POLITICA- Pagina 462

"Via i fascisti dal quartiere Aurora e da tutti i quartieri della città"

Martedì 21 maggio, ore 19, presidio antifascista
I fascisti non possono e non debbono continuare a godere della possibilità di organizzare scorribande nei quartieri della città. Proprio per questo chiediamo che le autorità competenti pongano un divieto alla scorribanda – la chiamano passeggiata –  indetta nel quartiere Aurora, dove tra l’altro è ubicata la  sede provinciale del Partito della Rifondazione Comunista. Una sede che è un luogo di ascolto, di servizi, di iniziative rivolte contro la situazione di insicurezza sociale, di impoverimento che colpisce fette intere di popolazione. Per parte loro I fascisti hanno come unico obbiettivo di fomentare violenza e guerra tra poveri  senza risolvere alcun problema. Anzi, essi stessi sono parte in causa della situazione di degrado dei quartieri impoveriti. Nel ribadire che ai fascisti non deve essere concessa alcuna possibilità di indire scorribande in questo come in altri quartieri Rifondazione Comunista invita a ritrovarsi alle ore 19 davanti alla propria sede provinciale, in via Brindisi 18/C per contrastare qualsiasi provocazione di marca fascista.  
                                                                La segreteria provinciale Prc-Se di Torino

La politica e i valori

Riflessione in una prospettiva interreligiosa

Noi siamo con voi è un movimento a prevalente carattere interreligioso sorto a Torino nel 2015 in risposta alle persecuzioni contro minoranze, allora particolarmente drammatiche nel mondo, che si ammantavano, e così fanno tuttora, di moventi pseudoreligiosi.

Da allora il movimento ha svolto un compito di costante vigilanza, sviluppando anche un’attenzione verso i nodi dell’integrazione, nella nostra società, delle minoranze immigrate. Ci facciamo insomma interpreti della realtà multietnica e multireligiosa da cui il mondo in cui viviamo è sempre più caratterizzato, svolgendo per quanto possibile un ruolo di pacificazione rispetto ai conflitti che strumentalmente vengono fomentati.

A fronte dunque ora dell’imminenza di consultazioni che potranno avere rilevanti conseguenze sugli assetti locali ed europei, con ripercussioni nazionali e internazionali, Noi siamo con voi non ritiene di doversi pronunciare su specifiche scelte elettorali, bensì piuttosto su opzioni valoriali di fondo e sul senso da attribuire alla politica in quanto tale, con la disponibilità a mettersi in rapporto con quanti già camminano sulla stessa strada.

Al riguardo ci sembra di dover dire che più che mai è il tempo della testimonianza.

Chi è credente, in qualunque modo si declini la sua fede, sappia che comunque in essa è implicita una visione di grande importanza per tutti, non importa se credenti o non credenti – il discrimine è piuttosto tra quanti agiscono correttamente in vista del bene comune e quanti invece si fanno corrompere e gestiscono il potere in vista dei propri interessi o di quelli di un ristretto gruppo di appartenenza.

Giampiero Leo, coordinatore “Noi siamo con Voi”

In particolare è tempo di recuperare un senso della libertà che oggi è troppo svincolato dalla responsabilità, e di ridare nuova vita alla democrazia, la cui vitalità non è sufficientemente assicurata quando il benessere economico prende il posto dei valori. Inoltre oggi è più che mai urgente mettere a fuoco l’importanza del rapporto fra potere, politica ed ecologia: la politica in funzione della giustizia e la giustizia come condizione per la pace e la salvaguardia del cosmo.

Ciò potrebbe essere alla base di un ritrovamento della dignità e del ruolo della politica nella vita pubblica. Dal punto di vista dei credenti la politica è infatti il “servizio” più alto, che raccoglie nell’unità di un disegno comune la ricchezza delle persone e dei gruppi, consentendo a ciascuno di realizzare liberamente la propria vocazione.

Ma, per aspirare a ciò, siamo innanzitutto chiamati a reinterpretare le nostre origini, riscoprendo il messaggio “rivoluzionario” che è in esse, spesso trascurato perché troppo impegnativo. La fede porta infatti il credente a vedere nell’altro, pur diverso per religione, colore, sesso, razza e lingua, un fratello da sostenere. Un fratello da amare sempre e da aiutare nei modi più consoni e opportuni, e tanto più in un pianeta lacerato da politiche di integralismo e di divisione, nonché da sistemi di guadagno smodato e da ideologie che manipolano le azioni e i destini degli uomini.

Sotto questo aspetto si tratta di lavorare per una conversione della politica, una conversione profonda che recuperi i valori che troppo spesso appaiono perduti per strada.

Un progetto che metta insieme dialogo interreligioso, tradizione e modernità, condannando con forza e senza esitazioni la “cultura dello scarto”, e peraltro cercando di comprendere i vissuti e le legittime esigenze di tutti i gruppi sociali. Avendo come bussola la comune identità di credenti, che richiede un’anima aperta, senza pregiudizi e idee preconcette di alcun tipo.

Quello di cui ci facciamo dunque promotori è un onesto lavoro culturale, che consenta che il quadro che emergerà, quando si sarà esaurita la fase più dirompente del cambiamento e si tratterà di costruire nuovi equilibri, possa essere adeguatamente interpretato. Ciò andrà perseguito, approfondendo il confronto e la collaborazione fraterna tra le varie religioni, qualunque sia l’esito delle elezioni.

