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L’UE sceglie Torino come unica sede italiana per il centro di competenza per l’innovazione sociale

La Città di Torino attraverso il Settore Fondi Europei e Innovazione, ha vinto, in qualità di capofila, il progetto europeo bandito nella call EaSI, ‘Centri di competenza per l’Innovazione Sociale’.

Soddisfazione è espressa dalla sindaca Chiara Appendinoper questa assegnazione dell’Unione europea che riconosce a Torino, ancora una volta, il ruolo di città leader nel campo dell’innovazione sociale”. Dalla prima cittadina del capoluogo piemontese anche un “grazie a tutti coloro che hanno lavorato per ottenere questo risultato di rilevanza strategica per una città e un territorio che proprio sulla ricerca e la sperimentazione di tecnologie innovative e ad impatto sociale hanno investito moltissimo in termini di progetti e di risorse”.

“Questo riconoscimento è il risultato degli sforzi fatti nel consolidare a Torino un ecosistema unico nell’ambito dell’Innovazione sociale – afferma Marco Pironti, assessore all’Innovazione della Città di Torino -. Il Centro rappresenterà un fondamentale strumento per un reale impatto di lungo periodo sul territorio, rafforzando il ruolo di sperimentatore di pratiche di innovazione sociale, anche attraverso i fondi del Pon Metro”.

“È un successo importantissimo che suggella il ruolo di Torino come uno dei più importanti centri al mondo per l’Innovazione Sociale e la finanza a impatto – dichiara Mario Calderini, portavoce di Torino Social Impact -. Non per caso Torino è stata scelta come sede di due eventi internazionali che sono stati inclusi dalla stampa specializzata tra i dieci più importanti al mondo del 2021 e la Commissione Europea ha presentato il caso Torino come uno degli esempi guida nella costruzione del Social Economy Action Plan che lancerà tra qualche mese”.

Il programma EaSI (Employment and Social Innovation) è uno strumento finanziario europeo che punta a promuovere un elevato livello di occupazione sostenibile e di qualità, a garantire una protezione sociale adeguata e dignitosa, a combattere l’emarginazione e la povertà e a migliorare le condizioni di lavoro.

L’obiettivo del progetto è sostenere la creazione e lo sviluppo di un Centro di Competenza nazionale per l’Innovazione Sociale, con le funzioni di: sviluppo delle capacità dei principali stakeholder dell’innovazione sociale; trasferimento transnazionale di conoscenze; creazione di sinergie tra il programma EaSI e il FSE (Fondo Sociale Europeo), soprattutto nell’ottica di ideare, supportare, monitorare e integrare azioni innovative che potrebbero essere estese e/o replicate usando i fondi del FSE nei prossimi anni; networking per realizzare una rete e cooperare con altri Centri di competenza selezionati, usando l’apprendimento reciproco e sviluppando, valutando e ottimizzando congiuntamente metodi e strumenti pertinenti anche raccogliendo e disseminando esempi, modelli e pratiche fonte di ispirazione.

Con questo progetto – il cui budget complessivo è di circa 900mila euro – si vuole costruire un ponte tra le politiche pubbliche e le pratiche sociali al fine di integrare l’Innovazione Sociale in Italia e nei Paesi partner come approccio all’innovazione incentrato sull’uomo, capace di promuovere lo sviluppo tecnologico e al tempo stesso di affrontare le sfide sociali e societarie più urgenti.

La strategia è creare un Centro di Competenza nazionale sull’Innovazione Sociale quale piattaforma per collegare le politiche pubbliche e le comunità di pratica al fine di facilitare la comprensione reciproca, favorire una migliore cooperazione e aumentare la capacità dei decisori politici e dei professionisti di promuovere il tema nel paese (e all’estero).

Il Centro mira quindi a facilitare la promozione, il mainstreaming e l’upscaling dell’innovazione sociale sulla base delle caratteristiche specifiche del contesto di ciascun partner coinvolto basandosi su una forte partnership strategica tra autorità pubbliche, università e centri di ricerca, intermediari e professionisti che condividono una visione comune sull’innovazione sociale quale motore chiave per lo sviluppo inclusivo e sostenibile europeo. A tal fine dovrà sostenere e coordinare i nascenti Centri in Grecia, Romania e Slovenia.

Sarà attivata una Cabina di regia, a livello italiano, composta da ANPAL, l’Autorità di Gestione del Pon Inclusione e del Pon Metro con funzioni di coordinamento e indirizzo.

Il progetto – i cui partner sono Fondazione Brodolini, Politecnico di Milano, Università di Bologna, Politecnico di Torino, Euricse, Fondazione Italia Sociale – ha raccolto il sostegno di oltre 30 stakeholders italiani pubblici i privati.

A scuola di valutazione di impatto sociale

PARTE LA SECONDA EDIZIONE DEL CORSO UNIVERSITARIO PER SOCIAL IMPACT MANAGER, CON 70 ISCRITTI

Dopo il successo della prima edizione, conclusa a maggio, torna il corso
universitario di aggiornamento professionale (Cuap) “Valutazione d’impatto
sociale”, sostenuto dalla Camera di commercio di Torino e proposto
dal Centro di Competenza per la Valutazione d’impatto sociale nell’ambito di TSI
ll Corso universitario, realizzato dal Dipartimento di Management dell’Università degli studi di
Torino con il Politecnico di Torino (membri del Comitato per l’imprenditorialità sociale),
la Fondazione Piccatti Milanese, la Fondazione Cottino, Tiresia, gli enti di formazione delle Centrali
Cooperative (Consorzio Il Nodo per Confcooperative Piemonte Nord e Inforcoop Ecipaa
Piemonte per Legacoop Piemonte) e Fondazione Compagnia di San Paolo, parte oggi con 70 nuovi
iscritti, dopo i 90 della prima edizione.


Obiettivo del corso è formare enti e organizzazioni del Terzo Settore e imprese sociali ad adottare
un approccio strategico alla valutazione e alla gestione dell’impatto sociale generato, in coerenza
con le Linee guida del comitato imprenditorialità sociale della Camera di commercio. La formazione
è destinata ad organizzazioni del territorio che intendano potenziare conoscenze e competenze sul
tema della valutazione di impatto, in particolare ai soggetti che ricoprono ruoli gestionali e
manageriali e a coloro che si occupano di rendicontare l’efficacia ed efficienza delle attività in termini
sia economico-finanziari che sociali o che sono interessati ad integrare i due aspetti.

Attraverso un approccio didattico ibrido e altamente innovativo, il Cuap fonde approcci teorici e
pratici volti all’identificazione delle strategie di Impact Management e alla loro misurazione. Un
business case finale completa la condivisione dell’apprendimento tra i partecipanti stessi. Il corso
affronta la valutazione di impatto sociale declinata sulla progettualità per l’accesso ai finanziamenti
europei, nazionali o locali, sui grandi eventi territoriali, sportivi, culturali, congressuali. Si parte dal
presupposto che ogni evento ed azione sistemica porti un cambiamento che può essere misurato e
valutato con tecniche specifiche, padroneggiate dai valutatori di impatto.

Al termine del corso sarà possibile ottenere la certificazione, emessa da Cepas, ente certificatore di
terza parte, e la relativa iscrizione nel registro nazionale dei Valutatori d’impatto.
“Siamo molto soddisfatti – commenta il professor Paolo Biancone, direttore scientifico del corso –
l’alto numero di adesioni dimostra che i temi affrontati sono di interesse per il territorio. La prima
edizione aveva certificato 84 valutatori di impatto. Novità di questa edizione è la formula
completamente online. Vista l’attuale situazione pandemica l’intero corso è stato progettato a
distanza, cogliendo anche l’opportunità di portare la cultura della valutazione d’impatto oltre i
confini torinesi con una diffusione a livello nazionale”.

“Il Cuap è tra le proposte messe in campo dal Centro di Competenza per la Valutazione d’impatto
sociale, che ha sede presso la Camera di commercio di Torino ed è a disposizione di tutte le realtà del
territorio pubbliche e private, profit e non profit – dichiara Guido Bolatto, Segretario Generale della
Camera di commercio di Torino – Stiamo realizzando un Centro per il rafforzamento della cultura e
delle pratiche valutative, attraverso orientamento, supporto metodologico, formazione,
aggiornamento ed allineamento con le metodologie internazionali”.

La curatorship dell’Hub di Torino dei Global Shapers

Rubrica a cura di ScattoTorino 

Luigi Riccardo, Olga Osuchowska, Fabio Cassanelli rispettivamente Curator, Vice-Curator e Outgoing Curator dell’Hub torinese ci raccontano chi sono i Global Shapers e quali azioni intraprendono. La piattaforma alla quale appartengono, promossa dal celebre World Economic Forum, ha un respiro internazionale ed è composta da quasi 10.000 giovani attivisti tra i 18 e i 30 anni che operano in 148 paesi per un totale di 428 Hubs. Dotati di skill altamente specifiche i tre curator, così come tutti i membri dell’Hub, mettono la loro professionalità e il loro potenziale al servizio del territorio in cui operano. A tal fine ogni sede intraprende progetti ad impatto sociale per migliorare le comunità di appartenenza e in Italia i Global Shapers sono presenti a Torino, Milano, Genova, Firenze, Venezia, Trento, Roma, Palermo e Bari.

