione intrapresa dal Piano Industriale Iren@2030 con l’obiettivo di raggiungere una nuova capacità rinnovabile installata di 2,2 GW in arco piano.

Il prezzo di acquisizione delle autorizzazioni è pari a complessivi 6,1 milioni di euro e gli impianti, una volta in esercizio, genereranno un EBITDA complessivo medio atteso di circa 2,2 milioni di euro all’anno.

Aumentare la produzione di energia rinnovabile grazie all’installazione di nuovi impianti è un obiettivo strategico per Iren – afferma Luca Dal Fabbro Presidente di Iren –ed assume un valore rilevante anche per l’intero Paese, nell’ottica di riduzione della dipendenza da fonti fossili sempre più costose e scarse e come azione concreta per ridurre le emissioni inquinanti”.

La recente acquisizione – commenta Gianni Vittorio Armani, Amministratore Delegato e Direttore Generale di Iren – è un ulteriore passo avanti nel rafforzare il posizionamento del Gruppo nel settore strategico delle rinnovabili e che ci rende sempre più confidenti di accelerare il raggiungimento dei target previsti nel Piano industriale”.

Ridurre consumo di suolo: necessità per le montagne

CONSUMO DI SUOLO E RAPPORTO ISPRA. ABBANDONO E FRAGILITA’ I PROBLEMI STORICI DI ALPI E APPENNINI. RIDURRE IL CONSUMO FAVORENDO PEREQUAZIONE SUGLI AMBITI OTTIMALI, VALORIZZAZIONE DEI SERVIZI ECOSISTEMICI, FAVORENDO IL RIUSO DI EDIFICI E PAESI
Ridurre il consumo di suolo è per le aree montane del Paese una necessità che si accompagna alla necessità di valorizzare la superficie agricola, la gestione attiva delle foreste, i servizi ecosistemici-ambientali garantiti dal suolo stesso, la gestione di un territorio più ampio di quello del singolo Comune grazie ad ‘ambiti ottimali’ e a pianificazione su livelli amministrativi sovracomunali, tramite Unioni montane di Comuni e Comunità montane. Uncem ha seguito con particolare interesse la presentazione del Rapporto Ispra sul Consumo di suolo tenutasi oggi a Roma.
Negli ultimi decenni, contraddistinti indubbiamente dalla cementificazione, aree urbane e montane hanno avuto sul tema due diverse velocità di crescita. Anche rispetto al consumo di suolo. Nei piccoli Comuni e nelle aree montane, il consumo di suolo è da decenni inferiore a quello delle aree urbane. Il fronte edilizio e la pianificazione si intrecciano profondamente con aspetti antropologici ed economici, legati allo spopolamento e al continuo abbandono delle Terre Alte. In tutti i Comuni delle Terre Alte serve una perequazione sull’ambito ottimale di riferimento, che è l’Unione montana di Comuni o la Comunità montana nelle Regioni dove queste ancora esistono. Bisogna compensare quanto è stato fatto a valle, il consumo di suolo registrato nei centri più in basso, con quanto invece non è stato consumato a monte, nei Comuni che soffrono ancora spopolamento e abbandono.
La riduzione del consumo di suolo, verso un totale blocco al 2050 come imposto dalle direttive europee, si deve unire a nuovi modelli di valorizzazione del suolo e dei suoi servizi (in primis l’assorbimento di Co2), alla gestione sostenibile delle foreste come descritta nel Codice forestale varato dal Parlamento nel 2018, a una sussidiaria prevenzione del dissesto idrogeologico con prevenzione delle fonti idriche che si può attuare con sistemi di scambio tra città e montagna. Frane, dissesti, valanghe, tutte le fragilità dei territori impongono – agli Enti locali in primis, alle comunità, al valido e prezioso sistema di associazioni di protezione civile – una particolare dinamicità, azioni di prevenzione costante, ma anche resilienza e investimenti per ridurre i rischi. Anche grazie alla Strategia delle Green Communities, fortemente voluta da Uncem dodici anni fa e oggi finanziata dal PNRR.
Fondamentale agire sulla qualità del costruito e del recupero. Nelle aree montane, auspicati investimenti per il riuso di fabbricati dismessi, per la rivitalizzazione dei paesi, per la rigenerazione di pezzi di frazioni e borgate, si deve unire a tecniche costruttive Nzeb, per le quali gli immobili non consumano energia e non impattano sull’ambiente. Blocco del consumo di suolo sì, ma anche una capacità di favorire investimenti adeguati e nuove realizzazioni nelle aree montane affinché si determinino condizioni per portare nuovi posti di lavoro e nuovi servizi nelle aree interne del Paese. Green Communities, comunità nella sostenibilità dunque. È questo l’unico antidoto all’impoverimento e all’abbandono.