Aiutiamo chi se ne sia scordato a sognare nuovamente, a svegliarsi ogni mattina abbracciando orizzonti lontani, a credere con tutte le sue energie che esista un cammino per l’umanità al di là delle difficoltà attuali e anche della paura e della ricerca di troppo facili certezze.

Noi siamo con voi

 
 
 

Contro il rischio di una guerra atomica

A poco più di una settimana dal voto europeo, ci sembra che manchino tra i temi di una campagna elettorale in realtà iniziata da parecchi mesi quelli inerenti  la pace; si parla di tante emergenze ma se ne dimentica una che mette a rischio l’esistenza stessa dell’umanità sulla Terra: il rischio di una guerra atomica, che vede nella nostra Europa concentrarsi un gran numero di testate nucleari. Le Nazioni Unite, sulla spinta della grande maggioranza dei Paesi non detentori di armi di distruzioni di massa hanno discusso ed approvato nel 2017 un Trattato che mette al bando tutte le armi atomiche. Questo trattato, boicottato per evidenti ragioni da tutte le potenze nucleari, per una volta tutte concordi nel preservare la loro minaccia globale nei confronti di tutta l’umanità, diventerà effettivo quando 50 Stati lo ratificheranno.

Vogliamo che l’Italia sia tra questi,

vogliamo che le armi nucleari vengano rimosse dall’Europa e dai suoi mari.

Anche se tra le responsabilità del Parlamento europeo non c’è la politica estera né di difesa, riteniamo che esso possa avere un ruolo importante nel sostegno al trattato ONU.

Chiediamo pertanto ai candidati al Parlamento europeo l’impegno a sostenere il Trattato ONU e a realizzare un’Europa ed un mondo senza armi nucleari.

Sabato 18 maggio alle ore 16 in piazza Castello, fronte via Garibaldi,

effettueremo un presidio nonviolento per sensibilizzare l’opinione pubblica su questi temi.

I rischi di guerre in cui chi le ha possa usare le armi atomiche è alto.

Impegnamoci ed attiviamoci  per esigere il disarmo atomico completo, unica garanzia contro un olocausto nucleare

Per il Coordinamento di cittadini, associazioni, enti e istituzioni locali

contro l’atomica, tutte le guerre e i terrorismi

 

Paolo Candelari

Bertola: "Così il Piemonte cambia passo”

