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In piazza gli studenti pro Palestina e No Meloni: 19 agenti al pronto soccorso per le esalazioni di un ordigno urticante

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Alcune centinaia di studenti dell’Università e delle scuole superiori sono scesi in piazza questa mattina a Torino contro il governo Meloni e contro l’intervento militare di Israele a Gaza. Anche nel capoluogo piemontese sono apparsi i cartelli con i volti dei politici insanguinati, perché considerati “complici del genocidio”.

POLIZIOTTI FERITI
Sono 19 gli intossicati agenti che sono finiti al pronto soccorso per le esalazioni urticanti dovute allo scoppio di una “bomba” artigianale al cloro.  Alle forze di polizia è giunta la solidarietà della premier Giorgia Meloni e della deputata Fdi Augusta Montaruli che ha commentato: “Il lancio di un ordigno contro le forze dell’ordine è un atto di eversione. Ai poliziotti massima solidarietà, che per noi si traduce nel portare avanti spedito il pacchetto Sicurezza. Chi si oppone al dl Sicurezza non vuole rigore verso chi usa violenza facendo diventare il diritto di manifestare ‘pretesa di aggredire’ impuniti. La gravità di quanto sta avvenendo deve ulteriormente convincere, chi ancora lo nega, del fatto che esiste una galassia torinese pericolosissima. Una galassia che si alimenta del buonismo di una sinistra che in Aula alla Camera si oppone alle aggravanti per le violenze alle forze di polizia e in città chiede sanatorie di centri sociali”. Gli scontri violenti che si sono verificati a Torino sono un episodio inaccettabile. La violenza non è mai la risposta, soprattutto quando si tratta di esprimere un’opinione. È fondamentale che tutti comprendano che il confronto e la protesta devono sempre avvenire nel rispetto delle persone e delle proprietà altrui. Esprimo la mia solidarietà al Ministro Valditara e alle forze dell’ordine che in situazioni come queste sono chiamate a svolgere un compito difficile. Auspico che i giovani comprendano il valore del dialogo e del dissenso pacifico, strumenti fondamentali per ottenere ascolto e rispetto. Chi incita alla rivolta sociale farebbe bene a interrogarsi sull’opportunità di quel linguaggio, foriero di comportamenti inaccettabili e di pericolose derive”. Così il Ministro per la Pubblica amministrazione, e senatore di Forza Italia, Paolo Zangrillo

BANDIERA PALESTINESE SULLA MOLE
Come da tradizione nei cortei studenteschi torinesi non poteva mancare nel programma della manifestazione la tappa di contestazione davanti all’ufficio scolastico regionale di Corso Vittorio. Sulla Mole il tricolore è stato sostituito da una bandiera palestinese.

Il Museo Nazionale dell’Automobile racconta i 125 anni di Fiat

Dal 15 novembre 2024 al 04 maggio 2025

Il Museo Nazionale dell’Automobile racconta i 125 anni della fabbrica torinese con una mostra che ne ripercorre più di un secolo di sperimentazioni. In esposizione opere pittoriche, manifesti, bozzetti, documenti d’archivio, materiali grafici, fotografici e audiovisivi d’eccezione: un caleidoscopio di immagini per raccontare 125 anni dell’azienda che ha rappresentato la via italiana alla modernità a partire dal patrimonio visivo che ha prodotto o ispirato.

Nove vetture iconiche completano l’esposizione: dalla mitica Eldridge Mefistofele del 1923 alla popolarissima Panda disegnata da Giorgetto Giugiaro nel 1982, dalla 508 Balilla del 1932 alla 124 Abarth del 1973, la mostra è un viaggio attraverso decenni di sperimentazione e innovazione.

 In occasione dell’anniversario dei 125 anni dalla fondazione della FIAT, il MAUTO – Museo Nazionale dell’Automobile presenta la mostra 125 VOLTE FIAT. La modernità attraverso l’immaginario FIAT che ripercorre la lunga e avvincente storia, unica nel contesto industriale novecentesco, della fabbrica automobilistica torinese, offrendone una rilettura che ne evidenzia l’impatto sociale e la produzione artistica. Il progetto espositivo, curato da Giuliano Sergio e realizzato in collaborazione con Centro Storico FIAT e Heritage HUB, è visitabile dal 15 novembre 2024 al 4 maggio 2025 negli spazi al piano terra del Museo.

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Nata nel 1899, la Fabbrica Italiana Automobili Torino ha saputo cogliere le opportunità della rivoluzione industriale e dell’unità nazionale italiana per imporsi quale principale interprete privato della modernizzazione del Paese nel secolo scorso. Attingendo al vasto patrimonio visivo prodotto o ispirato da FIAT, la mostra 125 VOLTE FIAT. La modernità attraverso l’immaginario FIAT ripercorre il legame che ha unito l’azienda automobilistica torinese allo sviluppo culturale, industriale ed economico dell’Italia. Un racconto – disseminato di approfondimenti su arte, cinema, comunicazione, design, architettura, pubblicità, musica e letteratura – che, attraverso la potenza evocativa degli oggetti e delle immagini, racconta oltre un secolo di storia e sperimentazioni, non solo in campo automobilistico, offrendo uno sguardo approfondito sul modello imprenditoriale unico di un’azienda che ha rappresentato la via italiana alla modernità, esplorando linguaggi, settori produttivi e ambiti geografici.

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Il percorso espositivo si sviluppa a partire da un approccio polidisciplinare, ben rappresentato dal team di co-curatori che hanno affiancato Giuliano Sergio: Davide Lorenzone e Ilaria Pani, rispettivamente Conservatore e Responsabile del Centro di Documentazione del MAUTO; Maurizio Torchio, Responsabile Centro Storico Fiat e Roberto Giolito, Head of Heritage Stellantis Italy. Insieme a loro, in qualità di esperti dei rispettivi campi d’indagine e autori dei saggi in catalogo: Clino Trini Castelli, Designer, Maurizio Cilli, Architetto e Artista, Mauro Coppini, Giornalista, Manuel Orazi, Architetto e Roberto Vaccà, Pubblicitario.

