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Torino Airport riceve la certificazione di Livello 3-Optimisation Airport Carbon Accreditation

A cura di ACI Europe per la sostenibilità ambientale

Caselle Torinese, 20 dicembre 2022 – Torino Airport ottiene l’accreditamento al Livello 3 ‘Optimisation’ del programma di sostenibilità ambientale Airport Carbon Accreditation – il protocollo comune per la gestione attiva delle emissioni climalteranti negli aeroporti attraverso risultati concreti e misurabili – promosso da ACI Europe, l’associazione degli scali europei.
Il Livello 3 ‘Optimisation’ si caratterizza per la predisposizione di un piano di coinvolgimento degli stakeholder nel processo di riduzione delle emissioni da estendere ai diversi attori che operano in aeroporto (compagnie aeree, handler, subconcessionari, passeggeri, dipendenti, partner e realtà territoriali).
Tutti i requisiti di accreditamento del Livello 2 ‘Reduction’ (conseguito dallo scalo di Torino nel 2021) restano vincolanti, a partire dal piano attuativo per la riduzione delle emissioni di carbonio.
La certificazione è rivolta alle società di gestione aeroportuali che intendono perseguire obiettivi di carbon neutrality, neutralizzando le emissioni di CO2 sotto il proprio diretto controllo con
programmi di efficientamento energetico e con il ricorso a fonti rinnovabili di energia.
Nel corso degli ultimi cinque anni l’aeroporto di Torino ha ridotto del 34% le emissioni di CO2
sotto il proprio diretto controllo per un totale di oltre 3.000 tonnellate.
Per i prossimi anni, Torino Airport sta già lavorando ad ulteriori progetti volti alla neutralizzazione
delle emissioni di CO2. Tra questi si ricordano:
– l’autoproduzione di energia elettrica da impianti fotovoltaici (nel 2023 si completerà un primo
lotto di interventi per garantire una potenza di picco pari a 1,6 MW);
– il rinnovo della flotta aeroportuale con veicoli ibridi o full electric;
– il completamento degli interventi di relamping sui sistemi di illuminazione;
– l’installazione di sistemi trigenerativi con fuel cell hydrogen ready per l’autoproduzione di energia
elettrica e termica
e di sistemi a pompa di calore;
– il programma di incentivazione all’utilizzo di mezzi di trasporto sostenibili rivolto sia ai partner sia ai dipendenti;
– la compensazione delle emissioni proprie (Scope 1 e Scope 2) con crediti di carbonio certificati.
Lanciato da Airports Council International (ACI) Europe nel 2009, il programma Airport Carbon Accreditation consente agli aeroporti di valutare i progressi compiuti nella gestione della propria carbon footprint. Il protocollo Airport Carbon Accreditation comprende in tutto 6 livelli di certificazione climatica: mappatura, riduzione, ottimizzazione, neutralità, trasformazione e transizione. L’amministrazione del programma è gestita da una società di consulenza ambientale WSP, che garantisce un’implementazione imparziale. Inoltre, le valutazioni per la concessione della certificazione sono controllate accuratamente da verificatori indipendenti.
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Andrea Andorno, Amministratore Delegato di Torino Airport ha dichiarato: “Siamo molto felici di aver ricevuto la certificazione al Livello 3 ‘Optimisation’ del programma Airport Carbon Accreditation: si tratta di un riconoscimento importante del grande impegno che abbiamo assunto verso l’ambiente, il territorio e le future generazioni per rendere la nostra industria sempre più sostenibile. Riuscire a coinvolgere le terze parti in questo processo di sostenibilità è un tassello fondamentale per diffondere la cultura di rispetto dell’ambiente e per contribuire in un’ottica condivisa alla lotta contro la crisi climatica”.
Olivier Jankovec, Direttore Generale di ACI Europe, ha dichiarato: “Sono lieto di congratularmi con l’aeroporto di Torino per aver raggiunto con successo il Livello 3 ‘Optimisation’ di Airport Carbon Accreditation. È importante che l’azione per la salvaguardia del clima nelle attuali circostanze estreme in cui si trova il nostro settore prosegua in maniera continuativa. Inoltre, il raggiungimento del Livello 3 dell’accreditamento significa che Torino Airport sta andando oltre le emissioni sotto il suo diretto controllo e si sta impegnando con le aziende che operano presso la sua sede per ottenere riduzioni di CO2 da parte di terzi. Complimenti a tutti coloro che hanno partecipato a questo impegnativo sforzo e ancora congratulazioni”.
Per approfondimenti: www.airportcarbonaccreditation.org

Smog, scatta il livello arancio

Da martedì 20 dicembre, e fino a mercoledì 21 dicembre 2022 compreso (prossimo giorno di controllo), le misure di limitazione del traffico passeranno al livello 1 (arancio).
I dati previsionali forniti  da Arpa Piemonte evidenziano infatti il superamento del valore di 50 mcg/mc di concentrazione media giornaliera di PM10 nell’aria per tre giorni consecutivi.

