Quarant’anni di amicizia e di politica

La maturità viene con gli anni. Si apprezzano cose che magari erano lì davanti da una vita, e fino in fondo non capite. Come il valore dell amicizia. Non sono frasi fatte. Prosaicamente è la riflessione che ti fa vedere le stesse cose da un punto di vista diverso, appunto più maturo

Conosco da più di 40 anni Tullio Monti e da 30 posso dire di essergli amico. La nostra amicizia è un fiume carsico che riemerge nel tempo, concretizzandosi in lunghe e retrospettive chiacchierate, mischiando il nostro passato tempo comune alle miserie attuali. Punti di partenza decisamente distanti. Direi di più, radicalmente distanti.

Conosciuto alla fine del 78 alle elezioni universitarie, Tullio è figlio della borghesia torinese con robuste radici in Val di Susa dove ora risiede. Per dieci anni ha fatto la spola con le isole greche dove ha costruito una villa in riva al mare. Sembrava che dovesse essere il suo ultimo approdo. Lui ha sempre qualcosa da dover fare. Chi si ferma è perduto. La stessa sua vita è questo suo insistente ricostruire qualcosa con qualcuno. Non è tutta farina del suo sacco. Ma piacendogli le scommesse le affronta con lo spirito giusto. Appassionato di politica inizia come giovane liberale di sinistra. Vi assicuro che alla fine degli anni ’70 non era di moda, ancorché Torino fosse una delle culle del liberalismo italiano. Diventa segretario ma il tutto gli sta stretto e passa ai socialisti. Convintissimo che il grande limite  della sinistra italiana fosse il dominio dei comunisti che offuscavano ogni prospettiva riformistica. Vedeva, e vede nei fratelli Rosselli come in Gobetti i suoi punti di riferimento teorici. Periodicamente ci si incontrava. Alla Consulta giovani del comune di Torino. Nel comitato per gli aiuti piemontesi ai terremotati Campani e una decina di anni dopo funzionari della Lega coop, settore abitazione. Fatto per la politica attiva, fu fermato da tangentopoli con la liquefazione del Psi e il tramonto di Bettino Craxi patteggiò per finanziamenti non regolari e per 7 anni fu socio di autostrasportatori vercellesi . Tutte le mattine in treno da Torino a Vercelli e ritorno. Non è da tutti, direi. Sparirono i vecchi partiti. Solo la maggioranza dei comunisti di allora rimase a sinistra mentre la dc come i socialisti si divisero in estimatori di Berlusca o in pds o Margherita. Tullio non ebbe dubbi e rimase a sinistra, nonostante il suo anticomunismo, grazie al suo essere profondamente laico, radicale e libertario. Diviso tra il nuovo Psi e i Ds , sempre controcorrente con la maggioranza. Questo mi è sempre piaciuto di Tullio, non far parte del coro. In questo, sottolineo, un po’ ci assomigliamo. Non sicuramente nella tignosità. Lui difficilmente molla, io se non avete capito è un problema vostro. Ed a questo punto la sua più originale creatura: la Consulta Laica con simbolo i sanculotti della Rivoluzione francese. Libero Stato in libere chiese. Chiese perché non c’è solo la Chiesa cattolica. Tullio è un po’ mangiapreti. Lo punzecchio:  ma non hai studiato dai preti? Appunto, mi risponde. Non ha più voglia di fare politica, non riconoscendosi in questo ciarpame. Ma la passione è dura a morire. Continua nell’ impegnarsi su due fronti. La libertà di espressione e dei diritti nei paesi come l’Iran. E i diritti per la comunità Lgbt. Il mondo delle diversità sessuali. Libertà su tutto regolata da regole precise con l’ entità dello Stato che fa applicare ed applica le regole in un insieme di valori condivisi. Dopo 42 anni di amicizia capisco che il vero utopico è lui. Assicuro, non molla, vorrebbe incontrare l’Appendino. Che sta sbagliando secondo lui il suo approccio con la comunità dell’Iran e con quello Stato. Praticamente subordina presunti interessi economici ai diritti umani. Non dovrebbe essere da lei. Ripeto, Tullio non molla. Con le mani in mano non ci sta proprio. Tra i vari tarli c’è anche quello dell’organizzazione. Tignoso com’ è. Anche sul buon gusto alimentare si è dato da fare. In particolare nella stagione dei tartufi. Ha organizzato comitive qualificate e concordato con i ristoratori prezzi abbordabili. Pullman e comitive a go- go. Le Langhe tutte per noi. Come a Neive, al Rondò con l’amico e  compagno Francarlo Negro. Del resto l’ecletticità e’ figlia dell intelligenza. Come la buona cucina è e figlia della buona politica. C’è sempre qualcosa di cui parlare, caro Tullio. C’è sempre qualcosa per poter continuare la nostra amicizia.

Patrizio Tosetto

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