AMBIENTE- Pagina 37

Volontariato ambientale, una vacanza alternativa in favore del pianeta

Spostarsi, viaggiare, staccare, esplorare, questa e’ la vacanza, una pausa dalla routine, dai luoghi che frequentiamo ogni giorno, una sospensione delle abitudini.

Le ferie le sogniamo tutto l’anno, cominciamo a pensare in anticipo a cosa vogliamo fare, immaginiamo luoghi incantati, spiagge bianche o vette da scalare. Ma ci sono altri modi di fare le vacanze, differenti maniere di concepirle e viverle; non tutti pensano, infatti, che viaggiare sia solo prendere un treno o un aereo, raggiungere villaggi turistici e fare festa, in molti credono, invece, che il viaggio possa essere una esperienza piu’ profonda e costruttiva, un esercizio a favore del pianeta che ci ospita, un percorso che insegna a conoscere quei paradisi tanto desiderati, ma soprattutto prepara a come prendersene cura e proteggerli.

Le possibilita’ di passare la villeggiatura dedicandosi all’ambiente circostante sono diverse e possono essere vissute a qualsiasi eta’, dagli adulti probabilmente con una maggiore consapevolezza, dai ragazzi con l’obiettivo di conoscere e comprendere come salvaguardare le bellezze e le ricchezze di questo pianeta.

Queste ecovacanze, organizzate da associazioni specializzate, nascono con il fine di tutelare l’ambiente attraverso progetti di recupero degli ecosistemi ed interventi di conservazione della biodiversità. Lo scopo e´ duplice, compiere azioni concrete a favore del nostro ecosistema e tornare a casa con una nuova ed importantissima conoscenza che assume un valore ancora maggiore attraverso la catena della sensibilizzazione e della diffusione.

Il Wwf, con la campagna GenerAzione Mare, ogni estate coinvolge piu’ di 100 volontari nel monitoraggio dei nidi di tartaruga, Legambiente organizza campi estivi con diverse attivita’ dedicate alla tutela ambientale, il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise accoglie tutti coloro che sono disponibili a collaborare nelle diverse mansioni, dalla manutenzione dei sentieri all’assistenza ai visitatori. Se ci spostiamo ancora piu’ a sud, grazie alla Filicudi Wildlife Conservation (isole Eolie) i ragazzi dai 14 anni in su possono vivere una bellissima esperienza tra attivita’ marine, come lo snorkeling, passeggiate didattiche in compagnia dei biologi marini e partecipare anche alla ricerca che affronta temi specifici come le minacce ecologiche causate dall’uomo.

Insomma le opportunita’ di unire la vacanza ad azioni etiche nei confronti del pianeta terra e della sua fauna, di stabilire un rapporto migliore con l’ambiente che ci circonda sono molte. Stare insieme, confrontarsi e praticare un turismo responsabile sono attivita’ che possono far rima con divertimento e relax, ma soprattutto rappresentano una promessa e una speranza per un futuro rispettoso nei confronti del nostro ecosistema.

Per informazioni

http://www.comune.torino.it/torinogiovani/volontariato/campi-ambientali

MARIA LA BARBERA

 

L’alleanza del territorio per il cibo sano, accessibile e sostenibile. Ora c’è l’Atlante

Ieri nell’Aula Magna del Palazzo del Rettorato dell’Università di Torino (Via Verdi 8/Via Po 17), è stato presentato alla stampa il nuovo protocollo di intesa “Costruire insieme azioni e conoscenza sul sistema del cibo di Torino e del territorio metropolitano – Atlante del cibo di Torino metropolitana”, avviato nel 2017 da Università di Torino, Politecnico di Torino, Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo e Camera di commercio di Torino, dal 2020 in partenariato con Città di Torino, Città Metropolitana di Torino, Ires Piemonte e Urban Lab e da quest’anno con la Regione Piemonte.

Nell’occasione è stato presentato il nuovo sito atlantedelcibo.it, completamente rinnovato e aggiornato e realizzato anche grazie al contributo della Fondazione Compagnia di San Paolo.

Alla presentazione sono intervenuti Stefano Geuna, Rettore dell’Università di Torino, Laura Montanaro, Prorettrice del Politecnico di Torino, Bartolomeo Biolatti, Rettore dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, Alberto Cirio, Presidente della Regione Piemonte, Stefano Lo Russo, Sindaco Città di Torino e Città Metropolitana, Enzo Pompilio d’Alicandro, Vicepresidente della Camera di commercio di Torino, Angelo Robotto, Direttore Ires Piemonte ePiero Boccardo, Presidente Urban Lab.

L’Atlante del Cibo è un progetto che analizza, rappresenta e comunica il sistema del cibo di Torino Metropolitana. Per fare questo, raccoglie, produce, elabora e sistematizza i dati e le informazioni disponibili e li restituisce nella forma di un repertorio di rappresentazioni, infografiche, video, testi, mappe, ricerche e articoli, per metterli a disposizione del territorio e renderli funzionali alla progettazione e alla gestione del sistema del cibo. Il cibo viene affrontato con un approccio trasversale e di sistema, flessibile alle molteplici dimensioni spaziali e alle diverse tematiche attraverso cui si relaziona con la città e il territorio.

