POLITICA- Pagina 422

Bongioanni (FdI) incontra i rappresentanti dell’intrattenimento e delle discoteche

“La Regione Piemonte garantirà adeguati ristori a questi lavoratori, ormai da un anno senza reddito”

 

C’è un mondo che si è fermato da un anno, senza mai ripartire, e per il quale, a prescindere dai colori, non è cambiata la… musica. Si tratta del settore dell’intrattenimento e delle discoteche, indubbiamente fra i più flagellati sotto il profilo economico-lavorativo e il cui grido troppo spesso è passato sotto silenzio. La Regione Piemonte, dal canto suo, ha inteso ascoltare le istanze dei rappresentanti della categoria e agire concretamente a sostegno di una platea che consta di 6mila addetti ai lavori e che annualmente genera un fatturato che va dai 10 ai 12 milioni di euro.

Nei giorni scorsi Paolo Bongioanni, presidente del Gruppo consiliare di Fratelli d’Italia in Consiglio regionale, ha incontrato Alessandro Mautino, numero uno piemontese del SILB (l’associazione italiana di imprese di intrattenimento da ballo e spettacolo), e i referenti provinciali del sodalizio, tra cui la cuneese Federica Toselli. “Stiamo parlando di imprenditori ormai da dodici mesi del tutto privi di reddito – ha sottolineato il consigliere regionale –. Durante il colloquio abbiamo definito insieme un piano di interventi regionali, che entrerà a far parte della delibera che abbiamo approvato la scorsa settimana e che garantirà ristori alle oltre 200 aziende oggi chiuse in Piemonte. Un patrimonio che non si può perdere, un patrimonio che produce denaro, un patrimonio che dà lavoro e svago”.

Parole alle quali hanno fatto eco quelle pronunciate dalla sopra menzionata Federica Toselli, presidente della sezione cuneese del SILB: “Grazie a Paolo Bongioanni, presidente della VI Commissione Cultura, ancora una volta abbiamo evidenziato in Regione la situazione di estremo disagio del nostro comparto, che il 22 febbraio prossimo compirà un anno intero di inattività. Il presidente si è dimostrato attento e responsabile nell’attribuire anche al nostro settore dignità e importanza nel campo dello svago e non soltanto a livello turistico. A breve verranno individuati le risorse e i metodi attraverso i quali le nostre attività potranno beneficiare del bonus istituito e pianificato dalla Regione Piemonte”.

 

Nucleare, Azione e la Carta delle Aree Potenzialmente idonee

Per la costruzione del Deposito Unico Nazionale delle scorie radioattive.

Sogin, società di Stato responsabile del decommissioning degli impianti nucleari italiani e della
gestione dei rifiuti radioattivi, su autorizzazione dei Ministeri dello Sviluppo economico e
dell’Ambiente, ha pubblicato la CNAPI (Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonei). Il
documento individua 67 aree, di cui 8 in Piemonte: 2 in provincia di Torino e 6 in quella di
Alessandria, per la costruzione del Deposito Nazionale e di un Parco Tecnologico in un’area di
circa 150 ettari.

Le 67 aree sono suddivise in fasce, secondo il grado di idoneità. Le 8 piemontesi ricadono tutte
in fascia A, quelle classificate come più idonee.

L’infrastruttura dei depositi nazionali è presente in tutti Paesi Europei ed accoglierà non solo le
scorie ereditate dalle centrali nucleari, ma anche quelle prodotte dall’industria, dalla ricerca e dalla
medicina attualmente stoccati in siti “temporanei” come quelli di Saluggia e Trino.

Queste 2 località piemontesi ospitano, in siti nati per altre funzioni e non allo scopo per il quale sono
usati attualmente, la maggior parte delle Scorie Radioattive del territorio nazionale, e sono stati
esclusi dalle aree potenzialmente idonee in quanto a ridosso di fiumi e soggette ad alluvioni.
Il Piemonte quindi è già deposito di scorie nucleari: in Piemonte si trova il 18 per cento dei rifiuti
radioattivi misurati in metri cubi e l’81 per cento degli stessi rifiuti (più le sorgenti dismesse e il
combustibile irraggiato) misurati in becquerel, cioè in effettivo pericolo emissivo.