Si ricorda che con l’attivazione del livello arancio si fermeranno anche tutti i veicoli dotati di dispositivo “Move In”. Si ricorda inoltre che eventuali variazioni del semaforo antismog in vigore, con le relative misure di limitazione del traffico, vengono comunicate il lunedì, mercoledì e venerdì, giorni di controllo sui dati previsionali di PM10, ed entrano in vigore il giorno successivo.

L’elenco completo delle misure antismog a tutela della salute, delle deroghe e del percorsi stradali esclusi sono disponibili alla pagina www.comune.torino.it/emergenzaambientale

Il Piemonte raggiunge con 9 anni di ritardo il 65% di raccolta differenziata Ma crescono i Comuni “rifiuti free”

Ecoforum 2022

“Preoccupati dal nuovo Piano Regionale”

Il Piemonte raggiunge con 9 anni di ritardo l’obiettivo del 65% di raccolta differenziata.
A fondo classifica le Province di Alessandria e Torino, che si confermano nel ruolo di zavorre restando lontane dagli obiettivi di legge, rispettivamente al 62% e al 61%, con i rispettivi capoluoghi al 46% e al 53%Scarti tessili e scarti alimentari, settori particolarmente significativi per novità l’uno e dimensione l’altro, al centro di due focus tematici.Aumentano i Comuni Rifiuti Free che raggiungono quota 125.
Premiati per due Consorzi Rifiuti Free.

Legambiente esprime preoccupazione per il nuovo PRUBAI:
“Cancella 
de facto la riduzione dei rifiuti dalle attività previste, fissando un obiettivo di produzione al 2035 significativamente peggiorativo rispetto quello oggi in vigore. Il fabbisogno residuo di smaltimento previsto non giustifica la costruzione di un nuovo impianto di termovalorizzazione e l’ipotesi di ‘condividerlo’ con la Regione Liguria, in assenza di una pianificazione su area vasta congiunta, non ci pare ad oggi percorribile. Si seguano le indicazioni che vengono dall’Europa: riduzione, riuso e riciclo”. 

Il Piemonte raggiunge nel 2021, con 9 anni di ritardo, l’obiettivo di legge del 65% di raccolta differenziata a livello regionale, zavorrato dalle Province di Alessandria e Torino, rispettivamente al 62% e al 61%, con i rispettivi capoluoghi al 46% e al 53%.
Tuttavia continua la crescita dei Comuni Rifiuti Free (ovvero con una raccolta differenziata superiore al 65% ed una produzione di rifiuto secco indifferenziato inferiore ai 75 kg/abitante anno), che raggiungono quota 125 (erano meno di cinquanta solo tre anni fa). Si confermano due i Consorzi rifiuti free, ovvero i consorzi con una raccolta differenziata superiore al 70% ed una produzione di secco residuo inferiore ai 100 kg/ab. anno.Sono i dati che emergono dal Dossier Comuni Ricicloni 2022 presentato  a Torino da Legambiente nel corso della giornata conclusiva della sesta edizione dell’EcoForum per l’Economia Circolare del Piemonte, appuntamento dedicato all’approfondimento e al confronto sui temi della corretta gestione dei rifiuti e delle buone pratiche di economia circolare a cui hanno preso parte rappresentanti delle istituzioni, università, mondo imprenditoriale e singoli cittadini.“Sono due i binari paralleli che vanno percorsi per puntare ad un’economia realmente circolare – dichiara Giorgio Prino, Presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta – Il primo è quello della riduzione del rifiuto prodotto e dell’intercettazione il più efficiente possibile delle frazioni valorizzabili del rifiuto. Proprio per tale ragione a partire dall’edizione 2016 la nostra Associazione ha voluto alzare l’asticella per andare oltre quello che è un obbligo di legge (RD al 65%) e premiare non più solo in base alla percentuale di raccolta differenziata, ma chi produce meno rifiuto indifferenziato, passando dal concetto di “Riciclone” a quello di “Rifiuti Free”. Il secondo binario è quello del riciclo e della valorizzazione del materiale raccolto differenziatamente”.

