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A Torino l’arte è diffusissima!

15 eventi, 60 locali coinvolti, 100 artisti, 2000 opere 

Una nuova mappa per la Torino dell’arte

 

DIFFUSISSIMA, il primo fuorisalone della Torino Art Week che porta l’arte contemporanea negli spazi cittadini attraverso mostre, vernissage, dibattiti, incontri e workshop. 16 eventi, 60 locali coinvolti per oltre 100 artisti e 2000 opere sparse in città: alla sua prima edizione il progetto a cura di Artàporter, prende il via a Torino dal 24 ottobre al 6 novembre 2022.

 

Da Piazza Statuto ai Murazzi, passando per via Po un evento diffuso che attraversa la città per due intere settimane. L’evento, realizzato grazie al supporto di Città di Torino, Camera di Commercio, Torino Social Impact e con Banco di Credito P.Azzoaglio nella veste di main sponsor, nasce da Artàporter, la piattaforma di matching che collega artisti ed esercizi commerciali, per ripensare i luoghi comuni dell’arte immaginando un nuovo modo di esporla.

 

Come sottolinea l’ideatore Massimo Gioscia, CEO di Artàporter: “Lontano dall’essere una nuova fiera d’arte contemporanea, DIFFUSISSIMA vuol essere un progetto che porta le opere e gli artisti emergenti al di fuori degli spazi canonici, per incontrare le persone nel quotidiano. Portare l’arte all’esterno di musei e gallerie d’arte significa voler creare nuovi itinerari d’arte in città, ma anche nuovi percorsi turistici inclusivi per attrarre soprattutto un pubblico giovane.”

 

Una nuova mappa per l’arte in città 

Alcune location di prestigio saranno quindi importanti touchpoint per DIFFUSISSIMA, sedi di eventi che coinvolgeranno gli artisti, con dibattiti, mostre e anche concerti. I SuperHost di DIFFUSISSIMA saranno Mercato Centrale di Torino in piazza della Repubblica, Porto Urbano (Murazzi del Po), Otium Pea Club al Lingotto, Pos.To e Wellness Creative a Pozzo Strada, l’Innovative Square Center a Mirafiori e Open Baladin in Piazzale Valdo Fusi e l’hub culturale di Via Pallavicino 35 OFF TOPIC.

 

A dare il via all’evento, il Forum “Lo stato dell’Arte fra presente e futuro” che sarà anche l’inaugurazione di DIFFUSISSIMA al Mercato Centrale di Torino, lunedì 24 ottobre dalle ore 18,00 (ingresso libero con prenotazione). Ospiti Giuliano Ambrosio, Innovation Director dell’agenzia RIBELLI e Andrea Concas, divulgatore e scrittore per parlare di NFT e Metaverso, insieme ad Alvin il presentatore TV e radiofonico che diventa Brand Ambassador di DIFFUSISSIMA portando anche i suoi progetti artistici, l’Avvocato Simone Morabito di Brains Evolution, lo staff Catawiki per un’analisi della situazione odierna dell’arte online e Mail Boxes Etc con il lancio di un nuovo tool pensato per gli artisti.

 

Una nuova mappa per l’arte in città consente così di trovare la propria strada anche attraverso un QR code in formato digitale, per permettere di orientarsi tra i numerosi host e tra gli eventi e vernissage proposti da DIFFUSISSIMA. Sarà inoltre possibile innamorarsi di un’opera d’arte e portarla via subito a casa con sé, acquistandola direttamente con il proprio smartphone, sia che si trovi sulla parete di un club, in uno studio professionale o in mostra.

 

L’evento nato da un’idea di Massimo Gioscia con Dario Ujetto coinvolge all’interno del board curatoriale anche la curatrice artistica Alyona Kosareva che sulla scelta delle opere coinvolte, racconta: “la selezione artistica di DIFFUSISSIMA è stata creata per riflettere un approccio che corrisponde perfettamente alla filosofia fondativa di Artàporter. Intendiamo l’arte in maniera inclusiva, ovvero esploriamo il lavoro dell’artista  come persona e portatore di messaggi e non solo come mero ingranaggio di un mercato. Abbiamo quindi selezionato oltre 100 artisti che saranno portatori in primis di un messaggio di apertura a nuove frontiere espositive”.

 

DIFFUSISSIMA contiene anche un chiaro messaggio politico dedicato all’accessibilità dell’arte e al supporto del tessuto urbano: “per questa edizione 0 di DIFFUSISSIMA ed essendo sensibili al delicato momento socio-economico – spiega Dario Ujetto, co-founder di Artàporterabbiamo reso gratuito per tutti gli Host l’accesso alla manifestazione. Supportiamo così oltre 60 location arricchendole di bellezza grazie all’arte contemporanea”.

 

Non solo partner, ma co-creatori 

A fianco del Main Partner Banco di Credito P.Azzoaglio, anche Catawiki entra in DIFFUSISSIMA lanciando due aste tematiche, una delle quali per la prima volta offline: sarà sufficiente scansionare il QR code accanto all’opera esposta per entrare sul sito e fare la propria offerta.

Entrano a far parte di DIFFUSISSIMA anche Birra Baladin, Driatec e Affini – Distillerie Subalpine che lancerà con Artàporter una call for artist per creare la nuova etichetta del Turin Dry Gin, mentre con la startup calabrese SenzaSpine i creators stanno coinvolti in un contest per la creazione dell’etichetta di questo particolare succo di frutta, protagonista anche di un paio di serate di mixology.

Infine, Gattinoni ospiterà l’installazione “5 Senses Travel” di Rockmantic, per trasportare il visitatore in un viaggio che, attraverso l’arte,  coinvolge i 5 sensi.

 

Call for Artist

Per l’occasione, verranno lanciate diverse call for artist in collaborazione con Knowhere Studios e Lefranc Bourgeois negli ambiti fotografico e pittorico per permettere a nuovi artisti di esporre in occasione della prima edizione di DIFFUSISSIMA. Inoltre, durante l’evento, Artàporter attiverà un Funding Pitch su Patreon e le quote raccolte consentiranno agli artisti emergenti di ricevere borse di studio per partecipare a masterclass e finanziare residenze artistiche per sviluppare i propri progetti creativi. Verrà lanciata anche una Call for artist insieme a Cioccolatissima, altro importante evento del territorio.