Il Presidente del MAUTO Benedetto Camerana dichiara “125 anni di FIAT: è una data importante per tutti, per l’azienda come per il MAUTO da essa partecipato, ma lo è soprattutto per Torino, che si conferma una delle grandi motown globali. La mostra è una rilettura della storia FIAT dalla fondazione al futuro – non una, ma sei FIAT, come ho raccontato nella mia introduzione al Catalogo Skira – una miniera rivelata di sorprese e di produzioni non solo meccaniche e industriali in senso lato, ma anche artistiche, grafiche, architettoniche, letterarie, sociali, pubblicitarie, musicali. È la linea critica del MAUTO: ripensare l’automobile come punto di incontro di un sistema di valori, discipline, linguaggi e culture differenti. Il carico culturale dell’auto sta nella sua straordinaria capacità di evocazione, di riprodurre e comunicare memorie, sogni, viaggi, luoghi, emozioni, individuali e collettive. Ma la mostra va oltre il ‘’fenomeno’’ auto ed indaga la struttura organizzata della sua produzione: è il racconto dell’espressione e della modernità culturale di una grande industria del Novecento che si avvia al domani, alle battaglie dei prossimi decenni”.

Il Sindaco della Città di Torino Stefano Lo Russo dichiara: “Nel corso dei suoi 125 anni di storia Fiat ha rappresentato una pietra miliare della tradizione industriale italiana portando il nome di Torino nel mondo. Una storia nel corso della quale ha sempre saputo guardare al futuro anticipando stili, tendenze, tecnologie. Un patrimonio che certamente questa mostra valorizza al meglio offrendo uno sguardo su un percorso unico nel panorama dell’industria automobilistica e non solo. Il Museo Nazionale dell’Automobile offre così un’occasione per scoprire la storia industriale della nostra città alle tantissime persone che stanno arrivando e arriveranno a Torino per le Atp Finals, l’Assemblea Nazionale dell’Anci e i tanti eventi di questi mesi ricchissimi”.

“L’ambizione di questa mostra e del catalogo che la accompagna è di raccontare i 125 anni della Fiat attraverso un caleidoscopio di immagini, un turbinio di oggetti, una miriade di tracce e documenti inattesi – dichiara Giuliano Sergio, Curatore della mostra -. Vorremmo sorprendere un pubblico troppo avvezzo a considerare la Fiat come una semplice fabbrica di automobili e già pronto a ammirare la lunga e ordinata carrellata dei prodotti che hanno fatto la storia industriale italiana e internazionale. Dietro l’immaginario ufficiale e un po’ polveroso dell’ammiraglia nazionale dell’automotive si nasconde una storia sorprendente e mobile, la capacità che l’ha sempre contraddistinta di saper interpretare le tumultuose vicende storiche del Novecento per proiettarsi nel contemporaneo”.

“Siamo molto felici di collaborare con il Museo Nazionale dell’Automobile in occasione della mostra 125 volte FIAT. La modernità attraverso l’immaginario FIAT – dichiara la Prorettrice dell’Università di Torino Giulia Carluccio – La mostra rappresenta infatti un’opportunità unica per esplorare il patrimonio visivo prodotto e ispirato dalla FIAT raccontando la cultura e l’immaginario che hanno accompagnato l’industrializzazione italiana. Attraverso la partecipazione dei nostri docenti al ciclo di incontri con il pubblico, l’Università prosegue la sua missione di dialogo con il territorio e i suoi attori promuovendo il ruolo dell’Università come motore di sviluppo sociale e culturale attraverso la condivisione di competenze e energie per contribuire alla diffusione della cultura e alla crescita collettiva della società

L’ALLESTIMENTO E I MATERIALI ESPOSTI

In esposizione al MAUTO, nove vetture rappresentative della storia del celebre marchio italiano: la Eldridge Mefistofele del 1923 che, con la sua silhouette slanciata e la sua mole possente, segna uno dei primi esempi di vettura da record; la 508 Balilla del 1932, vettura compatta ed economica che rappresenta il passaggio dalla produzione di automobili per élite a un’idea di mobilità per le masse; la 500 A Topolino del 1936, rivoluzionaria nel design e pensata per offrire una soluzione di mobilità agile e scattante che avrebbe ispirato generazioni di city car; la 8V prodotta tra il 1952 e il 1954 per un pubblico esclusivo; la 600 del 1955, caratterizzata da un’architettura semplice ma innovativa e progettata per rendere la vita dell’utente più facile e piacevole; la 124 Abarth del 1973 vettura che incarna l’essenza delle auto da competizione; la X1/23 prototipo del 1974, avanzata concept car elettrica a 2 posti che anticipa il futuro della mobilità sostenibile grazie alla sua propulsione a zero emissioni e al design leggero e ultracompatto; la Panda 30 del 1982, considerata, insieme alla 500, l’utilitaria italiana per eccellenza; la 500 Riva del 2016, un gioiello esclusivo per amanti del lusso dal design ricercato. “Special guest” la Nuova 500 “La Prima” cabrio, rilettura in chiave sostenibile e altamente tecnologica di un’icona senza tempo del design italiano.

Le vetture esposte sono corredate da una vasta selezione di opere d’arte, documenti d’archivio, materiali grafici, fotografici e audiovisivi d’eccezione che contribuiscono a definire l’immaginario visivo dell’azienda: dai manifesti e bozzetti pubblicitari di inizio secolo realizzati, tra gli altri, da Leopoldo Metlicovitz e Plinio Codognato – nei quali si compie il transito dalla cultura estetica liberty all’abbagliante potenza delle nuove possibilità tecniche e meccaniche che ispireranno il futurismo – alle opere pittoriche di Mario Sironi, Carlo Carrà e Felice Casorati che offrono una straordinaria rappresentazione della modernità immaginata da Fiat tra le due guerre; dai disegni di Marcello Dudovich e Giuseppe Romano che portano alla ribalta la figura femminile, protagonista della modernità degli Anni Venti, a una serie di fotografie scattate da Luigi Ghirri a Palazzo Grassi negli Anni Novanta.