Che cos’è il World Economic Forum?

Fabio Cassanelli: “È un’organizzazione senza scopo di lucro nata in Svizzera nel 1971 ad opera dell’economista Klaus Schwab. La sede è a Cologny, vicino a Ginevra, e il suo fondatore immaginava un luogo in cui i capi d’azienda, i leader politici, gli intellettuali e i giornalisti di settore potessero discutere dei principali problemi dell’umanità e trovare accordi attraverso il dialogo. Conosciuto anche come Forum di Davos, il WEF si tiene ogni inverno nella cittadina svizzera e affronta tematiche legate, ad esempio, alla salute e all’ambiente. In passato il meeting è stato anche l’occasione per affrontare crisi e negoziare soluzioni. Qui nel 1989 è avvenuto l’incontro tra i ministri nordcoreani e sudcoreani e nel 1992 Frederik de Kler e Nelson Mandela hanno trattato la questione sudafricana”.

Olga Osuchowska: “Desidero sottolineare che il World Economic Forum è una piattaforma libera da limitazioni che, pur organizzando prestigiosi incontri internazionali, può non sostenere le stesse ideologie dei suoi ospiti. Ricordo poi che nel gennaio di quest’anno a Davos si sono incontrati Donald Trump e Greta Thunberg per parlare di salvaguardia ambientale”.

Luigi Riccardo: “In quasi 50 anni di attività il WEF si è configurato come una comunità che ne contiene altre, come ad esempio Young Global Leaders e Global Shapers”.

Global Shapers Italiani a Ginevra

Ci presentate la Global Shapers Community?

Luigi Riccardo: “Il motto è The power of youth in action ovvero il potere della gioventù in azione. Il network nasce nel 2011, sempre su iniziativa di Klaus Schwab, è diffuso a livello internazionale ed è composto di giovani che vogliono attivarsi per avere un impatto positivo nel mondo. Il nostro pensiero è a livello globale, ma ogni comunità locale mette in campo azioni legate al territorio in cui opera. I partecipanti hanno tra i 18 e i 27 anni, ma si può rimanere nella community fino ai 30 anni. Attualmente ci sono quasi 3.200 alunni nel mondo, cioè ex Global Shapers che continuano a seguire l’attività dell’organizzazione”.

Olga Osuchowska: “Il network è no profit ed è sostenuto dal World Economic Forum. Le nostre attività si suddividono in tre macro filoni: Inclusione sociale (Equity & Inclusion), Sostenibilità (Climate & Environment), Educazione e lavoro (Education & Employment)”.

Fabio Cassanelli: “Ai vertici della struttura ci sono i curator che vengono eletti democraticamente e il loro mandato dura un anno. Ogni persona può essere curator solo due volte nel corso della sua vita. Luigi sarebbe dovuto andare in Canada per un meeting tra tutti i curator, ma a causa del Covid-19 non è partito e per connettersi con gli altri membri ha utilizzato Zoom; i collegamenti per seguire le diverse sessioni curate dal team centrale, che ha sede a Ginevra, sono durati 5 giorni con orario 10.00-22.00. In questo modo c’è stata l’opportunità di interagire in piccoli gruppi per conoscersi meglio. Inoltre nella community dei Global Shapers ci sono eventi ufficiali e regionali e Torino era stata designata come città in cui ospitare il retreat italiano. Il lockdown ha bloccato tutto, ma proveremo ad organizzare l’evento nel mese di ottobre”.

Parliamo dell’hub torinese?

Olga Osuchowska: “Nato nel 2012, l’Hub di Torino dei Global Shapers è stato da subito sostenuto dal quotidiano La Stampa. Nella prima fase di vita l’Hub si è concentrato su temi come l’imprenditorialità, poi sull’inclusione sociale. Attualmente a Torino ci sono 32 giovani, più diversi candidati”.

Luigi Riccardo: “Tra i membri abbiamo anche degli stranieri e degli studenti fuori sede. L’Hub di Torino è un gruppo eterogeneo composto da ingegneri, ricercatori, economisti, architetti, giovani imprenditori, artisti ed altri. Sono persone che non hanno apparentemente nulla in comune, se non la passione e la volontà di costruire il futuro agendo attivamente per migliorare la propria città e le possibilità che essa offre alle persone”.

Fabio Cassanelli: “L’Hub torinese è composto da esperti che lavorano in grandi aziende e multinazionali con sede in città, liberi professionisti e startupper che hanno trasformato le loro passioni in professioni, ricercatori e attivisti impegnati a promuovere la sostenibilità ambientale e sociale e altri giovani industriosi che incarnano lo spirito della cittadinanza globale. I progetti di volontariato che portiamo avanti sono organizzati in stretta collaborazione con partner del territorio, stakeholders locali e altri hub della comunità dei Global Shapers. Gli interventi dell’Hub nell’ambito di progetti più grandi di solito prendono la forma di conferenze, presentazioni, workshop, panel, pubblicazioni e campagne sui social media”.

Quali iniziative promuove Global Shapers Torino?

Fabio Cassanelli: “Nel 2019 abbiamo organizzato un incontro per creare maggiore consapevolezza nei giovani sulle sfide che attendono l’Unione Europea nei prossimi anni, tenendo conto che le scelte che verranno effettuate a livello europeo impatteranno in modo significativo sulla vita di ognuno di noi. L’Hub di Torino partecipa anche al progetto Powercoders che si occupa della formazione dei migranti e dei richiedenti asilo in modo da fornire loro le skill informatiche utili per trovare più facilmente lavoro ed integrarsi nella società”.

Global shapers italiani

Cos’è Heroes Never Sleep?

Luigi Riccardo: “Il claim del progetto è Ordinary peolpe extraordinary impact ed ha tre obiettivi: dare voce agli eroi locali che si impegnano ogni giorno per portare un impatto positivo nelle loro comunità di riferimento attraverso innovative iniziative locali, ispirare con esempi concreti le giovani generazioni ad abbracciare stili di vita sostenibili per diventare promotori di comportamenti virtuosi, creare consapevolezza intorno ai 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030”.

Fabio Cassanelli: “Heroes Never Sleep è un’iniziativa Global Shapers Italia supportata dal Gruppo Lavazza che ha sottoscritto l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite ed ha elaborato le proprie strategie aziendali basandole sui 17 Sustainable Development Goals”.

Olga Osuchowska: “Un eroe torinese è Abdullahi Ahmed, ex rifugiato somalo che è arrivato a Lampedusa nel 2008 per poi approdare a Settimo Torinese, dove è diventato cittadino onorario nel 2014 e cittadino italiano nel 2016. Grazie al suo forte senso civico, nel 2018 Abdullahi ha fondato GenerAzione Ponte insieme ad altri cittadini rifugiati, seconde generazioni e italiani accomunati dal desiderio di realizzare azioni concrete capaci di essere un ponte, appunto, tra generazioni e culture differenti. Abdullahi è un esempio di umanità e di speranza per una società futura capace di abbattere il muro dell’indifferenza e della paura”.

Un altro progetto vi vede impegnati con il FAI Giovani di Torino. Di cosa si tratta?

Fabio Cassanelli: “Con il Gruppo FAI Giovani di Torino abbiamo promosso la seconda edizione del corso FAI ponte tra culture, indirizzato prevalentemente a cittadini di origine straniera e a tutte le persone interessate alle materie e che operano a vario titolo con associazioni di stranieri”.

Luigi Riccardo: “Il progetto intende coinvolgere i cittadini di origine straniera che vivono a Torino nella fruizione del patrimonio artistico e culturale della città e favorire la creazione di un gruppo di volontari che possano operare con la Delegazione FAI di Torino in occasione delle iniziative culturali promosse”.

Olga Osuchowska: “Il corso si è tenuto tra gennaio e marzo, ma per via del Covid-19 è stata rimandata l’ultima lezione presso il Castello di Masino. Si è articolato in sei lezioni in classe, delle quali quattro presso la sede della Delegazione FAI di Via Giolitti 19 a Torino, e due in altra sede”.

Torino per voi è?

Olga Osuchowska: “Pochi giorni fa abbiamo lanciato un sondaggio che chiedeva ai membri della community cosa significhi per loro Torino e molti hanno detto casa, altri sobrietà, altri ancora capitale della cultura. Io ho risposto realtà perché ho vissuto a Milano, ma la vita mi ha portata qui da tre anni e secondo me Torino è il luogo in cui fare concretamente le cose. Unisce i sogni con la realtà, proprio come il nostro Hub”.

Luigi Riccardo: “Per me Torino è il luogo in cui ci sono opportunità, culturali e scientifiche. È una piattaforma di connessione dove si possono trovare nuove tecnologie, sperimentare nuovi modelli di business e lavori con un possibile impatto positivo nel mondo”.

Fabio Cassanelli: “Torino è una città che offre grandi possibilità, ma bisogna combattere contro la retorica della città in declino fine a sé stessa. Con azioni concrete occorre fare qualcosa, anche perché storicamente il nostro capoluogo è stato derubato di molte eccellenze. Bisogna contrastare questa retorica con progetti che riportino innovazione ed eventi al centro dell’agenda politica cittadina”.

