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Torino veg: gusto e salute

Non è solo una tendenza, ma una convinzione che nasce dalla volontà di praticare uno stile di vita sano e consapevole

Lo dice Katie Forster del Guardian: Torino è la città più vegetariana d’Italia e l’Independent, celebre quotidiano britannico, la considera tra 10 migliori città per viaggiatori vegani. La città della Mole, detentrice di antiche e famose ricette a base di carne come il bollito misto e famosa per la sua bagna cauda preparata con le acciughe, ha ottenuto questo importante primato che la vede in compagnia di metropoli moderne e all’avanguardia come Berlino, San Francisco, Londra e Melbourne.

L’attenzione verso una dieta sana unita alla filosofia cruelty-free ha spostato l’interesse sui prodotti alimentari da acquistare e il cibo da consumare sia a casa che al ristorante. Superata la convinzione che mangiare veg è un sacrificio senza gusto, un vezzo salutista che ci toglie le gioie della tavola, ci si sta spingendo sempre di più verso questa direzione, che non ha solo un significato etico legato agli scandali emersi sul trattamento degli animali negli allevamenti intensivi o nei mattatoi, ma è anche il risultato di una maggiore attenzione alla nostra salute e alle abitudini necessarie per uno stile di vita consapevole. “Una dieta ricca in frutta e verdure gioca un ruolo nel ridurre il rischio di maggiori cause delle malattie e la morte,” spiega Walter Willet, Capo del Reparto di Nutrizione al Harvard School for Pubblic Health.

Se vogliamo poi dedicare più attenzione al benessere del nostro pianeta è utile sapere che l’inquinamento dell’acqua e lo smog dipendono moltissimo dai concimi che arrivano dalle fabbriche di bestiame e da circa trenta milioni di tonnellate di metano legati al mercato alimentare animale, inoltre per trasportare animali ci vuole almeno dieci volte più energia che per produrre verdure. Infine se consideriamo il fattore risparmio troviamo un altro motivo di interesse e partecipazione a questa benefica pratica. A Torino sono molti i locali tra ristoranti e bistrot che propongono menu esclusivamente vegetariani e vegani, e tanti altri sono oramai preparati ad accogliere clienti appartenenti alle due categorie con alcune proposte culinarie dedicate.

Ecco alcuni ristoranti vegetariani e vegani da provare:

 

GiardinoVia Barbaroux 25

La cucina tipica piemontese rivista con soluzioni vegetariane e vegane. Prodotti a filiera e stagionali.

 

Verdegusto – Via Bellini 8

La terra delle Langhe e del Monferrato in tavola spaziando dall’Astigiano alle colline Albesi in chiave rivisitata con grande attenzione alla scelta e cura delle materie prime.

 

Soul Kitchen – Via Santa Giulia 2

Atmosfera ricercata, attenzione per il particolare, mood accogliente. Vegano, crudista. Niente carne o pesce, né uova o latte e tutti i suoi derivati. Crema di zucca e carote con nuvola di mandorla al timo e Cheescake di banana sono solo alcuni esempi di una cucina raffinata e sfiziosa.

 

Sale in Zucca – Via Santa Chiara, 45

Il ristorante e la gastronomia propongono ricette rivisitate come Farinata ai semi di papavero, Tiramisù e Pastiera, birre artigianali equosolidali.

 

Natural…mente Veg – Corso Casale, 204

Ambiente familiare, tranquillo. Ricette sempre diverse, un esempio: gnocchi fatti a mano con fonduta vegetale o seitan alla veneziana con cipolle di tropea. L’ingresso è riservato ai soci ACSI. Possibilità di fare la tessera in loco.