 

E poi documenti – cartacei, audiovisivi e memorabilia – arricchiscono di dettagli questo racconto distribuito in 8 macrosezioni espositive:

 

• Manifesti e Bozzetti: vero e proprio portale di accesso all’immaginario FIAT – la sezione raccoglie oltre 50 bozzetti e manifesti realizzati tra il 1928 e il 1940;

• Terra Mare Cielo: citando il famoso slogan pubblicitario, la sezione racconta come l’azienda si sia cimentata, a partire dall’inizio del Novecento, nella produzione in tutti i settori della mobilità motorizzata, dall’aviazione ai motoscafi;

• Welfare Fiat: la sezione racconta il modello integrale delle politiche di welfare dell’azienda, che accompagna – a partire dal primo dopoguerra – i propri impiegati e operai dalle scuole di formazione alle colonie estive, dal dopolavoro ai sanatori;

• Design e Stile: la sezione racconta la continua ricerca di funzionalità ed economicità che ha caratterizzato l’identità Fiat definendo la qualità progettuale del suo prodotto e la forte componente innovativa del suo approccio;

• Visioni al futuro. Architettura, urbanistica, energia: una carrellata di progetti che raccontano l’impegno dell’azienda in vari settori, tra cui l’ingegneria civile, l’elettromeccanica, l’architettura e la costruzione di impianti complessi come raffinerie, centrali energetiche e stabilimenti industriali;

• Oltre l’auto: una rassegna dei più diversi oggetti targati Fiat – dalle biciclette ai ciclomotori, dalle forbici ai piatti, dai tostapane ai frigoriferi – testimoniano la strategia dell’azienda di espandere la sua presenza nel mercato italiano

• Cinefiat e Pubblicità: la sezione racconta l’attività di documentazione audiovisiva del dipartimento Cinefiat che produce non soltanto spot pubblicitari, ma anche film di vario metraggio, documentari, cinema d’animazione, musical e cinegiornali e proseguirà la sua attività fino agli anni Novanta del Novecento.

• Sport e Corse: la sezione racconta oltre un secolo di successi iridati Fiat e lo storico sodalizio con Pirelli, accompagnati da video storici.

 

Credits Cosimo Maffione

Stazioni ferroviarie dismesse di Dora e Madonna di Campagna, il piano della Regione per riqualificarle

l’Assessore Regionale al Patrimonio Gian Luca Vignale, insieme ai rappresentanti della Circoscrizione V, il Presidente Enrico Crescimanno e il Vice Presidente Antonio Cuzzilla, e i rappresentanti delle Associazioni hanno effettuato un sopralluogo per verificare lo stato dei luoghi di Stazione Dora e Stazione Madonna di Campagna sulla ex tratta ferroviaria Torino-Ceres a Torino.

Le due stazioni sono state dismesse circa cinque anni fa e da allora non svolgono più la loro funzione ferroviaria.  Recentemente il Demanio ha disposto il trasferimento di questi beni alla Regione. L’Assessore insieme alle istituzioni locali e alle associazioni, ha visionato i locali e le strutture al fine di verificare le condizioni degli stessi e cominciare il percorso per valorizzare e riqualificare queste aree.

<Le stazioni Dora e Madonna di Campagna della ex ferrovia Torino-Ceres oggi dismesse sono un bene che di recente è stato trasferito dal Demanio alla Regione e, come ci tengo a sottolineare, i beni della Regione sono beni di tutti i cittadini – ha dichiarato al termine dei sopralluoghi l’Assessore Vignale – Avendo queste stazioni esaurito il loro compito primario, il nostro impegno è finalizzato al riutilizzo dalla collettività in altri modi.

L’obiettivo della Regione è che questi luoghi tornino ad essere vivi e vitali. Collaborando con gli enti locali come la Circoscrizione e il Comune, affinché vengano utilizzati da associazioni, ma anche da attività commerciali. Questo è, anche, l’unico modo per strapparli al degrado e all’utilizzo indesiderato di terzi, che in questi posti abbandonati potrebbero entrare.

Il patrimonio regionale deve sempre essere sostenibile, per questo pensiamo anche alla loro gestione dal punto di vista economico. Luoghi simili devono essere riqualificati preservando il passato ferroviario che hanno rappresentato, sfruttando, ad esempio, il tanto materiale che potrebbe essere utilizzato per progetti come Porta Milano, così come per Stazione Dora e Madonna di Campagna. Nell’immediato un primo progetto di valorizzazione sarà su Stazione Dora, dove già ci sono associazioni già attive, in occasione del Natale. Una collaborazione per cui interverremo con una messa in sicurezza per rendere i luoghi fruibili dai cittadini.

A medio termine, però, servirà concertare gli interventi sia per la sicurezza dei luoghi che per la loro rivitalizzazione. Non è la Regione che deve preordinare ipotesi di utilizzo delle stazioni, ma deve ascoltare le istanze e le proposte che nascono in concertazione con la Circoscrizione, il Comune, le associazioni del luogo e gli eventuali e futuri partner privati commerciali che qui potrebbero aprire le loro attività>.

È Torino la Capitale Europea dell’Innovazione 2024

È Torino la Capitale Europea dell’Innovazione 2024 (iCapital), riconoscimento che intende celebrare le città europee che sono all’avanguardia nella fornitura di soluzioni innovative a vantaggio dei loro cittadini.

L’annuncio ieri a Lisbona, città che aveva vinto questo premio lo scorso anno. A consegnare il premio al Sindaco Stefano Lo Russo sul palco principale del Web Summit, uno degli appuntamenti dedicati all’innovazione più interessanti d’Europa e sicuramente uno dei più importanti al mondo, la Commissaria europea all’innovazione, ricerca, cultura, istruzione e gioventù Iliana Ivanova.

“L’assegnazione del ‘Premio Capitale Europea dell’Innovazione 2024’ è un riconoscimento all’impegno e al lavoro per delineare una visione del futuro che abbia cittadini e comunità sempre al centro dei processi innovativi. L’innovazione è un potente strumento per creare ambienti più giusti, più sostenibili e vivibili.  Grazie alle nuove tecnologie e alla pianificazione urbana è possibile migliorare sia la qualità di vita dei cittadini sia i livelli di servizio pubblico rivolgendo la nostra attenzione a sostenibilità, efficienza energetica, comunicazioni e gestione delle emergenze” commenta il Sindaco Stefano Lo Russo.

“La nostra città – ricorda l’assessora all’Innovazione della Città di Torino, Chiara Foglietta, anche lei a Lisbona – ha saputo mostrare un approccio globale alla sperimentazione e all’innovazione, sfruttando la sua ricca storia e il suo ecosistema per affrontare le sfide urbane presenti e future. La città ha sviluppato una gamma di soluzioni innovative, dalle tecnologie per città intelligenti alle iniziative di innovazione sociale, e ha posto particolare attenzione alla collaborazione, all’inclusività e alle questioni ambientali”.