Un ricordo legato alla città?

Olga Osuchowska: “A maggio 2019 sono rientrata a Torino dopo un mese passato fra New York, Ginevra e il mio Paese di origine (Polonia). Sono arrivata in Porta Susa verso mezzanotte e ho deciso di tornare a casa a piedi, passeggiando sotto i portici. In quel momento ho deciso di non allontanarmi da Torino per almeno un mese. Mi mancava troppo”.

Luigi Riccardo: “Torino per me è sorpresa. Il ricordo più forte è legato alla prima volta che entrai nel Santuario della Consolata. Un’architettura interna davvero sorprendente, mozzafiato, scoperta per caso passeggiando lì vicino”.

Fabio Cassanelli: “Ricordo l’emozione di prendere la metropolitana per la prima volta durante le Olimpiadi di Torino 2006. Il motto dei Giochi Olimpici 2006 era Torino non sta mai ferma. Ora l’impressione è che si sia un po’ fermata. Sta anche a noi aiutare la città a ripartire”.

Coordinamento: Carole Allamandi
Intervista: Barbara Odetto

A Torino i primi Valutatori di Impatto certificati

 Grazie al Corso Universitario di Aggiornamento Professionale promosso dal Centro di Competenze di Torino Social Impact

Si conclude con successo oggi il Cuap – Corso Universitario di Aggiornamento Professionale per la Valutazione d’Impatto Sociale realizzato dall’Università degli Studi di Torino nell’ambito del piano strategico di Torino Social Impact come prima azione del Centro di Competenze per la Valutazione di Impatto nato a novembre.

91 partecipanti e 42 enti del terzo settore coinvolti, 125 ore di didattica per oltre 20 docenti e 15 progetti sviluppati, 84 valutatori di impatto certificati. Sono questi i numeri del primo corso, che confermano la grande attenzione del territorio per nuovi modelli di business in grado di coniugare obiettivi di rendimento economico e obiettivi di impatto sociale.

Il corso, sostenuto dalla Camera di commercio di Torino tramite il Comitato Imprenditorialità Sociale, è stato reso possibile grazie alla sinergia con l’Università degli Studi di Torino, ed alla collaborazione del Centro di Ricerca Internazionale Tiresia Politecnico di Milano, del Cottino Social Impact Campus e delle agenzie di formazione del sistema cooperativo.
Il Cuap sulla valutazione di impatto rientra nell’offerta formativa del Dipartimento di Management dell’Università di Torino.

Iniziato a gennaio di quest’anno, il percorso formativo ha visto la frequentazione di oltre 90 partecipanti appartenenti ad Enti del Terzo Settore, Cooperative sociali, Ordine dei Dottori Commercialisti, Volontariato Sociale. Più di 20 docenti, esperti della valutazione d’impatto in ogni ambito, hanno preso parte al progetto. Per citarne alcuni, oltre a Paolo Biancone direttore del Cuap: Mario Calderini, Giuseppe Chiappero, Flavia Coda Moscarola, Emiliano Giovine, Gabriele Guzzetti, Federico Mento, Filippo Montesi,  Roberto Randazzo, Elisa Ricciuti, Silvana Secinaro, Valentina Tosi, Paolo Venturi, Flaviano Zandonai. Il corso ha dovuto fare i conti con il Covid-19, virando sulla modalità online senza perdere il suo carattere partecipativo. I gruppi in cui sono stati divisi i partecipanti hanno preparato e presentato ai colleghi d’aula 15 project work su altrettante esperienze di valutazione d’impatto, 15 casi pratici che hanno rappresentato la voglia di mettersi in gioco e sperimentare quanto appreso durante le lezioni. A seguito di un esame, dal corso escono 84 valutatori di impatto/chief value officer certificati, titolati all’accompagnamento esterno o interno delle imprese nel percorso di valutazione d’impatto sociale.

Giunti al termine del percorso, la volontà di tutte le parti coinvolte è quella che ha spinto la creazione del corso stesso: diffondere la cultura dell’impatto sociale e la sua valutazione, dando vita sul territorio torinese ad una community di esperti disposti a confrontarsi e continuare ad accrescere le loro esperienze e competenze.

Tutto questo fermento ha, inoltre, portato alla pubblicazione di un volume scientifico “La Valutazione d’impatto sociale. Aspetti metodologici e applicativi” che ha tra gli autori, oltre al prof. Biancone e la prof.ssa Secinaro, alcuni dei tutor che hanno lavorato al fianco dei gruppi nella creazione dei project work, e alla nascita di una rivista scientifica, lo European Journal of Social Impact and Circular Economy, edito dall’Università di Torino, che ha come Editor-in-chief il prof. Biancone e nel comitato scientifico professori tra cui: Mario Calderini, Angelo Miglietta, Marco Pironti, Patrick O Sullivan e Marios Trigkas. Scopo della rivista scientifica, rivista online Open Access, è quello di contribuire allo sviluppo del metodo di ricerca teorico e pratico legato ai campi dell’impatto sociale e dell’economia circolare.

Dato il successo, è stata prevista una seconda edizione del corso in partenza entro la fine di quest’anno.

I Dati del Corso:

Ente Erogatore Dipartimento di Mangement – Università di Torino
Direttore del Corso Prof. Paolo Pietro Biancone
Coordinamento Torino Social Impact
Main Sponsor Camera di commercio di Torino – Comitato Imprenditorialità Sociale
Ore di didattica 125 di cui 40 frontali
Partecipanti 91
Docenti e relatori 20
Enti del terzo settore coinvolti 42
Project work presentati 15
Prossima edizione Dicembre 2020

Chi è Cristina Di Bari, imprenditrice e attenta al sociale

Rubrica a cura di ScattoTorino

Cristina Di Bari è un’imprenditrice di successo che sa unire testa e cuore. La passione per il lavoro, trasmessa prima dal papà Nicola e poi dallo zio Giovanni Cottino, unita alla costanza e all’impegno in qualsiasi progetto la veda protagonista, sono il leit motiv della sua vita. Dopo gli studi, a 25 anni subentra al padre nella conduzione dell’azienda che operava nel settore del commercio e nel 1994 è chiamata dallo zio a creare e dirigere un’altra azienda di famiglia, la TRA.SMA Spa che si occupa di produzione di fili di rame trafilati, della quale oggi è Socio e Amministratore Unico.

Infaticabile ed entusiasta, ricopre con successo altri ruoli apicali: è infatti Vice Presidente della Fondazione Giovanni ed Annamaria Cottino, del Cottino Social Impact Campus e di Unionchimica Torino, è Membro del Comitato di indirizzo della Fondazione CRT, Consigliere di Amministrazione di Corep e Confapifidi oltre che Membro della Commissione Finanza di Confapi nazionale. Imprenditrice, donna sensibile e attenta al sociale. Cristina Di Bari agisce con etica e savoir-faire in tutti i settori e crede fermamente che il futuro si costruisca oggi.

TRA.SMA S.p.A., della quale è Amministratore Unico, opera ponendo attenzione alle politiche ambientali e sociali. In che modo?

“Io appartengo alla seconda generazione di questa azienda, che è un’eccellenza nel suo settore. È infatti una delle prime tre in Italia e una delle prime cinque in Europa. Nella gestione della società ho avuto la fortuna di poter esprimere non solo attenzione al profitto economico, essenziale per ogni impresa, ma anche alle politiche ambientali e sociali. Da 20 anni abbiamo ottenuto la certificazione ambientale e in azienda ormai è una prassi collaudata per tutti operare nel rispetto di tali norme.

Cristina Di Bari Imprenditrice

Abbiamo poi installato due cogeneratori per l’autoproduzione di energia elettrica da gas metano ottenendo efficienze energetiche anche per il riscaldamento ed il raffrescamento dello stabilimento e degli uffici, ma siamo orgogliosi di poter attuare anche una significativa politica di inclusione sociale. Collaborando con il Sermig di Torino, e grazie alla sensibilità sviluppata all’interno del team, abbiamo oggi presenti in azienda lavoratori di tante etnie diverse– filippini, rumeni, africani, italiani – e abbiamo sperimentato anche l’inclusione di detenuti in semilibertà. È una bella soddisfazione offrire l’opportunità a noi e ai nostri dipendenti di convivere con persone di altre culture e diversi stati sociali”.

Ci presenta la Fondazione Cottino, della quale è Vice Presidente?

La Fondazione nasce nel 2002 per volontà dei miei zii Annamaria Di Bari e Giovanni Cottino per realizzare l’ideale di restituzione rispondendo ai bisogni semplici del territorio in termini di assistenza ai più deboli. E’ stato poi avviato un percorso evolutivo verso la così detta filantropia strategica che, ispirandosi a modelli imprenditoriali a noi cari, mira a essere propulsore di sviluppo. Questo tipo di filantropia opera in tre diverse aree: Formazione Trasformativa, Charity e Territorio, Ricerca & Innovazione.

