POLITICA- Pagina 58

Referendum, Nallo (IV): Torino conferma la sua voglia di partecipare

“È un dato positivo che a Torino l’affluenza sia nettamente sopra la media nazionale”, dichiara la consigliera regionale Vittoria Nallo (Stati Uniti d’Europa per il Piemonte). “Torino si conferma una città viva, universitaria, con una forte voglia di partecipare. Siamo anche la provincia con il maggior numero di richieste di voto fuorisede per motivi di studio: un segnale importante, soprattutto da parte delle nuove generazioni”, prosegue Nallo. “Il quorum sappiamo che non sarà raggiunto, ma era prevedibile: i quesiti sul lavoro erano superati e ideologici. Ripartiamo però da chi ha comunque scelto di andare votare.”

Grimaldi (AVS): A Gaza deve tornare l’ONU

“L’equipaggio della nave Madleen della Freedom Flotilla è stato arrestato qualche ora fa dall’esercito israeliano, che ha attaccato la nave in acque internazionali e confiscato gli aiuti. Nessun Paese ha tentato di fermare Israele e le sue forze militari, che si comportano come violenti predoni del mare. Chiediamo a gran voce che le autorità israeliane fermino ennesimo crimine di guerra. A Gaza devono tornare ONU e diritto internazionale. Fuori devono restare i criminali di guerra, non gli aiuti” – lo dichiara il Vicecapogruppo di AVS alla Camera, Marco Grimaldi.

Pride: in Palestina un dramma. Ma non si dimentichi il terrore di Hamas

IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni
Un’immensa bandiera palestinese ha aperto il corteo torinese  del Pride di ieri. Ciascuno sfila come  ritiene e con chi  vuole, in assoluta libertà. Il diritto di sfilare pacificamente è un diritto costituzionale intangibile. E’ certo però che quella bandiera cozza in modo vistoso con  Angelo Pezzana, fondatore del Fuori e anima dell’Associazione Italia- Israele. Pezzana è il teorico vivente  dell’orgoglio omosessuale manifestato in tempi in cui dichiararsi gay era difficilissimo. Sanno quelli del Pride che la Palestina è stata alleata di Hitler e soprattutto sanno come vengono trattati i gay nella striscia di Gaza? Il primo Pride  della storia fu promosso in Israele. E’ stato scritto che c’è “gente che si comporta alla stregua delle mucche che si recano da McDonald ‘s per uno spuntino” . Un’osservazione non priva di fondamento. Sono il primo a capire il dramma che vivono i civili palestinesi, ma non posso dimenticare che Hamas è un’organizzazione terroristica sanguinaria. Sul “Foglio”, giornale che non ho mai amato, è  stato dimostrato che Torino è  storicamente la capitale dell’antisemitismo  e del fanatismo politico. Bobbio definì l’antisemitismo  una forma di nazismo, una affermazione che anche il signor Rossi avrebbe potuto formulare senza difficoltà. Oggi quella frase di Bobbio non è così scontata. Che tristezza.

Referendum, alle 12 affluenza 9,61% a Torino

L’Ufficio Elettorale ha comunicato le affluenze degli elettori alle ore 12 per i cinque quesiti referendari:

Quesito numero 1: 9,61%

«Contratto di lavoro a tutele crescenti – Disciplina dei licenziamenti illegittimi: Abrogazione» – (Scheda di colore verde chiaro)

Quesito numero 2: 9,61%

«Piccole imprese – Licenziamenti e relativa indennità: Abrogazione parziale» – (Scheda di colore arancione)

Quesito numero 3: 9,61%

«Abrogazione parziale di norme in materia di apposizione di termine al contratto di lavoro subordinato, durata massima e condizioni per proroghe e rinnovi» – (Scheda di colore grigia)

Quesito numero 4: 9,61%

«Esclusione della responsabilità solidale del committente, dell’appaltatore e del subappaltatore per infortuni subiti dal lavoratore dipendente di impresa appaltatrice o subappaltatrice, come conseguenza dei rischi specifici propri dell’attività delle imprese appaltatrici o subappaltatrici: Abrogazione» – (Scheda di colore rosso rubino)

Quesito numero 5: 9,62%

«Cittadinanza italiana: dimezzamento da 10 a 5 anni dei tempi di residenza legale in Italia dello straniero maggiorenne extracomunitario per la richiesta di concessione della cittadinanza italiana» – (Scheda di colore gialla)

La precedente tornata elettorale di referendum (2022) si è svolta in una sola giornata e pertanto non è possibile fare un raffronto a livello di affluenze.

La prossima rilevazione delle affluenze è in programma alle ore 19.

TORINO CLICK

Terzo Mandato, O. Napoli: “Se vale per le Regioni, ok anche per i Comuni”

Il commento di Osvaldo Napoli, della segreteria nazionale di Azione e vice presidente ANCI:
Se il governo Meloni, nella sua ennesima inversione a U, ritiene di sbloccare il vincolo dei mandati per i presidenti di Regione, farà bene a considerare che quel limite va abolito anche per i sindaci. Non si possono tollerare istituti giuridici diversi fra le istituzioni locali, siano esse titolari di potere amministrativo o esecutivo. I sindaci non sono figli di un “dio minore” e l’idea di cambiare la veste giuridica di un’istituzione a seconda delle convenienze politiche denota una logica proprietaria o comunque opaca del potere politico. I sindaci sono i rappresentanti dello Stato più vicini ai cittadini e meritano di essere trattati con lo stesso riguardo che si deve ai presidenti di Regione.

