Pena ridotta a commerciante che uccise un ladro

La Corte di appello di Torino ha ridotto a un anno e otto mesi  la condanna per Marcellino Franco Iachi Bonvin, di 75 anni, il commerciante di Pavone Canavese che nel 2019 sparò a due ladri, uccidendole una, che stavano rubando un apparecchio cambiamonete da un bar. AIn primo grado, a Ivrea gli erano stati inflitti cinque anni, con il riconoscimento di attenuanti e lo sconto previsto dal rito abbreviato, per omicidio volontario con dolo eventuale.

La Polizia Locale arresta il truffatore che fingeva di farsi investire

Fingeva di farsi investire per poi estorcere denaro al malcapitato automobilista. Sul truffatore indagava la Polizia Locale che lo ha arrestato, martedì 9 dicembre, in flagranza di reato. Non poteva saperlo, ma ha tentato un finto investimento proprio sotto gli occhi degli agenti.

Il truffatore, un sessantenne italiano, si trovava in corso Bolzano quando una pattuglia in borghese del Reparto Operativo Speciale della Polizia Locale, che indaga su questo tipo di reati, lo ha riconosciuto. Senza farsi scorgere, gli agenti ne hanno quindi monitorato le azioni successive. Prima lo hanno visto armeggiare intorno al ginocchio, poi si è appostato tra le auto lungo corso Vittorio Emanuele e, al passaggio di una utilitaria, le ha sferrato un calcio nella parte posteriore. A quel punto, fingendo dolore, ha avvicinato il conducente fermatosi al successivo semaforo, lamentando di essere stato urtato sulle strisce pedonali. Tutta la scena stava avvenendo sotto gli occhi dei “civich” che hanno continuato a seguirlo.

Ha chiesto di essere soccorso ed è salito a bordo dell’auto del presunto investitore dove lo ha convinto che l’incidente aveva danneggiato i suoi pantaloni, acquistati – ha raccontato – il giorno precedente. È così riuscito a intascare 140 euro dall’automobilista, ancora scosso per l’accaduto. Ma sceso dall’auto con le banconote in mano, ha trovato ad attenderlo gli agenti della Polizia Locale, che non lo avevano mai perso di vista.

Il conducente dell’auto ha confermato loro la richiesta di risarcimento e la consegna del denaro, sporgendo querela. Il denaro è stato quindi restituito alla vittima e il truffatore è stato tratto in arresto. Gli agenti gli hanno sequestrato una spugnetta, che si sospetta utilizzasse per simulare finte ferite. Nell’udienza di convalida e direttissima, tenutasi giovedì 11 dicembre, gli è stata imposta la misura cautelare personale dell’obbligo di firma.

TORINO CLICK

“Una stanza tutta per me” in mostra al “MIIT”

Dieci artiste/i di gran “vaglia” e un suggestivo omaggio all’indimenticato Maestro Gianni Sesia della Merla

Fino al 22 dicembre e, ancora, dal 7 al 15 gennaio 2026

“Una stanza tutta per me”: titolo che ci riporta (senza sotterranei intenti narrativi) alla celebre “Stanza tutta per sé” di Virginia Wolf e mostra da non perdere, almeno per due motivi: la qualità mediamente più che alta delle opere esposte, in tutto una sessantina firmate da 10 artiste/i e, ancora, per la caratteristica (quasi da “mission impossibile”) di articolare quella che, senza tanti rompicapo, poteva presentarsi come semplice “collettiva” in una serie, studiata al millesimo, di 10 mini-personali. Merito– giusto ricordarlo – della capacità organizzativa di un instancabile “curatore”, qual è l’amico, Elio Rabbione. In buona compagnia con un gallerista come Guido Folco, da anni alla guida del “MIIT-Museo Internazionale Italia Arte” (corso Cairoli, 4), dove la mostra in oggetto sarà visitabile fino a lunedì 22 dicembre e, dopo una breve pausa natalizia (anche opere e artisti ne han ben donde!) da mercoledì 7 a giovedì 15 gennaio (Orari: da mart. a ven. 15,30/19,30 – sab. 10/12,30 e 15,30/19,30 – dom. 10/12,30).

