POLITICA- Pagina 460

“In via Nizza il cantiere infinito fa strage di attività commerciali”

 

Ancora 18 mesi di sofferenza: i lavori non termineranno prima della fine del 2020. Se tutto andrà bene. Un’agonia iniziata nel 2012. Ancora oggi i negozi continuano a chiudere

Hanno patito anni di disagi. Neanche oggi intravvedono – è proprio il caso di dirlo – la luce in fondo al tunnel. Commercianti e residenti di via Nizza e dintorni avranno almeno il diritto di sapere con certezza quando i lavori per il prolungamento della Linea Metro 1 saranno terminati e quando si potrà tornare a tutti gli effetti a una situazione di normalità? Evidentemente no: è tutto un coro di “crediamo”, “contiamo” e “speriamo”, con un controcanto di “possibilmente entro”, “verosimilmente prima di” e “auspicabilmente non oltre”. Nel frattempo, le serrande che si abbassano quasi non si contano più.

Silvio Magliano – Capogruppo Moderati, Consiglio Comunale Torino.

La questione morale riguarda tutti, sinistra compresa.

Diceva in tempi non sospetti Carlo Donat-Cattin che la “questione morale si può affrontare in due modi: o con i moralisti o con i moralizzatori”. La battuta, come sempre, era di rara intelligenza e di grande coraggio. Soprattutto perche’ e’ stata pronunciata all’inizio degli anni ’80 quando era di dominio pubblico che solo e soltanto la sinistra aveva il monopolio esclusivo della moralità in politica e, di conseguenza, nella società. Il resto, tutto il testo, era inesorabilmente e fatalisticamente esposto al vento della corruzione, del malcostume italiano e del del decadimento etico. Per fermarsi alle parole dello statista piemontese, il moralista e’ colui che individua il male, si scaglia contro con parole veementi e denunce implacabili e, alla fine, individua se stesso e la sua parte politica come la soluzione ottimale per risolvere il problema. Il moralizzatore, al contrario, una volta centrato il problema, individua nella politica – cioè nella normativa e nella legge – lo strumento più adatto per risolvere la questione. Ben sapendo che il comportamento umano lo puoi sempre e solo disciplinare e correggere attraverso le leggi della tua coscienza . Cioè attraverso i valori, i principi e l’etica che ti accompagnano. Ora, lo scandalo che ha investito recentemente la magistratura italiana – nello specifico il suo organo supremo, il CSM, – ci conferma, per l’ennesima volta, almeno 3 cose. Innanzitutto nessuno in Italia può rivendicare di avere il monopolio esclusivo della moralità, della correttezza e della trasparenza. E quindi neanche la sinistra o chi sventola, sempre più goffamente, la bandiera del moralismo, della verginità e della purezza a prescindere. Non c’è alcuna superiorità morale da parte di chicchessia. Anzi, come ricordava anni fa proprio DonatCattin, chi se ne impossessa di norma e ‘ peggio degli altri. Perché si comporta come con tutti gli altri ma pretende, al contempo, di essere superiore agli altri. O meglio, di essere più corretto e più trasparente degli altri. In secondo luogo non c’è attività umana dove si possa tranquillamente sostenere che si è immuni da qualsiasi tentazione. Anche quando la magistratura, o alcuni suoi settori, viene coinvolta da questa tentazione, emerge la sensazione se non la certezza, che la cosiddetta “questione morale” attraversa orizzontalmente la società italiana. Perché, appunto, tocca orizzontalmente la società italiana. Certo, pur senza fare di tutta l’erba un fascio e senza mai generalizzare. Ma le cosiddette “mele marce” sono presenti, purtroppo, dappertutto. In terzo luogo, l’unico antidoto che può contrastare questa ricorrente e latente tentazione, resta quello di saper unire in modo armonico e fecondo la “cultura del progetto”, cioè la propria attività – qualunque essa sia – con la “cultura del comportamento”, cioè con una rettitudine morale ed etica. Secondo l’antico insegnamento cattolico democratico e popolare. Il che, come ovvio, non deve essere sbandierato, descritto o raccontato ma solo e soltanto vissuto e praticato. Frutto della propria etica, dei propri convincimenti e dei propri valori di riferimento. Ecco perché la celebre distinzione tra “moralisti” e “moralizzatori” continua ad essere feconda, e conserva una bruciante attualità. Per la semplice ragione che la questione morale la si affronta ogni giorno. Senza arroganza politica, senza superiorità morale e, soprattutto, senza esclusivismi etici. Ma solo e soltanto con l’esempio, la testimonianza e la fedeltà coraggiosa e coerente ai principi e ai valori che ci ispirano. Laici o cattolici poco importa.