 

Il programma di DIFFUSISSIMA e la mappa sono disponibili su www.diffusissima.it

100 Città climaticamente neutre: siglato il protocollo tra il Mims, Torino e le altre 8 città italiane selezionate dalla call europea

Il Sindaco di Torino e quelli di altre otto Città italiane – Milano Firenze, Roma, Genova, Bologna, Padova, Bergamo e Prato – hanno siglato oggi con il  Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili il Protocollo d’Intesa per il perseguimento degli obiettivi della Missione dell’Unione Europea ‘climate-neutral & smart cities’.

Selezionate dalla Commissione europea insieme ad altre città di tutto il Continente attraverso la call “100 Climate-neutral Cities by 2030 – by and for the Citizens” , le nove Città italiane si sono impegnate a diminuire le emissioni entro il 2030 diventando anche delle “Mission City”, ovvero hub di sperimentazione e innovazione in ambito climatico, esempio virtuoso per tutte le altre città europee.

Con la firma del Protocollo d’Intesa sono state poste le basi per una più stretta collaborazione tra le Amministrazioni locali e l’ Amministrazione dello Stato per centrare gli obiettivi europei destinati a rendere le città più sostenibili e resilienti per rispondere alle sfide climatiche, sociali ed economiche che ci aspettano da qui al 2030 e migliorare la qualità della vita delle persone.

Dopo la firma ai è riunito per la prima volta il Comitato di coordinamento per il perseguimento degli obiettivi, al quale per Torino ha partecipato l’Assessora alla Transizione Ecologica e Digitale. Formato dai rappresentanti dal Ministero e delle nove Città sarà coadiuvato dal Tavolo tecnico composto da un massimo di venti membri in possesso di specifiche professionalità e competenze, designati per metà dal Ministro delle infrastrutture e della Mobilità sostenibili e per metà dalle nove Città.

La collaborazione tra il Mims e le nove Città è finalizzata a elaborare soluzioni utili per conseguire la missione, superare eventuali criticità, operative e normative, che possano impedire o ostacolare la sua realizzazione, promuovere la cooperazione per lo sviluppo di progetti specifici, anche attirando fondi privati, individuare eventuali risorse aggiuntive per il finanziamento degli interventi. Inoltre, per favorire un processo di sensibilizzazione sugli obiettivi di neutralità climatica dell’iniziativa europea, il Mims e le Amministrazioni firmatarie dell’accordo potranno raccogliere e condividere buone pratiche e le progettualità sviluppate con l’obiettivo di creare una base di conoscenze utile anche per altri Comuni o altre amministrazioni pubbliche.

Le Mission Cities riceveranno un finanziamento Horizon Europe per il periodo 2022-2023 per avviare i percorsi di innovazione verso la neutralità climatica. Le azioni riguarderanno la mobilità sostenibile, l’efficienza energetica e la pianificazione urbana verde.

A livello locale, la Città ha già iniziato il dialogo con le principali istituzioni e coi partner strategici del territorio per portare avanti in maniera congiunta le azioni che potranno permettere di raggiungere l’ambizioso traguardo della neutralità climatica.

La candidatura alla call europea, presentata a gennaio 2022, prevedeva la compilazione di un questionario di descrizione della situazione della Città a livello di emissione di gas serra e le misure adottate per contrastarle in campo energetico, nei rifiuti, nel trasporto e in ambito smart city.

La candidatura è stata un lavoro di territorio partito da iniziative in corso, come la collaborazione con l’Energy Center del Politecnico di Torino. Il lavoro si svilupperà coinvolgendo il Politecnico, l’Università di Torino, la ESCP Business School e i numerosi attori dell’ecosistema locale presenti sulle due piattaforme di Torino City Lab e Torino Social Impact.

Gli effetti della valorizzazione degli immobili comunali e delle trasformazioni urbanistiche: un protocollo per misurarne l’impatto sociale

È stato firmato oggi il Protocollo di intesa per la Misurazione dell’impatto sociale per la valorizzazione del patrimonio immobiliare e la riqualificazione urbana per la collaborazione tra la Città di Torino, la Camera di commercio di Torino e la Fondazione Compagnia di San Paolo, di durata sino al 31 dicembre 2024, nell’ambito della piattaforma Torino Social Impact.

Il Protocollo di Intesa disciplina la collaborazione con lo scopo di definire, attraverso tavoli tecnici dedicati, anche eventualmente aperti ad esperti nelle materie di interesse a partire dagli Atenei e guidati dal Centro di competenze per la misurazione dell’impatto, un sistema di calcolo della generazione di impatto sociale attraverso l’uso (locazione o vendita) di un immobile pubblico o la trasformazione urbanistico-edilizia di aree o immobili, che determini la traduzione dell’impatto in metriche economiche, capaci di incidere sul valore monetario assegnato al bene o sulla quantificazione di oneri e compensazioni per le trasformazioni urbane e successiva monetizzazione.

L’intento è quello di favorire meccanismi di integrazione e riconoscimento del valore dell’impatto sociale nei processi di valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico e privato. Contestualmente, l’obiettivo finale è lo sviluppo di una metodologia che consenta di certificare la congruità dell’espressione di valore sociale in un equivalente monetario, in modo che i parametri contabili del patrimonio e dei contributi dovuti dalla proprietà privata possano essere aggiornati ed adeguati, per favorire operazioni di ingaggio degli attori pubblici e privati sulla base di obiettivi di impatto sociale individuati dall’Amministrazione. È chiaro che la metodologia individuata e l’equivalente monetario dell’impatto sociale verranno applicati a valle delle stime dei competenti Uffici e dovranno essere allineati ai principi della finanza pubblica e pienamente coerenti con la normativa vigente, anche in funzione della possibile estensione ad altre amministrazioni pubbliche e della modellizzazione sul piano nazionale.

Il Sindaco di Torino ha illustrato l’importanza dell’impatto sociale nelle scelte della pubblica amministrazione; introdurre questo modello punta a valorizzare il patrimonio immobiliare anche attraverso obiettivi di tipo sociale e di quali effetti reali produce per tutta la comunità. Il protocollo crea una rete di competenze e nuovi strumenti di valutazione d’impatto sociale, è una sfida anche culturale rispetto a modelli solitamente applicati. Ad esempio considerare il rendimento degli investimenti pubblici anche attraverso il risparmio generato per l’Amministrazione. E’ una sfida che può aprire una stagione diversa negli investimenti pubblici.Il Segretario Generale della Camera di commercio di Torino ha sottolineato come l’iniziativa, nata nell’ambito della piattaforma Torino Social Impact e prima esperienza di questo tipo in Italia, inneschi un ciclo virtuoso e innovativo:  da una parte infatti offre maggiori garanzie al proprietario sulla pubblica utilità e sostenibilità del progetto immobiliare rispetto all’investimento, dall’altra alimenta lo sviluppo dell’imprenditoria sociale che, partecipando alle riqualificazioni e ai nuovi usi, ne aumenta il valore in modo certificato. Lo strumento che renderà possibile questo tipo di valutazioni sarà il Centro di competenze per la misurazione dell’impatto sociale, che nascerà presso il Campus Cottino grazie ad un accordo fra la Camera di commercio e la stessa Fondazione.