Molti i temi affrontati durante i tre giorni (dal 14 al 16 dicembre) di Forum.

Nella giornata del 14 dicembre, nella prima parte della mattinata si sono alternate, a raccontare se stesse ed i propri progetti, eccellenze regionali e nazionali dell’economia circolare, a cominciare da Barricalla – il principale impianto di smaltimento in Italia per i rifiuti speciali, pericolosi e non pericolosi, un impianto-modello preso a esempio dagli addetti ai lavori del settore – per arrivare a Coripet – consorzio volontario senza fini di lucro, riconosciuto dal Ministero dell’Ambiente tra produttori, converter e riciclatori di bottiglie in PET; raccoglie con eco-compattatori solo bottiglie di pet attivando un close loop che porta al bottle to bottle – a Saint Gobain– azienda leader nella vetreria e nei materiali da costruzione che utilizza materie prime seconde nelle proprie applicazioni.
Nella seconda parte della mattinata si è affrontato un focus sul tema del cibo, delle eccedenze e degli scarti alimentari. Biorepack – il primo sistema europeo di responsabilità estesa del produttore (EPR) dedicato agli imballaggi in plastica biodegradabile e compostabile – ha sottolineato il ruolo delle bioplastiche nella gestione degli scarti organici; Politecnico di Torino e Università del Gusto di Pollenzo hanno presentato studi sull’impronta carbonica della catena del food e sull’integrazione fra agroecologia e economia circolare; Slowfood e TooGoodToGo hanno presentato le loro attività nel campo di una gestione sostenibile degli scarti.

La seconda giornata, svoltasi per la prima volta a Novara con la collaborazione di ASSA S.p.A., la società pubblica che gestisce la raccolta sulla città, ha visto la partecipazione dell’assessora all’Ambiente Teresa Armienti , che ha portato i saluti della Città, del presidente di ASSA Yari Negri e del direttore generale del Consorzio di Bacino Basso Novarese – CBBN Francesco Ardizio. Si sono susseguite le narrazioni di buone pratiche locali, da AD Compound, che dà nuova vita alle plastiche dure, al circolo Legambiente il Pioppo con un eccellente progetto sul coinvolgimento dei Comuni locali nell’utilizzo dei Criteri Minimi Ambientali.
A seguire, un focus sul tema dei rifiuti tessili, che per obbligo di legge devono essere raccolti separatamente dall’inizio del 2022. A dibatterne Humana (recupero abiti dismessi), Unirau (Unione imprese raccolta riuso e riciclo abbigliamento usato), Università di Torino, Associazione Tessile e Salute, Rifò srl (Riciclo tessuti di lana) e Orange Fiber (produzione di filo tessile dal recupero delle bucce di arancia).
Al termine della giornata sono stati premiati i Comuni rifiuti Free delle province di Biella, Vercelli, Verbania, Novara ed il Consorzio Medio Novarese, unico consorzio Rifiuti Free del quadrante.

La terza ed ultima giornata, nuovamente a Torino, ha visto i saluti istituzionali dell’assessora torinese all’ambiente Chiara Foglietta, del consigliere con delega all’ambiente della Città Metropolitana di Torino Gianfranco Guerrini.
L’intervento di Alessia Bertolotto, General Manager di MarcoPolo Environmental Group ha puntato l’attenzione sulle difficoltà burocratiche per gli impianti di recupero materia.
A seguire una tavola rotonda sul Prubai 2022, attualmente in fase di approvazione in Regione. Il Piano Rifiuti Urbani e Bonifica Aree Inquinate ha il compito di fissare gli obiettivi e governare la gestione dei rifiuti solidi urbani regionali.

È un piano che non ci piace – dichiara alla fine della giornata Giorgio Prino, presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta – si pone obiettivi timidi, assumendo per quanto riguarda il riciclo, le indicazioni minime che giungono dalla normativa europea come target assoluti; cancella de facto la riduzione dei rifiuti modificando in peggio gli obiettivi attualmente in vigore; sottovaluta l’apporto del riuso; si pone obiettivi alti di Raccolta differenziata senza individuare azioni specifiche per raggiungerli. Però arriva alla conclusione di dover costruire un nuovo impianto di smaltimento, con probabile localizzazione nell’alessandrino. Scelta che assolutamente non condividiamo e che ci prepariamo a contrastare”.

