LIFESTYLE- Pagina 406

“Partizani”, la storia della divisione Garibaldi in Jugoslavia

partizani Il  film è stato prodotto dall’Istoreto di Torino, grazie a un contributo del Comitato Resistenza e Costituzione del Consiglio regionale piemontese

 

Partizani: la resistenza italiana in Montenegro” è un bel film di Erik Gobetti, giovane e brillante storico torinese, autore di libri importanti come “Alleati del nemico. L’occupazione italiana in Jugoslavia 1941-1943” (Laterza,2013) e “Nema problema!Jugoslavie,10 anni di viaggi” (Miraggi,2011). Il  film è stato prodotto dall’Istoreto di Torino, grazie a un contributo del Comitato Resistenza e Costituzione del Consiglio regionale piemontese. La storia narrata – con immagini di repertorio inedite e le musiche originali di Massimo Zamboni – è quella delle due divisioni dell’Esercito Italiano, abbandonate nei Balcani dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, che scelgono di unirsi alla resistenza anti-tedesca, formando la Divisione Italiana Partigiana Garibaldi. Ufficiali e soldati italiani combattono così insieme ai partigiani jugoslavi comunisti di Tito: quegli stessi che – al fianco dei tedeschi – gli italiani avevano combattuto ferocemente fino a poche settimane prima. Il 9 settembre del 1943,  ai piedi del monte Trebjesa, aNikšić, in Montenegro, poco dopo l’alba l’artigliere  Sante Pelosin, detto Tarcisio, fa partire il primo colpo di cannone contro una colonna tedesca che avanza verso le posizioni italiane. E’ l’atto iniziale della “scelta” che ,nelle settimane successive, vede circa ventimila soldati italiani decidere di non arrendersi e di aderire alla Resistenza jugoslava. I partigiani della divisione Garibaldi raccontati in questo film sono eroi semplici, che hanno combattuto il freddo, la fame e una devastante epidemia di tifo, pagando con tremende sofferenze una scelta di campo, riscattando – nella terra degli slavi del sud, lontano dall’Italia – la dignità del proprio paese.

 

Marco Travaglini

Tutor per 250 studenti alla Reggia di Venaria

Quattro aree: comunicazione, conservazione, valorizzazione e promozione del patrimonio nazionale

 

venariaGrazie all’alternanza scuola-lavoro, per la prima volta in Italia in una sede prestigiosa dal patrimonio culturale italiano, come la Reggia di Venaria, per due mesi, tra febbraio e aprile, 250 studenti di dodici licei dell’area metropolitana di Torino, selezionati attraverso un bando, si confronteranno con professionalità diverse. Sono quattro le aree in cui saranno seguiti da un tutor: comunicazione, conservazione, valorizzazione e promozione del patrimonio nazionale.

Bollini rosa al sant'Anna, al Maria Vittoria e al Mauriziano

In tutta Italia sono 249 gli ospedali premiati

 

maurizianoPer il biennio 2016-2017 l’ ospedale Sant’Anna della Città della Salute ha conquistato, grazie alle proprie iniziative 3 Bollini Rosa, così anche il Maria Vittoria, 2 invece l’azienda ospedaliera Ordine Mauriziano. Al Sant’Anna anche uno speciale riconoscimento per aver partecipato a ben otto iniziative su nove nel biennio 2014-2015. In tutta Italia sono 249 gli ospedali premiati: 82 con tre bollini, 127 due e 40 un. Sette strutture hanno conseguito una menzione speciale. La cerimonia di premiazione si è tenuta presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri.
    

La memoria dell'acqua: Enrico Negro in concerto a Leinì

Il musicista presenta dal vivo il suo nuovo disco di solo chitarra pubblicato dalla Solitunes: la neonata etichetta dedicata alle produzioni in solo

 

negroGiovedì 17 dicembre a Leini (TO) il chitarrista Enrico Negro presenterà dal vivo La memoria dell’acqua, un disco di sola chitarra acustica fingerstyle prodotto dalla neonata etichetta Solitunes Records. L’iniziativa è realizzata dal circolo culturale Liberi Tutti nell’ambito del Dicembre Leinicese. Una nuova occasione per toccare da vicino la filosofia Solitunes. La memoria dell’acqua sta raccogliendo molti plausi dalla stampa nazionale: “Da ascoltare con rigorosa concentrazione, chiudendo fuori i rumori del mondo per assaporare lo sfaccettato incanto” (Rockerilla). “Un artista di punta per sensibilità e versatilità, per il suo percorrere geografie sonore che attraversano tempi e luoghi”. (BlogFoolk). “Dodici straordinari pezzi” (Sound36). “Perizia tecnica di prima qualità” (RadioCoop).

