POLITICA- Pagina 484

La situazione politica: caos locale e caos nazionale

Giggino ( Di Maio ) non arretra di un millimetro. Dopo la stupidaggine di aver tolto lo scudo
legale sull Ilva se ne inventa  un’altra. Non c’ e’ alcun piano B così imponiamo agli indiani di rimanere.
Terrorizzata, la multinazionale dell’ acciaio vuole spegnere i forni di Taranto.
E piaccia o non piaccia il PD ( ad oggi ) ne è complice. A Bologna tre giorni di orgoglio PD.
Bastasse questo. Persino Andrea Orlando grande sostenitore dell’ accordo con i pentastellati
è perplesso nel continuare. Oramai sono lanciati e Zingaretti tenta di dettare l’ agenda e
Giggino prontamente gli risponde: ma non esiste proprio. Contenti loro. Sulla finanziaria
tra emendamenti PD ed altri, tra pentastellati Renzi e sinistra sbrindellata si arriva a 1500 .Tra
i quattro amore a prima visita. Ed intanto l’ Italia sprofonda letteralmente. A Venezia spesi
5 miliardi per niente . Vietato stupirsi, doveroso indignarsi ed inutile dire che la colpa è dell’
altro. Prosaicamente il tutto non tiene. I politici che fanno ? Come i polli di Renzo Tramaglino,
bisticciano per qualche voto in più. Vedremo. Una cosa sta diventando ovvia: da soli non ce la
facciamo. E non solo per questioni di soldi ma anche di capacità. In Piemonte cala l’export e
Fiat è stata venduta a Renault. Finalmente arriva il commissario del terzo Valico ma sul Tav tutto
tace e per il completamento della autostrada Cuneo Asti è fermo tutto. Embraco, sono stati presi
in giro i lavoratori e l’Ilva di Novi seguira’ la sorte di Taranto. Poi ci si mette pure la multinazionale tedesca e
due stabilimenti a Carmagnola chiudono. Si mobilita persino l’ Arcivescovo di Torino Nosiglia.
Usando il solito eufemismo : tutto sotto controllo. Buttiamola in politica.
Torino Chieri Asti ed Ivrea daranno la cittadinanza onoraria alla senatrice Segre. Un po’ tutto il
Piemonte si mobilita e i Leghisti non si tirano indietro.
Anzi sono sparati nell’ appoggiare la proposta. Tutti tranne uno : Corradino Sindaco di Biella.
Proposta strumentale che respinge al mittente. Forse non gli è arrivato l input da Matteo
Salvini. Forse ‘l onorevole Del Mastro ( Fratelli d Italia) ha voluto essere vicino a suo padre
esponente del Movimento Sociale Italiano di Biella. O forse Corradino è arrabbiato perché non
si pensa agli insulti al suo Comandante. Equivoca. La Senatrice Segre ha diritto alla nostra
solidarietà perché insultata in quanto ebrea. Insultata e minacciata per quel che rappresenta.
Tra i pochi che si salvarono dai campi di sterminio nazisti con buona pace del suo assessore
( sempre di Fratelli d’Italia) che sul Web esaltava Mussolini mettendo in dubbio l’esistenza
dei campi di concentramento. Mi dispiace molto per Corradino, questa
volta più che un fatto politico è stato un atto di cattivo gusto. Magari cambia idea. Solo gli
stupidi non cambiano mai idea, ed io lo spero. Tutto diventa un motivo di bisticcio. La Regione e
il Comune di Torino non sono d’ accordo su nulla. Dalla ztl ai divieti per la circolazione. Ammetto
che è difficile il dialogo. Quando poi si introduce il limite di 30 all’ ora in centro il dialogo diventa
difficilissimo. Non basta. La vicenda dei Vigili Urbani tra dimissioni ritirate e la Sindachessa
che deve evocare a sè le deleghe di sicurezza e Vigili. Indubbiamente sono nel marasma
totale e come fanno a livello nazionale fanno a livello locale. Cinquestelle contro centrodestra
e pd contro tutti e due. Sia ben chiaro, dissentire è il sale della democrazia. L’ opposizione
sia opposizione. Ma un conto è essere avversari, un conto è essere nemici. Tanti bisticci ed i
problemi si aggravano.
Altro che concordia istituzionale. Con questa eterna e per cento versi sconsolante campagna
elettorale. Ora la nuova frontiera: Emilia Romagna.
Vincera’ il PD o Bonaccini? Come al solito a destra è tutto più semplice: vincerà Matteo
Salvini. Oramai quelli di Forza Italia sono questuanti, Fratelli d’Italia di rincalzo e i leghisti che stanno
ripassando la geografia. Altra incognita: se le piazze delle ” sardine ” anti Salvini si trasformano
in voti alla coalizione del centro sinistra. Sicuramente sono cavoli amari per Zingaretti se
perderà anche in Emilia. E l’ altro Matteo ( Renzi ) sta a guardare. Lui , per non lasciare nulla di
intentato una sua pattuglia dei suoi li ha lasciati nel PD. Da cosa nasce cosa e si riprende tutto.
L’ ex Ministro Elisabetta Trenta diventa un nuovo caso Scajola . Lui l’ alloggio che un anonimo, a
sua insaputa gli avrebbe comprato se l’ è tenuto. Atto notarile canta. Lei più prosaicamente lascia
l’ alloggio amareggiata. La Cassazione conferma poche condanne per la  rimborsopoli piemontese.
Molinari innocente e per gli altri tutto da rifare. A Mastrullo,
Giovine e Motta gli tocca andare nelle patrie galere. Visto così, tanto rumore per nulla.
I problemi rimangono e la guardia di Finanza indaga mandata dalle procure di Milano e Taranto.
Unica novità: la situazione continua a peggiorare.
Ps. Se passano tutti i 2000 emendamenti siamo di fronte ad una nuova finanziaria? Ai posteri l’
ardua sentenza.

