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Ultrà bianconeri, sei condanne al processo

Finisce con sei condanne e sei assoluzioni  in tribunale a Torino il processo Last Banner sulle pressioni esercitate dagli ultrà nei confronti della Juventus. La condanna più alta, 4 anni e 10 mesi, è stata inflitta a Dino Mocciola, il leader dei Drughi. Per lui la procura aveva chiesto oltre 13 anni di reclusione. Secondo la tesi della procura, nel 2018-2019 la tifoseria organizzata bianconera fece pressioni illecite sulla Juventus per non perdere benefici e agevolazioni.

Azienda Zero, le Asl piemontesi coordinate per gestire la sanità dopo la pandemia

Con 23 sì e 13 no il Consiglio regionale ha approvato a maggioranza, nella seduta pomeridiana, la Proposta di legge per istituire l’Azienda Zero, presentata dal gruppo Lega, primo firmatario il capogruppo Alberto Preioni.

Il provvedimento, la cui discussione era iniziata nella scorsa seduta, costituisce un’Azienda sanitaria – la Zero, appunto – per ordinare al meglio le Asl piemontesi e fornire all’Assessorato una struttura in grado di gestire la complessità della Sanità, messa a dura prova dalla pandemia.

Al termine della votazione l’assessore alla Sanità Luigi Icardi ha ringraziato l’Assemblea “per il lavoro svolto in Commissione e in Aula” sottolineando che “con l’Azienda Zero la Regione si dota di uno strumento indispensabile che darà maggior efficacia, efficienza, organizzazione e controllo alla Sanità del Piemonte. Uno svolta significativa che porteremo avanti insieme e che apre un capitolo nuovo nella Sanità piemontese”.

La nuova struttura è pensata per garantire lo svolgimento e il coordinamento regionale di numerose attività: le sue funzioni spaziano dalla gestione dell’emergenza-urgenza extraospedaliera e delle attività del 118, del numero unico di emergenza 112 e del 116117, sino alla centralizzazione e programmazione degli acquisti per le Aziende sanitarie.

L’Ente avrà anche tra i suoi compiti il supporto e coordinamento della rete logistica distributiva alla gestione e lo sviluppo del sistema informativo di telemedicina, nonché il coordinamento in materia di medicina territoriale, con particolare riferimento ai percorsi di presa in carico e gestione dei pazienti fragili-cronici e di continuità ospedale-territorio e delle attività relative alla assistenza primaria. Si prevede, a tal fine, lo stanziamento di 646 mila euro per il 2021, di 3,08 milioni per il 2022 e di 587 mila euro per il 2023.

Nella giornata di oggi, in particolare, è stata eseminata una trentina di emendamenti, in parte a firma del capogruppo del Pd Raffaele Gallo e in parte di quello di Luv Marco Grimaldi. Il solo approvato è stato quello presentato dalla Giunta regionale per precisare che il modello di gestione operativa dell’Azienda Zero, al pari delle Aziende sanitarie regionali, è disciplinato con atto aziendale di diritto privato e assoggettato al procedimento regionale di verifica degli atti aziendali.

Nelle dichiarazioni di voto, prima della votazione finale, Andrea Cerutti (Lega) ha salutato “con estremo favore la nascita dell’Azienda Zero. In un momento in cui la Sanità regionale è stata sottoposta a un duro sforzo, la Lega ha avuto la lungimiranza di immaginarne la creazione per rispondere sempre più e meglio ai bisogni dei cittadini”.

Per Raffaele Gallo (Pd) il provvedimento “che sta per essere approvato è assai diverso da quello approdato quasi un anno fa in Commissione. Ci auguriamo si inizi quanto prima a ragionare sul Piano sociosanitario regionale, all’interno del quale avrebbe eventualmente potuto collocarsi l’Azienda Zero. Spenderemo oltre 3 milioni per realizzarla ma non sappiamo quali saranno i risparmi”.

Sarah Disabato (M5s) ha osservato che “mentre sono sempre più numerose le falle del sistema sanitario piemontese, a cominciare da liste d’attesa sempre lunghe, noi discutiamo un provvedimento che costituirà probabilmente un doppione dell’esistente”.

Marco Grimaldi (Luv) ha affermato che “l’Azienda Zero, in questo momento, è quanto mai inopportuna poiché sono evidenti criticità assai più urgenti, a cominciare dall’incapacità dell’Assessorato di gestire il conflitto tra strutture sanitarie e operatori che hanno scelto di non vaccinarsi”.