 

Un’isola deserta, un musicista, un microfono. Una dichiarata discriminazione di numero, mai di genere. Dovunque la musicalità porti il suo autore: alla canzone o alla musica astratta, a una linea sola o a più voci sovrapposte. Immagina un autoritratto. Un autoritratto in musica. E poi mettiti in ascolto”. Non poteva essere più allettante la presentazione di una nuova casa discografica che senza mezzi termini espone la sua filosofia operativa, prendendo spunto dalla visione di un microfono e un musicista in solitudine su un’isola deserta. Solitunes Records, nata aTorino con l’obiettivo preciso di pubblicare solo dischi realizzati in solitudine da unici musicisti. L’etichetta documenta il percorso interiore, compositivo ed esecutivo di un unico musicista, senza vincoli di genere, alla ricerca della propria voce o del proprio suono, e i primi tre titoli sono una dimostrazione eccellente del lavoro di Solitunes: Tentacoli di Stefano RissoThe Inner Bass di Federico Marchesano La memoria dell’acqua di Enrico Negro.

 

“La preziosa ricerca solistica di Enrico Negro sulla chitarra acustica con corde metalliche mira ad accomunare, in un linguaggio unitario, il fondamentale lavoro di rielaborazione di arie danze della tradizione popolare dell’arco alpino con le musiche antiche del periodo tra Rinascimento e Barocco, alcune composizioni di autori italiani moderni contemporanei e, infine, le proprie composizioni originali“. La firma prestigiosa di Andrea Carpi introduce alla perfezione l’orizzonte culturaleartistico musicale di Enrico Negro.

 

 

Giovedì 17 dicembre 2015

ore 21.15

Sala di Villa Chiosso

Via Ricciolio 43,

Leini – Torino

 

 

Ingresso libero

…solo concerti in solo…

 

Donne e politica a confronto

CONSULTAIncentivare il dialogo tra donne e politica. È  questo l’obbiettivo della tavola rotonda organizzata dalla Consulta regionale femminile, in collaborazione con il Coordinamento delle Associazioni femminili di imprenditrici e dirigenti (Cafid)

 

“Le trasformazioni avvenute nella società – ha commentato Daniela Ruffino, vicepresidente del Consiglio regionale con delega alla Consulta – nell’economia e  nella politica nel corso degli ultimi decenni hanno spesso avuto le donne come protagoniste. L’impegno civile ‘al femminile’ è stato decisivo nel cammino per la tutela della libertà e dei diritti, per l’affermazione delle pari opportunità e del ruolo della donna nella famiglia, nel lavoro e nelle Istituzioni”.

 

L’incontro ha toccato numerose tematiche, dai risultati emersi  nel corso delle iniziative del 2015 all’elaborazione di strategie per contribuire alla maggiore presenza delle donne nei processi di policy decision marketing.

 

“L’Assemblea regionale piemontese – ha concluso Ruffino – svolge un ruolo rilevante nel promuovere e valorizzare la figura della donna nella società. La partecipazione attiva femminile, l’unione delle singole esperienze, capacità e sensibilità rappresentano un passo importante nel percorso di affermazione dei diritti”.

 

“Oggi in Europa – ha sottolineato Cinzia Pecchio, presidente della Consulta – la presenza femminile nei posti di vertice delle maggiori realtà aziendali si stima intorno al venti per cento, solo qualche anno fa la quota era inferiore al dodici per cento. Un risultato positivo dovuto certamente anche alle iniziative e all’opera condotta da realtà culturali e associative, proprio come il Cafid, che rappresenta circa duemila donne lavoratrici”.

 

All’incontro era presente l’assessora alle Pari opportunità, Monica  Cerutti, che ha evidenziato la necessità di proseguire l’impegno politico regionale nei confronti delle donne e dei loro diritti.