 

Maria La Barbera

 

 

 

 

 

Chiusano Immobiliare presenta Art for Excellence

PROSEGUE FINO A DOMENICA 17 DICEMBRE
Art for Excellence è una collezione d’arte in cui il talento creativo di un artista incontra l’impresa d’eccellenza
Vi partecipano le sole aziende che lavorano “a regola d’arte”, facendo di ogni prodotto o servizio un’opera d’arte. Sono le aziende che hanno deciso di rischiare, mettendo in gioco le proprie risorse, nell’intento di perseguire un sogno, un’idea, un’intuizione. Ogni azienda viene associata a un artista che interpreta l’idea imprenditoriale dell’azienda stessa. In un gioco di armonia sinergica, l’estro artistico può diventare l’ideale mezzo per interpretare una mission, un brand o un prodotto. 
Chiusano&C Immobiliare è interpretata da un’opera di Anila Rubiku, artista albanese, classe 1970, che vive e lavora tra Milano, Toronto e Tirana. Mescola tecniche diverse e rivolge la sua attenzione sul tema del viaggio, della donna e della casa. Quest’ultima tematica viene sviluppata per interpretare lo Studio Immobiliare di Andrea Chiusano, il quale ha appena inaugurato i suoi nuovi locali di lavoro con una mostra di video e fotografia: “E’ giusto che anche le imprese che ne hanno la possibilità sostengano il mondo dell’arte, l’arte non si può fermare per mancanza di fondi perchè l’arte muove il mondo”, sostiene Chiusano stesso. L’inaugurazione si è tenuta martedì 28 novembre ore 18 a Palazzo Carignano in Piazza Carlo Alberto 8. La mostra è visionabile gratuitamente da mercoledì 29 novembre a domenica 17 dicembre dalle 10 alle 19.
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I ritratti “musicali” di Harari

FINO AL 24 DICEMBRE ALLO “SPAZIO DON CHISCIOTTE” DI TORINO 

“Santi che pagano il mio pranzo non ce n’è / Sulle panchine in piazza Grande…”: versi e note indimenticabili che ti prendono al cuore ogni volta che ti piovono addosso, dedicate dal grande Lucio Dalla alla “sua” piazza Maggiore, quella che per i bolognesi doc (com’era lui) é appunto piazza Grande, la più bella del mondo, con quell’imponente Basilica di San Petronio dalla facciata “che sembra un campo arato”, ultima grande opera tardo-gotica d’Italia (1390) e sesta Chiesa per dimensioni più grande d’Europa. E Dalla è ancora lì. Per tutti noi. In mezzo alla piazza, cappottone e coppola d’ordinanza, occhialini al naso e in primo piano il volo frenetico e scomposto di colombi che sembrano volergli rubare la scena e che lui osserva con aria lievemente ironica e stupita. E’ il rapido flash, uno dei tanti, di una vita fermata in corsa. Semplicemente una foto. Sicuramente fra le più suggestive di quelle realizzate fra il 1976 e il 2013, da Guido Harari – uno dei fotografi più famosi della storia della musica mondiale – portate in mostra a Torino, fino al 24 dicembre, nelle sale dello “Spazio Don Chisciotte” della Fondazione Bottari Lattes, in via della Rocca 37b. Origini egiziane (nasce al Cairo nel ’52), Harari vuole letteralmente stupire e incantare il pubblico torinese, attraverso una mostra che si prefigge d’essere, ad un tempo, “sonora” e di “grande impatto visivo”: ad accompagnare le cinquanta foto esposte è infatti una continua e suggestiva colonna sonora formata dai brani realizzati dagli artisti ritratti (autentiche leggende del rock, del jazz e del pop) colti in rapide istantanee e in espressioni “spesso inattese, su set spesso improvvisati”, immagini colte al volo, rubate in velocità o, in alcuni casi, frutto di complicità e lunga collaborazione fra fotografo e soggetto. “Il tutto all’insegna – sottolinea lo stesso Harari – della mia inesauribile curiosità di conoscere e fissare in un’immagine la persona che si cela dietro il personaggio”. In “Wall of Sound” (titolo della rassegna che recupera lo stesso titolo della mostra en plein air organizzata a MonforteArte nel 2007 e che vuole rendere omaggio alla particolare tecnica di registrazione musicale sviluppata nei primi anni Sessanta dal produttore discografico americano Phil Spector) troviamo così un’affascinante panoramica, lunga oltre quarant’anni, di artisti che vanno –solo per citarne alcuni – da Fabrizio De André (di cui Harari è stato per anni fotografo personale ) a Lou Reed, a Giorgio Gaber, a Bob Dylan fino a Patti Smith, a David Bowie e a Bob Marley, così come a Vinicio Capossela, ai Pink Floyd e ai Queen, a Frank Zappa, a un improbabile stregonesco Paolo Conte e a un ombroso con sigaretta fra le dita Nick Cave o al Blasco – Vasco Rossi che con ironia sbeffeggia da par suo l’obiettivo. O chi ci sta dietro. O noi. O il mondo intero. “Dietro ogni scatto – scrive delle fotografie di Harari Carlin Petrini c’è una storia, una storia di volti che abbiamo mitizzato e che Guido ha saputo cogliere con spontaneità e leggerezza, garbo ed eleganza, tratti che rappresentano la sua cifra stilistica”. E un lungo lavoro, diventato sublime mestiere attraverso una serie di passaggi importanti (la realizzazione di copertine di dischi e reportages per artisti di fama internazionale, oltreché la pubblicazione di diversi libri e la presenza in importanti eventi espositivi a lui dedicati in Italia e all’estero), fino al suo “radicamento” nel territorio albese, dopo anni trascorsi a Milano, e all’apertura nel 2011 proprio ad Alba della sua “Wall of Sound Gallery”, interamente dedicata alla fotografia musicale. E a chi gli chiede qual è il suo scatto del cuore, risponde serafico: “Le mie foto preferite sono quelle legate al guizzo di inaspettata intesa con il soggetto”. Quella scattata ad Ennio Morricone, ad esempio, che “insofferente alla macchina fotografica, ebbe l’idea di nascondersi dietro una porta, lasciando visibili soltanto i suoi inconfondibili occhiali come sospesi a mezz’aria” o come quella con Rita Levi Montalcini, “trasformata quasi in rockstar grazie al suo giubbottino di camoscio scuro” che la rendeva “così diversa dall’immagine composta e rigorosa che offriva sempre in pubblico”.

