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Salvate il liceo classico, ultimo baluardo contro la deriva

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di Pier Franco Quaglieni

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Che il governo giallo-verde si occupi di cultura e di scuola diventa di per sé un motivo di grave ansia e di notevole preoccupazione. Non hanno le basi per affrontare questi temi, come non hanno le basi per affrontare i temi dell’economia e della politica estera, come appare sempre più evidente
Un ministro dell’istruzione ex professore di educazione fisica è già di per sè un biglietto da visita certo non molto qualificante, anche se il precedente della ministra Fedeli costituisce una vetta difficilmente raggiungibile.  Ma la Fedeli almeno, da quanto si sa,  non ha cercato di cimentarsi su temi a lei del tutto sconosciuti come quelli relativi al liceo classico, un tema parimenti estraneo al ministro in carica che, però ,intende occuparsi dell’argomento ,promuovendo  una serie di sei seminari ,il primo dei quali si è tenuto a Torino il 4 ottobre al liceo d’Azeglio.  Il fine di questi incontri  non è tanto raccogliere idee, un intento di per sé sempre lodevole, quando quello di iniziare a parlare in concreto della modifica del curriculo scolastico  del liceo classico. Constata la diminuzione del numero degli allievi iscritti al liceo classico ( tutti gli ordini di scuola hanno subito , in verità , un calo dovuto alla decrescita demografica), i Soloni ministeriali di viale Trastevere vorrebbero “aggiornare” i programmi scolastici del liceo classico, inserendo  più elementi scientifici e linguistici stranieri con l’inevitabile riduzione delle materie qualificanti che sono il Latino , il Greco, la Storia dell’Arte, per non parlare della Filosofia e della Storia.  Vorrebbero insegnare il Latino e il Greco (sic) in modo più moderno. Era già un progetto che il ministro Gelmini aveva avviato, danneggiando il liceo classico a vantaggio di altri tipi di scuola.

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Il quotidiano “Repubblica” dà incredibilmente  una mano al ministro -ginnasta e scrive testualmente : ”Solo una revisione  coraggiosa del percorso e del modo di insegnare quelle che gli studenti percepiscono come lingue “morte” potrà invertire la tendenza”. Cosa significhi la “revisione coraggiosa” non ci è concesso sapere.  Sulle cosiddette lingue morte ci sarebbe molto da dire. Basterebbe rileggere Concetto Marchesi e lo stesso Augusto Monti per rendersi conto della demagogia che si è fatta attorno agli studi classici che i comunisti definivano tout -court classisti, ma che uomini di sinistra come Marchesi e Monti appunto  difesero a viso aperto.  Gli studia humanitatis aprono la mente, non hanno un’utilità pratica come l’estimo per i geometri. Solo i grossolani pensano che una scuola debba insegnare solo nozioni pratiche e immediate come una scuola guida.  Aver studiato o non aver studiato le lingue classiche continua a fare una differenza anche nell’epoca di internet. Anzi, soprattutto in epoca di internet. Ritorna oggi , non a caso, la vecchia, logora polemica, ammantata da pretesti pedagogici  solo apparentemente nuovi. La verità è una sola. Vogliono smantellare il liceo classico, quello che crea spirito critico e consente anche giudizi politici autonomi, non legati all’”uno uguale uno”.

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Aver letto Cicerone e Seneca, Virgilio e Tacito, Omero, Tucidide  e i tragici greci  fa la differenza.   Umberto Eco parlava dei Babbei di internet e della loro stupidità . E aveva ragione.   Certo i padani o i grillini non sono in grado di capire discorsi che appaiono loro  astrusi e fuori dalla  portata intellettuale di gente che non ha studiato ed esibisce la propria ignoranza come una virtù’.  In un Paese alla deriva in cui il valore della cultura è disprezzato, un ultimo baluardo volto a formare giovani titolari del proprio cervello, verrà abbattuto con l’intesa di tutti i demagoghi e di tutti gli ignoranti che purtroppo sono la diventati la maggioranza. Un arco di  consensi che metterà insieme la sinistra e i nuovi governanti.  Un liceo classico con qualche residua  nozione di latino e greco può anche chiudere i battenti: non avrebbe più nessun significato culturale ,sarebbe  un segno dell’imbarbarimento dei tempi che viviamo.  Un nuovo Medio Evo molto prossimo in cui saremo destinati a precipitare, ci attende inesorabilmente . Ciò che non è riuscito a fare ,cinquant’anni fa, il ’68, riusciranno a farlo i nuovi governanti che, andando ben a vedere , sono proprio i figli o i nipoti dell’ignoranza che generò la contestazione studentesca e il facilismo che ne derivò e che promosse “oves et boves “che, tradotto, significa pecore e buoi, cioè tutti, animali compresi.    

