POLITICA- Pagina 577

Tav e no Tav: qualche pensiero sulla bagarre in Comune

appendino fasciaIn attesa di conoscere i prossimi dictat della Giunta Appendino prima della pausa natalizia, anche durante il ponte dell’8 dicembre gli appassionati dei lavori in Sala Rossa hanno di che bagolare. L’ultima perla sciorinata dalla consigliera grillina Carlotta Tevere, nientepopodimeno che Presidente della Commissione  “Legalità e contrasto dei fenomeni mafiosi”, durante l’ultima seduta del Consiglio è stata: “ Esprimo solidarietà ai 38 cittadini recentemente condannati per gli scontri in Val di Susa”, affermazione seguita da interventi di indignazione delle opposizioni immediatamente repressi dal “Pippo Baudo di periferia”, come alcuni lo definiscono nei corridoi municipali,  che da qualche mese dirige le sedute, Fabio Versaci, con una sospensione del Consiglio Comunale per punire i consiglieri che non mostrano rispetto per i lavori dell’Aula. Punizione ovviamente rivolta ai consiglieri che hanno osato indignarsi. Ad aggravare la posizione dei Pentastellati è stata poi la replica del Capogruppo Alberto Unia avvalorando la dichiarazione della Tevere con il sostegno di tutto il gruppo grillino. 

“Affermazione grave e seria dare solidarietà politica ai delinquenti. La solidarietà umana si dà a tutticomune municipio quelli che hanno bisogno, ma dare solidarietà politica è grave perché si disconoscono principi e regole dello Stato” questo il commento del consigliere-notaio Alberto Morano che, insieme al capogruppo della Lega Fabrizio Ricca, Osvaldo Napoli di Forza Italia e Roberto Rosso hanno chiesto le immediate dimissioni di Carlotta Tevere in considerazione anche del suo ruolo di Presidente della Commissione Legalità.

A condire di ulteriore indecenza politica  la posizione del Movimento Cinque Stelle in Comune, è stata poi la consigliera Maura Paoli, – non era forse “militante” del centro sociale Gabrio? – , che proprio durante la Commissione Legalità, sulla richiesta di dimissioni della benemerita Presidente Tevere ha dato sfogo al suo ardito pensiero arrivando a favoleggiare anche su Silvio Berlusconi e sugli eredi del Pci: “Noi non prendiamo lezioni di moralità da chi è legato alla storia di partiti come Forza Italia e Pd che hanno insabbiato la trattativa stato-mafia” . 

tav 222E probabilmente questa volta la consigliera pentastellata Paoli, prima di recarsi in sala dell’Orologio, avrà inalato una scia chimica per non rendersi conto che non era di fronte alle barricate di qualche malsana manifestazione di protesta con tanto di passamontagna e cori carichi di insulti sterili, bensì in un aula di Palazzo Civico in pieno svolgimento di un’attività istituzionale.  Parole irricevibili, secondo Osvaldo Napoli, Silvio Magliano, Francesco Tresso e la democratica Elide Tisi che hanno abbandonato la seduta.

Ora sia destra che sinistra, insieme, chiedono le pubbliche scuse, in assenza delle quali minacciano di non sedersi più ad un tavolo di Commissione Legalità con chi li accusa di mafia. Il PD ha dichiarato che chiederà il verbale della seduta di Commissione e la registrazione audio per avanzare eventuali azioni legali a tutela dell’immagine del partito, dei militanti e degli elettori.  Se come d’abitudine oramai, il sindaco Chiara Appendino soprassederà anche a queste ultime sortite dei suoi consiglieri, non si potrà più confutare l’analisi di chi sostiene che il Movimento Cinque Stelle è solo la nuova espressione della sinistra populista più estrema. 