Giorgio Merlo

DL CRESCITA, COSTANZO M5S: “CON NOSTRO EMENDAMENTO TUTELIAMO FORNITORI IN DIFFICOLTA’”

“Grazie all’approvazione dell’emendamento al decreto Crescita per ampliare la platea dei beneficiari del Fondo per le vittime di mancati pagamenti anche ai fornitori di Mercatone Uno tuteliamo le imprese che sono state danneggiate dalla crisi dell’azienda. Circa 10.000 lavoratori dell’indotto che, come i lavoratori e le loro famiglie, pagano la scellerata gestione dell’ex Ministro dello Sviluppo Economico Calenda. I reati commessi dai debitori includeranno ora anche bancarotta, bancarotta fraudolenta e ricorso abusivo al credito: in questo modo tutte le aziende dell’indotto che erano in attesa di pagamenti potranno accedere ai fondi, che sono estesi anche ai professionisti, mentre i debitori potranno essere anche soggetti diversi dalle aziende. Il Mise, nella figura del ministro Di Maio e l’intero Governo continueranno a mantenere sempre alta l’attenzione sulla vicenda Mercatone Uno, per il quale oggi verranno anche estratti a sorte i Commissari straordinari”.  Così in una nota la deputata Jessica Costanzo MoVimento 5 Stelle della commissione Lavoro della Camera. 