Il Segretario Generale della Fondazione Compagnia di San Paolo ha evidenziato che per la Compagnia la rigenerazione urbana e territoriale rappresenta una dimensione chiave per favorire i processi di inclusione sociale e lo sviluppo del territorio. Come indicato nella programmazione pluriennale 2021-2024 la Fondazione Compagnia di San Paolo vuole sperimentare iniziative che generino ricadute sociali, economiche e ambientali sul territorio di sempre maggior impatto. In questo contesto, con il Protocollo sottoscritto oggi si mettono a disposizione del pubblico competenze e si realizza un rapporto più strategico della Fondazione con le amministrazioni locali per realizzare valutazioni di impatto rigorose, e favorire l’impiego di immobili sfitti e la realizzazione di investimenti ad alto valore sociale.

Bisogna considerare che fra le priorità evidenziate per il futuro della Città nelle linee programmatiche del mandato politico amministrativo, spiccano i temi connessi alla rigenerazione urbana, “intesa come attenzione alla cura dell’esistente, con un approccio che sappia cogliere l’innovazione anche grazie alla collaborazione tra pubblico e privato”.

In quest’ottica è stata sviluppata tra la Città, la Camera di commercio di Torino e la Fondazione Compagnia di San Paolo una piattaforma progettuale denominata Torino Social Impact, che rappresenta l’ecosistema metropolitano per lo sviluppo dell’economia sociale e dell’imprenditorialità a impatto sociale.

Torino Social Impact è una piattaforma a cui aderiscono attualmente 250 partner pubblici e privati, enti profit e non profit, con l’obiettivo di rafforzare il sistema locale e qualificarlo come uno dei migliori posti al mondo per fare impresa e finanza, perseguendo insieme obiettivi economico finanziari e di impatto sociale. Uno degli obiettivi strategici di Torino Social Impact è la nascita del Centro di competenza per la Misurazione dell’impatto sociale che opera a favore di istituzioni locali, attori pubblici e privati per l’integrazione della generazione di impatto sociale nelle traiettorie di sviluppo economico e di innovazione tecnologica e la valutazione degli effetti sociali, ambientali ed economici.

La Città intende sfruttare l’opportunità costituita dal Centro, attivando una collaborazione con la Camera di commercio e la Fondazione Compagnia di San Paolo che consenta di definire una metodologia per la misurazione degli impatti socio-economici e per il calcolo delle performance, in funzione della valorizzazione del patrimonio immobiliare comunale e degli immobili privati oggetto di contributo di valorizzazione e di monetizzazione.

#bettercity – Fare innovazione sociale: dall’esperienza PON METRO al futuro delle città

Si è aperto oggi a Torino l’evento annuale di comunicazione e presentazione del PON METRO (Programma Operativo Nazionale Città Metropolitane), il programma nazionale di interventi per lo sviluppo urbano sostenibile.

L’appuntamento nazionale è il momento in cui vengono presentati sia la prossima programmazione del PON Metro Plus 2021-2027 (la cui dotazione finanziaria è stata incrementata), sia le nuove misure di innovazione sociale che potranno essere attivate dalle Città.

E’ stata scelta Torino come location e l’evento è in corso presso la Nuvola Lavazza, luogo che è esempio stesso del processo di rigenerazione urbana già in atto da alcuni anni nella nostra città.

Il ricco programma, articolato sulle due giornate del 31 maggio e 1 giugno, è partito nella mattinata con una sessione plenaria, alla quale è intervenuto il Sindaco di Torino, per portare ai partecipanti e agli organizzatori il saluto e il ringraziamento della Città.

Il Sindaco ha soprattutto voluto porre l’accento su alcune riflessioni imprescindibili, data la particolare stagione che stiamo vivendo, che ci sta portando fuori da quella pandemia che ha sconvolto le dinamiche relazionali e la percezione stessa del contesto urbano che ci circonda, ma che si trova alle porte una guerra che sta minando l’Europa, da sempre un continente all’avanguardia, nella sua cultura e nei suoi valori.
Per tutti questi motivi, ha sottolineato a chiusura del suo intervento, la programmazione del Pon diventa una sfida nel pensare ad una futura dimensione urbana più dinamica e in linea coi tempi, per poter così consegnare ai nostri figli e nipoti delle città migliori di come le abbiamo trovate.

Come riuscirci? Con una visione, immaginando e in qualche modo sapendo che quando si lavora sull’innovazione sociale, oltre a rispondere a esigenze concrete di investimento su un’area, attivando comunità e lavorando sull’impatto sociale, vanno definiti obiettivi precisi e misurabili e si ha la certezza del punto di partenza, ma non di quello di arrivo. Altrimenti non c’è vera innovazione, ha spiegato l’Assessora alla transizione ecologica e digitale, politiche per l’ambiente, innovazione e mobilità.

L’Assessora ha poi menzionato i numerosi progetti e iniziative che fanno dell’innovazione e dell’inclusione le colonne portanti e ricordato la vittoria di Torino nella call europea per le 100 città impegnate a diventare climaticamente neutrali entro il 2030, obiettivo che richiederà, tra i tanti, interventi su mobilità, economia circolare e verde. Tutte questioni importanti e fondamentali sulle quali la prossima programmazione del PON potrà fare molto.

Dopo i saluti la giornata prosegue ora alternando working caffè, ossia brevi presentazioni di esperienze e progetti presso gli stand allestiti, e workshop focalizzati su altrettante realtà urbane coinvolte dal PON Metro (Bari, Bologna, Milano e ovviamente Torino), il tutto nell’ottica della condivisione di esperienze, numeri e risultati portati avanti grazie al Programma Operativo Città Metropolitane.

