Per cercare di dare entusiasmo a una piazza (mezza) piena di manifestanti forzisti e pro-tav, il presidente del parlamento Europeo e vicepresidente azzurro, Antonio Tajani, ieri ha incoronato l’eurodeputato Alberto Cirio: sarà lui, ha detto, il candidato del centrodestra alla presidenza della Regione Piemonte. Ma gli alleati replicano: “non c’e’ ancora nessun accordo, se spettera’ a Forza Italia, Cirio sarebbe un ottimo nome”, dichiara all’ANSA Riccardo Molinari, capogruppo della Lega alla Camera e segretario regionale in Piemonte. “Abbiamo un ottimo rapporto con Cirio, e’ una persona che stimiamo. Però nulla è stato per ora deciso all’interno della coalizione”. Sulla stessa linea il coordinatore regionale di Fratelli d’Italia, Fabrizio Comba: “Ferma la stima per Alberto Cirio, che è certamente un candidato in grado di rappresentare bene la coalizione di centrodestra, nulla è stato ancora definito, perche’ il candidato alla Presidenza del Piemonte rientra in una valutazione più generale, che non comprende solo la nostra Regione ma tutte quelle che andranno al voto”. Per Comba “le parole di Tajani sono un legittimo auspicio, ma nulla di più, per ora. Al di là di un incontro tra i leader Meloni, Salvini e Berlusconi, che ormai risale a settembre, non si è più tornati sull’argomento, discutendo peraltro, in quell’occasione, soltanto dei criteri per la scelta del candidato e chiedendo ai Partiti di presentare una lista di rose in alcune Regioni”. Insomma, è il più classico gioco delle parti per cercare di portare ciascuno più acqua al proprio mulino. L’aspetto positivo per il centrodestra è però che, leggendo tutte queste dichiarazioni, parrebbe sicura la classica alleanza tra FI, Lega e FdI alle prossime Regionali in Piemonte. Salvo sorprese.
Contro la tav: manifestazione l’8 dicembre
Alberto Perino, il leader del movimento No Tav a Venaus è intervenuto all’assemblea nazionale “contro le grandi opere inutili”, a proposito della manifestazione dell’8 dicembre contro la Torino-Lione: “dobbiamo dare una dimostrazione che non è vero che tutti i torinesi, tutti i piemontesi e tutti gli italiani vogliono quella stupida cosa che gli altri continuano a chiamare la Tav e noi, correttamente, chiamiamo il Tav. Ci mobiliteremo in modo civile: non siamo facinorosi, terroristi, fancazzisti”.
(foto: il Torinese)
L’ingorgo
Si aprono sabato pomeriggio alle 14,30 in via Baltea 3 con l’introduzione di Elena Chinaglia i lavori della due giorni organizzati da LeU Torino per discutere del futuro della Città a cominciare dal lavoro, mobilità, ambiente, servizi e cura alle persone. Una due giorni che, nonostante il dibattito in atto proprio in queste ore sul futuro stesso di LeU a livello nazionale, si è voluto organizzare per affrontare i temi riguardanti il futuro di Torino giunta a metà mandato amministrativo Appendino. Ai lavori parteciperanno anche i consiglieri regionali di LeU Marco Grimaldi, Silvana Accossato e Valter Ottria e si concluderanno domenica mattina con l’intervento di chiusura di Roberto Placido.
Il grande ingorgo
STORIE DI CITTA’ di Patrizio Tosetto
La sottosegretaria Laura Castelli si è incaricata di mediare tra la Sindachessa e le organizzazioni sindacali favorevoli alla Tav, dopo che queste hanno rimandato al mittente la richiesta pentastellatata d’incontro. Ma la vedo dura. Laura Castelli che sosteneva di non essere diventata Ministro perché la lobby del mattone non l’aveva voluta ( giuro, ha profferito testuali parole) Laura Castelli che si è sempre dichiarata fieramente anti Tav. Mediare vuol dire essere al di sopra delle parti.E qui per giunta le parti non hanno nulla da mediare. Tra un no e un sì non ci può esse il ni. Ci tenta Giggino che sostiene che Tav non essendo iniziata non è tra le opere da completare. Parole in libertà. I pentastellati vagano nel buoi più totale delle conseguenze dei loro atti. All’assessore Alberto Sacco non va meglio. Anche Lui imparentato con il mondo imprenditoriale ha tutti i commercianti addosso. Ha tentato di far riappacificare l’Appendino con il mondo industriale e del lavoro. Zero assoluto.
