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“Ne bis in idem”, il principio che potrebbe tranciare il processo Eternit

eternit bandiereAd aprire le danze sono stati gli avvocati delle diverse parti civili costituite che si sono associati alle richiesta fatte nell’udienza precedente della procura. Poi è stato il turno della difesa del multimilionario svizzero 

 

Nell’udienza preliminare di ieri, giovedì, per decidere se Stephan Schmidheiny dovrà venire rinviato a giudizio con il capo di imputazione di omicidio volontario oppure se la sua posizione verrà archiviata è proseguita la discussione. Ad aprire le danze sono stati gli avvocati delle diverse parti civili costituite che si sono associati alle richiesta fatte nell’udienza precedente della procura. Poi è stato il turno della difesa del multimilionario svizzero che ha occupato la maggior parte delle quattro ore di discussione. E l’avvocato Alleva ha concretizzato lo spettro che aleggiava sin dall’inizio del percorso del procedimento Eternit Biss, quelle quattro paroline in latino, “Ne bis in idem”, che stanno a significare un principio giuridico, ovvero che nessuno può venire processato due volte per lo stesso fatto. E il fatto che 186 su 258 delle vittime fossero presenti nel primo processo è sicuramente una leva che la difesa amplierà. Inoltre sia Alleva, che l’avvocato Di Amato hanno sottolineato la circostanza che una persona che investì 50 – 60ETERNIT FABBRICA miliardi di lire nell’attività, difficilmente potrebbe venire bollato come un potenziale omicida volontario. “Sono argmenti che fanno breccia nell’opinione pubblica e che dovranno essere approfonditi – spiega Nicola Pondrano, presidente del Fondo vittime amianto – certamente il capo di imputazione presenta dei lati deboli per i quali potrebbe venire impugnato anche in altri gradi di giudizio, forse sarebbe stata più sicura la strada dell’omicidio colposo, provocato da una colpa grave, piuttosto che quella dell’omicidio doloso”. L’11 giugno, prossima udienza, sarà la volta delle repliche a partire dai pubblici ministeri Guariniello e Colace che potranno così argomentare le ragioni che li hanno portati ad imbastire Eternit bis. E dovranno essere convincenti perché se così non fosse anche altri procedimenti, Etetnit ter ad esempio, che si stanno incamminando, potrebbero venire tranciati dal principio del ne bis in idem.

Massimo Iaretti

 

Piero il Lungo trionfa nei sondaggi di carta. Ma che noia fare il sindaco

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ARCHITETTURApiazza7palazzo civicofassino 33IL GHINOTTO DELLA DOMENICA

Considerato quello che si sente un po’ ovunque, nelle piazze e sotto i portici, se solo si ha tempo e pazienza per frequentarli, c’è il forte sospetto che i mille cittadini maggiorenni interpellati siano stati fatti venire apposta da fuori, come si usava fare a Cuneo quando arrivava il re in visita e non si volevano esporre i concittadini giudicati troppo brutti

 

Considerato quello che si sente un po’ ovunque, nelle piazze e sotto i portici, se solo si ha tempo e pazienza per frequentarli, c’è il forte sospetto che i mille cittadini maggiorenni interpellati da Repubblica siano stati fatti venire apposta da fuori, come si usava fare a Cuneo quando arrivava il re in visita e non si volevano esporre i concittadini giudicati troppo brutti!

 

Cinque intere pagine di Repubblica non sono riuscite a smuovere Piero Fassino dalla sua indecisione per la ricandidatura a sindaco di Torino. E’ questa l’unica vera “notizia” che si può trovare nei molteplici articoli che il quotidiano della sinistra ha dedicato a uno dei più inutili sondaggi che si potessero immaginare: quello che ha misurato la popolarità del Lungo, chiedendo ai torinesi se sono più o meno soddisfatti del suo operato. Emerge il giudizio di una popolazione felice al 58 %, soprattutto entusiasta per la metropolitana, il turismo, il decoro urbano (sic!), i parchi e le opere pubbliche, un po’ meno per la scuola, la sicurezza e la pulizia delle strade … Considerato quello che si sente un po’ ovunque, nelle piazze e sotto i portici, se solo si ha tempo e pazienza per frequentarli, c’è il forte sospetto che i mille cittadini maggiorenni interpellati siano stati fatti venire apposta da fuori, come si usava fare a Cuneo quando arrivava il re in visita e non si volevano esporre i concittadini giudicati troppo brutti!