 

Strana sensazione all’uscita! L’impressione è quella d’aver visitato, di “galleria” in “galleria”, un numero impressionante di mostre. Personalmente, al termine della visita, ho imboccato corso Cairoli portandomi appiccicati agli occhi, non meno che al cuore i grandi, portentosi “Ritratti” della brava Andreina Bertolini. Mestiere da vendere, non meno che capacità di fare dei volti umani (femminei, in particolare) strumenti di toccante poesia e forza emotiva. Volti raccolti e contrassegnati da diverse forze e qualità di colore (oltre che da una marcata gestualità d’impronta espressionistica) nelle loro vaganti “Stagioni della vita” o in quei suoi “Legami” dove le due attempate sorelle – gemelle dagli occhi cerulei (mi sono tornate alla mente le povere Gemelle Kessler!) appaiono legate da un “filo dorato”, “cordone ombelicale” inscindibile, segno della loro eterna inseparabilità.

E poi, che dolce incontro quello con Anna Maria Palumbo (presente, deliziosa all’inaugurazione), con i suoi dipinti; acquerelli di un’infinita aggraziata lievità accanto ai suoi oli, agli acrilici e alle tempere di più robusta matrice cromatica in quel complesso intrecciarsi di boschi fogliame e fiori, dove può anche far breccia, per un birichino saluto, il vispo musetto di un micio in cerca di coccole. Un sorriso, ed eccoci fuori dal mondo reale con le “favole antiche” (“Fantasmagorie”) del biellese Fabio Cappelli“Ritratti ricavati da una Storia antica e stralunata”“personaggi improbabili”, di una certosina grafia segnica, “strampalati” nel prezioso minuto gioco di sovrapposizioni e intromissioni figurali capaci di farti emergere perfino (ed è pure poco) un “castello turrito” dal crine impreziosito di una nobil dama d’altri tempi.

Altra storia, i pastelli e le sculture (forte il richiamo alla “spazialità” fontaniana o alle “prime cavità” di Henry Moore) di Romilda Cuniberto, con le sue informali, pesanti “circolarità”, mentre con Lidia Delloste ritorna la leggerezza e l’immediata trasparenza dell’acquerello, tecnica praticata dall’artista ad altissimi livelli. Nelle sue opere, leggiamo la quotidianità delle cose, gli umili oggetti di un “mondo antico” che sono sempre stati lì, che ti parlano di infanzia, della “ricerca di un tempo perduto” ormai imprendibile. Dal mondo professionale della medicina arriva, invece, Franco Gioia, da sempre appassionato e attualmente praticante a tempo pieno di pittura. Amante del colore, Gioia passa (spesso accompagnato dai piacevoli versi della moglie Anna) dai più rari toni morbidi di paesaggi esotici, ai rossi e ai verdi accesi del “Giardino di Manu” e dei “Papaveri a Castiglione”, per esplodere senza riserve nelle sue ingombranti fantasiose “mongolfiere”, a bordo delle quali librarsi per “toccare il cielo con un dito”. Diplomata in “Scenografia” presso l’“Accademia Albertina”, Marina Monzeglio dà prova di sbizzarrirsi, con esiti di notevole interesse, fra acquerelli “ricchi, opulenti e dorati” e “vetri” dalla forma circolare e sinuosa, in cui esplodono quieti, piacevoli richiami al mondo “Liberty”.

In linea d’arrivo, gli oli intensi, dal segno netto e dai colori accesi della carmagnolese Angela Panero, che ci parla di terre lontane, con storie di donne e uomini prigionieri da sempre di lavori e fatiche ataviche; a seguire, l’assordante visionarietà (“metafore universali”) della “pouring art” o “fluid art” di Luciana Pistone, per finire con i silenti scorci urbani, assordanti nel loro “nulla”, di Margherita Vaschetti“perfetti campi cinematografici all’Antonioni”, mi sussurra il Rabbione, saggio critico cinematografico oltre che d’arte. Ed è proprio a lui che affido la toccante descrizione dell’ultima stanza “tutta per sé” (26 dipinti in parete), omaggio, a due anni dalla scomparsa, all’indimenticato Gianni Sesia della Merla“Con l’aiuto delle figlie Rossana e Barbara, ho voluto rendere un omaggio, a quel grande artista e amico, che è stato Sesia della Merla, al tocco magico che usciva dalla sua tavolozza, ai paesaggi e alle ambientazioni, alla natura e ai vasti mercati orientaleggianti scoperti durante i viaggi, ma anche ai consigli, alle nostre chiacchierate pomeridiane, lui seduto sul divano di casa e io lì ad ascoltare il racconto di mondi che ancora adesso mi porto dentro”.