Per supportare la candidatura di Torino erano presenti all’evento tecnologico nella città portoghese diversi attori rappresentativi dell’ecosistema locale dell’innovazione e coinvolti nelle progettualità torinesi premiate: i due Atenei -Università di Torino e Politecnico di Torino-, la Camera di Commercio di Torino con Torino Social Impact, Fondazione Compagnia di San Paolo, Fondazione Piemonte Innova.

La giuria ha evidenziato come fattori per l’assegnazione di questo premio il ruolo di iniziative come la piattaforma Torino City Lab, il laboratorio di innovazione aperto e diffuso della Città di Torino che dal 2021 si è arricchito con la Casa delle Tecnologie Emergenti CTE Next. Così come la collegata piattaforma Torino Social Impact con le numerose progettualità finalizzate a creare impatto sociale sul territorio. Strumenti ma soprattutto ecosistemi di attori ed energie che hanno consentito la co-creazione e la sperimentazione di soluzioni urbane all’avanguardia in condizioni reali in settori che vanno dalla Smart Mobility, allo Smart Living verso un modello di Città a zero emissioni e generativa di opportunità per tutti.

Attraverso iCapital, l’Unione Europea premia le città con ecosistemi di innovazione inclusivi. Il premio, giunto quest’anno alla sua decima edizione, identifica le città che riescono a connettere i cittadini con il mondo accademico, il settore privato e quello pubblico per migliorare il benessere dell’intera società, promuovendo allo stesso tempo l’innovazione rivoluzionaria.

Sono città che hanno adottato misure per rimodellare le proprie comunità incorporando l’innovazione nel tessuto della vita quotidiana, da iniziative pionieristiche di sostenibilità alla promozione di una trasformazione digitale inclusiva. Queste città innovative non solo hanno trasformato i loro paesaggi urbani, ma fungono anche da modelli per gli altri, dimostrando come l’innovazione possa essere uno strumento per il cambiamento sistemico e il progresso sociale.

A Torino – preferita a Espoo (Finlandia) e West Midlands (Regno Unito) nella categoria ‘Capitale Europa dell’Innovazione’ – andranno anche 1 milione di euro. Nella categoria ‘Città Innovative Emergenti’ ha vinto la città Braga (Portogallo), davanti Linz (Austria) e Oulu (Finlandia) .

Tra i vincitori delle precedenti edizioni Barcellona (2014), Amsterdam (2016), Parigi (2017), Atene (2018), Nantes (2019), Lovanio (2020), Dortmund (2021), Aix-Marseille Provence Metropole (2022) e Lisbona (2023). come Capitali europee dell’innovazione. Nella categoria delle città innovative emergenti, i vincitori precedenti sono Vantaa (2021), Haarlem (2022) e Linkoping (2023).

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La cultura come risorsa per la salute

Alleanza sancita da un accordo pluriennale in collaborazione con Museo Nazionale dell’Automobile, Città della Salute e delle Scienze e Biblioteche civiche. 

L’azienda ospedaliera e universitaria Città della Salute e della Scienza di Torino, su proposta della Fondazione Medicina a Misura di donna Onlus, ha siglato un accordo pluriennale con il MAUTO – Museo Nazionale dell’Automobile, l’istituzione culturale di prossimità dell’azienda sanitaria, in collaborazione con il servizio Biblioteche della Città di Torino, Abbonamento musei CCW Cultural Welfare Center. Il percorso riguarderà tutta la cittadinanza e inizia con l’incontro di accompagnamento alla nascita in Museo per proseguire con il ben-essere dei professionisti della cura, risorse primarie della cura dei cittadini e della società. La collaborazione intersettoriale tra cultura, sociale e sanità ha un ruolo importante nella salute della comunità, tanto che la Commissione Europea ha inserito tra i pilastri delle proprie politiche del piano Cultura proprio la relazione e tra cultura e salute. La sanità è la porta maestra di contatto per avvicinare tutti i cittadini alle opportunità territoriali che contribuiscono allo sviluppo del potenziale individuale, all’aumento della resilienza alle avversità, al contrasto dall’isolamento e dei disagi emotivi. 

La AOU – Città della Salute e della Scienza ha colto l’invito promosso dalla Fondazione Medicina a Misura di Donna allo sviluppo di un percorso sistemico e sistematico con il Museo Nazionale dell’Automobile, istituzione culturale con cui confina, luogo di bellezza in dialogo con la natura fluviale. La prospettiva di collaborazione si basa sull’esperienza avvenuta nell’ospedale Sant’Anna della Fondazione che, dal 2011, ha varato con la AOU un percorso di ricerca e azione su “Cultura e Salute”, che ha trasformato con processi partecipati attraverso le arti visive (poesia, musica, teatro e danza), il volto organizzativo di un intero blocco ospedaliero che vedrà nel MAUTO una piattaforma di sviluppo. L’accordo coinvolge le BCT Biblioteche Civiche Centrali sia per il riconoscimento dell’importanza della lettura in famiglia, già nei primi mille giorni di vita, sia per la prossima apertura della Biblioteca Civica al Valentino, con la quale disegnare sinergie. Il primo atto sarà lo sviluppo degli incontri di accompagnamento alla nascita in Museo per i primi mille giorni, centrali per lo sviluppo neuronale di ogni individuo e il ben-essere biopsicosociale della mamma e della famiglia. Verranno progettate azioni che si rivolgeranno a tutta la cittadinanza, ma in prima istanza al personale sanitario e agli operatori di cura, risorse primarie per l’attivazione di percorsi di ben-essere a caduta su pazienti e cittadini. L’accordo è un passo per lo studio della prescrizione sociale accanto alle consuete terapie, della partecipazione regolare di iniziative sociali e culturali volte a rafforzare legami sociali che riducono il rischio di vulnerabilità alle malattie.

