LIFESTYLE- Pagina 123

Linguine in crema di noci: avvolgenti e cremose

In pochi minuti avrete una salsa delicata, avvolgente e cremosa per condire in modo semplice la vostra pasta

 

Le noci, come tutta la frutta secca, hanno molto da offrire, sono ottime per le loro proprieta’ nutrizionali e si possono utilizzare in tantissimi modi. Vi suggerisco questo primo piatto che si prepara molto velocemente, a crudo, utilizzando un mortaio o un mixer. In pochi minuti avrete una salsa delicata, avvolgente e cremosa per condire in modo semplice la vostra pasta.

 

Ingredienti per 4 persone:

 

320gr. di pasta tipo linguine

200gr. di ricotta piemontese

50gr. di gherigli di noci

½ spicchio di aglio

Olio evo, latte,pepe,sale q.b.

2 foglioline di menta fresca (facoltativo)

 

Nel mortaio, o nel mixer, mettere i gherigli di noce, l’aglio, il pepe il sale, la menta e tritare tutto grossolanamente. In una ciotola mescolare bene la ricotta, aggiungere il trito di noci, qualche cucchiaio di latte e l’olio evo. Quando la pasta e’ cotta, scolare e condire subito. Servire immediatamente poiche’ tende ad asciugare in fretta.

 

Paperita Patty

PAROLE DOLCI. Un’opera plurale creata dalle persone Dolci

In occasione della fine dell’anno, Dolci, agenzia di comunicazione e marketing libera e indipendente dal cuore italiano, celebra i suoi sessant’anni con un’opera plurale dedicata al suo fondatore, Silvio Dolci.

È così che nasce la silloge “Parole Dolci”, un progetto speciale che vuole imprimere nella memoria i momenti più significativi della storia dell’azienda e sottolineare i valori che la contraddistinguono: una raccolta di 60 parole chiave, proprio come le candeline che spegne Dolci quest’anno, ognuna interpretata in modo diverso attraverso uno storytelling libero e fluido.

Si tratta di termini che usiamo nel quotidiano, considerandoli spesso scontati, ma anche di parole importanti, forti, parole che fanno paura, che si trasformano persino in tabù.

A tutte, però, Dolci regala un’interpretazione nuova, un significato differente e introspettivo, giocando con la rappresentazione visiva e con quella tipografica in modo libero e creativo tramite insoliti e innovativi lettering.

In questa raccolta, le espressioni diventano dinamiche, prendono vita. Respirano.

Offrono spunti, fanno riflettere, donano al lettore l’occasione di poter osservare la vita di tutti i giorni da nuove angolazioni, con punti di vista inaspettati e stimolanti.

E ciò risulta particolarmente importante in un momento storico in cui diventa sempre più semplice non soffermarsi sul vero significato delle parole, in cui un’immagine sostituisce la riflessione e il confronto.

A rendere ancora più sfidante il progetto è stata l’idea di affidare l’esecuzione visiva all’intero team, senza distinzioni di ruoli e competenze: art director, account, strategist, responsabili amministrativi ed esperti digitali, tutti hanno liberato la loro vena creativa e hanno dato la loro personalissima lettura alle 60 parole.

Questo perché i valori, i sentimenti che formano lo spirito d’agenzia, non vogliono essere un dogma immutato e immutabile ma una continua evoluzione che prende vita proprio grazie alle persone che fanno di Dolci, l’Agenzia della felicità possibile.

E dal momento che la felicità è possibile davvero solo se condivisa, Dolci sceglie, attraverso il progetto editoriale, di sostenere nuovamente il Gruppo Abele, onlus fondata da Don Luigi Ciotti che, dal 1965, si dedica all’aiuto concreto delle persone fragili. L’impegno dell’agenzia a fianco del Gruppo Abele è volto a sostenere i percorsi e le attività contro la dispersione scolastica e la povertà educativa.

A gennaio il corso di degustazione Go Wine

 

In programma a Torino un nuovo corso di degustazione

a partire dal 30 gennaio

Go Wine promuove in Torino, presso il Ristorante Sol Levante Fusion di Via Nizza 1 (sollevantetorino.it), a partire da fine gennaio un nuovo corso di degustazione dedicato alla conoscenza e alla degustazione del vino.

Testo alternativo

Il corso, di livello base, si articola in cinque serate e avrà inizio martedì 30 gennaio: si propone di sviluppare il rapporto tra vitigno-vite-territorio, con un messaggio di carattere divulgativo che possa fornire nozioni utili anche per riconoscere e valutare le diverse tipologie di vino. Nel corso di ogni appuntamento si potranno degustare 5 tipologie di vini a seconda del tema trattato: protagonisti delle serate vini bianchi, vini rossi, grandi rossi italiani (alla presenza di un produttore) e vini da meditazione.