Gianni Milani

Nelle foto: Andreina Bertolini “Le due sorelle”, acquerello su tela”, 2025; Anna Maria Palumbo “Il gatto si affaccia”, olio su cartone telato, 2006; Fabio Cappelli “Personaggio improbabile 6”, tempera su carta, 2020; Lidia Delloste  “Tazzone e lumino”, acquerello su carta, 2006; Gianni Sesia della Merla “Fuori le mura di Marrakesh”, tecnica mista, 1981

Semaforo antismog: da martedì 16 dicembre, torna il livello 0 

Secondo i dati previsionali forniti  da Arpa Piemonte da martedì 16 dicembre, e fino a mercoledì 17 dicembre (prossimo giorno di controllo), le misure di limitazione del traffico torneranno al livello 0 (bianco), con le sole misure strutturali di limitazione del traffico previste dal semaforo antismog.

Si ricorda che eventuali variazioni del semaforo antismog in vigore, con le relative misure di limitazione del traffico, vengono comunicate il lunedì, mercoledì e venerdì, giorni di controllo sui dati previsionali di PM10, ed entrano in vigore il giorno successivo.

L’elenco completo delle misure antismog a tutela della salute, delle deroghe e dei percorsi stradali esclusi sono disponibili alla pagina www.comune.torino.it/emergenzaambientale .

TorinoClick

Sanità e legalità: firmato in Prefettura il protocollo per i nuovi ospedali piemontesi

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Interessi criminali fuori dalla realizzazione dei nuovi ospedali in Piemonte.
E’ stato sottoscritto  in Prefettura a Torino il protocollo di legalità per la
realizzazione di alcune opere di edilizia sanitaria strategiche per il territorio regionale, quali il
Parco della Salute, Ricerca e Innovazione di Torino e la Città della Salute e della Scienza di
Novara, e per la realizzazione di diversi nuovi presidi ospedalieri e significative ristrutturazioni
e ampliamenti di ospedali già esistenti, per un importo complessivo di quasi 4 miliardi di euro.
«Un passo importante – ha sottolineato il Prefetto Donato Cafagna – per rafforzare
ulteriormente i presidi di legalità al fine di scongiurare il rischio di infiltrazione delle mafie
nell’attuazione di un Piano di tale portata, che avrà un impatto sull’economia regionale molto
significativo e che pertanto potrebbe attirare le mire della criminalità».
A firmare l’accordo sono stati il Presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, il Prefetto
Donato Cafagna e i Prefetti delle altre Prefetture piemontesi.
Il protocollo disciplina le attività di vigilanza e controllo durante le fasi di affidamento e
realizzazione dei lavori. In particolare esso prevede un sistema rafforzato di controlli sugli
operatori economici coinvolti, tutti tenuti a essere iscritti all’anagrafe degli esecutori. La
vigilanza sarà estesa anche alla fase di approvvigionamento di beni e servizi e all’ingresso nei
cantieri, dove sarà istituita una banca dati dedicata. Sono inoltre previsti presidi di controllo
permanenti e un’intensificazione della collaborazione con i gruppi interforze antimafia delle
forze dell’ordine, con l’obiettivo di prevenire qualsiasi rischio di infiltrazione o
condizionamento da parte della criminalità organizzata.
«Si tratta di un accordo quadro, ha tenuto ancora a spiegare il Prefetto Cafagna – che
identifica le opere che verranno realizzate sul territorio regionale, poi presso ogni Prefettura
ci saranno i protocolli discendenti. Gli strumenti sono tanti, quelli della repressione che vede
l’Autorità giudiziaria e la polizia giudiziaria impegnati: numerosissime sono state le operazioni
che hanno individuato e sgominato i gruppi criminali insediati qui in Piemonte, e poi c’è
un’attività altrettanto importante quella di prevenzione condotta dai gruppi interforze
antimafia che lavorano in Prefettura, che danno luogo alle interdittive antimafia, che
verificano le iscrizioni nelle white list, che verificano e monitorano le diverse società attive sul
territorio. Tutto questo a tutela dell’economia sana piemontese. La stragrande maggioranza
delle aziende che operano in Piemonte, lo fa, rispettando i criteri di legalità e noi lavoriamo
proprio per tutelare loro, ma non solo, noi operiamo anche per tutelare la sicurezza dei