Apprendisti stregoni e partiti allo sbando

Stupendo. L’incredibile è avvenuto: Lega e PD hanno votato insieme mettendo sotto i Pentastellati. Forse Radio Radicale avrà 3 milioni di euro e si salverà. Gli apprendisti stregoni ci cascano sempre facendo la figura degli allocchi
Dettagli, in confronto all’apertura di infrazione contro l’Italia.  E lo sblocca cantieri si perde nei meandri tra Senato e Camera, mentre il Dibba dopo aver detto :  esco dai pentastellati se fanno l’accordo con Salvini, ora dice che  Salvini si è preso il peggio di Forza Italia. Avanti tutta. Anche quelli del PD non scherzano. Il Segretario dem Zingaretti ringrazia Luca Lotti per la sua autosospensione dal partito. Che cosa ci sia da ringraziare francamente ci sfugge. Luca Lotti si è sentito un novello Giulio Andreotti.  Risultato finale sotto gli occhi di tutti: un disastro. Anche in questo caso bisognerebbe distinguere tra responsabilita’ penali e responsabilità politiche. Facendo un calderone unico si facilitano  considerazioni fin troppo partigiane. Con comportamenti simili in tutte le parti politiche: l’altro è sempre colpevole e l’amico è sempre innocente. Gestione del potere disinvolto. Ma è sempre stato così.  Vietato stupirsi. La renziana rottamazione non era voglia di cambiamento ma di sostituzione.  Sempre come diceva il Divo Giulio, il potere logora chi non ce l’ha. E come non si fa a non ricordare la canzone di Giorgio Gaber … qualcuno era comunista perché Berlinguer era una brava persona.  Qualcuno era comunista perché Andreotti non era una brava persona.  Ma Andreotti era intelligente, almeno.  Materia che ultimamente scarseggia. Anche il PD locale non si fa mancare nulla.  Dopo la sconfitta il Chiampa annunciava: mi dimetto e non faccio più politica.  Non ho più nulla da dire.  Praticamente: ci avete creduto? Ma io scherzavo! Rimane al suo posto.  Con il segretario dem Furia che non sa che pesci prendere, mentre Gariglio benedice Avetta capogruppo e tutti e due sostengono che non conoscono un certo Luca Lotti. Strano modo del PD per volere riprendere quota.  So’ ragazzi. Che poi, che cosa si vuole da Furia? Non ha neanche un rimborso spese e se non ci fosse l’Università non camperebbe. Sonnacchiosa direzione Pd con Salizzoni che ritorna al suo intelligente isolamento.  Almeno ci ha tentato ma (ad oggi) non sa che cosa farne delle 18mila preferenze.  Intanto la giunta regionale c’ è.  E come da copione il vice di Cirio è un leghista. Solo Tronzano e Rosso di Torino.  Tutti gli altri rigorosamente dalle Province. Effettivamente questa Regione Torino centrica  ha stufato. Brillante Cirio con Roberto Rosso, si inventa un assessorato di poco peso come rapporti con il Consiglio ecc.  Cosa farà? Vedo gente faccio cose.  Decisamente più impegnativo quello di Andrea Tronzano.  Lavoro e Bilancio.  Uno di quegli assessorati dove lasci il segno ad una sola condizione: se conosci bene la materia e lavori tanto. Tronzano conosce bene la materia ed è un lavoratore indefesso. Calcisticamente parlando Forza Italia 3 Fratelli d’Italia 1. Ma  Roberto Rosso si accontenta. Dieci anni fa era fuori da tutto.  Da un po’ è ritornato in auge.  Non è  cosa da poco. E per il Leghista Allasia la presidenza del Consiglio. Con Carossa che dall’alto di Cavoretto osserva e suggerisce.  Il geometra fondatore della Lega Nord fa il Cincinnato.  Dispensa consigli . E la prima scelta è stata fatta.  Il prossimo anno la Regione togliera’ il patrocinio al Pride . Ci pensa Chiara Appendino nel difendere la manifestazione.  Brava! Sempre più sola. Quelli di sinistra l’hanno mollata e pure quelli di destra pentastellati hanno fatto che votare Lega.  E poi altra comunicazione giudiziaria per le fatture pagate all’ex addetto stampa transitato dalla ministra Castelli, a settembre sotto processo per diffamazione.  So’ ragazzi pure loro. Ma eccoci alla novità di un torinese nominato da Zingaretti in segreteria nazionale.  Onorevole e professore Andrea Giorgis. Amico del fine intellettuale e politico Gianni Cuperlo soprattutto  pupillo di Gustavo Zagrebelski, insigne giurista professore emerito e Presidente della Corte Costituzionale. Il Toscanaccio ( Renzi ) l’aveva apostrofato come il parruccone perché fieramente anti riforma costituzionale. Da lì comincio’  inarrestabile la discesa del piccolo Peronista di Provincia (sempre Renzi). Andrea Giorgis tentò invano di mediare ma poi si adeguo’ votando e facendo votare no al referendum.  In verità non gioi’ con D’Alema e soci ma sapendo aspettare  (forse) é arrivato il suo momento di  fare il numero uno assoluto in qualche carica, ad esempio il sindaco di Torino.  Vedremo.  Intanto Renzi si prende in carico Lotti e Zingaretti in carico Andrea Giorgis.  Esultano molti del PD : nessun renziano in segreteria nazionale.  Non ne sarei cosi sicuro.  Qualche agente all’ Avana ci può essere sempre. Ad oggi è difficile una scissione, neppure Calenda vuole mischiarsi con il Toscanaccio.  Solo una cosa potrebbe produrre chiarezza tra le forze politiche e nelle forze politiche: elezioni anticipate.  Nessuno si sente pronto nell’affrontare un rischio carico di incognite. Aspettiamo le conclusioni delle trattative con l’Europa . Anche qui con una sola certezza: trattato Conte e Tria, Salvini e Di Maio non conteranno nulla.  Se poi Tajani verrà riconfermato Merkel o Letta avranno un ruolo Europeo e per Cip (Salvini) e Ciop  (Di Maio) sarà sconfitta su tutta la linea.
Patrizio Tosetto

Merlo e Beria: Olimpiadi 2026, la sfida della Via Lattea

“La sfida olimpica del 2026 e’ ancora aperta e la Via Lattea può e deve svolgere un ruolo protagonistico. E’ positivo e incoraggiante, al riguardo, che il neo Presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio abbia subito raccolto la sfida. Un segnale politico che va assecondato e supportato da parte del comuni olimpici della intera via Lattea”.
Lo hanno detto stamane in una conferenza stampa presso il Comune di Pragelato il Sindaco di Pragelato Giorgio Merlo e il Presidente dell’Unione montana via Lattea Maurizio Beria D’Argentina.
“Ma – hanno aggiunto Merlo e Beria d’Argentina – in attesa di aprire un confronto con gli enti e gli organismi istituzionali preposti, va coltivato l’obiettivo di valorizzare le priorità e le eccellenze dei singoli comuni inserendoli in un disegno di rilancio complessivo della via Lattea. Un obiettivo che passa solo attraverso una forte unità politica ed amministrativa dei comuni della via Lattea”.
“Sotto questo versante – ha detto Merlo – Pragelato deve uscire dalla marginalità che l’ha caratterizzata negli ultimi anni. Un rinnovato ruolo politico ed amministrativo che, di comune intesa con il Presidente dell’Unione dei comuni della via Lattea, può essere perseguito solo attraverso un progetto di riqualificazione dei siti olimpici da un lato e un rilancio organico del turismo estivo ed invernale dall’altro”.
“In ultimo – ha concluso Merlo – va fatto subito un incontro con il Presidente del CONI Giovanni Malago’, già richiesto, e con il Presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio che si è dimostrato subito sensibile al tema in questione. E la delega agli ‘eventi olimpici’ che ha voluto per se’ per la nuova legislatura regionale e’ di buon auspicio per come si deve affrontare il tema delle Olimpiadi invernali del 2026″.