La giornata si è conclusa con la premiazione dei Comuni Rifiuti Free delle province di Torino, Asti, Cuneo ed Alessandria e dell’unico Consorzio rifiuti Free del quadrante, il Consorzio Chierese per i Servizi.

La continua crescita del numero dei Comuni Rifiuti Free è una nota positiva – dichiara Alice De Marco, Direttrice di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta – in un quadro che completamente positivo non è e che ancora deve fare un lungo percorso lungo la strada che porta verso l’economia Circolare. C’è da considerare che sono molti i Comuni che superano il 65% di raccolta differenziata. Il vero scoglio è quello della riduzione del secco residuo. La produzione pro-capite diventa un problema ancora maggiore per i Comuni che hanno grossi flussi turistici (pensiamo ai comuni montani e a quelli lacustri che in certe stagioni dell’anno vedono triplicare il numero di presenze) o grossi centri di aggregazione. Sarebbe opportuno fare valutazioni più approfondite su queste realtà”.

L’EcoForum per l’Economia Circolare in Piemonte si è svolto in collaborazione con Conai, Progetto LIFE Derris e Progetto LIFE Climaction. L’iniziativa è patrocinata da UnionCamere Piemonte, Regione Piemonte, Città Metropolitana di Torino, Provincia di Novara, Città di Novara e Città di Torino.

Il nome di tutti 125 i Comuni premiati sono consultabili nel Dossier Comuni Ricicloni Piemonte 2022, scaricabile liberamente all’indirizzo https://bit.ly/3BGdJER

100 milioni investiti per l’ambiente

Circa 100 milioni di euro investiti per l’Ambiente nel 2023, di cui oltre 16 con fondi regionali, il resto con il contributo statale e europeo; tale somma non contempla gli attesi investimenti dei progetti finanziati dal Pnrr. Lo ha annunciato l’assessore regionale Matteo Marnati illustrando il capitolo del Defr (Documento di economia e finanza regionale 2023-2025) in Quinta Commissione presieduta da Matteo Gagliasso.

Queste risorse potranno alimentare il quadro regionale della programmazione economico finanziaria dell’Ambiente che si sviluppa attraverso sei macroaree: la Politica regionale unitaria per lo sviluppo sostenibile (coordinamento di tutte le altre macroaree); Rifiuti; Qualità dell’aria e riduzione dell’inquinamento; Servizio idrico integrato; Tutela e valorizzazione delle risorse idriche; Tutela valorizzazione e recupero ambientale.

Tra le priorità del prossimo anno, c’è il contrasto all’emergenza siccità e la promozione delle particolarità ambientali del Piemonte e del bacino padano. Marnati ha sottolineato, infatti, che l’emergenza derivante dalla eccezionale siccità del 2022 sconta la mancanza di investimenti in opere per la raccolta e conservazione dell’acqua negli ultimi 20 anni. Oltre alle grandi opere, appare necessario recuperare i 200 piccoli e medi invasi inutilizzati.

Altra battaglia della Regione Piemonte insieme alle altre grandi Regioni del bacino padano è quella di far emergere la specificità ambientale di quest’area dove il controllo della qualità dell’aria è molto complesso e richiede enormi investimenti. Infatti il regime dei venti e lo sviluppo degli strati d’aria dell’atmosfera favoriscono la stagnazione dell’inquinamento. A livello nazionale ed europeo bisognerebbe tenerne conto nel momento della suddivisione dei fondi.

Alcuni consiglieri sono intervenuti per chiarimenti sulla relazione di MarnatiCarlo Riva Vercellotti (Fdi), Giorgio Bertola (M4o), Sean Sacco (M5s) e Letizia Nicotra (Lega).

La seconda parte della seduta è stata dedicata all’illustrazione del Piano regionale per la gestione dei rifiuti urbani e di bonifica delle aree inquinate (PRUBAI) per il quale sono state decise le consultazioni per il 15 dicembre ed è stato richiesto il parere del Cal.

Il Piano si prefigge – fino al 2035 – la riduzione della produzione complessiva dei rifiuti, il miglioramento della qualità dei rifiuti differenziati per arrivare a un tasso di riciclabilità del 65%, la riduzione della quantità di rifiuti indifferenziati prodotti all’anno procapite per abitante per passare dagli attuali 159 a 90 kg, con l’incremento della percentuale di raccolta differenziata all’80%. Sono questi tra gli obiettivi più ambiziosi del progetto del nuovo Piano.