Dopo la pubblicazione del documento si sono levate ovunque forti contestazioni, riassumibili nella
formula “da noi no”. In effetti, la situazione potrebbe solo migliorare rispetto a quella attuale.
Detto questo, la Carta è per definizione provvisoria e soggetta a valutazione. Essa dà l’avvio ad un
percorso lungo e articolato e che ci auguriamo continui ad essere trasparente, nel quale le forze
politiche dovranno fare la loro parte individuando le eventuali criticità dei siti individuati per il
Piemonte.

Per affrontare la situazione in modo efficace e senso di responsabilità, Azione Piemonte,
impegnandosi a fare la propria parte, invita le istituzioni, Regione, Province e Comuni interessati, ad
attivare e coordinare le migliori competenze esistenti sul territorio, per analizzare i profili tecnico
ingegneristici, geologici, ambientali dei siti in valutazione ed a partecipare senza pregiudizi
ideologici, con rigore scientifico, alla consultazione nazionale.

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Claudio Lubatti
Resp. Regione Piemonte Azione

Grimaldi: “Chiorino ha prenotato San Siro per un mese ma…”

“…non ha riempito neanche i distinti del primo anello».

«L’immagine simbolo del flop del progetto scuola sicura voluta dal presidente Cirio è questa: l’Assessora Chiorino ha prenotato San Siro per un mese ma non è stata in grado di riempire neanche i distinti del primo anello. Solo il 5 percento dei docenti piemontesi ha aderito al progetto di screening piemontese ma non abbiamo dati sugli screening per gli studenti che, di fatto, non è mai partito: ancora una volta, non c’è nessuna correlazione tra gli annunci alla stampa e i miseri risultati ottenuti» – è il commento di Marco Grimaldi a margine dell’informativa della giunta sul cosiddetto piano scuola sicura.

«Scena muta poi sulla popolazione studentesca: classi di età? Presenza? Quanti arrivati per contact tracing? Quanti erano in presenza o in DAD? Insomma, il progetto sugli studenti non è proprio partito. Che a dieci giorni dal rientro a scuola la Regione non abbia nessun dato sullo screening di scuola sicura per gli studenti è il fallimento del progetto, specie se – come ci ha detto l’Assessora – tutto questo è causato da una lettera mal scritta che la Regione ha inviato alle famiglie. Oggi conosciamo solo il numero di studenti positivi dopo il tampone prescritto dall’Asl (1763 ragazzi sono positivi e 3748 quarantena) ma il programma regionale voluto da Cirio e Chiorino non sta dando nessun aiuto alla causa: a questo punto – si chiede Grimaldi – non potevamo fare lo screening gratuito in tutte le farmacie come chiedevamo a inizio dicembre? Ad oggi fortunatamente non siamo entrati ancora nella terza ondata – conclude il consigliere – ma, se questi sono i risultati dei monitoraggi regionali, non vedo come potremo evitarla».

Crisi di Governo, la Dc scrive a Mattarella

Il Segretario nazionale della Democrazia Cristiana, con riferimento alla consultazioni avviate per la soluzione della crisi di governo, ha inviato al Presidente della Repubblica la seguente lettera

Il.mo Signor Presidente,
A nome del Partito della Democrazia Cristiana, da me rappresentato, desidero esprimerLe la nostra  seria preoccupazione per questo possibile vuoto di governo del Paese, in una situazione di pandemia e di crisi economica che rischia di aggravare la già debole tenuta del fragile sistema politico e del pure fragilissimo tessuto sociale che ci sta accompagnando in questi mesi.
Il nostro auspicio è che , nello spirito di solidarietà nazionale, possa essere favorita la convergenza della forze politiche che si richiamano senza riserve ad un riferimento europeistico dei valori portati avanti dalla Democrazia Cristiana che della vicinanza alla gente e della solidarietà ha fatto il suo cardine.
La D.C. che  umilmente mi onoro di guidare nel suo rinnovato impegno al servizio del paese, ripropone il proprio sostegno ad ogni iniziativa mirata al rinnovamento, alla funzionalità e alla stabilità delle istituzioni democratiche del Paese e alla vicinanza a tutta la nostra comunità nazionale.
Con rinnovata stima
Renato Grassi
Segretario Nazionale D.C.

