POLITICA- Pagina 394

Sassoli e l’eredità dei cattolici democratici e popolari

Un anno fa se ne andava Franco Marini. Un esponente di primo piano del sindacato, della politica e delle istituzioni del nostro paese.

Pochi giorni fa ci ha lasciato David Sassoli. Un leader politico, una figura autorevole e qualificata del cattolicesimo democratico e popolare del nostro paese, e soprattutto, una persona stimata e ben voluta da tutti. Amici e avversari politici; cittadini comuni e uomini e donne impegnati nelle istituzioni; persone che seguivano la sua conduzione giornalistica e televisiva al Tg1 e persone che lo hanno seguito in tutti questi anni del suo impegno associativo, culturale, politico e istituzionale. Il giudizio è sempre lo stesso: era una persona perbene e semplice, capace di trasmettere una speranza e un futuro a tutte le generazioni partendo dalla proprie radici culturali ed etiche.

Ecco, ho voluto ricordare questi due grandi uomini, queste due grandi figure umane e politiche dei nostri tempi per arrivare ad una riflessione: Marini e Sassoli hanno rappresentato un universo valoriale, politico e culturale che non può e che non deve essere archiviato. Certo, persone diverse – come ovvio e scontato – ma con talenti simili che affondavano le radici nell’umanesimo cristiano e popolare e che hanno contribuito, attraverso il loro magistero concreto, a segnare in profondità la presenza, laica, dei cattolici nella società contemporanea. Italiana ed europea.
Ma, per fermarsi a David Sassoli scomparso pochi giorni fa, credo sia doveroso farsi una domanda. Semplice ma altrettanto impegnativa. E cioè, possiamo fare a meno di ciò che ha rappresentato concretamente David nel suo campo di impegno? Ovvero l’associazionismo cattolico, i gruppi cattolici, la politica, il partito, le istituzioni? A questa domanda va data una risposta. Non burocratica e protocollare o emotiva ma politica, culturale ed umana. Certo, David aveva uno stile – il suo stile era garbato, sobrio ed umile ma determinato e coraggioso nel riaffermare le sue ragioni e le sue convinzioni – ma dentro lo stile c’era un modo essere culturale e politico nella società contemporanea. Inconfondibile. l’Italia di oggi, ma l’Europa tutta, non possono fare a meno di questo filone ideale, di questo pensiero costituente, di questa cultura che ha ricostruito le sorti democratiche del nostro paese e dello stesso vecchio continente. Il dibattito, come ovvio, non può ridursi alla sola modalità organizzativa con cui si può tradurre questo insegnamento profondo e profondamente ancorato ai tempi in cui ognuno di noi vive. Perchè la sola dimensione politica ed organizzativa è importante e decisiva per chi non si limita ad una presenza puramente testimoniale ma, al contempo, dobbiamo prendere atto che il magistero di uomini come David Sassoli era riconoscibile anche e soprattutto per il suo “esempio”. Cioè, detto in altri termini, una presenza da “testimoni” nella concreta attività politica ed istituzionale. Cosa nè semplice nè dettata da ragioni politiciste ma percepibili, appunto, attraverso l’esempio e lo stile che venivano indirettamente e inconsapevolmente trasmessi ma immediatamente percepiti dai cittadini e dalla pubblica opinione. Di tutte le fedi politiche di tutti e da tutti gli orientamenti culturali.
Ecco, ho voluto ricordare all’inizio due persone, due cattolici democratici, popolari e sociali, due testimoni, due maestri, due leader che ci hanno lasciato ma che qualcuno – cioè noi cattolici democratici e popolari e sociali – ha semplicemente il dovere di proseguire quello che hanno concretamente segnato in anni di impegni a favore dei ceti popolari e degli ultimi. E lo dovremmo fare con umiltà, con un profondo senso del limite e, soprattutto, con la convinzione e la consapevolezza che abbiamo solo da imparare da quello che loro hanno trasmesso con l’esempio, con lo stile e con la proposta.
E la lezione, lo stile, l’esempio e la forza della testimonianza incarnate ad interpretate con umiltà e tenacia e con un coraggio inaudito da David Sassoli in questi anni e in questi ultimi mesi non possono e non devono essere cancellati o ridimensionati nella cittadella politica italiana. Non per il bene dei cattolici democratici, popolari e sociali ma per il futuro della nostra democrazia e per il destino del nostro paese e delle stesse istituzioni democratiche.