 

La Consulta femminile del Piemonte, è stata istituita nel 1976 come organismo permanente di consultazione del Consiglio regionale e opera sulle tematiche di interesse femminile.

 

www.cr.piemonte.it

Meno trapianti d'organo, l'appello della Regione per fare di più

molinette Il presidente  Chiamparino: “Lanciamo un messaggio forte di etica della vita”

 

In Piemonte negli ultimi 12 mesi si è verificato un calo nel numero dei trapianti d’organo. Il picco negativo si è registrato  ad agosto, recuperato nei mesi successivi. A fine  anno è prevista una media di 21,8 trapianti per milione di popolazione, rispetto al 26,7 dell’anno precedente, e ad una media italiana di 20 per milione. L’appello del presidente della Regione Sergio Chiamparino: “Lanciamo un messaggio forte di etica della vita”. La Regione ha affidato alle Asl l’obiettivo di migliorare le prestazioni..

A Silvia da un amore grande

fidanzati amore cuore

Una lettrice ci invia questa poesia che le era stata dedicata anni fa da “un amore grande”

 

 

 

 

 

 

 

 

A Silvia

 

LA MIA DONNA E’ COSI’ !

 

Ha i capelli lisci

gli occhi son marroni

splendidi e lucenti

come i suoi denti

 

Ma quel che spicca

e piace ancor più

è quel nasetto…

rivolto, né su,  né giù

 

Ha il viso ovale

come nell’era medioevale

quando le dame

eran piene di brame

 

Ha gusto nel vestire

sapendo anche gestire

qualsiasi portamento

con fascino e talento

 

Essa guarda all’avvenire

senza mai nulla carpire

limitandosi a comprendere

anche dando a intendere

 

Sprigiona sempre intelligenza

senza alcuna invadenza;

respinge la provvidenza

come semplice gaudenza

 

Dimostra quindi di sapere,

più di qualsiasi messere,

cosa vuole nella sostanza,

perché respinge l’ignoranza

Musiche del Settecento irlandese con gli Architorti

architorti 2Un quintetto d’archi di eccellenza di Pinerolo, che  ha collaborato con Africa Unite e con il regista Peter Greenaway. Un duplice concerto su musiche del Settecento irlandese, di Corelli e Vivaldi

 

Il Piemonte, che vanta una tradizione musicale d’eccellenza, ha anche il primato di aver visto la nascita di uno dei primi Quintetti d’archi, gli Architorti, di formazione classica, formato da due violini, una viola, un violoncello e un contrabbasso. Il Quintetto vanta un vasto repertorio di brani originali e trascrizioni tratte da ogni genere musicale, ad opera del violoncellista Marco Robino.

 

“Proprio le trascrizioni – spiega Marco Robino –  costituiscono il punto di forza e la peculiarità della nostra formazione. Il quintetto nasce alla fine degli anni Novanta, con sede a Pinerolo,  dalla sinergia di circa trenta musicisti, che hanno voluto far convergere proprio in una formazione musicale insolita rispetto al quartetto d’archi un repertorio di musica classica, etnica, punk,  rock e contemporanea.  Sono, infatti, quasi nulle le composizioni per quintetti d’archi rispetto a quelle per quartetto, per trio con pianoforte e altre formazioni di vario genere. All’inizio del Duemila abbiamo avviato un’intensa attività concertistica basata sulla rielaborazione di brani tratti dal genere punk, tecno, fino alla musica antica, da film e da tradizione. Abbiamo anche intessuto una interessante collaborazione, a partire dal 2003, con il gruppo Africa Unite, e dal 2004 con il regista inglese Peter Greenaway. L’attività di produzione e incisione di musica avviene spesso in funzione della realizzazione di installazioni multimediali, opere cinematografiche e teatrali. La tecnica di ripresa audio da noi utilizzata è in sovraincisione a tracce separate, per realizzare orchestre virtuali e per effettuare ristrutturazioni e destrutturazione dei brani musicali composti. Per il regista Peter Greenaway abbiamo realizzato, tra l’altro, la colonna sonora del film “Goltzius and the Pelican Company””.

 

“La colonna sonora di questo film – aggiunge Marco Robino – non è l’unico frutto della sinergia avviata con Peter Greenaway. Abbiamo, infatti,  realizzato anche musiche originali per “The Tulse Luper Suitcases”, “The European Showerbath”  e “Peopling the Palaces” alla Reggia della Venaria Reale.

