POLITICA- Pagina 570

CANNABIS CLUB RADICALE, MARRONE (FDI-AN): DENUNCIO PENALMENTE VERTICI ASSOCIAZIONE AGLIETTA

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

<<La Corte Costituzionale ha avuto modo di ribadire ancora recentemente l’adeguatezza della repressione penale per la coltivazione di cannabis, fosse pure per uso personale, con la reclusione da sei a venti anni.

Se davvero il direttore dell’Associazione radicale Adelaide Aglietta Igor Boni ha personalmente piantato un seme di cannabis, pubblicizzando l’ennesima iniziativa anti proibizionista, lo denuncerò penalmente in Procura: non mi importa se si tratta di una provocazione, con la droga non si scherza>> annuncia Maurizio Marrone, Capogruppo di Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale in Consiglio Regionale del Piemonte, che ricorda

<<Igor Boni è anche un amministratore pubblico, nominato da Chiamparino al vertice della partecipata regionale IPLA nella più tradizionale lottizzazione politica delle poltrone di sottogoverno: il centrosinistra trovi altri modi di gratificare i radicali per il loro appoggio elettorale perché un personaggio così irresponsabile non può ricoprire il ruolo di amministratore unico di una società pubblica, pagato peraltro oltre 50.000 euro annui sborsati dal contribuente. Presenterò comunque in Consiglio Regionale una mozione di revoca dell’incarico, anche per riscattare l’immagine dell’istituzione, oggi infangata e ridicolizzata dall’adesione del Presidente Laus a questa buffonata del Cannabis Club, ai margini dell’apologia di reato>>. 

MOVIMENTO NAZIONALE PER LA SOVRANITA’, GRUPPO IN REGIONE PIEMONTE

“L’obiettivo è di rimettere il centro destra in cammino – hanno dichiarato Marco Botta e Gian Luca Vignale -, collaborando con tutte le forze di centro destra per costruire insieme un progetto serio e credibile”

Nel Movimento nazionale per la Sovranità con un entusiasmo che neppure io mi sarei aspettato mi sono finalmente sentito di nuovo a casa, e con me molti amici, cittadini e rappresentanti istituzionali. Per coerenza con il mio percorso politico e con il mandato elettorale che ho ricevuto nel 2014 ho deciso di aderire al Movimento nazionale per la Sovranità, creando un gruppo consiliare regionale, il primo in tutta Italia” lo dichiara il consigliere regionale Gian Luca Vignale, che oggi in conferenza stampa ha annunciato la costituzione del primo gruppo consiliare regionale del Movimento Nazionale per la Sovranità. Con lui anche il coordinatore regionale del neonato movimento, Marco Botta.

 

“L’obiettivo è di rimettere il centro destra in cammino – hanno dichiarato Marco Botta e Gian Luca Vignale -, collaborando con tutte le forze di centro destra per costruire insieme un progetto serio e credibile in grado di fermare la demagogia penta stellata e sottrarre la nostra regione da un’amministrazione di centro sinistra che sta penalizzando territori e paesi”.

 

“La mia storia politica – ha spiegato Vignale – inizia con il Movimento Sociale, e continua in Alleanza nazionale, fino al 2009 quando nasce il PDL. Da allora è iniziata la mia diaspora politica: i valori della destra sociale, quelli per cui sono cresciuto e in cui ho creduto e per i quali ancora oggi mi impegno con grande senso di responsabilità, purtroppo non hanno trovato più una casa in grado di accoglierli al meglio”.

 

“Lascio un partito, Forza Italia, che esprime rappresentanti in tutte le istituzioni – ha aggiunto  Vignale – per entrare in un Movimento che è appena nato. Non è quindi una scelta fatta per opportunismo o per tornaconto personale, ma semplicemente dettata dal cuore e dalla passione. Non posso, lasciando Forza Italia, che ringraziare tutte le persone che all’interno del Partito mi hanno dato uno spazio politico –anche se la mia provenienza era diversa- libero. ”

 

“Il punto di partenza del Movimento – ha spiegato il coordinatore regionale Marco Botta – è la casa comune della destra, una nuova casa per tutti coloro che con noi hanno militato in Azione nazionale e che credono nei valori della destra sociale. La scelta del sovranismo nasce, infatti, dalla convinzione che la sovranità nazionale popolare e monetaria sia lo strumento necessario per governare la globalizzazione difendendo gli interessi popolari”.

