“In piazza a Torino e in provincia per raccogliere le firme contro la legge sulla cittadinanza automatica agli immigrati” ad annunciarlo sono la parlamentare di Fratelli d’Italia Augusta Montaruli e il capogruppo di FdI in Regione Piemonte Maurizio Marrone, raccogliendo l’invito lanciato da Giorgia Meloni. “Il governo giallo-rosso da un lato apre i porti dall’altro è occupato a mandare avanti la legge per concedere la cittadinanza automatica agli immigrati.
Contro questa vergogna, Fratelli d’Italia è gia’ mobilitata e sabato prossimo organizzeremo anche a Torino la raccolta firme per chiedere al presidente della Repubblica di fermare questa follia”.
Gli appuntamenti del Centro Studi sul Federalismo
Torino, lunedì 30 settembre 2019
Dibattito
DOPO LE ELEZIONI EUROPEE
Nazionalismi fuori gioco. Nuove opportunità per l’Europa
Polo del ‘900 – Sala Didattica
Corso Valdocco 4/a
h. 17:30
Convegno
Regionalismo differenziato: opportunità e criticità
Università degli Studi di Milano – Facoltà di Scienze Politiche, Economiche e Sociali
Via Conservatorio 7
h. 10:00 – 13:00 / 14:30 – 18:30
Muri di ieri e di oggi
Gallo (Pd): “Battaglia vinta per le istituzioni”
” IL CENTRODESTRA SI VOTI IL REFERENDUM DI SALVINI”
“Lasciamo al centrodestra l’onere e l’onore di votarsi emendamenti e delibera referendaria. In questa lunga maratona che ci è stata imposta da Salvini e dalla Lega e che ha avuto la precedenza sui veri interessi del Piemonte, abbiamo provato, in tutti i modi, a far capire alla maggioranza l’assurdità di questo provvedimento. Ci fermiamo perché siamo riusciti a fare emergere i dubbi di costituzionalità e le posizioni contraddittorie di Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia” ha dichiarato il Consigliere regionale del Partito Democratico Raffaele Gallo, esprimendo la posizione del suo Gruppo.
“Il centrodestra, in questi tre giorni – ha proseguito Gallo – non ha fatto un intervento nel merito della questione per spiegare le proprie idee e le proprie posizioni. In campagna elettorale Cirio ha sbandierato la necessità di semplificare e sburocratizzare le norme: la proposta referendaria occuperà 22-25 pagine. Un controsenso. Le minoranze hanno utilizzato gli unici strumenti che avevano per esprimersi, per denunciare un vulnus istituzionale: il Regolamento del Consiglio regionale. Il centrodestra quando si è conto che non sarebbe arrivato al termine della maratona ha fatto una forzatura chiedendo il contingentamento dei tempi di discussione. Peccato che il contingentamento si usi solo per i provvedimenti importanti per la vita della Regione. Questo non lo è. Nei prossimi mesi la maggioranza sarà costretta a confrontarsi e a dibattere con noi, non potrà trincerarsi sempre dietro a desideri e diktat di Salvini”.
La Regione sceglie il referendum maggioritario
Dall’ufficio stampa di Palazzo Lascaris
Dopo tre giorni di discussione, con due sedute serali, il Consiglio regionale ha approvato con 31 sì della maggioranza – la minoranza ha abbandonato l’Aula e non ha preso parte al voto in segno di protesta contro la decisione di contingentare i tempi – la deliberazione che richiede il referendum abrogativo sulla quota proporzionale della legge elettorale nazionale. Degli otto ordini del giorno collegati l’Assemblea ha approvato quello presentato dal primo firmatario Paolo Ruzzola (Fi) e respinto quelli proposti rispettivamente dai primi firmatari Domenico Ravetti (Pd) e Marco Grimaldi (Luv).
Sempre con 31 sì della maggioranza l’Assemblea ha poi approvato la deliberazione che individua quale delegato effettivo dell’Assemblea legislativa per portare la delibera alla Corte di Cassazione il presidente del Consiglio regionale Stefano Allasia e quale delegato supplente il capogruppo della Lega Nord Alberto Preioni.
L’iter, previsto dall’articolo 75 della Costituzione, ha coinvolto diversi altri Consigli regionali che si sono espressi durante la settimana.
Con il voto al Senato
“Ora c’è anche l’approvazione del Senato: superiamo così l’ingiustizia creata dalla legge Madia, e portiamo il sistema del settore lattiero caseario verso una maggiore tutela pubblica. La legge sul lattiero caseario, di cui sono stato primo firmatario alla Camera, prevede che per le quote nelle centrali del latte si deroghi a quel principio della legge Madia che imponeva il divieto per le amministrazioni pubbliche, di costituire, anche indirettamente, società aventi per oggetto attività di produzione di beni e servizi non strettamente necessarie per il perseguimento delle proprie finalità istituzionali, nonché di acquisire o mantenere partecipazioni, anche di minoranza, in tali società.