Rispetto alla prima area, l’iniziativa più recente e rilevante è l’istituzione del Cottino Social Impact Campus che è il primo campus in Europa dedicato ad un’offerta formativa innovativa per la creazione di worldmakers for social impact. L’area Charity & Territorio è quella che costituisce da sempre il DNA del nostro ente. Operiamo direttamente e sosteniamo organizzazioni che agiscono sul territorio a favore dei più fragili per il bene delle famiglie, dei bambini e degli anziani. È l’area di tanti interventi tra i quali quelli della ricostruzione, dopo il sisma del 2016, della scuola dell’infanzia del Comune di Loro Piceno e della costruzione, nel 2018, del nuovo oratorio Onda Giovane Salus di Torino. Innovazione e Ricerca, infine, è l’area di focus che vede la Fondazione Cottino direttamente coinvolta nel percorso di sviluppo: dall’idea all’impresa. Attraverso molteplici strumenti e forme di intervento, l’obiettivo è quello di promuovere e sostenere progetti imprenditoriali che con l’innovazione tecnologica e la ricerca siano in grado di valorizzare il capitale umano, la sostenibilità e l’impatto sociale. È l’area del fare e del fare impresa, del Premio Applico, di H4O (Hackathon for Ophthalmology) e dell’Ospedalizzazione a Domicilio (OAD)”.

Il Cottino Social Impact Campus è un progetto nuovo: di cosa si tratta?

“Sono due le anime innovative in gioco ed entrambe hanno in comune il modello di intervento di stampo imprenditoriale. Una è relativa alla costruzione del futuro Cottino Learning Center del Politecnico di Torino, un centro di quasi 4.000 mq che verrà realizzato all’interno della Cittadella politecnica con un esempio innovativo di progettazione e realizzazione condivisa pubblico-privato e l’altra è relativa alla realizzazione di un Social Impact Campus che sarà il primo centro in Europa ad occuparsi di Impact Education”.

La filosofia del Campus si basa sulla cultura trasformativa. Approfondiamo il tema?

“Si tratta di un progetto attraverso il quale generare un cambiamento sistemico attraverso la cultura. Vogliamo contribuire a formare giovani, imprenditori, manager, professionisti e organizzazioni in grado di rispondere alle sfide sociali contemporanee e immaginare nuove soluzioni. Vogliamo portare una cultura – oggi di nicchia – ad essere di massa per generare un vero cambiamento. Attraverso un percorso di apprendimento e sperimentazione unico ed altamente distintivo, il Campus Cottino formerà queste figure dotandole di nuovi strumenti, metodologie e prospettive perché sappiano produrre nei rispettivi ambiti di lavoro un impatto sociale positivo.

Vogliamo offrire una visione che coniughi la redditività economica alla sostenibilità economica, ambientale e soprattutto sociale. Non si tratta di classiche lezioni in aula, ma di reali esperienze dove la teoria si integra alla pratica con progetti concreti su cui docenti e studenti si confrontano. Grazie alle partnership strategiche con il Politecnico di Torino, l’Opera Torinese del Murialdo, Social Fare e anche con Torino Social Impact, Assifero, EVPA, ESCP Business School – realtà tutte eccezionali e di esposizione internazionale per una proposta ben oltre i confini locali – svilupperemo veri e propri Impact Leader”.

Da imprenditrice, qual è il suo ruolo nel direttivo di APID?

“Sono molti i miei impegni associativi sia a livello locale che nazionale. Per più di 8 anni sono stata Vice Presidente Vicario di Api Torino e oggi sono parte della governance a livello nazionale. Apid è il luogo dove ho mosso i primi passi associativi e dove ho sperimentato l’importanza ed il valore del dialogo, del confronto e della rete tra imprenditori condividendo le parole della past President Giovanna Boschis: “da soli siamo invisibili, insieme siamo invincibili”.

Noi donne abbiamo un’incredibile innata capacità di fare le cose bene e velocemente e più di altri abbiamo la sensibilità, il coraggio e la resilienza per affrontare i cambiamenti e gestire la rivalità. Il mio ruolo è fare squadra ed essere complementare per lo studio e la realizzazione dei progetti, ma anche fare squadra per condividere momenti di socialità e divertimento”.

Quali sono le parole chiave per la Torino di domani?

Cristina Di Bari ImprenditriceInnovazione tecnologica e sociale, formazione, investimenti. Torino deve diventare un laboratorio di innovazione grazie ai nuovi progetti creati in sinergia sul territorio tra università, imprese e fondazioni. Abbiamo delle eccellenze rappresentate dalle Università e dal Politecnico di Torino che devono essere implementate per offrire una formazione nuova come la making school e come gli Itis professionali, perché oggi c’è bisogno di nuove figure. Occorre anche attrarre nuovi investimenti per far sì che la città possa offrire lavoro, e quindi residenza, ai tanti che popolano le nostri eccellenti università in modo che possano restare, mettere su famiglia e vivere in un contesto ottimale dal punto di vista sociale e ambientale. Come imprenditrice credo che occorra creare una Torino nuova che punti sulla cultura e sul rilancio attraverso grandi eventi che attraggano il turismo”.

Torino per lei è?

È la mia casa. Qui c’è la mia grande famiglia. Ci sono mio marito Nicola, mio figlio Edoardo, mia mamma, i miei nipoti, i cugini e i diversi parenti. Qui ho mosso i primi passi imprenditoriali seguendo le orme di mio padre prima e di mio zio successivamente. Ho avuto modo, grazie ai miei impegni istituzionali, di vedere Torino sotto tanti aspetti: imprenditoriale, culturale, politico, sociale. Questa è una città che ha radici solide nei suoi cittadini e un potenziale di sviluppo e di crescita enorme. È sempre stata un grande incubatore di innovazione: basta pensare alle tante cose che sono nate a Torino e a quelle che ancora oggi stanno nascendo. Infine è la città ideale per vivere e per lavorare e può diventare un modello per il futuro”.

Un ricordo legato alla città?

“Ho la fortuna di abitare in una posizione dove posso godere di tre viste ogni mattina: la collina, le montagne e la città. Ognuno di questi panorami suscita in me dei ricordi passati e presenti. La bellezza delle passeggiate in bici o a piedi nel verde della collina o in riva al fiume sin da quando ero bambina, la forza che mi ispira ogni giorno il Monviso con le sue cime innevate e il cielo azzurro e la città, con i suoi palazzi storici, i suoi portici e i grattacieli e poi la bellezza delle persone, il valore degli amici in una dimensione tutt’altro che da bugia nen”.

 

Coordinamento: Carole Allamandi
Intervista: Barbara Odetto
Foto Cristina Di Bari e Campus – Ph: MybossWas e Nicola Gaudiomonte

Chi è Laura Cosa, co-founder e CEO di Impact Hub Torino

Rubrica a cura di ScattoTorino

Non è un coworking nel senso tradizionale, ma un laboratorio per l’imprenditoria che punta su un ecosistema di risorse, opportunità di collaborazione e stimoli per aumentare l’impatto positivo generato sulla società. Fondato da 8 “pionieri” che credono nelle potenzialità di Torino e hanno voluto riportare il modello internazionale già esistente anche all’ombra della Mole, Impact Hub Torino sorge in piazza Teresa Noce 17d negli spazi della ex fabbrica di cavi elettrici Incet. Un quartiere che si sta appropriando di una nuova identità anche grazie a questo luogo in cui hanno sede alcuni dei principali attori dell’open innovation locale. ScattoTorino ha incontrato Laura Cosa, Co-founder e CEO di Impact Hub, che ci ha raccontato qual è il format di questa community che conta 102 sedi tra Europa, Nord e Sud America e oltre 16.000 iscritti. Dopo la laurea cum laude in Finanza conseguita presso l’Università degli Studi di Torino e due esperienze di studio all’estero, in India e in Cina, Laura ha lavorato nel settore della microfinanza, è stata responsabile dello sviluppo di progetti in Italia, Europa e Africa della ONG francese PlaNet Finance (oggi Positive PlaNet) guidata dall’economista Jacques Attali e nel 2013 ha conseguito il diploma di Certified Expert in Microfinance presso la Frankfurt School of Finance & Management.

Impact Hub TorinoCos’è Impact Hub?

“È una rete internazionale, una community di innovatori sociali. Ovvero di spazi che ospitano imprese, investitori, startup, organizzazioni, enti, associazioni e liberi professionisti accomunati dalla volontà di generare un impatto positivo sull’ambiente, sulla società e sul territorio. Ogni sede è interconnessa a livello locale e mondiale per cui possono nascere relazioni professionali sia legate al contesto in cui si opera sia di più ampio respiro”.

Impact Angels invece?

“Si tratta di una membership esclusiva per i Business Angels “ad impatto” cioè quegli investitori che sono interessati ad un target che sviluppa progetti imprenditoriali volti alla sostenibilità e che hanno la possibilità di incontrare delle startup ad alto impatto sociale che vengono selezionate dal nostro network. L’obiettivo è facilitare le relazioni tra questi due protagonisti del mercato che sono connessi tra loro”.

Ci presenti Angels for Women?