L’Atlante si propone come strumento partecipato e inclusivo di indagine a supporto delle decisioni e delle azioni sul sistema del cibo, in un’ottica di sostenibilità e giustizia, utile a chi fa ricerca sul sistema del cibo di questo territorio, a chi interviene nella sua progettazione, regolamentazione e valorizzazione, agli attori locali per creare nuove relazioni e a chi è curioso/a di conoscere meglio il sistema del cibo torinese. Per fare questo produce nuova conoscenza e aggrega quella esistente, rendendola accessibile e fruibile.

L’Atlante del Cibo è un progetto avviato nel 2015 dall’Università di Torino, con il Politecnico di Torino, l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo e la Camera di commercio di Torino, e formalizzato nel 2017 attraverso il Protocollo di Intesa Costruire insieme azioni e conoscenza sul sistema del cibo di Torino e del territorio metropolitano – Atlante del cibo di Torino metropolitana”. Il primo rinnovo, nel 2020, ha coinciso con l’allargamento del partenariato e il coinvolgimento di Città di Torino e Città Metropolitana, Ires Piemonte e Urban Lab. Questo secondo rinnovo, a luglio 2023, che vede l’ingresso fra i partner della Regione Piemonte, conferma la centralità delle politiche del cibo e rafforza e legittima ulteriormente il progetto anche nella prospettiva di replicabilità su altre aree del Piemonte. Già oggi l’esperienza dell’Atlante del Cibo è stata di ispirazione per altre città e territori che hanno avviato progetti analoghi come a Matera, Roma, la Laguna Veneta, Bari e Palermo.

Gli esiti di questa collaborazione sono visibili sul nuovo sito web dell’Atlante del cibo (atlantedelcibo.it), che raccoglie e rende visibili dati e informazioni sul sistema del cibo di questo territorio e sui processi che lo coinvolgono. Il sito, inoltre, ospita i Rapporti dell’Atlante, che rappresentano lo strumento principale attraverso cui gli esiti dei progetti e delle ricerche che coinvolgono i vari partner vengono comunicati al territorio. A settembre verrà presentato il quarto rapporto, l’esito di una call for paper lanciata nel 2021, rivolta agli atenei, ai centri di ricerca pubblici e privati, agli enti pubblici, alle organizzazioni/associazioni del terzo settore, alle associazioni di categoria con l’obiettivo di mappare e raccogliere la conoscenza prodotta sul sistema del cibo torinese.

I 40 contributi raccolti aiutano a capire in che direzione si sta muovendo la ricerca e la progettualità locale sul cibo e la nutrizione. I paper sono stati articolati in 7 sezioni tematiche che abbracciano la molteplicità di sguardi disciplinari e soggetti coinvolti: sistemi, politiche e progetti; produzione e sostenibilità; stili alimentari, consumi e identità; cibo e scuola; cibo e salute; povertà alimentare; spreco e recupero.

L’impegno dell’Università di Torino, nel quadro dei principi di sostenibilità ambientale e sociale che l’ateneo ha fatto propri – dichiara Stefano Geuna, Rettore dell’Università di Torino –avviene in continuità con una molteplicità di iniziative nella ricerca, nella formazione, nella terza missione e public engagement, dall’adesione alle piattaforme EIT Food e EIT Health, ai numerosi progetti di ricerca, al processo Nutrire Torino Metropolitana promosso e avviato nel 2015 in collaborazione con la Città metropolitana di Torino. L’Atlante del cibo si configura come un contesto collaborativo attraverso cui valorizzare le conoscenze e competenze che gli atenei e l’Università di Torino in particolare mettono a disposizione del territorio per costruire e orientare politiche locali del cibo.

“La partecipazione di Politecnico di Torino del Ciboaggiunge la Prorettrice del Politecnico di Torino, Laura Montanaroè coerente con il costante impegno a contribuire ad uno sviluppo fondato su principi di coesione sociale e di sostenibilità; l’Ateneo, anche attraverso le progettualità dell’Atlante del Cibo, potrà perseguire i mandati di inclusione e open innovation di cui al proprio piano strategico “PoliTO 4 Impact”.

“Il cibo è uno dei pilastri fondamentali per la definizione della cultura di una comunità – sottolinea Bartolomeo Biolatti, Rettore dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo – e rappresentando esso stesso un mezzo di diffusione valoriale, appare evidente che esista un areale del sapere e del fare gastronomico tipico di ogni territorio. La ricerca “Atlante del Cibo” che vede l’impegno dell’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche di Pollenzo dalla sua nascita nel 2017, è uno strumento di mappatura di questo saper fare. Negli anni l’Ateneo si è contraddistinto per il suo lavoro di monitoraggio sui temi dello spreco alimentare, dell’economia circolare applicata al food system, sul rapporto tra cibo e salute, portando in particolar modo avanti, una visione di One Health ovvero di salute dell’umanità fortemente legata a quella del Pianeta. Il sapere che oggi l’Atlante raccoglie e restituisce a una comunità fatta di persone, imprese, enti, istituzioni, è a tutti gli effetti, una leva strategica di supporto alle politiche locali del cibo. Siamo quindi felici di poter continuare a contribuire a questo prestigioso progetto portando il nostro approccio olistico e sistemico alle Scienze Gastronomiche”.