Di Romana Allegra Monti
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“Reddito energetico, riforma dei centri per l’impiego e sistema unico di prenotazioni sanitarie”  A tu per tu con il candidato del M5S, che affronta con noi i temi centrali per il territorio: sanità, ambiente, lavoro e non solo
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Partiamo dalla sanità: quale direzione seguirebbe Giorgio Bertola se fosse eletto Presidente, dunque anche autorità sanitaria regionale?
L’azzeramento delle liste d’attesa, grazie al piano nazionale della ministra Grillo che prevede investimenti e sanzioni per chi non rispetta i tempi previsti, ma anche il sistema unico di prenotazioni con una telefonata, un sms, un click. Più risorse pubbliche e meno private per i nuovi presidi ospedalieri che devono esser costruiti dalla Regione.
A questo proposito, che posizione ha rispetto la querelle relativa alla Città della Salute e al Regina Margherita?
Pensiamo che il Parco della Salute sia un’opera utile, ma anche che debbano essere mantenuti i posti letto, le specificità del CTO e del polo materno infantile. Noi chiediamo una sezione dedicata a questo e che i posti letto siano quelli programmati dalla Dgr 1600, quindi 1821 posti letto e non quelli previsti dalla giunta Chiamparino, che sono 1490 in totale. Per questo la nostra proposta prevede di aumentare il partneriato pubblico. A seguito di una interrogazione parlamentare della deputata D’arrando e della ministra Grillo, il ministero ha deciso di avviare la richiesta di dibattito pubblico previsto dal nuovo codice degli appalti: questo per ascoltare le persone che ci lavorano e le famiglie e migliorare il progetto.
Quali sarebbero le sue linee d’intervento per quanto riguarda il lavoro?
Ne abbiamo diverse: riforma dei centri per l’impiego legata al reddito di cittadinanza, il sostegno al made in Piemonte e all’innovazione per accompagnare sul locale ciò che sta avvenendo sul nazionale, dove è stato approvato un fondo da più di un miliardo di euro a sostegno delle startup innovative, che permette alle piccole e medie imprese di avere un voucher di 40 mila euro per l’assunzione di un manager per l’innovazione.
Startup e giovani sono un binomio imprescindibile. Si parlava proprio di giovani nel programma della sindaca (2016), che prevedeva la costituzione di un fondo di 5 milioni per inserire i giovani nelle imprese…
Sì, Torino sta continuando su questa linea. Circa tre settimane fa è venuto il ministro Di Maio a Torino per comunicare anche i finanziamenti per la Casa delle tecnologie emergenti, un laboratorio per le startup a Torino. Questo per riuscire a far crescere le idee di alcuni ragazzi che, spesso, non trovando sostegno si stufano e vanno all’estero: così perdiamo i giovani, le idee e la loro realizzazione. Questo sostegno si allinea al decreto firmato da Di Maio sull’area di crisi complessa per Torino e il resto del territorio, che porta investimenti nei settori strategici: l’automotive, l’aerospaziale e l’ICT. L’innovazione rende sostenibile il lavoro e l’ambiente: la filiera del riciclo non è solo ecologica, ma crea anche posti di lavoro, grazie ai fondi europei.
La questione ambientale a Torino è un punto dolente sia per l’inquinamento, sia per i conseguenti blocchi auto e Ztl. Si cerca di disincentivare l’uso dell’auto, ma al tempo stesso le alternative non sono così efficienti: mezzi problematici, ritardi, mancanza di ciclabili collegate a certe zone della città. Un problema ambientale ma anche di vivibilità, cosa suggerisce?
Ci vuole una visione a lungo termine e so benissimo che le soluzioni impopolari non piacciono ai politici che pensano alla prossima campagna elettorale. L’altro aspetto è che la visione va poi condivisa su tutti i livelli: se il nazionale e il locale condividono gli stessi obiettivi, le politiche possono esser portate avanti. Bisogna essere coerenti però: ho visto con i miei occhi esponenti del PD manifestare nel nome di Greta e due giorni dopo farlo contro le misure ambientali della giunta Appendino, si mettessero d’accordo con il loro cervello. Noi proponiamo un “welfare ambientale”: il reddito energetico già attuato in Sardegna e a Milano, che prevede la concessione di pannelli fotovoltaici alle famiglie a basso reddito. Inoltre grazie a noi esiste l’esezione per cinque anni dal pagamento del bollo per le auto ibride per farlo sommare all’incentivo nazionale. Non condivido tutte le critiche alla nuova Ztl: a Torino son 2 km quadrati, a Milano è dieci volte eppure è stato lodato come modello d’innovazione dagli stessi che criticano Torino.
Diciamocelo: la Metro sarebbe un’ottima soluzione. Siete giunti a un percorso condiviso per le altre linee?
È una questione di lungimiranza anche questa. Sono richieste misure emergenziali perché son stati fatti esposti ma anche perché siamo sotto sanzioni comunitarie. Si è trovata una quadra. Personalmente condivido l’ipotesi fatta dal Comune di farla partire dall’autoporto pescarito. Nel frattempo vanno potenziate le linee fuori terra: a giugno arriveranno 74 mezzi nuovi meno inquinanti, che sostituiranno quelli inefficienti. Il problema è che non sono stati fatti finora investimenti, un po’ come una famiglia che non ha i soldi per l’auto nuova ma spende ogni mese 400 euro per sistemare quella vecchia. E lo dico da fruitore dei mezzi pubblici.
Cultura: siete soddisfatti dell’offerta torinese? Giovara ha proposto di candidare la città a capitale europea della cultura per il 2033, è d’accordo?
Sì, assolutamente. Per la cultura guardiamo a un sistema aperto, diverso da quello dei salotti torinesi di cui l’assessora Parigi è espressione…
Si riferisce al cosiddetto “sistema Torino”?
Non esiste solo Torino e i finanziamenti non possono essere concessi sempre e solo ai soliti quattro o cinque. Anche qui deve esserci uno sguardo all’imprenditoria giovanile nel campo culturale.
Come giudica l’operato dell’attuale Presidente della Regione?
Il giudizio è negativo. Oggi abbiamo un Irpef ai massimi livelli, il bollo auto aumentato e alcuni ospedali sono stati chiusi. La tanto criticata ricetta del centrodestra alla fine è stata attuata dal centrosinistra facendo passare tutti i tagli come provvedimenti di giunta e non come Consiglio regionale, esautorato dalla sua prerogativa di esser parte attiva nella programmazione sanitaria. Si è andati proseguendo sulla stessa linea che ha tolto credibilità alla politica piemontese: lo scandalo rimborsopoli ha riguardato sia centro destra che centro sinistra, così come lo scandalo firme false e lo scandalo Finpiemonte con l’ex presidente Gatti e altre sette indagati. Una persona che i giornali definivano “ fiore all’occhiello del PD manageriale”: il giudizio giuridico lo lascio alla magistratura, ma quello politico è che, mentre Chiamparino diceva che Finpiemonte doveva diventare una banca, sparivano 11 milioni dei cittadini e non vi era un sistema di controlli adeguato: questo è gravissimo. Per non parlare del Tav con cui Chiamparino si riempie la bocca pur non essendo una sua competenza, mentre l’unico di cui poteva e doveva occuparsi è quello del grattcielo della Regione e non è ancora finito.
Bertola Presidente come si porrebbe sulla questione Tav?
La posizione è chiara: siamo contrari. si tratta di un’opera inutile e dannosa: questo è stato certificato anche dall’analisi costi-benefici prevista da un contratto di governo firmato anche dalla Lega. Secondo noi va fermata, ma prenderei in giro gli elettori se dicessi che un Presidente può fermare o far partire la Tav come fa Cirio, perché è un’opera che si basa su leggi nazionali e accordi internazionali. Chiamparino la sta usando per riportarsi al centro della contesa politica essendo in difficoltà, ma anche per nascondere i fallimenti suoi e del centrodestra: è importante che i cittadini non si lascino confondere, il 26 maggio non sarà un referendum sulla linea Tav ma l’elezione di un Presidente e 50 consiglieri che si occupino dei loro problemi. Sto girando tutto il Piemonte e non ho ancora trovato una persona che mi abbia detto che è il suo problema è la Tav: noi dobbiamo affrontare i problemi reali di tutte le persone sul territorio.
Come risponde alle critiche mosse alla sindaca in merito alle nomine giuridicamente consone, ma politicamente poco trasparenti di vertici come Smat, Gtt, Iren?
Il mio giudizio sulla sua giunta è positivo nel complesso, perchè so bene che situazione hanno preso in mano in termini di bilancio. Per quanto riguarda le nomine non ho appunti da fare: sono state tutte consone alle norme vigenti, sono scelte politiche legittime che ha fatto l’amministrazione.
Chiamparino si è già espresso. Lei cosa pensa delle recenti polemiche su Altaforte al Salone del Libro?
L’antifascismo è alla base della cultura del Movimento e della mia, però si fa con atti politici, non rinunciando a partecipare a un evento culturale importante come il Salone.