Condanna Appendino, Uncem: “A pagare sono sempre i sindaci”

“Tutta la vicinanza di Uncem alla Sindaca Appendino. Le sentenze di rispettano, ma la condanna per responsabilità indirette sull’organizzazione di un evento da parte di terzi è veramente assurda. Non possiamo pagare per altri, sempre gli Amministratori, sempre i Sindaci.

Non sono ‘scudati’, non hanno l’immunità. Come mi ha scritto stamani un amico Amministratore, cosa sarebbe dovuto succedere in sede giudiziaria per il Sindaco di Nizza Estrosi dopo i fatti della Promenade?! Eppure, in Italia quanto successo a Chiara segue quanto successo alla Sindaca di Genova Marta Vincenzi, al Sindaco di Livorno, al Sindaco di Civita in occasione di gravi calamità naturali. Loro sono stati accusati e portati nelle aule per il giudizio. Hanno pagato. Sempre di mezzo finiscono i Sindaci, per colpa di norme sbagliate rispetto a responsabilità e impegni amministrativi. L’abuso d’ufficio è un reato che va totalmente rivisto. E così altri reati. Voglio però evidenziare un aspetto, emerso in queste ore. Quando ci dicono che andando avanti così rimarremo senza Sindaci, e lo dicono i primi cittadini delle grandi città, li vorrei invitare a osservare quanto succede da anni e quanto succederà ancora nei piccoli paesi, dove è già accaduto che non vi siano candidati alle amministrative, oppure vi siano solo una lista. Ed è avvenuto in centinaia di piccoli Comuni negli ultimi cinque anni. Solo una lista. Oppure ancora vi siano Sindaci, in molti piccoli Comuni, che arrivano proprio a fare i Sindaci in un piccolo Comune di una valle alpina o appenninica pur se residenti a Milano o Novara o Torino appunto. Il Presidente di Uncem Piemonte Colombero li chiama “transumanti”. Viaggiano verso il Comune dove fanno i Sindaci, dal Comune di loro residenza. Molto va corretto, nel testo unico degli Enti locali e non solo. Va fatto anche alla luce di quanto successo a Chiara Appendino che ha l’affetto, la vicinanza e l’abbraccio di Uncem e dei Sindaci dei Comuni montani”.

Lo afferma Marco Bussone, Presidente nazionale Uncem.

Sit in radicale a Torino per Navalny

In occasione della mobilitazione delle opposizioni al regime russo che si sono ridate appuntamento nelle piazze del paese per chiedere la liberazione di Aleksej Navalny, il Partito Radicale ha promosso per sabato 30  e domenica 31 gennaio manifestazioni e sit-in a Torino e in altre città italiane

L’obiettivo è chiedere che il nostro Governo intervenga con la massima urgenza, insieme all’Unione europea e al Consiglio d’Europa, di cui la Russia fa parte, per la liberazione del leader dell’opposizione #Navalny, per il rispetto delle più elementari regole democratiche e dei diritti umani.
Alla manifestazione di Torino di sabato 30 gennaio, ore 11, davanti alla Prefettura in Piazza Castello, promossa insieme all’Associazione Marco Pannella, hanno aderito e parteciperanno il Centro Pannunzio, Energie PER l’Italia, l’Associazione Adelaide Aglietta, Piemonte Liberale-Unione per le Libertà, Airesven. 
Sit-in e manifestazioni sono previste sabato 30 e domenica 31 gennaio  in diverse città italiane ed europee: Torino, Roma,  Milano Genova, Bologna, Palermo, Siena, Napoli, Rimini, Parigi, Tel Aviv.