La Regione Piemonte aderisce con convinzione alla rete dell’Atlante del cibo spiega Alberto Cirio, Presidente della Regione Piemonte – che da oggi allargherà il suo sguardo e il suo raggi di studi all’intero territorio piemontese, perché il cibo è una componente strategica del nostro tessuto economico che conta oltre 50 mila attività agroalimentari impegnate in tutta la filiera, perché è un fattore di attrazione turistica e una buona parte di chi viene a visitare il Piemonte lo fa anche per l’alta qualità della sua offerta enogastronomica. E poi perché il cibo è un elemento culturale, oltre che un parametro per misurare lo stato di salute della nostra comunità. L’educazione e la tutela della qualità del cibo, e oggi sempre di più la sua sostenibilità, all’interno di un ecosistema che vive profondi cambiamenti, sono elementi sfidanti per chi come me ha l’onore di guidare un’istituzione e strumenti come l’Atlante del cibo, unito al lavoro di ricerca dei nostri atenei, rappresentando un bagaglio prezioso di conoscenza per dare la rotta alla nostra azione di governo.

“Il territorio torinesedichiara il Sindaco metropolitano e della Città di Torino Stefano Lo Russoè da sempre un punto di riferimento per il sistema agroalimentare. Uno strumento come l’Atlante del cibo ci aiuta anche ad avere uno sguardo di prospettiva su tutto ciò che orbita attorno ad uno degli aspetti fondamentali della vita, non soltanto dal punto di vista più concreto ma anche sociale e ricreativo. Su questo tema lavoriamo da tempo con impegno: l'Agenda per lo sviluppo sostenibile della Città metropolitana di Torino e del suo territorio recentemente approvata, ad esempio, individua un’apposita missione che si propone di “Realizzare la transizione verso un sistema alimentare rigenerativo per l’ambiente, sano, inclusivo e accessibile”. Questa è la strada su cui vogliamo continuare a lavorare, di concerto con tutte le altre istituzioni coinvolte”.

L’ente cameraleafferma Enzo Pompilio d’Alicandro, Vice Presidente della Camera di commercio di Torino tra i primi firmatari già nel 2017, prosegue con impegno la partecipazione a questo ampio gruppo di lavoro che analizza tutti i numerosi aspetti legati al concetto del “cibo”: non solo un settore economico di grande rilevanza, con 13mila imprese agroalimentari registrate nel solo torinese e più di 51mila in Piemonte, ma anche un universo dalle molte implicazioni culturali, sociali ed educative, come dimostra ad esempio il nostro recente impegno sul tema delle mense scolastiche e dell’educazione alimentare oppure la crescente attenzione che riserviamo ai temi della sostenibilità ambientale e sociale”.

“Grazie alla sua vocazione interdisciplinareaggiunge Angelo Robotto, Direttore di IRES Piemonte – l’IRES Piemonte potrà offrire supporto e mettere a disposizione la sua esperienza per “connettere” temi specifici: dalle politiche agricole, allo sviluppo rurale, dallo sviluppo sostenibile, al clima e agli stili di vita. L’IRES fornisce supporto alla Regione Piemonte- così come ad altre amministrazioni locali e attori del territorio- per la programmazione, il monitoraggio e la valutazione delle politiche messe in campo: per questo,  la natura multidisciplinare dell’Istituto  può consentire l’inquadramento di temi  come quelli legati all’Atlante del Cibo, in una cornice più generale che tenga conto dell’evoluzione economica e sociale complessiva del nostro territorio, contribuendo anche  a delineare una più ampia visione di scenario”.

“Urban Lab – sottolinea Piero Boccardo, Presidente di Urban Lab– conferma l’interesse e l’impegno a partecipare all’Atlante del cibo, un progetto e una rete capaci di intercettare da vicino, in modo trasversale e multiscalare, coniugando tangibile e intangibile, la nostra mission di raccontare la trasformazione della città e di offrire strumenti di comprensione dei processi urbani”. 

Valutazioni ambientali più snelle, Piemonte più competitivo

Il Consiglio regionale approva la nuova legge

L’assessore all’Ambiente Marnati: «Con questa legge il Piemonte sarà più attrattivo e competitivo»

Approvata dal Consiglio regionale la nuova legge sulle valutazioni ambientali (Valutazioni Impatto Ambientale, Valutazione Ambientale Strategica e Autorizzazione integrata ambientale) il cui obiettivo è quello non solo di semplificare, attraverso un testo molto più snello, ma dare anche maggior chiarezza normativa ed evitare l’eccessiva proliferazione di norme e permettere l’applicazione uniforme dei vari procedimenti (VIA, VAS e AIA) sul territorio regionale.

 «Massima semplificazione, chiarezza normativa, più trasparenza – commenta l’assessore regionale all’Ambiente Matteo Marnati – Così il Piemonte diventerà più attrattivo e competitivo, ci saranno ricadute positive sia sul regime delle imprese sia nei confronti dei cittadini. Grazie alla sburocratizzazione si permette alle imprese di agire con maggior celerità.  Con questa legge investire in Piemonte sarà economicamente più vantaggioso rispetto a molte altre regioni italiane che hanno oneri di istruttoria molto più elevati rispetto ai nostri, e, per le pubbliche amministrazioni, gli oneri saranno gratuiti».