(foto: il Torinese)

 

Sanità, accorpamento Asl To1 e To2. Dibattito in Consiglio regionale

con reg lascarisIl Consiglio regionale del Piemonte ha approvato l’accorpamento dell’ASL TO1 e dell’ASL TO2 in un’unica azienda sanitaria,  a partire dal prossimo 1° gennaio. Il documento, presentato per la Giunta regionale dall’assessore alla Sanità Antonio Saitta, è stato licenziato a maggioranza dalla IV Commissione. “Oggi la città è spaccata in due e serve un’omogeneizzazione dei servizi – ha spiegato l’assessore illustrando la delibera – e il nostro obiettivo è creare valore, individuare i punti del sistema che sono in grado di occuparsi meglio delle prestazioni. Il miglior utilizzo degli spazi comporterà la liberazione dei locali per sviluppare a Torino l’assistenza territoriale, oltre ad assicurare risparmi. Nessuno sarà licenziato, ma piuttosto saranno migliorati i servizi”.L’atto aziendale della nuova Asl unica – che prenderà il nome di Azienda sanitaria locale Città di Torino – sarà pronto entro giugno 2017 e sarà oggetto di un percorso di valutazione condivisa con il Comune di Torino e con le Circoscrizioni.”Si tratta di un percorso di riorganizzazione dei servizi sanitari che ritengo necessario – dice il vicepresidente del Consiglio regionale, Nino Boeti, Pd – e che sono certo potrà portare conseguenze utili e positive per i cittadini torinesi. Occorre, però, che la futura unica grande azienda sanitaria della Città di Torino abbia come obiettivo prioritario non solo quello del risparmio, bensì consiglio lascarisgarantire l’omogeneizzazione e l’ottimizzazione dei servizi affinché tutti i torinesi, che abitino a Barriera di Milano come a Mirafiori Sud, possano ricevere cure eguali, appropriate ed efficienti. Sull’azienda Sanitaria unica, interviene anche il consigliere Marco Grimaldi (SEL): “La creazione di un’unica Azienda Sanitaria per la città di Torino è  anche un’opportunità per riflettere sugli obiettivi della sanità regionale, in primo luogo l’accessibilità al servizio per tutte e per tutti. L’ampliamento del servizio di assistenza domiciliare e della sanità di prossimità, lo sviluppo delle politiche di Prevenzione e Promozione della Salute su tutto il territorio cittadino, l’integrazione ma anche la diffusione del servizio dovrebbero andare in questa direzione. Per questo il Gruppo SEL ha richiesto di partire dall’analisi di prossima pubblicazione a cura del Prof. Costa, sullo stato della salute e delle diseguaglianze nella sanità torinese, che verrà presentata in commissione giovedì prossimo”.  Stando alle previsioni a cura delle due Asl, la nuova Azienda coinvolgerà circa 900mila abitanti, di cui l’11,6% tra gli 0 e i 13 anni, l’11,5% tra i 65 e i 74 anni, il 13,9% ultrasettantacinquenne, nonché un 15,3% di stranieri residenti. Lottiamo contro le diseguaglianze in tutti i campi, vogliamo che questa sfida sia anche il primo obiettivo della sanità pubblica e dell’unione tra le due Asl torinesi” – aggiunge  Grimaldi. – “Facciamolo contro il lavoro povero, facciamolo garantendo la mutua ai migranti, leghiamo i risparmi prodotti dall’integrazione a maggiori investimenti per realizzare tutto ciò. Fuori dal piano di rientro è consiglio campanaora necessario unire gli investimenti a nuove assunzioni. Quello di oggi è solo un piccolo passo. Chiediamo da subito un confronto di un anno con città, operatori, medici, lavoratori e territori per realizzare un piano strategico per la salute”. In materia di sanità, polemiche le opposizioni: “Abbiamo nuovamente chiesto a questa giunta regionale di rivedere la propria posizione sulla chiusura dell’ospedale Oftalmico, e di fare un passo indietro per il bene dei cittadini. La risposta ricevuta è stata disarmante: l’assessore Saitta ha chiaramente detto che lui decide e non accetta suggerimenti, e gli stessi consiglieri di maggioranza che fino a ieri godevano dei flash per la tutela dell’oftalmico oggi hanno bocciato la nostra proposta” lo dichiara Gian Luca Vignale,consigliere regionale di Forza Italia e firmatario di un ordine del giorno bocciato oggi dal centrosinistra. Prima della votazione della delibera l’Assemblea ha discusso sette atti d’indirizzo collegati e ne ha approvati tre. Quello presentato dalla prima firmataria Valentina Caputo (Pd) impegna la Giunta regionale “a individuare, nell’ambito del processo di accorpamento delle Asl To1 e To2, gli strumenti più idonei a consentire il massimo coinvolgimento del Consiglio regionale affinchéASL tale processo sia improntato ai principi di partecipazione, condivisione e gradualità ed evitando, d’altro canto, l’adozione di semplici automatismi conseguenti a una mera fusione tra le due attuali Aziende”. I due presentati dal primo firmatario Davide Bono (M5S) impegnano rispettivamente la Giunta regionale “ad investire risorse per la manutenzione ordinaria e straordinaria del presidio Amedeo di Savoia, sulla base di un progetto dell’Azienda, per mantenere la sicurezza e il decoro delle strutture in cui vengono attualmente erogate le attività sanitarie sino a ricollocamento in strutture più idonee” e “a chiedere al direttore generale dell’Asl To la sollecita costituzione di un tavolo sindacale aziendale che segua tutte le questioni connesse alla nuova organizzazione al fine di garantire il mantenimento e il potenziamento dell’offerta sanitaria”.

