POLITICA- Pagina 553

Pd e Forza Italia, simboli del passato. Ora si volti pagina

/
di Giorgio Merlo
.
È’ ormai noto a tutti che ci sono alcuni partiti che ormai stanno progressivamente esaurendo la loro funzione politica e storica. Un tempo si sarebbe detto, dalle parti dei comunisti italiani, che “hanno esaurito la loro spinta propulsiva”
 Per tornare all’oggi, non possiamo non prendere atto che il ruolo, la funzione e la prospettiva del Partito democratico da un lato e di Forza Italia dall’altro sono entrati in un vicolo che difficilmente potrà ancora vederli come elementi centrali e determinanti dei rispettivi schieramenti. Non a caso, il voto del 4 marzo ha cambiato profondamente la geografia politica italiana arrivando al punto di cancellare, forse definitivamente, la tradizionale competizione fra quel centro sinistra e quel centro destra. Sul versante del centro destra, e’ del tutto evidente che quella coalizione – sempreche’ esista ancora – ha un solo grande e massiccio azionista: la Lega di Matteo Salvini. Il resto, come si suol dire, e’ del tutto marginale. Nel campo del centro sinistra, invece, abbiamo un Partito democratico che continua regolarmente e stabilmente a perdere tutte le elezioni. Locali e nazionali. Diventa francamente difficile pensare che attorno a quel partito possa rinascere un sistema di alleanze capace di porsi come alternativa credibile e competitiva rispetto agli schieramenti avversari. Oltretutto si tratta di un partito caratterizzato da una persistente faida interna che vede schierate le varie bande in contrasto l’una contro l’altra. È appena sufficiente registrare ciò che capita quotidianamente da quelle parti per rendersi conto che oggi il Pd non può più giocare quel ruolo che ha esercitato per alcuni anni con la guida di Veltroni prima e di Bersani poi. Dunque, dando per scontato che si deve ritornare alla “cultura delle alleanze” e quindi archiviare definitivamente la strampalata “vocazione maggioritaria” di renziana memoria e quindi della concezione arrogante dell’esclusività di un solo partito al potere o all’opposizione, sono 2 le condizioni decisive che, da adesso in poi, sono sempre più necessarie per affrontare la situazione che si è venuta a creare dopo il voto del 4 marzo e confermate ogni volta che si vota in qualunque angolo d’Italia. Innanzitutto devono ritornare protagoniste le identità politiche e culturali dopo il clamoroso fallimento dei partiti plurali. Identità indubbiamente aggiornate e riviste, ma identità. A cominciare dalla tradizione del cattolicesimo democratico, popolare e sociale che nel nostro paese e’ sempre stata protagonista in tutti i tornanti decisivi della storia democratica. Accanto, com’è ovvio, alla rinata destra, ad un perdurante populismo anti sistema e ad una sinistra oggi un po’ sbandata e disorientata ma comunque indispensabile e necessaria. In secondo luogo va rilanciato e valorizzato un “civismo politico e culturale” che oggi fa la differenza in molte competizioni elettorali. In particolare nelle elezioni locali. Un civismo che in un contesto sociale che nutre profonda sfiducia nei confronti dei partiti tradizionali può essere un veicolo che rilancia la partecipazione politica e, al contempo, rinnova profondamente la geografia politica dell’intero paese. Dal civismo passa, forse, anche il rinnovamento della politica italiana. Attorno a queste 2 condizioni la politica italiana può uscire dall’impasse in cui si trova. Purché non si continui a pensare a partiti che ormai hanno fatto il loro tempo e che, continuando la loro stanca azione politica quotidiana, non fanno altro che far emergere la necessità di avere nuovi soggetti, nuove politiche e nuove coalizioni.

Mense universitarie, Grimaldi (LeU): “Egregio Rettore, venga con me a pranzo”

/

“Decida Lei il giorno, io propongo il luogo. Se ci diamo appuntamento alle 13, credo che per le 13,50 potremo essere dentro”

In aula l’Assessora Cerutti ha risposto all’interrogazione urgente del Capogruppo di LeU Marco Grimaldi sulla chiusura della mensa universitaria Borsellino. Il 31 luglio del 2018 sono infatti giunti a scadenza il contratto di affitto tra il gestore della mensa e la società proprietaria – che ha in concessione tutta la residenza Borsellino – e la convenzione con EDISU. Benché la scadenza fosse nota da tempo, ciò ha determinato la chiusura della mensa, come paventato dagli studenti.