 

Marco Botta e Gian Luca Vignale hanno spiegato che il loro impegno “si focalizzerà per portare in Piemonte idee della destra che forse 20 anni fa sembravano “utopiche” ma che oggi sono fortemente attuali: contrastare la globalizzazione che ha distrutto il settore produttivo italiano e piemontese, anteporre l’interesse dei cittadini davanti rispetto potere finanziario e delle multinazionali, rivendicare la sovranità regionale e nazionale di fronte ad ogni direttiva o diktat europei”.

 

“Questo significa declinare la sovranità popolare – spiegano – con iniziative concrete. Come ad esempio, riportare anche in Piemonte nuove risorse per far ripartire le opere pubbliche e l’edilizia , che dalla crisi ad oggi ha perso oltre 40 mila posti di lavoro. Oppure contrastare la legge Bolkestein, a tutela delle decina di migliaia mila ambulanti piemontesi. O ancora difendere le piccole e medie categorie produttive ed artigiane contro le multinazionali. I tassisti sono l’esempio più attuale, ma a loro si aggiungono anche gli agricoltori piemontesi, i tanti produttori di latte che ogni anno subiscono ingiuste politiche europee e tutte le piccole e medie imprese”.

 

Per il Movimento nazionale una delle priorità è il contrasto all’immigrazione incontrollata. “Non è ammissibile – spiegano Vignale e Botta – che vi sia un Piemonte di serie B, formato da decine di migliaia di disoccupati e da oltre 400 mila poveri piemontesi che faticano ad arrivare a fine mese o a pagare l’affitto, e un Piemonte di serie A, composto dai 14 mila immigrati (quasi tutti clandestini)”.

 

L’azione in Consiglio Regionale del Movimento Nazionale sarà proiettata su queste temi, puntando, come sottolinea Vignale a “portare la ‘sovranità piemontese’ anche sul piano normativo: ovvero in proposte di legge che garantiscano la priorità agli italiani”.

 

In Comune Morano va all’attacco sui “misteri” dello Chalet del Valentino

“Come può il Comune avere consentito l’occupazione anche temporanea dei locali senza un regolare contratto e senza che fosse indetta una gara? Si tratta infatti pur sempre di beni comunali”   

 

Il notaio-consigliere Alberto Morano, capogruppo della lista civica di cui fu candidato sindaco in coalizione con Lega e Fratelli d’Italia, attraverso una interpellanza presentata il 27 Gennaio  chiese all’Assessore al Bilancio e all’Assessore al Commercio di Torino “quale fosse l’intendimento dell’Amministrazione cittadina in relazione all’affitto dei locali costituenti lo Chalet del Valentino, essendo scaduto il contratto al 31 Dicembre 2016”.

Morano scrive in un post sulla sua pagina Facebook che ” il 20 Febbraio 2017 l’Assessore al Bilancio ha risposto (ed è possibile ascoltare la risposta accedendo alla registrazione), nel corso della seduta del Consiglio Comunale, alla detta interpellanza dichiarando quanto segue:

  1. Il contratto di affitto è scaduto il 31 Dicembre 2016.
  2. E’ intendimento dell’Amministrazione procedere ad una procedura ad evidenza pubblica per individuare il nuovo affittuario dei locali.
  3. Ciò sarà possibile solo dopo che la società che ha gestito i locali fino al 31 Dicembre 2016, in ottemperanza ad un ordine di demolizione emesso dai competenti uffici comunali, avrà demolito le opere abusive realizzate e ripristinato i luoghi nello stato di fatto antecedente”.