“Il club è composto da donne che sostengono l’imprenditoria femminile. In questo caso, così come con gli Impact Angels, siamo guidati dall’obiettivo di portare un cambiamento anche culturale nelle modalità di fare impresa. Oggi purtroppo si tratta di nicchie di mercato, ma l’idea è che in futuro diventino lo standard”.

 

Da chi è composto il team torinese?

Quando abbiamo iniziato eravamo otto giovani che avevano studiato economia, ciascuno con declinazioni professionali diverse e complementari: Marilù Sansone, Davide Moletti, Alessandro Amelotti, Alessandro Straffolino, Alessandro Cappellini, Laura Casale, io e Paolo Russo, che è anche il Presidente. Ci conoscevamo già dai tempi dell’università e dell’AIESEC, l’associazione studentesca internazionale che ha valori affini ai nostri. Oggi Marilù ed io siamo operative full time, mentre altri tre co-founder ci supportano in base alle loro competenze. Abbiamo inoltre dei collaboratori e dei tirocinanti dell’Università di Torino. Per loro è una bella opportunità perché il nostro è un mondo lavorativo diverso da quello tradizionale e infatti abbiamo avuto dei feedback positivi da parte di molti, che hanno definito quella con noi un’esperienza illuminante. Oltre ai fondatori abbiamo una compagine societaria aperta ad altri investitori del territorio che hanno deciso di far parte del progetto e che si occupano di innovazione con un ruolo attivo”.

Quali sono i plus di una struttura fluida come la vostra?

“Questo è un contesto professionale aggregativo perché grazie al coworking è possibile fare networking, trovare delle opportunità di business e confrontarsi quando si lancia un prodotto o un servizio nuovo avendo dei riscontri diretti e immediati. Anche noi di Impact Hub creiamo momenti di incontro e confronto grazie a degli eventi mirati. Di recente, ad esempio, il Relationship Manager di LinkedIn ha tenuto un corso di formazione sul personal branding. Inoltre organizziamo workshop gratuiti con esperti e trattiamo temi come l’innovazione e l’importanza di fare impresa e abbiamo degli strumenti che mettiamo a disposizione dei membri come i programmi di accelerazione e una serie di opportunità agevolate tramite i partner del territorio”.

Impact Hub TorinoChe cos’è la Global Community App?

“Si tratta di una piattaforma virtuale che connette gli oltre 16.000 Hubbers del mondo in cui gli iscritti possono chattare, far parte di gruppi tematici e creare connessioni professionali”.

E l’Impact Hub Passport?

“Chi fa parte della nostra rete può utilizzare gratuitamente, fino a 3 giorni all’anno, una postazione in una delle 102 sedi. Gli iscritti hanno gli stessi valori di condivisione, apertura mentale e professionale e spesso succede che si creino delle sinergie tra loro. In ottica di condivisione, ogni anno il network organizza due gathering: un incontro con i fondatori di Impact Hub di tutto il mondo che si tiene ogni volta in una città diversa; c’è poi un secondo meeting a livello europeo”.

Avete stretto una partnership con l’aeroporto di Torino. Di cosa si tratta?

“Da diverso tempo l’aeroporto ragiona su come trasformare il proprio spazio per essere più funzionale per i viaggiatori e tra i progetti aveva la creazione di location per riunioni o per il business. In questo periodo stiamo esplorando se la partnership funziona perché, dopo la prima fase di indagine sul campo, abbiamo attivato una sala riunioni che era già presente in aeroporto e ne stiamo monitorando l’utilizzo. I risultati sono interessanti e le grandi aziende che hanno manager che si spostano in Europa organizzano qui i meeting. Tra i plus ci sono il parcheggio gratuito e il fast track per accedere più velocemente all’area imbarchi”.

Impact Hub TorinoQuali eventi avete in calendario?

“C’è un palinsesto fisso con dei format che organizziamo con regolarità. Si tratta di incontri per la community: dai workbench mensili gratuiti per gli Hubbers e per gli esterni ai momenti di networking come la Sexy salad: un pranzo dove ognuno porta del cibo e vengono invitati ospiti speciali che presentano il loro progetto, se di valore per il gruppo. A marzo terremo un secondo corso per Business Angels che si svolgerà in 5 serate e interverranno esperti che affronteranno ognuno un tema specifico: da quello giuridico-fiscale alla scelta dell’investimento giusto”.

Fuckup Nights significa?

“È un format innovativo e internazionale nato in Messico ed esportato in più di 300 città. Si tratta di serate informali dove si raccontano storie di fallimento professionale perché tutti ci siamo passati e spesso i migliori successi sono figli di errori. Le storie possono essere di ispirazione, motivazione e condivisione e servono per aiutare gli altri. Tra gli ospiti abbiamo avuto Paola Gianotti, che nel 2012 ha dovuto chiudere l’azienda e si è reinventata decidendo di fare il giro del mondo in bici per battere il Guinness World Record come donna più veloce ad aver circumnavigato il globo. Altri protagonisti sono stati Fabio Zaffagnini geologo e imprenditore che ha fondato Rockin’1000 e Trail Me Up, Augusto Coppola managing director del programma di accelerazione per startup Luiss EnLabs, Francesca Corrado fondatrice della Scuola del fallimento, Alfredo Carlo founder di Housatonic e Gregorio Caporale imprenditore e socio della digital factory torinese Synesthesia. Il prossimo appuntamento è entro giugno e troverete le informazioni su torino.impacthub.net”.

Torino per te è?

“Durante l’università ho fatto delle esperienze all’estero e successivamente ho lavorato a Milano, ma sono tornata a casa perché Torino è l’ideale per creare una realtà di questo tipo. Prima di aprire Impact Hub ci siamo chiesti se avesse senso farlo e la risposta è stata sì perché questa è una città dalle dimensioni perfette per il proliferare delle iniziative dal basso. Abbiamo scelto un quartiere in via di riqualificazione perché ci piace far parte della trasformazione torinese che da città industriale diventa un luogo che punta sull’innovazione”.

Un ricordo legato alla città?

“Nel 2014 siamo partititi con l’idea di portare Impact Hub a Torino e abbiamo cercato una location. All’inizio non è stato facile, ma poi siamo approdati al progetto di riqualificazione della fabbrica di cavi elettrici Incet, che era in disuso, completamente degradata e la piazza di fronte al nostro spazio addirittura non esisteva. Abbiamo seguito tutte le fasi evolutive e oggi, quando entro nella nostra sede, ricordo lo stato di desolazione in cui versavano gli oltre 10.000 metri quadri e sono contenta che, anche grazie a noi, ci sia stato un rinnovamento. Abbiamo compiuto da poco il secondo compleanno e abbiamo voluto festeggiare per restituire ciò che abbiamo fatto in questo periodo, sottolineare cosa siamo e cosa vogliamo fare per il prossimo anno”.

 

Coordinamento: Carole Allamandi
Intervista: Barbara Odetto

 

 

Valutazione di impatto sociale, parte il corso

“La necessità di soffermarsi sul tema dell’impatto generato dalle imprese – spiega il professor Paolo Biancone, direttore del corso, organizzato dal Dipartimento di Management dell’Università di Torino, in collaborazione con Camera di Commercio di Torino, Torino Social Impact – nasce dal passaggio da un modello di welfare state ad uno di welfare society (o “civile”), all’interno del quale le aziende, in particolare quelle del Terzo Settore, sono direttamente coinvolte

 

Parte il 27 gennaio la prima edizione del corso universitario di aggiornamento professionale “VALUTAZIONE DI IMPATTO SOCIALE”

OItre 80 tra professionisti, manager di cooperative, fondazioni e altre organizzazioni torneranno in aula per studiare un tema, la valutazione di impatto sociale, divenuto prioritario con i recenti obblighi normativi. “La necessità di soffermarsi sul tema dell’impatto generato dalle imprese – spiega il professor Paolo Biancone, direttore del corso, organizzato dal Dipartimento di Management dell’Università di Torino, in collaborazione con Camera di Commercio di Torino, Torino Social Impact – nasce dal passaggio da un modello di welfare state ad uno di welfare society (o “civile”), all’interno del quale le aziende, in particolare quelle del Terzo Settore, sono direttamente coinvolte con inevitabili conseguenze sulla necessità di implementare strumenti per la valutazione dell’impatto del proprio operato”. Il corso è articolato in 10 lezioni e attività di project working.

 

Le competenze acquisite saranno certificate da un preposto Ente di certificazione e daranno il via a una nuova figura professionale: il valutatore di impatto sociale.“La nostra attenzione scientifica e didattica – conclude il professor Biancone – è concentrata sul tema dell’impatto sociale, di concerto con i portatori di interesse del territorio, in primo luogo la camera di commercio di Torino e Torino Social Impact”. Sempre Torino sarà sede del prossimo colloquio scientifico internazionale sull’Impresa Sociale, promosso da Iris Network e organizzato dal Dipartimento di Management dell’Università di Torino e Torino Social Impact . Giunto alla quattordicesima edizione, affronterà quest’anno il tema “L’impresa sociale e il suo ecosistema per lo sviluppo sostenibile”, attirando studiosi di varie area scientifiche che daranno il proprio contributo sul tema.