Prima della chiusura dei lavori, prevista per le ore 19.00, si terrà una tavola rotonda, moderata da Gianfranco Presutti, Direttore del Dipartimento Fondi Europei e PNRR della Città di Torino, con le osservazioni conclusive di Giorgio Martini (Autorità di Gestione), Lodovico Conzimu (Direzione Generale Occupazione, Affari sociali e Inclusione, Commissione europea), Sebastiano ZILLI (Direzione Generale Politica Regionale e Urbana, Commissione europea) e Mario Calderini (Torino Social Impact).

Domani, 1 giugno, a partire dalle 9.30, la giornata verrà invece dedicata alle visite in loco presso i “luoghi dell’innovazione”, sorta di visita guidata nei progetti già in essere della Città: nello specifico Portineria di Comunità, Casa del Quartiere Bagni Pubblici di V. Agliè , via Baltea, Casa Bottega e Open Incet.

Accolti ad Arte: Torino città pilota dell’inclusione con Fondazione CRT e Fondazione Paideia

 LABORATORIO DI INCLUSIONE NEI MUSEI E LUOGHI DELLA CULTURA
Risultati e prospettive di “Operatori museali e disabilità”, l’innovativo progetto di Fondazione CRT e Fondazione Paideia per formare il personale di settore ad accogliere i visitatori in difficoltà
 
Torino città pilota dell’inclusione con Fondazione CRT e Fondazione Paideia. Compie dieci anni Operatori museali e disabilità, l’innovativo progetto di accoglienza e inclusione nei musei e nei luoghi culturali “firmato” dalle due fondazioni. Per l’occasione, il convegno Accolti ad arte, in programma lunedì 9 maggio alle OGR Torino, farà il punto sui risultati e sulle traiettorie di sviluppo del percorso di formazione del personale di settore sul fronte dell’accoglienza dei visitatori con bisogni specifici e disabilità. Nata dalla vocazione sociale che, da sempre, contraddistingue Fondazione CRT e Fondazione Paideia, l’iniziativa – evoluta quest’anno in Operatori culturali per l’inclusione – è stata in grado di anticipare il cambiamento e di puntare sul capitale umano.
In dieci anni di attività, il progetto ha realizzato 41 corsi di base, 31 seminari tematici di approfondimento, 8 corsi di prima alfabetizzazione di Lingua dei Segni Italiana applicata al contesto museale, 6 laboratori di produzione di storie sociali, 1 workshop di incontro con le buone prassi del territorio e 13 esperienze di replicabilità del modello torinese a livello nazionale. Complessivamente, hanno partecipato al progetto circa 300 realtà culturali italiane e oltre 1.100 operatori del settore.
Inizialmente rivolto alle istituzioni museali, il progetto si è ampliato a tutti gli operatori delle realtà culturali dopo la positiva esperienza formativa pilota in OGR, con l’obiettivo di formare il personale per accogliere al meglio tutti i visitatori, a partire da quelli con bisogni specifici e con disabilità.
Qual è l’impatto generato dalle attività formative svolte e quali le prossime “sfide”? “Accolti ad arte” tira le fila di 10 anni di inclusione, partendo anche dall’indagine che ha coinvolto – attraverso modalità e strumenti differenziati – gli oltre 1.100 operatori culturali che, dal 2012, hanno preso parte alle attività formative del progetto.
Gli obiettivi raggiunti, riconosciuti dai partecipanti indipendentemente dal ruolo ricoperto nell’istituzione culturale, sono accomunati dalla parola “cambiamento”: il progetto, secondo le risposte pervenute, ha generato infatti un cambiamento in termini di forma mentis rispetto alla visione della disabilità (intesa non come elemento discriminante, ma come una caratteristica distintiva della persona su cui far leva); un cambiamento in termini di cultura organizzativa rispetto ai temi dell’inclusione e dell’accoglienza (l’accessibilità culturale è diventata, in molti casi, una politica strutturale: oltre il 60% degli enti ha introdotto nuovi strumenti, come percorsi guidati, l’utilizzo di storie sociali, la collaborazione con altre associazioni); una crescente attenzione a una progettazione inclusiva e design for all pensata, fin da subito, per tutte le tipologie di pubblico e non adattata successivamente a bisogni speciali.
L’indagine raccoglie inoltre alcune suggestioni sui possibili step futuri del progetto: la sua estensione ad altre realtà culturali, con un maggior coinvolgimento del Ministero della Cultura; una formazione costante on boarding del personale e il commitment delle direzioni e delle istituzioni; la promozione del Marketing museum; la necessità di confronto e scambio delle best practice; una forma di riconoscimento per i musei che abbiano completato il percorso, una sorta di “certificazione di inclusione”.
Fondazione CRT e Fondazione Paideia hanno unito le forze per fare di Torino un laboratorio per l’inclusione con il progetto “Operatori museali”, oggi un modello di riferimento per molte realtà culturali italiane di eccellenza – afferma il Presidente della Fondazione CRT Giovanni Quaglia –. Questa buona pratica di welfare culturale e di comunità è inserita nella prima Agenda italiana della Disabilità, perché rende concreto il diritto alle pari opportunità: a partire da questo importante tassello dell’ecosistema dell’inclusione continueremo a progettare un futuro realmente a misura di tutti, insieme alle istituzioni, al Terzo Settore, al mondo profit e alla società civile”.
La bellezza dell’arte e il valore della creatività sono beni che devono essere realmente fruibili da tutti, proprio come avviene alle OGR Torino, il primo polo culturale italiano a essersi dotato di un decalogo dell’accessibilità degli eventi for all – dichiara Massimo Lapucci, Segretario Generale della Fondazione CRT e CEO delle OGR –. Investiamo sulla formazione del capitale umano e sul rafforzamento delle competenze del personale dei musei per creare una vera e propria rete di ‘ambasciatori’ dell’accoglienza: questa è la strategia vincente per rendere i luoghi della cultura sempre più attrattivi, contemporanei e competitivi anche a livello internazionale”.
La collaborazione con Fondazione CRT per questo progetto, che da dieci anni offre occasioni di formazione, scambio e arricchimento per chi lavora nei musei e nel mondo della cultura, è un esempio di progettualità capace di evolversi per rispondere alle necessità e alle sollecitazioni dei destinatari, che nel tempo sono diventati a tutti gli effetti co-promotori del percorso formativo. In questi anni si è lavorato per potenziare le competenze trasversali degli operatori, strutturando percorsi che portassero all’ideazione di attività pensate per tutti partendo dai bisogni delle persone con disabilità, ma soprattutto ad un’attenzione ai temi della relazione e dell’accoglienza, perché questa rappresenta il primo e fondamentale momento di incontro tra il visitatore e la realtà museale o culturale” ha commentato Fabrizio Serra, Segretario Generale di Fondazione Paideia.
Operatori culturali per l’inclusione prevede l’opportunità di accedere alle attività formative sia in presenza, sia a distanza: la sede di Fondazione Paideia in via Moncalvo 1 ospiterà le prime, mentre la piattaforma Zoom permetterà di partecipare alle seconde. È prevista anche la possibilità di usufruire di consulenze per la progettazione e la realizzazione di attività formative ad hoc per quelle realtà che desiderano coinvolgere massivamente il proprio personale.
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Fondazione CRT
Nata nel 1991, la Fondazione CRT è la terza Fondazione di origine bancaria italiana per entità del patrimonio. Ha erogato finora oltre 2 miliardi di euro per più di 40.000 progetti per l’arte, la ricerca, la formazione, il welfare, l’ambiente e l’innovazione nel Nord Ovest, in una dimensione nazionale e internazionale. La Fondazione sperimenta anche interventi di venture philanthropy e impact investing per un impatto sociale e ambientale. Uno dei principali esempi a livello europeo è la riqualificazione delle OGR Torino, riconvertite in un innovativo centro internazionale per l’arte e la cultura, le start up, la ricerca. Attiva nelle principali reti internazionali della filantropia, la Fondazione CRT collabora con le Nazioni Unite e altre organizzazioni su scala globale, tra cui Rockefeller Philanthropy Advisors, per rafforzare l’integrazione degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile nei propri interventi.
Fondazione Paideia
La Fondazione Paideia opera ogni giorno per offrire un aiuto concreto ai bambini con disabilità e alle loro famiglie. Nata nel 1993 per iniziativa delle famiglie torinesi Giubergia e Argentero, Paideia si impegna per costruire una società più inclusiva, responsabile e attenta ai bisogni di tutti. Perché nessuna famiglia possa sentirsi sola e nessun bambino escluso.