L’assessore ha anche evidenziato che è stato raggiunto in anticipo, già due anni fa, l’obiettivo del 65% di raccolta differenziata a conferma che il Piemonte è una delle regioni più virtuose d’Italia e d’Europa.

Piano rifiuti, in Regione voce alle associazioni

Questo il commento del presidente della Quinta Commissione, Angelo Dago, al termine delle consultazioni della Quinta Commissione sulla proposta di deliberazione 268 riguardante il Piano rifiuti. Alla seduta, svoltasi nell’Aula di Palazzo Lascaris, ha partecipato l’assessore regionale Matteo Marnati.Sono stati auditi, Sergio Capelli di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta, Barbara Ruffino, professore associato del Politecnico di Torino, Gabriele Muzio, direttore tecnico di Confapi Piemonte, Oscar Brunasso di Pronatura e Luca Salvai del Consorzio Acea e sindaco di Pinerolo.

Molte le osservazioni dei consultati, stimolate anche dalle domande dei consiglieri: Giorgio Bertola (Europa verde), Valter Marin (Lega), Domenico Rossi (Pd), Silvana Accossato(Luv), Sean Sacco (M5s).

In particolare Brunasso ha trovato poco ambizioso il target di produzione dei rifiuti individuato nel Piano e non in linea con l’andamento dei precedenti piani. I dati di progettazione, poi, risalgono al 2019, anche se sono disponibili dati più recenti, probabilmente a causa della notevole durata temporale necessaria alla predisposizione del documento.

Un Piano, come affermato da Capelli, che avrebbe obiettivi in taluni casi inferiori a quelli già raggiunti dal territorio. Il rappresentante di Legambiente ha pure sottolineato l’importanza della raccolta differenziata porta a porta, possibilmente non esternalizzata e non basata sulle ecoisole. Una tipologia di raccolta che può aumentare la sua efficacia se associata alla tariffazione puntuale. Le ecoisole – spiega Brunasso – riducono il personale ma non consentono un facile controllo su cosa viene conferito e possono incentivare l’abbandono esterno dei rifiuti.

Per Salvai è necessario affrontare il problema della non omogenea gestione a livello locale e delle conseguenze di una liberalizzazione del mercato dello smaltimento dei rifiuti.

Ruffino ha sottolineato la problematica della capacità degli impianti di ricevere i materiali provenienti dalla raccolta differenziata e della qualità stessa di questi materiali.

Il principio “Chi inquina paga” è stato evocato da Muzio, che ha anche parlato di una gestione a livello locale lasciata alla singola interpretazione dei vari consorzi. L’esponente di Confapi ha pure elencato le diverse filiere che possono presentare criticità e, dove il Piemonte ha carenze dal punto di vista impiantistico come quella dei rifiuti sanitari. Preoccupazioni anche dalle filiere degli imballaggi e dei rifiuti tessili.

Secondo il rappresentante di Legambiente, piuttosto che creare un nuovo impianto di termovalorizzazione è meglio aprire una nuova linea dove c’è quello di Gerbido. Ma bisognerebbe utilizzarlo in modo corretto secondo la normativa europea, rifacendosi alla quale, tuttavia, non ci sarebbe bisogno di un secondo inceneritore.

Per il rappresentante di Pronatura, sarebbe importante un riscontro in bolletta della raccolta virtuosa differenziata.

 

Il Politecnico di Torino sul podio italiano (e mondiale) degli Atenei sostenibili

GreenMetric World University Rankings 2022

Annunciati i risultati del GreenMetric World University Rankings sulla sostenibilità di oltre 1000 campus universitari nel mondo. L’Ateneo mantiene la sua posizione tra i primi venti al mondo per le azioni messe in campo sul tema dello sviluppo sostenibile

Il Politecnico di Torino si conferma tra le Università più sostenibili in Italia e nel Mondo. Lo dicono i risultati del GreenMetric World University Rankings, una delle classifiche internazionali più note, che mette a confronto gli Atenei valutandone la sostenibilità ambientale e sociale. Nell’edizione 2022 del ranking, da poco annunciata, il Politenico di Torino conferma la sua posizione fra i primi 20 classificati a livello internazionale e secondo per punteggio tra le Università italiane.