 

Patrizio Tosetto

Ferrovie Sfm1, il Pd sollecita la Giunta regionale

PONT-RIVAROLO-CHIERI. AVETTA (PD):

“SI SOSPENDANO GLI ADEGUAMENTI TARIFFARI SU TUTTE LE TRATTE DOVE SI REGISTRANO DISSERVIZI. E LA REGIONE INTERVENGA AFFINCHÉ TRENITALIA SUBENTRI A GTT NEI TERMINI CONCORDATI”.

Il Pd ha presentato un Ordine del Giorno

 

“La Regione Piemonte deve procedere all’immediata sospensione della deliberazione di adeguamento delle tariffe assunta dall’Agenzia della Mobilità Piemontese, garantendo i rimborsi ai viaggiatori, e deve intervenire presso Ferrovie dello Stato affinché Trenitalia subentri a GTT nella gestione del ferro. Il che significa che entro il 9 dicembre Trenitalia deve sottoscrivere il contratto di servizio con l’Agenzia per la Mobilità Piemontese e subentrare a GTT nella gestione del servizio, e, contestualmente RFI deve sottoscrivere con la Regione l’accordo per subentrare a GTT nella gestione dell’infrastruttura ferroviaria con l’acquisizione dell’intera business unit ferroviaria oggi in capo a GTT”: queste le richieste contenute nell’Ordine del Giorno presentato  dal consigliere regionale del Pd Alberto AVETTA.

“Gli utenti del SFM1 Pont-Rivarolo-Chieri subiscono ormai quotidianamente disservizi e ritardi che generano disagi sempre più intollerabili – spiega il consigliere Alberto AVETTA – Disservizi che colpiscono i pendolari che utilizzano il trasporto pubblico per ragioni di lavoro e studio e spesso raggiungono con ritardi ingiustificati il posto di lavoro, la scuola o la sessione di esame. Nonostante ciò l’Agenzia per la Mobilità Piemontese, in data 23.10.2019, ha deliberato un adeguamento tariffario per tutto il territorio regionale a copertura delle variazioni dell’inflazione senza prendere in alcun modo in considerazione eventuali differenziazioni per le tratte che, sul territorio piemontese, presentano disservizi oggettivi ed evidenti. Pertanto, l’Agenzia per la Mobilità sospenda gli adeguamenti tariffari, rimborsando gli utenti, ma questo deve valere per tutte le tratte regionali che presentano lo stesso livello di disservizi”.