Clima: Torino a impatto zero, nel 2030 tra le 100 città

La Città di Torino rientra ufficialmente fra le 100 città europee che si impegneranno a diminuire le emissioni entro il 2030, diventando anche una “Mission City”, ovvero un hub di sperimentazione e innovazione in ambito climatico, esempio virtuoso per tutte le altre città europee.

“È stata premiata la capacità di Torino di avanzare proposte di valore e di grande qualità. Appena insediati ci siamo messi subito al lavoro per non farci sfuggire l’opportunità di poter avere risorse disponibili sull’ambiente e sulla qualità della vita dei cittadini. È una grande sfida quella della sostenibilità ambientale e le Città ricoprono un importante ruolo per costruire comunità più green. Questo riconoscimento è motivo di grande orgoglio per Torino e per i tutti i torinesi” ha dichiarato il sindaco Stefano Lo Russo.

“Siamo davvero felici di aver ottenuto questo risultato – ha dichiarato Chiara Foglietta, Assessora alla Transizione ecologica e digitale e alle Politiche per l’ambiente – Appena insediati abbiamo scelto di candidarci alla call europea, sapendo che sarebbe stata per tutta la Città un obiettivo alto e sfidante. La selezione è frutto della capacità di fare rete e sistema fra differenti attori e pone la Città tutta di fronte a una delle sfide più grandi e importanti per il prossimo decennio. Oggi abbiamo strumenti in più per scrivere il futuro di Torino”.

La Commissione Europea ha seguito una procedura molto rigorosa per selezionare le 100 città climaticamente neutre entro il 2030 e il risultato è una lista molto forte e diversificata di città e Paesi Europei coinvolti.

La Città di Torino insieme alle altre 99 città europee sarà sostenuta e guidata in questa sfida dal Mission Board for climate-neutral and smart cities della Commissione Europea, attraverso un processo multilivello e co-creativo che sarà formalizzato in un Climate City Contract, adattato ad ogni città. La Mission Board è pienamente ancorata alla strategia europea del Green Deal per rendere l’Europa climaticamente neutrale entro il 2050.

La Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha dichiarato, in occasione dell’annuncio di oggi, che la transizione verde si sta facendo strada in tutta Europa e che c’è bisogno di pionieri che si prefiggono obiettivi ancora più alti. “Queste città ci stanno mostrando la strada per un futuro più sano. Li sosterremo in questo. Iniziamo il lavoro oggi”.

Le Mission Cities riceveranno 360 milioni di euro di finanziamento Horizon Europe per il periodo 2022-2023 per avviare i percorsi di innovazione verso la neutralità climatica. Le azioni riguarderanno la mobilità sostenibile, l’efficienza energetica e la pianificazione urbana verde.

A livello locale, la Città sta già iniziando il dialogo con le principali istituzioni e coi partner strategici del territorio per portare avanti in maniera congiunta le azioni che potranno permettere di raggiungere l’ambizioso traguardo della neutralità climatica.

La candidatura alla call europea, presentata a gennaio 2022, prevedeva la compilazione di un questionario di descrizione della situazione della Città a livello di emissione di gas serra e le misure adottate per contrastarle in campo energetico, nei rifiuti, nel trasporto e in ambito smart city.

La candidatura è stata un lavoro di territorio partito da iniziative in corso, come la collaborazione con l’Energy Center del Politecnico di Torino. Il lavoro si svilupperà coinvolgendo il Politecnico, l’Università di Torino, la ESCP Business School e i numerosi attori dell’ecosistema locale presenti sulle due piattaforme di Torino City Lab e Torino Social Impact.

La Città di Torino vince la call europea “100 Climate-neutral Cities by 2030 – by and for Citizens”

La Città di Torino rientra ufficialmente fra le 100 città europee che si impegneranno a diminuire le emissioni entro il 2030, diventando anche una “Mission City”, ovvero un hub di sperimentazione e innovazione in ambito climatico, esempio virtuoso per tutte le altre città europee.

“È stata premiata la capacità di Torino di avanzare proposte di valore e di grande qualità. Appena insediati ci siamo messi subito al lavoro per non farci sfuggire l’opportunità di poter avere risorse disponibili sull’ambiente e sulla qualità della vita dei cittadini. È una grande sfida quella della sostenibilità ambientale e le Città ricoprono un importante ruolo per costruire comunità più green. Questo riconoscimento è motivo di grande orgoglio per Torino e per i tutti i torinesi” ha dichiarato il sindaco Stefano Lo Russo.