Storie di giardini, orti e amore per il verde

A raccontarle, l’architetto-paesaggista Monica Botta nei giardini di Casa Lajolo a Piossasco

Domenica 31 luglio, ore 18

Piossasco (Torino)

“Tutti hanno bisogno di bellezza come di pane, luoghi in cui giocare o pregare, ove la natura possa curare e rallegrare e dare forza all’animo e al corpo insieme”: quanto suonano vere e, oggi più che mai, di stretta attualità le parole di John Muir, ingegnere, naturalista e scrittore scozzese (1838 – 1914), con cui Monica Botta apre il suo libro “Caro giardino, prenditi cura di me” (Ed. LDN-Milano), che sarà presentato domenica prossima 31 luglioalle ore 18, a Piossasco in un giardino di rara bellezza, come quello di “Casa Lajolo”, dimora storica di metà Settecento appartenente dal 1850 ai conti Lajolo di Cossano! Incontro letterario, ma non solo. Pagine in cui, al piacere della lettura, s’accompagnano argomentazioni scientifiche volte a sottolineare l’importanza del “verde”, di un parco, di un giardino per il “ben-essere” dell’uomo. Di anima, corpo e mente. L’autrice, novarese, è un architetto paesaggista, esperta nella progettazione di “giardini terapeutici” e il libro mette insieme ciò che ha raccolto negli ultimi dieci anni del suo lavoro: storie di chi ama l’orto, di chi cerca raccoglimento spirituale nel parco di un monastero, di chi vive un giardino privato come un vero regno. All’interno, anche il racconto delle esperienze di quattro “giardini terapeutici”, progettati dalla professionista e realizzati in diversi contesti socio-sanitari italiani. “Di questi giardini, che hanno come obiettivo il benessere dei fruitori, viene raccontata – si spiega – l’esperienza di un utilizzo diverso, che attiva i sensi e stimola le persone a godere dello spazio verde: dall’esperienza di un ragazzo autistico alla golosità di una nonnina per i fichi al piacere della lettura in giardino alle prime luci dell’alba”. Il tutto osservato direttamente dall’autrice che ha voluto sottolineare l’importanza che la natura può avere sulla vita delle persone, soprattutto di quelle che hanno necessità, tornando al giardino e alla natura, di trarre il massimo beneficio in un momento delicato del loro stato di salute. Quello di Monica Botta è un libro che guarda alle “fragilità umane” e a come si possano lenire i disagi ricorrendo ad attimi di gioia, restituendo bellezza alla vita attraverso le cure di un giardino. La prefazione è stata affidata a  Marco Martella, storico dei giardini che vive e lavora a Parigi, dove ha fondato la rivista “Jardins”. Martella, appassionato e pratico di giardinaggio, sostiene nel suo scritto che “il giardino ripara quel margine di umanità che resiste in noi”. In chiusura, la postfazione di Giuseppe Barbiero (biologo, ricercatore di Ecologia e direttore del LEAF – Laboratorio di Ecologia Affettiva dell’Università della Valle d’Aosta), mette in evidenza “come tutti abbiamo un sentimento di affiliazione alla natura e che è proprio l’ipotesi all’origine della biofilia”.