“Ma soprattutto – aggiunge Alberto AVETTA – occorre che Trenitalia subentri a GTT nella gestione del servizio, il che dovrebbe avvenire entro il 9 dicembre. Ad oggi non risulta che Trenitalia abbia sottoscritto con l’Agenzia della Mobilità Piemontese il relativo contratto di servizio. Quindi c’è il rischio di un differimento, il che vorrebbe dire un peggioramento della qualità del servizio di trasporto pubblico dal momento che GTT, gestore in uscita, non ha più alcun interesse e titolo ad investire. Pertanto, è urgente che Trenitalia e RFI, rilevino nei tempi previsti l’intera business unit ferroviaria di GTT, struttura che è dotata delle autorizzazioni per la sicurezza rilasciate dall’Agenzia Italiana per la Sicurezza delle Ferrovie (ANSF) sia per l’esercizio sia per l’infrastruttura. In tal modo, il gruppo FS avrà il controllo totale della linea e potrà subentrare con maggior efficienza e sicurezza nell’esercizio della tratta ferroviaria”.

Crocifisso, Grimaldi (LUV): “Lega e associati parlano di simboli di pace e accoglienza ma…”

Riceviamo e pubblichiamo

“… invocano il crocifisso di Stato insieme ai respingimenti in mare”

 

“Ed eccoci per davvero, nel 2019, a votare l’affissione di un crocifisso sulle pareti di Palazzo Lascaris. Deve essere parte dell’ondata nostalgica che sta facendo tornare in auge gli anni ’90: i maglioni larghi, Beverly Hills 90210, il cocktail ‘angelo azzurro’ e la discussione sul crocifisso”. – Così il Capogruppo di Liberi Uguali Verdi, Marco Grimaldi, nel suo intervento in aula durante la discussione sull’ordine del giorno delle destre: “Difesa, rispetto e salvaguardia dell’importanza del crocifisso”.

L’ordine del giorno, il cui voto slitta alla prossima seduta di Consiglio, in contrasto con la Costituzione e il principio di laicità arriva ad affermare che bisogna combattere “tramite qualsiasi azione, ogni forma di sopruso e proposta di eliminazione dei crocifissi” nelle scuole e negli edifici pubblici e addirittura a proporre di affiggerne uno all’interno dell’aula del Consiglio, che rappresenta tutti i piemontesi.

“Lega e associati garantiscono che si tratta di un simbolo di pace, accoglienza e integrazione. Io non visito le bacheche Facebook private dei miei colleghi, ma spero tanto che questo fervore cristiano, ecumenico e inclusivo non si accompagni a esplosioni di giubilo per le ruspe o per qualche diritto negato a una minoranza. Io non sono battezzato, sono figlio di agnostici e sono ateo, ma la mia cultura è più cristiana della metà di quel mondo che invoca il crocifisso in ogni scuola e in ogni sede insieme ai respingimenti in mare”.

“I consiglieri della Lega” – conclude Grimaldi – “citano il Magnificat che loda il Dio che rovescia i potenti, innalza gli umili, colma di beni gli affamati e lascia i ricchi a mani vuote. Tutto il contrario, quindi, di quel capitalismo predatorio che la loro forza politica non mette mai in discussione. Citando Luca 23:34, direi ‘Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno’ e, aggiungo dopo oggi, non sanno nemmeno quello che dicono.”

 

Regione: gruppo di lavoro per l’autonomia differenziata

Sarà un gruppo di lavoro con i rappresentanti di tutti i gruppi consiliari a discutere la proposta di deliberazione della Giunta sulla “autonomia differenziata”. Sono le prime determinazioni decise in Consiglio regionale, in  prima Commissione, presieduta da Carlo Riva Vercellotti, in una seduta cui ha preso parte anche il presidente della Regione Alberto Cirio.

Il tavolo di lavoro, coordinato dal presidente Riva Vercellotti, sarà costituito da uno o più  rappresentanti per gruppo. I consiglieri coinvolti avranno tempo fino al 9 dicembre per presentare un documento di sintesi che verrà discusso dalla Commissione. Il provvedimento dovrebbe arrivare in Aula nella settimana successiva.