Nucleare, Gariglio (Pd), “Il percorso sarà trasparente, da Cirio polemiche strumentali”

“Il Presidente Cirio stia tranquillo, la scelta del deposito delle scorie radioattive sarà trasparente, rispettosa della volontà delle comunità locali e della vocazione agricola, turistica ed ambientale dei territori.

La Regione Piemonte smetta di polemizzare su tutto e si attivi concretamente, coinvolgendo gli enti preposti, per verificare se i siti potenzialmente idonei hanno realmente l’attitudine ad ospitare il deposito nazionale”: è quanto dichiara Davide Gariglio, deputato Pd.
“Fino a che non verrà completato il deposito nazionale, il cui iter durerà alcuni mesi, le scorie radioattive continueranno ad essere immagazzinate in depositi temporanei: il Piemonte ospita da anni la maggior quantità di queste scorie (5.505 metri cubi in siti nucleari in provincia di Alessandria e Vercelli) ed é quindi la Regione maggiormente interessata a che il percorso per la scelta di un sito unico nazionale maggiormente sicuro si completi al più presto. Occorrono quindi meno polemiche e maggior serietà”: conclude Davide Gariglio.

Partiti politici: il niente di oggi e il qualcosa di ieri

Fine anni 70, studente universitario a Palazzo Nuovo. Iscritto a lettere, indirizzo storico. Vagavo tra le diverse facoltà, componendo un piano di studi fai da te. Allora si poteva fare. Gian Mario Bravo,  figlio dell’ortodossia comunista insegnava Storia delle Dottrine politiche.

Passare sotto le sue forche caudine non era cosa da poco. La fortuna ci assistette e ci commissionò una ricerca: leggi politiche che sovraintendono il rapporto di forza tra Roma e Torino nella Dc e nel PCI. Principalmente le diverse idee di vedute si concretizzavano nella scelta dei candidati alle elezioni. Sintesi: nel pci vinceva sempre Roma e nella Dc , viceversa, si imponeva sempre la periferia, che poi era Torino. Culture diverse. Centralismo democratico e disciplina nel PCI. Nella Dc importantissimo era il territorio. Come ad esempio le parrocchie. Memorabili le battaglie di Carlo Donat-Cattin che si sono concluse con il suo diventare Ministro. Addirittura fondatore e grande capo politico di Forze Nuove, corrente di sinistra.
Diego Novelli capolista alle comunali,  in caso di vittoria , papabile ad essere sindaco a Torino. Quando fu eletto,  sia per congratularsi,  sia per dire che Roma era d’accordo,  c’era Giancarlo Pajetta. Pajetta che veniva,  ininterrottamente dal 1948 , eletto a Torino. Sullo sfondo comunque una Torino che contava a livello nazionale,  sia come Città,  che come partiti. Tanta acqua è passata sotto i ponti. Molte cose sono cambiate.  Direi  quasi tutte. Qualcosa è cambiato nelle dinamiche a Sinistra. Livia Turco,  ad esempio,  sicuramente proposta da Massimo D’Alema,  ma non imposta. Anzi il Ds Piemonte fu molto contento. Livia Turco era di Torino e parlamentare di Collegno. Storicamente zona Rossa. Inoltre la corsa era in salita. Tutti i sondaggi la davano sotto. Infatti vinse per la seconda volta Enzo Ghigo. In quella tornata amministrativa venne eletto Pietro Mercenaro. Ex segretario regionale della Cgil divenne consigliere regionale capogruppo e segretario regionale Ds. Alla segreteria regionale sostituiva Luciano Marengo. Anche lui ex sindacalista e consigliere regionale nonché capogruppo. Si ritirava dalla vita politica andando a lavorare per  i privati nel settore delle autostrade. Grande amico (almeno lui si è sempre venduto in questo modo) di Massimo D’Alema. Due anni prima aveva tentato di sostituire Mercedes Bresso come candidatura alle Provinciali. Per sbararrare la strada alla Zarina  (al secondo mandato) riunione romana per la sua investitura. Tra i convocati Alberto Nigra segretario provinciale. Allora (si fa fatica nel crederlo,  oggi) i partiti contavano ancora. Non erano  sicuramente  i tempi del mitico e granitico PCI,  ma pds prima e Ds poi,  degnamente rappresentavano quel passato. Alberto Nigra  era per la riconferma di Mercedes Bresso,  che non ha mai avuto grandi sponsor all’interno dei partiti di sinistra. A Roma fece presente le sue perplessità,  poi tornato a Torino convocò gli organi direttivi e Mercedes Bresso vinse in Provincia al primo turno. Erano i tempi di quando le periferie operaie votano compatte a sinistra. Dopo 5 anni Pietro Marcenaro pronto a fare il candidato. Ma non aveva fatto i conti con l’oste che in questo caso era proprio Mercedes Bresso. Localmente la Zarina non aveva appoggi. Solo gli ex repubblicani come Franco Ferrara desideravano la sua candidatura.
Si arrivò alla segreteria regionale che doveva e voleva scegliere Piero Mercenaro. Tutti per lui,  tranne Maria Grazia Arnaldo che , viceversa proponeva La Bresso. La discussione si protrasse per alcune ore e poi l’Arnaldo ebbe il colpo di genio : perché non telefoniamo a Massimo D’Alema (allora segretario) per sapere cosa ne pensa? In viva voce D’Alema sentenzia con i sondaggi in mano: se presentate Mercenaro  perdete, se presentate Bresso vincete. Fate voi. Bresso vinse su Ghigo. Dettaglio: Marcenaro era molto legato a Vertroni che non è mai andato d accordo il leader Maximo. Altro dettaglio: tutti coloro che appoggiarono la Zarina della prima ora furono da lei, successivamente,  emarginati.  Ma si sa che in politica la riconoscenza è merce rara. Dopo 5 anni anni fu battuta dal modesto Cota leghista della prima ora. E oggi? Pd nel marasma più totale tra primarie on-line ed un partito inesistente. Ma un punto di rottura c’è. Il niente di oggi con il qualcosa di ieri.