 

A parte la difficoltà interpretativa di analizzare la psicologia di chi ammira il decoro urbano ma lamenta le schifezze per strada, c’è da chiedersi che bisogno ci fosse di un sondaggio simile e soprattutto di propagandarlo con il megafono. Infatti, ogni due per tre escono graduatorie a livello nazionale che testimoniano il gradimento del sindaco metropolitano, tra i più amati d’Italia e ormai in concorrenza con i fasti del suo predecessore Chiamparino. Sono classifiche che lasciano un po’ il tempo che trovano, perché naturalmente non mettono a confronto il titolare della carica con nessun competitore. E’ quindi difficile dire che si possano poi tradurre automaticamente in voti, nel momento in cui si accende la gara elettorale e si presentano gli antagonisti. Ma dai risultati entusiasmanti del suo sondaggio. Repubblica inferisce che la stragrande maggioranza dei torinesi è pronta a rieleggere in carrozza il primo cittadino.

 

A questo punto scatta un retropensiero: non è che il sondaggio è stato voluto dal quotidiano che si ritiene la mosca cocchiera della sinistra per “forzare” Fassino a ripresentarsi alla tenzone elettorale che si svolgerà fra meno di un anno? Se è così, c’è da riconoscere che il sindaco ha saputo ben svicolare, incassando gli apprezzamenti, smentendo di essere un uomo solo al comando, anche se il sondaggio registra l’assoluta inconsistenza di una squadra assessorile che fu scelta apposta per non fargli ombra. Ma respingendo al mittente l’esplicito invito a dichiarare la propria scelta sul secondo mandato, perché “non è ancora il momento giusto”.

 

Tale ritrosia non pare derivi da un eccesso di modestia del nostro. Molte possono essere le interpretazioni, ma tutte partono dal fatto acclarato, e noto ben oltre la cerchia degli intimi, che a Fassino fare il sindaco non piace, lo considera un pensionamento immeritato  e anticipato rispetto al suo standing nazionale (ex-segretario Ds) e internazionale (inviato Onu in Birmania). La riconferma sarà da lui accettata solo se non ci saranno alternative migliori per incarichi di prestigio, oppure se la poltrona da primo cittadino potrà essergli utile per scalare il più alto scranno della presidenza del nuovo Senato dei “nominati”, quello che dovrebbe emergere dalla riforma Renzi, ora impantanata e assai pericolante.

 

C’è infine un ultimo aspetto da considerare: i destini della legislatura regionale anch’essi in dubbio, a causa delle note vicenda delle firme contraffatte per le liste Pd. Se anche Palazzo Lascaris dovesse tornare al voto, ecco che scatterebbe il “momento giusto”. Fassino potrebbe aspirare alla presidenza della Regione, soffiando il posto a Chiampa che, a dire il vero, dopo aver visto il baratro delle casse regionali – così diverse da quelle della Compagnia S. Paolo –  non pare molto convinto né di continuare l’attuale legislatura, né di riproporsi per un nuovo incarico.

Ghinotto

Le delizie del cibo di strada al Parco Dora con "Street Food Parade"

cibo stradaStand in rappresentanza delle diverse regioni e realtà culinarie della penisola e internazionali. A fare da cornice all’evento è prevista una ricca offerta di intrattenimento musicale

 

A partire da giovedì 4 giugno  e fino a domenica 7 il Parco Dora ospiterà la “International Street Food Parade“; l’evento, organizzato da To Business Agency si svolgerà sotto la tettoia dello strippaggio e prevede la partecipazione di stand in rappresentanza delle diverse regioni e realtà culinarie della penisola e internazionali. A fare da cornice all’evento è prevista una ricca offerta di intrattenimento musicale, previsto per tutte e quattro le giornate. L’ingresso al pubblico è gratuito. L’evento si svolgerà dalle 18.00 alle 24.00 nella giornata di giovedì 4, edalle 12.00 alle 24.00 nelle giornate di venerdì 5, sabato 6 e domenica 7 giugno 2015.Per conoscere nel dettaglio quali saranno gli stand presenti visita la pagina facebook dell’evento.