Il ranking ha l’obiettivo di valutare le azioni che le Università mettono in campo sul tema dello sviluppo sostenibile, analizzando ambiti molto diversificati: le infrastrutture dell’Ateneo, le azioni sui consumi e sulle scelte energetiche, sul sistema di gestione dei rifiuti, sul recupero e trattamento delle acque, sulle scelte per il miglioramento dei trasporti e della mobilità attiva e infine sull’attenzione che ogni Ateneo pone alle tematiche di sostenibilità nella sua ricerca e offerta formativa.

L’Ateneo partecipa da anni al ranking GreenMetric e ha recentemente dimostrato una rapida ascesa fra gli Atenei più virtuosi al mondo, non risentendo dell’aumento del 10% del numero dei partecipanti di questa edizione.

“Siamo un Ateneo impegnato nella transizione ecologica e sociale e abbiamo investito energie e risorse da anni per rendere il nostro campus e le comunità che serviamo sempre più sostenibili e inclusive – commenta la professoressa Patrizia Lombardi, Vice Rettrice per Campus e Comunità Sostenibili e coordinatrice del Green Team di AteneoEssere confermati ventesimi al mondo su oltre 1000 atenei partecipanti al GreenMetric avvalora questo impegno e ci spinge a fare sempre meglio, sempre di più, per quella che è riconosciuta a livello internazionale come ‘quarta’ missione universitaria, attraverso una “governance organizzativa” in grado di sviluppare politiche ed implementare e gestire il campus in maniera sostenibile ed in forte sinergia con il territorio”.

La rivoluzione del packaging riutilizzabile

 La prima campagna di crowdfunding contro il monouso

Gli imballaggi monouso sono un problema crescente, con una stima di quasi 200 milioni di tonnellate solo nei nostri oceani, rappresentano ormai il 36% dei rifiuti prodotti in Europa. Basti pensare che un contenitore monouso, che viene usato in media per 60 minuti, si smaltisce in circa 100 anni.
Molta grande scienza è stata dedicata ai materiali biodegradabili, ma questi sono solitamente costosi e quasi mai riciclati o compostati a causa della mancanza di adeguate infrastrutture di raccolta e riciclaggio. Esistono anche tradizionali sistemi di riutilizzo basati sui depositi, ma questi non sembrano essere efficaci poiché non possono far fronte alla complessità del compito.
Con l’obiettivo di ridurre i rifiuti degli imballaggi monouso è nato Around, il primo servizio sostenibile di packaging riutilizzabile attivo in Italia, digitale e senza deposito per offrire un’alternativa sostenibile a locali e consumatori.
Around ha costruito una piattaforma tecnologica per il riutilizzo dove, a partire dalla consegna del cibo e dal consumo da asporto, offre a ristoranti, mense e supermercati contenitori riutilizzabili di alta qualità a un prezzo a utilizzo inferiore a quello dei monouso. I consumatori prendono in prestito i contenitori gratuitamente, quindi li restituiscono in uno qualsiasi dei locali del network.
L’obiettivo è rivoluzionare il mondo del food packaging ed eliminare il monouso, creando un beneficio per ambiente, città e cittadini.
I contenitori Around, infatti, possono essere usati più di 200 volte e il loro utilizzo è tracciato attraverso l’applicazione Aroundrs, disponibile su Apple store e Google play, con cui viene gestito il processo di presa e consegna.
I ristoratori possono sottoscrivere un abbonamento con vantaggi e servizi differenti in base alle proprie esigenze e diminuire la propria impronta ambientale riducendo la quantità di rifiuti da imballaggio nei servizi di asporto e delivery.
I clienti, invece, attraverso l’applicazione Aroundrs possono visualizzare i ristoranti che hanno aderito al progetto da cui noleggiare gratuitamente il packaging Around per il loro asporto e restituirlo entro sette giorni. Del lavaggio si occupa il ristorante stesso, a meno che non abbia accesso al servizio extra di lavaggio centralizzato di Around.
Ogni singolo utilizzo è tracciato in maniera da poter quantificare in tempo reale il beneficio ambientale derivante dall’utilizzo del servizio e poterlo certificare agli utilizzatori.