Patrizio Tosetto

Sarno: “Master Plan Stupinigi: il protocollo sia cabina di regia con la Regione”

 Si è svolto nei giorni scorsi  alla presenza del Presidente e dell’assessora alla cultura della Regione Piemonte un incontro con i Sindaci aderenti al Protocollo d’intesa dei Comuni per la valorizzazione di Stupingi per la presentazione del “Master plan – distretto Stupinigi” per lo sviluppo dei poderi e dell’area circostante la Palazzina di Caccia di Stupingi.

“La conferma da parte del Presidente della Regione della volontà di rendere Stupinigi polo nevralgico delle politiche culturali della Regione Piemonte è un’ottima notizia per i cittadini dell’area Sud di Torino” commenta il Consigliere regionale Diego Sarno “La sfida però, oggi, si svolge nel campo dei finanziamenti del Recovery Fund e più in generale dei fondi europei: questo sarà il vero banco di prova di questa amministrazione regionale”.

Tra i progetti presentati dalla Regione Piemonte al Governo, per l’utilizzo dei fondi europei, figura anche un cospicuo investimento per la valorizzazione della Palazzina e del concentrico.
“Se si vuole mettere in campo una progettualità veramente efficace come quella attuata negli anni passati alla Reggia di Venaria sarà indispensabile garantire una regia attenta, efficace e puntuale. La Regione, insieme alla Città di Nichelino, siano attraverso il “Protocollo dei comuni” capofila e regia nelle scelte operative per avviare il Masterplan e la valorizzazione di Stupinigi, perché loro prioritariamente conoscono realmente le necessità e le potenzialità dell’area” conclude Sarno “E il Next Generation EU è un treno che Stupinigi non può lasciarsi sfuggire. Dobbiamo farci trovare pronti”.