 

 

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Alleanze trasversali per Torino

STORIE DI CITTA’ di Patrizio Tosetto
Quante parole spese e politiche abbozzate e lasciate a metà. Quante parole sul rapporto o non rapporto tra Torino e Milano. Forse Milano invidia la nostra bellezza. Sicuramente noi torinesi invidiamo la briosità di Milano e le tante occasioni che offre. Eravamo capitale della moda. Indiscutibile, ora lo è Milano. Se ne parlo bene molti amici torinesi mi apostrofano: ti sbagli. Dici così perché  l’erba del vicino è sempre più verde.  Ad oggi siamo stati più bravi nel Salone del Libro. Ed anche qui i conti non tornano mettendo in dubbio le future edizioni. Vero, sul cibo e sul vino continuiamo ad avere un certo primato. Langhe Astigiano e Monferrato ci danno una mano. Ma, come si dice, non c’ è mai limite al peggio. Sui una cosa noi torinesi siamo d accordo : la decrescita felice è una sonora stupidaggine. La nostra città ha bisogno di lavoro che non arriva.  Può essere vero che l’Appendino è stata presa in giro dai romani – dal Coni al Governo – sulla vicenda olimpica. Illusa. Ma la presunzione si paga.  Non penso di ricordare male. Inizialmente il sindaco di Milano ha proposto un accordo sulle Olimpiadi invernali. Prontamente rispedito al mittente.  Encomiabili sono i tentativi di Sergio Chiamparino di salvare il salvabile. Dobbiamo e vogliamo essere ottimisti, ma la vediamo molto ma molto dura. Poi avere eletto amministratori nettamente contrari alla Tav rischia di rendere la città non credibile 
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Esagero? Non mi pare proprio. La situazione è drammaticamente oltre il limite consentito.  Fiat (scusate, ma mi piace continuare a chiamarla così) che non produce più. La bocciatura del Coni. Decrescita più che felice chiaramente infelice. Che cosa deve ancora succedere? Possiamo riconsiderare il nostro rapporto con Milano? La classe dirigente locale se vuole fare realmente gli interessi di Torino e del Piemonte deve tornare a fare politica. Viceversa la partita è persa. Ci vogliono alleanze trasversali. Si veda il caso del terzo valico. Il capogruppo della Lega alla Camera Molinari è alessandrino. Non credo che approvi l’atteggiamento del latitante ministro Toninelli. Sergio Chiamparino fa il suo dovere istituzionale appellandosi all’evanescente Presidente del Consiglio Conte. Ma i parlamentari dem dell’opposizione perché non cercano di coinvolgere i colleghi leghisti? Chiaro che verso i pentastellati sarebbe tempo perso. E’ contro l’ideologia del PD? Il lavoro non ha colore politico. Il lavoro è essenziale per le persone e per la democrazia.  Chiara Appendino ha accusato la Lega di aver appoggiato il Veneto di Zaia ed il Pd il sindaco di Milano Sala. Non penso che sia andata cosi. Ma se anche fosse così i cittadini di Milano sono contenti di avere un sindaco come Sala e i veneti di aver le olimpiadi a Cortina. Come i torinesi sono decisamente stufi d essere considerati gli ultimi. 

