POLITICA- Pagina 537

Esposto di Rosso (FdI) sui Murazzi abbandonati

Il capogruppo di Fratelli d’Italia: “Abbiamo perso gli affitti per anni e gli immobili sono ormai fatiscenti e deprezzati”

“Lasciare in stato di abbandono decine di immobili pubblici, rinunciare all’incasso dei canoni di locazione, permettere il degrado fisico dei locali stessi con un inevitabile deprezzamento del loro valore, rappresenta con ogni probabilità un grave danno erariale”. Così Roberto Rosso, capogruppo di Fratelli d’Italia nel consiglio comunale torinese, ha introdotto oggi la conferenza stampa nella quale ha illustrato l’esposto alla Corte dei Conti che ha preparato per il deposito urgente. “Mi riferisco – ha continuato – proprio ai tanti locali chiusi al Parco del Valentino, ma anche agli otto lotti già assegnati ai Murazzi, che restano lettera morta e non vengono assegnati per le lungaggini cervellotiche, per i bandi mal scritti e che di conseguenza stanno provocando la morte di due aree importantissime della città”. Da un punto di vista politico, spiega Rosso, “non posso che constatare come questo stato di cose, le cui responsabilità sembrano essere di entrambe le ultime Giunte comunali, abbiano di fatto lasciato agli spacciatori campo libero sia al Valentino, sia ai Murazzi. Da un punto di vista amministrativo e contabile, però, è chiaro che ci siano sia il danno emergente, sia il lucro cessante”. Difficile stimare con precisione quanto il Comune stia perdendo. Si tenga conto che soltanto la Rotonda del Valentino aveva un canone annuo di 120mila euro ed è chiusa da 5 anni: in tutto sarebbero 600mila gli euro non incassati da Palazzo di Città. Ma anche ai Murazzi, si stanno perdendo circa 200mila euro l’anno di affitti non pagati, secondo quanto risulta dai bandi per l’assegnazione degli immobili. Si legge nell’esposto: “il Cacao, il Bunker, il Cap10100 e praticamente tutti gli spazi dei Murazzi, per non parlare della Rotonda del Valentino o del Fluido, tutti locali di proprietà in senso lato della cittadinanza che l’Amministrazione dovrebbe per l’appunto amministrare e far rendere, sono invece in stato di abbandono”. Il documento prosegue sottolineando che “la stessa Rotonda, in totale disarmo e nell’incuria dell’Amministrazione, è ormai utilizzata dai tossicodipendenti come ‘stanza del buco’, dopo essere stata vandalizzata e spogliata di tutti gli arredi e di ogni parte mobile al suo interno, con un grave pregiudizio per il valore dell’immobile stesso”. Per questi e altri motivi, con l’esposto si chiede alla Corte che vigila sul buon utilizzo del denaro e dei beni pubblici, “se una quantità tale di immobili pubblici in stato di abbandono, quindi senza più la possibilità per il Municipio di ottenere canoni, con il degrado causato dall’assenza di qualsiasi vigilanza dei locali stessi e di qualsivoglia cautela finalizzata alla loro conservazione, non abbia causato un grave danno erariale per le casse comunali”. Roberto Rosso chiarisce che “la situazione è davvero paradossale. Perché tante delle vertenze che hanno portato alla chiusura e all’abbandono di decine di locali, partivano proprio dall’assunto che i canoni non fossero adeguati e che in fondo il Comune ci stesse perdendo. Però le lungaggini burocratiche, l’incapacità amministrativa e forse anche un po’ di noncuranza, hanno portato a una chiusura che ormai sta diventando permanente, per cui dal poco che si incassava si è passati al niente”. Senza contare che “l’incuria e la mancanza di controlli degli immobili chiusi hanno anche causato le devastazioni dei vandali e dei ladri, che come detto hanno deprezzato ulteriormente il valore della cosa pubblica in questione”.