“Siamo davvero felici di aver ottenuto questo risultato – ha dichiarato Chiara Foglietta, Assessora alla Transizione ecologica e digitale e alle Politiche per l’ambiente – Appena insediati abbiamo scelto di candidarci alla call europea, sapendo che sarebbe stata per tutta la Città un obiettivo alto e sfidante. La selezione è frutto della capacità di fare rete e sistema fra differenti attori e pone la Città tutta di fronte a una delle sfide più grandi e importanti per il prossimo decennio. Oggi abbiamo strumenti in più per scrivere il futuro di Torino”.

La Commissione Europea ha seguito una procedura molto rigorosa per selezionare le 100 città climaticamente neutre entro il 2030 e il risultato è una lista molto forte e diversificata di città e Paesi Europei coinvolti.

La Città di Torino insieme alle altre 99 città europee sarà sostenuta e guidata in questa sfida dal Mission Board for climate-neutral and smart cities della Commissione Europea, attraverso un processo multilivello e co-creativo che sarà formalizzato in un Climate City Contract, adattato ad ogni città. La Mission Board è pienamente ancorata alla strategia europea del Green Deal per rendere l’Europa climaticamente neutrale entro il 2050.

La Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha dichiarato, in occasione dell’annuncio di oggi, che la transizione verde si sta facendo strada in tutta Europa e che c’è bisogno di pionieri che si prefiggono obiettivi ancora più alti. “Queste città ci stanno mostrando la strada per un futuro più sano. Li sosterremo in questo. Iniziamo il lavoro oggi”.

Le Mission Cities riceveranno 360 milioni di euro di finanziamento Horizon Europe per il periodo 2022-2023 per avviare i percorsi di innovazione verso la neutralità climatica. Le azioni riguarderanno la mobilità sostenibile, l’efficienza energetica e la pianificazione urbana verde.

A livello locale, la Città sta già iniziando il dialogo con le principali istituzioni e coi partner strategici del territorio per portare avanti in maniera congiunta le azioni che potranno permettere di raggiungere l’ambizioso traguardo della neutralità climatica.

La candidatura alla call europea, presentata a gennaio 2022, prevedeva la compilazione di un questionario di descrizione della situazione della Città a livello di emissione di gas serra e le misure adottate per contrastarle in campo energetico, nei rifiuti, nel trasporto e in ambito smart city.

La candidatura è stata un lavoro di territorio partito da iniziative in corso, come la collaborazione con l’Energy Center del Politecnico di Torino. Il lavoro si svilupperà coinvolgendo il Politecnico, l’Università di Torino, la ESCP Business School e i numerosi attori dell’ecosistema locale presenti sulle due piattaforme di Torino City Lab e Torino Social Impact.

Conferenza Ucid: filantropia, innovazione e impatto sociale. Ospite d’eccezione la Fondazione Cottino

Si parlerà di filantropia, di innovazione e di impatto sociale nel corso della conferenza promossa dalla sezione torinese dell’UCID il 18 ottobre prossimo. Ospite d’eccezione la Fondazione Cottino

La sezione di Torino dell’UCID , gruppo Interregionale Piemonte e Valle d’Aosta, promuove un incontro in programma lunedì 18 ottobre prossimo, alle 20.45, dal titolo “Dalla filantropia all’innovazione sino all’impatto sociale: insieme sulla strada verso un futuro migliore”. L’incontro si terrà nel Salotto delle Idee in corso Palestro 14, a Torino,
Si tratta di un’occasione di dialogo con la Fondazione Cottino, in cui intervengono Cristina Di Bari, vicepresidente della Fondazione stessa, e Giuseppe Dell’Erba, direttore generale. A moderare l’incontro sarà Marco Lazzarino, vicepresidente della sezione di Torino dell’Ucid.
La Fondazione Cottino crea e promuove la passione e l’azione imprenditoriale, diffondendo la conoscenza e le nuove frontiere del sapere. L’ingegner Giovanni Cottino, il suo fondatore, classe 1927, è stato premiato Torinese dell’anno 2020 dalla Camera di Commercio di Torino, che ha riconosciuto non soltanto il ruolo primario rivestito dalla Fondazione omonima nell’innovazione sociale e nella ricerca, ma ha anche voluto premiare la sua personalità e la sua capacità imprenditoriale, rivestendo egli stesso un ruolo centrale nell’innovazione sociale torinese.
La Fondazione Cottino, nata nel 2002, si è anche distinta in attività e impiego di risorse in ambito dell’education, attraverso il progetto “Cottino Impact Campus”, iniziativa capace di ben interpretare l’anima della Fondazione, con l’obiettivo di promuovere cultura e impatto, creando accademici e innovatori a livello nazionale e internazionale in grado di ideare nuove visioni del mondo più giuste e sostenibili.
Un’altra significativa iniziativa di solidarietà promossa dalla Fondazione Cottino è stata quella di intervenire nel periodo dell’emergenza pandemica, attraverso l’attivazione di un network filantropico e imprenditoriale sul territorio piemontese, volto all’acquisto di beni di prima necessità a condizioni economiche di favore, quali pasta, riso, farina, uova, caffè in scatola, affiancando a tali prodotti anche quelli a sostegno dell’igiene e della casa, per cercare di arginare nuove povertà he l’emergenza pandemica ha creato nel territorio urbano. Questa iniziativa ha fatto parte del più ampio progetto di “Torino Solidale”.

Mara Martellotta

Cibofficina, un laboratorio permanente di cucina sociale

Promuove sostenibilità ambientale, inclusione, sviluppo di comunità e accesso al cibo per tutti

 

La campagna online fino al 31 luglio ha già raccolto più di 4 mila euro e punta ad arrivare al tetto di 5 mila euro per essere co-finanziata da fondazione sviluppo e crescita Crt ed Eppela.

 

 

A Torino esiste un luogo speciale. Un luogo che da tempo è oggetto di un processo di rigenerazione urbana per restituire uno spazio comunale alla cittadinanza e mantenerlo quotidianamente aperto a proposte culturali e sociali dal basso. Questo luogo è l’ex Caserma La Marmora, divenuto nel 2011 Centro di Protagonismo Giovanile e Centro di Incontro, ed è proprio qui che si inserisce il progetto   CibOfficina a cura dell’Associazione Eufemia, tra le iniziative selezionate del bando +Risorse di Fondazione Sviluppo e Crescita CRT e online sulla piattaforma di crowdfunding Eppela.

 

Un progetto al servizio della cittadinanza, aperto e partecipato, interamente dedicato ad attività che riguardano il diritto al cibo e il prendersi cura della comunità. La CibOfficina contribuisce a diffondere buone pratiche sul territorio dal basso, sia a livello ecologico sia a livello socio-economico.