Giorgio Merlo

La Buona Destra: Sanità piemontese in sofferenza

A causa dell’attuale ondata di contagi, continua la grave sofferenza del Sistema Sanitario Regionale che si ripercuote su un sempre crescente numero di strutture ospedaliere riconvertite che portano all’impossibilità di diagnosi e cura per i pazienti con patologie diverse dal Covid.

“Da settimane il nostro Sistema Sanitario è in grave difficoltà, e come denunciato più volte da Assomed e Nursind, il personale si ritrovanell’impossibilità di garantire adeguata assistenza ai pazienti non
affetti da Covid”, così Claudio Desirò Coordinatore Regionale Buona Destra Piemonte, “L’aumento dei posti letto per pazienti Covid basso intensivi, annunciato ieri dall’Assessore Icardi, permetterà alla nostra Regione di non essere declassata in fascia arancione, ma non porterà ulteriori benefici a tutti quei pazienti che si vedono rimandare interventi, visite specialistiche ed esami ospedalieri, per patologie croniche o acute non connesse alla pandemia”.

“Nel corso dell’ultimo anno e mezzo non si è provveduto ad interventi strutturali che permettessero alla nostra Regione di poter
affrontare in modo più sereno un’ulteriore ondata ampiamente prevedibile”, continua Desirò, “le carenze di personale non sono
state adeguatamente coperte ed i posti letto, anche attraverso accordi con la sanità privata, vengono aumentati solo oggi per evitare la nuova
e più restrittiva colorazione”.

“In questi giorni”, conclude Desirò, “si è aggiunta la tegola dei Pronto Soccorso, ingolfati di pazienti che attendono anche giorni prima di trovare un posto letto per un ricovero ordinario”.

Secondo la Buona Destra del Piemonte, ritrovarsi in queste condizioni di estrema difficoltà dopo due lunghi anni di emergenza sanitaria, non
può essere considerato accettabile. L’auspicio è che nei prossimi mesi si mettano in atto quelle misure necessarie affinché, in caso di nuove ondate il nostro Sistema Sanitario possa reggere in condizioni di minor stress, assicurando l’Assistenza Sanitaria a tutti i cittadini piemontesi che in questi mesi si sono dimostrati tra i più sensibili e disponibili ad aderire copiosamente alla campagna vaccinale.

Presidio di Azione Studentesca davanti all’ufficio scolastico regionale

Oggi i militanti di Azione Studentesca hanno organizzato un presidio davanti all’ufficio scolastico regionale di via Coazze 18 per protestare contro le politiche studentesche del governo Draghi e del ministro Bianchi.

“Oggi abbiamo organizzato un presidio per criticare le politiche studentesche Ministro Bianchi ed il governo Draghi.
Noi studenti siamo stufi dei continui ritardi del ministero e di misure anti-contagio incomprensibili. Vogliamo un altro modello di scuola in cui gli studenti siano partecipi e vengano ascoltati dal ministero e continueremo a manifestare per far sentire la nostra voce.”
Commentano I militanti di Azione Studentesca.
“Ho partecipato al presidio organizzato dai ragazzi di Azione Studentesca per denunciare il caos scuola determinato dai ritardi del Governo.
Ad appena una settimana dalla ripresa delle lezioni si moltiplicano le segnalazioni di disagi per gli istituti scolastici per via di assenze del personale e studenti. Il ritorno in presenza non doveva rappresentare una mera vittoria politica per il Governo, piuttosto un obiettivo per il bene di studenti e famiglie, da perseguire attuando tutte le misure strutturali del caso, dalla ventilazione delle aule al miglioramento dei trasporti. Questo, purtroppo, non è stato fatto e il riavvio delle lezioni si sta rivelando particolarmente critico.” Commenta il Consigliere comunale Paola Ambrogio di Fratelli d’Italia

Smart working, Grimaldi (LUV): Il Governo ammetta che ha sbagliato e torni indietro

E la Regione estenda il lavoro agile per i dipendenti.

La situazione pandemica non è più assolutamente paragonabile a quella del novembre scorso, la quarta ondata sta dilagando, la variante Omicron è ancora più contagiosa e il Piemonte è in procinto di passare in zona arancione. In questo contesto il Governo e il Ministro Brunetta non hanno il coraggio di ammettere che affrettarsi a smantellare il più possibile ogni forma di smart working è stato un errore dal quale dobbiamo tornare indietro” – dichiara il Capogruppo di Liberi Uguali Verdi, Marco Grimaldi.