Rifondazione al Torino Pride

“Over the Borders” “ è lo slogan del Pride di quest’anno; abbattere i confini del pregiudizio, avere uno sguardo globale , buttare giù i muri che vengono alzati contro chi viene considerato “ non omologato”

La tutela dei diritti del lavoro, dei diritti sociali e dei diritti civili va garantita attraverso una grande rivendicazione comune.  Uscire quindi dalla precarietà, dall’impoverimento sociale, dalla riduzione sempre più marcata di spazi di agibilità democratica, passa anche attraverso una nuova stagione dei diritti della persona. Diritti all’autodeterminazione, alla salute, alla genitorialità alla libertà di orientamento sessuale e di genere. Viviamo in una società segnata da  molteplici manifestazioni di odio e di discriminazione dove si tende alla ricerca costante di un colpevole sociale. Omofobia, razzismo, transfobia, sessismo sono purtroppo forme di discriminazione quotidiane. Abbattiamo i muri che vengono alzati contro chi intende liberamente esprimere il proprio orientamento sessuale, contro i migranti che scappano dalla guerra e dalla fame, rivendichiamo la necessità del diritto per tutt* di disporre del proprio corpo e di realizzare la propria sessualità nel modo preferito. Noi ci saremo, e diamo appuntamento sabato 15 giugno alle ore 16,30 in Corso Eugenio

 Segreteria Partito della Rifondazione Comunista Torino

Ruffino (FI): “Ztl, la sindaca ha il dovere di ascoltare soluzioni alternative”

“Se i commercianti propongono una soluzione alternativa alla Ztl, l’amministrazione comunale ha il dovere di valutare e studiare la proposta – afferma l’onorevole Daniela Ruffino di Forza Italia -. La Ztl, così come è stata pensata fino a oggi dalla giunta Appendino, rischia di essere una iniziativa pericolosa per i commercianti e per il centro. Una mossa che non farà altro che tenere lontani dai negozi i cittadini e renderà difficile percorrere le vie del commercio. Adesso le associazioni dei commercianti fanno una loro proposta e la sindaca deve tenerne conto. Se non dovesse farlo dimostrerebbe che tutte le volte in cui ha parlato di ‘dialogo’ stava mentendo”.

La condizione dell’homeless

Tra servizi sociali e politiche per l’housing: una riflessione sul fenomeno delle persone senza fissa dimora

Secondo gli ultimi dati, Torino vede attualmente la presenza di 2.200 persone senza fissa dimora. L’incontro ha l’obiettivo di favorire una riflessione sul fenomeno dei senza fissa dimora, sulle attuali politiche e sulle azioni che potrebbero essere realisticamente attuate per contrastarlo efficacemente a livello di città metropolitana.

Intervengono:

– Silvia Stefani (Università di Torino),

– Cesare Bianciardi (MSSc, Università di Torino),

– Stefano Turi (fio.PSD – Consigliere Direttivo Nazionale)

– Elena Virano (Coordinatrice Avvocati di Strada Onlus),

– Massimo D’Albertis (Servizio Adulti in Difficoltà del Comune di Torino)

– Cecilia Blengino (Università di Torino, Clinica legale Carcere e Diritti)

 

Lista Civica La Piazza

I consiglieri Pd ringraziano Chiamparino

“I Consiglieri regionali del Gruppo del Partito Democratico desiderano ringraziare Sergio Chiamparino per avere dato la disponibilità a restare in Consiglio regionale aderendo al Gruppo del Pd per una fase di accompagnamento della quale verrà definita, in seguito, la durata e contribuendo con la sua grande esperienza all’opposizione che sarà costruttiva, ma ferma”.