Chiampa-Tom Cruise contro il Capitano

Matteo Salvini sta battendo palmo a palmo il Piemonte.  Promessa mantenuta. Non lascia nulla di intentato e tra comizio e selfie dedica più di due ore ad iniziativa. Lui che di web se ne intende. Lui che di consenso se ne intende. Tante le persone che accorrono per sentirlo. Francamente non ce n’è  per nessuno: leader incontrastato e soprattutto leader incontestabile.  Vinto in Piemonte è fatta: tutto il Nord governato  dal centro destra E chi lo schioda più.  Viceversa se dovesse vincere il Chiampa diventerebbe il Tom Cruise della politica:  Missione impossibile. Proprio così, anche se una cosa è improbabile non é detto che sia impossibile. Anche se , giusto per amore di verità, per il centro sinistra è molto ma molto dura. Addirittura in alcune parti della provincia danno i leghisti oltre il 40 %. O per meglio dire danno Matteo Fregoli in arte Rambo oltre tale soglia. Logico impiegare i pompieri per togliere uno striscione che lo contesta. Duro con i nemici e amorevole con gli amici. Basta non contraddirlo. Ha saputo aspettare il momento buono e lo sta sfruttando come non mai. La formula di in uomo solo al comando sta funzionando, almeno per ora.  Funzionerà per sempre? O per quanto funzionera’?  Ma ad oggi la realtà è questa per mancanza di alternative? Probabile. Chiampa e Zingaretti ce la mettono tutta. Ma è dura riprendere un uomo in fuga. Facebook ha chiuso 24 siti che diffondevano notizie false, la metà riconducibili alla Lega ed ai pentastellati. Ininfluente o poco influente sull’esisto del voto. Ed i voti si contano, non si pesano, dopo si dovranno diciamo così assemblare. Sempre ad oggi Giggino e Rambo si guardano in cagnesco. Molti del PD urlano: mai con i pentastellati e Berlusca: ci sono anch’io. Sapendo che nessuno lo vuole.  Politicamente parlando, s’ intende. Possibili scenari a livello regionale. Vince Chiampa determinando la famosa anatra zoppa. Presidente di un colore e maggioranza in consiglio di centro destra. Cercheranno l’ appoggio dei singoli consiglieri.
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Non è una novità che alcuni mastichino amaro per l’ egemonia dei leghisti. Instabilità quasi assicurata.  Vince Cirio col centro destra e Matteo Salvini  deciderà tutto lui, con un occhio di riguardo per la Meloni e i suoi sodali locali. Stabilità assicurata, ma i sovranisti piemontesi a brandelli. Bertola “incontro gente faccio cose”. Unici deputati a parlare sono Luigi di Maio e Chiara Appendino. Tant’è che Toninelli tace. E Laura Castelli tace pure lei. Buon per loro domandandomi se si sono domandati di cosa vuol dire essere produttori di notizie false. Loro che dicono di essere moralmente ineccepibili ancorché mentono sapendo di mentire. Intanto confindustria Piemonte con con Cirio e Cgil Cisl Uil con Chiamparino.  Nulla di nuovo sotto il sole. Il Cavaliere (Berlusca) oserei dire l’ Immortale (sempre politicamente parlando) visita la Tav.  Campagna elettorale, insomma. Ma c’ è dell altro. A settembre è pronto il nuovo partito cattolico di ispirazione sociale . Rigorosamente di centro con un occhio di riguardo verso il PD. L’ ipotesi che li guida è molto semplice.  Forza Italia è agli sgoccioli, l’estremismo di Matteo Salvini è mal sopportato dall’ elettore naturalmente moderato. Qualcosa di diverso deve proprio esserci. Anche a Roma situazione bloccata o nuove elezioni. Dopo o Giggino sta muto o Salvini farà in modo di andare alle elezioni per incassare le cambiali che sta facendo con il popolo italiano.  Notorio che i due stanno facendo la loro quotidiana sceneggiata per fare il pieno di elettori.  Tutti buoni per i pentastellati.  Quando  mai gli capita di percepire  lauti stipendi  loro che, mediamente, non hanno né arte né parte. Ma Rambo mi sa  che si è fatto prendere dall’ ebrezza del potere. E su pensioni a cento e reddito di cittadinanza la montagna ha partorito il topolino.  Il tutto è solo servito ad aumentare lo spread, mentre il povero Conte ha dovuto ammettere che l’ iva aumentera’.Il mite Tria è da un po’ che lo dice. Non ci spetta un radioso futuro. La povertà non è stata abolita, gli sbarchi continuano  e  i rimpatri sono quantitativamente uguali a quelli del ministro Minniti .Scatenato l’ex Ministro Calenda, capolista Pd in Europa. Il suo curriculum vitae è di tutto rispetto fin dai natali. Non solo le cose le sa, ma le anche fatte e prenderlo in castagna è pressoché impossibile. L’approvazione gli dà notevolmente fastidio e quando parla o è costretto a confrontarsi con i pentastellati ha sempre l’orticaria. Non li sopporta proprio e civilmente manda al mittente la richiesta di un eventuale accordo politico.  Grillo era e rimane un comico senza la dignità del guitto della commedia dell’arte. Situazione bloccata nel centro sinistra? Sicuramente molto complicata. Finendo, una calorosa solidarietà alla nostra Sindachessa Chiara Appendino per le minacce subite. Con una domanda: perché il Pd non promuove una manifestazione unitaria di piazza di totale solidarietà? Sarebbe carino con Chiampa che si augura che qualcosa si possa fare anche con la Sindachessa.  Ma si sa che lui ha la politica nel sangue.  Cosa non molto diffusa anche nel PD.
Patrizio Tosetto