 

Prosegue Morano su Fb: ” a seguito di questa risposta mi ero dichiarato soddisfatto, certo che nel nuovo bando sarebbe stata indicata la superficie corretta e non 249 metri quadrati. Ho però con grande sorpresa appreso oggi da un gestore di locali e quindi verificato su Google che il locale Chalet del Valentino ha continuato imperterrito la sua attività nei mesi di Gennaio e Febbraio 2017″.

Il consigliere Morano sottolinea che  “sono state organizzate almeno otto serate (5 Gennaio, 7 Gennaio, 14 Gennaio, 21 Gennaio, 27 Gennaio, 28 Gennaio, 11 Febbraio, 18 Febbraio 2017) ed altre due sono in programma il 22 Febbraio e il 25 Febbraio 2017. Tutto ciò pone alcuni seri interrogativi ai quali dovrà necessariamente rispondere l’amministrazione”.

 

Morano chiede dunque alla Giunta: 

a) A quale titolo i vecchi (o nuovi) gestori continuano ad occupare i locali dello Chalet del Valentino?

b) Come può il Comune avere consentito l’occupazione anche temporanea dei locali senza un regolare contratto e senza che fosse indetta una gara? Si tratta infatti pur sempre di beni comunali.

c) Come mai il Comune non ha verificato se è stata data esecuzione all’ordine di demolizione emanato dai competenti uffici comunali?

d) Chi ha autorizzato lo svolgimento dell’attività in assenza di un titolo che legittimasse l’esercente a occupare i locali?

e) Come mai non sono stati effettuati controlli da i competenti uffici (Polizia Municipale, Siae)?

f) E se fosse successo un incidente chi rispondeva dei danni; come può essere stipulata e operare una copertura assicurativa in assenza di un contratto di affitto e di una regolare autorizzazione dello svolgimento dell’attività?

“In relazione a questa a dir poco imbarazzante vicenda occorre innanzi tutto chiedersi: ma gli assessori Rolando e Sacco si parlano? Ed ancora, – osserva Morano – l’Assessore Sacco (e gli uffici competenti a rilasciare le autorizzazioni necessarie per lo svolgimento delle attività) sapevano che il contratto di affitto era scaduto il 31 Dicembre 2016, come pubblicamente affermato dall’Assessore al Bilancio il 20 Febbraio 2017? Ed infine, l’Assessore Sacco e l’Assessore Rolando verificano l’operato dei loro uffici?” Secondo il notaio-consigliere “quanto sta accadendo relativamente allo Chalet del Valentino ed in Comune è molto grave e di ciò si dovrà necessariamente interessare la Magistratura. Ma credo che anche gli elettori del Movimento Cinque Stelle debbano riflettere e porsi delle domande ed in particolare chiedersi se gli attuali assessori della Giunta Pentastellata interpretano e danno attuazione al loro programma di gestire in modo corretto e trasparente il bene pubblico”.

 

Ruffino, Patto per Torino: “le vane promesse di Renzi danneggiano il territorio”

“Con la mancata promessa di Renzi, Torino e il Piemonte perdono una grande occasione per rilanciare le imprese e sostenere le famiglie”: così Daniela Ruffino (Fi), vicepresidente del Consiglio regionale del Piemonte, commenta il no del Governo alle risorse promesse dall’allora premier per finanziare il cosiddetto ‘Patto per Torino’. “Mentre la disoccupazione decolla e le imprese chiudono – afferma Ruffino – il sindaco di Torino e il presidente della Regione osservano con la massima naturalezza che il Patto per

Torino, promesso a suo tempo da Renzi, è impraticabile”. “Promettere interventi decisivi sulla vita della città, l’economia e il sociale e poi fare retromarcia – aggiunge – non è indice di responsabilità. Non lo è stato da parte di Renzi, che venne a Torino per farsi la campagna referendaria, e non lo è da parte della sindaca e del presidente della Regione”. “Gli annunci – dice ancora – generano speranze che, se non soddisfatte, non solo creano delusione ma favoriscono il declino. Da Regione e Comune ci attendiamo risposte concrete e un dialogo da una posizione di autorevolezza con il Governo”.