Ho chiesto con un’interrogazione alla Regione di modificare con urgenza l’ultima circolare sul lavoro agile e garantire ai dipendenti di usufruire maggiormente di questa modalità, proprio come sta facendo il Consiglio stesso già dalla seconda settimana di gennaio” – prosegue Grimaldi. – “Lo smart working permette una minore possibilità di contagio sui luoghi di lavoro e un alleggerimento dei mezzi pubblici ed è stato più volete dimostrato che garantisce i medesimi livelli di efficienza. Non può essere un pregiudizio sulla pubblica amministrazione a mettere a rischio i nostri dipendenti, le Regioni dovrebbero dirlo chiaro al Governo”.

Ruffino (CI): “Necessaria la proroga del credito d’imposta per aiutare gli esercenti”

“Nel Decreto Milleproroghe intendo proporre per gli esercenti la proroga del credito di imposta sul 100 per cento delle commissioni bancarie addebitate per transazioni con carte di credito, di debito o prepagate, oltre il termine del 30 giugno 2022, previsto dal decreto Sostegni-bis”. Lo afferma Daniela Ruffino, deputata di Coraggio Italia che, oltre alla proroga del credito d’imposta al 100 per cento propone “di azzerare le commissioni bancarie: il Governo dovrebbe sottoscrivere un protocollo d’intesa con ABI, prevedendo, quantomeno, un progressiva riduzione fino all’annullamento di tali commissioni, considerando che l’incremento delle transazioni elettroniche tramite POS è vantaggioso per le banche, perché fa crescere l’intermediazione bancaria e le richieste di conti correnti bancari e carte di pagamento”. Per Ruffino servono segnali concreti per contrastare il periodo durissimo che stanno vivendo i commercianti. “Ad esempio – spiega – una proroga sull’applicazione delle sanzioni che si applicano agli esercizi commerciali che operano in aree disagiate prive di rete e che sono costretti a rifiutare i pagamenti elettronici”.
“L’alternativa – conclude Ruffino – è il crollo delle attività a conduzione famigliare che resistono a fronte di sacrifici e la perdita di ulteriori posti di lavoro”.

Pd: “PNRR Sanità: 517 milioni per il Piemonte. In consiglio regionale i piani di attuazione”

 E’ stata siglata in Conferenza Stato-Regioni la ripartizione delle prime risorse della missione 6 del PNRR, quella relativa alla sanità.

Al Piemonte arriveranno 517 milioni di euro collegati a obiettivi specifici: 82 case della comunità, 43 COT, 27 Ospedali di Comunità, 21 mila persone da formare con competenze manageriali. E poi ancora risorse per la digitalizzazione dei DEA, l’acquisto di grandi apparecchiature e per rendere gli ospedali antisismici.

L’accordo prevede che Regioni e Province Autonome firmino i Contratti di Integrazione e Sviluppo (CIS) entro il 31 maggio del 2022. Gli stessi CIS devono contenere i “Piani Operativi Regionali”, inclusi gli “Action Plan” per ciascuna linea di intervento.

Questo significa che nelle prossime settimane occorre definire tempistiche, localizzazioni precise e modalità di intervento. Quali saranno le 82 case di comunità finanziate dal PNRR e quali, invece, da risorse regionali, visto che l’assessore ha sempre dichiarato che ne avremmo comunque realizzate 90. Il tempo dei rinvii e della mancata condivisione è terminato.

La programmazione sanitaria è in capo al Consiglio Regionale, ci aspettiamo dunque di visionare e poter discutere in tale sede, già nei prossimi giorni, i piani operativi regionali e i relativi action plan per gli investimenti del Piemonte.

Raffaele Gallo – Presidente del Gruppo PD

Domenico Rossi – Vice-Presidente della Commissione Sanità

Fdi: cambio di passo per la sicurezza in Barriera

“Ringraziamo Questore e Prefetto per aver accolto il nostro appello a combattere con rinnovato impegno la criminalità di strada e il degrado di Barriera, segnando un cambio di passo che riporta le istituzioni al fianco dei residenti scoraggiati” dichiarano il presidente della Circoscrizione 6 Valerio Lomanto, la parlamentare di Fratelli d’Italia Augusta Montaruli e l’assessore regionale alla prevenzione e al contrasto delle mafie Maurizio Marrone, dopo l’operazione di polizia che oggi pomeriggio ha interessato il quartiere di Barriera di Milano.