La mensa, situata nella Cittadella Politecnica (dove, secondo i dati più recenti, viene consumata più della metà dei pasti delle mense EDISU di tutto il Piemonte) e operante come esercizio convenzionato al fianco delle mense universitarie date in appalto da EDISU, garantiva quasi 500 pasti ogni giorno e circa 100mila in un anno (seconda in Piemonte per numero di pasti erogati). Si tratta di un numero importante, che negli ultimi due anni è cresciuto significativamente (41,5%) in risposta alle nuove tariffe approvate dalla Regione Piemonte con l’esplicito obiettivo di incentivare l’utilizzo delle mense stesse, aumentato infatti complessivamente del 46% rispetto al 2015/16. Tale politica ha prodotto pertanto numerosi vantaggi per gli studenti e ha ricondotto verso un cammino di crescita il servizio di ristorazione EDISU. La chiusura della mensa ha dunque lasciato circa 500 studenti senza pasto e 10 dipendenti senza lavoro. Inoltre, proprio come temevano i rappresentanti di Alter.Polis, ha fatto sì che tutti gli studenti del Politecnico e gli ospiti delle residenze Borsellino e Mollino fossero costretti a riversarsi su un’unica struttura di ristorazione, la mensa Castelfidardo, già pesantemente congestionata, compromettendo la tenuta del servizio di ristorazione nell’area della Cittadella Politecnica. La situazione sta infatti creando da giorni code lunghissime all’ora di pranzo di fronte alla mensa Castelfidardo, unica convenzionata con EDISU nell’area del Politecnico e sola struttura in cui sia possibile mangiare a prezzi calmierati. L’Assessora al diritto allo studio universitario ha annunciato che la convocazione di un tavolo di confronto con l’EDISU, il Politecnico di Torino, le organizzazioni sindacali e le associazioni studentesche avrà luogo non prima di un approfondimento sull’affluenza della mensa Castelfidardo, su un bando per la Borsellino andato a vuoto e su altri aspetti critici. Già a giugno avevamo sollevato il problema con un’interrogazione. Gli studenti hanno ripetuto per mesi che non ci sarebbe stato bisogno di un monitoraggio per capire che la Castelfidardo sarebbe arrivata a saturazione. Così è stato, l’emergenza è già qui e ora. Per i ragazzi, ingolfati in code da 40/50 minuti, e per i lavoratori” – dichiara Grimaldi. – “La popolazione universitaria torinese è in continua crescita, gli iscritti a Torino residenti fuori regione sono quasi 34mila, con una crescita del 9% rispetto allo scorso anno. Sappiamo benissimo che per uno studente, tanto più se fuori sede, la mensa è un elemento discriminante. Magnifico Rettore, venga con me a pranzo. Decida Lei il giorno, io propongo il luogo. Se ci diamo appuntamento alle 13, credo che per le 13,50 potremo essere dentro”.

Piazza San Carlo, Cassiani (Pd): “Ho chiesto se la Regione intenda costituirsi parte civile per danno di immagine”

“Oggi, in Consiglio regionale, ho presentato un’interrogazione finalizzata a sapere se l’Amministrazione regionale intenda costituirsi parte civile contro gli imputati che verranno ritenuti responsabili dei fatti avvenuti in piazza San Carlo a Torino la sera del 3 giugno 2017, in occasione della finale di Champions League tra Juventus e Real Madrid” ha spiegato il Consigliere regionale del Partito Democratico Luca Cassiani.

“Durante la partita, proiettata su due maxischermi collocati nella piazza – ha proseguito Cassiani – si verificarono, infatti, gravi incidenti che causarono la morte di una donna di soli 38 anni e  1500 feriti, alcuni dei quali molto gravi. Questi fatti hanno sconvolto non soltanto Torino, ma anche l’intera comunità piemontese e hanno generato un grave danno di immagine per la Città e per il Piemonte dal momento che la cronaca di quella sera ha trovato spazio non soltanto sui giornali italiani, ma su tutte le maggiori testate internazionali, dal New York Times al The Time, da Le Figaro a Bild”.