Tav e Terzo Valico, Chiamparino scrive al premier

Sul sistema delle infrastrutture il Piemonte ha bisogno di “parole chiare”. Lo scrive in una lettera al premier Giuseppe Conte il presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino. Nella missiva si chiede di “intervenire autorevolmente per dissipare le incertezze” che stanno fermando la  Torino-Lione e il Terzo Valico e che rischiano di compromettere anche la Asti-Cuneo e la Pedemontana Biella-Ghemme. Per  Chiamparino la situazione sta preoccupando il mondo produttivo, economico e sindacale del Piemonte. Torino-Lione e il Terzo Valico sono, scrive il governatore,  “fondamentali per far diventare il Nord Ovest una piattaforma logistica competitiva con le grandi piattaforme del nord Europa”. Chiamparino chiede quindi che sia dato il via  alle gare della Tave di sbloccare i fondi per il quinto lotto del Terzo Valico.

Migranti: “In 5mila diventeranno irregolari”

L’assessora regionale all’Immigrazione, Monica Cerutti, intervenuta in via Pedrotti a Torino durante la presentazione del decimo Rapporto sulla contrattazione sociale in Piemonte, della Cgil, lancia un allarme: “Dove andranno a finire le circa 5mila persone destinate a diventare irregolari, delle 10380 richiedenti asilo e rifugiate, ospitate oggi nei Centri d’accoglienza straordinaria del Piemonte (strutture gestite dalle prefetture)? Ho la certezza che per Salvini sarà impossibile rimpatriarle tutte. Il rischio è che le occupazioni come quella dell’ex-Moi si moltiplichino o che i migranti vengano assoldati dalla criminalità organizzata”. In un anno i richiedenti asilo nella nostra Regione sono passati da 14210 a 11743, per via del calo degli arrivi come da trend nazionale. “Tutto  ciò testimonia che non siamo di fronte ad un’emergenza come invece sostenuto dal Decreto sicurezza”, sostiene l’assessora. Nel frattempo, “grazie anche all’azione congiunta della Regione con alcune prefetture, sempre più Comuni (oggi sono circa una sessantina) hanno compreso l’importanza dell’ospitare queste persone in modo strutturale, avviando 40 progetti Sprar. Tanto che oggi, nella nostra Regione, questo sistema (creato per ospitare richiedenti asilo e rifugiati e gestito proprio dagli enti locali), ha visto più che raddoppiare i posti a disposizione. Questi sono passati da 958 a 1986 nel giro di due anni”. “Il sistema che è stato creato– prosegue  Monica Cerutti – ha consentito di gestire l’accoglienza, soprattutto da parte dei Comuni, in modo egregio. Adesso però il decreto Salvini rischia di avere conseguenze devastanti. Per questo ho invitato tutti i sindaci dei Comuni dove sono presenti Sprar a una riunione in Regione, per decidere cosa fare. Le conseguenze di uno smantellamento del sistema potrebbero essere devastanti”. Una nota della Regione aggiunge che “tra i 40 progetti Spar ce ne sono alcuni che non dovrebbero essere smantellati dal decreto Salvini: i tre che riguardano minori non accompagnati e i 2 per persone con disagio mentale o disabilità. Ben altra sorte subirebbero i 35 ordinari che secondo il decreto sicurezza sarebbero destinati ai soli rifugiati e non più ai richiedenti asilo. Tutto ciò farebbe venir meno la loro ragione d’essere, a vantaggio dell’accoglienza straordinaria gestita dalle prefetture”.

Blocco del traffico dal 15 ottobre

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Iniziano lunedì 15 ottobre a Torino e nei comuni metropolitani i blocchi del traffico diesel in base ai provvedimenti antismog che indicano i  limiti ai veicoli più inquinanti fino a blocchi progressivamente più severi, in relazione a più giorni consecutivi di concentrazione delle polveri sottili. La decisone è del tavolo metropolitano sulla qualità dell’aria, dopo l’analisi della delibera della Regione. Sono previste  esenzioni come  quella per gli ambulanti , con deroghe fra le 8 e le 8.30 e fra le 14 e le 17. Deroghe anche per gli ultrasettantenni e per le auto storiche nei weekend.