lavoratori nei cantieri, il rispetto della normativa sul collocamento sul lavoro. E’ un impegno
che coinvolge anche l’Ispettorato del lavoro e Provveditorato alle Opere Pubbliche».
«La Regione è in prima linea nella difesa della legalità e nella prevenzione di ogni forma di
criminalità e si è dotata di un organismo di vigilanza specifico, dedicato all’edilizia sanitaria,
che ci accompagna nel percorso di realizzazione del nostro piano di edilizia sanitaria.
Sappiamo che dove ci sono grandi appalti, purtroppo, c’è il rischio che si generi l’interesse
della malavita e questo accordo è quindi davvero importante perché ci dice che, in particolare
quando parliamo di ospedali ovvero di cura delle persone, le grandi opere si possono e si
devono fare tenendo alta la guardia a difesa della trasparenza e della legalità. Un obiettivo
che dobbiamo perseguire tutti insieme, ognuno con le proprie competenze e i propri strumenti»
dichiarano il Presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio e l’Assessore alla Sanità
Federico Riboldi.

Streets for Citizens: urbanismo tattico con l’Environment Park 

Un modello di urbanismo tattico e di mobilità sostenibile a misura di città media e piccola, capace di coinvolgere attori e amministratori e di creare una rete urbana territoriale e dei modelli replicabili nei contesti urbani del Mediterraneo. Questo è l’obiettivo di Streets for Citizens, progetto europeo co-finanziato nell’ambito dei programmi interreg Euro MED. Il progetto introduce strumenti operativi, capacità building e azioni pilota per supportare le amministrazioni locali nella transizione verso modelli di città più accessibili, resilienti e partecipate, affrontando due sfide principali,  il traffico cittadino e la pericolosità delle strade, la mancanza di spazi verdi  e di spazi vivibili per l’intera comunità.
Tra i partner di questo progetto Streets for Citizens, che coinvolge oltre all’Italia, la Spagna,  il Portogallo, la Grecia, Cipro, Slovenia e Bosnia Erzegovina, vi è l’Environment Park, parco tecnologico  per l’ambiente, operativo da quasi trenta anni a Torino, punto di riferimento per chi, sia esso soggetto pubblico o azienda privata, si impegna per trasformare il rispetto dell’ambiente in motore di ricerca, sviluppo e competitività.

Envipark contribuisce al progetto sviluppando modelli di trasferibilità, metodologie  di valutazione dell’impatto e strumenti operativi per le amministrazioni locali, per definire un nuovo paradigma di urbanismo tattico applicabile ai contesti urbani di piccola scala.
In Italia, il partner responsabile del progetto pilota è  ANCI Lazio che sta realizzando in collaborazione con il Municipio IX di Roma Capitale la pedonalizzazione temporanea di una via d’accesso all’Istituto Comprensivo Matteo Ricci, creando pertanto una piazza scolastica. Obiettivo è  quello di trasformare l’area intorno alla scuola attraverso un processo partecipativo con il coinvolgimento attivo di cittadini e istituzioni per migliorare sia la sicurezza sia l’accessibilità  e incentivare la mobilità sostenibile.
Le città italiane tra i ventimila e centomila abitanti costituiscono un contesto strategico con centri storici di pregio, spazi pubblici sottoutilizzati e disponibilità limitate di risorse economiche  e tecniche, che rendono difficile la realizzazione di progetti complessi di rigenerazione urbana. L’impiego di interventi di natura temporanea offre la possibilità di sperimentare innovazione a basso costo ma con elevata visibilità.  La misurazione degli impatti durante la fase di intervento permette di ottenere importanti informazioni utili per la programmazione definitiva dell’attività.  Gli interventi di urbanismo tattico prevedono la partecipazione attiva della cittadinanza fin dalla creazione dell’intervento cosicché possa diventare parte integrante della città e del suo cambiamento.
Le attività del progetto Streets for Citizens mirano ad affrontare le resistenze culturali e la mancanza di skills e di capacità progettuale interna. Oltre alle azioni pilota dimostrative e al coinvolgimento attivo della popolazione, il progetto prevede la realizzazione di un toolkit per le amministrazioni pubbliche per fornire un supporto nella fase di progettazione e replicabilità degli interventi.