“A questo proposito – ha affermato il Consigliere Cassiani – nei giorni scorsi, è stata depositata in Consiglio Comunale, a Torino, una mozione che, se approvata, impegnerebbe la Città di Torino a costituirsi parte civile contro gli imputati che verranno ritenuti responsabili dei fatti, all’Udienza preliminare di oggi, 23 ottobre 2018, ma si apprende che il Comune non avrebbe intenzione di farlo”.

“Poiché la Città di Torino non intende costituirsi per richiedere i danni di immagine e reputazione derivati dai fatti del 3 giugno 2017 – ha concluso Luca Cassiani – è bene che la Regione Piemonte valuti tale possibilità, anche alla luce del rifiuto del Consiglio Comunale di Torino, per rappresentare il punto di vista delle istituzioni territoriali”.

ABORTO, BATZELLA (MLI): “GIUSTO TUTELARE MATERNITA’ MA NON METTERE IN DISCUSSIONE LEGGE 194”

/

“La tutela della maternità è prevista dalla #legge194, quella che regola anche le norme sull’aborto, e che nell’ultimo periodo viene contestata da più parti. Tutto l’impianto della legge si basa sull’importanza di sostenere le donne attraverso i servizi socio-sanitari per aiutarle a una maternità consapevole e il più possibile protetta. E’ giusto che sia così e che lo Stato faccia ancora di più per tutelare le donne e i loro figli. Ma non possiamo dimenticare che quella stesse legge garantisce il sacrosanto diritto di scelta, che può essere quello dell’interruzione volontaria di gravidanza. Un diritto conquistato con fatica e anni di lotte e che nessuno, oggi, può permettersi di mettere in discussione”. Lo afferma la consigliera regionale di Movimento Libero Indipendente, Stefania Batzella, in un post su Facebook commentando la notizia che, dopo Verona e Ferrara, anche in consiglio comunale a Roma verrà discussa una mozione sulla legge 194 contro il diritto delle donne all’interruzione volontaria di gravidanza.

IVA, BRAMBILLA: “RIDURLA AL 10% SULLE PRESTAZIONI VETERINARIE, COME PROPONE IL GOVERNO SPAGNOLO”

/

“Ho pronto un emendamento, che proporrò di introdurre nella manovra, per abbassare quantomeno al 10 per cento l’Iva sulle prestazioni veterinarie (oggi sottoposte all’aliquota massima)”. Lo dice l’on. Michela Vittoria Brambilla, Fi, presidente della Lega italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente, commentando la decisione del governo spagnolo di ridurre al 10 per cento l’Iva sulle prestazioni veterinarie: la misura produrrà minori entrate per 35 milioni di euro, da compensare con i proventi della tassazione ambientale.“Del ruolo sempre maggiore che il rapporto con gli animali d’affezione ha nella nostra vita quotidiana – avverte l’on. Brambilla – lo Stato purtroppo si ricorda soprattutto quando si tratta di far cassa: alle cure veterinarie si applica l’aliquota Iva massima, mentre le detrazioni previste sono così basse da rasentare l’irrilevanza, praticamente una presa in giro. Già nella scorsa legislatura – prosegue la parlamentare – primi tra tutti avevamo denunciato questo stato di cose, individuando possibili rimedi. La strada maestra, riproposta anche in questa legislatura (AC25), sarebbe a nostro avviso quella dell’esenzione dal pagamento dell’Iva di tutte le spese veterinarie in favore di animali legalmente registrati. La riduzione sostenuta dal governo spagnolo ci incoraggia ad insistere, per vedere attuato concretamente, in prospettiva, il principio dell’ ”one health”, sancito dall’Organizzazione mondiale della sanità, dall’Organizzazione mondiale della sanità animale e dalla FAO: la salute è una sola, umana e animale”.