Le consultazioni online dovranno invece concludersi entro il 2 dicembre. Il gruppo di lavoro potrà decidere se convocare eventuali interlocutori per consultazioni fisiche.

La proposta di deliberazione viene ora trasferita al Cal per l’acquisizione del parere di competenza.

In precedenza la Commissione aveva approvato all’unanimità l’assestamento di bilancio del Consiglio regionale, presentato dal presidente Stefano Allasia.

 

(dall’ufficio stampa di Palazzo Lascaris)

 

Ravetti (Pd): “Autonomia? Persi 160 giorni”

 “ ECCO L’ALTRA VELOCITA’ DI CIRIO”

“La Lega piemontese, dopo 160 giorni persi a discutere sulla necessità di istituire una Commissione permanente sull’Autonomia, proposta che aveva, in realtà, più lo scopo di portare a casa un altro Presidente che quello di affrontare un tema importante per il Piemonte, ha ceduto e oggi, finalmente, in I Commissione affronteremo la discussione del testo sull’autonomia. Il Gruppo Pd aveva chiesto, fin dall’inizio della legislatura di portare in Consiglio regionale il provvedimento, ma non siamo stati ascoltati” ha affermato il Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale Domenico Ravetti.

“Nel suo programma elettorale il Presidente Cirio aveva accusato la Giunta di centrosinistra di “ritardo e eccessiva timidezza” nel chiedere più autonomia: sono mesi che invitiamo Cirio a presentarsi in Consiglio per discutere il tema nel merito e senza propaganda” prosegue Ravetti.

“Oggi avremo finalmente la possibilità di analizzare le proposte di autonomia che attendiamo da tempo. Non faremo ostruzionismo: ci opporremo alle parti che non ci convinceranno e diremo sì alle materie utili, a partire da quelle che avevamo definito nella scorsa legislatura” conclude Ravetti.

Metro linea 2 in Sala Rossa

Dall’ufficio stampa di Palazzo Civico

L’assessora ai Trasporti, Maria Lapietra, ha risposto questo pomeriggio, in Consiglio Comunale, ad un’interpellanza generale, relativa alla linea 2 di metropolitana, che vedeva come primo firmatario il capogruppo del Partito Democratico Stefano Lo Russo.

L’assessora ha ripercorso le tappe relative all’iter relativo alla progettazione e al finanziamento dell’infrastruttura, a partire dalla stipula del contratto con le società incaricate della progettazione, nel 2017, all’avvio dell’attività, nel 2018, con l’attività preliminare e la progettazione relativa alla tratta centrale e allo studio di fattibilità dei prolungamenti nord est e sud ovest, la cui relazione di sintesi è stata approvata nel novembre 2018.

“Il 31 ottobre scorso, ha spiegato Lapietra, i progettisti hanno provveduto a consegnare gli elaborati progettuali in versione definitiva dell’intero tracciato ed in questi giorni sono in fase di conclusione le attività di verifica del progetto che assumerà a breve la sua veste definitiva e validata”.

Il livello di progettazione che a breve sarà acquisito sarà un progetto di fattibilità tecnico economica, ha spiegato, che metteremo a bando chiedendo indietro il progetto definitivo”.

La nuova finanziaria, ha aggiunto, ha posto la sua attenzione su Torino dedicando risorse e si potrà così procedere ad indizione di una conferenza di servizi all’inizio del 2020 per l’approvazione del progetto e per la verifica di assoggettabilità alla valutazione di impatto ambientale”.

A questo si aggiunge la possibilità di ottenere fondi grazie al decreto del Ministero dei Trasporti destinato al finanziamento dei sistemi di trasporto rapido di massa (la scadenza dell’affidamento delle risorse sarà tra gennaio e febbraio) “che non vogliamo perdere”, ha sottolineato Lapietra. “Per questodovremo valutare quale dei 5 lotti funzionali, ciascuno dei quali contente un’area di deposito, collocata o in San Mauro o in Anselmetti (Porta Nuova – Rebaudengo – San Mauro, Rebaudengo – Porta Nuova – Anselmetti, Porta Nuova – Anselmetti, Porta Nuova – Anselmetti – Orbassano, Anselmetti – Orbassano) si potrà finanziare con un project financing e con la finanziaria e valutare quale estensione progettuale mettere in un accordo quadro per estendere il progetto ad un’altra parte della città”.