 

Ecco il programma degli spettacoli:

 

Giovedì 4 giugno:
18,00 – 19,00 Conferenza sul palco di Gianpaolo Ormezzano argomento cibo e sport
19,00 – 20,00 Spettacolo – mangia fuoco e mangia spade
20,00 – 20,30 Edoardo Mecca
20,30 – 21,00 dj set by Generation Events Dj Gianma in consolle
21,00 – 22,00 Fabrizio Casalino by Colorado
22,00 – 23,00 Max Pieroboni by Colorado
23,00 – 00,00 dj set by Generation Events Dj Gianma in consolle
Venerdì 5 giugno:
15,00 – 17,00 Karin & The Ugly Live music
18,00 – 19,00 dj set by Generation Events Dj Gianma in consolle
19,00 – 20,00 Laura Malaterra presentazione del libro “Ricordi di cibo, il cibo dei ricordi”
20,00 – 20,30 Edoardo Mecca
20,30 – 21,00 dj set by Generation Events Dj Gianma in consolle
21,00 – 22,00 Dancefloor show
22,00 – 00,00 GetFar Fargetta e Prezioso in consolle serata anni 90
Sabato 6 giugno:
15,00 – 17,00 Alp King
18,00 – 19,30 dj set by Generation Events Dj Gianma in consolle
19,30 – 20,00 Edoardo Mecca
20,00 – 20,30 Lo Zoo di 105
20,45 – 22,45 Finale di Champions Juventus – Barcelona
22,45 – 00,00 Lo Zoo di 105
Domenica 7 giugno:
12,00-12,30 Taurus
16,00 – 21,00 Live Music (Faifem, Rame, Diadema, Lips’Aroma)
21,00 – 00,00 dj set by Generation Events Dj Gianma in consolle

I turisti vogliono Torino: forse 15 giorni in più di Ostensione e fondi regionali in arrivo

DUOMO SINDONEE c’è anche una buona notizia sul fronte delle risorse da impiegare nel settore turistico: la Regione Piemonte ha varato il bando che metterà a disposizione delle piccole e medie imprese del comparto la cifra di 14,7 milioni di euro

 

 

Eccoli arrivati a Torino dalla capitale, questi turisti “atipici”, i pellegrini di Papa Francesco, quei  50 senzatetto ai quali il santo padre ha donato il viaggio per vedere la Sindone. Anche loro coda con le centinaia e centinaia di persone che ogni giorno sfilano davanti al telo. Quello dei pellegrini è un vero boom e potrebbe portare a una proroga dell’Ostensione, di cui si parla insistentemente,  di un paio di settimane. “So che si sta pensando a questo e sarebbe veramente una bella occasione”, dice all’Ansa il direttore di Famiglia Cristiana don Sciortino, che ha presentato il dvd ‘Storia di un mistero’. E’ il momento turistico di Torino, complici anche le grandi mostre come l’esposizione dell’autoritratto a sanguigna di Leonardo, appena terminata a Palazzo madama, quella sul Neorealismo al Museo del Cinema, le iniziative della reggia di Venaria. turisti 1

 

Si è vista anche una piazza San Carlo strapiena per il concerto del gran finale del Torino Jazz festival, in collaborazione con il Consiglio regionale, con la Blues Brothers band che ha eseguito  i brani del film di John Belushi e Dan Aykroyd.  Manifestazione di alto livello, apprezzatissima non solo dai torinesi ma anche dai numerosi turisti presenti in città nel weekend del 2 giugno. Ha chiuso in bellezza con 225 mila presenze, 25 mila in più rispetto alla precedente edizione. Inoltre sono stati 75 mila i visitatori del Fringe festival, il cartellone off del Tjf.

 

turistipiazaE c’è anche una buona notizia sul fronte delle risorse da impiegare nel settore turistico: la Regione Piemonte ha varato il bando che metterà a disposizione delle piccole e medie imprese del comparto la cifra di 14,7 milioni di euro. Lo ha deciso oggi la Giunta regionale, indirizzando  le risorse verso la realizzazione di nuove strutture ricettive e per migliorare quelle esistenti. L’iniziativa fa parte del piano di valorizzazione del sistema turistico: “un passaggio importante, la tappa di un percorso necessario verso una migliore  collaborazione fra pubblico e privato”, afferma l’assessore al Turismo Antonella Parigi.