 

Di seguito i dettagli della call for paper

https://irisnetwork.it/wp-content/uploads/2019/12/colloquio2020-call-for-paper.pdf

Info sul corso

https://www.management.unito.it/do/home.pl/View?doc=Terza_missione/Formazione_continua.html

Torino festeggia Capodanno con la Magia del Cinema

Dopo la festa da Guinness World Record 2018/19, Torino Masters of Magic incanterà il pubblico con uno spettacolo, in piazza Castello, che consacrerà la nascita di un 2020 dedicato al grande cinema: ‘Capodanno 2020: la Magia del Cinema’.

Si tratta di un progetto della Città di Torino realizzato da Masters of Magic, main sponsor UniCredit e Mastercard, partner Iren, sponsor CNH, media partner RDS e DiscoRadio. Il Direttore artistico e conduttore della serata – realizzata con la regia di Alessandro Marrazzo – è Walter Rolfo.

Sarà una lunga serata di magia e cinema in cui, allo scoccare della mezzanotte, ‘Torino Natale Magico’ – che nel mese di dicembre ha animato la città con 150 straordinari spettacoli – e ‘Torino Città del cinema 2020’ – il calendario di eventi programmato per celebrare il ventesimo anniversario dell’apertura del Museo Nazionale del Cinema alla Mole Antonelliana e la nascita di Film Commission Torino Piemonte -, troveranno il loro punto di contatto e si passeranno il testimone.

Filo conduttore dei festeggiamenti della notte di Capodanno saranno i film che hanno fatto la storia del ‘grande schermo’. Campioni dell’illusionismo provenienti da tutto il mondo, fantasisti, cantanti e prestigiatori racconteranno la settima arte dalle origini a oggi e i generi cinematografici saranno la chiave per introdurre gli artisti. Da Méliès, prestigiatore e padre del cinema, alle grandi illusioni live sul palco, dal film muto allo show di ombre cinesi, dal noto mago Houdini ai grandi escapologi odierni saranno rappresentati nelle performance sul palco di piazza Castello. Alle immagini dei film si alterneranno anche manifesti, foto e spettacoli di lanterna magica provenienti dalle collezioni del Museo Nazionale del Cinema, in un crescendo emozionale che lascerà tutti senza fiato.

“La sera di San Silvestro saluteremo l’anno nuovo ancora una volta con un appuntamento speciale, all’insegna della magia. Sarà per Torino una grande festa, un Capodanno da ricordare, a cui tutti i torinesi e i turisti in vacanza nella nostra città sono naturalmente invitati a partecipare – sottolinea la Sindaca Chiara Appendino –. In piazza Castello funamboli e illusionisti diretti da Walter Rolfo coinvolgeranno grandi e piccini in uno show emozionante e benaugurale, aprendo di fatto le porte con giochi di prestigio, musica, sketch e proiezioni a un 2020 in cui, con un calendario fitto di intrattenimenti dedicati alla Settima arte, celebreremo due importanti ventennali, quello del Museo Nazionale del Cinema alla Mole Antonelliana e quello di Film Commission Torino Piemonte. Per l’ultimo dell’anno altrettanto speciali saranno l’appuntamento con i cittadini più in là con gli anni che intenderanno brindare al coperto, al Palazzetto dello Sport di Parco Ruffini e per quanti non vorranno mancare al tradizionale concerto, la mattina dell’1 gennaio, alle 11, nella Tettoia dei Contadini”.

 

“È un onore straordinario presentare per la seconda volta lo spettacolo che augurerà il buon anno alla città di Torino. Mi emoziona ancora di più sapere che la magia sarà ancora protagonista dei sogni dei torinesi – dichiara Walter Rolfo, Direttore artistico e conduttore del Capodanno in piazza Castello -. Ho girato il mondo e portato i miei spettacoli in più di 60 Paesi. Sono partito a 19 anni da Torino con il sogno di tornare a casa e contribuire a fare della mia città la capitale mondiale dell’arte magica e creare un progetto che possa crescere, affermarsi e avere un impatto importante anche nel lungo periodo, un vero e proprio fil rouge che ammanti di meraviglia la nostra città. Il sogno sta prendendo forma perché abbiamo portato a Torino la ‘Masters of Magic World Convention’ e reso magico il Natale con ‘Torino Natale Magico’, due grandi eventi in grado di dare un importante contributo al turismo e all’intrattenimento torinese. Molte sono le peculiarità che rendono la nostra città famosa nel mondo. Desidero che a queste si possa aggiungere l’arte della magia intesa anche come strategia di pensiero, metodo di insegnamento e formazione manageriale. La magia è un linguaggio capace di comunicare emozioni, stati d’animo e sentimenti, proprio come il cinema. Le due arti sono storicamente connesse e sono certo che uno spettacolo che le unisce assicurerà un Capodanno all’insegna della meraviglia. I successi conseguiti nelle ultime settimane e la grande partecipazione agli eventi natalizi sono la prova che la direzione in cui ci stiamo muovendo è quella giusta. Sarà un Capodanno speciale. Ospiteremo sul palco artisti di fama internazionale tra cui anche tre campioni mondiali. Maghi di grande talento che hanno deciso di rinunciare ad altri eventi per esibirsi a Torino. Aspetto in piazza Castello cittadini e turisti per festeggiare con loro quello che, lo prometto, sarà il Capodanno più magico di sempre”.

 

“UniCredit è particolarmente lieta di questa collaborazione con il Comune di Torino – che ci permette di sostenere un importante progetto a favore  della comunità – afferma Daniela Barco, Responsabile business Retail Nord Ovest di UniCredit –. Proprio con il Comune di Torino abbiamo recentemente portato avanti l’iniziativa di rifacimento delle facciate dei palazzi della città. Grazie alla campagna dalla Città di Torino insieme a UniCredit per la riqualificazione degli edifici privati si è verificato a Torino un aumento in un anno del 25% di ristrutturazioni di facciate di immobili. Negli ultimi anni UniCredit ha condotto numerose iniziative di solidarietà, segno tangibile della vicinanza della banca alla città di Torino e alle esigenze della comunità. Tutto ciò testimonia la volontà di UniCredit di rafforzare il legame con la città a conferma di come l’attività di una banca per il territorio non si esaurisca solo dal punto di vista del supporto economico e finanziario, ma produca anche effetti sociali e culturali. Il sostegno di UniCredit non si esprime soltanto nell’ambito della gestione del Servizio di Tesoreria del Comune, ma anche grazie ad iniziative che portiamo avanti autonomamente per le fasce più deboli della popolazione. Recentemente, inoltre, UniCredit ha lanciato il programma di Social Impact Banking che si pone proprio l’obiettivo di contribuire allo sviluppo di una società più inclusiva, attraverso l’individuazione, il finanziamento e la promozione di iniziative che hanno un impatto sociale positivo. Torino e il Piemonte più in generale rimangono un tassello cruciale del nostro sistema sociale ed economico e dispongono di importanti risorse per la transizione, costituendo per diversi aspetti un laboratorio sociale, economico, culturale per il Paese. Nell’ambito della collaborazione con la Città, per il programma Torino Natale  Magico, UniCredit, nelle domeniche di dicembre, mette  inoltre a disposizione la propria sede di UniManagement in via XX settembre 29, come ‘quinta piazza’ per gli spettacoli di magia dedicati alle famiglie.”

 

Da anni il Gruppo Iren è a fianco del programma dei festeggiamenti di Natale e Capodanno organizzato dalla città di Torino – spiega il Presidente Renato Boero – e siamo felici quest’anno di contribuire al messaggio di sensibilizzazione a comportamenti sostenibili rivolto a tutti i partecipanti. Comportamenti che il Gruppo ha introdotto in tutte le sue politiche, interne ed esterne. Ricordiamo, ad esempio, la sostituzione graduale di tutta la flotta con auto e mezzi elettrici per la raccolta dei rifiuti; l’emissione di Green Bond i cui proventi sono totalmente utilizzati da IREN per finanziare o rifinanziare progetti e attività con impatti positivi sull’ambiente; l’attività di educazione ambientale per scuole rivolta ogni anno a oltre 80.000 studenti; la produzione dell’87% di energia elettrica da fonti rinnovabili (in prevalenza idroelettrico). Ed è proprio questa energia rinnovabile che Iren offre per ‘accendere’ il Capodanno 2020: la Magia del Cinema“.

 

Quello di quest’anno, infatti, sarà anche un ‘Capodanno sostenibile’.

La manifestazione si avvarrà della preziosa collaborazione di due partner leader in questo campo: IREN che garantisce per lo spettacolo l’energia elettrica derivante da fonti rinnovabili e CNH che, con il suo supporto, da sempre dimostra avere grande attenzione per l’ambiente. Obiettivo del ‘Capodanno green’ è sensibilizzare cittadini e spettatori invitandoli a seguire 5 best practice: rispettare le regole di un evento sostenibile; prediligere i mezzi pubblici per gli spostamenti; riciclare sempre, anche durante le feste; scoprire le regole della città sulla gestione dei rifiuti; diffondere sostenibilità. E ancora, la sera del 31, per accedere liberamente alla piazza e assistere allo spettacolo, bisognerà consegnare all’ingresso un tappo di plastica che verrà poi riciclato.

