

MERCOLEDI’ 8 MAGGIO LUIGI LAVECCHIA NE DISCUTE CON SILVIO VIALE E IGOR BONI (candidati di +Europa rispettivamente alle regionali e alle europee)
L’evento si terrà mercoledì 8 maggio, dalle ore 21:00 alle ore 23:00, presso il centro culturale “L’Arteficio”, A Torino, in via Bligny n. 18.
Luigi Lavecchia (libero professionista) presenterà la sua proposta con l’aiuto di slides e poi ne discuterà con il pubblico, interloquendo con Silvio Viale (tra i capolista di “+Europa SI’ TAV” alle elezioni regionali) e Igor Boni (candidato alle elezioni europee per la lista “+Europa – Italia in comune”).
Modererà l’incontro Giulio Manfredi (Associazione radicale Adelaide Aglietta).
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A poco più di due settimane dalle elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo,Sofia Rastello, 23 anni di Torino ed Ilaria Orsi, 23 anni, di Trana, si avvalgono della Festa dell’Europa, celebrata ogni anno il 9 maggio, per lanciare un appello ai candidati alle elezioni europee nella circoscrizione Nord-Occidentale. Sofia e Ilaria sono due degli oltre 250 Giovani Ambasciatori dell’organizzazione anti-povertà ONE che stanno esortando i candidati alle elezioni europee ad impegnarsi a porre fine alla povertà estrema entro il 2030 attraverso la sottoscrizione di una dichiarazione di intenti. Quasi 200 candidati provenienti da 20 paesi europei hanno già risposto all’appello di Sofia, Ilaria e degli altri giovani attivisti, promettendo di impegnarsi, se eletti, a garantire che l’Ue giochi un ruolo da protagonista nel conseguimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile entro il 2030, primo tra tutti l’eliminazione della povertà estrema in ogni sua forma. Tra le firme italiane si annoverano quelle di: Giuliano Pisapia e Franco Roberti (capilista PD
rispettivamente per le circoscrizioni nord-occidentale e meridionale); Emma Bonino (capolista Più Europa per la circoscrizione centrale); Lara Comi e Alessandra Mussolini (candidate con Forza Italia rispettivamente nelle circoscrizioni nord-occidentale e centrale); Dario Tamburrano e Dino Giarrusso (candidati con il Movimento 5 Stelle rispettivamente nelle circoscrizioni centrale e insulare). L’appello dei Giovani Ambasciatori è sostenuto dalla maggior parte dei cittadini europei. Il 71% di questi, infatti, ritiene che investire nella lotta alla povertà estrema nei paesi in via di sviluppo debba essere una priorità dell’Ue, come ha rivelato l’ultimo sondaggio dell’Eurobarometro. Sofia e Ilaria commentano: “Siamo molto fiere del lavoro che noi e i nostri colleghi Youth Ambassador di tutta Europa stiamo facendo in vista delle elezioni europee. Vogliamo utilizzare la ricorrenza della Festa dell’Europa per ricordare ai candidati che, insieme, possiamo cambiare il mondo per il meglio e per esortarli a far sì che l’Europa continui a giocare un ruolo di primo piano nella lotta alla povertà estrema.”
Aggiunge Friederike Röder, Direttrice dell’Ue e la Francia per ONE: “I candidati alle elezioni dovrebbero ascoltare i nostri Giovani Ambasciatori: sono loro elettori e hanno un messaggio chiaro. L’Europa deve continuare a porsi da guida nella lotta per un mondo migliore per tutti noi, sia in patria che all’estero. I candidati hanno la responsabilità di ascoltare le richieste dei giovani e unirsi a loro in questa lotta. L’Ue è un leader in materia di cooperazione internazionale e i Giovani Ambasciatori stanno facendo la loro parte per assicurarsi che rimanga tale. Anche i candidati si batteranno per mantenere questo primato europeo?”
“Il Salone del Libro deve essere lo spazio dove celebrare la tolleranza e la resistenza alle derive neofasciste e autoritarie, il momento pubblico dove dare battaglia con la forza delle parole e argomentazioni. E può esserlo a una sola condizione: l’esclusione di Altaforte e di Polacchi. Ogni via intermedia, qualsiasi compromesso sancirebbe per il Salone una perdita sul piano culturale che non possiamo accettare” Anche quelli che non ci piacciono saranno sempre i benvenuti, ma i picchiatori fascisti, no. I violenti, no. I provocatori, no. Gli intimidatori, no”. Così, su Facebook la capogruppo M5S al Comune di Torino, la consigliera Valentina Sganga.
Elena Eva Maria Grandi, co-portavoce nazionale dei Verdi, vicepresidente e assessore al Verde del Municipio 1 del capoluogo lombardo è la capolista. Nelle cinque circoscrizioni Europa Verde ha cinque donne capilista. “Il nostro è un progetto ecologista ed europeista. I Verdi italiani, insieme a Possibile, sono nella grande famiglia dei Verdi europei, l’unico, autentico, partito transnazionale del Vecchio Continente. Il vero voto utile sarà quello per salvare la terra e il clima. Noi da 35 anni ci battiamo per la salvaguardia del pianeta attraverso la conversione ecologica dei processi produttivi”, dicono i Verdi.
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AVVISO Il quotidiano “il Torinese” mette a disposizione questo spazio gratuito per tutti i candidati, liste, partiti e movimenti politici che partecipano alle elezioni europee, regionali e amministrative del Piemonte. Per pubblicare comunicati stampa, programmi, annunci di convegni, comizi, iniziative elettorali scrivere alla mail: edizionibest@libero.it
Sabato 4 maggio apertura della campagna elettorale per le elezioni europee de “La Sinistra”. Dalle ore 10 alle 12, presso sala Circoscrizione 3; Via Moretta, 57, a Torino si terrà un incontro pubblico con tutti i candidati/e del Piemonte nella Circoscrizione Nord Ovest per la lista la Sinistra. Oltre a Paolo Ferrero, vicepresidente del Partito della Sinistra Europea, interverranno Valentina Cera, Aniello Fierro, Sonia Modenese, Paolo Narcisi. La presente quale invito a pubblicizzare e a presenziare all’evento.