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Viceversa Forza Italia e Chiampa vivono una nuova giovinezza. In Regione la mozione pro Tav spopola. Tajani sabato a Torino per incontrare gli imprenditori.Il Ministro francese imperversa e ci tiene nel precisare tutto é possibile ma solo all’interno delle scelte Europee. La Tav è un occasione per il lavoro in Piemonte, ma non è solo dell Italia. E Marco Grimaldi non ci sta. E sempre Chiampa, sornione: ce ne faremo una ragione. Con Liberi e uguali che non esistono più dimostrando che i matrimoni d’ interesse non funzionano. Il PD? Non ha neanche un segretario regionale che possa rilasciare dichiarazioni in proposito, non esistendo. E ciò che rimane del cosiddetto partito va dietro. Chiampa va avanti solo con tante e tante liste civiche. Anzi continua a dire al Pd: meglio che vada avanti solo Io. Vincerà? E’ dura, ma almeno se la gioca. Comunque é difficile che Salvini si lasci scappare l’ occasione di fare cappotto al Nord. Salvini, imperturbabile, che continua a salire nei sondaggi nonostante tutto e nonostante tutti. E i pentastellati sono in caduta libera. Hanno osato troppo. Del resto non è una novità che Grillo si è montato un po’ la testa da un po’. E si sa, a noi Bugia nen non piace molto dare nell’occhio. Riservatezza è da sempre la parola d’ordine. Con un occhio verso oltralpe, con l’ ambivalente rapporto di odio ed amore con i cugini francesi.
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Il lombardo Matteo Salvini non può capire appieno. Poi c’è Bartolomeo Giachino oramai fuori gioco e ci sono le sette pasionarie che non vogliono mollare. Si presenteranno alle elezioni? Non penso, ma non si sa mai. Il rapporto tra classe politica e società civile c’ è e sempre ci sarà. Vanno di pari passo, ed i limiti di ciascuna si riversano sull’altra. Rapporto di complicità come di conflitto, come di confronto o di scontro. Ora ‘ impossibile è entrato in questo che è un non rapporto. Potenza dei pentastellati. Chiara Appendino chiede confronto,Laura Castelli desidera mediare tra parti che non parlano la stessa lingua. Gli inviti sono sempre rispediti al mittente. Difficile se non impossibile trovare la quadra. Tra il massimo dei massimi il Ministro Toninelli. Si inventa una galleria nel Brennero e sostiene che in Val di Susa non è stata scavata alcuna galleria: 25 km. Se hai la fortuna d’ incontrarlo che gli dici? Bella domanda. In piazza Baldissera l’ ingorgo di una giornata di ordinaria Follia. Solo che non è pura follia. C’è voluta l’assessora La Pietra che chiede scusa alla città ma non si dimette perché non vuole fuggire. Insomma continua a fare danni. Appena insediati interrompono i lavori del passante perché vogliono più spazio per le piste ciclabili. Poi con una accelerazione inaugurano un pezzo di strada non pronta solo per motivi d’immagine. I risultati si sono visti. Gli apprendisti stregoni picchiano duro anche questa volta. Non gli rimane che prendersela coi giornalisti come i loro sodali romani. Ma chi è rimasto ore nell’ ingorgo non è contento. Come non lo siamo noi, abbastanza allibiti . La nostra città è un quadrilatero. Pensava di essere immune dagli ingorghi di Roma o di Napoli Non c’ è limite al peggio. Ed io ho il terrore che se non voltiamo pagina il peggio non lo abbiamo ancora raggiunto.
“MOBILITAZIONE CONTRO UNA SCELTA SBAGLIATA”
Roma, 15 novembre “La produzione di Pernigotti deve rimanere a Novi. Ribadiamo quello che il governo ha dichiarato fin da subito: lo stabilimento di Novi non si tocca così come non si toccano tutti i lavoratori. Vogliamo vederci chiaro e capire anche la gestione economica e i bilanci della proprietà turca da quando è arrivata nel 2013. Non possiamo accettare, ad esempio, che oggi al tavolo del Mise si siano presentatati consulenti che ignoravano persino quanta gente lavora nello stabilimento di Novi. Per questo auspichiamo che cambi l’atteggiamento della famiglia Toksoz e che l’incontro tra il premier Conte e la proprietà turca porti ad un punto di incontro che salvi uno stabilimento storico e dall’alto valore economico e sociale. Occorre conoscere a fondo un’azienda per poterla gestire al meglio e rilanciarla non basta acquistarla e sfruttarne il marchio”. Lo dichiarano a margine del tavolo di crisi tenutosi questa mattina al Mise il sottosegretario al lavoro Claudio Durigon e il capogruppo alla camera della Lega Riccardo Molinari (nella foto).