 

Con il gruppo Africa Unite abbiamo collaborato alla realizzazione degli album “Vibra”, “Twenty War”,  “Quando fuori piove” e “BiogrAfricaUnite”, e alla trascrizioni di loro brani, con le voci di Buda e Mada, nell’ambito del progetto ” Corde in Levare”, risalente al 2003. Alla fine degli anni Novanta abbiamo avviato un progetto con Madaski, che ha portato alla realizzazione di un documentario dal titolo “Madaski versus Architorti” per un documentario Rai. Con Madaski abbiamo inoltre partecipato, nel 2000, a un’entusiasmante tournée a Roma, Firenze e in Basilicata, nell’ambito del progetto “Le macchine contro le corde”. Il nostro repertorio si è anche aperto alla musica neoclassica, con la rassegna dal titolo ” Anticando” , nel 2005, in cui il neoclassicismo è stato espresso dalle corde d’archi”.

 

“Architorti – spiega Marco Robino- è anche attento al tema della formazione musicale. Dal 2002 realizziamo laboratori musicali per le scuole nel Pinerolose, in collaborazione con la Fondazione Cosso con sede al castello di Miradolo, a San Secondo di Pinerolo, e con la Comunità Montana del Pinerolese. Abbiamo anche avviato una collaborazione con l’Accademia Musicale di Pinerolo. Lunedì 14 e martedì 15 dicembre prossimi sono in programma due concerti con musiche dell’irlandese Carolan, risalenti al Settecento, affiancate a quelle di compositori italiani suoi contemporanei, Corelli e Vivaldi. Tra gli esecutori l’artista celtico Enrico Euron e il flautista traverso Filippo Mangiardino.

 

https://vimeo.com/100453270

https://www.youtube.com/watch?v=9l7C9u7ybcc

 

Mara Martellotta

Fortis conquista Torino e aiuta la ricerca medica

FORTIS PALCOFORTIS PALCO 2FORTIS IRMA

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Iniziativa promossa dal Rotary Torino Crocetta e Lilt

 

Grande successo sabato sera al Conservatorio Giuseppe verdi di Torino per il concerto del cantautore Alberto Forts, che ha proposto il suo ultimo album “ Do l’anima”, uscito il 30 settembre 2014, e i pezzi forti del suo repertorio, dimostrando che nonostante il passare degli anni i grandi artisti restano nella vita e nelle emozioni del loro pubblico. Il cantautore italiano negli anni ’80-’90 scalò le vette delle classifiche musicali ed è  tornato a Torino per una nobile causa , un concerto di beneficenza per la ricerca medica, promosso  dal  Rotary Torino Crocetta, presieduto da Irma Ciaramella (nella foto piccola) e da Lilt Lega Italiana per la lotta contro i tumori. Riproponiamo ai lettori l’intervista che il cantautore ha concesso nei giorni scorsi al “Torinese”

 

Qual è il tuo rapporto con la città di Torino?

Essendo nato a Domodossola, la città di Torino ha sempre fatto in qualche modo parte della mia vita, anche grazie a mio padre che, avendo studiato medicina all’Università di Torino, ha vissuto in questa città per parecchio tempo. E’ una città a cui sono molto affezionato non solo per i vari concerti fatti e per le varie amicizie che si sono instaurate nel corso degli anni, ma anche perché ritengo che Torino abbia un’emanazione storica ed artistica pressoché unica. Qualche tempo fa, l’incontro con Massimo Stringa, Presidente di Polis, ha fatto nascere l’idea di fare un concerto a Torino per scopo benefico e grazie alla sua collaborazione e a quella di Rotary Crocetta e Lilt (Lega Italiana per la lotta contro i tumori), questo mese potrò in qualche modo tornare a vivermi questa città in tutto il suo splendore artistico e umano.

 

Il tuo spettacolo è a scopo benefico e tocca un argomento importante come quello della ricerca e della prevenzione medica. Quanto pensi sia importante oggi come oggi fare dei concerti a scopo benefico?Pensi che da parte degli altri artisti venga data la giusta attenzione a questi eventi?

