TRIBUNA- Pagina 92

È il tempo delle maggioranze variabili

RENZI LAVAGNAIn una stagione dove una maggioranza politica non c’è più, dove gli schieramenti sono sempre più intercambiabili e si registra il più grande incremento di passaggi parlamentari da un’alleanza all’altra e da un partito all’altro dal secondo dopoguerra in poi, è ovvio che le maggioranze che di volta che si formano variano rapidamente. L’unico elemento che ne deriva è la perdita di credibilità della politica

 

La politica italiana è ormai dominata dalle cosiddette “maggioranze variabili”. Una costante che evidenzia il decadimento della politica e il progressivo degrado delle stesse istituzioni democratiche. Certo, in una stagione dove una maggioranza politica non c’è più, dove gli schieramenti sono sempre più intercambiabili e si registra il più grande incremento di passaggi parlamentari da un’alleanza all’altra e da un partito all’altro dal secondo dopoguerra in poi, è ovvio che le maggioranze che di volta che si formano variano rapidamente. L’unico elemento che ne deriva è la perdita di credibilità della politica, la crescita esponenziale degli astenuti e degli indecisi come confermano ormai tutti gli istituti di sondaggio e il tramonto definitivo delle culture politiche che dovrebbero ispirare e guidare le varie formazioni politiche.

 

Voglio fare un esempio concreto senza scendere nella polemica perché sarebbe anche del tutto inutile. Oggi noi abbiamo i cultori storici del berlusconismo e di Berlusconi – dal livello politico e poetico a quello più gestionale, dalla sfera giornalistica a quella della semplice organizzazione del partito di Forza Italia – che sono diventati i più grandi cultori di Renzi e del renzismo. E, di conseguenza, un nuovo e positivo giudizio sull’attuale governo, la necessità di dar vita al sempre più discusso “partito della nazione” e un crescente sostegno alle scelte dell’esecutivo. Certo, il tutto è sempre accompagnato da distinguo speciosi e da marchingegni regolamentari ma il cittadino, anche nel suo disinteresse, capisce al volo che è in atto una mutazione genetica della politica italiana. Almeno di quella che abbiamo conosciuto sino a qualche anno fa. Del resto, è crollata la dicotomia politica e culturale tra berlusconismo e antiberlusconismo, tra destra e sinistra, tra vecchio e nuovo e via discorrendo. Per non parlare della “questione morale” che ormai è diventato un ferrovecchio del passato destinato ad essere archiviato senza appello.

 

Ora, di fronte ad un quadro del genere, è persin scontato che le cosiddette “maggioranze variabili” diventino la regola della politica italiana e non più un’eccezione. Per cui, sulla riforma costituzionale e la rivisitazione di ben 46 articoli della nostra Carta c’è una maggioranza che poi non  viene confermata sulla riforma delle unioni civili che a sua volta è diversa da quella che ha respinto la richiesta di dimissioni della ministra Boschi che a sua volta è ancora diversa da quella che approva regolarmente i provvedimenti meno importanti e di routine quotidiana.

 

Insomma, al di là del Nuovo centro destra – mai nome di partito fu più infelice alla luce dei comportamenti politici concreti di quella formazione politica – è indubbio che siamo di fronte ad un cambiamento radicale nella geografia politica italiana. E questo è anche il frutto di una stagione politica ormai post-ideologica e post culturale dove il tatticismo e la spregiudicatezza sono diventati i principi cardine attorno ai quali si formano e si rompono le maggioranze. Ed è necessario, forse, attrezzarsi a livello politico e culturale per battere questa deriva e questa degenerazione. Altrimenti, senza questo sussulto politico, culturale ed etico, l’attuale situazione politica semplicemente si consoliderà nei suoi pregi, pochi, e nei suoi difetti, tanti.

 

Giorgio Merlo

 

 

Anche Rifondazione a SvegliatiItalia

famiglia corteo svegliaitaliaIl Partito della Rifondazione Comunista Torino ha aderito  e partecipato  alla mobilitazione nazionale promossa dalle associazioni GLBT sabato 23 gennaio

 

“ E’ORA DI ESSERE CIVILI.. #SVEGLIATIITALIA” è lo slogan delle iniziative  organizzate in tutte le principali città italiane, chiedendo al Parlamento di legiferare affinchè venga riconosciuta la piena dignità e pieni diritti alle coppie dello stesso sesso. E’ fondamentale garantire pari diritti all’autodeterminazione, alla salute, alla genitorialità, libertà di orientamento sessuale e di genere. Siamo rimasti l’unico paese dell’Europa occidentale a non riconoscere le unioni omosessuali. Occorre un’ inversione di tendenza a livello istituzionale.