“Il progetto Nati per leggere, in sinergia con Nati per la cultura e grazie alle collaborazioni di biblioteche e musei, si configura come un fondamentale strumento strategico per la città di Torino – dichiara l’Assessora alla Cultura del Comune di Torino Rosanna Purchia – questa iniziativa mira a coinvolgere in modo capillare le comunità e i territori raggiungendo tutti i quartieri e le famiglie, anche quelle meno abituate a frequentare i luoghi della cultura. L’accordo attuale amplia la portata delle azioni rendendole trasversali e diffuse in tutte le zone di Torino. L’alleanza tra Cultura e Salute si basa su un corpus sempre più solido di evidenze scientifiche che dimostrano come la partecipazione culturale possa sostenere lo sviluppo dei bambini e delle bambine, contribuendo a prevenire malattie, migliorando il benessere fisico e mentale, e promuovendo stili di vita sani, favorendo la creazione di comunità resilienti”.

Mara Martellotta 

La nuova Cavallerizza Reale, via libera alla riqualificazione: approvata la variante al progetto

La Giunta comunale, su proposta dell’assessore all’Urbanistica Paolo Mazzoleni, ha approvato la variante al Progetto Unitario di Riqualificazione (P.U.R.) del complesso storico della Cavallerizza Reale, strumento previsto dall’attuale P.R.G. per definire l’assetto generale, i tipi di intervento previsti sugli immobili, le unità minime di intervento, le specifiche destinazioni d’uso.

La variante consentirà quindi di attuare la trasformazione della Cavallerizza in un polo culturale multifunzionale, un mix di attività pubbliche e private, segnando ufficialmente l’avvio del grande cantiere di recupero. A seguito del successivo passaggio in Consiglio Comunale, tutti i soggetti coinvolti -escluso Fondazione Compagnia di San Paolo il cui progetto era stato approvato nel mese di luglio- potranno infatti presentare i titoli edilizi necessari per dare il via ai lavori sulle porzioni di fabbricati di loro proprietà.

La variante recepisce l’aggiornamento dell’assetto proprietariocomplessivo, mutato e ampliato rispetto al P.U.R. approvato nel 2021: il Comune di Torino ha in proprietà le U.M.I 6 Cavallerizza Alfieriana, U.M.I. 8 Maneggio Chiablese e U.M.I. 4 Piazzetta Accademia Militare all’interno del Complesso e Piazzetta Rossaro; la Cartolarizzazione Città di Torino S.r.l. – CCT ha in proprietà la U.M.I. 9 edificio denominato Zecca); la Fondazione Compagnia di San Paolo ha in proprietà le U.M.I. 5 Manica del Mosca, U.M.I. 10 Pagliere, U.M.I. 11 Piazzetta Vasco e Passaggio Chiablese; l’Università degli Studi di Torino ha in proprietà la U.M.I. 7 Corte delle Guardie; CDP Real Asset Sgr Spa ha in proprietà U.M.I. 3 Rotonda Castellamontiana, U.M.I. 1 Accademia Militare e U.M.I. 2 Corpi di Fabbrica di Via Verdi).

Il riassetto proprietario ha anche aggiornato le destinazioni delle rispettive Unità Minime di Intervento (U.M.I.) per il recupero del complesso.

In particolare, nella UMI 1 – Accademia Militare è prevista la realizzazione di una struttura alberghiera mentre nella UMI 2 e in una piccola porzione della UMI 1 (locali della ex Cappella) si prevede l’insediamento del cosiddetto Polo delle Arti, costituito dall’Accademia delle Belle Arti, dal Conservatorio Giuseppe Verdi e dalla Fondazione Collegio Universitario Einaudi. Gli immobili di proprietà dell’Università di Torino saranno destinati ad ospitare nuovi spazi per l’Ateneo. Negli immobili attualmente di proprietà della Città di Torino (U.M.I. 6 Cavallerizza Alfieriana) o che saranno ceduti nell’ambito delle attuazioni (UMI 3 Rotonda Castellamontiana e parte delle UMI 1, 2 e 7) è prevista la realizzazione di uno spazio polivalente dedicato alla ricerca e alla sperimentazione nel campo delle arti performative, attraverso interventi di restauro conservativo della Cavallerizza Alfieriana, del recupero della Rotonda, delle maniche al piano terra della corte delle Guardie e della manica della crociera verso via Verdi. Nell’U.M.I. 5 – Manica del Mosca, di proprietà della Fondazione Compagnia di San Paolo, si insedierà la nuova sede della Fondazione stessa, mentre nella UMI 10 Pagliere sono previste attività terziarie.

Tra gli elementi distintivi della variante approvata spicca l’inclusione del cosiddetto Lotto Zero, un innovativo impianto geotermico che garantirà la climatizzazione sostenibile di tutte le U.M.I. del complesso. Le progettazioni ipotizzate sul Complesso ampliano l’offerta di funzioni pubbliche rispetto a quelle previste dal PUR approvato nel 2021, proponendo una riqualificazione orientata alla promozione culturale della Città, restituendo spazi alla fruizione della cittadinanza e dando luogo alla creazione del “polo culturale” auspicato nel percorso di redazione e approvazione del PUR.

Gli interventi aggiuntivi individuati dalla variante, sono riferiti, oltre alla possibilità di realizzare limitate porzioni dei nuovi volumi, alla puntuale modifica di solai per rivedere il sistema distributivo verticale necessario per l’inserimento delle nuove funzioni, alla ricomposizione di alcune facciate che non presentano ad oggi un disegno organico a seguito delle vicende storiche che si sono succedute e alle modifiche puntuali di alcune coperture  di legate al già previsto recupero dei sottotetti.

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Guida autonoma e sicurezza stradale: la Regione Piemonte promuove innovazione e sicurezza

La Regione Piemonte conferma il suo impegno per un quadro normativo aggiornato che sostenga lo sviluppo della guida autonoma, con l’obiettivo di migliorare la sicurezza sulle nostre strade e agevolare l’introduzione delle tecnologie più avanzate disponibili sul mercato europeo.

«Ci stiamo muovendo per far sì che il Piemonte sia tra le regioni italiane più pronte e ricettive per le sperimentazioni e l’introduzione della guida autonoma», ha dichiarato Marco Gabusi, assessore regionale alle Opere Pubbliche, Trasporti e Infrastrutture del Piemonte. «Stiamo lavorando – ha proseguito Gabusi –  a stretto contatto con le istituzioni europee e nazionali per assicurare che il nostro territorio sia parte attiva nel processo di innovazione della mobilità, bilanciando i vantaggi tecnologici con la necessaria attenzione alla sicurezza e all’ambiente».