Fca, Forza Italia: “Ampliare parco Its per la mobilità del futuro”

“Spiace constatare che durante le sue comunicazioni in Aula su FCA il Presidente Chiamparino si sia limitato ad una scolastica disamina incentrata sulle scelte di politica industriale della multinazionale automobilistica. Ancora una volta ha dimostrato la sua stanchezza e il passo lento del centrosinistra in Piemonte che non è un caso vede la nostra Regione in affanno, con una economia che rallenta più di tutte le altre nel Nord Italia”. Ad affermarlo Claudia Porchietto e Andrea Tronzano, rispettivamente deputato di Forza Italia e responsabile regionale del Dipartimento Attività Produttive in piemonte e vicecapogruppo in Regione Piemonte.
“Sinceramente ci saremmo aspettati che il Governatore ci comunicasse un piano strategico di misure da proporre a FCA: perché é inutile invocare l’etica dell’impresa se non si ha la minima idea di che cosa chiedere per il proprio territorio. Inutile l’ennesimo tavolo, se non hai da metterci sopra un progetto sul quale discutere. Il tempo delle questue è finita vista la dimensione globale nella quale opera oggi FCA. C’è chi come il centrosinistra e il M5S continua a pensare che si possa avere equità sociale solo senza avere imprenditori. Per noi invece è vero il contrario non c’è equità sociale senza impresa, e non c’è lavoro senza imprenditori”.
Il vicecapogruppo Andrea Tronzano
“Lanciamo una proposta: la Regione costruisca insieme al Governo un progetto per ampliare il “parco” ITS presente in Piemonte e che deve diventare la fucina delle nuove competenze per la mobilità del futuro. Questo ITS potrebbe sì coinvolgere direttamente FCA in modo da formare le figure indispensabili per un mondo del lavoro sempre più specializzato. Non bisogna dimenticare che in Piemonte esiste un mismatch di 150mila posti di lavoro dove l’offerta non incontra domanda”. Concludono i due esponenti di Forza Italia Porchietto e Tronzano.
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SUSA, BATZELLA (MODERATI): "PRONTO SOCCORSO SOVRAFFOLLATO, PAZIENTI IN CORRIDIOIO"

“MANCANZA DI POSTI LETTO E PERSONALE STREMATO. PRONTA INTERROGAZIONE PER L’ASSESSORE ALLA SANITA’”

“Il pronto soccorso dell’ospedale di Susa è in condizioni insostenibili a causa del sovraffollamento”. Lo afferma la consigliera regionale dei Moderati, Stefania Batzella, che sabato 16 marzo  ha effettuato un sopralluogo sul posto, dopo aver ricevuto numerose segnalazioni da parte dei parenti di alcune persone che si trovavano ricoverate lì. “Intorno alle 20 – spiega – erano presenti 33 pazienti, 9 dei quali con codice giallo e gli altri 24 con codice verde. I 9 posti letto di Osservazione breve intensiva (OBI) erano pieni e il resto dei pazienti stazionava nelle barelle in corridoio. Alcuni pazienti si trovano in pronto soccorso da giorni, addirittura anche da 6 giorni, perché nei reparti non ci sono posti letto per ricoverarli. Inoltre, anche la sala di attesa era piena di persone che attendevano di essere chiamate per essere visitate”.

I nodi cruciali del problema continuano ad essere sempre gli stessi: la mancanza di posti letto, il poco personale infermieristico, gli Oss (operatori socio-sanitari) e anche i medici. “Durante la giornata – prosegue Batzella – hanno lavorato in pronto soccorso due medici, uno dedicato ai codici ad alta intensità e uno a quelli di media e bassa intensità, in servizio dalle 9 del mattino. Quest’ultimo alle 19 è andato via. Durante la settimana, invece, il turno termina alle 23. Tempo fa tempo fa avevo presentato un’interrogazione in Consiglio regionale per chiedere che anche il sabato e la domenica il medico si fermasse fino alle 23, ma per l’Asl To3 non era necessario prolungare l’orario. Ed ecco i risultati”.