Inoltre, il 31 dicembre sarà anche la notte in cui i ‘sogni’ di 3 protagonisti della ‘Mole dei desideri’ diventeranno realtà. Sul palco, infatti, saranno premiati 3 desideri scelti tra tutti quelli scritti su bigliettini di carta e appesi sulle riproduzioni della Mole in versione natalizia che nei weekend di dicembre sono state allestite nei luoghi del ‘Natale Magico’.

Il pubblico, scaricandosi ‘Bepix’, l’applicazione dedicata al ‘Capodanno 2020: la Magia del Cinema’, potrà partecipare a un emozionante countdown e creare una coreografia luminosa con giochi di luce straordinari.

A partire dalle ore 22 saliranno sul palco i più importanti campioni del mondo di sempre: Disguido, Carlo Truzzi, Nestor Hato, Otto Wessely, Paolo Carta, Mago Edgar e Miguel Muñoz.

 

DISGUIDO – Un duo di fantasisti che pone al centro del proprio spettacolo la comicità visuale in un mix di illusionismo, mimo e cabaret. Ispirandosi alla grande commedia slapstick di Charlie Chaplin e Buster Keaton, crea uno show esilarante e poetico in cui lo spettatore è il vero protagonista. Finalisti al Campionato del Mondo di Magia FISM 2015 hanno conquistato il secondo posto al Campionato Europeo di Magia 2014.

CARLO TRUZZI – Riconosciuto come il più abile esperto nell’affascinante arte delle ombre, Carlo Truzzi riporta agli albori della cinematografia con raffinate tecniche di sovrapposizione. Fantasista di livello mondiale ha rielaborato questa antica forma di spettacolo in chiave avvincente, poetica, comica e ironica, creando silhouettes diverse di animali, celebri personaggi dello spettacolo internazionale e interi sketch solo con l’utilizzo delle sue mani.

NESTOR HATO – Considerato uno dei migliori manipolatori al mondo si è classificato secondo al Campionato Mondiale FISM 2018 Korea e Campione Europeo FISM. Il fantasmagorico manipolatore di scena che fa apparire le carte aeree con una cadenza vertiginosa ha creato nuovi numeri di magia dal ritmo frenetico.  

 

OTTO WESSELY – È un travolgente prestigiatore austriaco, già campione del mondo, che si è esibito ovunque, dal Crazy Horse di Parigi ai più grandi show di Las Vegas. Il suo numero visivo è considerato il più comico a livello internazionale. Si tratta di un improbabile mago che tenta in ogni modo di stupire il pubblico con un’esilarante e incontrollabile follia comica.

PAOLO CARTA – Consulente per parchi a tema, grandi personaggi dello spettacolo, illusionisti, film per il cinema, produzioni televisive SKY, Mediaset e Rai. Ha ricevuto numerosi premi internazionali per le sue esibizioni ed è stato insignito dell’onorificenza di Cavaliere per meriti artistici nel campo dello spettacolo. Considerato uno degli artisti più eclettici e talentuosi, ha calcato le scene dei teatri più prestigiosi di tutto il mondo e ha portato la sua arte nei parchi divertimento a tema, tra cui Gardaland, dove ha ricoperto anche il ruolo di direttore artistico.

 

MAGO EDGAR – Specializzato in diverse tipologie di magia, dal close-up alle grandi illusioni, ha creato diversi spettacoli con la sua compagnia teatrale che ha fatto il giro di Francia e Spagna. Terzo mago al mondo nella categoria grandi illusioni, la sua carriera vanta più di 400 esibizioni in due anni lungo la costa catalana, apparizioni televisive, show al Teatreneu di Barcellona, sessioni magiche ravvicinate, spettacoli in congressi e festival teatrali eccezionali (come Fira de Tàrrega, La Mostra d’Igualada, FETEN-Gijón, FISM in Italia). Il suo programma di magia è andato in onda sulla piattaforma Internet TV Waita.

MIGUEL MUÑOZ – Miguel Muñoz è mago, artista circense e co-direttore di Puntocero. È stato premiato come Campione del Mondo di Magia (Grand Prix Fism 2018), premio FISM 2015 e 2014. Ha lavorato con acclamati registi e compagnie come Tim Burton e Disney (nel loro ultimo film Dumbo), DV8 Physical Theater, Nofit State Circus, Tattoo Theater. Durante le sue tournée internazionali si è esibito in luoghi prestigiosi come l’Hollywood Magic Castle, il London National Theatre, il Teatro Circo Price a Madrid o il Taipei National Theatre.

Per informazioni: www.nataleatorino.it

Alpsib Forum: nuovi strumenti finanziari per il sociale

Building an equitable future: new forms of social impact investments across the Private, Third and Public sectors 
 
 
ALPSIB FORUM, organizzato da Next Level, è l’evento conclusivo di un progetto durato due anni durante i quali Francia Austria, Italia, Germania, Slovenia hanno lavorato insieme per costruire strategie comuni sui nuovi strumenti finanziari per l’impatto sociale.
 
Nel corso della mattinata verranno raccontate 6 storie eccezionali di investimento in impatto sociale e sanitario provenienti da tutta Europa: storie in cui pubbliche amministrazioni, investitori e imprenditori sociali hanno fatto la differenza insieme. Nel pomeriggio, 3 workshop saranno dedicati all’innovazione dei finanziamenti privati e pubblici in “impatto” e all’accesso alla finanza sociale per il Terzo Settore. 
 
Parteciperanno al Forum 50 esperti stranieri
Oltre ai partner di progetto, sarà presente la Banca Europea per gli Investimenti, il Fondo Europeo per gli InvestimentiBNP Paribas; l’investitore Svizzero InvethosStone King prestigiosa società di consulenza inglese, Il “Governement Outcome Lab” dell’Università di Oxford, e altri prestigiosi centri di ricerca sull’imprenditorialità sociale e i social impact bond da Francia, Svezia, Spagna, Grecia. 
 
Il Forum è un evento di respiro internazionale che vede Torino ancora una volta protagonista in innovazione sociale: per la prima volta è il terzo Settore che lancia la sfida alle pubbliche amministrazioni e agli investitori per cambiare le strategie di finanziamento.  
 

Piemonte, imprese in crisi. Il dibattito nel Consiglio regionale aperto

“Non possiamo non tenere conto di quello che avviene anche nel settore automotive, legato alle decisioni del gruppo Stellantis che condiziona direttamente migliaia di dipendenti e altrettanti legati all’indotto”: così il presidente del Consiglio regionale, Stefano Allasia, ha dato il via ai lavori del Consiglio regionale aperto “Le imprese in crisi in Piemonte – situazione e prospettive”, che si è tenuto all’auditorium della Città metropolitana di Torino.

Il presidente, sottolineando che più dell’80% delle imprese subalpine conta di mantenere o aumentare i livelli di occupazione, ha ricordato però alcuni dei tavoli aperti che mettono a rischio centinaia di posti di lavoro: “Gli ultimi in termini di tempo, nella provincia di Torino, come la Lear di Grugliasco e la Te Connectivity di Collegno”.

L’assessore al lavoro Elena Chiorino ha quindi spiegato che “nonostante un contesto decisamente complicato e da tutti conosciuto, contraddistinto da una pandemia e dalle implicazioni che la guerra ha portato in Europa, possiamo dire con orgoglio che questo Governo regionale ha messo in campo ogni strumento possibile per sostenere i nostri lavoratori e imprese”.

Secondo i dati elaborati dall’assessorato, nel periodo compreso tra il 2012-2021 “gli addetti in Piemonte per i settori dell’industria e dei servizi sono in lieve calo di 0,2 punti percentuali: nell’arco dell’ultimo decennio sono stati persi 2.710 addetti, un numero comunque esiguo a fronte di 1.369.626 unità locali attive. Come noto, il nostro punto di forza oggi è il settore dei servizi, con un incremento di 38mila addetti (+ 4,5%). Il tallone d’Achille è invece il settore dell’industria, con un calo di 40mila addetti (-7,7%)”.

“Abbiamo però elementi che ci consentono guardare al futuro con speranza – ha aggiunto Chiorino – le piccole imprese (10-49 addetti) evidenziano un +6,6%, mentre dati ancora più confortanti ci arrivano dalle medie imprese (50-249 addetti) in cui registriamo un +10,9%. Le previsioni Excelsior, realizzate da Anpal e Unioncamere, rivelano inoltre come siano 38.590 i lavoratori ricercati delle imprese del territorio (+ 1.250 assunzioni rispetto al gennaio del 2023) e ben 95.940 nel primo trimestre. Anche in questo caso notiamo un incremento di 4.310 assunzioni rispetto allo stesso periodo dello scorso anno”.

È poi intervenuta la deputata Chiara Appendino(M5s), ex sindaco di Torino, che ha parlato di “clamorosa assenza del governo, ma anche di deputati e deputate piemontesi a questo incontro. Perché la crisi morde: ho sentito il discorso dell’assessora, ma nella realtà la crisi c’è. Rispetto alle decisioni di Stellantis ci saremmo aspettati un governo che dicesse qualcosa”.