Alla Leopolda come se nulla fosse accaduto

/

Alla Leopolda, luogo nel quale si riunisce da 9 anni la corrente di Renzi ( che controlla il Pd ) si è  discusso come se alle nostre spalle non ci fossero il 4 marzo e  le sconfitte subite alle amministrative e al referendum. Del resto questa è la strategia di Renzi che ha potuto dispiegarsi perché i suoi uomini controllano i ” gangli ” vitali del Partito: le Presidenze del Partito e dei gruppi parlamentari. La strategia di Renzi era chiara: prendere tempo, rinviando il congresso  per annacquare le proprie  responsabilità  e impedire che se ne discutesse . Ci è  riuscito anche per responsabilità dei suoi oppositori interni. L’importante era far calare il sipario sulle scelte compiute in questi anni che sono la causa del disastro, un disastro peraltro largamente annunciato. Alla Leopolda è andato in onda lo stesso film. Se la sono cantata e se la sono suonata. Non sono mancati gli effetti scenici, ma che tristezza e se mi è consentito che arroganza e presunzione. Si è  parlato del governo giallo-verde e del fatto che ci porterà a sbattere, dimenticandosi che è  nato anche perché Renzi  ha impedito che si aprisse un confronto tra pd e 5 Stelle; cosa che ha fatto non già discutendone in qualche organismo di partito, ma ponendo il diktat da Fazio, ospite alla Leopolda. Si è proposta una contromanovra che forse sarebbe spettato al Pd avanzare in occasione del Forum del pd che si svolgerà nei prossimi  giorni; per di più alla presenza di Pier Carlo Padoan, Ministro tecnico indicato da Napolitano e convertitosi al renzismo. Si è proposto da vita ai Comitati di Resistenza Civica che saranno costituiti in tutto il Paese, che risponderanno a Renzi e che i maligni considerano l’embrione di un nuovo Partito che Renzi sarebbe pronto a fondare se perderà il controllo del Pd o se le europee andranno peggio del previsto. Ma soprattutto alla Leopolda si è discusso  come se Renzi avesse deciso di scendere in questo momento nell’agone della politica e si trattasse,  con una coraggiosa proposta di rinnovamento delle idee, del Partito e della leadership, di reagire ad una serie sconfitte e se queste sconfitte non fossero state subite proprio da Renzi. Nessuno tra i presenti che si sia alzato per dire: ” scusate è  tutto giusto quello che dire contro il governo attuale ,  ma perché siamo passati al 18%, perché noi che eravamo al governo e che ci eravamo con Renzi abbiamo perso il referendum  e perché abbiamo perso tutte le elezioni amministrative?” Si é  trattato di Minestra riscaldata o di una operazione di maquillage politico, ma la sostanza non cambia.

Wilmer Ronzani

Inclusione stranieri, Tronzano replica a Gallina

/
Dario Gallina, presidente dell’Unione industriale di Torino, ha dichiarato alla Stampa: “Milano ha fatto dell’inclusione degli stranieri una bandiera: dobbiamo farlo anche noi anche per non rischiare di subire il calo demografico che ci sta colpendo”. Le sue parole hanno suscitato la reazione del vicepresidente del gruppo di Forza Italia a Palazzo Lascaris, Andrea Tronzano. “Ci spieghi meglio dottor Gallina: lei ritiene che gli stranieri debbano essere integrati o fatti arrivare in Italia perché contribuiscano al miglioramento della bassa natalità? Se fosse così sono fermamente contrario alla sua dichiarazione e la inserisco in un contesto elettorale (maggio 2019 pro Chiamparino o altre battaglie all’interno dell’associazione di cui lei è membro)”. “Includere con realismo e secondo le esigenze del nostro Paese, – conclude  Tronzano – ma mai e dico mai abdicare alle politiche a favore dei cittadini italiani, della famiglia e della natalità.  Il futuro è nei nostri giovani e non in politiche che surroghino o abdichino o appaltino ad altri il nostro avvenire!”

 

GLI STATI GENERALI DELLA CULTURA DI DESTRA

/
Lo scorso Sabato al centro Congressi Cavour di Roma, si è tenuto un importante dibattito promosso da Nazione Futura ” Gli Stati Generali della Cultura di Destra”.