 

(Foto: il Torinese)

Boom di furti in collina e la petizione dei cittadini raccoglie centinaia di firme

ladriIndirizzata al ministro dell’Interno Angelino Alfano, alle prefetture di Torino e di Asti, al Comitato provinciale ordine e sicurezza pubblica di Torino, al comando compagna carabinieri di Chivasso, alla stazione dell’Arma di Cavagnolo, Casalborgone, al comando compagnia carabinieri di Villanova d’Asti ed alla stazione di Cocconato, nonché ai sindaci dei comuni interessati 

 

 

E’ ancora allarme furti sula collina torinese, in particolare nella zona a cavallo tra il Chivassese e l’Astigiano. Negli ultimi mesi Cavagnolo, Brusasco, Verrua Savoia, Brozolo, Lauriano, San Sebastiano Po, Casalborgone, Castagneto Po, Moransengo sono stati teatro di una vera e propria “ondata” di azioni criminose, soprattutto furti in case, ville ed appartementi,. Per questo è partita una petizione spontanea, che ha raccolto in poco tempo circa 750 firme, indirizzata al ministro dell’Interno Angelino Alfano, alle prefetture di Torino e di Asti, al Comitato provinciale ordine e sicurezza pubblica di Torino, al comando compagna carabinieri di Chivasso, alla stazione dell’Arma di Cavagnolo, Casalborgone, al comando compagnia carabinieri di Villanova d’Asti ed alla stazione di Cocconato, nonché ai sindaci dei comuni interessati dal compimento dei delitti e dei tentati delitti che sono arrivati anche a 3/4 furti nella stessa notte.carabinieri auto

 

“L’azione criminale è aggravata purtroppo anche da minacce, azioni violente nei confronti delle vittime talvolta svegliate nel sonno notturno e costrette a consegnare ai delinquenti denaro, preziosi e chiavi delle auto – si legge nel documento, con l’aggiunta che – la tipologia e la ripetitività dei reati ai danni delle abitazioni potrebbe fare pensare ad un unico gruppo criminale ben organizzato e determinato”. A questo quadro, assolutamente non confortante, si aggiunge il fatto che di giorno esiste il fenomeno, diffuso e costante, delle truffe, soprattutto ai danni degli anziani. E, alla luce della gravità della situazione, la petizione chiede al ministero dell’Interno, ai prefetti ed ai comandi dei carabinieri “l’integrazione di risorse umane e tecniche per fronteggiare il problema di sicurezza pubblica che si è venuto a creare” e, nel contempo, ai sindaci dei comuni collinari viene domandato di attuare tutte le misure necessarie nell’ambito delle loro competenze e di esercitare le pressioni sul ministero ed i prefetti per un rafforzamento delle politiche di sicurezza.

Massimo Iaretti

 

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Effetto Prima Repubblica sulle Regionali: nel "Paese normale" hanno vinto tutti

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AVVISTAMENTI / di EffeVi

 

Tornano persino le espressioni caratteristiche dei commenti post-elettorali da Prima repubblica: quando perdi metà dei voti ammetti una “lieve flessione”, se il tuo candidato finisce in fondo alle tabelle di Pagnoncelli, nella categoria “altri”, prometti di “avviare un’approfondita riflessione”, se aumenti di qualche punto trattasi di “significativa affermazione”. Ancora una-due tornate così e non vedremo più hashtag e tweets

 

E meno male che viviamo in seconda repubblica, in un tempo felice in cui i cittadini votano un governo, una maggioranza chiara, un programma preciso, in un “Paese normale”, per usare una formula dei rottamati D’Alema-Cuperlo. Perché in effetti, se uno pensa ai dati fondamentali senza farsi distrarre dal chiacchiericcio quotidiano, troverà che l’Italia politica del 2015,  andando a votare nel bel mezzo di un ponte estivo, presenta un panorama paragonabile a un quadro di Hieronymus Bosch: surreale in apparenza,  ma denso di significati occulti, enigmi e simboli da interpretare.