Partendo dal presupposto che in ogni ambito e in ogni epoca il “business” continua e continuerà a regnare sovrano, credo che ci troviamo in un momento storico, sociale ed artistico nel quale la voglia di “fare per gli altri” stia pian piano crescendo e non per becero opportunismo ma più che altro per la volontà, da parte delle persone che fanno il mio stesso lavoro, di motivare di più il loro pubblico con un nuovo “credo artistico”. Sono convinto che in un momento come questo di difficoltà economica e per certi versi sociale, sia molto importante la figura dell’artista che, trasmettendo un messaggio di condivisione, speranza e voglia di aiutare, nobilita in un certo senso la sua arte nel modo più umano possibile. Ritengo che i concerti,gli spettacoli a scopo benefico, siano forse l’espressione più pura e significativa del talento di un’artista.

 

Negli anni 80′-90′ sei stato uno dei cantautori italiani più amato dal pubblico, tanto che il tuo album “La grande grotta” è stato in cima alle classifiche per molto tempo. Com’è cambiato il tuo pubblico rispetto a quegli anni?I giovani di oggi ascoltano ancora le tue canzoni?

Penso che un’ artista, soprattutto un cantautore, tenda sempre a rivolgersi ad un pubblico con una fascia d’età corrispondente alla sua e che poi solo con il passare del tempo e con l’affermarsi della propria musica, aspiri ad arrivare a tutti. Posso dire che per me, effettivamente, è stato un po’ così. All’epoca ovviamente le mie canzoni, vuoi per la musica, vuoi per il messaggio racchiuso nel testo, erano molto seguite e apprezzate dai ragazzi della mia età. Oggi posso dire che quei ragazzi sono diventati madri o padri che forse hanno per così dire “tramandato” o per certi versi “inculcato” ai loro figli o nipoti i loro gusti musicali, facendo così conoscere il passato alla nuova generazione. Nei miei concerti sono presenti diverse generazioni, poi è ovvio che non bisogna mai dimenticarsi dell’elemento classifica: se il tuo brano è tra i primi posti della classifica significa che sei tornato con un pezzo che arriva a tutti e che di conseguenza attirerà persone di diversa generazione.

 

Nei tuoi testi oltre a bellissime parole d’amore, sono presenti importanti messaggi di denuncia e ribellione. Pensi che i cantanti che stanno in cima alle classifiche comunichino le stesse cose?

Penso che oggi tutto venga preso, metabolizzato, vissuto e gettato molto velocemente. Mi è sempre piaciuto vedere la figura degli artisti un po’ come animali della giungla che a seconda di come si nutrono, di conseguenza vivono. Ritengo che i cantautori di oggi si nutrano di una realtà un po’ più sedimentata rispetto a quella che vivevamo “noi” e che di conseguenza vi sia una rappresentazione del sociale di impronta un po’ più bassa. Ovviamente ritengo che esistano ancora moltissimi artisti capaci di essere “cantautori di protesta” e cioè capaci di sintetizzare e rappresentare molto bene le tematiche sociale odierne; credo che però la grande differenza sia proprio nel fatto che per quanto arrabbiati, per quanto furibondi e contestatori, spesso l’importanza ricada più sulla sneakers di moda, sul tatuaggio giusto o sul bracciale più in voga. Sono convinto che ci siano ancora molti artisti capaci di esprimere e comunicare le loro ideologie e le loro convinzioni, solo che forse a differenza di prima, oggi tutto tende a ricadere inevitabilmente nel mondo del “business”.

 

Com’è cambiato oggi il tuo modo di far musica rispetto al passato?

Il mio modo di fare musica è cambiato soprattutto in base alle esperienze fatte e di conseguenza agli stimoli ricevuti. Ad esempio lavorare parecchio tempo negli Stati Uniti è stata per me un’esperienza fondamentale che mi ha donato per quanto mi riguarda grande professionalità, voglia di mettersi sempre in gioco e di sperimentare.Oggi forse, grazie alla “palestra di qualità” fatta negli anni, cerco di dare maggiore attenzione alla melodia e cerco di avere una percezione diversa e più attuale per il segnale sonoro in modo da cambiare e trasformare il mio mondo ritmico ma senza “scimmiottare” qualcuno o qualcosa. Ritengo che l’arte sia un po’ come l’amore: se non sperimenti e non fatichi, difficilmente riuscirai a tenerla viva. Nel mio ultimo album “Do l’Anima” forse grazie anche all’inserimento e all’apparizione di una band, si respira tutto questo.