Mara Martellotta

Future mamme: disturbi alimentari aumentano rischi

PROBLEMI RESPIRATORI INFANTILI
Una nuova ricerca appena pubblicata sulla rivista Thorax ha esaminato le associazioni tra disturbi del comportamento alimentare materni ed esiti respiratori nella prole. Allo studio ha partecipato la coorte NINFEA, il cui progetto ventennale è condotto in collaborazione tra la Città della Salute e della Scienza di Torino e l’Università di Torino
Fino ad oggi la ricerca scientifica sugli effetti della salute mentale materna sulla salute respiratoria dei bambini si è concentrata prevalentemente su depressione, ansia e stress in senso lato, con prove limitate su condizioni meno comuni come i disturbi del comportamento alimentare (DCA).
Sebbene la depressione e l’ansia materne siano state associate a esiti respiratori avversi nell’infanzia, il possibile ruolo dei DCA rimane poco chiaro. Per questo lo studio Maternal eating disorders and respiratory outcomes in childhood: findings from the EU Child Cohort Network, pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica internazionale Thorax, ha analizzato se i disturbi alimentari nelle madri possano influenzare la salute respiratoria dei bambini considerando i sottotipi di DCA, i periodi in cui si manifestano e l’eventuale presenza contemporanea di depressione o ansia. Sono stati analizzati i dati di 131.495 coppie madre-figlio in sette coorti dell’EU Child Cohort Network. Alla ricerca ha partecipato il progetto NINFEA, la più grande coorte italiana arruolata tramite Internet che raccoglie dal 2005 dati su più di 7000 coppie di mamme e bambini sull’intero territorio italiano.
Lo studio
La prevalenza dei disturbi alimentari materni prima della gravidanza variava da quasi l’1% al 17% nelle sette coorti, mentre la prevalenza di depressione/ansia coesistente tra le donne con disturbi alimentari variava dall’11% al 75%. La prevalenza del respiro sibilante in età prescolare variava dal 21% a quasi il 50%, mentre quella dell’asma in età scolare variava da poco più del 2% a quasi il 17,5%, riflettendo le differenze tra le popolazioni incluse nello studio.
Un disturbo alimentare prima della gravidanza è stato associato a un rischio complessivo aumentato del 25% di respiro sibilante in età prescolare, sebbene questo variasse considerevolmente da una coorte all’altra.  È stato inoltre osservato un rischio aumentato del 26% di asma in età scolare, un risultato che risultava molto più coerente tra le coorti. Questi rischi aumentati si sono solo leggermente attenuati dopo aver escluso le madri affette da depressione o ansia. Associazioni simili con l’asma in età scolare sono state riscontrate per anoressia nervosa e bulimia nervosa, mentre il respiro sibilante in età prescolare è stato associato solo alla bulimia nervosa. Sebbene le associazioni osservate differissero leggermente nei diversi periodi di esposizione (prima, durante o dopo la gravidanza) non è emersa una finestra temporale distinta di suscettibilità.
Trattandosi di uno studio osservazionale, non è possibile trarre conclusioni definitive sul rapporto di causa ed effetto. Inoltre, la prevalenza di disturbi alimentari materni e dei problemi respiratori nei bambini varia ampiamente tra le coorti.
“Sebbene questo possa rendere alcuni dei risultati meno comparabili, la direzione e l’entità delle associazioni sono risultate relativamente stabili in tutte le analisi”, spiega Maja Popovic, docente e ricercatrice del Dipartimento di Scienze Mediche dell’Università di Torino e prima autrice della pubblicazione, che aggiunge: “i meccanismi alla base delle associazioni tra salute mentale materna ed esiti respiratori infantili rimangono poco chiari.”
Secondo i ricercatori, diversi fattori potrebbero spiegare il legame tra disturbi alimentari materni e salute respiratoria nei bambini. Lo stress e gli squilibri ormonali associati alla salute mentale della madre possono interferire con lo sviluppo dei polmoni e del sistema immunitario del feto. I disturbi alimentari, inoltre, sono spesso associati a complicazioni della gravidanza ed esiti perinatali avversi, come crescita fetale ridotta, prematurità e basso peso alla nascita, tutte condizioni che possono compromettere la salute respiratoria del bambino. È possibile, infine, che disturbi mentali e asma condividano alterazioni immunitarie e infiammatori, suggerendo una base genetica condivisa che possa contribuire a entrambe le condizioni.
I dati italiani
Questo progetto si inserisce nel solco delle ricerche già condotte nella coorte NINFEA che da anni indaga l’impatto della salute mentale materna sugli esiti di salute dei figli. Un precedente studio, il pilota di questo lavoro, aveva suggerito un possibile legame tra disturbi del comportamento alimentare materni e respiro sibilante nei neonati, soprattutto quando il disturbo alimentare si manifestava durante la gravidanza. Poiché tali risultati non erano stati ancora replicati né approfonditi in relazione ad altri esiti respiratori in età scolare, l’attuale progetto è stato avviato per replicarli in diverse popolazioni e contesti differenti. La coorte italiana NINFEA ha contribuito a questo studio con più di 5000 coppie madre-bambino, tra le quali circa il 2% delle madri ha riportato una diagnosi medica di anoressia nervosa o bulimia nervosa. Circa il 22% dei bambini ha presentato respiro sibilante nel primo anno di vita e circa il 2% aveva asma all’età di 7 anni. Le stime di associazione osservate in NINFEA sono risultate coerenti con quelle delle altre coorti coinvolte nello studio.
Alla luce dei risultati, lo studio sottolinea la necessità di garantire un’assistenza mirata alle donne con disturbi alimentari, non solo durante la gravidanza ma anche nel periodo successivo, così da tutelare anche la salute respiratoria dei loro bambini. Per i clinici, questo significa adottare un approccio realmente olistico al benessere materno, che includa non solo la salute fisica, ma anche quella psicologica e nutrizionale. Una maggiore consapevolezza di questi possibili effetti può aiutare a promuovere un’assistenza più integrata per le madri che convivono, o hanno convissuto, con un disturbo alimentare.