Una volta svolta la conferenza dei servizi, ha concluso, si potrà procedere con il bando di gara ad oggetto progettazione e realizzazione con indicazione della strada scelta per la gestione della linea 2 sulla base del progetto di fattibilità tecnico economica. Per questo è già stata concretizzata una collaborazione con Cassa Depositi e PrestitiLa gara avrà durata di circa un anno”.

IL DIBATTITO IN SALA ROSSA

Stefano Lo Russo (PD) Abbiamo avviato nel 2015 la procedura per la progettazione della liea 2, poi abbiamo assistito nella prima parte di questo mandato a uno stucchevole balletto tra sindaca, vicesindaco e assessore, rischiando di perdere i fondi Del Rio. Solo nel 2017 la giunta ha affidato l’incarico di progettazione, consegnato a novembre 2018. Ci ha stupito l’affermazione della sindaca sugli 840 milioni ottenuti dal governo, visto che la Giunta non ha ancora approvato alcun progetto preliminare, possibile che in questa situazione ci sia uno stanziamento così circostanziato? Se c’è un progetto, non mi risulta che al ministero orti lo abbiano visto. La nostra delibera del 2015 aveva un punto cruciale, sulla gestione della linea 2, lasciando il campo libero alle possibili opzioni, il contributo pubblico a fondo perduto o il meccanismo della concessione di costruzione e gestione. Il M5S parla di nazionalizzare le autostrade ma in Sala Rossa sposa la tesi della concessione a un operatore privato che integra con proprie risorse i fondi pubblici per realizzare l’opera e ottiene poi una remunerazione dalla gestione. Che fine farà GTT, quale sarà il livello di sovranità politica del Comune, ad esempio sulle tariffe? La realizzazione di una metropolitana ha due voci di costo fondamentali, le opere di ingegneria civile e il materiale rotabile, il costo del quale può variare molto a seconda della tecnologia scelta: e non è chiaro l’orientamento a questo proposito. Ci vuole un progetto che indichi scelte e costi. Abbiamo capito che di fatto volete privatizzare la linea 2 ma non ancora si capisce, tra i vari lotti, quali scelte verranno fatte sul punto di inizio dei lavori. La nostra scelta di iniziare dalla periferia Nord rispondeva a un’idea di politica urbanistica per riqualificare la zona, quando capimmo che volevate partire da Mirafiori chiedemmo di individuare comunque un’area di cantiere adatta a Nord. Ribadiamo che la costruzione della metro 2 deve partire da Nord e non da Sud, aspettiamo di capire quali siano le intenzioni e il modello organizzativo e gestionale scelti dalla Giunta. Vedremo come finirà la questione del coinvolgimento dei privati nella realizzazione dell’opera, ma è chiaro che non si può che coinvolgerli nel progetto (che oggi peraltro non esiste). E vedremo come si comporterà questa maggioranza quando  in Sala Rossa si voterà la deliberazione inerente l’opera

Francesco Tresso (Lista Civica per Torino) Dalla relazione dell’assessore non appare una direzione definita, ci sono già stati ritardi dovuti alla mancanza di chiarezza politica nella maggioranza. Eppure c’è un’attenzione particolare alla metropolitana di Torino, da parte del governo. Il partenariato pubblico/privato non è una delega totale a quest’ultimo, la parte pubblica vigila su costi e qualità del servizio. La politica deve avere idee precise, quella su dove avviare i lavori deve rispondere ad una visione della città, non può essere ridotta a un fatto puramente tecnico. Dobbiamo convocare una riunione di commissione dove l’assessore esponga con chiarezza al Consiglio progetto e ipotesi di partenariato, ma temo che da parte della maggioranza non ci sarà la capacità di trovare soluzioni, come per la ZTL.