Patto Piemonte – Liguria, Toti a Torino per Cirio

Accordo di intenti  su crescita, infrastrutture, sanità, ambiente, turismo, e autonomia

 
Toccata e fuga per Giovanni Toti, arrivato questa mattina a Torino per dare il suo sostegno al candidato presidente del centro-destra Alberto Cirio: “sono venuto a Torino per tre motivi: perché Alberto è un amico e ritengo sia la persona giusta per far ripartire la regione, per bieco opportunismo perché alla Liguria serve una sinergia con il Piemonte e per scaramanzia: come abbiamo visto in passato con Fontana e Maroni, pare questo patto porti bene”.
 
Turismo, sport, eccellenze e infrastrutture: questi i temi sui quali dovranno snodarsi, in caso di elezione di Cirio a Presidente della Regione, le azioni comuni tra i due territori. “La collaborazione con il Piemonte è naturale storicamente, geograficamente e logisticamente: siamo l’incrocio di due corridoi europei strategici per tutto il Paese – commenta Toti – vogliamo più responsabilità nella crescita e nel benessere delle nostre regioni, per questo oggi firmiamo questo documento politico, per impegnarci su questi temi con una visione condivisa”.
 
In particolare, i punti chiave previsti dal patto politico siglato oggi sono otto e vertono su: pianificazione coordinata delle infrastrutture, tra le quali terzo valico e il retroporto; agevolazione dei collegamenti interregionali; sviluppo consapevole del territorio e tutela ambientale; apertura di un negoziato congiunto con Governo e Parlamento per l’individuazione di spazi per investimenti strategici sul territorio e specifici investimenti legati alla sicurezza dei quartieri maggiormente a rischio; promozione dei prodotti tipici in sinergia con la Liguria per sottolinearne differenze e comunanze; istituzione Commissione interregionale per integrare le reti sanitarie regionali, con particolare riferimento alle aree di confine; collaborazione nella cooperazione transfrontaliera e in materia di agricoltura e sviluppo regionale.
 
Anche durante questo incontro, lo sguardo di Cirio resta rivolto all’Unione Europea e all’utilizzo dei suoi fondi: “abbiamo speso solo il 21% del FESR (Fondo Europeo Sviluppo Regionale), circa 207 milioni su 910 milioni di euro e questo dato è in linea con le altre regioni italiane, come piace sottolineare a Chiamparino, ma non con altri vicini come Baviera e Rhône Alpes, che hanno già speso tutte le risorse a loro disposizione – prosegue il candidato – insieme alla Liguria abbiamo tutto ciò che regolarmente l’Europa finanzia, dalle eccellenze enogatronomiche, alle aree montane e le spiagge, non possiamo continuare a perdere queste occasioni.
 
Molto lo spazio dedicato allo scambio turistico tra Liguria e Piemonte:“possiamo lavorare insieme a costo zero per cambiare le sorti turistiche delle nostre comunità, un esempio è il calendario scolastico che permetterebbe alla Liguria di inserire il ponte del martedì grasso che aiuterebbe il turismo piemontese, allungando su giugno e settembre, destagionalizzando agosto e garantendo comunque l’apertura ricreativa delle scuole: questa cosa i francesi la fanno sempre”.
 
Visioni condivise anche quelle sui grandi eventi: “vorremmo creare una Sport Commission, per attirare eventi sportivi dal mondo e ci piacerebbe farlo a quattro mani con la Liguria – afferma Cirio – il Piemonte adesso è lento, deve tornare a correre”.
 
Poco, pochissimo lo spazio per le domande a termine della conferenza, ma alla richiesta di cosa si possa fare nell’immediato per potenziare le infrastrutture tra Piemonte e Liguria, Toti risponde: “subito non si può far nulla quando si parla di infrastrutture, bisogna essere seri. Mediamente se si lavora con efficacia, ci vogliono dieci anni. Se lo sblocca- cantieri ce lo consentirà si riuscirà a fare il terzo valico nei tempi previsti”.
 

Romana Allegra Monti

 

Intervista / Cirio: "Le mie proposte per un nuovo Piemonte"

Di Romana Allegra Monti
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Alberto Cirio racconta la Torino che vorrebbe e difende il Regina Margherita: “non è solo con la quadratura dei conti che puoi darti la patente di buon amministratore”

Il candidato Presidente della coalizione del centro destra spiega la sua ricetta per costruire una Torino più europea: difendere tutte le eccellenze, promuovere il territorio, creare una lobby Piemonte e nuove infrastrutture

 
Lei che conosce bene il territorio, da ex assessore al turismo ed ex vice presidente dell’Ente turismo Bra, Alba, Langhe e Roero, come vede la Torino del futuro?