Il 19 febbraio la consigliera aveva anche chiesto in Consiglio regionale se fosse stato predisposto dalla direzione aziendale dell’Asl To3 un piano per affrontare in modo adeguato ed efficiente il sovraffollamento nei pronto soccorso. “Mi era stato risposto che il piano c’è – aggiunge – ma è evidente che non funziona o non è sufficiente. I posti letto sono pochi e non sono stati incrementati e anche il personale doveva essere incrementato per affrontare al meglio il carico di lavoro. Inoltre, il piano precisa che in Osservazione breve intensiva, i pazienti non possono stare più di 36 ore. Oltre questo tempo, il paziente deve essere preso in carico o da un reparto ospedaliero o, in mancanza di posti letto, dalle strutture residenziali e territoriali sanitarie, favorendo l’inserimento Rsa e Cavs, con le quali l’Asl To3 ha preso specifici accordi mirati all’accoglienza dei pazienti del territorio”.

“Alla luce di quello che ho visto – conclude la consigliera dei Moderati  – è evidente che tutto ciò non è stato messo in atto. Chi si rivolge al pronto soccorso deve ricevere un’assistenza di qualità e in questa situazione non è possibile, così come non è più tollerabile che il personale lavori in queste condizioni nonostante la loro professionalità, l’impegno e la buona volontà. Ormai sono allo stremo. Martedì in Consiglio regionale interrogherò l’assessore alla Sanità e gli chiederò di intervenire al più presto affinché questa situazione possa essere risolta”.

"Abbassi il canone per favorire il tuo inquilino in difficoltà? I Cinque Stelle ti fanno pagare di più"

Ma l’aumento dell’aliquota Imu per chi “viene incontro” alle fasce più deboli non è l’unica (e assurda) stangata: tra Tari, Tasi, Cosap e altre voci il “conto”, per i torinesi, fa circa 12 milioni
L’Amministrazione aumenta l’aliquota Imu per i contratti di locazione e canone agevolato e in questo modo penalizza tutti. Soprattutto – non è un paradosso – le fasce deboli. Ora quale incentivo avranno, infatti, i proprietari di immobili a mettere in affitto i loro spazi a canone agevolato? Molti di torneranno a contratti a canone libero, dopo anni di incremento e diffusione dei contratti concordati. I canoni agevolati non solo favoriscono gli inquilini in difficoltà economica, ma rappresentano anche un importante argine contro il disagio abitativo nella nostra città. Le liste di attesa per l’assegnazione di una casa popolare sono già lunghe così. La mossa della Giunta sarà, dunque, un clamoroso autogol per la stessa Città di Torino. Succede così quando, invece di combattere la povertà, si combatte la (presunta) ricchezza e i (presunti) ricchi. Perché per lorsignori la classe media non esiste: chiunque abbia un appartamento o un negozio da dare in affitto è senz’altro un privilegiato da bastonare.Ma gli aumenti riguardano una lista infinita di voci: aumenta l’aliquota IMU per i comodati gratuiti (dal 7,6 al 10,6 per mille), la Tasi (per certe imprese), la Tari (per tutti) e la Cosap (specialmente per chi ha la “colpa” di vivere in centro o semplicemente ci lavora). Il riassunto è che quella grillina è, a Torino, una politica di aumento scriteriato della pressione fiscale, nel tentativo di mettere una pezza ai tagli che il governo centrale (sì, quello in teoria di colore amico) ha imposto agli enti locali. Il totale fa 12 milioni in meno nelle tasche dei torinesi; 12 milioni ai quali va aggiunta la ”ciliegina sulla torta” rappresentata dal balzello imposto a chi ha l’ardire, o più banalmente, la necessità, di entrare in centro con l’auto privata.
Silvio Magliano – Capogruppo Moderati, Consiglio Comunale Torino