Alberi corso Belgio, sì ai lavori ma con nuove modalità

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L’intervento di corso Belgio si farà ma con nuove modalità e tempi diversi. Lo ha spiegato l’assessore al Verde Francesco Tresso precisando che i fondi originariamente previsti sui finanziamenti REACT-EU (Pacchetto di Assistenza alla Ripresa per la Coesione e i Territori d’Europa) per l’intervento di rinnovo dell’alberata, verranno destinati ad altri progetti di riforestazione in ambito cittadino, riservando all’intervento di corso Belgio i fondi nel frattempo resisi disponibili sulla linea PON METRO PLUS.

Questo aspetto amministrativo offre la possibilità di considerare le richieste espresse dalla cittadinanza nel corso degli ultimi incontri pubblici, rivolte a ridurre al minimo i disagi conseguenti all’intervento nel periodo estivo e ad individuare nuove soluzioni che prevedano di intervenire per tratte, anche nell’ottica di contenere l’impatto provocato da un unico cantiere che interessi tutto l’asse viario.

“Ribadendo la bontà del progetto di rinnovo –precisa Tresso- che guarda in avanti per consentire la conservazione dell’alberata per le future generazioni garantendo migliori condizioni di vita per gli alberi stessi, i maggiori tempi a disposizione consentono di ripercorrere un percorso di maggiore concertazione nella ricerca di possibili soluzioni alternative, che valutino diversi fattori da considerare, quali il mantenimento di adeguate condizioni di sicurezza degli alberi o la riduzione dei posti auto”.
Le diverse soluzioni progettuali saranno oggetto di specifici incontri già a partire dal prossimo mese di settembre, in modo da redigere un nuovo progetto in tempi rapidi per poter poi procedere con una nuova fase autorizzativa che precede l’assegnazione dei lavori.
Nella ricerca di una possibile mediazione che non allontani eccessivamente la fase di realizzazione, l’amministrazione comunale ipotizza di eseguire un primo lotto di lavori limitato ai primi due isolati (da corso Tortona a via Andorno), senza abbattere gli alberi ritenuti non a rischio di crollo, realizzando un filare disallineato (perché i nuovi impianti devono essere pensati più distanti dalla sede tranviaria) e valutando l’eventualità di una riduzione dei posti auto contenuta, proprio perché si interviene su soli due isolati (su uno sviluppo complessivo pari a oltre 1 chilometro e mezzo.
La realizzazione di questo lotto iniziale potrà essere eseguita già in autunno.

A Torino Airport il più grande impianto fotovoltaico su tetto in un aeroporto italiano

  • A regime l’impianto produrrà il 12% del fabbisogno di energia elettrica annuale dello scalo

  • In un anno verranno risparmiate oltre 400 tonnellate di CO2 all’anno, l’equivalente di oltre 13.500 alberi piantati

  • L’installazione rientra tra le azioni del programma Torino Green Airport

Caselle Torinese, 11 luglio 2023 – L’aeroporto di Torino compie un altro passo verso la decarbonizzazione. È entrato in funzione oggi a Torino Airport il più grande impianto fotovoltaico su tetto in un aeroporto italiano, costituito da 3.651 moduli che coprono una superficie complessiva pari a 6.454 metri quadri (pari all’incirca all’estensione di un regolamentare campo da calcio).

Il nuovo impianto fotovoltaico sarà in grado di generare a pieno regime, 1.585 MWh di energia elettrica in un anno. Con questa taglia, il sistema è in grado di soddisfare fino al 12% del fabbisogno annuale dello scalo aeroportuale, ovvero fino al 60% circa del consumo orario in una giornata assolata.

I pannelli fotovoltaici sono stati installati sulla copertura del terminal passeggeri, sul tetto dell’edificio dedicato al BHS-Baggage Handling System e su quello di una palazzina situata in area tecnica.

L’energia elettrica prodotta dall’impianto con la potenza del sole consentirà all’aeroporto di Torino di evitare l’emissione di 406 tonnellate di CO2 all’anno, l’equivalente di 13.552 alberi.

Grazie a una longevità fino a 40 anni e a un indice di prestazione molto elevato, i moduli fotovoltaici installati sono tra i più efficienti sul mercato: i moduli sono infatti progettati per produrre il 60% di energia in più a parità di spazio per oltre 25 anni, offrono un’alta resistenza meccanica agli agenti deterioranti e non generano il fenomeno dell’abbagliamento.

La realizzazione e il collaudo in tempi rapidi del nuovo impianto sono stati resi possibili anche grazie al ruolo e all’impegno dell’Enac a favore della decarbonizzazione del settore e, in particolare, alle recenti Linee Guida elaborate dall’Ente che hanno semplificato il procedimento amministrativo per gli impianti fotovoltaici aeroportuali, agevolandone l’iter di autorizzazione.

Elisabetta Oliveri, Presidente di Torino Airport, ha commentato: “Con l’inaugurazione di oggi Torino Airport dà ulteriore concretezza al proprio piano di sostenibilità e conferma l’impegno ‘Change is possible’ del Gruppo SAGAT. La messa in funzione del nuovo impianto fotovoltaico segna un momento importante di avanzamento nella realizzazione del nostro piano industriale, di cui sostenibilità e innovazione tecnologica sono due fondamentali pilastri, insieme alle molte altre azioni volte a mitigare gli effetti del cambiamento climatico che stiamo realizzando e che confermano l’eccellenza dell’aeroporto di Torino sul fronte della sostenibilità”.