(Foto: il Torinese)

 

DOPO IL REFERENDUM. LEGA:”DIRITTO DI VOTO ALLE PROVINCE”. PD: “RENZI RESTI SEGRETARIO”

QUI LEGA NORD

molinari-nuovaReferendum Costituzionale, il giorno dopo. Molinari “Questa notte ripaga di anni di sacrifici e lotte”. E aggiunge: “Si restituisca il diritto di voto per le Province. Il centralismo ha fallito”. All’indomani del Referendum Costituzionale, che ha visto una schiacciante vittoria del fronte del ‘no’, è tempo di ringraziamenti e bilanci. “Ha vinto il Popolo, contro tutto e tutti commenta Riccardo Molinari, segretario nazionale della Lega Nord Piemont – Questa notte ripaga di anni di sacrifici e lotte. Questa notte dimostra che la passione e battaglia politica, in questo mondo dominato dai media e dai soldi, ha ancora valore e senso. Grazie a tutti i compagni di viaggio di questa avventura, abbiamo fatto qualcosa di straordinario. Abbiamo salvato la democrazia e l’autonomismo nel nostro Paese”.La gioia, però, lascia spazio anche alle proposte per il domani e Molinari avanza una proposta concreta. “La consultazione ha visto la maggioranza schiacciante dei cittadini votare contro ad una riforma pesantemente centralista. La prima cosa da fare è riconsegnare ai cittadini il diritto di voto per le Province, dal momento che il progetto Renzi-Delrio-Boschi è stato respinto dal Popolo sovrano. Gli italiani si sono espressi e hanno dimostrato quanto stia loro a cuore la possibilità di decidere del proprio futuro: è ora di prenderne atto e di restituirci ciò che ci spetta di diritto”.