Per chi lo desideri, dopo l’incontro, che fa parte della rassegna “Bellezza tra le righe”, organizzata da “Fondazione Casa Lajolo” e “Fondazione Cosso” con il contributo della Regione Piemontealle 19aperitivo su prenotazione e omaggio dall’orto.

Incontro con l’autore compreso nel biglietto di ingresso alla Casa e al giardino: 8 euro. Aperitivo su prenotazione 10 euroPrenotazione obbligatoria: “Casa Lajolo”, via San Vito 3, Piossasco (Torino); tel. 333 327 0586 o info@casalajolo.it

g.m.

Nelle foto:

–       I giardini di “Casa Lajolo”

–       Cover “Caro giardino, prenditi cura di me” (Ed. LDN-Milano)

Le strade storiche di montagna

L’assessore regionale al Turismo ha spiegato che il Regolamento è stato redatto in maniera concertata al termine del lavoro di uno specifico tavolo. Vengono definite le tre tipologie di fruizione: le strade destinate a velocipedi e pedoni, quelle ai pedoni e ai mezzi motorizzati e quelle libere.La legge, proposta da Fdi, promuove la valorizzazione delle strade storiche di montagna di interesse turistico, con l’obiettivo di mantenere le stesse in condizioni ottimali, favorendo così lo sviluppo del turismo outdoor. Si vuole generare un indotto per i Comuni all’interno dei quali sorgono: si tratta di itinerari spettacolari in luoghi impervi, creati dalla forza degli uomini e utilizzate fin da tempi antichi.

Nel dibattito sono intervenuti la Lega, che ha presentato l’emendamento per prevedere le deroghe per accesso alle strade bianche, e Fdi, che ha sollecitato la pubblicazione dei bandi. L’emendamento è stato approvato a maggioranza e con parere condizionato.

 

Formazione professionale

La commissione ha poi approvato a maggioranza il provvedimento della Giunta che disciplina le commissioni esaminatrici nella formazione professionale, che sono composte da un presidente, da un esperto del mondo del lavoro e da un esperto della formazione.

La Proposta di delibera aggiorna quella precedente che risaliva a undici anni fa.

I presidenti e gli esperti del mondo del lavoro sono nominati dalla Regione. L’esperto della formazione è invece designato dall’ente gestore del corso tra i propri docenti e formatori.

Sono intervenuti nell’ordine il Pd, che ha chiesto informazioni sull’entità dei gettoni di presenza, e la Lega, che si è soffermata sulle tempistiche per la formazione dei nuovi elenchi.

Flora, le piante salveranno il mondo

È  nata all’interno della trasmissione PARLACONME, per volontà  di Simona Riccio, la rubrica FLORA, curata dall’agronomo Davide Conti

È  nata da poco la nuova rubrica della trasmissione “Parla con me”, dedicata alle piante, a cura dell’agronomo Davide Conti. Si intitola “FLORA- Le piante salveranno il mondo”. Con questo nuovo format verranno raccontate e approfondite storie di piante particolari, alcune delle quali straordinarie.

Il 14 luglio scorso è stato pubblicato sui canali di “Parla con me” il primo articolo, che sarà a cadenza quindicinale. Un secondo articolo è stato dedicato all’agave americana.

“Lo scopo di FLORA – spiega Davide Conti – rappresenta il mio personale desiderio di guidare il lettore all’interno di un viaggio che faccia emergere l’importanza delle piante per l’essere umano e il pianeta, nonché la straordinarietà e il carattere per i quali esse si distinguono.

La  straordinarietà di una pianta va, infatti, al di là della sua bellezza e consiste proprio nella sua reale e imprescindibile funzione di conservazione della sopravvivenza dell’intero pianeta e delle specie che lo abitano. Comprendere il significato delle piante consente di emozionarci e custodirle con tutta la dedizione che meritano”.