Per Paolo Bongioanni (FdI) l’Azienda Zero rappresenta “un cambiamento epocale per la costituzione di una nuova governance regionale. E, poiché sono sempre gli uomini a fare la differenza, molto dipenderà da chi sarà chiamato a guidarla”.

Francesca Frediani (M4o) ha sottolineato “la necessità del Sistema sanitario piemontese di essere rafforzato. Il tempo dell’ottimismo non è ancora arrivato: serve invece quello dell’impegno, a cominciare da una diffusione sempre più uniforme dei servizi sul territorio”.

Paolo Ruzzola (Fi) ha ringraziato l’assessore Icardi e il presidente della Commissione Sanità Alessandro Stecco per “il lavoro svolto in Aula e in Commissione, che si è rivelato fruttuoso e ha saputo tenere conto delle istanze di maggioranza e minoranza”.

 

IL PRESIDENTE DELLA REGIONE CIRIO SULLA NASCITA DI AZIENDA ZERO
“In due anni dall’insediamento della nostra Giunta, e nonostante il periodo di emergenza che ha assorbito enormemente le forze di tutto il sistema, abbiamo gettato le fondamenta di una riforma storica che ha l’obiettivo di rendere l’eccellenza della sanità piemontese ancora più efficiente, al passo con i tempi e vicina a ogni cittadino. Accanto alla riforma della medicina territoriale, la nascita di Azienda Zero rappresenta un altro passo decisivo di questo percorso, in cui stiamo mettendo a frutto anche tutto ciò che la pandemia ci ha insegnato. A cominciare dal fatto che sulla sanità non si taglia, ma si costruisce guardando al futuro”.
Sono le parole del presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio sull’approvazione, da parte del Consiglio regionale, della legge che istituisce l’Azienda Zero della sanità piemontese.

Badanti e baby sitter: i datori di lavoro chiedono aiuti economici

META’ DEI DATORI DI LAVORO DI BADANTI E BABY SYTTER CHIEDONO AIUTI ECONOMICI. L’ASSESSORE CAUCINO: «LA REGIONE C’E’ E CI SARA’».

I dati derivano da un’indagine Fidaldo-Irs sul lavoro domestico presentata oggi. La titolare del Welfare della Giunta regionale ha voluto far sentire la vicinanza dell’Ente, esporre le misure già messe in campo e rilanciare, auspicando una sempre maggiore interlocuzione con le associazioni che rappresentano le famiglie. «Per meglio comprendere e, di conseguenza, rispondere ai bisogni effettivi di cura». 

Mediamente oltre il 91% dei datori di lavoro domestico si affida al passaparola o alle conoscenze personali per assumere colf, badanti e baby sitter. E se generalmente prevale la soddisfazione per la scelta dei propri collaboratori (8, in una scala da 1 a 10), nella metà dei casi le famiglie considerano quelle prestazioni non sufficienti a soddisfare i propri bisogni domestici: in particolare il 19% dichiara di riuscire a soddisfare solo parzialmente i propri bisogni di assistenza, mentre il 28% afferma di non riuscirci proprio. I più insoddisfatti sembrano essere i datori di lavoro di baby-sitter: solo il 32% di questi vede infatti le proprie esigenze di assistenza corrisposte, a fronte del 36% e 60% di chi assume, rispettivamente, badanti e colf. È quanto emerge da un’indagine esplorativa sul lavoro domestico in Italia che la Fidaldo, Federazione Italiana dei Datori di Lavoro Domestico, ha commissionato all’Irs, Istituto per la Ricerca Sociale.

L’indagine conferma una natura fortemente privata e autogestita dell’assistenza a domicilio, un welfare ‘fai da te’ in cui il datore di lavoro gestisce in quasi totale autonomia l’intero processo: dal reclutamento alla ricerca di eventuali aiuti esterni e non senza criticità: il 37% degli intervistati ha infatti dichiarato di aver trovato ‘impegnativo o complicato’ il reclutamento della badante, così come il 34% di chi ha cercato una baby sitter, contro il 13% di chi selezionava una colf.

Quanto alla dimensione economica, in generale solo il 6% dei datori di lavoro ha ammesso di ricevere sostegni economici al lavoro domestico da parte di enti pubblici (esempio: bonus badanti o baby sitter). Anche il welfare aziendale per i genitori-dipendenti di aziende o imprese non sembra raggiungere un gran numero di utenti, circa il 10% di chi impiega baby sitter. In più, per chi assume una badante o una baby sitter prevale l’interesse per forme aggiuntive di aiuti economici: il 47% dei datori di lavoro di badanti sarebbe interessato ad ottenerli così come il 47% delle famiglie con una baby sitter. Accanto a questo le famiglie dichiarano di aver bisogno di servizi di informazione e orientamento, che vengono chiesti dal 34% di chi ha assunto una badante e dal 22% di chi ha una tata.