Gianni Milani

 

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“Wall of Sound 10”

Spazio Don Chisciotte della Fondazione Bottari Lattes, via della Rocca 37b, Torino, tel. 011/19771755-1; www.fondazionebottarilattes.it

Fino al 24 dicembre

Orari: martedì – sabato, ore 10,30 – 12,30 e 15 – 19

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Le foto:

– Guido Harari: “Lucio Dalla”

– Guido Harari: “David Bowie”
– Guido Harari: “Paolo Conte”
– Guido Harari: “Nick Cave”
– Guido Harari: “Vasco Rossi”

“Paesaggi d’ombra”. Mostra di Bruno Missieri al Brunitoio di Ghiffa (Vb)

Si inaugurerà Sabato 4 novembre  alle ore 17.30 presso la Sala Esposizioni Panizza di Ghiffa ( Vb), la mostra di Bruno Missieri “Paesaggi d’ombra”. L’evento è promosso dall’Officina di Incisione e Stampa in Ghiffa “il Brunitoio” e sarà curato dal critico Francesco Pagliari. Bruno Missieri, nato a Piacenza nel 1942,  risiede nella stessa città e a Castell’Arquato, in val d’Arda. Ha frequentato la Scuola d’ Arte “Felice Gazzola” di Piacenza dove, dal 1980 insegna Tecniche dell’ Incisione. Dal 1967 al 1976 ha frequentato lo studio del pittore-incisore Ettore Brighenti dove ha appreso la tecnica dell’ acquaforte. Nel 1970 si iscrisse all’appena istituito DAMS della Università di Bologna ma, in seguito, preferì frequentare  i Corsi Internazionali di  Grafica della “Accademia Raffaello” di Urbino con la guida di Renato Bruscaglia e Carlo Ceci. Oltre che ad una intensa attività artistica, Bruno Missieri si è dedicato all’ insegnamento dell’incisione e ha tenuto corsi di specializzazione a Piacenza, Venezia, Castell’Arquato, Milano, Portland (USA), Algeri e Urbino. La mostra sarà visitabile fino al 26 novembre, da giovedì a domenica , dalle 16.00 alle 19.00.