Si tratta infatti di un’esperienza inedita a Torino che ospita, in un unico luogo, diversi servizi utili ad assicurare l’accesso ad attrezzature adeguate, competenze e risorse alimentari per tutte e tutti. Nel rispetto dell’ambiente, con l0’obiettivo di riprogettare parte dell’ex caserma intorno al cibo come bene comune e sviluppare una serie di progetti, tra cui: Fornelli aperti e frigo di quartiere, con accesso libero alla cucina e alle eccedenze raccolte nei mercati; Mensa sociale UpToYou, per la preparazione e distribuzione dei pasti a partire dalle eccedenze; una Scuola del Cibo, con laboratori di cucina per l’inclusione socio-lavorativa, un calendario di eventi di comunità, dedicati al l’inclusione socio-culturale.

 

Mancano ancora pochi giorni per contribuire tramite donazioni alla realizzazione del progetto che ad oggi ha raccolto già 4.800 mila Euro e punta a raggiungere il tetto di 5mila Euro per poter essere co-finanziato da Fondazione Sviluppo e Crescita CRT secondo il meccanismo del matching grant: al raggiungimento del 50% dell’obiettivo fissato, le donazioni saranno raddoppiate da Fondazione Sviluppo e Crescita CRT fino al tetto massimo di 5 mila euro a progetto.

 

Link alla campagna di crowdfunding

CibOfficina: https://www.eppela.com/it/projects/30086-cibofficina

 

 

Fondazione Sviluppo e Crescita CRT

Costituita nel 2007 per iniziativa della Fondazione CRT, è un ente senza fine di lucro che collabora per lo sviluppo e la crescita del territorio di riferimento del fondatore, cui sono collegate le proprie finalità istituzionali. Opera affiancando l’attività istituzionale tradizionale della Fondazione CRT con molteplici attività a carattere innovativo, ascrivibili al campo ed alle logiche di impact investing.

La Fondazione Sviluppo e Crescita CRT ha come obiettivo il trasferimento delle competenze, lo sviluppo di nuove reti, l’incremento della sostenibilità dei progetti e la promozione dell’innovazione.

 

Eppela

È per contatti, progetti e raccolta la prima piattaforma italiana di crowdfunding reward-based e tra le prime 5 in Europa. Fondata a fine 2011 da Nicola Lencioni, è la prima realtà italiana ad aver inoltre ideato un modello di collaborazione in partnership, chiamato Mentoringpensato per aziende e istituzioni interessate ad utilizzare la piattaforma per individuare talenti e sostenere progetti meritevoli di interesse. Eppela ha come obiettivo ultimo quello di rivoluzionare il mercato del lavoro e dare valore ai suoi protagonisti. Un mercato che sia fondato sulla meritocrazia e sulla capacità di sfidare i limiti di un sistema estremamente burocratico.

 

 

 

Chi è Laura Orestano, AD di Socialfare, Center for Social Innovation

Rubrica a cura di Progesia Management Lab

Laura Orestano incarna alla perfezione il concetto di passione e concretezza perché il suo amore per ciò che fa porta a risultati precisi. È Amministratore Delegato di SocialFare, primo Centro per l’Innovazione Sociale in Italia e Presidente di SocialFare Seed, primo veicolo di seed impact investing in Italia. E’ anche membro del Consiglio di Amministrazione del Cottino Social Impact Campus, primo campus formativo completamente dedicato alla creazione di social impact culture. Vanta inoltre una lunga esperienza industriale in business strategy e innovazione sociale ed ha lavorato in UK, USA, Lussemburgo e Germania. Tra i suoi numerosi titoli ed incarichi ricordiamo: EU Social Innovation Expert, Fellow of the Royal Society of Arts (UK), Jury Member della EU Social Innovation Competition. Nel 2016 ha ricevuto il premio Women Economic Forum “Trailblazer Innovative Woman of the Decade” e nel 2018 è divenuta Partner di ActionAid Onlus. Perché quando cuore e testa dialogano tra loro, i risultati sono eccezionali e Laura Orestano ne è la dimostrazione.

Laura Orestano SocialfareQual è la mission di SocialFare e quali sono i progetti futuri?

“SocialFare ha una mission precisa: costruire innovazione sociale. Cosa significa? Significa sviluppare soluzioni innovative per rispondere alle sfide sociali contemporanee; lo facciamo attraverso l’accelerazione di conoscenza e di impresa a impatto sociale, cioè supportando con competenze e consulenza esperta chi voglia sviluppare nuovi prodotti, modelli e servizi rilevanti per le persone, per la comunità e creare quindi nuova economia a impatto sociale. L’impatto sociale è al centro della nostra impresa: è l’effetto positivo che ci poniamo come intenzione delle nostre azioni, per il miglioramento della qualità della vita, per la lotta alle disuguaglianze, per sostenere l’inclusione sociale, per generare innovazione davvero utile e rilevante per le persone. Per analizzare e rendere concrete queste intenzioni, abbiamo bisogno di know-how esperto, di un approccio sperimentale, di partnership ibride e di finanza coraggiosa e paziente. Le persone e le comunità diventano co-progettisti delle soluzioni per le sfide che devono, che dobbiamo, affrontare tutti i giorni, sono coinvolte nello sforzo progettuale e sono parte della soluzione. Questa visione, la visione dell’innovazione sociale, non è speculazione astratta, teorizzazione di pochi ma accade in Italia e nel mondo in modo sempre più definito, evoluto e apprezzabile attraverso sperimentazioni che davvero migliorano la vita delle persone, creano nuova impresa sostenibile, concentrandosi su ciò che conta davvero nella nostra vita quotidiana. Tutto questo richiede studio, sperimentazione, iterazione, rischio, passione e sinergie”.

Quando è nata SocialFare?