«Come Regione e in particolare come assessorato al Welfare – spiega l’assessore regionale, Chiara Caucino – siamo molto attenti a questa tematica. Prova ne è la nostra partecipazione odierna a questo evento, finalizzata a presentare le iniziative e le misure messe in campo per il supporto famigliare e, in particolare, gli interventi di qualificazione della figura professionale dell’assistente famigliare con il progetto “Assistenza famigliare e reti territoriali”, oltre ai provvedimenti già approvati per sostenere i caregivers e per il supporto ai non auto sufficienti». Caucino pensa però al futuro e auspica «una sempre maggiore interlocuzione con le parti direttamente coinvolte – e in particolare con le associazioni che rappresentano le famiglie – per meglio comprendere e, di conseguenza, meglio rispondere, ai bisogni effettivi di cura che vengono espressi».

Ha vinto il centrosinistra o ha perso il centrodestra? Un’analisi senza sconti

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A cura di Lineaitaliapiemonte.it

In questa tornata legislativa c’é stato il vero capolavoro: il centro destra “unito” ha avuto due anime con la stessa proposta politica del governo, e quindi la stessa del PD, e la terza anima persa nel deserto del nulla cosmico, incapace di assumere una posizione netta e concreta. Di quella moltitudine di italiani in continua protesta nelle piazze non é fregato nulla a nessuno. Con questa splendida strategia pretendevano che la gente andasse ai seggi e li votasse?

Leggi l’articolo:

https://www.lineaitaliapiemonte.it/2021/10/19/leggi-notizia/argomenti/messaggi-in-bottiglia/articolo/lopinione-perche-il-centro-destra-ha-perso-di-marco-corrini.html

Il bollettino Covid di mercoledì 20 ottobre

COVID PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 16.00

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 280 nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui 102 dopo test antigenico), pari allo 0,5% di 53.556 tamponi eseguiti, di cui 46.980 antigenici. Dei 280 nuovi casi, gli asintomatici sono 158 (56,6%).

I casi sono così ripartiti: 130 screening, 111 contatti di caso, 39 con indagine in corso.

Il totale dei casi positivi diventa quindi 386.445, così suddivisi su base provinciale: 31.794 Alessandria, 18.478 Asti, 12.185 Biella, 55.705 Cuneo, 29.986 Novara, 205.800 Torino, 14.368 Vercelli, 13.752 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.592 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 2.785 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 19 (invariato rispetto aieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 189(+ 5 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 3.225.

I tamponi diagnostici finora processati sono 7.771.587(+ 53.556 rispetto a ieri), di cui 2.312.159 risultati negativi.

I DECESSI DIVENTANO 11.799

Un decesso di persona positiva al test del Covid-19, non di oggi,è statocomunicato dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale diventa quindi 11.799 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia:1.580 Alessandria, 721 Asti, 436 Biella, 1.466 Cuneo, 950 Novara, 5.637 Torino, 533 Vercelli, 375 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 101 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

371.213 GUARITI

I pazienti guariti diventano complessivamente 371.213 (+230rispetto a ieri), così suddivisi su base provinciale: 29.926 Alessandria, 17.595 Asti, 11.688 Biella, 53.686 Cuneo, 28.902 Novara, 198.356 Torino, 13.723 Vercelli, 13.308 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.503 extraregione e 2.526 in fase di definizione.

Furti seriali di cellulari, tra le vittime un ragazzino di 11 anni

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I carabinieri arrestano un 27enne

Leinì, 19 ottobre. I carabinieri della locale Stazione hanno arrestato per tentata rapina un 27enne del posto. L’uomo, in via San Francesco al Campo, ha strappato il marsupio a una donna di 69 anni facendola rovinare a terra ed è poi fuggito a piedi. L’immediato intervento dei carabinieri, avvisati da alcuni testimoni al 112, ha permesso di fermare e arrestare il rapinatore mentre la vittima è stata accompagnata all’Ospedale di Ciriè per diverse ecchimosi alle braccia. Il marsupio, contenente un telefono cellulare, è stato recuperato e restituito alla donna. Successive verifiche hanno permesso di accertare che l’arrestato nella stessa mattinata aveva già commesso due furti con destrezza, in particolare era riuscito a rubare in strada i telefoni cellulari a un ragazzino di 11 anni e a una donna di 45 anni.