 
M. Tr.

La Sicilia a Torino

La Sicilia è stata protagonista nel tempo di importanti avvenimenti storici, di popoli e di civiltà che si sono avvicendati come i Greci, i Romani, i Bizantini, gli Arabi, gli Spagnoli ma anche di periodi di indipendenza e di splendore propri come il Regno di Sicilia dopo la conquista degli Altavilla

Questo susseguirsi di circostanze e alternanze di popoli l’hanno resa un luogo privilegiato ricco di arte, cultura, tradizioni e abitudini, tramandate nei secoli e arrivate sino ai giorni nostri. Anche la cucina siciliana è il risultato di questa mescolanza di popoli e culture, il prodotto di un complesso e ricco assortimento di sapori, ricette, ingredienti che la rendono unica, lussureggiante, sontuosa e che la contraddistinguono fortemente rendendola una tra le più conosciute e apprezzate al mondo. Migrazioni e spostamenti hanno fatto conoscere ancora meglio le prelibatezze culinarie della Trinacria, specialità come la Cassata, le Arancine, il Cannolo, la pasta alla Norma, le Panelle, lo Sfincione, la Granita alla Mandorla e molte altre sono approdate in giro per il mondo, a volte con tentativi di imitazione un po’ goffi.

A Torino i locali che propongono la cucina e i prodotti siciliani sono svariati e molto apprezzati, affollati a tutte le ore del giorno considerata la varietà dell’offerta e la loro prelibatezza ovviamente: una Iris alla ricotta per colazione, un panino con le Panelle a pranzo e una bella Norma per cena seguita da una deliziosa granita per terminare la giornata. Alcuni tra i più noti sono: Sicily per una gustosissima colazione ma anche per un pranzo o una cena veloce – Via Gramsci 3. Fratò, un raffinato ristorante che offre tutto il sapore della tradizione Via Andrea Doria 21. Siculo, una gelateria d’altri tempi dove anche le granite sono eccellenti Via S. Quintino 31. Sicily on the StreEAT, uno spuntino ricco e goloso con arancine e cannoli Via Carlo Alberto 7. Il Sole di Sicilia, dove si può assaggiare il famoso panino con le panelle Via Livorno 6. Peccati Siciliani, la squisita gastronomia da portare anche casa Via Pollenzo 10 e ancora Eat Sicily, Il Banco di Sicilia, A Vucciria dedicato allo storico e caratteristico mercato di Palermo.Se ci viene voglia di sapori siciliani a Torino abbiamo solamente l’imbarazzo della scelta, possiamo assicurarci una esperienza di gusto sublime che ci porta in un posto magico, meraviglioso crocevia di esperienze millenarie, arte culinaria e storia.

 

Maria La Barbera

DNApro, per un’esistenza il più possibile sana e lunga

DNApro è la divisione test genetici di Eugene srl, società di genetica con sede presso il Center for Integrative Biology di Trento. Lavora sulla genetica, al fine di reperire le informazioni in grado di permettere alle persone di vivere un’esistenza il più possibile sana e lunga

 

Approfondendo e analizzando i dati genetici raccolti e utilizzando le migliori tecnologie e gli esperti più preparati DNApro ha elaborato un processo in grado di condividere informazioni preziose per la vita umana. La società Eugene, di cui DNApro rappresenta la divisione test genetici, si avvale di laboratori e collaborazioni internazionali con Ambylab, Genotek, lo United International Database e l’ NBCI Genbank. Diversi i test genetici assolutamente innovativi predisposti da DNApro. Il primo, dal nome “Giovani talenti”, è l’unico test genetico in Italia che si interessi alle prodisposizione genetiche dei ragazzi, dimostrandosi molto utile nella fase di orientamento ai diversi indirizzi di studio e di sport. Il test genetico “Salute e benessere” rivela, invece, il rischio di sviluppare 149 patologie multifattoriali. Questa analisi del genoma permette la conoscenza completa delle caratteristiche corporee di un individuo. Comprendere le predisposizioni a determinate malattie risulta, infatti, fondamentale nel ritardarle e prevenirle.