Roberto Rosso lancia Direzione Italia

Approda anche a Torino, con gruppi a palazzo Civico e nelle Circoscrizioni, Direzione Italia, il movimento politico confederale che  fa riferimento a Raffaele Fitto, l’ex berlusconiano presidente della regione Puglia .L’iniziativa è di  Roberto Rosso,  capogruppo della Lista Civica Rosso, che prende ora il nome della nuova forza politica “che unisce le anime dei liberal conservatori, di laici, cattolici e riformisti – spiega Rosso – e che sarà presente  ai prossimi appuntamenti elettorali amministrativi, come componente importante nel centrodestra, senza inciuci o cambi di campo. Tra gli obiettivi del movimento ridurre le tasse e la spesa pubblica e attivare una solidarietà reale della componente pubblica verso più deboli e poveri a favore degli italiani e non di zingari e clandestini”.

Osvaldo Napoli: “Quando le promesse elettorali sono a doppio taglio”

Le promesse in campagna elettorale sono un’arma a doppio taglio. E ora 
l’immobilismo della Giunta Appendino è tale da scontentare anche gli elettori che hanno votato M5S alle ultime Comunali”.

E’ il commento di Osvaldo Napoli, capogruppo di Forza Italia a Palazzo Civico.

La scelta dell’Amministrazione di scontentare i comitati dei ‘delusi’ dalla Giunta, che chiedevano di essere considerati nelle scelte di bilancio – aggiunge l’esponente azzurro – dimostra che fare proclami sterili è una cosa, governare è un’altra“.

Il qualunquismo delle promesse elettorali pentastellate oggi si rivela inconcludente anche per i sostenitori della prima cittadina, i quali  si aggiungono così ai tanti torinesi che non l’avevano votata“, osserva Napoli che conclude: “Il caos nei conti comunali, la retromarcia sulla grande distribuzione, l’immobilismo su scelte importanti per il futuro dei giovani sono oggi sotto gli occhi di tutti i torinesi: sostenitori o meno di questa amministrazione. Una amara constatazione che dimostra l’inadeguatezza della Giunta comunale a trainare la città oltre il perimetro di una crisi economica sempre più preoccupante“. 

Lega Nord, al via la “gazebata” per il tesseramento

cota questura legaParte il week end del tesseramento nelle principali piazze del Piemonte. Sarà l’occasione anche per raccogliere le firme per andare immediatamente alle urne. Molinari: “Il destino di un Paese non può essere vincolato alle faide fra correnti di un partito”

 

Un fine settimana importante per la Lega Nord, che dà il via alla propria campagna di tesseramento per il 2017. Un appuntamento che vedrà coinvolti i cittadini di tutto il Piemonte nelle giornate di sabato 18 e domenica 19 febbraio, con i gazebo allestiti nelle principali piazze, per ritirare le adesioni al tesseramento per il nuovo anno, ma anche per raccogliere le firme per poter andare immediatamente al voto, senza ulteriori indugi. “Lo spettacolo indecente che sta fornendo il PD in questi giorni non può più essere accettato dai cittadini – commenta Riccardo Molinari, Segretario Nazionale Lega Nord Piemont – Il destino di un Paese non può essere vincolato alle faide fra correnti di un partito. La legislatura ha esaurito il proprio scopo con il “no” al referendum sulla Riforma Costituzionale, ed è tempo di tornare immediatamente alle urne, senza indugiare ulteriormente in un limbo utile solo a garantire lo scatto della pensione dei parlamentari a settembre”.

Reddito di autonomia in Piemonte:  consultazioni sulla proposta di Grimaldi (SEL)

selOrmai più di un anno fa il Capogruppo di SEL Marco Grimaldi ha depositato la proposta di legge sull’istituzione di un reddito di autonomia in Piemonte, elaborata in forma aperta e partecipata a partire da Human Factor e da Precarissima, col contributo di tanti e tante, in particolare i giovani di ACT e della Rete della Conoscenza, Libera ed esponenti del mondo dell’accademia, della cultura e del sindacato.