A livello nazionale, l’Unione Europea ha già approvato la normativa Un-Ece R-157, che permette l’omologazione delle auto a guida autonoma di livello 3 in specifiche condizioni di sicurezza. Tuttavia, il Codice della strada italiano non consente ancora il pieno utilizzo di questa tecnologia, motivo per cui la Regione Piemonte sollecita un intervento normativo adeguato per consentire una graduale introduzione della sperimentazione della guida autonoma sul territorio.

La Regione Piemonte sta sostenendo progetti innovativi come In2Ccam e Scale, che mirano a creare infrastrutture intelligenti e sistemi avanzati di comunicazione tra veicoli e centrali di controllo del traffico. La società partecipata 5T, che coordina la Centrale della mobilità, è parte attiva in queste iniziative ed è coinvolta nei tavoli europei di standardizzazione per le specifiche tecniche legate alla guida autonoma. L’attenzione del Piemonte per l’innovazione nella mobilità si riflette in un sistema sempre più connesso, che consentirà, in futuro, a veicoli di livello avanzato di circolare in sicurezza sulle nostre strade.

La Regione Piemonte resta tra i principali promotori di progetti di cooperazione e interazione tra infrastrutture e veicoli. L’assessore Gabusi ha aggiunto che “il nostro obiettivo è costruire un ambiente favorevole all’innovazione, ponendo al centro la sicurezza dei cittadini e un’efficienza logistica che favorisca la mobilità sostenibile. Stiamo già dialogando con il Ministero delle Infrastrutture per sostenere una normativa italiana che consenta l’utilizzo di veicoli allineati ai più innovativi standard europei”. In conclusione, l’attenzione della Regione Piemonte per la guida autonoma non si limita alla sola sperimentazione, ma rappresenta un impegno concreto verso una mobilità più sicura e sostenibile, con la consapevolezza che una normativa aggiornata e adeguata alle sfide tecnologiche è fondamentale per il benessere dei cittadini e lo sviluppo economico del territorio.

I soliti manifestanti pro Pal questa volta occupano la sede di Leonardo. Crosetto: “Delinquenti”

Alcune decine di manifestanti Pro  Pal hanno sfondato le cancellate della sede torinese di Leonardo, nei pressi dell’aeroporto di Caselle, all’insegna dello slogan “Intifada ovunque”.

Gli  attivisti filopalestinesi denunciano “la complicità di Leonardo nel genocidio a Gaza”  e affermano che l’azienda sostiene l’esercito israeliano.

Alcuni di loro sono saliti sul tetto dove hanno esposto una bandiera palestinese e hanno vergato scritte spray sull’insegna dell’azienda.

Il ministro della Difesa Guido Crosetto ha scritto su X: “sono pericolosi eversivi, delinquenti e basta”, spiegando anche che i manifestanti avrebbero distrutto e imbrattato gli uffici.

E’ poi intervenuta la polizia che li ha allontanati dallo stabilimento.

Polizia penitenziaria, un consiglio regionale aperto sulla situazione nelle carceri

“È un momento di ascolto e confronto utile che permetterà a tutti di prendere una volta di più coscienza della situazione assolutamente critica nelle strutture detentive della nostra Regione, difficoltà non solo del Piemonte, ma che caratterizzano tutte le carceri italiane”. È così che il presidente del Consiglio regionale del Piemonte, Davide Nicco, ha aperto la seduta del Consiglio aperto dedicato alle condizioni di lavoro della Polizia penitenziaria.

“In un contesto complesso come quello delle carceri, il lavoro svolto quotidianamente dagli agenti assume un ruolo fondamentale, oggi più che mai siamo chiamati a confrontarci in modo trasparente e costruttivo, ascoltando chi è tutti i giorni in prima linea” ha aggiunto il presidente dell’Assemblea regionale. Gli ultimi dati indicano che le persone detenute all’interno dei tredici istituti detentivi in Piemonte sono 4365 a fronte di 2943 posti, con un indice di sovraffollamento del 148,32 per cento. Per quanto riguarda gli agenti, attualmente in Piemonte sono operativi circa 2900 unità e si lamenta una mancanza di circa 500. Emblematico il caso di Torino, dove a fronte di circa 400 detenuti in più rispetto alla capienza prevista, manca circa un centinaio di agenti. Tra le problematiche più preoccupanti, quelle legate ai detenuti con patologie psichiatriche, quelle delle Residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza (Rems), più in generale degli organici del personale e l’inadeguatezza dell’edilizia carceraria.

“Su molte questioni Governo e Regione sono intervenuti nell’ultimo anno: dal supporto psicologico alla formazione, dall’incremento di personale ai protocolli. È fondamentale il supporto agli agenti che garantiscono la sicurezza alla comunità, per cui auspico che si possa dare pieno rilievo al loro lavoro, attivando misure utili allo svolgimento dello stesso” ha ricordato Elena Chiorino, vicepresidente della Giunta regionale, che ha sottolineato come negli ultimi due anni siano stati assunti 180 nuovi agenti per le carceri piemontesi.

Vicente Santilli del Sappe, riferendosi ai disordini di questi giorni nell’istituto di Cuneo, si è soffermato proprio sulle aggressioni fisiche e verbali: “Gira molta droga e i telefonini vengono recapitati con i droni, l’unico deterrente possibile è schermare gli istituti di pena”. Per Maurizio Dalmasso dell’Osapp, sono grandi problemi la mancanza di circa le metà dei comandanti di reparto e l’insufficienza dei funzionari sanitari. “Oggi porto qui anche le conseguenze fisiche della rivolta avvenuta ieri a Cuneo”, ha fatto notare. Secondo Antonio Napoli (Polpen-Uil Pa) la gestione della sanità penitenziaria è critica per l’ottanta per cento dei casi e richiede l’ attenzione della politica.

“Ci sono detenuti facinorosi extracomunitari che non rispettano il sistema penitenziario italiano, dovrebbero scontare la pena nei rispettivi paesi; inoltre permangono i problemi legati alla carenza del personale, così come i turni sono sempre più massacranti” ha denunciato Raffaele Tuttolomondo (Sinappe). Luciano Scidà (Cnpp) si è soffermato sulla realtà di Asti, dove “in un anno sono stati sequestrati oltre 150 telefonini e molta droga all’interno delle celle”. Per Sara Comoglio (Cgil-Fp) “mancano anche molti ruoli intermedi, ciò incide sull’ organizzazione delle strutture”. Vincenzo Ricchiuti (Cisl-Fns) ha espresso apprezzamento per le azioni del Governo verso il personale penitenziario con le risorse stanziate per il rinnovo del contratto del comparto sicurezza e l’assunzione dopo anni di nuovo personale.