Up2you ha calcolato che grazie ai suoi 200 riutilizzi un solo contenitore Around è in grado di risparmiare 25 kg di CO2, con una performance nettamente superiore rispetto alle alternative usa e getta in carta, alluminio e bioplastica.
I contenitori sono appositamente progettati per l’utilizzo in un contesto non domestico, sono lavabili in lavastoviglie e possono essere utilizzati in micro onde e in freezer per conservare gli alimenti, garantendo performance sul mantenimento del calore, gestione dei cibi liquidi e successivi processi di sanificazione da parte dei locali (Haccp)
I locali possono inoltre vendere i prodotti direttamente attraverso l’applicazione, collegati già con i contenitori, e scontarli, grazie al programma Zero Food Waste, per ridurre l’invenduto.
L’infrastruttura dell’applicazione, infine, è pensata in modalità open, con microservizi (API) in grado di essere utilizzate da partner che intendano integrare il servizio all’interno di una propria iniziativa territoriale o offerta, anche in ottica di filiera produttiva.
«Dopo anni in cui ci si è affidati al modello lineare, i suoi costi nascosti in termini economici e ambientali sono diventati chiari e ci hanno portato a dover considerare una prospettiva migliore: quella che valuta i materiali come risorse e non come rifiuto – racconta Giulia Zanatta, co-founder e amministratrice di Around – Ripensiamo a un percorso circolare del sistema, costruito sulla tecnologia e l’efficienza per catturare e mantenere il valore a lungo termine delle risorse. Questo cambiamento di prospettiva impatta positivamente ogni parte della catena del valore e crea un framework di cooperazione e condivisione globale dove città e comunità costruiscono economie che riducono costi, accrescono l’efficienza e proteggono l’ambiente».
Nata nel corso del primo lockdown per far fronte all’aumento di sprechi dovuto all’impennata della domanda di servizi di asporto e consegna a domicilio, oggi Around è già presente a Roma, Torino, Firenze e Milano.
Nei giorni scorsi ha lanciato una campagna di crowdfunding, insieme a Banca Etica sulla piattaforma Produzioni dal Basso, per ampliare il network dei locali che mettono a disposizione dei propri clienti i contenitori riutilizzabili di Around.
L’obiettivo è raccogliere 15 mila euro che permetteranno di mettere il servizio a disposizione, gratuitamente, per 100 locali in tutta Italia, riducendo di 1 tonnellata di Co2eq l’impatto ambientale derivante dall’utilizzo dei contenitori monouso.
In questo viaggio, Around non è sola, ma è accompagnata da una rete di realtà che si occupano di implementare, diffondere e misurare pratiche di sostenibilità: Mercato Circolare, Up2You, Plastiz, Legambiente, GreenTo, Make It Tasty, Impact Deal e Torino City Lab, il laboratorio di innovazione del Comune di Torino.

Premio Uncem per le tesi di laurea sulla montagna

IN MEMORIA DI SINDACI E AMMINISTRATORI. ULTIMO MESE PER PARTECIPARE
Ultimo mese per partecipare. Uncem Piemonte, in memoria di Sindaci e Amministratori locali che hanno lavorato per lo sviluppo dei territori montani, per gli Enti locali, per i Comuni montani e per lAssociazione, promuove un Premio per le migliori tesi di laurea sui temi collegati allo sviluppo delle aree montane, con particolare riferimento alle declinazioni smart e green a vantaggio dei territori alpini e appenninici. Otto i premi per le tesi, in memoria di Ugo Boccacci (già Presidente della Comunità Montana Valli Gesso e Vermenagna e membro di Giunta Uncem), Pierangelo Carrara (già Sindaco di Boccioleto e Presidente della Comunità Montana Valsesia, membro di Giunta Uncem), Mauro Berretta (già Sindaco di Cremolino), Giuseppe Panaro (già Sindaco di Castelletto DErro), Mario Malan (già Sindaco di Angrogna), Luciano Abate (già Sindaco di Vigone). Premio speciale in memoria di Edoardo Martinengo (Presidente Uncem nazionale dal 1977 al 1991, Vicepresidente dal 1972], a ventanni dalla morte, per volontà della famiglia Martinengo dintesa con Uncem. Altro premio speciale in occasione dei 70 anni Uncem.
Il premio si rivolge a studenti residenti in Piemonte e studenti residenti in Italia che abbiano frequentato Corsi di Laurea presso uno degli Atenei con sede in Piemonte. Gli studenti devono aver discusso la tesi di laurea a conclusione del corso di studi triennale, specialistico o magistrale nel periodo compreso tra il 1 aprile 2021 e il 25 dicembre 2022.
Il Premio è finalizzato a riconoscere limportante attività di studio, analisi, approfondimento, dialogo, ricerca svoltasi per lelaborazione della tesi e a incoraggiare linteresse per la ricerca e lapprofondimento del neo-laureato sui temi relativi allo sviluppo sociale ed economico delle aree montane. Molti gli ambiti di studio contemplati: dalla green economy al turismo, dai modelli di sviluppo locale all’organizzazione dei servizi e degli Enti locali. Passando per urbanistica, rigenerazione dei paesi, gestione forestale e dei pascoli.