AUTORECUPERO CASE POPOLARI: PRIMI 40 ALLOGGI SBLOCCATI A TORINO

case marroneMARRONE-MONTARULI (FDI-AN): VITTORIA! PRIMI 40 ALLOGGI SBLOCCATI CON LA NOSTRA LEGGE REGIONALE SU 300 TOTALI AUMENTABILI

 

Riceviamo e pubblichiamo

 

“Una grande vittoria, che parte dall’esempio del Comitato Senzafissadimora e di Soccorso Tricolore con il recupero abitativo dell’OSA Lingotto nel rudere olimpico di via Bizzozero: a mesi dall’approvazione della nostra proposta di legge sull’autorecupero delle case popolari, oggi il Presidente di Atc Torino Mazzu’ annuncia una prima tranche di assegnazione di 40 alloggi già pronti per l’assegnazione su un insieme già stimato di circa trecento appartamenti che si prestano al progetto: siamo entusiasti di questa prima boccata di ossigeno per il reperimento concreto di case popolari a Torino, proprio in un momento di bomba sociale – emergenza abitativa e di bocciatura da parte di Tar e Consiglio di Stato delle politiche abitative della Giunta comunale Fassino!”

 

Basta sussidi spot agli affitti che non evitano gli sfratti ma li prorogano solo nel tempo di qualche mese, come già criticato dalla magistratura amministrativa! Con l’autorecupero a Torino le 450 case popolari assegnabili ogni anno arriveranno quasi al raddoppio con le 300 autorecuperabili, che la stessa Atc di Torino annuncia in futuro aumento rispetto alle 788 case popolari complessive attualmente sfitte per bisogno di manutenzione>> esultano Maurizio Marrone, Capogruppo FDI-AN in Regione Piemonte e Comune di Torino, e Augusta Montaruli, Dirigente Nazionale FDI-AN, che auspicano: <<L’assegnazione delle case popolari in autorecupero avverrà con avviso pubblico rivolto alle famiglie in graduatoria del bando, che Atc pubblicherà entro pochi giorni: il Comune di Torino pubblicizzi adeguatamente questa possibilità ai tanti torinesi in emergenza abitativa!>>

CASA, CONTICELLI (PD): OTTIMI RISULTATI LEGGE AUTORECUPERO CASE ATC

consiglio X 1ANCORA TROPPE LE RICHIESTE INEVASE

 

La II Commissione (edilizia, urbanistica) del Consiglio regionale del Piemonte, presieduta da Nadia Conticelli (PD) nella riunione odierna ha sentito i  tre Presidenti delle ATC regionali: Marco Balossino (Piemonte sud), Giuseppe Genoni (Piemonte nord) e Marcello Mazzú (Piemonte centrale). “Come Commissione –  dichiara la presidente Conticelli – volevamo ascoltare i vertici delle ATC per avere chiara la situazione dell’edilizia popolare e gli effetti della Legge sull’autorecupero a quasi un anno dall’approvazione”. A Torino, entro il mese di gennaio, 50 appartamenti saranno disponibili grazie alla Legge sull’autorecupero; questa nuova dotazione rappresenta solo un primo blocco, perché altre 412 sono in attesa di manutenzione e 150 sono quelli in fase di manutenzione straordinaria con i finanziamenti nazionali. Conclusi i lavori del primo lotto, a marzo partiranno i lavori per altri 49 case e a quest’ultimi si aggiungeranno altri 148 case che attualmente sono in manutenzione ordinaria, che andranno a costituire una nuova offerta abitativa assegnabile di 250 alloggi entro maggio 2016. Il presidente dell’ATC Mazzù ha fatto presente che 93 appartamenti sono in fase di bonifica dall’amianto, quindi per ora indisponibili. Nel corso della riunione è stato anche confermato lo stanziamento della Regione Piemonte al Fondo per l’abbattimento delle barriere architettoniche. “I dati portati in Commissione sono molto positivi – continua Conticelli – oltre al piano di recupero, che porterà a regime bandi triennali e 50 nuove case al mese, un altro dato positivo è il basso tasso di occupazione abusiva,  al momento sono solo tre gli alloggi occupati abusivamente”. Nel capoluogo piemontese  sono circa 10 mila  le richieste non soddisfatte per una casa popolare, numero che sale a 15616 se consideriamo l’area metropolitana. “Il quadro illustrato conferma che stiamo lavorando nella direzione giusta – conclude la presidente della Commissione – ma nonostante questo ci rendiamo conto che servono altri interventi, come ad esempio la ristrutturazione di edifici pubblici o demaniali inutilizzati o anche l’acquisto di nuovi alloggi”.

