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TRASPORTI, PD: VIA AD ABBONAMENTO TRENI UNDER 26 SCONTATI

Partono da ottobre le riduzioni del 10 per cento sugli abbonamenti ferroviari annuali per gli under 26. La sperimentazione è stata introdotta nel bilancio regionale da un emendamento presentato dai consiglieri del Pd, Raffaele Gallo e Antonio Ferrentino, che ha consentito la  necessaria copertura finanziaria.“Il trasporto pubblico – dichiarano i consiglieri Pd –  va sostenuto con azioni concrete e l’incentivo attraverso uno sconto diretto vuole andare in questa direzione. Per ora – continuano – rimane una sperimentazione ma ci auguriamo che produca un incremento dell’utilizzo del treno tale da rendere permanente l’agevolazione”. L’offerta sarà valida ai soli minori di 26 anni, non compiuti alla data dell’acquisto, residenti in Piemonte. Le agevolazioni si applicheranno sugli abbonamenti annuali sui treni Regionali e Regionali Veloci nel solo ambito dei confini tariffari del Piemonte. “La Regione – sottolineano Ferrentino e Gallo – vuole sostenere le esigenze dei giovani che per lavoro o per studio usufruiscono del trasporto pubblico locale; l’impegno – concludono –per il prossimo anno sarà quello di lavorare alla rateizzazione dell’abbonamento annuale e all’ inserimento degli abbonamenti trimestrali tra quelli scontati”. 

 

DANIELA RUFFINO: LE MIE POSIZIONI SUL PIANO PAESAGGISTICO REGIONALE

“La Regione non ha saputo dare voce al valore e alle specificità dei Comuni. Questo Piano Paesaggistico nasce per tutelare l’ambiente ma i sindaci ci sono già arrivati tempo fa a tutelare il proprio territorio dall’utilizzo indiscriminato del consumo del suolo. Arriviamo dopo e ci arriviamo male. Le regole comporteranno maggiori costi per gli Enti locali e non verranno accompagnati nel percorso di adeguamento della norma in modo adeguato. Vi ricordate i tempi per attuare il Pai? Succederà lo stesso perché i Comuni sono però privi non solo delle risorse finanziarie ma anche di quelle umane. In un contesto del genere avremmo il blocco dei piani regolatori, con gli investitori che fuggiranno, avremo maggiori costi per i Comuni e i Cittadini e qualche tassa locale in più a causa dell’ingessamento del settore edilizio e dei ricavi ad esso legato. E tutto questo senza aver tutelato l’ambiente in alcun modo”.

Valmaggia: “L’impegno della Regione per l’ambiente”

L’assessore all’Ambiente della Regione Piemonte, Alberto Valmaggia, sostiene che “la Relazione sullo stato dell’ambiente è un punto di partenza per orientare le nostre politiche future ma anche l’occasione per fare il punto su quelle già avviate, nel solco tracciato dall’Agenda ONU 2030 per lo sviluppo sostenibile. L’impegno per garantire una migliore qualità dell’aria e per contrastare l’inquinamento atmosferico ha visto quest’anno la Regione Piemonte, oltre ad approvare il Piano regionale sulla qualità dell’aria, firmare un nuovo accordo con le altre Regioni del bacino padano, perché solo con un approccio condiviso è possibile affrontare i problemi che investono aree sempre più vaste”.

“Sul tema delle bonifiche – aggiunge Valmaggia – stiamo procedendo con l’attuazione del Piano regionale amianto, altro tassello fondamentale per l’ambiente e per la salute dei cittadini. Quanto al consumo di suolo, la Regione sta lavorando alla proposta di un documento legislativo per il governo sostenibile del territorio in cui un nuovo modello di sviluppo si coniughi con l’obiettivo della conservazione delle risorse naturali. Da ricordare anche il grande impegno profuso dalla Regione, dalla Protezione civile e dai volontari nell’affrontare le emergenze, come l’evento alluvionale del novembre scorso. Un gioco di squadra di grande importanza in uno scenario sempre più condizionato dal cambiamento climatico”.

