Giachino: “La presentazione del bel libro di Enrico Salza una occasione mancata”

 

Il Sistema Torino incapace di fare autocritica. Torino non si rilancerà se punta solo sulla alleanza con Milano.

LA CITTÀ DECLINA ECONOMICAMENTE MA IL SISTEMA TORINO NON LO AMMETTE

 
La presentazione del bel libro su Enrico Salza, importante imprenditore torinese, per anni presidente della Camera di Commercio e da 40 anni uomo importante del S.Paolo, purtroppo  è stata una occasione mancata per fare il Bilancio economico e sociale della Città. Salza infatti ha contato molto sia sulla politica torinese, che nel sistema economico e bancario torinese svolgendo un ruolo determinante nella elezione di Castellani a Sindaco nel 1993. In qualsiasi azienda i manager sono valutati sulla base dei risultati. Lo stesso deve valere per chi occupa incarichi così importanti. E i cittadini quando vanno a votare dovrebbero scegliere sulla base dei risultati. Torino ha un grattacielo, peraltro l’opera non più bella tra quelle di Renzo Piano, ha una grande Banca come il S.Paolo, ha due tra le maggiori Fondazioni Bancarie ma la sua economia declina da anni e le difficoltà sociali sono più forti. Aver puntato tutto sul turismo e sulle Olimpiadi nate da una idea del Gen. Romano ma molto sostenute dall’Avvocato Agnelli e dal Presidente Ciampi non bastò a creare un nuovo modello disviluppo. Persino nel 2006 l’anno delle Olimpiadi, come capii per primo io, il PIL del Piemonte non riuscì a essere superiore alla media nazionale che è tenuta bassa dalle Regioni del Sud. 
Ma il Sistema Torino che governa la Città dal 1993 e’ assolutamente  incapace di fare autocritica , così come i giornalisti del maggiore giornale torinese, e chi ne paga le conseguenze è la economia torinese, il lavoro, i disoccupati, i giovani torinesi che in gran parte sono precari. 
Ieri, ma le cronache giornalistiche gli danno poco spazio, l’unico  a tentare una analisi e’ stato l’economista Mario Deaglio che ha paragonato la situazione economica di Torino alla stagnazione che Torino subì per 30 anni nella seconda metà del 1800. Un giudizio non proprio lusinghiero sugli ultimi trent’anni di Torino che ebbero inizio con la elezione di Castellani nel 1993. Neanche ieri Castellani ha voluto fare un Bilancio dei tre piani  decennali che,  invece di dare a Torino un nuovo motore economico che non fosse più la FIAT , lo ha indebolito al punto , come ha detto nel giugno scorso Banca d’Italia, che dal 2001 al 2019 mentre Bologna cresceva di 17 punti , Torino ne perdeva 0,7.  
Se non si parte da questo dato pesante non si capisce perché Torino abbia perso tanti negozi, le periferie si siano così impoverite e i cinquantenni facciano così tanta fatica a trovare un nuovo lavoro e soprattutto non si capisce perché tanti neolaureati torinesi sono costretti a cercare lavoro all’estero privando la Città di energie fresche e vitali. Torino non solo non attrae più investimenti dall’estero ma non riesce neanche a trattenere i suoi giovani migliori.
Lo slogan NON PIÙ SOLO FIAT che esprimeva il fastidio nei confronti dello strapotere degli Agnelli, fortissimo in Enrico Salza, come si può leggere bene nel libro, non è stato sufficiente a mettere in campo nuovi motori economici di pari forza. Il Turismo, la cultura e il grandi eventi non hanno assolutamente pareggiato ciò che si stava perdendo.  Occorreva difendere il settore auto , il suo Centro ricerche e contemporaneamente puntare a settori nuovi, aerospazio, turismo e cultura.
Castellani in una intervista al settimanale della Diocesi alla domanda sulla mancanza di lavoro risponde che Torino deve darsi una agenzia per lo sviluppo dimenticando che è la Amministrazione eletta dai cittadini che deve indicare vie di sviluppo efficaci e migliori di quelle degli ultimi trent’anni. Bologna e’ cresciuta di 18 punti in più rispetto a Torino senza avere una agenzia dello sviluppo. E a Bologna ci sono meno diseguaglianze sociali che a Torino.
So che fare autocritica e’ pesante perché ci si deve mettere in discussione e chiedere scusa , ma senza autocritica la Città continua la sua crisi e la metà della Città che sta male sta sempre peggio. 
La insensibilità sociale della sinistra e’ la novità politica degli ultimi trent’anni. 
Cosa serve essere seduti in prima fila al Teatro S. Giuseppe se non si coglie l’intervento dell’Arcivescovo quando ammonisce la politica che dietro ai dati economici negativi ci sono decine di migliaia di torinesi che vivono male e senza speranza e senza sicurezza come vediamo a Barriera di Milano. 
In medicina si dichiara prima la malattia e poi la si cura. Se Torino non dichiara il declino frutto di tante scelte insufficienti, gli sarà più difficile riprendersi. La ricetta di puntare sulla alleanza con Milano e’ insufficiente e rischiosa. L’unica chance è lavorare insieme a Genova , Milano e Lione verso una TAV VALLEY con le 4 Citta che saranno più vicine con la TAV e potranno più facilmente spingersi una con l’altra. Nella TAV VALLEY , un’area da 700 miliardi di PIL , Torino sarà al centro di una rete con  più di 30 Università e Centri di ricerca e sarà trainata a correre di più dalla maggiore velocità economica di Lione, Milano e Genova. Ricordo a tutti che secondo il Cresme nella graduatoria delle 44 Città Metropolitane con oltre 1,5 milioni di abitanti, Lione e’11a, Milano e’23a, solo Torino 41a.
La Regione dovrà favorire in ogni modo la crescita  in delle nostre aziende migliori. Ecco perché occorre sbloccare i nodi infrastrutturali dalla TAV alla tangenziale di Torino, a migliorare i collegamenti col sistema autostradale delle aree industriali di Chieri, Poirino e Cambiano. 
Ecco perché sarà importante l’esito del Tavolo auto in corso dal Ministro Urso, da cui potrebbe arrivare un nuovo modello a Torino, ecco perché nello scontro tra la Merloni e Tavares , faccio il tifo per Giorgia.
Ecco perché bisogna sperare che dalla Regione che uscirà dalle urne del 9 Giugno i consiglieri regionali eletti dai torinesi siano molto più competenti e determinati.
 

Mino GIACHINO 

Responsabile piemontese trasporti e logistica di FDI
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