Stellantis prima in Italia per veicoli a basse emissioni

Stellantis si conferma in Italia al primo posto nei primi 11 mesi dell’anno nelle vendite dei veicoli Lev, a basse emissioni con la spina. L’azienda che nasce dall’evoluzione di Fiat e Fca consolida così  la sua supremazia nei più rilevanti segmenti di mercato. Stellantis conquista  nel mercato delle auto una quota del 32,6%, in crescita a confronto con lo stesso periodo dello scorso anno di 1,8 punti nel contesto del mercato italiano che sul fronte dei Lev è pari all’8,8%.

I parchi e lo sviluppo turistico

“Sono stati avviati molti progetti per la valorizzazione dei nostri parchi e per questo vogliamo proseguire nel nostro intento di promuovere il coordinamento e le sinergie tra le iniziative delle varie aree protette incontrando periodicamente, anche sul territorio i direttori ed i presidenti dei diversi enti, per fare squadra”.

Lo ha detto il vicepresidente della Giunta regionale, Fabio Carosso, illustrando in Quinta Commissione presieduta da Angelo Dago, il capitolo del Defr dedicato appunto ai parchi.

“Vi sono anche delle criticità, come quelle derivanti dai danni da animali selvatici – ha continuato Carosso -. In quest’ambito pensiamo anche all’utilità di creare una filiera della carne per non sprecare gli animali abbattuti. Stiamo studiando i dati e le proposte del mondo scientifico per arrivare a creare una situazione sinergica e non di contrasto tra la tutela del lupo e la pastorizia”.

Al termine la Commissione ha dato parere positivo a maggioranza, per le materie di competenza, alla proposta di deliberazione 244 “Documento di economia e finanza regionale (Defr) 2023-2025”.

“Abbiamo già avuto dei riscontri positivi a livello turistico – ha aggiunto il vicepresidente – per cui continuerà ad essere una nostra priorità far visitare le bellezze dei nostri Parchi, le bellezze del Piemonte. Per promuovere la conoscenza del nostro patrimonio ci appoggiamo non solo ai canali tradizionali, ma anche a quelli social”.

Alcuni consiglieri sono intervenuti chiedendo delucidazioni, tra questi Sean Sacco (M5s) in merito alla valorizzazione degli immobili presenti de La Mandria e in generale. Carossoha spiegato che diversi immobili de La Mandria partecipano già a bandi europei per la loro risistemazione mentre, in generale, è in atto una ricognizione nelle varie aree protette per capire se vi siano immobili e terreni che sia opportuno alienare per recuperare risorse.

Sarah Disabato (M5s) ha sostenuto la necessità di approccio scientifico per la gestione dei problemi derivanti dagli animali selvatici, i relativi risarcimenti e lo sviluppo di iniziative imprenditoriali all’interno delle aree protette. Silvana Accossato ha chiesto di fare il punto sulla situazione dei lavoratori dei parchi. Lo stesso presidente Dago si è soffermato sulla necessità di valorizzare l’aspetto economico, anche similmente a quanto fatto in Lombardia, derivante dai capi di animali selvatici abbattuti, oltre a sottolineare la necessità di tutelare la sicurezza dei cittadini e delle imprese che si trovano a dover convivere con la presenza del lupo.

Carosso ha evidenziato che esiste una forte preoccupazione in molte parti del territorio sulla presenza del lupo. Tuttavia, ogni iniziativa dovrà essere basata su riscontri scientifici. Per mettere in atto le giuste misure di tutela è necessario anche avere l’aiuto di risorse europee. Attivare una filiera della carne derivante dagli abbattimenti potrà apportare delle risorse da reinvestire per pagare i danni causati da questi animali. Per quanto riguarda i dipendenti, il turnover è garantito, anche se qualche dipendente in più sarebbe utile.

Sulla possibile trasformazione dei Parchi (per esempio il Parco delle Alpi Marittime ipotizzato come Parco nazionale) è intervenuto Matteo Gagliasso (Lega). Su questo punto il vicepresidente si è dichiarato aperto a qualsiasi miglioramento utile al territorio.