Flash mob contro la nuova Ztl

Le associazioni dei commercianti Ascom  e Confesercenti sono scese in campo contro la nuova Ztl  “allargata” di Torino. I due presidenti Maria Luisa Coppa e Giancarlo Banchieri hanno capitanato il quinto flash mob contro il provvedimento municipale. Nei giorni scorsi alcune decine  di esercenti  e cittadini torinesi si
Il vicecapogruppo Andrea Tronzano

sono  dati appuntamento  in via Po, per manifestare il loro dissenso all’allungamento della chiusura fino alle 19,30 e al pagamento obbligatorio di due ore di sosta. Alla pacifica protesta ha partecipato  anche il consigliere regionale di Forza Italia Andrea Tronzano. “Un provvedimento inutile perché le rilevazioni sull’inquinamento dell’aria – ha detto Tronzano – dimostrano che il traffico incide negativamente solo per il 2%”. Il  riscaldamento è la sfida da affrontare”.

No Tav – Locatelli (Prc-Se): «è rottura definitiva tra Movimento Notav e M5S. Avanti con la lotta»

«Dopo malumori, critiche più o meno sotterranee, è rottura definitiva tra il movimento No Tav e il M5S». 

A rivelarlo è Ezio Locatelli, della segreteria nazionale e segretario provinciale Prc di Torino facendo riferimento a una nota di Alberto Perino, uno degli esponenti di punta del movimento della Valsusa, per anni sponsor della creazione politica di Beppe Grillo. 

«Perino scrive parole durissime contro la decisione del governo di far partire i bandi di gara per la realizzazione della linea di Alta Velocità. In una lettera inviata a un gruppo di parlamentari e attivisti del M5S lancia un anatema: “attenti signori a 5 stelle … state calpestando i vostri principi fondatori, prendendo in giro voi e chi ha creduto in voi, per paura di far cadere il governo e di perdere (forse) la poltrona. Dopo le elezioni e il vostro tonfo verticale sarà Salvini a sfasciare il governo e voi sarete cancellati”. E più avanti “Noi non abbiamo governi amici, siamo abituati alle fregature, ma voi sparirete dal parlamento e dalla scena politica italiana. Non già cinque stelle ma un pulviscolo di meteoriti che si disgrega prima di arrivare sulla terra”. Nonostante le giravolte del governo Conte, Salvini, Di Maio non tutto è perduto. Avanti con la lotta NoTav. Dopo la bellissima giornata di oggi per la difesa del clima contro le opere inutili il 23 tutti a Roma per battere le politiche affaristiche e speculative del governo gialloverde».    

PIEMONTE NEL CUORE: BLITZ DI CHIAMPARINO SULLA GESTIONE DEI RIFIUTI

“ANCORA UNA VOLTA DANNEGGIATI PICCOLI E MEDI COMUNI E I LORO ABITANTI”
 
“Chiamparino e il centro sinistra continuano a non ascoltare il territorio e in aula con un blitz propongono l’accorpamento immediato e obbligatorio per i Comuni nella raccolta rifiuti. L’ennesimo gesto di come questa amministrazione sia distante dai cittadini” lo dichiara Gian Luca Vignale, consigliere regionale e fondatore di Piemonte nel Cuore.
 
In Piemonte, tranne alcune eccezioni, i Comuni più efficienti sono quelli piccoli, mentre le grandi città, Torino in testa, sono lontane dall’obiettivo minimo di legge per la raccolta differenziata, e contemporaneamente nei medi e piccoli virtuosi comuni i cittadini per la raccolta rifiuti spendono meno che nelle grandi città.
 
“A fronte di questi dati – dichiarano Tina Assalto, sindaco di Lanzo Torinese (TO) e Franco Cominetto, sindaco di Burolo (TO) e presidente del direttivo dell’Associazione Nazionale Piccoli Comuni Italiani (ANPCI) Città Metropolitana Torino – anche un bambino capirebbe che bisogna valorizzare e premiare i piccoli comuni e aiutare i grandi a migliorare. Invece Chiamparino e il centro sinistra in Regione hanno preferito sfruttare il virtuosismo dei primi per abbassare i costi nelle grandi città, obbligando i grandi Comuni a unirsi in un unico Consorzio rifiuti, votando lo scorso anno una legge sulla gestione rifiuti assurda e contrastata da quasi tutte le amministrazioni comunali”.
 