QUI PD

Davide-GariglioREFERENDUM; GARIGLIO (PD): RENZI RIMANGA SEGRETARIO, NON SI RIPETANO ESPERIENZE DI GOVERNI TECNICI  

“Credo che Renzi debba rimanere a guidare il PD, garantendo la continuità della nostra proposta riformatrice: dopo questa esperienza di Governo, non possiamo tornare alla vecchia politica, alle trattative infinite, alle coalizioni litigiose”. Lo dichiara il segretario regionale del Piemonte del PD, Davide Gariglio, commentando l’esito del voto sul referendum costituzionale di ieri. “Dobbiamo rafforzare il partito – prosegue Gariglio –  dedicare tempo alla sua riorganizzazione sul territorio, aprirne le porte a tutti coloro che si sono impegnati nei comitati per il SI, fare un congresso che si esprima sulla linea delle riforme da perseguire. Dobbiamo assicurarci che nel futuro – sottolinea -, salva la libertà di coscienza dei singoli, non sia più possibile che chi sta dentro il partito si allei con i peggiori avversari esterni per far cadere il proprio leader. Poiché siamo la forza di maggioranza relativa nei due rami del Parlamento – rimarca – abbiamo l’onere di garantire che venga approvato la legge di stabilità e che proseguano gli interventi a favore delle popolazioni colpite dai terremoti e dall’alluvione. Il prima possibile si torni però a dare voce agli elettori, che si devono esprimere per indicare chi debba guidare questo Paese nei prossimi cinque anni. Non si ripetano esperienze di anni di governi tecnici o di grandi coalizioni – conclude Gariglio – siano gli italiani a stabilire il loro destino”.

 

Referendum, la vittoria del No: le reazioni sotto la Mole

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A Torino  l‘affluenza finale è stata del 71.49% (contro il 57.18% delle precedenti amministrative e il 56.85% del referendum costituzionale del 2006). I dati riportano la vittoria del NO con il 53,58% dei voti contro il SI al 46,42%.

I COMMENTI DELLA POLITICA

“La politica colga il segnale delle urne e torni a dare ai appendino tgcittadini le risposte che si attendono, mettendo al centro i valori della partecipazione e della condivisione.  Ci affidiamo al Presidente della Repubblica per  un percorso che consenta alle Istituzioni di tornare a comprendere gli italiani”. E’ il commento che la sindaca di Torino, Chiara Appendino, affida all’Ansa ringraziando i torinesi per una così alta partecipazione al voto.

chiampa lausAmareggiato il presidente della Regione, Sergio Chiamparino: “Ora, come sottolineato da più parti, – dichiara al quotidiano La Stampa –  occorre ricostruire  nel Paese e nel partito un terreno di confronto che non faccia arretrare l’Italia dai passi in avanti compiuti in questi ultimi anni sul piano delle riforme. Un errore personalizzare il referendum? Ne sentiremo di tutti i colori ma difficilmente il referendum poteva essere percepito diversamente da una consultazione pro o contro questo Governo».

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Stefano Esposito (Pd, parlamentare):

Gli italiani hanno scelto Presidente @matteorenzi come aveva detto si è dimesso. Discorso perfetto.comune municipio Ora ci penserà il Presidente Mattarella

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Davide Gariglio (Pd, segretario regionale)

È stata una battaglia difficile, ma siamo orgogliosi di averla combattuta. Lo abbiamo fatto con convinzione, non smetteremo di farlo.

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Fabio Versaci (M5S, presidente Consiglio comunale di Torino):

La Costituzione NON si tocca.

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Riccardo Molinari (Lega Nord, segretario regionale):

Ha vinto il Popolo, contro tutto e tutti. Questa BANDIERE REGIONEnotte ripaga di anni di sacrifici e lotte. Questa notte dimostra che la passione e battaglia politica, in questo mondo dominato dai media e dai soldi, ha ancora valore e senso. Grazie a tutti i compagni di viaggio di questa avventura, abbiamo fatto qualcosa di straordinario. Abbiamo salvato la democrazia e l’autonomismo nel nostro Paese.

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Gilberto Pichetto (Forza Italia, coordinatore regionale):

A proposito di Renzi inutile nascondere che questo è anche un voto con un grande valore politico ed è un voto contro il premier ed il suo governo che da domani dovrà fare i conti con la realtà: governare e cercare di cambiare le regole del gioco senza il consenso popolare porta inevitabilmente a cozzare contro quell’incredibile scudo chiamato democrazia.