 

Un presidente del consiglio che mai si è presentato alle elezioni, sostenuto da una maggioranza che comprende ex berlusconiani e che ormai esclude una parte dello stesso PD; elezioni regionali in cui le candidate più allineate (quelle che i maligni chiamano “renzine”) perdono sonoramente, quale che sia la situazione delle forze in campo (Paita perde in Liguria per la divisione della sinistra, Moretti perde in Veneto nonostante le divisioni della destra), e i cui veri vincitori sono proprio quei candidati vecchia guardia: Vincenzo De Luca, indagato per corruzione e abuso d’ufficio, vince in Campania grazie a una lista civica, espressione dell’area De Mita-Mastella- Cosentino, che ra ccoglie il 5%. Michele Emiliano vince in Puglia, anche grazie alla scissione di Raffaele Fitto a destra. Emiliano, ex magistrato incappato- da sindaco di Bari –  in uno scandalo di appalti truccati, era assurto alle cronache per aver accettato omaggi ittici dai costruttori De Gennaro: Il pesce era talmente tanto che lo avevamo messo anche nella vasca da bagno”, avrebbe dichiarato.

 

Campania e Puglia diventano così due laboratori di antirenzismo, che ripropongono un classico modello di gestione del voto e di controllo del territorio, dal sapore pungente e caratteristico del notabilato meridionale Prima Repubblica. Panorama surreale anche a destra, dove la bassa affluenza (intorno al 50% del voto) ovviamente produce una serie di effetti ottici: dilatazione delle estreme attraverso il sorpasso della Lega su Forza Italia a livello nazionale,  vittoria tecnica in Liguria (per partita truccata: la sinistra era divisa in tre tronconi),  il quasi-miracolo di sloggiare la sinistra da una roccaforte come l’Umbria.

 

Colpisce, infine, come queste surreali elezioni regionali si chiudano con la riscoperta del più classico rito della prima Repubblica: hanno vinto tutti. Renzi fa il finto tonto, finge che le sue candidate non siano state battute e che non abbiano vinto personaggi che lui vorrebbe strarottamare, e rivendica i numeri del 5-2, già annunciando ulteriori epurazioni in Liguria (in fin dei conti, il partito si chiama “democratico” non a caso). Grillo non vince una singola regione (era arrivato primo alle elezioni del 2013) ma ovviamente rivendica una conferma e un radicamento. Salvini non sta più nella felpa e punta a fare il leader della destra, sapendo benissimo che il giorno in cui gli elettori di centrodestra andassero alle urne invece che al mare, tornerebbe lesto nel suo monolocale da 10%. Non parliamo del Cav: vuole farci credere che ha vinto in Liguria per merito suo.

 

Tornano persino le espressioni caratteristiche dei commenti post-elettorali da Prima repubblica: quando perdi metà dei voti ammetti una “lieve flessione”, se il tuo candidato finisce in fondo alle tabelle di Pagnoncelli, nella categoria “altri”, prometti di “avviare un’approfondita riflessione”, se aumenti di qualche punto trattasi di “significativa affermazione”. Ancora una-due tornate così e non vedremo più hashtag e tweets.

 

Postilla – La bassa affluenza alle urne ha pesato ancora di più sulle elezioni comunali. A Moncalieri – dove nel 2010 il primo turno era finito praticamente in parità tra centrodestra e centrosinistra – ha votato il 40% degli aventi diritto, la metà rispetto a cinque anni prima; ha vinto secco un candidato marcatamente di sinistra come Paolo Montagna. E tanto basti.

Festa della Repubblica in piazza Castello tra gli applausi di torinesi e turisti

esercito bandiera picchettoesercito bandieraesercito carabinieriLa tradizionale cerimonia dell’alzabandiera si è svolta in presenza del prefetto Paola Basilone, dell’assesore Passoni in rappresentanza del sindaco, e del presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino

 

Festa del 2 giugno in piazza Castello per celebrare il 69° anniversario della Repubblica.  Accompagnato dalle note del corspo musicale della ppolizia municipale, un picchetto d’onore interforze si è schierato davanti a Palazzo Madama per rendere gli onori al gonfalone della Città e alla bandiera della Scuola di applicazione dell’Esercito. Centinaia i torinesi e i inumerosi turisti che hanno assistito alla manifestazione, applaudendo all’inno di Mameli. La tradizionale cerimonia dell’alzabandiera si è svolta in presenza del prefetto Paola Basilone, dell’assesore Passoni in rappresentanza del sindaco, e del presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino, che ha dichiarato: “Con il voto del 2 giugno il popolo italiano scelse che tutto quel sedimento di storia che aveva alle spalle diventasse assetto istituzionale repubblicano democratico, che diventasse Stato di diritto”.