GIANNA GANCIA (LEGA NORD): «AGEA RESTITUISCA I SOLDI AGLI ALLEVATORI»

“Agea sta arbitrariamente trattenendo le somme dovute agli allevatori”

 

gancia gLa presidente del gruppo Lega Nord in Consiglio regionale del Piemonte, Gianna Gancia, ha chiesto con un ordine del giorno che la Regione assuma tutte le opportune e necessarie iniziative perché alle aziende produttrici di latte che hanno aderito al piano di rateizzazione, come riconosce loro la legge, venga restituito l’importo del prelievo supplementare trattenuto nel corso dell’ultima campagna lattiera.

 

«Agea – osserva Gianna Gancia – sta arbitrariamente trattenendo le somme dovute agli allevatori che hanno aderito al piano di rateizzazione garantito dalle fideiussioni. Oltre al danno dei costi per ottenere le garanzie bancarie, le aziende stanno subendo la beffa di non ricevere la restituzione di quanto previsto dalla legge».

 

Il prelievo supplementare in questione riguarda il periodo dal 1 aprile 2014 al 31 marzo 2015. L’articolo 1 della Legge 91/2015 prevede che il pagamento di tale importo possa essere effettuato in tre rate annuali senza interessi, previa presentazione di fideiussione bancaria da parte del produttore richiedente. Ma le aziende che hanno aderito alla rateizzazione, non hanno ancora ricevuto alcuna restituzione.

Alstom, FN: "Salviamo le industrie italiane"

alstom“Altri posti di lavoro sacrificati al Mondialismo, altre famiglie  lasciate nella disperazione e nell’abbandono, il governo italiano sta svendendo pezzo dopo pezzo le industrie italiane a potenze straniere”

 

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

 

General Electric cala la scure su 6500 posti di lavoro negli stabilimenti energetici di Alstom. Una cura dimagrante choc, che coinvolgerà anche i dipendenti italiani, in particolare gli addetti di Sesto San Giovanni. I vertici della multinazionale Usa, che lo scorso novembre ha acquistato il business energetico del gruppo francese per 8,5 miliardi di euro, hanno annunciato ai sindacati la cessazione dell’attività produttiva del polo alle porte di Milano.

 

Altri posti di lavoro sacrificati al Mondialismo, altre famiglie  lasciate nella disperazione e nell’abbandono, il governo italiano sta svendendo pezzo dopo pezzo le industrie italiane a potenze straniere , presto l’Italia non avrà più una sua capacità industriale e una forza economica capace di conquistare il mercato, presto saremo a livello del terzo mondo e sfruttati dalle potenze mondialiste.

 

Forza Nuova si oppone a questo impoverimento industriale e chiede agli Italiani un risveglio e iniziare a  difendersi dall’attacco alla propria Libertà e Sovranità. 

 

Il Popolo deve lottare e cacciare questa classe politica che sta svendendo una Nazione. Le industrie strategiche devono tornare statali e tolte dalle mani delle potenti lobby mondialiste.

 

Sveglia Italiani , iniziamo a lottare , difendiamo il futuro dei nostri figli , la sopravvivenza della nostra Nazione.

 

Forza Nuova Torino

Il lavoro delle unioni montane va avanti

uncem

 Il decreto “Milleproroghe” approvato alla vigilia di Natale dal Consiglio dei Ministri proroga ulteriormente l’obbligo per i piccoli Comuni di gestione associata, tramite Unione o convenzione, delle nove funzioni fondamentali

 