Indagine sui disservizi all’anagrafe

E’ stata aperta  un’inchiesta sui disservizi degli sportelli. Il fascicolo in procura è del pm Elisa Buffa e nasce  dall’esposto di un avvocato che non era riuscito a svolgere alcune pratiche agli sportelli, nonostante avesse prenotato. Non deponevano a favore degli uffici anche le code chilometriche e disguidi per il rilascio dei documenti di identità. I giornali parlano anche di possibili vie preferenziali per alcuni calciatori. Anche la consigliera comunale Deborah Montalbano ha denunciato   interruzioni e malfunzionamento del servizio pubblico. Così i documenti della sede centrale dell’anagrafe di via Giulio sono stati acquisiti dalla Guardia di finanza.

Fuga d’amore: bimbo di 9 anni “dirotta” scuolabus

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Un bimbo di soli nove anni dopo essere salito sullo scuolabus si è fatto accompagnare a casa della sua fidanzatina senza dire niente ai genitori, che credevano  tornasse a casa con la mamma di una compagna. Il fatto è avvenuto in una scuola  del Canavese. Il piccolo innamorato non ha aspettato  la madre dell’amica, è salito sullo scuolabus e ha chiesto all’autista di andare nel borgo vicino, per  trovare la compagna di scuola rimasta a casa raffreddata. Una mamma lo ha visto a bordo dello scuolabus e ha chiamato gli insegnanti e i genitori. Così tutto si è risolto nel migliore dei modi e bambino ha passato  il pomeriggio vicino alla propria piccola amica.

Ex Moi, entro l’inverno libera seconda palazzina

Entro fine anno verrà liberata una seconda palazzina dell’ex Moi di Torino,  in parte ancora occupate da migranti. La decisione è stata assunta al Viminale dalla sindaca Chiara Appendino e dal  ministro dell’Interno Matteo Salvini che ha ha dato l’ok al modello di sgombero che il Comune di Torino sta adottando. Da parte del Governo è stato assicurato il sostegno politico ed economico. Il modello prevede lo svuotamento degli edifici occupati dal 2013 anche consentendo alle persone, nel rispetto delle regole, di trovare lavoro e soluzioni abitative regolari. A Roma erano presenti anche il prefetto  Renato Saccone, il presidente della Compagnia di SanPaolo Francesco Profumo e l’assessora al Welfare Sonia Schellino.

Olimpiadi, Chiamparino ci spera ancora

“Nonostante tutto continuo a pensare che qualche spiraglio per coinvolgere il Piemonte nell’organizzazione delle Olimpiadi invernali del 2026 possa ancora esserci e sono convinto che la sua candidatura sia la migliore per la qualità complessiva degli impianti e per l’esperienza di quanto realizzato nel 2006”. Lo ha dichiarato il presidente della Giunta regionale Sergio Chiamparino durante la comunicazione  nel corso della seduta di ieri del Consiglio regionale. Dopo aver ricostruito i punti salienti della vicenda che hanno portato all’esclusione di Torino dall’organizzazione dei Giochi, Chiamparino ha osservato che “questa vicenda dimostra in modo lampante che l’attuale Governo è fatto da un partito forte con la testa a Nord Est e da un partito minoritario che in testa come pensiero dominate ha la decrescita e non la crescita”.

Se l’export deve fare i conti con Trump

Vita difficile per le imprese piemontesi, in particolare quelle che esportano, che hanno a che fare con i fattori  dazi, Trump e instabilità geopolitica. Per sostenere l’export, Sace Simest, gruppo Cdp, e Intesa Sanpaolo hanno promosso un convegno a Torino. Gli organizzatori hanno sottolineato che l’export è decisivo alla crescita italiana, “un patrimonio da difendere”, secondo  Alessandro Decio, ad di Sace . Nell’ultimo anno il settore ha mosso oltre 900 milioni di euro a sostegno dei piani di crescita estera a favore di  più di 1.200 imprese piemontesi e le  esportazioni, sebbene abbia registrato una leggera  flessione ill commercio internazionale, saranno la speranza della crescita tricolore.