Merlo: dal Presidente della Cei un appello condivisibile

“Il Presidente della Cei, Cardinale Gualtiero Bassetti, coglie nel segno. L’area cattolica italiana, seppur composita e variegata, richiede una nuova rappresentanza politica. Pur senza nessuna deriva confessionale o clericale, non si puo’ non rilevare che a sinistra crescono in modo smisurato nuovi partiti e nuovi movimenti; nel centro destra le sigle partitiche ormai non si contano piu’ e prosperano nel frattempo anche i movimenti populisti. E’ del tutto singolare che in un contesto del genere non possa decollare un movimento politico di ispirazione cristiana, seppur laico e ovviamente autonomo rispetto alla gerarchia ecclesiastica. Il monito del Presidente della Cei, pertanto, non puo’ e non deve lasciare indifferenti i cattolici democratici e i cattolici popolari. E’ arrivato il momento che battano un colpo”. Lo dice Giorgio Merlo, Direzione Nazionale Pd.

REGIONE, AMBIENTE; ROSTAGNO (PD): PIANO PAESAGGISTICO DOPO ANNI DI ATTESA ARRIVA IN AULA

Il consiglio regionale del Piemonte ha avviato la discussione sul Piano paesaggistico regionale. “Dopo una lunghissimo lavoro  – ha dichiarato  Elvio Rostagno, vice capogruppo del PD – questo importante documento è quasi giunto alla fine del suo percorso. In nove anni ci hanno lavorato diverse maggioranze, i relativi assessori, le Commissioni consiliari Urbanistica e Ambiente e sono stati ascoltati i numerosissimi soggetti coinvolti. Siamo consapevoli del fatto che il Piano paesaggistico regionale pone dei vincoli ai Comuni del Piemonte, che in alcuni casi dovranno adeguare i propri Piani regolatori, ma lo scopo comune è quello di tutelare e valorizzare il nostro territorio”.Oltre 2060 fra cascate, ville, chiese, torri, fortificazioni, cascine, borgate e vestigia storiche del territorio come le residenze sabaude, i Sacri monti, i palazzi e i castelli. E ancora 370 singoli beni paesaggistici e numerose aree tra cui 199 laghi, 1837 fiumi e corsi d’acqua, 109 aree protette, 94 zone di interesse archeologico, per una superficie tutelata pari al 61% del totale del territorio.  “Il Ppr – prosegue Rostagno – realizza una lettura reale delle caratteristiche del territorio piemontese, definendo le politiche per la tutela e la valorizzazione del paesaggio con la collaborazione dei Comuni. Inoltre – rimarca – nel piano si prevede l’adeguamento degli strumenti tecnici cartografici, oggi risalenti a diverse decine di anni fa.  Rappresenta – sottolinea – un testo strategico per le politiche del Piemonte che sempre più sono incardinate nella valorizzazione dell’immenso patrimonio culturale, paesaggistico e ambientale in sinergia con le politiche comunitarie e di sviluppo sostenibile della nostra regione. Il Piano paesaggistico – conclude – completa il quadro normativo della pianificazione regionale, affiancandosi al Piano territoriale regionale (Ptr), in vigore dal 2011, rendendo quindi il Piemonte una regione all’avanguardia sulla valorizzazione e la tutela del territorio”.

M5S: applicare in Regione la legge sui vitalizi

“Speriamo che la legge sui vitalizi sia una priorità per Chiamparino e Laus”: così il consigliere regionale del M5S Davide Bono che ha presentato con il deputato Alberto Airola, la deputata Laura Castelli,i consiglieri Giorgio Bertola e Francesca Frediani, l’iniziativa grillina di recepire in Piemonte la stessa legge passata dalla Camera,  risparmio stimato oltre il 50%. “Si può ancora fare molto per ridurre i costi della politica, noi Consiglieri regionali M5S lo facciamo da sempre, restituendo parte della nostra retribuzione, con cui abbiamo finanziato il microcredito regionale e l’edilizia scolastica”, devolvendo in circa due anni e mezzo oltre 750mila euro.”

VITALIZI. BOETI (PD): “DAI GRILLINI SOLO PROPAGANDA

“CI ATTIVEREMO PER APPLICARE LE NUOVE REGOLE NON APPENA DIVERRANNO LEGGE”

 

Le leggi dello Stato si rispettano e quando il provvedimento sui vitalizi, presentato dal Partito Democratico, verrà approvato anche dal Senato, mi attiverò affinché il Consiglio regionale del Piemonte si adegui alla nuova normativa.

L’iniziativa del M5S è la solita azione di mera propaganda: affronteremo in maggioranza la questione del recepimento delle nuove norme nazionali e confrontandoci con l’associazione che raggruppa gli ex consiglieri regionali.