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AVVISO Il quotidiano “il Torinese” mette a disposizione questo spazio gratuito per tutti i candidati, liste, partiti e movimenti politici che partecipano alle elezioni europee, regionali e amministrative del Piemonte. Per pubblicare comunicati stampa, programmi, annunci di convegni, comizi, iniziative elettorali scrivere alla mail: edizionibest@libero.it
di Giorgio Merlo
Non giriamo troppo attorno al tema. Oggi una coalizione di centro sinistra, in Italia, non c’è. E’ perfettamente inutile aggrapparsi attorno allo slogan che si è “l’unica e vera alternativa democratica” al centro destra. Uno slogan che, ripetuto a iosa, diventa anche un po’ stucchevole. O meglio, una coalizione di centro sinistra c’è ma è strutturalmente minoritaria. E’ appena sufficiente registrare i voti reali disseminati in tutta Italia senza fermarsi ai soliti sondaggi che dipingono un futuro roseo, illuminato e senza ostacoli per il Pd di Zingaretti. Perché, al di là della narrazione virtuale dei soliti noti “progressisti” sui soliti organi di informazione “progressista”, non c’è votazione importante a livello locale o regionale – e forse domani anche nazionale – che non certifichi l’avanzata del centro destra. Distanziando sempre, e puntualmente, il centro sinistra. Per non parlare dell’ormai decadente e progressivamente marginale partito dei 5 stelle. Ora, ci sono almeno 2 condizioni – o preamboli per usare un termine ancora più netto – che devono essere rigorosamente rispettate se si vuol far decollare una coalizione che non sia solo una banale e burocratica sommatoria di sigle più o meno note. Innanzitutto si deve archiviare definitivamente la cosiddetta “vocazione maggioritaria” del Partito democratico. Sia nella versione ufficiale del passato e sia in quella ufficiosa del presente. Per capirci, il partito che rappresentava politicamente ed elettoralmente l’intero campo del centro sinistra è ormai alle nostre spalle. Stagione chiusa, come si suol dire. Ma quello che pensa e pratica Zingaretti non può essere la soluzione. E cioè, l’antico vizio della sinistra post comunista italiana che pensava di costruire la coalizione attorno ad un partito centrale attorniato da allegri “nanetti” politici che avevano il compito di dire che con la loro presenza si certificava la natura plurale dell’alleanza. Un’operazione persin troppo nota per essere descritta nei particolari. Anche perché si tratta di un’operazione pianificata a tavolino dove si decide chi, all’interno dell’alleanza, deve assolvere al compito di rappresentare la sinistra, chi la destra e chi il centro.
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Ma sempre e solo in funzione degli interessi del partito principale. Ora, se si vuol costruire una alleanza che non sia un banale prolungamento del Partito democratico – appunto, una vocazione maggioritaria mascherata – si tratta di ricostruire una vera coalizione. Dove la pluralita’ politica, culturale e programmatica – poi da sintetizzare in un progetto di governo comune ed omogeneo – emerga in modo chiaro, netto e immediatamente percepito dai cittadini elettori. Perché altrimenti si tratta di un escamotage neanche troppo intelligente per essere condiviso e quindi votato. Il secondo preambolo essenziale per dare vita ad una vera coalizione non può essere la solita, banale, noiosa, stantia ripetizione che dobbiamo combattere l’ennesima offensiva fascista, autoritaria e di regime rappresentata dalla destra più retriva. Ora, non c’è nessuno che sottovaluta il pericolo di una destra regressiva, autoritaria e populista. Ma dopo aver predicato – sempre attraverso i soliti “progressisti” e “borghesi” nostrani – per lunghi 20 anni del rischio di una deriva autoritaria, fascista ed illiberale rappresentata dalla presenza di Berlusconi e del suo progetto politico, oggi rischia di essere scarsamente credibile la meccanica ripetizione di quello slogan con la semplice sostituzione del leader di Forza Italia con il capo della Lega di Salvini. Perché delle due l’una: o questo rischio c’è sul serio ma allora non si combatte a giorni alterni, oppure – com’è evidente ai più – si tratta di una semplice arma di propaganda politica che sviene sfoderata durante le campagne elettorali o alla vigilia delle grandi feste civili nazionali per essere prontamente rimessa nello zaino appena archiviato l’impegno elettorale o la partecipazione all’evento popolare. Ecco, per il centro sinistra serve si’ avere continuamente un avversario da combattere ma, come avviene nelle democrazie mature, si tratta di riaffermare una identità ed un progetto politico non solo attraverso il nemico ma, soprattutto, con un programma di governo che sappia rilanciare al contempo l’entusiasmo dei militanti e la fiducia degli elettori. E cioè, è necessario declinare una “identità in positivo” e non solo rimarcare una “identità in negativo”. Dunque, le 2 condizioni basilari per rilanciare una prospettiva politica di centro sinistra sono fortemente intrecciate tra di loro. Solo attraverso una coalizione plurale e realmente rappresentativa da un lato e un progetto che non sia solo l’annientamento strumentale del nemico dall’altro si potrà ancora parlare di un vero ed autentico centro sinistra. Il resto, purtroppo, appartiene solo al campo della propaganda, del passato che ritorna e anche della scarsa credibilità politica. È bene saperlo prima che si avvicinino le prossime elezioni politiche generali.