POLITICA- Pagina 149

Merlo: Calenda pensa ad una riedizione del PRI. Il Centro è un’altra cosa

“Diciamo a Calenda che i Popolari e i cattolici democratici sono una componente essenziale e
decisiva per dar vita ad un partito di centro. Un Centro dinamico, riformista, democratico e di
governo. Si tratta di una cultura e di una tradizione ideale che non sono marginali, o meramente
aggiuntivi, rispetto ad un progetto politico centrista e riformista. Anche perchè, e forse per
Calenda non è ancora ben chiaro, una ‘politica di centro’ in Italia non può limitarsi ad essere una
banale riedizione del partito liberale, o repubblicano o tardo azionistra. Seppur in forma
aggiornata e rivista. Quello sarebbe un partito di Centro in miniatura che configge anche con la
storia politica del nostro paese.

Giorgio Merlo, Dirigente Tempi Nuovi-Popolari uniti.

La Lega propone le Zone franche

Marin e Preioni (Lega Salvini Piemonte): “Via libera alle proposte della Lega per istituire due Zone Franche per il rilancio della Valle di Susa e della Val d’Ossola”

Approvati gli Ordini del giorno presentati dal presidente del Consiglio regionale Stefano Allasia e dal capogruppo della Lega Salvini Piemonte Alberto Preioni per l’istituzione di due Zone Franche in Valle di Susa e in Val d’Ossola.

“Il territorio della Valle di Susa – ha ricordato nel suo intervento il leghista Valter Marin, valsusino, presidente della Seconda commissione e primo sottoscrittore dell’Ordine del giorno Allasia – è di fatto la principale ‘Porta d’Italia’ verso l’Europa nord-occidentale. Ma dopo un ciclo economico caratterizzato dalle grandi strade napoleoniche e dal primo Traforo del Frejus sono subentrati periodi in cui la struttura economica si è fatta progressivamente più debole. Il risultato è una deindustrializzazione che negli ultimi trent’anni ha prodotto effetti durissimi, aggravati da una progressiva delocalizzazione di un tessuto produttivo un tempo una eccellenza a livello nazionale nel territorio transfrontaliero e nel Brianconese, complice anche un costo dell’energia che è del 25% inferiore rispetto al Piemonte”.

“Il Pil pro capite – ha ricordato ancora Marin – è inferiore ai 15mila euro, tanto che la Valle è stata riconosciuta come area depressa della Regione Piemonte, senza che i grandi investimenti infrastrutturali invertissero questa tendenza. In questo quadro si inserisce l’azione meritori del comitato ‘Pro Zona Franca Extradoganale Valle di Susa’, che da mesi si riunisce quasi settimanalmente per chiedere iniziative concrete volte alla sua rinascita. Per questi motivi chiediamo alla Giunta e agli assessori competenti di sensibilizzare il Governo affinché valuti l’istituzione di una Zona Franca o, in subordine, ogni provvedimento utile al fine di uscire dallo stato di crisi economica in cui versa da tempo”.

“Parallelamente – ha quindi aggiunto il capogruppo Alberto Preioni nel suo intervento – come Lega vogliamo rivendicare l’istituzione di una Zona Franca anche in Val d’Ossola. Negli anni, tutto l’arco alpino è stato di fatto tutelato, vuoi con le Regioni autonome o le Province a statuto speciale o appunto con l’istituzione di Zone Franche come a Livigno, mentre la Val d’Ossola continua a patire un gap importantissimo, innanzitutto con la vicina Svizzera. Il reddito medio di un cittadino elvetico è infatti di 81mila franchi, contro i nostri 23mila euro: è quini comprensibile che un operaio, un infermiere o un altro lavoratore specializzato sia invogliato ad andare a lavorare oltreconfine, andando però a impoverire irrimediabilmente il nostro tessuto produttivo. A questo poi si aggiunge il fatto che la Val d’Ossola, come la Valle Anzasca, la Valle Antrona e la Val Bognanco, si trovi in un’area interna che nei decenni ha conosciuto un progressivo spopolamento”.

“L’impegno che quindi chiediamo con forza a questa giunta – ha concluso Preioni – è di accogliere la nostra proposta di istituire una Zona Franca in Val d’Ossola e avviare un iter come quello già intrapreso per il riconoscimento dello status di Zona Economica Speciale, con riduzioni fiscali per abbassare il gap salariale dei lavoratori del Vco rispetto a quelli svizzeri. Con la Zona Franca, infatti, non si pagherebbe più l’Iva, garantendo un’attrattività simile a quella che ha già fatto le fortune di Livigno e andando a rimodulare la pressione fiscale sul modello di quella elvetica, dove non supera il 25%”.