 

Nino BOETI

Vice Presidente Consiglio Regionale del Piemonte

TURISMO, MERCATINI. RUFFINO (FI): UN EMENDAMENTO PER SEMPLIFICARE LA BUROCRAZIA AGLI HOBBISTI

“Continua la mia battaglia per semplificare la burocrazia a tutti quegli hobbisti che partecipano ai mercatini organizzati nei vari comuni piemontesi. Ho presentato un emendamento e stiamo ultimando un progetto di legge”. Ad annunciarlo la vicepresidente del Consiglio regionale piemontese Daniela Ruffino.Il problema é annoso. Gli hobbisti che partecipano ai mercatini oggi oltre a pagare il plateatico devono versare due marche da bollo per un totale di 32 euro, prima per la richiesta di autorizzazione e poi quando questa viene emessa. Ciò avviene per ogni singolo mercatino di fatto creando uno spreco di tempo e denaro enorme che negli anni ha scoraggiato molti appassionati dal partecipare a questi eventi, con un danno turistico e commerciale per i Comuni. Aggiunge l’esponente regionale: “Gli uffici regionali recentemente con una circolare hanno peggiorato la situazione rendendo ancora più stringenti le richieste di controlli da parte dei Comuni. E’ evidente che questo approccio non aiuta né il turismo né l’indotto che si genera attorno all’organizzazione di queste piccole ma importanti manifestazioni. La scelta quindi di presentare un emendamento e lanciare una proposta di legge si

sposa con l’idea di semplificazione: l’obiettivo é dare una risposta ai Comuni e alle associazioni che si adoperano per ampliare l’offerta di banchi e sostenere i flussi turistici di attivita’ che non generano costi per i Comuni, ma solo costanti benefici, dovuti al pagamento del plateatico”.  Conclude Ruffino: “La nostra proposta richiede l’eliminazione delle due marche da bollo e la drastica riduzione della modulistica, con un tesserino che verrebbe consegnato a ogni hobbista con la possibilità di partecipare ad un certo numero di eventi nell’anno senza dover richiedere l’autorizzazione ogni volta. E’ una modalità che hanno già adottatto con successo altre Regioni, in particolare la Liguria, e che rende sostenibile l’idea di economia circolare oggi messa in ginocchio per l’eccesso di burocrazia”.

Più di un 1.600.000 euro a sostegno dei centri antiviolenza e case rifugio

Si è riunito nei giorni scorsi il tavolo di coordinamento permanente regionale dei centri antiviolenza, delle case rifugio e del centro esperto sanitario, istituito come previsto dall’art.5 della legge regionale 4 del 24 febbraio. Il tavolo è convocato dall’assessorato alle Pari Opportunità della Regione Piemonte e dal dicembre del 2016 si è già riunito in sei occasioni coinvolgendo i soggetti titolari dei Centri antiviolenza e delle Case rifugio, il responsabile del Centro di supporto e ascolto vittime di violenza Demetra e ila responsabile del Centro Soccorso Violenza Sessuale (SVS) dell’ospedale Sant’Anna di Torino.

«La Regione Piemonte in questo modo sta dando continuità alle attività della rete regionale di sostegno alle donne vittime di violenza. Il tavolo di coordinamento permanente è la sede adatta per mantenere confronto, scambio di informazioni e condivisione di esperienze tra chi opera su questo fronte. Al momento 15 Centri antiviolenza e 9 Case rifugio hanno avanzato la domanda per l’iscrizione all’albo specifico di accreditamento» – ha dichiarato Monica Cerutti, assessora alle Pari Opportunità della Regione Piemonte.

«Il piano triennale per il contrasto alla violenza di genere, che è stato elaborato in modo partecipato, è in dirittura d’arrivo: entro i primi di settembre la Regione Piemonte accoglierà le osservazioni che arriveranno dai Centri antiviolenza e dalle Case rifugio, poi verrà richiesto un parere alla Garante regionale per l’infanzia e l’adolescenza, e agli enti e istituzioni locali prima del suo approdo in IV Commissione del Consiglio regionale del Piemonte» – ha continuato Monica Cerutti, assessora alle Pari Opportunità della Regione Piemonte.