Andrea Andorno, Amministratore Delegato di Torino Airport, ha sottolineato: “Siamo molto orgogliosi di aver realizzato questa nuova opera infrastrutturale, che segna l’inizio del percorso di autoproduzione dell’energia necessaria all’aeroporto. Il nuovo impianto fotovoltaico rappresenta un altro passo nel nostro impegno di riduzione delle emissioni: questa energia verde, combinata alla crescente flotta di mezzi e attrezzature aeroportuali che stiamo via via elettrificando, fa parte di un percorso ben definito della nostra transizione green. Siamo felici di poter contribuire all’azzeramento delle emissioni del comparto, certi che tutta l’industria dell’aviazione proseguirà rapidamente su questa strada”.

Pierluigi Di Palma, Presidente Enac ha dichiarato: “L’inaugurazione di oggi rappresenta un’altra tappa del processo di decarbonizzazione del settore del trasporto aereo. Un percorso che vede coinvolti tutti gli aeroporti italiani e che conferma l’impegno di Enac per la riconciliazione tra il trasporto aereo e l’ambiente. Diamo piena attuazione, pertanto, alla missione dell’Enac che prevede lo sviluppo dell’equa competitività nel rispetto dell’ambiente. L’Ente sta mettendo in campo ogni sforzo per agevolare la semplificazione dei processi autorizzativi che permetteranno agli aeroporti di compiere la transizione verso forme di decarbonizzazione, di riduzione CO2 e di limitazione dell’impatto sull’ambiente”.

Presenti all’inaugurazione dell’impianto fotovoltaico, anche il Presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e l’Assessora alle Attività Produttive della Città di Torino Gianna Pentenero.

Il nuovo impianto fotovoltaico rappresenta un avanzamento del percorso di sostenibilità ambientale ‘Torino Green Airport’, la roadmap di sostenibilità ambientale lanciata nel 2021 che comprende tutti gli interventi già implementati dall’aeroporto di Torino, in via di realizzazione e pianificati per il futuro, con l’obiettivo di raggiungere l’azzeramento delle emissioni sotto il proprio controllo con largo anticipo rispetto alla scadenza del 2050.

Tra le iniziative più rilevanti già avviate, la sostituzione dei veicoli aeroportuali con mezzi full electric che effettuano le operazioni di assistenza agli aeromobili, rendendo possibile un processo di turnaround 100% green, a cui si è aggiunta anche l’entrata in servizio di un’ambulanza elettrica.  Un altro tassello significativo del percorso ‘Torino Green Airport’, è stato il conseguimento nel 2022 della certificazione ambientale ACA-Airport Carbon Accreditation Level 3 ‘Optimisation’. Infine, come partner del progetto europeo TULIPS dedicato all’innovazione a fini di sostenibilità ambientale nell’industria aviation, Torino Airport ha già installato un primo impianto fotovoltaico come parte di una smart grid presso la caserma dei Vigili del Fuoco dell’aeroporto.

Iren cresce ancora nel fotovoltaico

 Grazie all’acquisizione dell’autorizzazione per la costruzione di un nuovo impianto da 20MW in Sicilia


Iren S.p.A. prosegue ancora la sua crescita nel fotovoltaico, come previsto dal Piano Industriale @2030. Attraverso la società controllata Iren Green Generation, ha infatti sottoscritto con European Energy il contratto per l’acquisizione del 100% della SPV (società veicolo) Limes 20 S.r.l., partecipata interamente da European Energy e titolare dell’autorizzazione per la realizzazione di un nuovo impianto fotovoltaico da 20,39 MWp su terreni siti nei comuni di Noto e di Pachino (SR), in Sicilia.

Tale operazione si inserisce nell’ambito dell’accordo commerciale, sottoscritto nel Gennaio 2022, che sancisce una partnership tra European Energy e Iren su una pipeline di 437,5 MWp di progetti fotovoltaici in Italia.

Al termine della costruzione dell’impianto, il Gruppo Iren potrà beneficiare di una produzione annua attesa di 42 GWh per un EBITDA complessivo medio atteso nei primi 3 anni di circa 3,6 milioni di euro.

Con l’operazione di oggi, non solo confermiamo l’impegno di Iren nel perseguire il proprio sviluppo nella direzione della transizione ecologica così come delineato nell’ultimo Piano Industriale, – dichiara Luca Dal Fabbro, Presidente di Iren – ma procediamo a passo spedito verso il raggiungimento degli obiettivi fissati di 3,6GW di capacità rinnovabile al 2030, ovvero il 75% della capacità di generazione complessiva. Inoltre, anche grazie a questa operazione, siamo presenti con il fotovoltaico in molte delle regioni del Centro e del Sud Italia, dal Lazio alla Sicilia, passando da Puglia e Basilicata”.