Scuole, Covid: situazione stabile con 17 focolai e 127 classi in quarantena

MONITORAGGIO SETTIMANALE SULLE SCUOLE DELLA REGIONE PIEMONTE

Dal monitoraggio condotto dalla Regione Piemonte, nella settimana dall’11 al 17 ottobre, la situazione del contagio nelle scuole del territorio risulta pressoché stabile. Salgono lievemente i focolai, che passano da 13 a 17: 1 nei nido (età 0-2anni), 1 nelle scuole dell’infanzia (3-5anni), 2 nelle scuole primarie (6-10anni), 2 nelle scuole secondarie di 1°grado (11-13anni), 11 nelle scuola secondarie di secondo grado (14-18anni). Suddivisi su base provinciale: 3 nell’Alessandrino ( 1 nido, 1 scuola elementare, 1 scuola media), 2 nel Biellese (2 scuole superiori), 1 nel Cuneese ( 1 scuola superiore), 6 Torino città (1 scuola media, 5 superiori), 5 Torino città metropolitana (1 scuola dell’infanzia, 1 scuola primaria, 3 scuola superiore). Nessun focolaio nelle città e province di Asti, Novara, Vercelli e Vco.

Leggera diminuzione invece delle classi in quarantena, che passano da 130 a 127: 5 nei nido, 13 nelle scuole dell’infanzia, 39 classi nelle scuole primarie, 25 classi nelle scuole secondarie di 1° grado, 45 classi nelle scuole secondarie di secondo grado. Suddivise su base provinciale, le classi in quarantena sono 10 nell’Alessandrino (2 nido, 2 scuole dell’infanzia, 2 elementari, 2 medie, 2 superiori), 2 nell’Astigiano (1 nido, 1 superiori), 3 nel Biellese (1 media, 2 superiori), 31 nel Cuneese ( 2 nido, 2 materne, 11 primarie, 6 medie, 10 superiori), 6 Novara (4  primarie, 2 superiori), 21 Torino città (2 infanzia, 3 primaria, 2 medie, 14 superiori), 50 Torino città metropolitana (6 infanzia, 18 primaria, 12 medie, 14 superiori), 4 VCO (1 infanzia 1 primaria, 2 superiori), 0 Vercelli.

Nell’età scolastica l’incidenza del virus si mantiene sotto la soglia di allerta e non mostra trend in salita, al di là di qualche lieve variazione sulle singole classi di età. In particolare nella fascia 11-13 anni l’incidenza è di 48 nuovi casi nella settimana 11-17 ottobre ogni 100 mila giovani di questa età, 42.4 nella fascia 14-18 anni, 39.5 nella fascia 6-10 anni, 32.4 da 3 a 5 anni ed infine 26.2 nell’età 0-2 anni.

I DATI SULL’INCIDENZA DEL VIRUS PER CLASSI DI ETÀ
Per quanto riguarda le altre fasce di popolazione, i dati aggiornati sull’incidenza del virus in Piemonte evidenziano nell’ultima settimana (11-17 ottobre) una sostanziale stabilità del tasso regionale che è di 27.4 casi x 100.000 abitanti, poco più della metà della soglia di allerta dei 50 casi ogni 100.000 abitanti. Situazione pressochè costante dal punto di vista epidemiologico, come nelle classi di età scolastiche, anche in quelle adulte. Con 38 casi l’incidenza maggiore si registra nella fascia 25-44 anni, per scendere al 25.3 tra i 45-59 anni, al 21.5 nella fascia 19-24 anni, al 21.4 tra i 60-69 anni, al 14.8 nella fascia over80. Il dato più basso, 14.2, è quello tra i 70 e 79 anni.

Covid, il bollettino di martedì 19 ottobre

COVID PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 16,30

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 245 nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui 115 dopo test antigenico), pari allo 0,4% di 60.783 tamponi eseguiti, di cui 53.628 antigenici. Dei 245 nuovi casi, gli asintomatici sono154 (62,9%).

I casi sono così ripartiti: 134 screening, 87 contatti di caso, 24 con indagine in corso.

Il totale dei casi positivi diventa quindi 386.165, così suddivisi su base provinciale: 31.755 Alessandria, 18.464 Asti, 12.180 Biella, 55.677 Cuneo, 29.978 Novara, 205.641 Torino, 14.362 Vercelli, 13.747 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.591 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 2.770 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 19 (- rispetto aieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 184 (+ 9 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 3.181.