In scena al teatro Astra lo spettacolo Bloomsville

 

Nuova produzione di Tedacà, con la supervisione di Simone Schinocca

Liberamente ispirato a ‘Luci della Città’ di Charlie Chaplin, il 21, 22, 23 e 26 dicembre prossimi, debutterà lo spettacolo Bloomsville, una nuova produzione di Tedacà, diretta da Valentina Renna, con la supervisione di Simone Schinocca. L’opera è inserita nella stagione “Mostri” della Fondazione Teatro Piemonte Europa e andrà in scena al teatro Astra, in via Rosolino Pilo 6.

Bloomsville è il nome di una città come tante, in cui i personaggi del vagabondo e della fioraia si incontrano per cercare insieme quell’umanità semplice  e imperfetta che nella loro società sembra non trovare spazio. Lo spettacolo non utilizza la parola, ma mescola diversi linguaggi quali teatro fisico, danza, musiche e sonorizzazione originali suonate dal vivo da Supershock, Paolo Cipriano, polistrumentista che ha calcato i palchi di Europa, America e Medio Oriente.
Bloomsville,  come tutte le città del mondo, rappresenta un luogo ricco di contraddizioni. Tra le sue vie si muove un Vagabondo dall’animo gentile e pragmatica, che incontra diversi personaggi tra cui un borghese ricco ma infelice, fermato appena prima di un suicidio, e una Fioraia tanto sensibile quanto invisibile al resto della società. Insieme alla Fioraia, il Vagabondo affronta un percorso di dolore e speranza verso quell’umanità semplice e imperfetta che il contesto urbano tende a imbrigliare.
Bloomsville rende omaggio a Charlie Chaplin e a ‘Luci della città’ attraverso l’intreccio di diversi linguaggi “fisici”, di teatro fisico, danza jazz, tip tap e street Dance, ritrovando nella dimensione “non verbale” la cifra universale dei personaggi e della storia da narrare.

“Lo spettacolo si concentra sulla profonda dicotomia tra due mondi contrapposti – spiega la regista e ideatrice Valentina Renna – il mondo del sogno, dell’amore, della semplicità e autenticità, rappresentato dalla Fioraia, e il mondo Urbano, inteso nella sua accezione più brutale, caratterizzato da frenesia, ostentazione, ricchezza apparente e una disperazione di fondo. Il Vagabondo è costretto a barcamenarsi costantemente tra queste due realtà. A differenza del film originale la Fioraia non è cieca a livello sensoriale, ma viene resa cieca emotivamente, simboleggiando la sua incapacità iniziale di interagire con la vita in città.
La stessa città diventa in alcuni casi personaggio e viene ad essere personificata da due performer che agiscono come Parche e semplici antagonisti.
A livello visivo Bloomsville, per rendere l’idea del disagio, della chiusura e della fatica emotiva dei personaggi, utilizza la metafora dei fili. La Fioraia ne sarà inizialmente avvolta, il Vagabondo li avrà come parte dei suoi costumi, mentre il ricco li avrà perennemente visibili senza accorgersene. Due gli interni speculari presenti all’interno dell’impianto scenografico, la casa della Fioraia e del Ricco, rappresentative della dicotomia tra sogno e contesto urbano entro cui si muove il Vagabondo.
“La scenografia è costruita in prospettiva, a trapezio, per rendere omaggio alle prospettive tipiche del cinema – afferma Valentina Renna – mentre la dimensione razionale e indifferente della città  viene rappresentata dalla presenza di oggetti cubici e da costumi con una palette di colori neutri”.
La colonna sonora originale di Bloomsville è stata interamente creata da Paolo Cipriano,  in arte Supershock. Musiche e suoni vengono eseguiti dal vivo, richiamando sonorità rock, progressive e psichedeliche.
“Questa contemporaneità musicale ha l’obiettivo di togliere il velo di passato che potrebbe evocare il film a cui ci siamo ispirati, per rendere i temi che affrontiamo universali e metropolitani, perché Bloomsville è appunto una città come tante al mondo, non ha una collocazione spazio temporale” afferma Valentina Renna.
In alcune parti dello spettacolo, accanto ai cinque performer Francesca Bovolenta, Simone Fava, Diva Franceschini, Michela Paleologo, Andrea Semestrali, e al musicista Paolo Cipriano, sarà in scena un ensemble di sei danzatori e danzatrici under 25 di Tedacà.
“Sono gli allievi più talentuosi dei nostri laboratori di danza, ci piace l’idea di vederli sul palco nelle scen3 in cui si materializza il lato più popolato della città,  una dimensione abitata  dal talento delle giovani generazioni,  quindi un buon auspicio per una qualsiasi città “.