Torino è una città dalle mille ricchezze. Il turismo è diventato sempre più motivazionale che di destinazione: oggi le persone si chiedono “che tipo di vacanza voglio fare?” e in base a questa domanda scelgono una destinazione. Torino offre di tutto: da una vacanza da città d’arte, da città europea, culturale, dei grandi eventi sportivi, ma per far questo serve un governo regionale che investa realmente nella: ad esempio la tassa di soggiorno dei turisti deve essere messa a sistema con i fondi che la Regione deve tornare a investire per promuovere tutto il territorio. Se pensiamo alle distanze che un turista percorre per venire da noi e la distanza che c’è tra Torino e, per esempio, il Lago Maggiore, ecco che ci rendiamo conto che vi è una maggiore offerta di luoghi di vario genere a distanze percorribili, questo può raddoppiare il turismo su tutto il territorio. Torino è una grande città di studi e non grazie all’intervento pubblico, ma grazie alle eccellenze presenti: attrarre studenti da fuori è una via che crea business e aprire al mondo dei leader di domani, perché chi va a studiare in una città poi se la porterà nel cuore ovunque andrà e sarà un soggetto con cui far rete a beneficio di Torino. Bisogna quindi investire sui servizi per gli studenti, molti dei quali poi sfruttabili da tutti i cittadini. Ci sono tanti settori da sviluppare per la Torino del futuro, il concetto di Torino capitale a me piace tantissimo.

A proposito di Università e scuola: come favorire il collegamento con il mondo del lavoro?

Innanzitutto bisognerebbe aiutare le famiglie ad aprire la mente e abbandonare la vecchia concezione della liceizzazione della scuola: gli Istituti tecnici e professionali che abbiamo oggi sono davvero molto validi nella preparazione dei giovani. Bisogna pensare di scegliere percorsi formativi in linea con la domanda del mondo del lavoro e non solo alla propensione del ragazzo/a: abbiamo dieci mila studenti con studi specialistici divisi fra 30% azienda e 70 % scuola, in Germania la proporzione è ribaltata. In Piemonte abbiamo gettato il seme con un progetto che coinvolge gli ITS, ma dobbiamo accelerare perché il mondo oggi è un’altra cosa, sta vivendo una rivoluzione digitale e dobbiamo cavalcarla. Personalmente credo che nell’università si debbano creare dei corsi in europrogettazione, che costituiscono un primo anello per accedere ai fondi europei e gli spagnoli lo sanno bene: sono tra i primi percettori dei fondi comunitari. Il Piemonte ha tutte le condizioni per poterlo fare, bisogna far dialogare queste realtà, creare un interscambio.

Se come dice lei, il Piemonte ha bisogno dei fondi europei, allora ha bisogno anche dell’Unione Europea, non solo economicamente ma anche politicamente. Non crede che questo si ponga in contrasto con il sovranismo e l’euroscetticismo della sua appartenenza politica?

Da parlamentare europeo posso dire di non essere euroscettico, posizione ormai abbandonata da tutti dopo la Brexit che ha fatto scoppiare la bolla antieuropeista, ma eurocritico. Sono convinto che se gli inglesi tornassero alle urne sceglierebbero di restare nell’Unione. Noi ci abbiamo messo del nostro nel contare poco al suo interno è vero, ma l’UE non ha certo avuto una mano leggera. La figura di Juncker è significativa: se lo vedo non mi viene certo voglia di abbracciarlo, infatti l’UE lo sa e sta puntando anche a cambiare la sua immagine, perché sono le persone che fanno l’Unione Europea. Al suo interno noi dobbiamo contare in due modi, il primo è far valere le nostre esigenze e adesso non è così, basti pensare che la Regione paga un ufficio a Bruxelles dove c’è un funzionario solo che, poveretto, deve far tutto e a un mese dalle elezioni Chiamparino dice “dobbiamo aprirlo anche all’Università”, ma non è l’ufficio il problema, è che a Bruxelles mancano le persone. Il secondo modo, invece, è quello di costruire una “lobby Piemonte”con stakeholder pubblici e privati, in grado di far valere gli interessi del territorio in Europa con una strategia condivisa. Chiamparino dice di fare i progetti qui e portarli su: questo è un errore, i progetti bisogna crearli lì. Noi abbiamo la Conferenza Stato-Regioni, dove se i piemontesi lo vorranno mi siederò a rappresentarli ma, lo dico in anteprima, in quel caso mi siederò con pari distanza alla Conferenza con la Baviera, perché se faccio europrogettazione lo faccio con i paesi con cui abbiamo affinità, non solo con le altre regioni d’Italia. Abbandonare una mentalità provinciale non può che far bene alle industrie, che infatti sono molto favorevoli.

Un tema centrale per il territorio, specie in questo momento, è la sanità. La sua posizione è in linea con quella dal celebre chirurgo pediatrico P. Abbruzzese candidato in una delle liste che appoggia la sua corsa, che di recente ha duellato a distanza con Salizzoni sul Regina Margherita: una sanità su misura, con al centro la persona. È una visione che si pone in antitesi a quella della città della salute voluta da Chiamparino?