Luciano Giglio (Uspp) ha posto l’attenzione sulla frustrazione degli agenti con il rischio di burn-out lavorativo, richiamando la necessità di dare ai detenuti maggior impegno quotidiano e formazione professionale in maniera tale da alleggerire il carico emotivo che sfocia in aggressioni verso il personale. Michela Favaro, vicesindaca di Torino, ha fatto cenno ai dati che indicano che in Piemonte si registra il 15% di carenza di personale, che in istituti come quello del capoluogo regionale sale al 20%.

Davide Mosso, della Camera penale Vittorio Chiusano: “Nel carcere di Torino ci sono oltre 1.400 detenuti su mille posti, non è rispettato l’ordinamento penitenziario. È inoltre aumentato il numero di detenuti con disturbi psichiatrici senza strumenti per gestirli”. Secondo Mario Antonio Galati, provveditore regionale dell’Amministrazione penitenziaria, “le piante organiche scoperte riguardano ruoli intermedi su cui possiamo aspettarci incrementi. Negli ultimi due anni sono stati investiti venti milioni di euro nelle strutture”. Infine, Lina Di Domenico vicecapo del Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria (Dap) ha spiegato che è stato firmato un protocollo per la prevenzione della salute dei detenuti e per dotare di personale medico gli istituti.

 

Si è aperto quindi il dibattito tra i consiglieri, con l’intervento di Silvio Magliano (Lista Cirio): “Esprimiamo apprezzamento per il lavoro svolto dal Governo e auspichiamo ulteriori investimenti per incrementare il numero e la qualità delle strutture carcerarie e l’organico della Polizia penitenziaria. È, inoltre, opportuno sfruttare l’esperienza e le iniziative del Terzo settore per creare per i detenuti percorsi lavorativi che, tra l’altro, favoriscono il reinserimento sociale”. Secondo Sarah Disabato (M5s) “Si tratta di un problema urgente, che va affrontato nell’immediato. Anche il presidente Mattarella ha chiesto interventi immediati per affrontare il sovraffollamento nelle carceri e i problemi legati ai suicidi. Ci sono assenze importanti, come quella del Governo, il cui sottosegretario alla Giustizia è, tra l’altro, piemontese, e dell’assessore regionale alla Sanità”.

“La Lega è da sempre, in ogni sede, nazionale e regionale, vicina alle istanze degli agenti – ha affermato Andrea Cerutti (Lega) -. Lo ha fatto lottando per le dotazioni degli strumenti di deterrenza come il taser, lo sta facendo predisponendo le misure necessarie al completamento dell’organico, come previsto nel Decreto Carceri”.  Annalisa Beccaria (Fi), quindi, ha sottolineato “l’importanza del comma 4 dell’articolo 27 della Costituzione, che ribadisce il fine rieducativo del sistema carcerario e della pena per il reinserimento del reo nella società. Un articolo che non sembra trovare la propria efficacia se si considera che negli ultimi quattro mesi in Italia si sono verificate 640 aggressioni di detenuti nei confronti della polizia penitenziaria, 137 sono i poliziotti con oltre otto giorni di prognosi e sono stati 2.877 i casi di ingiuria e resistenza a pubblico ufficiale nelle carceri. Dall’inizio dell’anno, solo a Torino ci sono state 31 aggressioni e 35 feriti”.

Davide Zappalà (Fdi) ha evidenziato il lavoro svolto dal Governo in questi anni, sottolineando che “in Italia ci si sta già muovendo per cercare soluzioni a quelli che sono i due più grossi problemi del mondo carcerario: il sovraffollamento e la mancanza di personale grazie a 250 milioni per l’edilizia penitenziaria, che permetteranno di creare 7.000 posti in più per i detenuti che permetteranno di avvicinarci al traguardo dei 10.000”.  Rievocando quanto avvenuto recentemente al carcere di Novara, Daniela Cameroni (Fdi) ha sottolineato che “donne e uomini della polizia penitenziaria stanno pagando un prezzo altissimo per mantenere l’ordine nelle nostre carceri. Non si tratta solo di una battaglia per la sicurezza, ma per la dignità dello Stato. I fondi stanziati dal Governo per l’edilizia carceraria e le nuove assunzioni nella polizia penitenziaria stanno facendo invertire la rotta”.

Giulia Marro (Avs) ha illustrato le condizioni di vita all’interno delle carceri piemontesi che ha avuto occasione di vistare, evidenziando che “sovraffollamento, celle inadeguate, scarsa pulizia e strutture fatiscenti creano un ambiente di forte tensione, con gravi ripercussioni sulle relazioni tra detenuti e personale penitenziario. È necessario aumentare gli investimenti per la sanità penitenziaria e orientare il carcere verso un modello più riabilitativo e meno punitivo”. Gianna Pentenero (Pd) ha quindi affermato che “è importante avere consapevolezza del ruolo della polizia penitenziaria all’interno di un contesto complesso, che necessita di molti interventi. Assistiamo continuamente a disordini all’interno del carcere, che hanno determinato una situazione difficile per la polizia penitenziaria e più in generale per il personale che vi lavora all’interno. Bisogna scongiurare il più possibile i casi di recidiva, andrebbe posta attenzione per gli interventi previsti quando i detenuti escono dal carcere. Per quanto riguarda la Sanità, sarebbe necessario stilare un Piano sanitario che prenda in considerazione tutto il comparto carcerario”. Nadia Conticelli (Pd) ha dichiarato: “Non siamo insensibili al grido d’allarme emerso dagli addetti ai lavori: è una realtà tragica, che riguarda tutte le persone che vivono e lavorano all’interno del carcere e che nei vari sopralluoghi abbiamo potuto vedere con i nostri occhi. Particolarmente critica appare la situazione del Lorusso e Cutugno, che la stessa città di Torino ha chiesto più volte che venisse abbattuto e rifatto”. L’intervento di Emanuela Verzella (Pd) ha fatto riferimento all’esperienza scolastica, evidenziando che “anche da questo punto di vista i detenuti sono cambiati e sono lo specchio di un mutamento epocale della società post Covid. Le aule dove vengono condotte le lezioni sono piccole, fredde, fatiscenti e spesso prive di spazi adeguati. Un piano straordinario è assolutamente necessario, così come i percorsi di istruzione, soprattutto per i detenuti stranieri che non conoscono la lingua e stentano ad esprimere le proprie necessità e bisogni”.