La strada dell’associazionismo tra enti locali è ormai una via dalla quale non sembra si debba più tornare indiero, nonostante i mille lacci e laccetti della burocrazia e i campanilismi che, sia pure fattore positivo per quanto riguarda l’attaccamento alle proprie radici, tuttavia in questo campo sono spesso anacronistici. Il decreto “Milleproroghe” approvato alla vigilia di Natale dal Consiglio dei Ministri proroga ulteriormente l’obbligo per i piccoli Comuni di gestione associata, tramite Unione o convenzione, delle nove funzioni fondamentali – dalla segreteria, ai trasporti, dalla scuola all’urbanistica. Si tratta del quarto rinvio con rimando delle scadenze per i piccoli Comuni al 31 dicembre 2016, che non sono pochi sia in Piemonte che nella città Medtropolitana di Torino. Uncem ha una certezza: il lavoro nelle Unioni montane di Comuni, in Piemonte e in diverse altre Regioni italiane, va avanti – spiega il presidente della Delegazione piemontese Lido Riba – Non ci fermiamo. I piccoli Comuni non si fermano. Sanno bene che le Unioni sono peraltro l’unica alternativa vera al rischio di prossimi provvedimenti statali di riduzione e fusione imposta dall’alto. Le Unioni stanno lavorando con determinazione e impegno associando molte delle funzioni fondamentali comunali, usufruendo anche degli incentivi del fondo nazionale, gestito con bando regionale, che dal 2016 triplicherà come previsto dalla legge di stabilità. Il bando per l’associazionismo sull’annualità 2015 si aprirà nei prossimi giorni e scadrà il 15 febbraio. Vi sono 2,7 milioni di euro pronti per le Unioni che associano le funzioni fondamentali”.

 

Massimo Iaretti

MOZIONE SFIDUCIA A POIRINO: "di solito si sfiducia chi mal governa, non un buon sindaco”

poirinoPare che per la minoranza il 2016 sia iniziato al contrario: di solito ha senso presentare la sfiducia nei confronti di chi mal amministra e non di un sindaco che si impegna quotidianamente per il bene del proprio territorio”:  Il sindaco commenta così la mozione di sfiducia non approvata, presentata  in Consiglio Comunale

 

 Riceviamo e pubblichiamo

 

“La mozione è stata respinta  non solo perché la maggioranza è compatta e focalizzata sulle priorità da portare avanti nei prossimi mesi per la città e i suoi abitanti, ma anche perché, al di là delle strumentalizzazioni politiche, sono i fatti a parlare. Sappiamo tutti quanto il 2015 sia stato un anno difficile per ognuno e, ancor di più, per chi ha la responsabilità di amministrare una comunità. Poirino ha dovuto far fronte alla Spending rewiev, alle minori entrate e ai tagli da parte del Governo. Di fronte a tutto questo l’Amministrazione ha lavorato intensamente per reperire fondi esterni, intervenendo con un maggiore controllo anche sulla fiscalità locale, per far sì che a pagare non fossero solo i cittadini che, pur nelle difficoltà, hanno sempre onestamente rispettato le tasse. Si è fatto tutto il possibile per sostenere il lavoro, con contributi e tirocini, e non è mancata anche l’attenzione alla sicurezza, compresa quella stradale per gli automobilisti e i pedoni, fino alla valorizzazione importante dello spazio verde, che contribuisce a rendere un luogo più vivibile per ogni cittadino. Amministrare significa anche esporsi al rischio di critiche e talvolta di proteste. Quello che conta è agire per il bene esclusivo della Comunità.”

Controllo del Vicinato. Il migliore antifurto è il tuo vicino

vicinato popoloIniiative martedì 12 e mercoledì 13 gennaio a S.Maria del Tempio e Popolo, nel Casalese. E venerdì sera si è svolta una serata molto partecipata a Valmacca

 

Dopo la riuscita serata nella frazione San Germano e la nascita del primo gruppo di Controllo del Vicinato “San Germano Sicuro”, su impulso dei cittadini, proseguono gli incontri nelle frazioni e nei quartieri della Città di Casale Monferrato sul tema, molto sentito, del “Controllo del Vicinato Il migliore antifurto è il tuo vicino”. Martedì 12 gennaio, alle ore 21, all’Oratorio della frazione Santa Maria del Tempio si terrà una serata sull’argomento con gli interventi di Massimo Iaretti, referente regionale per il Piemonte dell’Associazione Controllo del Vicinato e Stefano Granziero, socio dell’Associazione e coordinatore per i Comuni dell’Ex Sub Area E. I lavori verranno introdotti da Giorgio Demezzi, consigliere comunale presentatore di una mozione per l’introduzione nel Comune di Casale Monferrato.

 

Lo stesso schema e gli stessi relatori si ripeteranno mercoledì 13 gennaio, al Circolo Popolese, sempre alle ore 21, nella frazione Popolo. In entrambe le serate verrà illustrato il sistema del Controllo del Vicinato, metodo di dissuasione passiva e di coesione sociale, in pieno appoggio alle forze dell’ordine.