Si tratta di una risposta concreta agli enti locali che vogliono mantenere il loro ruolo di garanzia in una filiera importante come quella del latte. Allo stesso tempo è un forte segnale politico dopo gli anni delle liberalizzazioni forzate dei governi Monti e Pd verso gli allevatori: le nostre produzioni agricole di eccellenza hanno bisogno di più tutele dallo Stato, non di essere in balia esclusiva delle logiche del mercato globale. Speriamo peraltro che il nuovo Governo continui sulla strada tracciata dalla Lega, prendendo atto degli errori compiuti in passato dal centro sinistra.
Grazie a questa legge, frutto di una battaglia che ho portato avanti non appena arrivato in Parlamento, il Comune di Alessandria può mantenere le sue quote nella nostra Centrale del Latte, come fortemente richiesto dagli allevatori e dalle associazioni agricole. Continua lo ‘strabismo’ del Partito Democratico: anche in Senato, come già alla Camera, si è astenuto, mentre in comune si è detto sempre favorevole al mantenimento delle quote. Astenuti anche i senatori di Italia Viva, mentre a favore si sono espressi oltre alla Lega Forza Italia, Fratelli d’Italia, M5S, Gruppo Misto e Leu”.
Lo dichiara Riccardo Molinari capogruppo della Lega alla Camera.
Chiede legge regionale uninominale e maggioritaria.
Giovedì 26 settembre, alle ore 11, i dirigenti del Gruppo +Europa Torino terranno una conferenza stampa volante di fronte all’ingresso di Palazzo Lascaris in via Alfieri dove presenteranno una petizione popolare, a norma dello Statuto regionale, per chiedere al Consiglio regionale di attuare una riforma della legge elettorale in senso uninominale e maggioritario, suddividendo la Regione in 50 collegi e abolendo il listino. “Dopo che la maggioranza è stata folgorata sulla via di Damasco in merito al convincimento che occorra per il nostro Paese una riforma uninominale e maggioritaria, chi da anni la chiede per la Regione torna alla carica dicendo al Presidente Cirio: ‘ Prima i Piemontesi!”.
Interverranno tra gli altri:
Marco Cavaletto (Coordinatore Gruppo +Europa Torino)
Igor Boni, Silvio Viale, Beatrice Pizzini (Direttivo Gruppo +Europa Torino)
Riceviamo e pubblichiamo
No al Tav in Valsusa
Il 27 settembre, a Torino come altrove, Rifondazione Comunista sarà in piazza insieme ai tanti che in tutta Italia e nel mondo parteciperanno allo sciopero globale del 27 settembre contro il riscaldamento climatico. La devastazione climatica su scala planetaria provocata da un modello di sviluppo capitalistico distruttivo non è una minaccia lontana ma una dato della realtà. Secondo i dati dell’Organizzazione meteorologica mondiale gli ultimi cinque anni sono stati i più caldi da quando è iniziata la misurazione delle temperature. Anni di emissioni crescenti di gas serra da parte dei paesi ricchi che continuano a bruciare gas, petrolio, carbone fregandosene delle ricadute ambientali e delle catastrofi umanitarie. Sono passati tre decenni dal giorno in cui governi e scienziati hanno cominciato a discutere sulla necessità di ridurre le emissioni per evitare i rischi di collasso climatico. Da quando sono iniziati questi incontri non è successo nulla, anzi le emissioni globali di CO2 sono salite ben più del 40 per cento, la temperatura si è innalzata di oltre 1 °C. Anche a livello nazionale si continuano a perseguire scelte dissennate come il Tav in Valsusa, lo scavo di un tunnel sotto il Moncenisio di 57,5 chilometri che andrebbe a produrre 12 milioni di tonnellate di CO2 aggravando una situazione già di per sé drammatica. I giovani di tutto il mondo stanno portando allo scoperto questo disastro, scendono in piazza per il diritto fondamentale di avere un futuro vivibile. Il loro motto è cambiare sistema non il clima. Un sistema imperniato sul profitto privato, le guerre economiche e militari, la depredazione dei territori, un modello di sviluppo energivoro. Basta con questo sistema. Scendiamo in piazza per il diritto fondamentale di tutte e tutti di vivere una vita piena e dignitosa. La manifestazione partirà alle 9,30 da Piazza Statuto.