Sanità, Valle (Pd): il Piemonte come la Juve, in pochi anni dal primo al settimo posto”

Il vice Presidente del Consiglio regionale Daniele Valle commenta la graduatoria LEA: “Una Caporetto su liste d’attesa e medicina del territorio.”

 

«Nel giro di cinque anni il Piemonte è sceso dal primo al settimo posto nella graduatoria sui LEA. A dirlo non è il Pd. A dirlo non è neppure il Presidente Cirio, stranamente afono quando non si devono fare annunci. Imitando una squadra di calcio della nostra città abbiamo abbandonato lo scudetto (2017, Giunta Chiamparino) e ora ci accontentiamo di un posto in Conferenze League. Ma al di là della posizione in graduatoria, colpisce la débâcle sul versante dei servizi territoriali (ma la pandemia non ci aveva insegnato che è indispensabile potenziare la medicina del territorio?) ed il punteggio più basso in Italia per quanto riguarda le liste d’attesa. Lo abbiamo detto più volte e ora lo ripetiamo: i risultati “straordinari” sbandierati da Cirio e Icardi sui tempi di attesa sono fasulli. Ce lo dicono i cittadini che ogni giorno scrivono al portale della campagna del Pd “Stop liste d’attesa” denunciando l’impossibilità di prenotare visite ed esami, ce lo dicono gli operatori del Cup regionale, ora lo certifica anche il Governo Meloni che dobbiamo ringraziare per l’obiettività che non ha sconti alla Giunta amica di Cirio. Lo abbiamo detto e lo ripetiamo: sono due le azioni necessarie per invertire la rotta, ovvero più assunzioni stabili e realizzazione di nuovi ospedali. Ora di fronte alla fotografia del ministero della Sanità speriamo che Cirio si riconnetta con la realtà e passi dagli annunci ai fatti concreti».

Daniele VALLE – vice Presidente Consiglio regionale

Ruzzola (Fi): Consigli comunali ragazzi contro astensionismo

Il Consiglio regionale ha approvato l’istituzione della Giornata regionale dei Consigli comunali dei ragazzi (CCR), prevista ogni 4 dicembre. Una proposta fortemente sostenuta dai consiglieri di Forza Italia Alessandra Biletta, Mauro Fava, Franco Graglia e il capogruppo Paolo Ruzzola.

Ruzzola commenta: “La legge che abbiamo approvato in Consiglio rivitalizza un progetto che coinvolge tutti i ragazzi, a partire dalla terza classe della scuola primaria alla terza classe della scuola secondaria di primo grado e vuole promuovere la partecipazione attiva delle giovani generazioni alla vita politica e amministrativa delle comunità locali. Si tratta di una risposta concreta da parte della Regione all’astensionismo che viviamo ad ogni tornata elettorale.. Bisogna ripartire dalle scuole se si vuole rinsaldare il legame tra istituzioni e cittadini. Tutto parte da là”.

“Non si tratterà solo dell’istituzione però della solita giornata memoriale, ma la legge prevede la creazione della Rete regionale dei CCR e l’istituzione del suo coordinamento in modo che i comuni condividono con la comunità regionale le pratiche messe in atto dai rispettivi CCR. Un modo per far sì che i ragazzi possano vedere recepite le proprie istanze e proposte”.

Merlo: Cattolici popolari nel Pd, le tesi di Delrio sono surreali

 

“Graziano Delrio – e chi la pensa come lui – continua a sostenere che gli ex cattolici popolari
hanno un ruolo decisivo e determinante all’interno del Pd a trazione Schlein. Una affermazione
che rischia di scivolare nel ridicolo se non addirittura nella virtualità anche perchè tutti sanno,
tranne forse Delrio e la sua corrente, che il Pd guidato dalla Schlein ha una impronta politica
radicale, estremista, massimalista e libertaria. Una identità che, del tutto legittimamente dopo la
vittoria delle primarie, Elly Schlein ha illustrato nelle sue diverse e pubbliche riflessioni ed
esternazioni in questi mesi di segreteria. Ora, cosa centri la storia del cattolicesimo popolare con
un profilo politico del genere resta oggettivamente un mistero. Politico, come ovvio.
Forse, però, è arrivato il momento per dire con chiarezza che se la tradizione del cattolicesimo
popolare e sociale vuole ancora avere una credibile cittadinanza nello scenario pubblico, non può
declinarla all’interno di partiti che perseguono un’altra strategia politica, che coltivano altre priorità
programmatiche e che, soprattutto, sono animati da altri valori e principi di riferimento. Con
buona pace di Delrio e dei suoi amici”.