«La Regione continuerà a sostenere Centri antiviolenza e Case rifugio attraverso la programmazione di fondi statali e regionali, oltre che avviando un nuovo bando per l’apertura di nuovi centri per il sostegno alle donne vittime di violenza. Vogliamo e dobbiamo coprire tutto il territorio regionale, anche quelle zone come il novarese, l’astigiano e il vercellese che a oggi non prevedono un numero adeguato di Case Rifugio» – ha dichiarato Monica Cerutti, assessora alle Pari Opportunità della Regione Piemonte. È obiettivo del piano triennale assicurare su ciascun territorio provinciale e metropolitano tutte le funzioni previste (anche attraverso più sportelli e punti di ascolto) e di avere un collegamento stabile con gli altri servizi territoriali, con una o più case rifugio e con le altre strutture di accoglienza che possano fornire adeguate risposte per l’accoglienza delle donne vittime di violenza e degli eventuali figli minori.

I fondi statali e regionali che verranno stanziati ai Centri antiviolenza e alla Case rifugio sono pari a 1.247.060 euro di cui 817.548 euro, erogati entro fine ottobre, avranno come destinatari i Centri Antiviolenza esistenti e iscritti all’albo regionale, i punti di ascolto e gli sportelli e le Case rifugio autorizzate esistenti e iscritte all’Albo regionale; i rimanenti 429.512 euro avranno come destinatari i nuovi Centri Antiviolenza e nuovi posti per l’accoglienza in emergenza protezione di I° e II ° livello. Infine a questi si aggiungono 400.000 euro di stanziamento regionale per nuove case rifugio.

«Tutto il lavoro che facciamo come Regione Piemonte è però vano se tutte le istituzioni non vanno nella stessa direzione. È per questo che accolgo l’appello fatto da CISL e FNP CISL Piemonte contro la depenalizzazione dello stalking in questi giorni, preceduto da quello di altre associazioni, come Telefono Rosa. Pensare che un reato di questa gravità possa essere estinto dietro il pagamento di una somma di denaro paragonandolo a una semplice infrazione del codice stradale è inaccettabile. A maggior ragione davanti a casi tanto eclatanti come quello di Elena Farina, la donna torinese minacciata dal suo ex marito, anche con una pistola, che adesso è libero perché scaduti i termini di custodia cautelare» – ha concluso Monica Cerutti.

G7 Torino – Locatelli (Prc-SE): contestiamo la parata di governi e padroni

“Mobilitiamoci per il diritto e la dignità del lavoro”

La scelta di fare a Torino il G7 dei Ministri dell’industria, della scienza e del lavoro ha il sapore di un affronto, di una provocazione. Proprio a Torino, una città piegata dalla disoccupazione e dall’impoverimento di massa, il luogo del delitto consumatosi con l’assunzione del modello Marchionne a modello di regolazione delle relazioni industriali. Dopo avere in tutti i modi  favorito un gigantesco processo di spoliazione di diritti, tutele, occupazione i governi si ritrovano  – per la precisione il summit degli odierni “sette grandi della Terra” si terrà nella fastosa reggia sabauda di Venaria Reale – formalmente per parlare di lavoro e industria, più precisamente per parlare  del ruolo che impresa e capitale devono avere nell’epoca della “rivoluzione digitale”, della “fabbrica intelligente”. Fuor di metafora governi, padroni, think thank vari si ritroveranno per discutere di innovazione tecnologica, di adeguamento delle forme di sfruttamento della forza lavoro, di nuove forme di accumulazione con l’idea – pia illusione – di trovare per questa via una qualche soluzione alla crisi globale di sistema. Contro le ricette di lorsignori bisogna che si levi la voce e la protesta dei molti contro i pochi, di chi vive il dramma della disoccupazione, di chi subisce il peso della precarietà, dei lavori poveri e sottopagati, della rimozione delle tutele sindacali. Va messo in campo un altro punto di vista rispetto alla logica del capitale, della speculazione finanziaria, dei profitti privati. Rifondazione Comunista partecipa ed è parte attiva del coordinamento che si è costituito in “assemblea cittadina”, un’assemblea plurale di associazioni, forze sociali e politiche, sindacali. Rifondazione Comunista preparerà la manifestazione “No G7” che si terrà a Torino con una campagna capillare di controinformazione e di mobilitazione per un piano di lavoro, un piano per il ripristino dei diritti dei lavoratori, la riduzione dell’orario di lavoro, il salario orario minimo e interventi redistributivi dei redditi bassi avendo come riferimento primo i luoghi dello sfruttamento, del lavoro, della precarietà, del disagio sociale presenti nel torinese.