 

Venerdì sera, invece, il Teatro Comunale di Valmacca ha ospitato una affollata riunione sull’argomento “Valmacca Sicura”, realizzato grazie alla collaborazione con il Comune. I lavori , davanti ad un centinaio di persone, sono stati aperti dal sindaco di Valmacca Giovanni Boselli, cui hanno seguito gli interventi, di illustrazione del metodo da parte di Massimo Iaretti e, sul piano più tecnico di Stefano Granziero, oltre che di Pierfelice Penazzi, assessore alla sicurezza del Comune di Ponzano Monferrato (primo ad adottarlo con propria delibera in Provincia di Alessandria) che ha evidenziato come sia stato applicato nell’area collinare. E’ intervenuto anche il presidente dell’Unione Terre di Po e Colline del Monferrato, e sindaco di Pomaro, Mirco Amisano, che ha ricordato come lunedì 11 i sindaci dell’Unione avrebbero incontrato il comandante della Compagnia Carabinieri di Casale Monferrato per parlare di problematiche di sicurezza. In sala c’erano anche i sindaci di Giarole, Giuseppe Pavese, Mirabello Monferrato, Mauro Gioanola, Bozzole, Ugo Baldi ed il consigliere provinciale Federico Riboldi. In chiusura il sindaco di Valmacca ha evidenziato che la sua amministrazione presto adotterà con propria delibera di giunta l’adesione al modello di Controllo del Vicinato.

 

 

Massimo Iaretti

Referente Piemonte

Associazione Controllo del Vicinato

MEDIO ORIENTE, L'ANNO NUOVO NON PARTE BENE

ARABIA-SAUDITALA GANGALA VERSIONE DI GIUSI / di Giusi La Ganga

 

Si realizza un paradosso: i due tradizionali bastioni filo-occidentali nel Medio Oriente sembrano conniventi con chi proclama la guerra santa proprio contro l’Occidente. Le potenze sciite, a cominciare dall’Iran, da sempre ostili, diventano “oggettivamente” meno ostili. E’ un bel guazzabuglio, che non si può affrontare se non con grande prudenza e realismo. Per l’Italia il ventilato impegno in Libia si preannuncia pieno di insidie

 

L’anno nuovo incomincia male, almeno per la situazione internazionale. L’esplodere del conflitto, da tempo latente, fra Iran e Arabia Saudita aggiunge nuove difficoltà alla già complessa vicenda siriana.  Il progetto che le cancellerie occidentali da tempo stavano coltivando era quello di costruire una vasta coalizione di paesi islamici che concorressero, sul campo, a contrastare militarmente l’Isis, per ricostituire la piena sovranità di Siria e Iraq, attualmente di fatto privati di qualsiasi controllo di una vastissima porzione dei loro territori, in mano ai terroristi, intenzionati a realizzare una nuova istituzione statuale, il “Califfato”.

 

Il progetto aveva, agli occhi occidentali, due vantaggi: da un lato evitava, o quanto meno riduceva, la necessità di una presenza militare di terra di americani ed europei; dall’altro impegnava, in ambienti particolarmente ostili, truppe che per religione e lingua potevano operare meglio a contatto con le popolazioni. In questo modo il conflitto era con una devianza criminale e terroristica dell’Islam, a cui gli stessi mussulmani reagivano. Con l’impegno diretto di truppe occidentali invece il rischio era quello di accreditare lo schema, gradito ai terroristi, di una guerra santa contro il Grande Satana e i suoi alleati.

 

Adesso tutto si complica. La violenta contrapposizione fra sunniti e sciiti rende assai improbabile lo scenario di una vasta coalizione musulmana anti-Isis. Non solo. Le vicende ultime confermano quanto da tempo già molti sospettavano. La tiepidezza di paesi come la Turchia e l’Arabia Saudita nei confronti dei terroristi può essere intesa come un interesse ad usare costoro in funzione anti-sciita.  Iran, Siria e Iraq hanno leadership sciite o assimilabili.

 

Si realizza quindi un paradosso: i due tradizionali bastioni filo-occidentali nel Medio Oriente sembrano conniventi con chi proclama la guerra santa proprio contro l’Occidente. Le potenze sciite, a cominciare dall’Iran, da sempre ostili, diventano “oggettivamente” meno ostili. E’ un bel guazzabuglio, che non si può affrontare se non con grande prudenza e realismo. Per l’Italia il ventilato impegno in Libia si preannuncia pieno di insidie.