Giorgio Merlo, Dirigente Tempi Nuovi-Popolari uniti

Iannò: “Stellantis non faccia fughe in avanti”

Gruppo Consiliare Misto di Minoranza Torino Libero Pensiero

Il Governo si impegni con i vertici dell’azienda

 

“Sono quanto mai condivisibili le preoccupazioni degli operai di Stellantis, che vedono sempre più allontanarsi nuovi investimenti e un futuro occupazionale quanto mai precario.

 

L’invito che ha fatto Stellantis ai suoi fornitori, quello di investire in Algeria, mercato emergente, che dispone di manodopera qualificata e agevolazioni fiscali e soprattutto dove la domanda di auto è in forte espansione, lascia non solo qualche dubbio, ma forti timori.

 

Purtroppo sembra che nei progetti di Stellantis, il made in Italy sia solo più un ricordo e la richiesta di Confindustria di far entrare lo Stato nell’industria come quota capitale mi lascia molto perplesso.

 

In passato la ex Fiat ha ricevuto sonori finanziamenti e ritornare ad aiutare l’automotive con nuova liquidità non è il caso. Serve piuttosto che il Governo tratti direttamente con i vertici Stellantis e si firmi un serio impegno a garantire stabilità occupazionale, produzione e ammodernamento degli stabilimenti”.

  Pino Iannò Torino Libero Pensiero

 

Stellantis, Grimaldi (Verdi Sinistra): Segnali di smantellamento, interrogazione al Ministero del Lavoro

“Stellantis invita i fornitori italiani a seguire la società in Algeria, dove intende aumentare la produzione? Non si tratta di una delocalizzazione? Allora dia garazie non solo alle rappresentanze sindacali – che si dovranno muovere fino a Parigi – ma al Governo e all’opinione pubblica su investimenti, piani produttivi, livelli occupazionali, condizioni di lavoro e impegno nella transizione industriale in Italia” – dichiara il Vice-capogruppo di Alleanza Verdi Sinistra, Marco Grimaldi, oggi presente al presidio della Fiom davanti al Comune di Torino.
“Mancanza di confronto, peggioramento delle condizioni di lavoro in tutti gli stabilimenti italiani, 7 mila esodi incentivati dal 2021 a oggi, senza la previsione di ingresso di giovani lavoratori e lavoratrici. La situazione è drammatica e sembra a tutti gli effetti la vigilia di uno smantellamento, mentre stenta a venire avviata la transizione all’elettrico” – prosegue Grimaldi, che sul tema ha depositato un’interrogazione urgente. – “Mi chiedo se i Ministri del Lavoro e del Made in Italy non abbiano davvero nulla da dire”.

Circoscrizione 4, FdI contro l'”utero in affitto”

 

Riceviamo e pubblichiamo

E’ polemica anche in Circoscrizione 4 sul tema dell’utero in affitto. Dopo quanto accaduto al Salone del libro con le tensioni verificatesi durante il convegno del Ministro Roccella, continua a far discutere a Torino il tema della maternità surrogata. In seguito alla bocciatura da parte della maggioranza del documento con cui Fratelli d’Italia chiedeva che la Circoscrizione prendesse posizione contro quella che definiscono una “pratica aberrante”, i consiglieri del partito di Giorgia Meloni hanno inscenato una protesta simbolica esponendo al termine del Consiglio due pupazzi raffiguranti un bambino e una bambina con attaccati i cartellini del prezzo di vendita, circondati da banconote, in segno di aspra critica contro la mercificazione del corpo umano a cui la maternità surrogata porterebbe.

 

“Riteniamo vergognoso che la maggioranza del Consiglio di Circoscrizione 4 si faccia paladina dei diritti delle donne, per poi nei fatti appoggiare e sostenere una pratica aberrante come quella del cosiddetto “utero in affitto” –  dichiarano i Consiglieri di Fratelli d’Italia Raffaele Marascio e Luca Maggia – “Consideriamo inaccettabile che una donna possa essere pagata per poter portare in grembo un figlio che non potrà mai accudire in una sorta di contratto che neanche nel peggior film dell’orrore ci saremmo potuti mai immaginare” – proseguono –”Ci auguriamo che tale pratica venga considerata al più presto reato universale, affinché l’egoistico capriccio di chi pensa che pagando si possa avere qualsiasi cosa non venga mai più assecondato. Proprio nella giornata di oggi infatti la Commissione Giustizia della Camera ha concluso il voto degli emendamenti alla proposta di legge che dichiara la gestazione per altri reato perseguibile anche se commesso all’estero.” – continuano -“Con questa azione abbiamo voluto rappresentare, in modo provocatorio, la cruda verità: con la pratica dell’utero in affitto non faremo altro che andare incontro alla mercificazione dell’essere umano, che avrà un prezzo di vendita e di acquisto, arrivando così a rendere anche l’uomo un prodotto del mercato”- concludono.