“Ho deciso di affidare a Davide questa rubrica – spiega Simona Riccio, founder della trasmissione radiofonica  “Parla con me” –perché non potevo sottrarmi dal porre la giusta attenzione anche verso questo tema così affascinante. “Parla con me” si occupa del vasto settore agroalimentare e rappresenta una trasmissione particolarmente legata all’ambiente e alla sua tutela. È nostro dovere riconoscere le piante come colonna portante di questo processo e sono certa che Davide Conti farà scoprire, rispettare,  comprendere e farà innamorare il lettore delle piante “.

PARLACONME è  il titolo della trasmissione radiofonica ideata da Simona Riccio, Agrifood & Organic Specialist, oltre che Linkedin Top Voice Italia. Si tratta di una trasmissione che si pone l’obiettivo di porre al centro dell’attenzione la filiera agroalimentare, con il coinvolgimento di ospiti in studio e in collegamento telefonico. Obiettivi principali della trasmissione sono la valorizzazione, la promozione, la tutela e la diffusione della conoscenza della filiera agroalimentare italiana, creando consapevolezza sul ruolo che tale filiera riveste anche nel rafforzare l’identità culturale e materiale del nostro Paese.

MARA MARTELLOTTA

Giustizia climatica, se ne parla sabato al Green Pea

A conclusione del Climate Social Camp, in programma a Torino fino al 29 luglio in occasione del Meeting europeo di Fridays for Future, Green Pea – il primo Green Retail Park dedicato al tema del Rispetto – si fa portavoce del cambiamento ospitando un talk aperto al pubblico dedicato al tema della giustizia climatica. L’incontro, dal titolo “Voci dal Pianeta Terra: attivismo globale dall’Uganda a Torino”, si terrà sabato prossimo, 30 luglio, alle ore 18,30, al Piano 3 di Green Pea, e vedrà la partecipazione di una serie di giovani attivisti che interverranno per parlare dell’argomento, in un viaggio tra crisi energetica e femminismo, dando ai partecipanti la possibilità di informarsi e prendere parte coscientemente e attivamente al cambiamento.

Continua a leggere:

Giustizia climatica: se ne parla sabato a Torino al Green Pea

A Torino con i veicoli green delle Poste il recapito è sempre più sostenibile

Anche in provincia di Torino Poste Italiane punta sulla sostenibilità e aumenta il numero dei mezzi in grado di conciliare l’efficienza nel servizio di recapito con le politiche green.

Torino, 26 Luglio 2022 – Da oggi anche in provincia di Torino sono operativi 363 veicoli a basse emissioni che si aggiungono ai tricicli e quadricicli elettrici già presenti sul territorio per la consegna dei pacchi e della corrispondenza.

La nuova fornitura è composta da veicoli a quattro ruote, tra macchine e furgoni allestiti con propulsori endotermici di ultima generazione: metano, motorizzazioni ibride e full electric.

Grazie a questi nuovi mezzi, da oggi anche sul territorio torinese la posta viaggia completamente “green” durante tutto il processo di recapito. I veicoli prima di entrare a far parte della flotta di Poste Italiane sono stati modificati e resi funzionali alle esigenze del servizio postale; ad esempio, in alcune macchine, il sedile passeggero è dotato di un particolare allestimento per l’alloggiamento delle cassette o di particolari scaffalature per il trasporto dei pacchi. Altri ancora hanno accessori ad hoc per la mission di Poste Italiane, come il sistema Keyless Entry&Start per il riconoscimento a distanza del conducente. Grazie a questa tecnologia, le portiere e il portellone si sbloccano automaticamente, facilitando il lavoro degli operatori.

Il rinnovo della flotta aziendale in ottica sostenibile è uno degli obiettivi del piano industriale ’24 SI’ dell’Azienda guidata dall’Amministratore Delegato Matteo Del Fante, e proseguirà per tutto il 2022. Al momento sono 13 mila i veicoli green che Poste ha messo su strada, per arrivare nel 2024 ad un totale di 17.000.