“SocialFare è nata come impresa sociale nel 2013 e attraverso il lavoro di una bellissima squadra è cresciuta nella reputazione, nei risultati, nel fatturato ma soprattutto nella qualità delle attività fatte insieme a tanti partner diversi e accompagnando tante nuove imprese a impatto sociale verso traguardi non scontati. Imprese fatte soprattutto da giovani con un obiettivo preciso: giocare il proprio ruolo nel mondo con gli altri e per gli altri grazie all’innovazione e all’intenzionalità di generare impatto sociale positivo attraverso l’azione imprenditoriale. Ne cito solo alcune, senza fare torto alle tante che abbiamo e stiamo accompagnando: UnoBravo, Restorative NeuroTechnologies, Epicura, Synapta, Kalatà, HumusJob, BonusX. Questa è la nuova “prateria” nella quale correre: l’Unione Europea con NextGenerationEU pone un forte accento e risorse considerevoli sulla coesione sociale, la sostenibilità integrale, l’impresa impact-driven che attrae talenti e passione; anche la finanza sta scoprendo il mondo impact e inizia ad investire e a creare fondi dedicati all’impresa a impatto sociale. Torino è un punto chiaro in questa nuova prateria”.

In cosa consiste l’approccio human-centered? 

“L’approccio human-centered o meglio il cosiddetto human-centered design fa parte dell’expertise di SocialFare. È un approccio progettuale che coinvolge la prospettiva della persona in tutte le fasi del processo di risoluzione di un problema. Le necessità e i comportamenti delle persone diventano centrali per analizzare e progettare soluzioni innovative. In SocialFare lavoriamo affinché la conoscenza tacita che c’è nelle comunità possa divenire esplicita e partecipare al processo di sviluppo di soluzioni rilevanti per i più”.

Che cos’è FOUNDAMENTA?

“Per arrivare ai nostri potenziali innovatori, a coloro che intenzionalmente vogliono creare impresa a impatto sociale, SocialFare ha lanciato già a fine 2015 la prima call per startup a impatto sociale, appunto, Foundamenta, che oggi è alla sua dodicesima edizione e che raccoglie, due volte l’anno, più di 400 candidature da tutta Europa. SocialFare seleziona tra tutte le candidature pervenute, quelle sulle quali ritiene di poter lavorare apportando competenze e valore aggiunto e le accompagna in un percorso intensivo di 4 mesi per farle divenire investibili e scalabili. Ma il primo passo lo facciamo noi, investiamo nelle startup che selezioniamo, attraverso il nostro veicolo di investimento SocialFare Seed. Sono orgogliosa di poter dire oggi che il modello e le competenze di accompagnamento messe in campo funzionano e lo dicono i risultati raggiunti dalle startup stesse”.

SocialFare ha supportato Restorative Neurotechnologies, la startup che ha ideato i dispositivi medici per la riabilitazione e il potenziamento cognitivo. Un traguardo importante per la telemedicina?

“Ecco, Restorative Neurotechnologies è un esempio di successo: non solo un traguardo importante in termini di soluzione innovativa, riabilitazione neurologica e cognitiva attraverso specifiche lenti ed esercizi digitali, ma anche in termini di scalabilità. Restorative NT ha raccolto recentemente investimenti per oltre 1 milione di euro da investitori diversi e importanti e il team è super concentrato sui prossimi passi: quindi un traguardo importante anche come modello di impresa a impatto sociale, forte in tecnologia, managerialità e capitali”.

Donna per lei significa?

“Significa ricchezza, molteplicità: essere donna significa essere ricca di potenzialità e aperta alla molteplicità del mondo, perché pronta ad includere con fiducia e concretezza. Come donna penso che la scelta di senso che diamo a questa ricchezza e molteplicità nel corso della nostra vita è quello che dovrebbe fare la differenza per noi stesse e per gli altri, impegnandoci per un futuro più equo, giusto e inclusivo”.

IL FOCUS DI PROGESIA

Foundamenta è la call di SocialFare, che raccoglie le candidature italiane da parte di start up, aziende a impatto sociale che vengono selezionate e portate nel programma di accelerazione dal Centro di Innovazione.

Due volte l’anno, attraverso questa call, i progetti delle giovani realtà imprenditoriali hanno l’opportunità di essere supportati nel proprio percorso di crescita e nella formulazione di servizi nuovi da immettere sul mercato.

Laura Orestano, Ceo di SocialFare, ci spiega quali sono le caratteristiche che devono possedere le start up innovative ad impatto sociale. “Le start up devono affrontare delle sfide sociali contemporanee, avendo molto chiara una teoria del cambiamento e sviluppando una risposta innovativa alla sfida sociale in corso. Al tempo stesso devono poter proiettare le proprie metriche verso e per una sostenibilità economica della propria proposta”.

“Faccio un esempio: una delle ultime start up che abbiamo selezionato e accompagnato nel nostro programma di accelerazione si chiama Unobravo, una piattaforma di psicoterapia online per italiani residenti all’estero, che abbiamo supportato nella sua crescita.  Oggi questa start up ha un fatturato notevolissimo, è molto attrattiva e ha già raccolto molti investimenti.

Qual è l’impatto sociale che crea? “Un miglioramento del benessere e della qualità di vita delle persone”, spiega Laura Orestano. “La popolazione target, come quella dei connazionali all’estero, ha l’opportunità di beneficiare di servizi di psicoterapia in lingua madre, disponibile secondo il fuso orario di propria localizzazione, per agevolare l’esperienza nel paese ospitante e favorire l’integrazione nel tessuto sociale.

Inoltre, spiega la Dott.ssa Orestano, “la start up, attraverso i suoi ricavi è riuscita a raggiungere una sostenibilità economica importante e di lungo periodo. Questo significa che il mercato valorizza e premia le soluzioni innovative e facilmente fruibili da parte degli utenti target”.

Quali sono dunque le best practice che aiutano le start up innovative a raggiungere risultati concreti? SocialFare ci propone delle indicazioni da seguire:

  • Presentare un progetto che risponda in modo innovativo alle sfide sociali contemporanee;
  • Organizzare un team dedicato, con specifiche competenze; un team che crede in quello che fa e vuole provare e testare la propria idea, raccogliendo metriche ed evidenze di funzionamento e market fit;
  • Acquisire e sviluppare know-how che permetta di iterare e sperimentare le versioni del prodotto/servizio/modello;
  • Applicare strumenti e metodologie universalmente riconosciute: human-centered design, design sistemico, design-thinking, agile & lean;
  • Presentarsi ad un network di investitori a impatto sociale per i quali la soluzione d’impresa possa rappresentare un’interessante sperimentazione e un modello attrattivo nel quale investire per favorirne la scalabilità.

“Un mix di creatività, spirito di iniziativa, empatia e coraggio costituiscono, infine, il motore del cambiamento e la capacità di trovare soluzioni fuori dagli schemi tradizionali, davvero rilevanti per le persone e le comunità”.

 

Coordinamento: Carole Allamandi
Intervista: Barbara Odetto
Focus: Daniela Argentina