Raffaele Marascio – Capogruppo FDI Circoscrizione 4

Merlo: Centro, il progetto per le Europee si può fare anche in Piemonte

“Il progetto di una lista di Centro riformista, democratica e di governo che si è discusso nei giorni
scorsi a Milano in vista delle prossime elezioni europee può tranquillamente consolidarsi anche a
livello regionale. Nello specifico, per le elezioni regionali piemontesi. Un luogo politico necessario
ed indispensabile, nonchè culturalmente plurale e profondamente riformista, che può trasformarsi
in un soggetto politico vero e proprio dopo il voto europeo.
Un progetto, comunque sia, che vede la presenza decisiva e qualificante dell’area cattolico
popolare e sociale e che, soprattutto, può avere con altre sensibilità culturali e politiche, un ruolo
altrettanto importante nella prossima competizione regionale piemontese. In una coalizione, come
ovvio e quasi scontato, alternativa al populismo e a qualsiasi forma di massimalismo radicale ed
estremista ma ispirata esclusivamente alla cultura del buon governo e della concretezza”.
Giorgio Merlo, Dirigente Tempi Nuovi-Popolari uniti.

Avetta (Pd): “Quasi 30 mila famiglie a rischi sfratto”

LOCAZIONI ABITATIVE: ” LA GIUNTA FA SPALLUCCE E METTE IN DIFFICOLTÀ I SINDACI”

Il consigliere regionale Alberto AVETTA ha presentato un’Interrogazione: “Senza risorse regionali le famiglie saranno abbandonate a se stesse e si rivolgeranno ai Sindaci.”

«Almeno 28.371 famiglie piemontesi si troveranno in grave difficoltà per colpa della decisione del Governo Meloni di non rifinanziare il Fondo che consentiva di erogare contributi per le locazioni abitative. Tanti, infatti, sono i nuclei familiari che nel 2022 nella nostra Regione erano in possesso dei requisiti richiesti per ottenere il contributo e che ora sono a rischio di sfratto. Si tratta di una vera e propria bomba a orologeria. Una bomba che finirà per scoppiare in mano ai Sindaci, perché il venir meno di quel sostegno economico farà sì che le famiglie si rivolgeranno alle amministrazioni locali per trovare un qualche aiuto. Ho presentato un’Interrogazione per chiedere alla Giunta Cirio di intervenire con risorse regionali. Bisogna mettere una ‘pezza’ ai danni causati dal Governo Meloni. La risposta dell’Assessora è stata disarmante: “non sono linee di finanziamento sostenibili dal bilancio regionale”, aggiungendo che si impegnerà a sensibilizzare il Governo sul tema. Insomma, la Giunta Cirio ha così a cuore i poveri, che resterà a guardare». Lo afferma il consigliere regionale del Pd Alberto AVETTA a margine della discussione in Consiglio regionale«Ho voluto richiamare l’attenzione della Giunta regionale sul mancato rinnovo del Fondo Locazioni, che solo nel 2022 ha riguardato nella nostra Regione ben 28.371 famiglie, mentre nel 2021 furono 18mila le famiglie che avevano ricevuto il contributo. Numeri confermati dall’assessora Caucino. A ciò si aggiunga che anche il Fondo morosità incolpevoli non è stato finanziato. Senza risorse tante famiglie si verranno a trovare in situazioni di grave difficoltà e i tanti nuclei familiari piemontesi interessati da quella misura non potranno che rivolgersi ai Sindaci.  Infatti, spettava ai Comuni Capofila per l’ambito territoriale di competenza il compito di occuparsi dei bandi per l’accesso alle risorse del Fondo. Insomma, il Governo non mette i soldi per le locazioni, la Regione Piemonte fa spallucce limitandosi a invocare la sensibilità della Meloni e i Sindaci saranno soli e impotenti di fronte alle richieste dei loro cittadini più deboli».