I tamponi diagnostici finora processati sono 7.718031(60.783 rispetto a ieri), di cui 2.304.263 risultati negativi.

I DECESSI DIVENTANO 11.798

Quattro decessi di persone positive al test del Covid-19 (nessuno di oggi) sono stati comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale diventa quindi 11.79deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia:1.580 Alessandria, 721Asti, 436 Biella, 1.466 Cuneo, 950 Novara,5.636 Torino, 533 Vercelli, 375 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 101 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.

370.983 GUARITI

I pazienti guariti diventano complessivamente 370.983(+162 rispetto a ieri), così suddivisi su base provinciale: 29.885 Alessandria, 17.574 Asti, 11.680 Biella, 53.658 Cuneo, 28.896 Novara, 198.244 Torino, 13.720 Vercelli, 13.299 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.503 extraregione e 2.524 in fase di definizione.

Astensionismo patologico, vittorie e sconfitte a Torino

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IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni

L’astensione  dal voto al ballottaggio di quasi il  60 per cento dei torinesi  è forse il dato più evidente e anche  più preoccupante perché rivela una crisi democratica profonda che evoca quasi i “ludi cartacei”  di mussoliniana memoria. La gente non ha più fiducia nei politici e nei partiti e ha deciso di astenersi. E protesta astenendosi dall’andare ai seggi. Damilano tra il primo e il secondo turno ha perso ben 8000 voti. Una scelta pienamente legittima.

Già al primo turno la disaffezione al voto era evidente, ma essa è diventata macroscopica al ballottaggio e non c’è neppure la scusa del fine settimana al mare in quanto esso si è svolto in autunno. I due candidati non hanno saputo appassionare ,anche se la competenza e l’apparato esperto e collaudato  di Lo Russo hanno avuto la meglio sulla inesperienza, in verità un po’  boriosa, di Damilano che credeva di vincere al primo turno e non ha evitato l’ineleganza di avere prima eletta nella sua lista la cugina, una caduta di stile senza precedenti. Si è notata anche la differenza di cultura politica, amministrativa e giuridica  tra un docente del Politecnico e già assessore e un ragioniere ed imprenditore che ha insistito, ripetendolo come un mantra di essere figlio di un partigiano, pur essendo alleato dei nipoti dei reduci di Salò che certo non hanno apprezzato questo costante richiamo ad una scelta che riguardava il padre, ma non necessariamente il figlio. Io ho conosciuto ad esempio,  figli di partigiani diventati ferventi neo- fascisti. Mi auguro che il nuovo Sindaco, che mi sembra persona seria e non incline alla demagogia, sappia partire dal fatto che il consenso  con cui ha vinto è nei fatti molto limitato, anche se ha stravinto  in termini percentuali su Damilano che continua a vantare un 12 per cento di consensi personali, una percentuale troppo esile per consacrarlo leader. Se posso dire, Lo Russo deve guardare all’esempio di Castellani e di Fassino e non a Chiamparino che si montò la testa per aver battuto Buttiglione, la peggiore candidatura del centro-destra che oggi esce a pezzi e clamorosamente battuto. Senza le capacità del federatore Berlusconi , esso è un’alleanza perdente in partenza perché conflittuale e perché guidata da persone senza carisma, anzi senza la benché minima qualità politica. Mi auguro che Lo Russo sappia aprirsi anche a chi non l’ha votato come seppe fare Fassino e mi auguro altresì che tenga a bada gli estremisti di sinistra che lo hanno sostenuto al ballottaggio come Angelo D’Orsi che si ritiene il nuovo Gramsci. Ci sono dei moderati che possono guardare a Lo Russo con simpatia soprattutto per la sua esperienza e per la sua cultura. Ma dev’essere chiaro che la prima