“Lo spaccio di droga che ha controllato fino ad oggi le strade di Barriera è chiaramente controllato dalle mafie, mafie africane e per questo motivo meno conosciute e spesso ingiustamente sottovalutate – prosegue l’assessore regionale alla prevenzione e al contrasto delle mafie Maurizio Marrone -. Il giro di vite delle forze dell’ordine iniziato oggi lancia a queste mafie un segnale chiaro: comincia finalmente la tolleranza zero”

“Ora la pressione deve rimanere alta – dichiara Montaruli – saremo in prima fila nel pretendere dal Comune di Torino e dal Ministero dell’Interno un’attenzione verso tutte quelle zone in cui lo Stato non può e non deve cedere di un passo davanti alla criminalità e al degrado”

“Avevamo promesso ai cittadini di Barriera un cambio di passo – conclude il Presidente della Circoscrizione 6 Lomanto -. Sono soddisfatto nel vedere che finalmente qualcosa sta iniziando a cambiare nelle nostre strade”

Due fronti nella lotta al Covid Per vincere ci vuole coraggio

Il professore Ugo Mattei si è  proprio montato la testa

Si sente e si comporta come un novello Lenin e parla ( a vanvera ) di libertà ed addirittura di COMITATO DI LIBERAZIONE contro la ” dittatura ” vaccinale . E per fare questo si allea con l’estrema destra in odore di fascismo.  Complimenti. È l unico aspetto “positivo” della vicenda: si evince che no Tav e no Vax spesso vanno a braccetto. Delirante, indubbiamente. E diciamocelo, i novax pentiti sono quelli che a causa del Covid hanno visto la morte in faccia. Inutile mentire: il cemento di tutto è una : “sana” dose di ignoranza.  Non ci sono altre plausibili spiegazioni. Sembra di essere ritornati ai tempi di Amintore Fanfani con i suoi opposti estremismi. Nella lotta al Covid non sempre c’è lucidità.  Soprattutto non si riesce ad anticipare le sue mosse. Difatto ci sono due fronti.   Esterno contro il virus, interno contro i novax.
Nulla li giustifica. Però qualche maggiore capacità di prevedere ci dovrebbe essere da parte dei nostri governanti.  Governanti a più livelli da Roma ai consigli comunanali. Encomiabile il Presidente Mario Draghi nello scusarsi del ritardo per la conferenza stampa, ma non basta. Ha rivendicato un dato politico: unanimità vuol dire, anche scelte non radicali. Vero, ma se non basta bisogna avere il coraggio delle rotture. In emergenza, situazione nella quale noi siamo, bisogna, oltre che prevedere, avere coraggio.
So perfettamente che non è facile governare. Come il nostro Sindaco Stefano Lo Russo che sprona la polizia nel presidiare quartieri difficili come Barriera di Milano. La risposta del sindacato di polizia: solo nei due commissariati di riferimento mancano 300 agenti. È solo un esempio. Con una costante: a più livelli mancano i soldi , oramai da più di 20 anni.  Comunque Lo Russo tiene , almeno per ora alla grande. Da un lato rinvigorisce il fronte pro Tav e dall’altra ha già fatto sapere : il vice dell’area metropolitana lo decido io. Per chi non è d’accordo li’ c’è la porta. Tra i maggiori punti critici la sanità e servizi. Chi non vuole vaccinarsi fa una cosa molto semplice, si mette in mutua. Una sanità che non reggerebbe senza i volontari.
Assolutamente non retribuiti, generalmente  in pensione accolgono chi vuole vaccinarsi o vuole farsi un tampone. L Italia migliore.  E sembra che questa Italia, questa Torino abbia le forze migliori.  Sono tanti ma proprio tanti, fortunatamente.  Ma non fanno rumore.
Appunto,  fanno solo quello che loro considerano il loro dovere senza che nessuno gli chieda di farlo.  Grazie a loro si continua a sperare che, anche il coronavirus venga sconfitto. Speranza, a volte, traballante, fintanto esisteranno personaggi come il sig Ugo Mattei, poveri gli studenti che lui ha sotto le sue grinfie.
Patrizio Tosetto

Vaccini, Pd: “penalizzati gli studenti”

Con l’entrata in vigore dell’obbligo per gli over 50, considerato l’aumento della richiesta, la Regione ha deciso il blocco dell’accesso libero per la prima dose, riservandolo ad alcune categorie.

Si tratta di un errore grave che ricadrà soprattutto sugli studenti, proprio nei giorni in cui arriva anche l’allarme dei pediatri, sui danni fisici e psicologici per i più giovani.

L’accesso diretto per i non vaccinati, con la comodità e l’immediatezza che comporta, è uno strumento molto allettante per rivolgersi alla platea di coloro che ancora non si sono vaccinati.