Numerosi i partecipanti provenienti da tutta Italia, testimonianza che un’altra politica è oggi possibile, una politica fatta di dialogo, di incontro e di pensiero. Una politica capace di mettere al centro la cultura, dopo anni di deculturizzazione massiccia Nazione Futura propone una ricetta controtendenza, dare voce ad una politica pensata capace di offrire uno spazio di discussione attorno al quale coagulare idee e progetti. Tanti gli intellettuali ed i pensatori intervenuti  Corrado Ocone, Giovanni Orsina, Marcello De Angelis, Diego Fusaro solo per citarne alcuni. Tanti gli spunti di riflessione e le idee poste in discussione, in primis ci siamo interrogati se esiste o no oggi, uno spazio per le vecchie categorie ideologiche destra e sinistra, categorie che appaiono sempre più superate nei fatti, dal contrapporsi di due visioni del mondo e della società, una sovranista e conservatrice ed una mondialista riformista. Ma ancor di più ci siamo interrogati sull’importanza e la centralità della cultura e in particolare della cultura di destra con i suoi valori e la sua tradizione. Nazione futura cresce sempre più e lo fa con la consapevolezza che il cammino è ancora molto lungo ed impervio, ma forti ed animati da una sana passione e giovanile entusiasmo, di certo non molleremo e proseguiremo con il nostro lavoro culturale a servizio della politica e del nostro Paese. Un grazie va al nostro Presidente il giovanissimo editore Francesco Giubilei e a tutto il Direttivo Nazionale.

Ferrante De Benedictis

Vicepresidente Nazionale Nazione Futura

Molinari (Lega): “Bando Periferie finanziato dal Governo”

/

“Altra grande opportunità di investimento per i Comuni piemontesi” 


“Giovedì è stata trovata l’intesa fra Comuni e Governo: tutti i progetti del Bando Periferie saranno finanziati per intero, con l’aggiunta di aver liberato anche 2 miliardi di euro per spese di investimento per tutti i Comuni che hanno avanzi di amministrazione, non solo quelli del bando. Questa è la concretezza della Lega al Governo. Le polemiche sollevate per settimane dal PD in merito al Bando Periferie si sono mostrate assolutamente immotivate: noi lavoriamo concretamente per il nostro territorio, loro sollevano polveroni basati sul nulla”.   Riccardo Molinari, capogruppo della Lega alla Camera, nelle scorse settimane ha giocato un ruolo centrale nello ‘sblocco’ delle risorse per i comuni con avanzi di amministrazione, e ha sempre sottolineato che, sul fronte Bando Periferie, sarebbe arrivata presto una soluzione soddisfacente per tutti.  “Così è stato – sottolinea ora -,  e i Comuni italiani avranno a disposizione per intero, nei prossimi due anni, le risorse per far fronte agli investimenti già avviati, e per quelli previsti nel bando. Si tratta, per molti comuni piemontesi, di un’opportunità in più per realizzare opere con importanti ricadute urbanistiche e sociali. I territori sono e saranno al centro del piano di Governo della Lega, dopo essere stati per troppi anni completamente abbandonati”.   

Rifondazione al presidio antifascista

/

Sabato 20 ottobre, ore 16, in piazza Palazzo di Città, Torino, Rifondazione Comunista ci sarà raccogliendo l’appello che un nutrito gruppo di partigiani, primo firmatario Gastone Cottino, ha lanciato per un presidio antifascista, antirazzista, di lotta alle discriminazioni e alle ingiustizie, di sostegno a chi come a Riace è impegnato sul fronte della cooperazione e dell’accoglienza. Nel clima odierno di paura e intolleranza i partigiani torinesi invitano a riprendere il cammino della lotta e della speranza assumendo le ragioni del disagio, della ribellione, della rabbia  contro lo stato delle cose presenti e la degenerazione della politica. “Noi in piazza ci saremo – dichiara Ezio Locatelli, segretario provinciale Prc-Se – esprimendo non solo la nostra ferma opposizione ai rigurgiti fascistoidi, alle politiche discriminatorie, razziste dell’attuale governo Lega-M5S ma la nostra critica e alterità alle politiche neoliberiste, d’impoverimento sociale, di attacco ai valori fondanti della nostra Costituzione dei governi precedenti a guida Pd il cui risultato è stato di ingenerare l’attuale situazione di degrado sociale, politico, culturale. Per sconfiggere i rigurgiti fascisti e razzisti bisogna tornare a combattere le politiche restrittive, della precarietà, dell’insicurezza, delle disuguaglianze sociali foriere di un clima di paura e di intolleranza. Riconquistiamo la dignità di persone, di lavoratori e di cittadini, com’è nel dettato costituzionale, senza esclusione alcuna. Con i partigiani ora e sempre Resistenza!”

                                                      Ufficio Stampa Prc-Se di Torino