Si tratta della legge n. 1/2018 che prevedeva la costituzione di un Consorzio per la raccolta rifiuti in ciascuna provincia e l’obbligo di accorpamento per quelli già esistenti. La norma aveva suscitato molta contrarietà a causa dell’inevitabile innalzamento dei costi per i comuni più virtuosi e dell’annullamento di ogni capacità decisionale per i comuni più piccoli. Dopo l’approvazione del testo l’unica speranza per amministrazioni e cittadini rimaneva nell’articolo 33 dove si prevedeva un periodo transitorio di 15 mesi per la fusione dei Consorzi. Periodo, che in vista delle elezioni regionale, lasciava qualche speranza di modifica con l’avvento di una nuova giunta.
 
“Ma Chiamparino e i suoi hanno incredibilmente accelerato l’iter di fusione – dichiara il consigliere Vignale – annunciando che presenterà un Disegno di Legge (a tempo scaduto) che prevede che i consorzi di bacino non ancora riorganizzati in Consorzi devono stipulare una convenzione entro l’11 aprile”. Il sindaco di Lanzo Torinese, Tina Assalto sottolinea “Così facendo si da attuazione preventiva alla norma senza tutti gli adempimenti previsti dalla legge stessa, pur di approvarla prima del termine legislatura. In poche parole il centro sinistra ritratta la stessa legge che aveva fatto”.
 
“Un vero e proprio blitz – continuano Massimo Ottogalli ed Ernesto Saggese, membri dell’Associazione Piemonte nel Cuore – che di fatto imporrà a tutti i Comuni a stipulare in tempi rapidi una convenzione antieconomica, non efficiente e assolutamente anti-producente per amministrazioni e cittadini.
 
“Francamente non capiamo – concludono gli esponenti dell’Associazione Piemonte nel Cuore – la volontà di Chiamparino e del centro sinistra di accelerare una norma ingiusta né comprendiamo come un presidente di Regione possa svilire in questo modo la Vostra preziosa e importante comunità. Piemonte nel Cuore darà battaglia in Regione e non si fermerà fino a quando questa norma non sarà cancellata”.

I Verdi in piazza per il Friday For Future

I Verdi del Piemonte sono scesi in piazza al fianco dei ragazzi del Friday For Future per la manifestazione mondiale per il clima

I verdi da anni sono impegnati nella lotta ai cambiamenti climatici.” La politica deve essere rispettosa nei confronti del futuro delle nuove generazioni che non può che essere verde , occorre impegnarsi per salvaguardare il nostro pianeta ma anche creare impresa ed occupazione buona e durevole, puntando alla conversione ecologica dei modelli produttivi e sociali per regalare le prossime generazioni un futuro migliore e sostenibile” conclude la commissaria dei Verdi del Piemonte Tiziana Mossa.

Donat-Cattin, un'eredità attuale

Di Giorgio Merlo
Ricordare il centenario della nascita di Carlo Donat-Cattin significa anche e soprattutto rileggere il magistero politico, sociale e culturale di uno statista che ha segnato con la sua presenza la storia politica italiana