Con i nuovi mezzi elettrici, dunque, la mobilità dell’Azienda è sempre più sostenibile, in linea con l’ESG – Environmental Social and Governance, il piano d’azione in materia di sostenibilità ambientale e sociale del Gruppo.

 

Climate Social Camp e Meeting Europeo di Fridays For Future, ecco il programma

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A Torino dal 25 al 29 luglio.

Saranno due eventi chiave per il movimento per il clima a livello globale, e vedranno la partecipazione di attivisti e attiviste da tutto il mondo. Si tratta di 5 giorni di confronto e discussione sul futuro della lotta climatica, di socialità e protesta, in un momento storico in cui le temperature altissime sono chiaro indicatore del fatto che la crisi climatica è già presente e che ci riguarda tutti.

Il programma è diviso in due parti: al Campus Luigi Einaudi si terranno le sessioni di discussione del meeting europeo di Fridays For Future, mentre al Parco Colletta – nella cornice del Climate Social Camp – si terranno conferenze, laboratori e proiezioni su temi collegati alla crisi climatica.

LA SETTIMANA AL CAMPUS LUIGI EINAUDI

TAVOLI DI DISCUSSIONE

“COSTRUIRE LA MOBILITAZIONE PER IL CLIMA”
MARTEDÌ 26 LUGLIO – ORE 9.30 e MERCOLEDÌ 27 LUGLIO – ORE 9.30
Dopo 3 anni di mobilitazione, gli attivisti di Fridays For Future discutono di come riuscire ad
accelerare il cambiamento e arrestare la crisi climatica nel poco tempo che ci rimane. Ci
saranno due gruppi di discussione:

• Le lotte per il clima dell’Africa, del Sudamerica e dell’Asia: come far sì che la politica e
i media occidentali diano voce agli attivisti che rischiano la vita per difendere i loro
territori.
Speaker: Patience Nabukalu, attivista di FFF in Uganda
• Agire locale, pensare globale: organizzarsi per fermare le multinazionali del fossile che
speculano sul nostro futuro
Speaker: Luisa Santi, attivista di FFF in Amazzonia, Brasile

“LE SFIDE DEL FUTURO”
MERCOLEDÌ 27 LUGLIO – ORE 14.30 e GIOVEDÌ 28 LUGLIO – ORE 9.30
Due sessioni di discussione su due temi specifici per delineare il futuro dei movimenti per
il clima. I dibattiti saranno incentrati su:
• Giustizia climatica ed economia fossile: quali sono le alternative all’attuale sistema
economico per coniugare il benessere e il rispetto degli ecosistemi?
Speaker: Raksita Rajagopal, attivista di FFF nel Rajasthan, India
• Strategie di mobilitazione: quali sono i metodi di azione più efficaci per aumentare la
consapevolezza e favorire il cambiamento, a livello individuale e politico?
Speaker: Yashila Govender, attivista di FFF in Sud Africa

WORKSHOP E FORMAZIONI
MARTEDÌ 26 LUGLIO – ORE 14.30 (Campus Luigi Einaudi)
Nove workshop e formazioni su nove temi specifici per comprendere le diverse
sfaccettature della crisi climatica: “Stop EACOP: il più grande oleodotto al mondo mette a
rischio l’Africa orientale”; “La difesa dei territori delle comunità indigene in Messico e
Indonesia”; “Il conflitto del Sahara Occidentale e le radici della crisi climatica”; “Greenpeace
Roots: come trasformare l’ansia climatica in azione”; “Le migrazioni climatiche e i flussi nel
Mediterraneo”; “Il ruolo delle foreste per arginare il riscaldamento globale”.