Silvio Viale (Radicali Italiani), Daniele De Giorgis (Coordinatore Associazione Radicale Aglietta) e Andrea Maccagno (Direttivo +Europa Torino) – i tre primi firmatari dell’istanza di referendum consultivo comunale – hanno consegnato oggi (martedì 13 novembre) in Comune le 1000 firme raccolte sabato 10 novembre durante la manifestazione in Piazza Castello
Silvio Viale dichiara: “La procedura da oggi avviata prevede dapprima una conferenza stampa organizzata dal Comune e, in seguito, l’audizione da parte dei capigruppo. Sta a loro decidere se proporre in Consiglio Comunale la delibera definitiva per il referendum consultivo. Chiedo a questo punto agli esponenti del Movimento 5 Stelle, che da sempre dicono che nessuno ascolta i cittadini come fanno loro, quale miglior mezzo di questo per consultare effettivamente i torinesi. Se poi i 5 Stelle non dovessero dare seguito a quest’istanza, chiedo allora a tutte le opposizioni di proporre loro la delibera per un referendum consultivo. Credo infatti che su questa posizione oggi la maggioranza di Appendino non rappresenti affatto i torinesi”.
Torino, ora anche una nuova classe dirigente?
Tra i tanti temi che la manifestazione di Torino per la Tav e contro l’amministrazione cittadina guidata da Chiara Appendino ha suscitato, c’è indubbiamente il capitolo di una nuova classe dirigente che si profila all’orizzonte. Certo, il tutto non può essere riconducibile alle 7 donne che hanno organizzato questo grande evento popolare e di massa. Ma è indubbio che la risposta a questa marcia – anche se non va poi neanche eccessivamente enfatizzata – non potra’ che essere anche la richiesta di una nuova classe dirigente politica ed amministrativa a livello locale. Nessuno sa, ad oggi, attraverso quali canali passera’ questa rinnovata classe dirigente. Un fatto, però, è quasi certo: non saranno le stantie logiche del passato a disciplinare la futura classe dirigente locale. E forse anche nazionale. Visto che la cosiddetta “piazza” sta assumendo una valenza ed una importanza sino a poco tempo fa impensabili. Ma non saranno certamente la brutale cooptazione da un lato o il dosaggio per bande interne dall’altro i criteri che andranno per la maggiore. Si tratta di capire come sapranno unirsi un inedito civismo e, almeno spero, un rinnovato ruolo dei partiti. Tradizionali o meno che sia ha poca importanza. Quello che conta realmente, almeno a mio parere, sarà il tasso di competenza e di radicamento sociale che avrà la futura classe dirigente politica ed amministrativa. Ovvero la qualità della classe dirigente. Sempreche’ il tutto non si limiti ad un isolato fuoco d’artificio. Ma, francamente, non credo che ciò avvenga. Semmai, questa mobilitazione popolare che si sta diffondendo un po’ ovunque in tutto il paese – frutto anche della crisi irreversibile dei grandi partiti popolari da un lato e della scarsa capacità di aggregazione sociale dei soggetti medesimi dall’altro – inesorabilmente innesca un meccanismo di promozione di nuovi gruppi sociali e territoriali che ambiranno alla guida delle città e forse anche del paese. Ecco perché le recenti manifestazioni di piazza non vanno affatto sottovalutate. Anzi. Possono rappresentare – se non prevale un sentimento di spocchia o se non si trasformano solo in una appendice di qualche partito, cosa sempre possibile peraltro – una vera novità nel panorama pubblico del nostro paese. Dove tutta la politica si dovrà confrontare. A cominciare proprio dai partiti attuali.
Sì-No Tav, Appendino invita al dialogo
La sindaca invita al dialogo: “Manifestare? E’ legittimo, e ci sarà anche una manifestazione No-Tav. Ma non credo che la contrapposizione delle piazze e la gara a chi porta più gente, sia il modo giusto per affrontare il problema”. Così l’Ansa riporta le parole della sindaca Chiara Appendino, pronunciate a margine della festa della polizia municipale, sulla Torino-Lione. “Io rispetto i sì Tav, ma distinguiamo i piani: un sindaco deve lavorare per il bene della città e questa è una questione nazionale e internazionale”. E, a proposito del diniego da parte delle promotrici Sì tav di incontrarla se non dopo aver visto il presidente Mattarella: “Non sono rancorosa e la mia porta resta aperta. Perché se i sì del loro manifesto sono sette, magari su sei si può trovare l’intesa”
(foto: il Torinese)