Le ragioni del Sì, le ragioni del No. Ghigo e Placido in volata per il referendum

Domenica 4 dicembre gli italiani sono chiamati a esprimere la loro preferenza sul quesito proposto dal referendum costituzionale. Già da mesi il dibattito è stato molto acceso e, a differenza del solito, l’appartenenza a uno schieramento politico sembra influire relativamente poco sulla decisione in sede di voto.

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Due sono i personaggi intervistati dal “Torinese”. Un passato comune in Publitalia, una forteghigo-placido passione per il ciclismo (nella foto), ma diversi per formazione e ideologia. Da un lato abbiamo Enzo Ghigo, già proconsole di Berlusconi in Piemonte, “padre nobile” del centrodestra subalpino e Presidente della Regione dal 1995 al 2005; dall’altro Roberto Placido, da sempre uomo di sinistra e Pd spesso  “critico”, consigliere regionale in più legislature e vicepresidente di minoranza  dell’Assemblea piemontese nella precedente tornata amministrativa.

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LE RAGIONI DEL SI’ / ENZO GHIGO

  • Nonostante il suo percorso politico, perché lei voterà sì?

ghigo-istituzionale Il popolo italiano è chiamato a esprimersi su una riforma costituzionale, non su uno schieramento politico o un altro. Pur non essendo di sinistra mi esprimo sul contenuto della riforma. Benché non sia totalmente simile a quella che avevamo voluto noi di Forza Italia nel 2006, la quale era maggiormente spinta verso un presidenzialismo, questa è nella sostanza la riforma che avevamo voluto noi. Si tratta di una proposta più blanda, ma, se prima ero favorevole, perché non dovrei esserlo adesso?

  • Quali sono le sue personali ragioni che la spingono a votare sì?

 Questa riforma vale per tutti: non solo per Renzi, ma anche per quelli che saranno i suoi successori. Andare verso un monocameralismo significa snellire l’iter legislativo, al di là di un risparmio sui costi della politica, quello che cambia è il tempo più rapido di approvazione delle leggi, perché avremo una Camera sola. Questo è il vero senso di questa riforma. Inoltre, si mette mano al Titolo V, facendo sì che alcune materie ritornino in mano in modo esclusivo allo Stato. Perché, ad esempio, non è possibile pensare che un’autostrada non venga fatta perché una Regione è contraria. Se vincesse il sì, Renzi dovrebbe capitalizzare il successo nell’ottica del percorso delle riforme per il Paese e, inoltre, potrebbe sedersi ai tavoli europei con una maggior capacità di trattare, dal momento che ha dalla sua parte un governo più credibile.

  • Se vincesse il no, che cosa succederebbe a suo avviso?

 Non cambia nulla, nessun elemento di novità. Se vincesse il no, si perde l’ennesima occasione di cambiare le cose. E, soprattutto, prima che le forze politiche mettano insieme una riforma passerà un bel po’ di tempo. Se vince il no è un segnale che gli italiani non ce la fanno ad andare verso la modernità.

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LE RAGIONI DEL NO / ROBERTO PLACIDO

  • Nonostante il suo percorso politico, perché lei voterà no?

placido Voto no nel merito di una riforma confusa, sbagliata, sgangherata che afferma di voler cambiare il Paese, ma non si sa bene come nei fatti. Se dovesse passare, creerebbe più problemi e confusione di quello che già è adesso. Ci sarà ancora il bicameralismo, ma sarà più confuso: ci saranno materie su cui il Senato deve intervenire, altre ancora su cui può decidere intervenire, alcune per cui si deve verificare se deve intervenire. Il risparmio sui costi della politica è irrisorio: il documento della Ragioneria dello Stato, a firma del Ministro Boschi, parla di 49 milioni di risparmio che, a conti fatti, sarebbero 0,79 centesimi a testa, se suddiviso per il numero di italiani.Lo snellimento del processo legislativo è solo virtuale: attualmente una legge viene approvata in media in cinquanta giorni. Ci sono problemi politici: facciamo troppe leggi e le facciamo anche male.