CONFERENZE
MARTEDÌ 26 LUGLIO – ORE 17.30 – Aula magna Campus Luigi Einaudi
2022 – 2030: OTTO ANNI PER FERMARE LA CRISI CLIMATICA
Da 3 anni il movimento Fridays For Future unisce ragazzi e ragazze in tutto il mondo che
hanno a cuore il futuro del nostro Pianeta. In questi anni, in cui però abbiamo vissuto anche
una pandemia globale e una nuova guerra in Europa, è cambiata la sensibilità sul tema della
crisi climatica?
Qual è il ruolo della scienza, dell’università, del mondo associativo, del sindacato
nell’affrontare la crisi climatica? Cosa devono fare queste realtà per evitare che il collasso
climatico metta a repentaglio la sopravvivenza stessa della nostra specie?

Ne discutiamo con:
Panel scienza e università
• Antonello Provenzale, Direttore dell’Istituto di Geoscienze e Georisorse del CNR
• Elisa Palazzi, Docente di Fisica del Clima all’Università di Torino
• Stefano Geuna, Rettore dell’Università di Torino
• Guido Saracco, Rettore del Politecnico di Torino
• Patrizia Lombardi, Presidente del Comitato di Coordinamento RUS
Panel associazionismo e mondo del lavoro: il modello di sviluppo
• Carlo Petrini, Fondatore di Slow Food
• Luciana Castellina, Presidentessa onoraria di ARCI, Fondatrice de Il Manifesto
• Michele De Palma, Segretario Fiom

Panel associazionismo e mondo del lavoro: pratiche locali di iniziativa e costruzione di reti
territoriali per affrontare la crisi climatica
• Walter Massa, Presidenza nazionale ARCI
• Dario Salvetti, Rappresentante Sindacale Unitario GKN
• Maria Josè Fava, Referente Libera Piemonte
VENERDÌ 29 LUGLIO – ORE 14.30 – Aula magna Campus Luigi Einaudi
“LA GRANDE CECITÀ”: COME RACCONTARE I CAMBIAMENTI CLIMATICI NEI MEDIA
Chi comunica il cambiamento climatico trova davanti a sé diversi ostacoli, che non
riguardano solo la caratteristica complessità di un argomento scientifico. Ci sono barriere
da superare, innalzate dalla natura intrinseca del problema. Distanze psicologiche,
temporali e fisiche da colmare. In che modo possono i media e le principali testate
giornalistiche comunicare l’urgenza del nostro tempo?
Ne discutiamo con:
• Agnese Pini, direttrice de La Nazione
• Maurizio Molinari, direttore di La Repubblica
• Riccardo Luna, direttore di Green&Blue
• Elena Ciccarello, direttrice di La Via Libera
• Salvatore Cannavò, vice direttore de Il Fatto Quotidiano
Modera: Ferdinando Cotugno, giornalista

VENERDÌ 29 LUGLIO – ORE 17 – Aula magna Campus Luigi Einaudi
LA CRISI CLIMATICA È UNA CRISI SANITARIA
Pochi mesi fa la prestigiosa rivista Lancet ha pubblicato un rapporto intitolato “Codice rosso
per un futuro sano”: secondo lo studio, l’impatto del cambiamento climatico in tutto il mondo
sta diventando il fattore che più di ogni altro definisce la qualità della salute. Gli impatti della
crisi climatica sulla salute umana saranno sempre più pericolosi, causando l’aumento dei
decessi per le ondate di calore, una maggiore incidenza di alcune patologie invalidanti o letali,
e – non ultimo – la diffusione di epidemie. Quali sono, nello specifico, i rischi che correranno
nei prossimi anni i paesi come l’Italia? Che effetto hanno le azioni di contrasto alle emissioni
sulla salute delle persone?

Ne discutiamo con:
• Paolo Vineis, ordinario di Epidemiologia Ambientale presso l’Imperial College di Londra
• Anna Ravetti, Medico e coordinatrice della commissione ambiente dell’Ordine dei Medici di
Torino
• Guido Giustetto, Presidente dell’Ordine dei medici chirurghi e odontoiatri di Torino
• Claudio Gianotti, Medico – ISDE Giovani