Roberto Malanca (M5S) L’idea di linea 2 del metrò propugnata dalla giunta precedente non si giustificava economicamente e comportava la modifica del territorio in zona Cimitero Monumentale, facendo in modo che fosse la metro a creare la domanda e far sorgere nuovi insediamenti. La nuova ipotesi parte dalla domanda esistente e dalle sue prospettive, pensando ad estenderne il tracciato verso Orbassano. I cinque lotti previsti sono funzionali alle risorse ed alle scelte politiche. Va precisato che il rientro economico, nel project financing, non è necessariamente derivato dalla gestione del servizio, può derivare anche da canoni. Uno studio preliminare e uno studio di fattibilità tecnica e economica sono sostanzialmente la stessa cosa. I tempi della procedura sono stati finora i più rapidi visti in Italia, approfondiremo in commissione a gennaio.

Damiano Carretto (M5S): Su questo tema si sta creando dell’allarmismo ingiustificato, una speculazione elettorale da parte di consiglieri come l’ex assessore Lo Russo che lasciano intendere che di questo progetto non se ne farà nulla. E’ chiaro che finanziare l’infrastruttura con il project financing significa l’ingresso dei privati nell’operazione, come auspicato dal Partito Democratico. Ma per quale motivo la realizzazione e la gestione dell’opera dovranno per forza essere unite?
Il punto è che il progetto sulla linea due della metropolitana da parte della passata Giunta era sbagliato: poco più di una sorta di tram.
Domenico Carretta (Pd): E un’opera da regalare alle future generazioni. Oggi si parla di oltre 800 milioni di finanziamenti in arrivo a Torino per la linea due della metropolitana. E proprio perché i torinesi sanno di non potersi fidare della sindaca, scriveremo una dichiarazione di intenti per sostenere, e non mandare a monte, il progetto.

Rio Sappone, vegetazione da giungla

La vegetazione presente nelle vicinanze del rio Sappone all’altezza del circolo Fioccardo Master Club di via Oristano 24, ha raggiunto dimensioni tali da creare una situazione di pericolo, per chi si trova a transitare da quelle parti. La consigliera Scanderebech (nella foto) ha segnalato la situazione tramite un’interpellanza, che è stata discussa oggi in Sala Rossa.

Dichiara la Consigliera Comunale Federica Scanderebech: “Per fortuna gli uffici del Comune erano a conoscenza della situazione, forse a seguito di un’interpellanza della Circoscrizione 8.” Continua Scanderebech: “Finalmente si è chiarito che la proprietà del tratto di sedime in questione è di proprietà del Demanio Pubblico dello Stato. Gli alberi pericolanti rappresentano un rischio per l’incolumità di chi frequenta la zona; prima che capitino feriti o problemi di ordine pubblico, sarebbe opportuno poter mandare un segnale forte da parte di questa Amministrazione per risolvere il problema, che ormai è diventata una necessità della zona e monitorarne l’effettivo superamento della problematica”. Conclude Scanderebech: “Con quale modalità l’Amministrazione potrà seguire l’evolversi della procedura d’intervento e della risoluzione del problema?” La consigliera, vista la risposta poco esauriente, ha richiesto un approfondimento nella Commissione competente.