Il Piemonte con il 72,9% della popolazione completamente vaccinata nella fascia tra i 12 e i 19 anni è 14mo tra le regioni italiane, sotto la media nazionale (75,3%). Sopra la media italiana, purtroppo, per la percentuale di chi deve ancora ricevere la prima dose nella stessa fascia di età: ben il 18,6% contro il 17,7%. Decimo per la somministrazione della terza dose.

Basta guardare alle dosi giornaliere per capire il ritardo piemontese. Tra il 7 e il 10 gennaio il Piemonte ha somministrato 7346 dosi in questa fascia contro le 11.698 del Veneto, le 10632 dell’Emilia e le 14.745 del Lazio.

Da un lato il Governo chiede il super-green pass per tutta una serie di attività, modifica le regole per la didattica in presenza incentivando la vaccinazione e dall’altro il Piemonte blocca l’accesso libero per la prima dose, scaricando proprio su questa fascia le difficoltà di organizzazione.

Ma le cose vanno tragicamente peggio per la fascia 5-11. Da terzultimi ora siamo penultimi in Italia con ben il 91,1% di popolazione che deve ricevere la prima dose. Solo le Marche stanno facendo peggio di noi.

Indicativi i numeri assoluti degli ultimi giorni: il Piemonte ne fa circa la metà di Toscana, Emilia, Veneto, Lazio.

Serve una forte accelerazione sulla fascia 5-11 anni, sulla terza dose per la fascia di 12-19, ma soprattutto va ripristinato immediatamente l’accesso libero per le prime dosi di tutti, a partire dagli studenti che hanno il diritto di continuare a svolgere le attività per cui è richiesto il super-green pass e di frequentare la scuola in presenza.

Finalmente la Regione, dopo le nostre sollecitazioni, ha previsto la possibilità di caricare i tamponi positivi fatti in casa per i vaccinati e si è caricata il costo dei tamponi fatti in farmacia per liberarsi dalla quarantena. Assurdo, però, che ancora non ci sia la possibilità di prenotare direttamente l’appuntamento per il vaccino come in tutte le altre regioni. Solo in Piemonte ci si iscrive e poi si aspetta un sms, col risultato che un terzo degli appuntamenti va deserto, con una gravissima inefficienza del servizio, perché nel frattempo le persone fanno il Covid, accedono a un accesso diretto o non prendono visione del messaggio.

Domenico Rossi – Vicepresidente Commissione sanità

Daniele Valle – Consigliere regionale Pd

Carceri, l’emergenza dei diritti perduti

Rita Bernardini (Presidente di Nessuno Tocchi Caino) ha ripreso lo sciopero della fame a partire dal 10 gennaio scorso per aiutare Governo e Parlamento a far presto per ridurre la “congestione” di corpi nelle carceri italiane.

 

Nel corso del mese di dicembre la stessa esponente radicale aveva digiunato per ben 25 giorni prima di sospendere su invito dell’On. Giachetti. Lo stesso On. Giachetti ha da tempo presentato in Parlamento una proposta sulla liberazione anticipata speciale che potrebbe essere una via per ridurre il sovraffollamento.

Alla grave situazione in cui versano tantissimi penitenziari italiani per carenze strutturali e di tipo sanitario si è aggiunta l’emergenza Covid che ha contribuito ancor più a peggiorare le condizioni già pessime di detenzione.
Al 10 di gennaio 2022, secondo i dati del Ministero della Giustizia, i detenuti positivi sono 1.532 (di cui 11 ricoverati in ospedale) mentre tra il personale di Polizia Penitenziaria sono 1.426 (di cui 18 in degenza presso caserme e 4 ricoverati). Il numero complessivo di detenuti nelle carceri alla stessa data risulta essere 53.561, mentre il totale relativo al corpo di polizia penitenziaria è di 36.939 unità.
I numeri dei contagi aumentano molto velocemente giorno dopo giorno.

Marco Pannella sosteneva, a ragione, che “laddove c’è strage di diritto c’è strage di persone”. Credo che si possa definire la coraggiosa iniziativa di Rita Bernardini come iniziativa di amore nei confronti del diritto e della democrazia e ritengo che oggi sia fondamentale che lo Stato dia un risposta forte e rapida non soltanto a causa del dramma dell’emergenza sanitaria in corso ma per far vivere i principi sanciti nella Costituzione.

Mario Barbaro
Membro della Segreteria del Partito Radicale
Membro del Consiglio Direttivo di Nessuno Tocchi Caino