DNApro offre anche la possibilità di aiutare a scoprire le origini della propria linea paterna e materna, trovando parenti lontani. Con il test “Portatori sani” si possono, inoltre, conoscere le caratteristiche genetiche di entrambi i genitori, consentendo, così, una gravidanza non a rischio e la nascita di un bambino sano. Un altro test genetico estremamente utile è quello di “Dieta e Fitness”, in grado di fornire indicazioni preziose su come scegliere il programma di allenamento più efficace per il proprio corpo e su come permettere alla dieta di dare un ulteriore aiuto efficace per il raggiungimento dell’obiettivo desiderato. Questo test fornisce, inoltre, indicazioni su quali fattori determinino il nostro comportamento alimentare, per esempio il desiderio di dolci o la sensazione di sazietà, e su come si possa agire per cambiarlo; in che misura il corpo assimili vitamine e minerali, quali di loro dovrebbero essere mangiati in grandi quantità, e quale sia la correlazione tra colesterolo buono e quello cattivo nel sangue.

Unico in Italia, DNApro mette inoltre a disposizione dei clienti i risultati dei test genetici su una piattaforma dedicata, visibile con tutti i device mediante password, e il cliente stesso potrà verificarne i risultati, navigando tra consigli di salute e benessere e chiedendo supporti online a trainer e medici specialistici.

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Info:

Mail assistenza@dnapro.it

www.dnapro.it

https://www.youtube.com/watch?v=0MixMZzZLDs

 

 

 

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Il rosso più bello del mondo

Cosa avranno inventato Mazda e La Fura Del Baus per lanciare il rosso più bello del mondo? Visti i protagonisti, probabilmente “lancio” non sarà solo un modo di dire. Soul Red Crystal Night. 7 giugno, ore 21, Torino. Qualcosa di straordinario sta per accadere.

Il rosso più bello del mondo nasce da un sogno. Quello di creare un colore che d’istinto fosse percepito come bellissimo. Un colore affascinante, seducente, capace di rubare il cuore. E di valorizzare il concetto di less is more della Mazda CX-5, che invece di enfatizzare linee di carattere, preferisce sottolineare i passaggi morbidi ed evocativi tra le superfici della carrozzeria. Okamoto, esperto di design creativo e sognatore capo, aveva già creduto nella forza dei colori ideali nella creazione del design KODO. Ora decide di chiedere di più al Soul Red e a tutto il team: punti di luminosità che ricreino l’energia potente del magma in movimento; zone d’ombra dalla natura chiara e traslucida, quasi effimera; una lucentezza così brillante da esprimere durezza/carattere e dettagli raffinati.

Anche il team ha qualcosa da chiedere: più spiegazioni. Okamoto trova l’esempio perfetto per trasformare il suo sogno di un colore nel sogno di tutti. Mostra loro un bicchiere da bibita di colore rosso rubino brillante. Il concetto è semplice: imparare dai rubini e da un bicchiere di vetro colorato di rosso. Takakazu Yamane era sempre stato un osso duro. Per questo era stato fondamentale nella creazione del sistema di verniciatura a tre strati e del sistema di verniciatura Aqua-tech di Mazda, uno dei più rispettosi dell’ambiente del settore automotive.Per questo era perplesso. Se Okamoto è un sognatore capo, Yamane è un razionale capo. Esperto di vernici e di numeri, capisce che per realizzare il sogno del rosso più bello del mondo deve partire dai numeri e tradurre il rosso ideale in valori ergonomici così da poter calcolare esattamente come le persone percepiscono colore e luce. Ma con la percezione, si sa, le cose si complicano sempre. Ognuno ha la sua. L’intervento di Koji Teramoto, esperto di tecnologia delle vernici, si rivela essenziale.