 

“L’acquisizione di oggi – afferma Moris Ferretti, Vice Presidente Iren – è l’ennesima testimonianza di quanto la sostenibilità e la transizione ecologica siano elementi fondanti del piano industriale Iren @2030 e di come il Gruppo riesca a darne concretezza attraverso le singole operazioni che caratterizzano la sua azione”.

Energia rinnovabile, incontro ad Alpignano

Martedì 4 luglio 2023 – ore 20.45 Salone di via Arnò 33 – Alpignano

La “Comunità Laudato Sì” di Alpignano, in collaborazione con la ProLoco di Alpignano, propone una serata di approfondimento sulla questione energetica.

LE COMUNITA’ DELL’ENERGIA RINNOVABILE
Martedì 4 luglio 2023 – ore 20.45 Salone di via Arnò 33 – Alpignano.

La gestione dell’Energia per la tutela del creato, per il risparmio in bolletta e per fare comunità.

…cooperative per lo sfruttamento delle energie rinnovabili … Mentre l’ordine mondiale esistente si mostra impotente ad assumere responsabilità, l’istanza locale può fare la differenza” (Laudato Sì, 179)

Ne parliamo con:
Angelo Tartaglia, professore emerito di Fisica del Politecnico di Torino e Presidente di CER
Alessandro Svaluto Ferro, Direttore Ufficio Pastorale Sociale e del Lavoro della Diocesi di Torino e promotore di CER
Renzo Zanello Ingegnere impegnato sulle CER
Andrea Castellan, ambasciatore europeo per il clima

La serata è a ingresso libero e vuole stimolare la riflessione su questo importante aspetto che può di sicuro aiutare nel nostro piccolo a contrastare il progressivo cambiamento climatico in atto.

Evento realizzato in collaborazione con Pro Loco Alpignano.

Il Piemonte vuole diventare primo in Europa per chilometri di ciclovie attrezzate

LA REGIONE PIEMONTE INVESTE 40 MILIONI PER NUOVE CICLOVIE

SI PARTE DA CORONA DELLE DELIZIE, COLLINE UNESCO E LAGO MAGGIORE

Rendere il Piemonte primo in Europa per chilometri ciclabili attrezzati è l’obiettivo che si pone la Regione investendo 40 milioni di euro per creare nuove ciclovie capaci di consentire ai turisti di andare alla scoperta del territorio in una modalità più “dolce” e sostenibile.

Tre sono le ciclovie già individuate: la “Corona di Delizie”, collegamento tra le residenze reali piemontesi, quella delle Colline Unesco e quella del Lago Maggiore.

Per la realizzazione di ognuna di esse sono disponibili 10 milioni di euro, e altri 10 saranno destinati alle nuove tratte che saranno proposte dagli altri enti locali, per un totale di 40 milioni di euro. Tutti gli interventi rientrano tra quelli inseriti nella programmazione del Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr).

La presentazione di queste ciclovie è stata effettuata ieri nella Sala Trasparenza del Grattacielo Piemonte dal presidente della Regione Alberto Cirio e dall’assessore ai Trasporti e Infrastrutture Marco Gabusi, alla presenza del sindaco della Città metropolitana Stefano Lo Russo e di numerosi altri sindaci della zona interessata.

“Stiamo lavorando da tempo su azioni che ci permetteranno di raggiungere l’obiettivo di essere la prima Regione in Europa per chilometri di ciclovie attrezzate – hanno dichiarato il presidente Cirio e l’assessore Gabusi – Riteniamo che la bicicletta sia il mezzo ideale per viaggiare alla scoperta delle varie zone del Piemonte e che lo sviluppo cicloturistico rappresenti un importante strategia di
valorizzazione e accesso sostenibile alle risorse del territorio, oltre ad uno strumento di rivitalizzazione economica. Abbiamo deciso di puntare su tre progetti strategici, che corrispondono ad altrettante zone di eccellenza del nostro territorio: le colline Unesco, le Residenze reali e i Laghi. Progetti a cui affianchiamo un bando aperto ad altre proposte di potenziamento delle ciclovie perché crediamo nella mobilità sostenibile e nel cicloturismo. Per questo vogliamo progetti di piste vere, sicure, utili per chi visita il nostro meraviglioso territorio ma anche chi le userà per spostarsi preferendo la bicicletta all’auto e contribuendo al miglioramento della qualità dell’aria”.

Alla presentazione del progetto della Corona di Delizie al Grattacielo Piemonte è intervenuto anche il sindaco di Torino e della Città metropolitana Stefano Lo Russo: “La scelta di puntare su realtà di eccellenza turistica contribuisce alla strategia di posizionamento del nostro territorio sui mercati turistici internazionali e aiuta enti e istituzioni a lavorare in maniera unitaria per valorizzare le nostre bellezze paesaggistiche, culturali e architettoniche con l’occhio ben attento alla mobilità sostenibile”
La tempistica dei progetti prevede l’avvio dei progetti di fattibilità entro settembre 2023 e la fine dei lavori a dicembre 2027.

Tutte le ciclovie si inseriscono nel Piano regionale per la mobilità ciclistica, approvato nel 2022, che comprende 28 percorsi per 3 mila chilometri complessivi, di cui è già stato realizzato il 40%.

Corona di Delizie

Vuole declinare la mobilità ciclabile all’interno del più ampio progetto della Corona Verde, la grande cintura che abbraccia Torino con aree verdi, Residenze reali, reti fluviali e campi coltivati e che rappresenta un modello di sviluppo locale sostenibile e durevole.