Roberto Ravello (Fdi) ha fatto notare come spesso ci si interessi dei disagi patiti dalla popolazione detenuta, quindi è anche importante approfondire “l’alta faccia della luna”, vale a dire le difficilissime condizioni in cui lavorano gli agenti. “Migliaia di donne e uomini che servono la nazione e che operano con gravi problematiche. Per questo bisogna trasversalmente apprezzare il lavoro di questa Giunta. Sappiamo che qualcuno parla di repressione e democratura, siamo fieri di essere diversi da loro”. “Ringrazio gli operatori per averci fatto sentire dalla loro viva voce la situazione – ha affermato Mauro  Calderoni (Pd) – e abbiamo capito che rispetto all’anno scorso la situazione non è affatto migliorata. Questo ci fa riflettere sulle responsabilità di chi ha l’onere di governo di questa regione e di questo paese. È conclamato il rischio che la strategia di incremento delle pene per i reati minori, aumenti il sovraffollamento”.

Alice Ravinale (Avs) non ha condiviso la contrapposizione tra benessere degli agenti e dignità dei reclusi e ha spiegato che “l’emergenza totale delle carceri è un problema che coinvolge tutti coloro che sono detenuti o che lavorano all’interno degli istituti”. La consigliera ha anche ricordato che l’uso di psicofarmaci nelle carceri “è cinque volte superiore rispetto a quello normale, si è creata una vera e propria dipendenza e spesso le rivolte avvengono per questo”. Domenico Rossi (Pd) ha poi aggiunto che “i messaggi di chi è intervenuto oggi ci dicono che nell’ultimo anno la situazione è addirittura peggiorata, che mancano le figure intermedie, che le condizioni di lavoro sono disumane e che il sovraffollamento continua: per questo è sbagliato introdurre reati inutili, che servono solo a raccogliere qualche voto facile”.

Vittoria Nallo (Sue) ha ricordato che il ruolo della Regione è anche quello di essere un interlocutore affidabile per chi lavora negli istituti di pena: “C’è una contraddizione tra quanto previsto dal nostro ordinamento e ciò che effettivamente avviene. L’introduzione ideologica di nuovi reati non fa che aumentare la pressione sulla popolazione carceraria”.  Ha concluso Sergio Bartoli (Fi), affermando che “è dovere delle istituzioni migliorare le condizioni di lavoro all’interno delle carceri. Ho visitato il Lorusso Cutugno ed è indubbio che la situazione sia molto difficile: è urgente ristrutturare le strutture e migliorare l’esistente, prima di pensare a costruire nuove strutture”.

Ha concluso i lavori la replica dell’assessore Chiorino, rispondendo “a chi parla di dati imbarazzanti: si pensi però a quali erano i dati soltanto due anni fa e ai miglioramenti in atto. In generale troppo spesso la polizia penitenziaria è stata dipinta in modo sbagliato ed è innegabile che questo governo abbia riportato il focus su sicurezza e certezza della pena e dignità dei lavoratori. Quindi miglioramento delle dotazioni e rafforzamento del personale. Abbiamo sentito la dottoressa Di Domenico parlare di sovraffollamento delle scuole di formazione, segno che stiamo assumendo molti nuovi agenti. Edilizia penitenziaria: sono stati stanziati 250 milioni di euro per migliorare la situazione e garantire circa 7mila nuovi posti detentivi: il Governo c’è e sta dando risposte concrete, diverse rispetto a quelle sinora proposte. Lo svuotacarceri è stato fallimentare, perché alla fine abbiamo sempre 10mila posti mancanti”. L’assessore ha anche ricordato che in Piemonte sono stati stanziati 19 milioni.

Inverno alle porte, al via il Piano Neve dell’Anas

Anas, società del Gruppo Fs, come ogni anno in questo periodo, sta per avviare il Piano Neve, insieme alle Forze dell’Ordine, per fronteggiare le emergenze meteo e garantire la sicurezza e la transitabilità di tutta la propria rete stradale e autostradale. Il piano prevede tutte le azioni necessarie per prevenire e affrontare le criticità stradali in condizioni metereologiche avverse.

Tra le misure previste, l’obbligo per i veicoli a motore di essere muniti di pneumatici invernali o catene a bordo a partire dal 15 novembre fino al 15 aprile 2025 e la prescrizione, attraverso ordinanze, di limitazioni al traffico in caso di meteo avverso.

In Valle D’Aosta l’obbligo di catene a bordo o pneumatici invernali è già in vigore dal 15 ottobre 2024.

Il provvedimento, emanato in base alle norme del Codice della Strada, è segnalato mediante apposita segnaletica verticale.

Durante il periodo di validità, i ciclomotori e i motocicli potranno circolare solo in assenza di neve o ghiaccio sulla strada e di precipitazioni nevose in corso.

“In questi mesi – ha spiegato l’Amministratore Delegato di Anas Aldo Isi – metteremo in campo un presidio h24 per intervenire subito in caso di maltempo e precipitazioni nevose e garantire l’accessibilità e la sicurezza degli automobilisti. Nella scorsa stagione invernale abbiamo fatto 11.034 interventi preventivi di spargimento sale per contrastare la formazione di gelo sul manto stradale e 1.118 interventi di sgombero neve dal piano viabile. Risultati possibili grazie all’impiego di oltre 1.400 persone al servizio del territorio. Il nostro impegno sarà totale anche quest’anno”.

Anas coglie l’occasione per richiamare l’attenzione di tutti coloro che si metteranno in viaggio nei prossimi mesi: invita gli utenti prima di mettersi alla guida a controllare lo stato di efficienza del veicolo e degli pneumatici e di informarsi sulle condizioni meteo attese così come, durante il viaggio, di aggiornarsi sulle condizioni del traffico e fare attenzione ai contenuti dei pannelli a messaggio variabile.

Per la sicurezza dei viaggiatori tutte le informazioni relative alle condizioni meteo e di viabilità, insieme all’indicazione di interruzioni e itinerari alternativi, saranno veicolate attraverso i canali istituzionali e social di Anas.