La cosa più difficile era creare il rosso più bello del mondo con soli tre strati di vernice. Un’altra sfida impossibile, naturalmente. Ma su questo erano tutti irremovibili. E per di più, in Mazda le sfide sono sempre state il motore di tutto. Alle scaglie di alluminio e alla alta lucentezza della tinta Machine Grey, Teramoto e il suo team hanno aggiunto delle scaglie di alluminio che assorbono la luce, per rendere più profonda l’ombra. La rivoluzione del colore passa anche attraverso la forma e le dimensioni delle scaglie di alluminio, talmente piccole da renderle impercettibili all’occhio umano. Il rosso più bello del mondo è nato. Ancora una volta nella storia di Mazda i dettagli fanno la perfezione. Ma non da soli: il lavoro di squadra tra persone che provengono da campi diversi e l’armonia che si crea in nome di una sfida e di una passione hanno fatto il resto. Le emozioni diventano sempre più parte integrante del processo creativo e produttivo delle auto Mazda. E il confine tra realizzare auto e realizzare sogni si fa sempre più sottile. Ormai è diventato quasi impercettibile, proprio come le particelle del Soul Red Chrystal.

Ma al lieto fine manca ancora qualcosa. Il rosso più bello del mondo va presentato al mondo.Mazda e La Fura Del Baus prendono sogni, numeri, dettagli, passione, sfide, ci aggiungono emozioni e tanta energia e li fanno volteggiare nell’aria di Torino in una serata che ha tutta l’aria di essere magica.

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Soul Red Crystal Night. 7 giugno, ore 21, Torino. Qualcosa di straordinario sta già accadendo.http://www.mazda.it/mazda-spirit/eventi-sponsorship/saloneautotorino2017/

 

 

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Mazda CX-5 e Fura dels Baus celebrano movimento, armonia e passione all’ombra della Mole in un’apoteosi Soul Red Crystal

Niente sarà più come prima. Qualcosa di straordinario sta per accadere a Torino. Qualcosa che sorprende, qualcosa che risveglia la curiosità, qualcosa che affascina gli occhi e le menti più aperte. Qualcosa di assolutamente imperdibile


Mazda travolge Torino lanciando un’innovazione tecnologica con un evento artistico internazionale, rompendo ancora una volta tutti gli schemi e sfidando come sempre le convenzioni. I valori di Mazda prendono vita in uno spettacolo che mette in scena il dinamismo, l’agilità, la creatività pura e la creatività coniugata all’expertise. Le emozioni sono profonde. Definitive. Necessarie. Irripetibili. Per Mazda CX-5 come per lo spettacolo, ogni più piccolo dettaglio è funzionale al risultato. Nelle auto Mazda viene modellato e rimodellato.

E poi rimodellato di nuovo. Da menti aperte e mani esperte, così come un ballerino prova e riprova un passo, ancora e ancora, senza stancarsi mai. Semplicemente perché è così che si fanno le cose. Al meglio. Perché la ricerca della perfezione può nascere solo dalla passione, dall’ingegno, dal bisogno di arrivare oltre. E naturalmente da un team che lavora in armonia. Dove ognuno diventa prolungamento dell’altro, sia esso ingegnere, progettista o artista.

 

In questo Mazda e La Fura Dels Baus sono uguali. Anime gemelle. Con Mazda CX-5, Mazda e La Fura Dels Baus si fondono in un magma di movimento, armonia, passione, emozioni: insieme sono uno spettacolo della natura. E della tecnologia. Sembra quasi che il Jimbai Ittai abbia trovato una nuova forma. Di sicuro ha trovato una nuova anima. Soul Red Crystal Night. Mazda e La Fura Dels Baus presentano il rosso più bello del mondo. by Mazda CX-5.

Torino, Piazza Vittorio Veneto, 7 Giugno 2017, ore 21.00
Davvero vuoi mancare?