Orari spettacoli

Domenica 21 dicembre e venerdì 26 dicembre ore 17

Lunedì 22 dicembre ore 19

Martedì 23 dicembre ore 21
Teatro Astra, via Rosolino Pilo 6, Torino

Mara Martellotta

Natale Montuese 2025: eventi, comunità e attenzione alle famiglie

Continua il Natale Montuese 2025, il programma di iniziative promosso dal Comune di Monteu da Po in collaborazione con la Parrocchia San Giovanni Battista, la Pro Loco, la Cooperativa Airone, il Comitato Scuola Monteu, l’Associazione Il Giocaliffo e l’ASD Atletico Monteu.
Un cartellone ricco e variegato, pensato per coinvolgere tutte le fasce d’età e che conferma la volontà dell’Amministrazione comunale e delle realtà associative del territorio di offrire occasioni di condivisione, cultura e solidarietà, rafforzando il senso di comunità che caratterizza Monteu da Po.

“Il Natale Montuese rappresenta un momento importante per il nostro paese – dichiara il Sindaco di Monteu da Po, Maria Elisa Ghion – perché nasce dalla collaborazione tra tante realtà locali e ha l’obiettivo di creare spazi di incontro e di partecipazione, valorizzando il tempo delle festività
come occasione per stare insieme”.
Il calendario proseguirà con le “Letture sotto l’albero” per bambini organizzato dalla Biblioteca il 17 dicembre prossimo, e con i laboratori creativi “Elfi al lavoro: la spirale della luce” previsti per il 20 dicembre.
“Abbiamo voluto dedicare particolare attenzione ai più piccoli e alle famiglie – prosegue il Sindaco Ghion – perché il Natale è soprattutto un tempo di gioia condivisa e di crescita comunitaria, in cui i bambini sono protagonisti”.
Come da tradizione, uno dei momenti più sentiti e partecipati dalla comunità sarà la Vigilia di Natale, con la Santa Messa del 24 dicembre, alle ore 22.30, presso la Chiesa Parrocchiale di San Giovanni Battista, seguita dalla distribuzione di cioccolata calda e vin brulè.
Le festività si concluderanno il 6 gennaio 2026 con la tradizionale “Tombolata della Befana” al Teatro Comunale, un appuntamento che ogni anno richiama numerosi cittadini.
Il Comune di Monteu da Po ha lanciato il concorso “Fuoriporta natalizio”, un’iniziativa dedicata alla creatività e allo spirito del Natale. Tutti i cittadini sono invitati a realizzare una ghirlanda natalizia, fotografarla e inviare l’immagine entro il 20 dicembre all’indirizzo email sindaco@comune.monteudapo.to.it.
Le fotografie ricevute saranno pubblicate sulla pagina social del Comune e sottoposte a votazione. I primi tre classificati verranno premiati durante la Tombola della Befana, in programma il 6 gennaio presso il teatro.
Accanto al programma di eventi, l’Amministrazione comunale ha voluto affiancare un segno concreto di vicinanza alle famiglie. Per il Natale 2025 il Comune ha inviato un piccolo dono a tutti i residenti over 70, un buono spesa da 20 euro da utilizzare presso i banchi alimentari del mercato del lunedì e per l’acquisto di prodotti farmaceutici nelle farmacie di Lauriano, Cavagnolo e Brusasco entro metà gennaio 2026. Per i bambini di Monteu da Po fino ai 3 anni di età, inoltre, un buono spesa da 50 euro con le stesse modalità di spesa.
“È un gesto semplice ma sentito – spiegano dalla Giunta Comunale – che vuole esprimere l’attenzione dell’Amministrazione verso le persone e le famiglie, affinché il Natale sia davvero un momento di cura, solidarietà e vicinanza reciproca”.