 

(Foto: il Torinese)

L'estate torrida afro-mediterranea è arivata a metà settimana con più di 30 gradi in città e collina

cielo torino

sole cielo caldocaldo toretAlta pressione su Piemonte e Nord Ovest

 

Un giorno di tregua per la Festa della Repubblica del 2 giugno e poi arriverà la prima ondata di caldo estivo, quello torrido, di matrice afro-mediterranea. Da mercoledì sul Piemonte e sul nord-ovest nel suo complesso si formerà una cupola di alta pressione con le massime che cresceranno nettamente, come sottolineano le previsioni della Smi  – Società Meteorologica Italia: fino a 34-35 gradi in pianura e sulla collina. Il rischio sanitario per le ondate di calore salirà al grado di attenzione nella giornata di mercoledì. Si tratta del primo gradino di una scala che cersce con i livelli di “allarme” ed “emergenza”. Ma di questi si parlerà (forse) a luglio e agosto.

 

(Foto: il Torinese)

Anche in Piemonte bassa affluenza al voto e Montagna vince a Moncalieri

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elezioni ieiaseggioLe operazioni di voto si svolgono  dalle 7 alle 23 e poi si terranno immediatamente gli scrutini

 

 AGGIORNAMENTO  Alle 19 di domenica è scarsa anche in Piemonte la percentuale di affluenza ai seggi nei tre comuni con più di 15 mila abitanti – Moncalieri, Venaria e Valenza Po –  in cui si va alle per urne eleggere il nuovo sindaco e il consiglio comunale. A Moncalieri, dove probabilmente vince al primo turno il candidato Paolo Montagna del Pd, aveva votato il 41,04 per cento, mentre nel 2010, quando comunque si votava anche il lunedì,  l’affluenza era stata del 73 per cento. A Venaria Reale il 44,17 per cento e a Valenza, sempre alle 19,  il 41,47 per cento.

 

Domenica di elezioni in Piemonte, anche se non si vota per la Regione che era caduta con un anno di anticipo per la vicenda delle firme false, favorendo la successione di Chiamparino a Cota. Sul territorio regionale  vanno comunque al voto 57 Comuni. Tre di questi sono sopra i 15 mila abitanti: Moncalieri, Venaria e Valenza,  che rappresenteranno un test significativo dal punto di vista politico, soprattutto per verificare la tenuta del Pd e la possibile avanzata di Lega e M5S. In questi comuni si applica il doppio turno, potrebbe quindi verificarsi la possibilità di andare al ballottaggio il 14 giugno. Gli elettori chiamati alle urne sono circa 200 mila in tutto il Piemonte. Le operazioni di voto si svolgono  dalle 7 alle 23 e poi si terranno immediatamente gli scrutini. Non si vota il lunedì. Il più piccolo centro che va al voto è Carrega Ligure, nell’Alessandrino, con 84 abitanti e 27 candidati. Il più grand, invece, è Moncalieri, la quinta città della regione.

 

(Foto: il Torinese)

La ripresina? C'è e non c'è, dipende se la si guarda da sinistra o da destra

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IL GHINOTTO DELLA DOMENICA

In realtà, hanno ragione tutti e nessuno. Con le nuove norme, che prevedono un forte sconto nei contributi alle aziende che attivano nuovi contratti, queste hanno tutta la convenienza ad assumere i precari a tempo indeterminato. Ma se la ripresa, che si annuncia timida, non si consoliderà nell’arco di un triennio, potranno sempre licenziare, pagando un risarcimento inferiore ai vantaggi fiscali ottenuti

 