 

Cosa dobbiamo aspettarci dal concerto che terrai a Torino il 12 dicembre?

Ritengo che il concerto che si terrà il 12 dicembre sia davvero qualcosa di unico, sia da un punto di visto artistico ma soprattutto da un punto di vista per così dire “umano”. La formula principale dello spettacolo sarà <<pianoforte più voce>> e vi sarà anche la proiezione di un video creato appositamente per questo concerto. Sarà una sorta di percorso visivo e musicale che ripercorre un po’ i momenti più importanti della mia carriera artistica e di conseguenza della mia vita. Sono molto entusiasta di questo progetto perché mi ha dato non solo la possibilità di esprimermi artisticamente per una nobile causa, ma anche di poter ritornare in una città a cui sono molto legato e affezionato. La responsabilità del progetto è molto forte sia per lo scopo ma anche per il luogo in cui si svolgerà il concerto: ritengo che la Sala del Conservatorio Giuseppe Verdi possa essere definito una sorta di tempio musicale meraviglioso. Mi auguro che il concerto del 12 dicembre possa lasciare un’impronta positiva e che possa sottolineare l’importanza della musica come portavoce di solidarietà.

 

Simona Pili Stella

Robotica: un universo nel quale investire

robot manoferrareseL’angolo del Private Banker /

di Fabio Ferrarese 

 

I risparmiatori moderni devono accettare il fatto che il mondo è cambiato e che bisogna approcciare la pianificazione dei propri investimenti in una maniera diversa rispetto al passato. Non bisogna più fidarsi di chi ci dà soltanto garanzie verbali, ma è necessario iniziare a credere in chi ci fornisce motivazioni concrete

 

In questi ultimi giorni sono apparse sui mezzi di comunicazione notizie in merito al salvataggio di alcune piccole banche nazionali ed in molti casi, a farne le spese, sono al momento i piccoli risparmiatori che hanno investito i loro risparmi in azioni ed obbligazioni di questi istituti di credito. Perché l’hanno fatto? Le ragioni sono semplici: visto lo scenario di rendimenti prossimi allo zero sui titoli di stato, vista la crisi perdurante del settore immobiliare queste persone si sono lasciate attirare dalle garanzie verbali di alcuni addetti titoli di tali Istituti.

 

Ma allora quali sono le scelte alternative che un investitore può mettere in atto oggi per vedere remunerato il proprio capitale nel tempo? I risparmiatori moderni devono accettare il fatto che il mondo è cambiato e che bisogna approcciare la pianificazione dei propri investimenti in una maniera diversa rispetto al passato. Non bisogna più fidarsi di chi ci dà soltanto garanzie verbali, ma è necessario iniziare a credere in chi ci fornisce motivazioni concrete. Occorre scegliere un’idea che possa essere vincente, avere l’accuratezza di prediligere più aziende che abbiano intenzione di realizzare lo stesso progetto (quello che in gergo si definisce come una buona diversificazione) ed infine avere la pazienza temporale per vedere realizzati i temi del nostro investimento.

 

Le più grandi banche d’affari si stanno già muovendo verso un settore che sarà certamente centrale nei prossimi anni: la robotica. Se ci puntano le grandi banche perché i piccoli risparmiatori (definitivi comunemente retail) non devono crederci? Se analizziamo le aziende che operano in questo settore scopriamo che attualmente siamo in presenza di un mercato e quindi di fronte ad un possibile universo d’investimento di circa 1,25 trilioni di Dollari statunitensi, ma soprattutto ci troviamo di fronte ad una realtà in forte espansione e nella quale le aziende sono strettamente specializzate nel proprio comparto.

 

La robotica trova oggi la sua applicazione nell’industria, in campo militare ed in campo medico: la continua ricerca ed il contenimento dei costi del settore stanno favorendo questa crescita. La vera rivoluzione dei prossimi anni sarà caratterizzata dal passaggio da robot molto grandi a soluzioni più piccole, più intelligenti e soprattutto più economiche. Cogliere questa opportunità adesso vorrà dire garantirsi un pezzetto di rendimento del proprio domani.

 

Per curiosità o approfondimenti potete scrivere a: fabio.ferrarese @yahoo.it