Con una seduta della III Commissione per stabilire come procedere con audizioni e consultazioni, inizia finalmente l’iter della legge, che propone un assegno di 7.200 euro annuali per disoccupati, inoccupati e soggetti riconosciuti inabili al lavoro, o di 5.000 euro massimo per i lavoratori sottoccupati e precari. A poterne far richiesta sarebbero i residenti in Piemonte da almeno 36 mesi, iscritti ai Centri per l’impiego, con un imponibile personale non superiore agli 8.000 euro o un reddito famigliare inferiore a 15.000 euro o un Isee di 20.956 massimo.

 

con reg lascarisProssimamente saranno dunque consultati i rappresentanti sindacali, le associazioni, gli studiosi e in generale i soggetti interessati e competenti. Le consultazioni, che avverranno online e in forma aperta, partiranno fra qualche giorno ed entro l’8 marzo le osservazioni sulla legge potranno essere inviate all’indirizzo: terza.commissione@cr.piemonte.it.

 

Il disegno di legge è nato dall’esigenza di rispondere ai dati drammatici sulla povertà relativa, la povertà assoluta, le diseguaglianze, ma soprattutto la precarietà, la disoccupazione e la sottoccupazione in Italia e in Piemonte. La situazione stenta a migliorare. Secondo l’ultimo rapporto di Ires Piemonte (2016), rispetto al 2008 mancano all’appello 62.000 posti di lavoro e le persone in cerca di impiego sono più del doppio (205.000) di quante erano all’epoca. I giovani tra 15 e 29 anni che non lavorano, non studiano e non sono in formazione (i cosiddetti NEET) rappresentano circa il 21% della popolazione di coetanei, leggermente al di sopra delle principali regioni del Nord-Italia.

 

L’ampio utilizzo da parte delle imprese di forme contrattuali precarie, l’aumento del “part time involontario” e il calo significativo della domanda di lavoro nei primi tre mesi del 2016 – le procedure di assunzione sono diminuite del 14% rispetto allo stesso periodo del 2015 – gettano un velo d’ombra anche sugli incrementi occupazionali registrati nel corso dell’ultimo anno.

 

“Mentre in Italia Renzi ha fatto del Jobs Act il suo cavallo di battaglia e demonizzato il reddito GRIMALDIminimo, per fortuna molto sta cambiando intorno a noi, culturalmente e non solo” – dichiara il Capogruppo di SEL Marco Grimaldi. – “Hamon in Francia introduce nel dibattito francese addirittura il tema del reddito universale, la Finlandia istituisce un reddito base per i disoccupati, e in tutto ciò l’Italia rimane fanalino di coda con la Grecia, senza nemmeno una forma di reddito minimo di dignità. Per questo da tempo le Regioni italiane si stanno muovendo in assenza del Governo. Dopo Friuli e Puglia, da ultima l’Emilia ha dato il via libera alla legge che istituisce il reddito di solidarietà. Adesso è il momento del Piemonte, non possiamo più aspettare. E la battaglia a livello nazionale non si ferma”.

TRASPORTI, RUFFINO (FI): DATI VECCHI O INESISTENTI, IMPOSSIBILE UN PIANO REALMENTE EFFICACE SULLA MOBILITA’

TRAM GMADREE’ sconsolante assistere all’audizione del presidente dell’Agenzia per la Mobilità piemontese e apprendere dalla stessa che ad oggi non ha a disposizione tutti i dati che sarebbero necessari per uno sviluppo del sistema della mobilità regionale degno di questo nome. La Regione si attivi per fare da collettore dei dati necessari e solo dopo attivi una riforma del trasporto pubblico locale efficace ed efficiente”. Ad affermarlo la vicepresidente del Consiglio regionale Daniela Ruffino e il consigliere di Forza Italia Massimo Berutti a seguito dell’audizione avvenuta in Regione Piemonte durante i lavori della II Commissione.