  • Quali sono le sue personali ragioni che la spingono a votare no?

Non ho ragioni personali, ma sono contrario nel merito della questione. Infatti, se passa la riforma, si creeranno due Italie: una, quella delle Regioni a statuto ordinario, compreso il Piemonte, a cui verranno tolti molti poteri e un’altra, quella delle Regioni a statuto speciale, che li manterranno, dato che per loro la riforma non vale. Questa riforma straordinaria si fermerebbe al Gran Paradiso e a Villa San Giovanni. Inoltre, è una riforma che azzera i contrappesi politici. Se la riforma passasse, si creerebbe una sorta di semi-presidenzialismo cialtrone, dove il governante ha la maggioranza assoluta di fare quello che vuole.

  • Se vincesse il sì, che cosa succederebbe a suo avviso?

Ci sono due possibili scenari, a mio avviso. Potrebbe essere che si vada subito a votare, dal momento che Renzi non vedrebbe l’ora di incassare la vittoria, oppure la situazione potrebbe favorire molto il Movimento Cinque Stelle che alle politiche potrebbe raccogliere il senso di protesta e insofferenza diffuso nel Paese. Il no non sconfigge il populismo, ma sarebbe un segnale che sottolinea che le cose si fanno bene.

Elisa Speroni

SEDI PD IMBRATTATE, GIORGIS: “UN GESTO INDEGNO CONTRO TUTTO IL PD”.

LEO PD“Un gesto indegno da condannare senza riserve, che reca offesa a tutto il PD”: così l’On. Andrea Giorgis, deputato del Partito Democratico, commenta gli atti vandalici a danno dei circoli di via Colautti e via Assisi a Torino. “Ancora una volta il nostro partito è stato preso di mira da chi non sa che cosa sia il confronto democratico, ma conosce solo l’insulto e l’intolleranza. Per questi vandali ogni pretesto è buono per imbrattare le nostre sedi ed attaccare il Partito Democratico, i suoi dirigenti, militanti ed elettori.”

Regione, approvato l’Assestamento al bilancio 2016-2018

Nella seduta del 29 novembre l’Assemblea di Palazzo Lascaris ha approvato a maggioranza (con 30 voti favorevoli e 16 contrari) il disegno di legge n. 222 “Assestamento del bilancio di previsione finanziario 2016 – 2018 e disposizioni finanziarie”.

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L’esame era iniziato nella seduta del 22 novembre con gli interventi dei tre relatori esponenti dei gruppi Pd, M5S e FI ed era proseguito nella seduta del 24 novembre con la conclusione del dibattito generale e l’inizio dell’esame dell’articolato. Nel corso delle tre giornate sono stati esaminati 210 emendamenti presentati dai vari gruppi di maggioranza ed opposizione e dall’Esecutivo. Tra questi ne sono stati approvati alcune decine, compresi alcuni delle opposizioni, quattro del gruppo FI e un paio di quello M5S. A differenza del testo approdato in Aula, risultano così diversi articoli aggiuntivi rispetto ai 14 iniziali. di pochi giorni fa. Con un emendamento tecnico l’esame degli ordini del giorno collegati al testo è stato rinviato alla seduta del 30 novembre.

 

AB -www.cr.piemonte.it

ALLUVIONE, GARIGLIO (PD): CAMBIANO PRIORITÀ BILANCIO, METTIAMO SUBITO NUOVE RISORSE

allu“Dopo l’alluvione della settimana scorsa dobbiamo cambiare le priorità del bilancio del Piemonte in discussione in Consiglio regionale”. Lo dichiara il capogruppo e segretario regionale del PD, Davide Gariglio, commentando il Patto per il Piemonte annunciato dal Presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino, e da Chiara Appendino, Sindaca della città metropolitana.