Dispositivo seggiolini auto, un gran pasticcio

Di Roberto Placido

La capacità di un ministro e di conseguenza di un governo si misura in base ai provvedimenti che vengono presi. In questo caso parliamo di un provvedimento, la legge 117 del 1 ottobre de 2018 “ introduzione dell’obbligo di installazione di dispositivi per prevenire l’abbandono di bambini nei veicoli chiusi”, sollecitato, invocato e atteso da molti anni. Ogni nuova tragedia, perché  tale è la morte di un bambino, si levavano le richieste, le suppliche e le speranze dei genitori e dei cittadini in genere. Così tra un rinvio per il rinnovo del Parlamento e qualche, colpevole,  distrazione di troppo siamo arrivati al provvedimento indicato nel titolo. Una legge di civiltà. Ma a questo punto arriviamo alla situazione incredibile nella quale centinaia di migliaia di famiglie italiane, con più di un milione di bambini, si sono trovate nel caos e nel marasma con, a causa della legge entrata in vigore all’improvviso lo scorso 7 novembre, negozi presi d’assalto ed i pochi seggiolini a norma , lievitati di prezzo, esauriti in un baleno. Per non parlare delle polizie municipali indecise sul da farsi. Sì perché nella legge oltre alle indicazioni su età, caratteristiche e dettagli sui seggiolini,  sono indicate anche le sanzioni, da 80 a 323 euro di sanzione, cinque punti sulla patente fino alla sospensione della stessa da  quindici giorni a due mesi. Ultima “ chicca” l’erogazione dei 30 euro per l’acquisto non si sa ancora come avverrà e quindi,  si consiglia di conservare lo scontrino!  In un paese normale ci si aspetta che un ministro ed i dirigenti del suo dicastero incontrino le aziende interessate per concordare costi, da ridurre in considerazione dell’obbligo degli apparati, caratteristiche e completa disponibilità nei punti vendita. Ed invece no, dopo il solito annuncio  dell’entrata in vigore, subito smentita dalla necessità di attendere il via libera europeo, e la successiva dichiarazione del Ministro delle Infrastrutture e Trasporti Paola De Micheli del definitivo via libera,  il silenzio fino all’improvvisa entrata in vigore descritto prima. L’esperienza in un negozio specializzato, personale,  di domenica 10 novembre è stata esauriente, appena abbozzata la fatidica domanda sui dispositivi… sono finiti, se vuole lasciare un acconto,  con arrivo previsto a  fine gennaio del 2020. La riflessione, oltre all’incapacità conclamata di un ministro, distintasi finora per la straordinaria “comprensione” verso le ricche concessionarie autostradali, riguarda il governo e la previsione, infausta, sulla sua durata. Se un provvedimento di civiltà atteso e condiviso da tutti viene gestito così nel caos e nell’improvvisazione, non può che andare a casa in un lasso di tempo abbastanza breve e quindi di alcuni mesi.

Napoli (FI): legge elettorale e alleanze innaturali

Riceviamo e pubblichiamo

Non credo che in poche settimane l’attuale maggioranza di governo sarà in grado di varare una nuova legge elettorale. Credo, però, che se l’orientamento prevalente sarà il ritorno al proporzionale, sia pure con adeguate soglie di sbarramento, ne guadagnerà la chiarezza politica. Mettere fine ad alleanze politicamente innaturali, tanto a destra quanto a sinistra, significherebbe restituire agli elettori un quadro di maggiore chiarezza e tagliare la strada a ogni trasformismo.

     Vero è che il sistema maggioritario costringe alla semplificazione del quadro politico, ma dice il falso chi volesse ancora sostenere che ne guadagnerebbe la stabilità dell’esecutivo. La storia del maggioritario italiano, dal ‘93 a oggi, è costellata di governi caduti e di legislature o interrotte o portate a termine con difficoltà. Consentire ai partiti di recuperare la propria identità senza dover indossare una maschera sovranista o populista significa restituire agli elettori la responsabilità della loro scelta: scegliere da chi farsi governare e non solo votare “contro” chi non farsi governare.

On. Osvaldo Napoli, Forza Italia

Il testamento di Lenin. Falsificato da Stalin

L’editore della rivista ‘Prospettiva Marxista’, Marcello Ingrao, ha presentato alla libreria Labirinto di via Benvenuto Sangiorgio a Casale Monferrato il libro ‘Il Testamento di Lenin: falsificato e proibito – Dagli archivi segreti dell’ex Unione Sovietica’, con ricche appendici documentarie ed un saggio introduttivo di Paolo Casciola. L’autore è lo storico russo Jurij Buranov che, all’inizio degli anni Novanta, si è occupato di questo argomento. Spiega Ingrao: “Questo libro rivela come il testamento di Lenin, gli ultimi scritti siano stati manipolati e falsificati in quella fase del processo di repressione che è stato il regime stalinista. Dagli archivi emerge chiaramente la volontà di negare il giudizio che Lenin stava dando sugli sviluppi di quella che sarebbe diventata di lì a poco l’Unione Sovietica e quello fortemente negativo che aveva su Stalin”. Prospettiva Marxista ha pubblicato in precedenza un altro interessante saggio storico, che affronta un tema di nicchia, ovvero ‘Il Soviet dei disoccupati di San Pietroburgo’, ovvero come i bolscevichi organizzarono i senza-lavoro tra il 1906 ed il 1908 nel periodo immediatamente successivo alla prima rivoluzione del 1905.

I testi sono reperibili o presso il Labirinto o inviando scrivendo a redazione@prospettivamarxista.org