Aggiungono i due esponenti regionali: “I pochi dati in possesso dell’Agenzia paiono essere datati ad almeno tre anni fa. E’ evidente quindi che sono già vecchi, come sottolineato peraltro correttamente ruffino lascarisdalla stessa presidente dell’Ente, e quindi insufficienti per una attività di programmazione che deve basarsi sui flussi reali della mobilità regionale. Sarebbe quindi necessario che ci si attivi presso tutti quei soggetti operanti nel settore e che sono detentori di meta data aggiornati di metterli a fattor comune per finanziare un Piano di riorganizzazione totale del sistema del trasporto”.

Concludono Berutti e Ruffino: “In ultima analisi dobbiamo però sottolineare che dopo aver ascoltato alcune posizioni del presidente della Agenzia per la Mobilità piemontese vorremmo sapere se queste coincidono con i desiderata della Giunta Chiamparino visto che la sua nomina deriva da un accordo tra la stessa e il sindaco treno11Appendino. Ci pare infatti che le aree marginali e i servizi alle fasce deboli della nostra comunità debbano rimanere una priorità per un servizio pubblico, anche se costano. Dall’audizione di oggi abbiamo capito che invece si va verso una nuova direzione che sarebbe giusto, se confermata, che fosse comunicata ai cittadini piemontesi“.

Pd, ma ora si scelga definitivamente

merlo giorgioL’immagine che sta trasmettendo il Pd all’opinione pubblica italiana e’ sotto gli occhi di tutti. Credo che non meriti molti commenti. Un partito dilaniato, diviso, rissoso e dominato da una conflittualita’ permanente a livello nazionale come a livello locale. Una miriade di correnti e di bande organizzate che attraversano l’intera penisola accomunate, prevalentemente, da un solo obiettivo: come delegittimare politicamente e personalmente il proprio vicino di casa. E l’ultima Direzione nazionale del partito ha, per l’ennesima volta, offerto questa triste immagine. Non c’e’ organo di informazione, da quelli vicini al Pd renziano a quelli piu’ critici, che non evidenzino questa situazione. Francamente sempre piu’ imbarazzante. E la risposta e’ pressoche’ sempre la stessa. Da un lato, la quasi totalita’ della minoranza che parte lancia in resta contro l’attuale leadership e, specularmente, il gruppo dirigente che parla tranquillamente di asfaltare, distruggere oRENZI LAVAGNA addirittura di seppellire la minoranza del partito. Questo il quadro che tutti hanno ben presente, al di la’ delle favole che vengono raccontate dai cantori del nuovo corso o del rinnovamento perpetuo o della bella politica interpretata e raccontata dal Pd. Forse, e spiace dirlo, e’ arrivato il momento di dare un taglio – come si suol dire – definitivo a questa incredibile ed inguardabile situazione politica all’interno del Partito democratico. Certo, la ricerca dell’unita’ politica ed organizzativa e’, almeno per me, sempre la maestra per affrontare e risolvere i problemi di un partito. Soprattutto in un contesto politico dove l’offensiva della destra da un lato e la tenuta politica ed elettorale del movimento 5 stelle dall’altro richiedono la presenza di un partito di centro sinistra unito, forte e competitivo. Ma cosi’ oggi non e’ e forse e’ persin inutile continuare con questo stillicidio quotidiano ed infinito fatto di accuse, insulti, attacchi e delegittimazioni reciproche. pd unitaMassimo Cacciari, tempo fa, invitava i dirigenti del Pd a prendere atto che la legge sul divorzio in Italia c’e’ dal lontano 1974 e che, forse, aggiungeva il filosofo veneziano, occorreva semplicemente prenderne atto alla luce della dialettica che caratterizza quel partito da ormai molto tempo. E, forse, la profezia e l’auspicio dell’ex sindaco di Venezia comincia a farsi largo sempre di piu’ tra le file del Pd. Se l’unita’ resta un semplice auspicio o un vago ed indistinto desiderio, e neanche tanto voluto da entrambe le parti in competizione, tanto vale prenderne atto senza continuare una liturgia che ormai rischia di incrinare, ed indebolire, sempre di piu’ lo stesso appeal politico ed elettorale del centro sinistra e della sinistra italiana.

Giorgio Merlo