 

 

 

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La mostra che racconta il fascino di una materia antica

“La voglia di fare ‘il secondo passo’ ce l’hanno regalata gli artisti che ci porteranno bellezza ancora una volta, il ricordo del piacere letto negli occhi dei visitatori, la possibilità di raccontare ancora il fascino della materia antica plasmata da uomini e dei”. Così Luigi Castagna e Giuliana Cusino, anime e interpreti dell’Associazione “Arte per voi” di Avigliana, nell’inaugurare e presentare nei giorni scorsi la seconda edizione della “Terra degli dei”, ricca collettiva di artisti della ceramica, che vuole divenire un appuntamento cardine della vita artistica e culturale del Piemonte come pure un’occasione per conoscere le bellezze della città. Un appuntamento che nasce soprattutto per l’intervento dell’Amministrazione locale e con il contributo di forze private, di aziende e di associazioni, che si moltiplica, nella suggestiva immagine del territorio, su quattro sedi, dalla chiesa di Santa Croce in piazza Conte Rosso alla galleria “Arte per voi” ancora sulla medesima piazza, dalla galleria “Porta Ferrata” alla Scuola Comunale per l’Arte Ceramica, entrambe in via Porta Ferrata. Tutto quanto sotto l’occhio attento di Donatella Avanzo, la curatrice che ne suo intervento alla mostra sottolinea come “la lunga storia della ceramica attraverso il tempo è arrivata sino al nostro presente con una mostra che riconosce nei nuovi artisti quella fantasia creativa che ha animato il passato e che ancora si perpetua nelle sapienti mani dei ‘Licurgo’ contemporanei”. La prima sede allinea le opere di 22 artisti di fama nazionale e internazionale – Franca Baralis, Tiziana Berrola, Antonio Capra eccellente nel suo mondo fantasioso, Claudio Carrieri, Gian Genta che imprime un sentimento dando vita a quanto non è solo “materia che guarda”, Sonia Girotto, Luciano Laghi, Marcello Mannuzza, Manuz, Andrea Nisbet, Chiara Nuti, Martha Pachòn, Brenno Pesci con i suoi divertenti dragotti, Carlo Pizzichini, Ylli Plaka, Ermes Ricci tra balene e sirene, Alberto Schiavi, Carlo Sipz, Luigi Stoisa, Sergio Unia tra visi e corpi che sono un inno alla bellezza e all’amore, Nino Ventura, Pietro Weber -; alla galleria “Arte per voi” si ritrova la personale di Giuliana Cusino intitolata “Ali”, ceramiche raku sempre di squisita composizione, immerse in un mondo di favole mentre alla “Porta Ferrata” sono ospitate le opere di Sandra Baruzzi, Giuliana Bellina, Enrica Campi con le sue donne dai grandi occhi, Guglielmo Marthyn immerso in un allegro mondo musicale e Massimo Voghera di cui va almeno ricordato qui il bellissimo “Cantastorie”. Piero e Francesca Della Betta, due importanti, autentici maestri, con le loro opere alla Scuola Comunale. La mostra sarà aperta ad Avigliana fino all’11 giugno per poi passare nelle sale del Castello Della Rovere di Vinovo grazie alla collaborazione con quella Amministrazione e con la curatrice Elena Piacentini.

 

Elio Rabbione

 

 Nelle immagini, dall’alto:

 

Sergio Unia, “Torso nudo con reggicalze”, h 60, terracotta, 2005

Guglielmo Marthyn, “Direttore d’orchestra”, cm. 42x56x12, grès smalti ossidi, 2014

Giuliana Cusino, “Pegasus”, cm. 61×77, ceramica e ossidi su plexiglass, 2017

 

 

 

 

Miradolo apre il 25 aprile e il 1° maggio

Martedì 25 aprile e lunedì 1° maggio il Castello di Miradolo è aperto per tutta la giornata, dalle 10 alle 19.

Nelle sale dell’antica dimora è visitabile la grande mostra “Tiepolo e il Settecento veneto”, in chiusura il prossimo 14 maggio. Alle ore 17 è possibile prendere parte ad una visita guidata della mostra, in entrambe le date. In queste due giornate di Festa tornano i Pic Nic, in collaborazione con l’Antica Pasticceria Castino di Pinerolo.

Presso la Caffetteria del Castello saranno in distribuzione, su prenotazione, golosi cestini confezionati dalla storica Pasticceria, con cura e attenzione alla qualità delle materie prime. Per agevolare le famiglie saranno disponibili due diversi menù: uno per gli adulti e uno dedicato ai più piccoli.

Massimo Iaretti