Difendere la libertà d’espressione nello spazio digitale: richiesta di trasparenza a Meta

In qualità di cittadini, giornalisti, studiosi e utenti attivi dello spazio pubblico digitale, vogliamo esprimere preoccupazione per una tendenza sempre più evidente e pericolosa: la cancellazione selettiva di contenuti e profili da parte delle grandi piattaforme social, senza trasparenza né possibilità di appello effettivo.
Il caso recente dell’espulsione permanente del giornalista Giustino Mariano, corrispondente da quindici anni per Radio Radicale e collaboratore di testate quali Il Riformista, Il Foglio e Huffington Post, rappresenta un esempio emblematico. I suoi profili Facebook e Instagram sono stati rimossi in maniera definitiva dopo la pubblicazione di corrispondenze documentate su gravi violazioni dei diritti umani in Turchia, Iran e Gaza.
Non si tratta purtroppo di un caso isolato e colpisce sempre più spesso pagine e profili di utenti esposti a sostegno di Israele, della Democrazia e della Libertà.
Si verificano:
 • Shadow ban, cioè riduzione invisibile della visibilità dei contenuti;
 • Limitazioni arbitrarie alla diffusione dei post;
 • Cancellazioni improvvise di interi profili, anche giornalistici o culturali;
 • Mancanza di motivazioni chiare e impossibilità di conoscere quali regole si sarebbero violate;
 • Assenza di un reale contraddittorio, né vie d’appello indipendenti.
Tutto ciò avviene senza trasparenza procedurale e in uno spazio comunicativo che, pur essendo formalmente privato, ha assunto un ruolo sistemico nell’informazione globale, comparabile a quello di un’infrastruttura pubblica.
Chiediamo pertanto a Meta (Facebook e Instagram):
 1. Di fornire spiegazioni trasparenti e dettagliate per ogni provvedimento restrittivo o sospensivo adottato, soprattutto nei confronti di professionisti dell’informazione.
 2. Di rendere pubblici i criteri degli algoritmi di moderazione nei casi di limitazione o oscuramento dei contenuti.
 3. Di introdurre strumenti reali di contraddittorio, con possibilità di difesa e revisione da parte di organismi indipendenti.
 4. Di garantire la tutela del pluralismo e della libertà di stampa, in conformità ai principi costituzionali e agli obblighi del Digital Services Act dell’Unione Europea.
A istituzioni italiane ed europee, chiediamo di:
 • Vigilare attivamente sull’applicazione delle norme europee in materia di trasparenza, accountability e tutela dei diritti fondamentali nei servizi digitali;
 • Sostenere le voci giornalistiche e civiche che subiscono esclusioni arbitrarie, specialmente in contesti di documentazione su crisi internazionali o violazioni dei diritti umani;
 • Promuovere l’adozione di strumenti di garanzia procedurale, affinché nessuna piattaforma possa esercitare un potere censorio non contestabile su scala globale.
La libertà d’espressione non è negoziabile. La trasparenza delle decisioni che riguardano il diritto di informare e di essere informati deve essere una priorità democratica, anche — e soprattutto — nel mondo digitale.
Italia Liberale e Popolare 
Direttivo Nazionale

Referendum: votare sì, no o non votare

Andare a votare al referendum: una scelta consapevole
Perché votare SÌ
Chi sceglie il SÌ vuole cambiare lo stato attuale delle cose. Ritiene che la proposta del referendum rappresenti un miglioramento, una risposta concreta a un problema o un’opportunità di riforma.
Perché votare NO
Chi vota NO desidera mantenere la situazione attuale o non è d’accordo con i cambiamenti proposti. Votare no è comunque una forma attiva di partecipazione e una presa di posizione chiara.
Rispettare ogni scelta, anche chi sceglie di non votare
La democrazia si fonda sul diritto di scelta. Anche non recarsi alle urne può essere una forma di espressione politica, una scelta consapevole che merita rispetto.
Non votare può voler dire:
Rifiutare il quesito o il contesto in cui è proposto
Esprimere sfiducia nel sistema
Affermazione del diritto all’astensione
L’importante è informarsi, riflettere e rispettare.
Che si scelga di votare SÌ, NO o di non votare, è fondamentale riconoscere la legittimità di ogni decisione. La democrazia si rafforza con il confronto civile e con il rispetto reciproco.

Enzo Grassano

Pride, Ricca (Lega): “Mai nessun sostegno dalla Regione a manifestazioni che danno spazio all’antisemitismo”

“Manifestare per i diritti civili è sacrosanto, ma usare certi eventi per dare spazio ad antagonisti pro Pal il cui principale credo è l’antisemitismo non è accettabile e non troverà mai il sostegno della Regione. Mi auguro che il Pride che si terrà domani pomeriggio a Torino non si trasformi nell’ennesima occasione per mettere a ferro e fuoco la città e per creare scontri e divisioni che poco hanno a che fare con i diritti della comunità Lgbtqi+. Sarebbe assurdo cedere il palcoscenico a chi legittima Hamas e un regime terroristico che, tra gli altri, azzera proprio i diritti degli omosessuali in Medioriente”. Così Fabrizio Ricca, capogruppo Lega in Piemonte.