Cosa imparare dai ballottaggi

Il vento del Nord leghista soffia un po’ di meno al Nord. Probabile prezzo che si paga all’ essersi allargati in tutta Italia.  Persino la venetissima Rovigo ha in sindaco del centrosinistra. Con qualche terremoto come a Ferrara e Forlì.  Ritorna in smagliante forma il PD in Toscana, ma dobbiamo arrivare fino a Campobasso per trovare prove di accordo tra pentastellati e Pd. Operazione politica aborrita da Matteo Renzi che continua nel dirsi  il più figo del Mondo. Talmente bravo ed in palla che redarguisce l’ Europa che vorrebbe Gianni Letta tra i suoi vertici. Per una volta i due Mattei e Giggino sono d’ accordo in qualcosa. Ignorano sapendo di ignorare, a tal punto che i due Vice presidenti vogliono andare a trattare.  Stavolta Conte e Tria si chiedono se i due hanno voglia di scherzare. Con Salvini che ha paura di finire disoccupato, non avendo più comizi da fare.  Gli toccherà di fare il Ministro degli Interni, ruolo che , in verità, gli sta un po’ stretto. Il rapporto con il suo popolo gli dà adrenalina e soddisfazioni. Come a Biella, dove il suo candidato Corradino ha vinto.  Di poco ma ha vinto . In democrazia vale anche un voto in più. E qui devo fare pubblica ammenda.  Avevo previsto la vittoria di Gentile.  Sia ben chiaro: Corradino degnissima persona.  Ha fatto bene il suo lavoro a Cossato   A tal punto che per la terza volta in quella città il centrosinistra sta a guardare. Simpatico ed empatico.  Ma aveva contro i cosiddetti notabili locali. Il resto l’ ha fatto il Pd locale devastato e devastante.
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Le soddisfazioni per Matteo Rambo non finiscono qui. Anche Vercelli passa la mano. Qui il vincente è Corsaro, liste civiche in odore di eresia, da sempre di Forza Italia. Non sottilizziamo.  Il massimo è stato raggiunto a Novi Ligure.  Rocchino Muliere deve lasciare il passo al leghista sodale di Molinari, capogruppo della Lega. Esaltato per il risultato della Lega in Piemonte. Tolto Rivoli le soddisfazioni sono finite. Il Pd di Verbania si misura la febbre: 38. Si può andare avanti. Vince la Sindachessa uscente. Vittoria, perché no, simbolica. Almeno un capoluogo di Provincia in Piemonte. Dove fa cappotto il PD è in provincia di Torino. Da Chieri fino a Giaveno, Settimo con Collegno e Grugliasco già a posto.
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 Intanto Giggino sdogana l’ Appendino per un secondo mandato in Comune. Ma è più probabile una candidatura per Roma.  E la corsa di Laus è in salita.  I supporter della Famiglia Gallo lo aspettano al varco e il suo vate nazionale Lotti è per l’ ennesima volta in difficoltà per le indagini della magistratura sulla magistratura. Cose che succedono nel nostro Paese.  Stupirsi un delitto, indignarsi dovuto. Stupisce positivamente l’ abbraccio tra Cirio e Chiampa.  Non tanto per loro che si sono sempre dimostrati persone civili e composte. Stupisce perché sono delle mosche bianche in questa politica sempre fatta di soli insulti.  E Cirio comincia bene dicendo di mettere il lavoro come punto centrale. Speriamo che non siano solo parole mentre  la produzione complessiva piemontese cala. Lunedì conosceremo la nuova giunta.  Oltre alle idee ci vogliono individui che portano avanti le idee, che viceversa rimarrebbero delle speranze. Se rimangono tali diventano una delusione. Se non si  mantengono le promesse non si può e non si deve incolpare gli altri. Questo è un giochino fin troppo in voga in questi anni. Chi ha vinto? Direi tutti, visto che tutti hanno da portare esempi sul territorio che confermano la loro vittoria.  A Ferrara la Lega passa dal 3 al 40 per cento. Ma si blocca a Livorno accusando i pentastellati di averli traditi nel ballottaggio: sono così, in fondo sono ragazzi simpatici.  Ed il PD sornione ricorda che Rovigo da che mondo è mondo è sempre stato prima democristiano e poi leghista e che a Cremona non è servito a niente percuotete quel giovane contestatore definito da Rambo Salvini comunista,  in realtà un giovane che frequentava la parrocchia.  Anche io nel mio piccolo mi sono beccato del comunista incallito. Colpevole di criticare il Capitano. Come i pochi comunisti rimasti che mi accusavano di essere anticomunista.
Patrizio Tosetto