Mara Martellotta

“Il resto è ossigeno” di Valentina Stella: quando l’aria nelle relazioni inizia a mancare

TORINO TRA LE RIGHE

 
Ci sono storie che sanno raccontare Torino senza bisogno di descriverla in ogni pagina: basta farla respirare tra le righe, lasciarle la libertà di emergere nelle scelte dei personaggi, nei loro percorsi, nei luoghi che diventano metafore di stati d’animo.
È ciò che accade in “Il resto è ossigeno”, il romanzo d’esordio di Valentina Stella, autrice torinese che dopo una laurea in Economia e un lungo percorso nel marketing ha scelto – nel 2012 – il salto più coraggioso: lasciare il lavoro da dipendente per dedicarsi alla scrittura. Una svolta che l’ha portata a pubblicare con Zandegù la sua prima raccolta di racconti, Se mi lascia non vale, e a esordire nel romanzo con Sperling & Kupfer nel 2016. Da anni racconta frammenti di vita e sensibilità sul suo blog Bellezza Rara e in riviste letterarie come Carie e Rivista Inutile.
Nel suo romanzo incontriamo Arturo e Sara, sposati da molti anni, genitori della piccola Giulia. Una famiglia che sembra funzionare, una di quelle in cui si procede con ordine, dovere e affetto. Ma l’ossigeno ha iniziato a scarseggiare da tempo.
Arturo è un uomo complesso: una laurea in Strategie di impresa e marketing conseguita più per compiacere i genitori che per vocazione, un’anima inquieta che dopo il liceo parte per la penisola iberica alla ricerca di libertà, amici e vita vissuta. A vent’anni frequenta i Murazzi, gestisce un locale, sperimenta e si perde tra notti lunghe e leggerezza. Poi arriva Sara, e con lei una vita più stabile, forse troppo.
La narrazione alterna le loro voci con una fluidità che avvicina il lettore a entrambi. Torino fa da sfondo: dai vicoli del centro, sempre più cari e sempre più magnetici, all’alba poetica di Porta Palazzo, fino alle porte della città, dove Arturo trova rifugio nel Villaggio Leumann di Collegno. È lì che decide di sparire, almeno per un po’. Decide di lasciare la casa, la moglie e la figlia. Decide di respirare.
Il messaggio che invia a Sara è una frattura netta:
“Non torno più a casa. Ho bisogno di stare da solo. Abbraccia Giulia, ti prego.”
Da quel momento i due protagonisti intraprendono percorsi opposti ma paralleli, entrambi dolorosi.
Sara precipita nell’abisso, scoprendo che spesso l’immaginazione del dolore è peggiore della realtà stessa. Mette in discussione tutto: il proprio ruolo di moglie, di madre, di donna. E, nella ferita, trova una verità sorprendente e liberatoria: non ha mai davvero amato Arturo, e non è mai troppo tardi per imparare ad amare sé stessa, per prima.
Arturo, invece, è soffocato dalla nebbia. Una nebbia che offusca il futuro e lo spinge a cercare nel presente i fantasmi della sua giovinezza sfrenata. Ma si sa: quando la nebbia si dirada, il paesaggio non è mai identico a prima.
Il titolo del romanzo arriva allora come una chiave interpretativa potente: l’ossigeno nelle relazioni non è scontato, può diminuire lentamente, senza rumore. Le persone smettono di accorgersene perché travolte da impegni, lavoro, responsabilità, dalla quotidianità che stringe. Quando l’ossigeno manca, la coppia si accartoccia come foglie secche.
il resto?
È tutto ciò che alimenta l’amore: interessi condivisi, gesti gentili, il sapere ancora sorprendere, i viaggi, la cura, la tenerezza.
Piccoli respiri che, nel corso degli anni, mantengono viva una relazione.
Con Il resto è ossigeno, Valentina Stella costruisce un romanzo che parla di noi, delle nostre crepe silenziose e delle nostre rinascite possibili. Un libro che attraversa Torino e i suoi paesaggi emotivi, ricordandoci che non si smette mai davvero di imparare a respirare.
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MARZIA ESTINI