È una visione che può essere sintetizzata così: io per comprare la Play-Station a mio figlio non faccio debiti, ma per curarlo o operarlo se si ammala sì. Se i conti tornano molto bene, perché hanno la loro importanza, ma la sanità salva la vita alle persone. Oggi in media un cittadino piemontese ha speso 640 euro di sanità privata, questo vuol dire che le persone che quei soldi non li hanno, non si sono fatti curare o stanno aspettando 120 giorni per una cataratta, o peggio. Inoltre togliere prospettive a chi lavora all’interno degli ospedali li porta ad abbandonare il proprio posto, come è successo al primario dell’Oftalmico che è andato in Lombardia. Mia madre, che si fa curare da lui, è andata fino in Lombardia e a fine anno, la spesa per curare mia madre in Lombardia lo Stato la toglie dalle casse del Piemonte. Chi è costretto ad andare operarsi lontano dal territorio (la cosìddetta mobilità passiva), non ci va gratis, lo paga la regione di residenza, ovvero il Piemonte. Credo che il Presidente della Regione debba fornire delle linee guida ai tecnici. Quando Abbruzzese ha detto che i bambini non sono piccoli adulti, non ha espresso un parere come potrei fare io da politico che sa ben poco di questo, ma sta parlando come medico che ha dedicato la vita ai bambini e sa che vanno curati con strumenti, tecniche e sensibilità diverse, a misura di bambino: queste non possono e non devono essere cancellate.

Si riferisce al Regina Margherita?

Sì, anche. Gli ospedali specialistici son presenti in tutta Europa e la loro efficienza e importanza è dimostrata, credo possano esserci anche qui. Per come la penso, non è solo con la quadratura dei conti che puoi darti la patente di buon amministratore della sanità.

Torino è una città che più di altre soffre la questione ambientale, non a caso è stata battezzata come la più inquinata d’Europa. Cosa pensa in relazione a questo tema? Quali soluzioni suggerisce?

Bisogna cambiare mentalità, ma questo non può avvenire senza le infrastrutture: non si può dire ai cittadini di non prendere l’auto se i mezzi non sono adeguati alle esigenze. Un po’ come per i blocchi sul traffico: abbiamo inserito nel nostro programma delle deroghe su di essi perché non si può chiedere a una persona (magari di una certà e con una punto di quindici anni), che la sua auto da un giorno all’altro è fuorilegge, che quindi deve comprarne una nuova da 20 mila euro, con agevolazioni a 15mila. È una follia. Sevono le infrastrutture, basti pensare all’alta velocità: per andare a Roma prima andavamo tutti in aereo, ora prendiamo il treno, perché c’è, perché è puntuale, veloce e comodo. Quando si prendono le decisioni negli uffici di piazza Castello bisogna ricordare che poi vengono vissute dalle persone che vivono la città e il territorio tutti i giorni. Se da Moncalieri devo venire a Torino, è scomodissimo oggi farlo con i mezzi pubblici, sono praticamente costretto a prendere l’auto: se si chiede ai cittadini di usare i mezzi, bisogna che questi non solo vi siano, ma siano anche efficienti.

Basta fare qualche esempio: il polo universitario (Palazzo Nuovo, Campus Einaudi) non è raggiunto da una linea metro e per attraversare Torino da Barriera di Milano a Mirafiori, con qualsiasi linea ci va un’ora e venti minuti ad andare e poi a tornare, per un totale di almeno 2 ore e quaranta di viaggio. Ci si impiega meno ad andare a Milano. Una mobilità che appesantisce la qualità della vita.

Infatti è una assurdità per tutti, dagli anziani, alle famiglie, come per gli sportivi, che magari hanno bisogno di far entrare e uscire dalla città il pulmino della squadra: non gli si può chiedere di andare con i mezzi, di non usarlo o di prenderne uno nuovo che non si possono permettere e in cambio non offrire un servizio poco pratico e consono alle esigenze dei cittadini. Sono tutti temi che io e la mia squadra, se i piemontesi vorrano, affronteremo.

Ha già formato la squadra che, in caso di elezione, porterà sugli scranni di Palazzo Lascaris?

No, ma una cosa è certa: vogliamo persone competenti che vivano il territorio e dunque siano consapevoli delle problematiche e delle esigenze che ci sono. Per sapere cosa serve a un territorio bisogna viverlo, dal centro alla periferia, è l’unico modo.

Passato, presente e futuro del Parlamento Europeo

Verso le elezioni del 26 maggio

Nuovo appuntamento per il ciclo Europa Europa, il calendario di eventi ideato dal Polo del ‘900 e Fondazione Circolo dei lettori per far luce sull’Europa e il suo destino, verso le elezioni del 26 maggio. Passato, presente, futuro del Parlamento Europeo è il prossimo appuntamento in programma, venerdì 17 maggio, presso il Polo del ‘900. Un incontro interamente dedicato all’istituzione che più rappresenta l’Unione Europea e i suoi popoli: da quando era una tra le molte assemblee sovranazionali del secondo dopoguerra, senza ampi poteri, né eletto direttamente dai cittadini fino ad oggi, dove assistiamo, forse per la prima volta, a una vera e propria campagna europea per la sua elezione. Ad accompagnare il pubblico in questa indagine: Nicola Lupo (LUISS Roma); Marco Piantini (“Europea”); Flavio Brugnoli (Centro Studi sul Federalismo) e Nicoletta Pirozzi (Istituto Affari Internazionali). Introduce Alessandro Bollo, Direttore del Polo del ‘900. L’appuntamento è organizzato dal Polo del ‘900 e Fondazione Circolo dei lettori, in collaborazione con il Centro Studi sul Federalismo; “Europea”, la Rappresentanza in Italia della Commissione europea e l’Istituto Affari Internazionali. I prossimi appuntamenti di Europa Europa: martedì 21 maggio, al Circolo dei lettori (ore 21), con la presentazione del nuovo numero di Limes, rivista di geopolitica dal titolo Antieuropa. Domenica 26 maggio, invece, al Polo del ‘900, dalle 22 alle 4 del mattino, EUlection Night una lunga maratona notturna dedicata a commenti e proiezioni sui risultati elettorali in tempo reale con la partecipazione di opinionisti, giornalisti ed esperti. Ultimo appuntamento del ciclo, 28 maggio (ore 21), al Circolo dei lettori dedicato alle riflessioni sul post elezioni.