Il Presidente della provincia di Alessandria Enrico Bussalino, per il suo territorio, ha posto l’accento soprattutto sulle “crisi delle Ipab e delle aziende metalmeccaniche, a cominciare dalle acciaierie d’Italia di Novi Ligure. Abbiamo circa 2mila posti di lavoro a rischio nel settore metalmeccanico”.

Jacopo Suppo, vicesindaco città metropolitana, descrivendo le “177mila imprese che gravitano sul nostro territorio”, ha rimarcato che “se questo grande complesso arranca, ne risente tutta la regione. Abbiamo parlato dei settori che vanno bene, ma non possiamo ignorare la crisi dell’automotive, l’allontanamento dalla città voluto da Stellantis. Rischiamo di perdere 100 anni di storia industriale”.

Per Gianna Pentenero, assessore al Lavoro città di Torino, “alcuni dati sono davvero tristi a Torino e nell’area metropolitana. Abbiamo un meno 4%, inutile nascondersi, parliamo soprattutto della nostra grande azienda, che è Stellantis e che ha caratterizzato con le varie denominazioni il nostro territorio. Bisogna avere un’idea per il futuro dell’indotto, è un tema urgente anche per il governo”.

Ha parlato di inizio d’ anno complicato Luca Carretti, segretario di Cisl Piemonte, e di notizie dalle imprese che confermano quanto avevamo anticipato: è l’effetto di una deindustrializzazione crescente (cartaio, tessile e automotive, oltre a indotto in particolare dell’automotive). La parziale compensazione con la crescita di terziario e servizi ha portato un indebolimento di qualità contratti e reddito, quindi un impoverimento tessuto regionale.

Per Giovanni Cortese, segretario Uil, la crisi del 2008 non è stata assorbita dal prepandemia e oggi i dati ufficiali Istat dicono che nel 2019 il Pil era sotto di 7 punti rispetto al 2008, con un meno 5 per cento della produzione industriale. In generale, nel 2022, ci sono stati rispetto al 2008 66mila occupati in meno e solo il 20 per cento dei laureati trova occupazione in tempo congruo.

Il segretario regionale della Cgil, Giorgio Airaudo, ha descritto “un grave ritardo, perché nessuno ha trovato una soluzione. Tocca a noi, tocca a voi che avete responsabilità di governo, trovarla. Siamo sostanzialmente il sud del nord, che ha bisogno di strumenti specifici. Se vogliamo portare investitori stranieri, bisogna cambiare le regole d’ingaggio, deve essere conveniente investire qui. O il Piemonte si fa sentire, o altrimenti Roma se ne disinteresserà”.

Cristiano Gatti, vicepresidente Confartigianato Piemonte non ha nascosto che “la crisi ha un immediato riflesso nel nostro settore, che si aggiunge alle difficoltà già presenti. Dal 2012 al 2022, si è registrato un saldo negativo di 15mila imprese. Anche per il commercio e somministrazione, siamo a meno 24mila e meno 11mila, ma va detto che nell’ultimo anno c’è stata una crescita”. Confartigianato chiede che sia valorizzato il marchio “Made in Piemonte”.

Dimitri Buzio, presidente di Legacoop ha sostenuto che per rappresentare una soluzione vera e propria è necessario sistematizzare il sistema della cooperazione, quando c’è una crisi di impresa. Però non bisogna arrivare troppo tardi, altrimenti diventa più difficile. “Noi siamo riusciti a risolvere diverse situazioni di crisi, ma c’è anche bisogno dell’intervento pubblico”.

Angelo Robotto, presidente Ires Piemonte ha detto che nel 2023 l’occupazione è cresciuta dell’1% e ha recuperato i livelli del 2019. Diminuiscono i disoccupati e le persone che potenzialmente potrebbero lavorare. La popolazione in età di lavoro è diminuita. La percentuale dei lavoratori over 60 è raddoppiata. Bene la formazione, bene le accademy, che hanno consentito di sopperire alla diminuzione demografica.

Isabella Antonetto, area capitale umano Confindustria, ha ricordato l’indagine congiunturale degli industriali, che prevede una crisi marcata nel settore della manifattura. Citando i dati positivi, il livello degli investimenti è però stabile, “quindi le imprese vogliono andare avanti”.

Sono quindi intervenuti i consiglieri regionali e il primo a prendere la parola è stato Giorgio Bertola(Ev): “Sappiamo che l’uscita dalla crisi dell’automotive non potrà avvenire con l’aumento dei consumi di massa. Oggi siamo l’ottavo paese produttore di auto in Europa: bisogna puntare sulla transizione ecologiva anche nell’automotive. È inaccettabile che Stellantis produca auto all’estero e faccia l’immobiliarista in Piemonte”.

Silvana Accossato (Luv) ha ricordato che “dietro ai marchi ci sono centinaia di lavoratori. Una svolta la si può dare cambiando strategia e narrazione, tocca agli esponenti della Giunta portare il caso industria Piemonte a livello nazionale. La Crisi automotive porta con sé il seme della povertà di questa regione. Non possiamo permettere che Stellantis abbandoni il nostro territorio, il sostegno delle Istituzioni va dato in cambio di garanzie in termini di posti di lavoro”.

Per Monica Canalis (Pd) “l’assessore Chiorino ha usato toni trionfalistici che non si addicono al momento di crisi che il Piemonte sta vivendo. Parliamo di una valanga che sta crescendo, premessa di un’onda lunga che arriverà nei prossimi anni. Ammettere questo non vuol dire essere pessimisti ma avere senso della realtà. L’Aumento di posti nei servizi e nel terziario non è una compensazione per il declino dell’industria”.

E Sarah Disabato (M5s) ha affermato che “è di oggi l’annuncio da parte di Stellantis di una nuova cassa integrazione per circa 3mila lavoratori. Si è perso tempo, va bene accompagnare i lavoratori durante le crisi ma è quando un’azienda delocalizza che si deve intervenire. Bisogna alzare la voce a Roma, chiedendo investimenti per avviare nuove filiere e affiancare transizione ecologica”.

Il capogruppo della Lega Alberto Preioni ha detto che “gli imprenditori ci chiedono meno tasse perché abbiamo una delle tassazioni più alte d’Europa. Si è detto dei 14 anni di cassa integrazione in Fiat-Stellantis, ma anche questo strumento è da rivedere perché la coperta è corta. Questo governo ha cambiato il paradigma del no tutto ed ha stoppato la droga del superbonus, la Regione deve efficientare il rapporto tra imprenditori e centri per l’impiego e ascoltare le classi produttive. In questo modo si può migliorare”.

Ha preso quindi parola Francesca Frediani (M4o-Up) che ha rimarcato come “abbiamo chiesto questo Consiglio straordinario per un confronto con le parti sociali e abbiamo sentito interventi che contraddicono quanto detto dall’assessore e ci parlano di una situazione difficile. Non mi permetto di dare ricette alla Giunta, ma le soluzioni adottate sinora non sono sufficienti”.

E anche per Domenico Ravetti (Pd) “è evidente che le scelte sinora fatte da Governo e Giunta non sono sufficienti e nemmeno soddisfacenti. La Regione Piemonte è stata la prima in Italia a dotarsi di una legge per ridurre la differenza retributiva tra uomo e donna, perché non attuarla appieno? Se i 600 operai dell’ex Ilva di Novi perdono il posto, diventano fantasmi, bisogna intervenire”.

Gianluca Gavazza (Lega) ha sostenuto che “Abbiamo bisogno dell’apporto dei privati e di un pubblico che sappia controllare e valorizzare il privato. Ci vogliono scuole professionali, istituti professionalizzanti, ed è necessario abolire i numeri chiusi a medicina e aumentare gli operatori sanitari”.

Riguardo le sfide che arrivano dall’intelligenza artificiale Sean Sacco (M5s), ha spiegato che “non possiamo avere l’atteggiamento da sabotatori, dobbiamo sapere che sostituirà anche i lavori ad alto valore aggiunto. Dovremo dare una mano anche a chi verrà messo da parte e non potrà avere le competenze elevate necessarie”.

A parere di Diego Sarno (Pd) “oggi questa Giunta ha perso un’occasione, l’assessore Chiorino ha fatto un racconto del passato. Non abbiamo sentito una parola sulle aziende sane, che investono, ma che decidono di andare via. Dobbiamo fare uno studio sull’impatto sociale degli investimenti, coinvolgiamo Torino Social Impact”.

L’assessore al Bilancio Andrea Tronzano ha affermato che “abbiamo affrontato tutte le crisi con piglio adeguato. La pandemia ha sconvolto i nostri piani e ci siamo concentrati su credito, investimenti, liquidità. Il profitto non è un male, ma crea occupazione, agli imprenditori va detto grazie per quanto stanno facendo: siamo tornati a essere una regione attrattiva perché abbiamo ricreato un sistema che era un po’ sfilacciato”.

Inoltre, ha aggiunto Tronzano, “la scelta dell’aerospazio è una decisione politica ben chiara, abbiamo diviso i fondi con l’automotive. Non sono preoccupato per Microtecnica perché l’azienda è solida e rimarrà sul nostro territorio”.

(Comunicato stampa)