“È il nostro obbiettivo – prosegue – compiere uno sforzo per reperire le risorse necessarie a sostegno dei lavori più urgenti nei tanti Comuni danneggiati dall’alluvione. Serve un lavoro condiviso e il senso di responsabilità di tutti – sottolinea Gariglio – dobbiamo arrivare entro la fine di Novembre all’approvazione del bilancio, solo così possiamo rendere subito disponibili le somme indispensabili  per i primi lavori nei Comuni coinvolti. Il Governo – prosegue –  ha già garantito il proprio sostegno, a partire dalla dichiarazione dello stato di calamità, in aggiunta la Regione deve fare la propria parte a sostegno dei tanti cittadini colpiti dall’ondata di maltempo”.

Danni maltempo, Ruffino (FI): “Dopo l’emergenza al via monitoraggio di suolo e corsi d’acqua”

po257“Trascorse  le ore di emergenza il Consiglio regionale faccia il punto sulla situazione della manutenzione dei corsi d’acqua in Piemonte, a confronto con i sindaci e tutti i soggetti competenti. Il monitoraggio deve essere costante e aggiornato”. Lo chiede Daniela Ruffino (Fi),  vicepresidente dell’Assemblea regionale. “Intanto vanno ringraziati protezione civile, Forze dell’ordine, Aib, Croce Rossa e tutti i soggetti che si prodigano in queste ore difficili per il nostro territorio. I lavori di messa in sicurezza di argini e ponti attuati negli anni passati hanno consentito di contenere il danno causato dalle piogge di questi ultimi giorni  e proprio per questo motivo aggiunge Ruffino – l’attenzione per la manutenzioneeumodel ruffino dei corsi d’acqua deve essere costante, perché solo in questo modo si possono limitare i rischi per le nostre comunità”. “E ritengo che la straordinaria esperienza sul campo da parte delle istituzioni piemontesi e di tutto il mondo della protezione civile regionale debba essere supportato sempre più dalle segnalazioni dei singoli cittadini, degli agricoltori che conoscono a fondo le realtà territoriali in cui vivono e lavorano e sono in grado di indicare eventuali situazioni legate a corsi d’acqua o strade e ponti  che in futuro potrebbero causare problemi. Il Consiglio piemontese saprà raccogliere tali indicazioni e segnalarle alle autorità di competenza”, conclude Ruffino.

La Regione fa ripartire gli investimenti: “Fase di emergenza? Ormai è superata”

REGIONE PALAZZO“Dopo essere stati costretti ad azzerare gli investimenti – ha sottolineato il vicepresidente regionale Aldo Reschigna, che detiene la delega al Bilancio – abbiamo portato la spesa corrente a livelli di sostenibilità e ora possiamo destinare agli investimenti alcune risorse che abbiamo liberato, questo perché abbiamo riacquistato credibilità ottenendo una situazione non concessa ad altre Regioni in difficoltà”.  Insomma, in Piemonte possono ripartire gli investimenti. Nella relazione del vicepresidente della Giunta regionale, tenutasi nella seduta del 22 novembre Reschigna ha approfondito le tematiche legate all’uscita dal piano di rientro per i debiti della Sanità ottenuta ieri dal Governo. Ecco le cifre: sono stati stanziati 10 milioni per l’edilizia scolastica, 10 milioni per i due nuovi ospedali del Vco e di Moncalieri, oltre 2,5 milioni per la viabilità. Ma la somma maggiore, oltre 25 milioni, andrà a coprire gli impegni della Regione sul Piano casa e sul dissesto idrogeologico. Questo anche per merito della cancellazione dei residui passivi inesigibili. Il debito della Regione Piemonte rimane comunque di un miliardo e 505 milioni dei quali la metà dovuti alla Sanità e che verranno recuperati entro il 2022.