Attraverso la sua collocazione politica nella sinistra sociale della Dc, come esponente di primo piano del cattolicesimo sociale italiano e soprattutto con la sua concreta azione politica e legislativa. Certo, il ricordo di Donat-Cattin e’ molto vasto e articolato ma comunemente e’ conosciuto come il “Ministro dei lavoratori” per il varo di quello “Statuto dei lavoratori” che porta la sua firma nel maggio del 1970 e che ha caratterizzato per molti anni lo status, i diritti e la condizione concreta delle persone nei luoghi di lavoro. Ma sono sostanzialmente 3 gli elementi che, in forma dialettica e viva, hanno alimentato negli anni la sua azione – sindacale, politica, sociale – e che conferiscono spessore culturale ad ogni sua indicazione. Essi sono: a) una forte ispirazione cristiana che, per un verso, arricchisce di significato etico la sua azione politica e che, per l’altro, lo collega organicamente all’insegnamento della dottrina sociale della Chiesa in difesa della dignità e sacralità della persona umana e delle società naturali: la famiglia, la comunità locale e le professionali; b) un saldo radicamento nel sociale e nel mondo del lavoro, sorretto però sempre dalla capacità creativa di ricavare dalla difesa degli interessi più deboli un progetto generale e solidaristico nel quale possa riconoscersi l’intera società; c) una irriducibile fedeltà al metodo democratico ed ai valori dello stato di diritto, nella convinzione profonda che non può esistere autentica emancipazione sociale se non all’interno di solide istituzioni democratiche. Questi 3 elementi nel pensiero politico di Carlo Donat-Cattin non appaiono mai separati l’uno dall’altro ma, al contrario, si integrano e si sorreggono vicendevolmente, conferendo forza morale e coerenza culturale ad ogni suo atteggiamento. Leader indiscusso della sinistra sociale Dc di Forze Nuove per molti anni dopo essere stato dirigente torinese e nazionale della Cisl, e’ stato più volte ministro della Repubblica e parlamentare. Il suo magistero politico, seppur declinato in un contesto storico che va dal secondo dopoguerra alla fine degli anni ’80 – Donat-Cattin muore nel marzo del 1991 – conserva tuttora una bruciante attualità non solo per lo spessore e l’autorevolezza del personaggio ma anche, e soprattutto, per la modernità dei valori a cui si rifaceva e per le concrete scelte politiche che ha compiuto negli anni. Perché Donat-Cattin, come ha scritto recentemente l’ex sindaco di Torino Diego Novelli, “e’ stato sì un anticomunista. Ma un anticomunista che ha sempre difeso e valorizzato i ceti popolari”. Non nei libri, nelle conferenze o nei salotti aristocratici ma nella concreta battaglia politica, nel dibattito istituzionale e nel duro confronto con la piazza.

