Attraverso un nuovo modo di respirare, l’inner smile e gesti semplici ma efficaci
Sì può andare a scuola di felicità? Certo che si. Ne è convinto l’autore dell’omonimo libro, Enea Benedetto, studi in Francia nel campo della sociologia e appassionato di Pnl e delle teorie di Richard Bandler, portavoce anche del movimento “Acton for Happiness”, che ha come scopo principale quello di creare una società più felice per tutti.
” La felicità – spiega Enea Benedetto – non può essere considerata una positività continua e piatta, ma una positività interrotta, in cui sono presenti dei momenti di neutralità alternati a altri in cui ci si avvicina a uno stato di benessere emozionale. Quindi non deve essere intesa come una linea retta stabile, espressione di un flusso continuo. Nel mio libro intitolato “La scuola della felicità” spiego che la felicità personale, il nostro successo e la realizzazione di noi stessi si ottengono soltanto nel momento nel quale i nostri obiettivi e i nostri valori realizzano il “nostro grande sogno”. Esiste, comunque, un metodo per raggiungere la felicità, che consiste nel perseguire un equilibrio nei seguenti cinque settori della vita: creatività e lavoro, spiritualità, campo fisico (il che vuol dire saper instaurare un buon rapporto con il nostro fisico), settore relazionale (ovvero l’amore inteso nel senso più ampio del termine), e finanziario (comprendente una sicurezza di base o la capacità di generare flussi di cassa periodici senza dover lavorare)”.
“Il mio metodo per la scelta della felicità – prosegue Enea – è sostanzialmente semplice e parte da gesti che potrebbero sembrare banali, ma che, invece, rivestono un ruolo fondamentale nella nostra vita, come la respirazione, attraverso la quale ossigeniamo i tessuti e il cervello e, di conseguenza, i nostri sogni. La respirazione che suggerisco non è quella tipica dello yoga, né medica, ma propedeutica alla felicità, e serve a generare un’ossigenazione e un metabolismo di tutte le cellule, tale da permetterne una migliore qualità di vita. Dal metodo della respirazione si passa poi al cosiddetto “inner smile”, ovvero sorriso interiore. La respirazione felice prevede un rapporto 1-4-2, vale a dire 1secondo per l’inspirazione, 4 di ossigenazione e 2 di espirazione finale”.
” Un altro aspetto fondamentale – aggiunge Enea Benedetto – è rappresentato dall’inquadramento dei nostri obiettivi e dalla nostra capacità di fotografare le immagini felici del passato e renderle nitide nel presente. Con ogni mio cliente definisco la sfera della felicità con 5 spicchi diversi, quindi passo alla definizione dell’obiettivo e, solo in un momento successivo, entra in gioco la legge dell’attrazione, secondo la quale i pensieri diventano azioni. L’universo ci restituisce, infatti, tutte le passività e le positività che noi siamo capaci a trasmettergli, secondo la legge in base alla quale noi riusciamo a attrarre ciò su cui ci focalizziamo. Una teoria che sta alla base del mio pensiero è quella elaborata dal sociologo e economista parigino Vilfredo Pareto, che sostiene che l’80 per cento dei nostri benefici derivi dal 20 per cento delle nostre azioni, principio applicabile anche agli investimenti economici . Un’altra teoria che ho accolto pienamente è quella del flusso, elaborata da Mihaly Csikszentmihalyi, docente di antropologia e sociologia negli Stati Uniti. Secondo questo studioso sono otto gli “interruttori” per accendere la “luce della felicità”, ovvero per trasformare situazioni ordinarie in situazioni di flusso: obiettivi chiari, un riscontro immediato, concentrazione sul compito che ci si è preposti, successo del compito, coinvolgimento totale, esclusione degli altri per raggiungere l’obiettivo, controllo assoluto di se stessi e relatività del tempo”.
Mara Martellotta