Ogni tanto anche il “parlamentino” piemontese riunito a Palazzo Lascaris prova a fare qualche discussione di alto respiro, imitando le più auliche sedi di Montecitorio o Palazzo Madama. E’ accaduto questa settimana con un Consiglio straordinario dedicato alle politiche del lavoro. L’interrogativo che si sono posti i consiglieri è lo stesso che aleggia a livello nazionale: il Jobs Act serve ad aumentare l’occupazione? Come sempre, in Italia, le risposte dipendono dal momentaneo schieramento in maggioranza oppure all’opposizione, secondo la regola aurea declinata da Ugo Cavallera, vecchio volpone della politica subalpina: cambia il sedere, cambia il parere. Così, l’assessora Pentenero si è trovata a difendere i dati occupazionali, con un più 11,7 % di assunzioni da gennaio ad aprile, con l’aumento dei contratti a tempo indeterminato addirittura del 54 % rispetto all’anno prima. Dall’altro Claudia Porchietto (Forza Italia) chiede di “ragionare insieme sulle prospettive future, costruire un percorso non fatto sulla contrapposizione ma sul dialogo costruttivo”. Insomma, accusa la Giunta di non avere né idee, né politiche attive, anche se poi la “ricetta” per dare più lavoro, soprattutto a giovani, non la conosce praticamente nessuno.

 

Le posizioni contrapposte sono soprattutto dettate da pregiudizi. Secondo i renziani il Jobs Act è la panacea di tutti i mali, secondo gli oppositori di centrodestra è una pannicello caldo, mentre per quelli di sinistra è un attentato ai diritti civili. In realtà, hanno ragione tutti e nessuno. Con le nuove norme, che prevedono un forte sconto nei contributi alle aziende che attivano nuovi contratti, queste hanno tutta la convenienza ad assumere i precari a tempo indeterminato. Ma se la ripresa, che si annuncia timida, non si consoliderà nell’arco di un triennio, potranno sempre licenziare, pagando un risarcimento inferiore ai vantaggi fiscali ottenuti. Il gioco di Renzi, se gli riesce, è di prendere al traino la ripresa esattamente come fa Tarzan con le liane… ma attenzione a non sbattere!

 

Anche nel comparto pubblico i problemi di lavoro non sono pochi. Nei giorni scorsi si è assistito, in rapida successione, alle proteste dei sindacati sanitari e di quelli delle Province. I primi, un po’ incomprensibilmente, hanno voluto creare una polemica proprio nel momento in cui la Giunta ha annunciato lo sblocco delle assunzioni, con 600 nuovi posti nel 2015 e 200 nel 2016. Manna dal cielo, verrebbe da dire, ma i sindacati contestano “il metodo usato e la mancanza di relazioni sindacali”, guadagnandosi il sarcastico commento di Sergio Chiamparino (“il nostro è l’unico paese dove i sindacati protestano anche quando si assume”).Ben altra considerazione meritano i “reietti” provinciali, finiti nel limbo della riforma Delrio, cioè della legge che ha sconvolto il quadro amministrativo italiano, degradando le amministrazioni provinciali a comitati di Comuni, tagliando selvaggiamente le risorse e imponendo di “smobilitare” la metà dei dipendenti, senza che si capisca bene dove andranno, cosa dovranno fare e, soprattutto, chi li pagherà.

 

Tutta una serie di servizi, dalla manutenzione di una vasta rete stradale al mantenimento delle scuole superiori, sono ormai a forte rischio. Manca persino la benzina per i decespugliatori e i pochi cantonieri superstiti tagliano l’erba con la falce, come nell’800. Anche il quotidiano espressione della gauche caviar ha dedicato due ampi servizi al drammatico problema di chi vorrebbe, partendo dalla regal Torino, recarsi a godere i paesaggi e l’enogastronomia delle Langhe, patrimonio Unesco, ma deve affrontare strade collassate, interrotte da frane e degne di un rally africano. La Lega delle Autonomie ha già detto che per attuare la Delrio “ci vogliono risorse”: ma la riforma non è stata fatta per risparmiare? E del resto persino Piero Fassino, che non pare propriamente portato ad ammettere i priori errori, ha detto che forse con le Province si è sbagliato. Gli errori dei medici li coprono le fosse, quelli dei politici?

 

(Foto: il Torinese)

 

Ghinotto