In attesa della Tav e della Cina capitalista

Ignazio Corrau eurodeputato 5 stelle non teme Matteo Salvini.  Contrarissimo alla Tav sostiene viceversa che il sottosegretario Giorgetti è favorevole all’opera perché fortemente condizionato dai poteri forti che i pentastellati combattono.  Poi affondo finale: la Lega stando al governo con i pentastellati  sta espiando la colpa di aver governato con Berlusconi. Reazioni tra ilarità e stupore, indicative di che clima si respira all’interno del governo.  Fino a queste dichiarazioni pensavo che ci fossero forti contrasti.  Ora sono convinto che c è anche disprezzo.  E noi piemontesi ci finiamo di mezzo. Giorgetti in questo caso ha solo una colpa: aver detto la verità.  Solo il Parlamento può decidere se interrompere l’opera con le conseguenze del caso. Difficilmente avverrà perché la maggioranza è saldamente in mano ai pro Tav, con le miserie pentastellate  e qualche balla di troppo. Abbiamo fermato la Torino-Lione. Balle spaziali. Conte ha chiesto al cda di Telt di soprassedere, per favore. Probabile che i bandi saranno confermati, il premier ha chiesto un incontro con Francia ed Europa per la richiesta di modificare il progetto. Probabilmente gli incontri si faranno. Sicuramente risponderanno di no. Se n’è accorto pure Perino, leader storico no Tav. E suppone che dietro la lettera ci sia lo zampino di Mario Virano .Se ha ragione è  palese la presa in giro grillina. Matteo Salvini si è arrabbiato tanto ma proprio tanto. Il motivo? Lesa maestà.  Non gli hanno detto nulla . Segna e farà un conto unico che salterà tra sei mesi. Mi sembrava difficile se non impossibile che Giggino battesse Matteo Fregoli . La lettera è fumo. Confermato il mio scetticismo.  Ed ecco che il Chiampa insiste ed ha formalizzato la richiesta di Referendum.  Alcuni dicono che è un bluff perché non si può fare. Non essendo esperti nel settore non ci esprimiamo e comunque osserviamo che i Si Tav lo vorrebbero convinti di stravincere.  I no Tav non lo vogliono perché sono convinti di straperdere e l’euforia di Giggino dura 24 ore. La Francia ed il cda del Telt hanno deciso: avanti con i bandi. Appunto, la Tav va avanti. Rimangono solo i pentastellati torinesi e la Sindachessa di Torino ad aver fiducia nelle lettera di Conte.  Tecnicamente si dice un buco nell’acqua. E sempre la Chiara Appendino si vede a Roma con la Castelli e le chiede: che sta succedendo? La sottosegretaria con occhi sbarrati nel vuoto confessa: francamente non so.  Tipico del loro non fare. A volte capita che la realtà abbia più fantasia dell’immaginazione. Così i Borboni pentastellati ottengono il reddito di cittadinanza per il Nord e gli Asburgo leghisti quota 100 pensionistica per Sud. Lombardia e Piemonte in testa alle classifiche del primo. Gli Enti locali al Sud primi per il secondo aspetto.  Siamo alle prime battute per queste classifiche, ma mi pare che una tendenza sia segnata. Tanti artigiani, pochi operai.  E se la povertà è stata sconfitta non pare si concretizzasse al Sud.
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Sicuro che qualcosa non torna, si vedrà a bocce ferme quali sono  le relative cause. Intanto nel Piemonte crollano le vendite delle auto.  Magneti Marelli componentistica saldamente in mano ai Giapponesi e le esportazioni diminuiscono. No,  non stiamo campando bene. Pure i deputati leghisti disertano gli incontri con gli Imprenditori. Loro sono solerti verso il capitano Salvini più che alle esigenze del territorio  e del mondo del lavoro. Ma noi torinesi e piemontesi che abbiamo fatto di male? Qualche amico in Lombardia Liguria e Veneto l’ abbiamo ancora. Indubbiamente qualche errore l’abbiamo fatto. basta vedere l’attuale compagine governativa per capirlo.  Siamo passati da Cavour a Laura Castelli via  Giolitti Gramsci Togliatti Einaudi Scalfaro. Oggi non contiamo più nulla, ed è ora che ci diamo una svegliata. Magari con la Regione Piemonte che sostituendosi alla ignavia del Governo italiano gestisca in prima persona la vicenda Tav. Poi non ho sentito o capito che cosa le forze politiche locali pensano della venuta dei cinesi nel porto di Genova e nella economia nostrana. Ricordo il mitico triangolo industriale del Nord con Milano Torino e Genova, nel mio immaginario arricchito ora dal nuovo polo Veneto. Ricordo anche quando per i comunisti era fortemente preferibile il trasporto su treno e non su gomma.  Anche qui non sono esperto nel settore, cerco comunque di utilizzare la poca logica che mi è rimasta.  Il porto di Genova vuol dire soprattutto merci che vengono importane ed esportate, dunque merci che debbono essere trasportate.  I Cinesi hanno già comprato i porti nel Pireo ed hanno forti capitali e liquidità. Se scelgono l’ Italia ed in particolare il Nord puntano a tutta l’Europa. Appunto mi sembra elementare prevedere le infrastrutture necessarie. Mi sa che l’ultima commissione-costi benefici ha scritto un sacco di stupidaggini. Strana è la vita. Ora un’ icona dei comunistoidi è il no Tav.  Lo scontro attuale tra Usa e Repubblica Popolare Cinese è tra chi è più capitalista tra i due. Le cose cambiano proprio.  Ora i capitalisti più sfrenati sono  i compagni cinesi.
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Patrizio Tosetto