Colline Unesco

Il percorso si snoda tra le colline riconosciute dall’Unesco Patrimonio mondiale dell’Umanità e mira a unire le principali Core Zone del sito, che già da quest’estate potranno contare su un tratto realizzato di 13 km tra Canelli e Nizza Monferrato.


Lago Maggiore

Il finanziamento finanzia un primo lotto lungolago che risulta particolarmente suggestivo per l’affaccio sulle Isole Borromee.

Uncem ha premiato le tesi di laurea sulla montagna

Uncem Piemonte ha assegnato, con una cerimonia ospitata alla SAA, School of Management dell’Università di Torino, i premi per le migliori tesi di laurea sulla montagna. Nove premi, di cui sette in memoria di Sindaci e Amministratori defunti negli ultimi tre anni, uno alla memoria di Edoardo Martinengo, già Presidente nazionale Uncem, e uno nel 70esimo anniversario di Uncem nazionale.

Eccoli, tutti i premiati:

Francesco Archidiacono (di Ariano Irpino), laureato al Politecnico di Torino, Corso di laurea in Igegneria Energetica e Nucleare, riceve il premio per il 70esimo anniversario di fondazione dell’Uncem. La sua tesi è dedicata a un “Sistema di teleriscaldamento di Luserna San Giovanni: analisi dell’esercizio, degli sviluppi futuri e calcolo del fattore di conversione dell’energia primaria”.
Daniele Bottero (di Roccaforte Mondovì), laureato all’Università di Torino, al Corso di Laurea in Direzione d’Impresa, Marketing e Strategia, riceve il premio alla memoria di Edoardo Martinengo, consegnato dalla figlia Maria Teresa Martinengo, Giornalista, Segretario dell’Ordine dei Giornalisti del Piemonte. La tesi di Bottero su “Smart Village: una prospettiva di sviluppo per le Terre Alte”.
Camilla Nicolini (di Roma) e Chiara Valci (di Crodo) ricevono da Uncem il Premio alla memoria di Lido Riba, già Presidente della Delegazione regionale del Piemonte e Consigliere regionale. A consegnarlo, la moglie Luciana e i figli Valeria ed Emiliano. Si sono laureate al Politecnico di Torino, in Architettura per il progetto sostenibile, con una tesi di laurea sul “Progetto di riqualificazione dell’ex villaggio idroelettrico di Morasco. Un nuovo scenario per l’Alta Val Formazza”.
A Pietro Giraudo (di Chiusa di Pesio), il premio alla memoria di Ugo Boccacci, già membro della Giunta Uncem e Presidente della Comunità montana Alpi del Mare. “Il contributo dell’ente di gestione delle aree protette delle Alpi Marittime all’economia locale”, il titolo della tesi presentata all’Università di Torino, al Corso di Laurea di Economia per l’ambiente e la sostenibilità. A consegnare il premio, i famigliari di Boccacci.
Va a Caterina Piergiovanni (di Torre Pellice) il premio alla memoria di Pierangelo Carrara, già Sindaco di Boccioleto e Presidente della Comunità montana Valsesia. Si è laureato al corso di laurea in Geografia e Scienze territoriali, con una tesi su “Come si può vivere in questi luoghi? Geografie e strategie di vivibilità nel contesto alpino. Il caso di Campolasalza a Massello”.

Dario Ruotolo (di Torino), Gemma Santoro (di San Mauro), Gioele Rossi (di Badalucco), laureati al Politecnico di Torino al corso di laurea in Architettura per il progetto sostenibile, ricevono il premio alla memoria di Giuseppe Panaro, già Sindaco di Castelletto d’Erro, con una tesi su “Curtivà. Percorsi di rigenerazione territoriale nelle Alpi Liguri. Il caso della Valle Argentina e del Borgo di Ciabaudo”.
A Valentina Santoro (di Specchia) il premio alla memoria di Mauro Berretta, Sindaco di Cremolino. Hanno studiato al Politecnico e si sono laureate al corso di Architettura e Design. Tesi su “An ògni gir de stra – analisi del sistema di fortificazioni e sentieri militari nell’area del Passo della Gardetta (CN). Studio comparativo tra fonti cartografiche storiche e tecnologie”
A Paola Zenoni (di Peveragno) il premio intitolato a Mario Malan, già Sindaco di Angrogna. Si è laureata in Antropologia culturale ed etnologica all’Università di Torino, con una tesi su “Andata e ritorno. Flussi transfrontalieri sulle Alpi sud-occidentali”.
A Fabiana Marino (di Cuneo) il premio alla memoria di Luciano Abate, già Sindaco di Vigone. Tesi su “Test di germinazione, analisi di metaboliti bioattivi e dna barcoding di specie fitoalimurgiche pedemontane”, al Corso di laurea in Biotecnologie vegetali dell’Università di Torino.