Paolo Damilano

condizione è  quella di mantenere fuori dalla maggioranza e da ogni incarico i grillini che hanno paralizzato la Città per cinque  anni e che Lo Russo ha combattuto coerentemente  in Consiglio Comunale, mentre il centro – destra si rivelò del tutto inesistente, anche per le persone che lo rappresentavano e sulle quali è meglio stendere un velo pietoso. La parabola di Damilano ha avuto termine e forse la cosa migliore che potrebbe fare è quella di rinunciare al seggio e di tornare a dedicarsi con successo ai suoi affari. Sarebbe impensabile un Damilano bis tra cinque anni in una situazione politica che c’è da sperare possa cambiare radicalmente.  Si troverebbe insieme a persone del tutto disomogenee.  Vorrei dire  con franchezza a Damilano  (che non ho mai avuto il piacere  di conoscere  di persona)  che il compianto Domenico  Carpanini, straordinario leader dell’opposizione al Pentapartito in Comune, passava i sabati e le domeniche a studiare le delibere in discussione il lunedì in Consigli , un lavoro ciclopico a cui Damilano non sarebbe mai disposto (e lo capisco e lo giustifico) a sottoporsi. Fare l’opposizione è cosa ardua e difficile  che richiede un impegno che solo Carpanini  seppe mettere in gioco, anche a scapito della serenità  della vita famigliare, come era tipico dei vecchi comunisti che mettevano il partito al primo posto  della loro vita. Mi spiace che tre miei amici abbiano gettato  inutilmente tempo, disinteresse personale  ed autentica  passione  civile a sostegno di Damilano. Quei miei amici, ma anche altri, rigorosamente non eletti, potrebbero essere una speranza per il futuro. Sono invece contento che i trasformisti che erano nel listino di Chiamparino e passarono dalla parte opposta, siano rimasti clamorosamente battuti. Quegli alleati dell’ultima ora hanno fatto perdere voti a Damilano che ha pensato per un momento di essere diventato  un federatore come lo fu  Berlusconi, che è stato un esempio inimitabile  e non ripetibile.

Il Salone più grande di sempre: 150mila visitatori, vendite in crescita per gli editori

Oltre 50mila studenti in visita fisica o virtuale

La giornata di lunedì 18 ottobre chiude ufficialmente la XXXIII edizione del Salone Internazionale del Libro. Dopo quasi due anni e mezzo la comunità del Salone è tornata a casa, a Lingotto Fiere. Sono tornati lettrici e lettori, scrittrici e scrittori, editori, insegnanti, studenti, famiglie, ragazzi, bambini, semplici cittadini e tanti volti nuovi – soprattutto giovani – che hanno risposto a una sfida senza precedenti, e l’hanno fatto in maniera altrettanto eccezionale.

 

A tirare le fila dell’evento durante la conferenza stampa tenutasi presso la Sala Oro, sono stati: Silvio Viale, presidente dell’Associazione Torino, La Città del Libro; Giulio Biino, presidente della Fondazione Circolo dei lettori; Vittoria Poggio, Assessore alla Cultura, al Turismo e al Commercio della Regione Piemonte; Francesca Paola Leon, Assessore alla Cultura della Città di Torino; Piero Crocenzi, amministratore delegato di Salone Libro s.r.l.; Nicola Lagioia, direttore editoriale del Salone Internazionale del Libro di Torino.

 

Grazie alla riorganizzazione degli spazi è stato possibile accogliere in sicurezza un numero di circa 150.000 visitatori (a partire dai 148.000 registrati alle ore 16:00 a cui si aggiungono quelli stimati dalle proiezioni delle ultime ore del lunedì). Sono stati 18mila i metri quadrati in più ricavati all’interno dei padiglioni 1, 2, 3 e Oval del centro polifunzionale Lingotto, la rinnovata larghezza dei corridoi di 4 metri – particolarmente apprezzata anche dagli editori – ha facilitato i flussi e l’accesso alle nuove sale a disposizione.

 

Lo staff del Salone, composto da più di 90 persone, ha percorso nell’arco di 5 giorni oltre 8.000 km, la stessa distanza che si impiegherebbe a raggiungere Pechino da Torino a piedi o a percorrere il Giro d’Italia due volte. Sono oltre 200 i volontari e i cosiddetti “felpini”, giovani collaboratori che hanno gestito pubblico e ospiti nelle sale, anche a loro si deve il successo di questo Salone.

 

Il Salone è stato raccontato da tutte le angolazioni possibili, lo dimostrano gli oltre 40.000 scatti realizzati dal team fotografi, le oltre 3500 pagine di rassegna stampa raccolte nei soli giorni della Fiera e i 320 passaggi su radio e televisione. Gli accrediti professionali dell’edizione 2021 hanno visto un sensibile incremento: Stampa: 1.576; Blogger: 658; Professionali: 2.980 (+ 150%) per un totale di 5.214 accrediti professionali (+ 53%).

 

Secondo le stime dell‘Osservatorio alberghiero della Camera di commercio di Torino, nel weekend appena trascorso l’occupazione alberghiera si è attestata all’84%, con un picco pari all’85,8% nella notte tra sabato e domenica, un incremento del 18,5% rispetto alla settimana precedente.