CONTRO LA CHIUSURA DI RADIO RADICALE +EUROPA E RADICALI ITALIANI STESI PER TERRA

“IN SEGNO DI PROTESTA PER L’AZIONE CRIMI-NALE DEL GOVERNO”
Oggi a Torino, 16 maggio 2019, dalle ore 16 alle ore 17, dirigenti e militanti di +Europa e Radicali Italiani, in via Garibaldi angolo via San Dalmazzo, attueranno un Flash-Mob ” stesi per terra” in segno di protesta contro la decisione CRIMI-nale del Governo che porterà alla chiusura di Radio Radicale.
Tra gli altri hanno annunciato la loro partecipazione:
Silvja Manzi – Segretaria di Radicali Italiani, candidata di +Europa alle elezioni europee;
Silvio Viale – Comitato nazionale Radicali Italiani – candidato di +Europa SI TAV alle elezioni regionali;
Igor Boni – Coordinatore Gruppo +EUROPA Torino, candidato alle elezioni europee. 
(foto archivio)

Regionali, l' Ucid incontra i principali candidati presidente

Quattro i temi: lavoro, scuola, Europa, famiglia, in un confronto soft in linea con la campagna elettorale
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Di Romana Allegra Monti

 
Si è svolto il 13 maggio, alle 20:45 presso il Salotto delle Idee – Collegio Artigianelli dell’UCID (Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti), il “confronto tra i principali candidati alla Presidenza della Regione Piemonte”, moderato da Domenico Baldassarre. Per principali si intende Sergio Chiamparino per la coalizione del centro-sinistra, Alberto Cirio della coalizione del centro-destra e Giorgio Bertola candidato del Movimento 5 Stelle. In realtà i candidati alla presidenza regionale sono quattro in totale, per cui mancava all’appello soltanto il già dato per spacciato Valter Boero del Popolo della Famiglia, a cui è stato riservato un posto (non occupato) in platea.
 
Un confronto a sala piena, che prevedeva un massimo di cinque minuti ciascuno per rispondere alle domande poste dai soci UCID su temi come lavoro, scuola, famiglia ed Europa, distribuiti con quattro domade. Al termine del confronto sono stati raccolte le domande dal pubblico su corruzione, attrazione di investimenti, cultura e turismo, Salone del Libro e vaccini, su cui non è mancata l’ironia tagliente di Chiamparino: “a questa rispondi tu Bertola”.
 
Si è trattato di un dibattito in pieno stile sabaudo, sobrio e pieno di contenuti, che nulla ha a che fare con i dibattiti politici televisivi a cui ormai siamo tutti troppo abituati. Alcune parole di approvazione e qualche passaggio cross tra Alberto Cirio e l’attuale Presidente, l’unica piccola schermaglia è stata quella tra Giorgio Bertola e Chiamparino, il quale ha inaugurato la disputa inserendo nella sua prima risposta una scoccata rivolta all’esponente 5stelle: “non polemizzo con nessuno, ma la decrescita non è mai felice”. Provocazione non raccolta da Bertola che, intanto, preferiva riferirsi ad ogni risposta a scelte prese a livello nazionale, declinandole poi con un “noi”.
 
Numerose le posizioni condivise dai candidati come: apertura a reinserire il Comitato regionale per i diritti umani, verso l’Europa e la necessità di accedere ai fondi europei, disponibilità ad attuare Legge Regionale 16/2019 approvata a marzo – “in extremis” come Cirio non manca di sottolineare – che istituisce il “fattore famiglia” sulla scia di quella lombarda istituita due anni fa.
 
La timida platea divideva i suoi applausi tra Cirio e Chiamparino, il quale però era impegnato a scagliarsi frecciatine con Bertola, lasciando forse un po’ troppo campo alla dialettica di Cirio che nel frattempo si ingraziava la platea, raccogliendo gli applausi più vigorosi del pubblico, anche grazie a risposte chiare, sempre concluse da frasi a effetto a cui spesso seguiva qualche mugugnato commento di approvazione. D’altronde si sa, tra i due litiganti…
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Leggi anche le interviste ai candidati alla presidenza della Regione:
GIORGIO BERTOLA http://www.iltorinese.it/bertola-cosi-il-piemonte-cambia-passo/
ALBERTO CIRIO http://www.iltorinese.it/intervista-cirio-le-mie-proposte-per-un-nuovo-piemonte/
VALTER BOERO http://www.iltorinese.it/boero-lunica-scommessa-in-cui-si-e-sicuri-di-vincere-e-quella-della-famiglia/
(nei prossimi giorni SERGIO CHIAMPARINO)