Della commissione di valutazione, insieme con il Presidente Uncem Piemonte, Roberto Colombero hanno fatto parte cinque professori universitari piemontesi: Federica Corrado, docente di Urbanistica al Politecnico di Torino, Gabriella Mellano, tecnico di Ricerca al DISAFA dell’Università di Torino, Filippo Monge, Professore di Economia dell’Università di Torino, Michele Antonio Fino, Professore di Diritto Romano dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, Luca Battaglini, Professore al DISAFA dell’Università di Torino. E cinque Sindaci e Amministratori locali di Enti montani: Paola Vercellotti, Consigliere comunale di Callabiana e membro della Giunta nazionale Uncem, Diego Mele, Sindaco di Borgone di Susa e membro della Giunta Uncem Piemonte, Ernestina Assalto, Assessora di Lanzo Torinese, Igor De Santis, Sindaco di Ingria e Vicepresidente Uncem Piemonte, Mauro Vignola, Sindaco di Bobbio Pellice e membro della Giunta Uncem Piemonte, Maria Teresa Martinengo, Segretario dell’Ordine dei Giornalisti del Piemonte. Alla premiazione – insieme con i membri della Commissione – sono intervenuti anche il Presidente nazionale Uncem Marco Bussone e il Direttore della SAA Davide Caregato, con il quale Uncem e Corep realizzano il Master sulla Montagna, giunto alla terza edizione nel 2023.

“È stata una occasione veramente importante ed emozionante – sottolineano Marco Bussone e Roberto Colombero – nella quale si sono incontrate generazioni e siamo riusciti a ricordare chi ci ha preceduto, guidandoci, con chi oggi lavora su questi temi, li studia, li indaga. Abbiamo raccolto 41 tesi di laurea e siamo stati sorpresi da molto fermento impensabile solo dieci anni fa. La montagna non è chiusa. È aperta e inclusiva. Chi lavora sui territori, con tutti i loro flussi, non è isolato e in una riserva indiana. La maggior parte degli studenti che hanno trasmesso le tesi non abitano in un contesto montano. Non per questo i loro lavori sono meno significativi, anzi decisivi per il futuro della montagna. Importanti anche per Sindaci e Amministratori locali. Non ne dobbiamo essere indifferenti. Occorre lavorarci e muovere ulteriori azioni di ricerca, studio, con tutte le Università piemontesi e italiane che hanno messo la montagna al centro delle loro attività”.

Lotta alle zanzare, gli interventi della Regione Piemonte

«PIANO TRIENNALE PER MIGLIORARE L’OPERATIVITA’, INVESTITI 7 MILIONI E MEZZO DI EURO»

 

E’ di sette milioni e mezzo di euro l’investimento della Regione Piemonte per il Programma triennale di lotta alle zanzare. Un investimento che prevede il co-finanziamento, per il 50% della spesa, dei progetti urbani presentati dai Comuni, con il dettaglio delle linee di intervento regionale per la lotta alle zanzare.

 

«La lotta alle zanzare – dichiara il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio – fa parte delle azioni di prevenzione messe in campo dalla Regione Piemonte per la salute delle persone. Oltre alle attività stagionali di prevenzione la Regione mette in campo anche la risposta tempestiva quando si registrano casi come quello dell’infezione da Dengue negli ultimi giorni. La risposta dei nostri servizi è stata immediata ed efficace grazie alla programmazione delle risorse e alle attività previste dal piano».

 

«Dall’anno scorso il piano è stato articolato su base triennale, in modo da renderlo operativamente più agevole ed evitare le dispersioni di tempo che richiedeva il rinnovo delle procedure anno per anno – spiega l’assessore regionale alla Sanità Luigi Genesio Icardi – Gli interventi sono adattati e allineati all’approccio indicato nel Piano nazionale Arbobvirosi per un’azione integrata di lotta contro i vettori, fondamentale per realizzare le attività di tutela della salute dei cittadini nei territori oggetto di infestazioni».

 

Nello specifico, gli interventi riguardano principalmente attività di prevenzione, sorveglianza e risposta alle patologie umane e animali veicolate da zanzare e altri vettori che comprendono:

• prevenzione con attività di formazione e informazione e misure di contrasto ai vettori con il monitoraggio dei cosiddetti “siti sensibili”, ovvero tutte quelle aree di forte aggregazione o che per loro natura associano numerose persone, in cui viene accertata una situazione a rischio per la possibile insorgenza di focolai epidemici di malattie da vettore collegate alle zanzare, per garantire la sorveglianza sul territorio;

• sorveglianza entomologica e risposta ai virus West-Nile e Usutu e azioni di controllo;

• sorveglianza entomologica e risposta ad arbovirosi trasmesse da zanzare invasive e azioni di controllo;

• sorveglianza entomologica e risposta al Toscana virus e alla malaria e azioni di controllo;

• sorveglianza di nuove specie invasive e potenziali vettori;

• monitoraggio della resistenza agli insetticidi.

 

«Negli ultimi anni – continua l’assessore Icardi – il ruolo vettoriale assunto dalle zanzare nella diffusione di patologie umane ed animali è molto aumentato a causa dell’introduzione di zanzare in grado di diffondere malattie virali come Chikungunya, Dengue, Zika e West Nile. Al momento, non si sono registrate patologie gravi, né tantomeno decessi a causa delle punture di zanzara in Piemonte. Il caso di infezione Dengue riscontrato in questi giorni in un paziente rientrato da un viaggio all’estero non ha destato preoccupazioni e non ha trovato riscontri in altre persone».