Clicca sull’icona per scaricare il programma e il modulo di adesione

Il costo di partecipazione per il corso è di euro 160,00, con una quota integrativa a parte per una visita (facoltativa) in cantina.

Compresi, oltre al corso con tutte le lezioni e le degustazioni:

  • l’iscrizione all’Associazione Go Wine valevole fino al 31 dicembre 2024
  • 6 bicchieri da degustazione mod. Carrè
  • il volume “Cantine d’Italia 2024”
Testo alternativo

Chi fosse interessato a regalare la partecipazione al corso di degustazione può contattare la sede Go Wine per ricevere il programma completo e definire le modalità di consegna della notifica di regalo

Per informazioni e iscrizioni:

 

Associazione Go Wine – Ufficio Corsi – tel. 0173 364631 – fax 0173 361147

ufficio.corsi@gowinet.it – www.gowinet.it

Calamari, speciali in tutte le stagioni

/

Gusto e colore per questa deliziosa insalata di pesce.

Delicata e leggera è adatta come antipasto o come secondo, speciale in estate ma ottima da servire durante tutto l’anno, anche tiepida. 

Ingredienti 

2 Calamari freschi 
1 patata 
1 carota 
Pomodori Pachino q.b. 
1 limone 
Olio evo, sale, pepe, prezzemolo q.b. 

Lavare e pulire i calamari, cuocerli per alcuni minuti in acqua salata (fino a quando risultano teneri, dipende dalle dimensioni). Lasciar intiepidire e tagliare a pezzi. 
Cuocere a vapore la patata e la carota, lasciar raffreddare e tagliare a pezzi. Lavare i pomodorini e tagliarli a metà. In una terrina unire tutti gli ingredienti, condire con olio evo, succo e buccia grattugiata di limone, sale, pepe e prezzemolo tritato. Servire tiepido o freddo. 

Paperita Patty 

Torta di mele impossibile, la ricetta de La Cuoca Insolita

/

Rubrica a cura de La Cuoca Insolita

Dedico questa torta di mele morbida e profumata a tutti voi: a piccoli e grandi golosi, a chi cerca un dolce buonissimo ma molto più light del solito, a chi è attento alla linea. Ma la lista continua: questa torta è anche per chi è allergico a latticini, uova o ha problemi con il glutine, e (dulcis in fundo) a chi vuole concedersi un dolce senza preoccuparsi della glicemia. Lo so che penserete “ma non è possibile, come fa ad essere buona?”. Ero scettica anche io. Lo ammetto. Ma poi mi sono ricreduta. Vedrete, succederà anche a voi.

 

Tempi: Preparazione (20 min); Cottura (50 min – 1 h max);
Attrezzatura necessaria: Robot tritatutto o minipimer, sbattitore elettrico con le fruste, 2 contenitori rotondi a bordi alti, teglia da forno da 24 cm (ciambella o teglia rotonda), forno, frusta a mano, cucchiaio.
Ingredienti per una torta da 12 persone:

1 Barattolo di Ceci (meglio in vetro) – vi serviranno 110 g del liquido interno

Mele pelate – 670 g (circa 5 mele)

Olio extra vergine di oliva – 60 g

Per dolcificare*: Eritritolo (80 g) + Polvere di foglie di stevia essiccate (1,5 g = 1 cucchiaino raso) + zucchero (35 g = 4 cucchiai)

Farine senza glutine: Farina di riso bianca o integrale (120 g) + farina di mandorle (90 g) + fecola di patate (90 g)

Lievito vanigliato (22 g = 1 bustina + 1 cucchiaino pieno)

Vanillina – 1 bustina

 

*La somma dei tre dolcificanti equivale a 150 g di zucchero

Difficoltà (da 1 a 3): 1 Costo totale: 6 €/kg
·     Solo 4 cucchiai di zucchero in tutta la torta!

·     Le calorie sono il 25% in meno rispetto ad una tradizionale torta di mele.

·     I grassi saturi sono il 75% in meno (i grassi saturi sono quelli che contribuiscono ad innalzare il livello del colesterolo cattivo).

·     La metà del peso di questa torta è fatta di mele! Vitamine e tante fibre.

·     Adatta a chi ha il diabete o vuole tenere la glicemia sotto controllo

·     l’Eritritolo e la Stevia sono due dolcificanti a zero calorie e zero zuccheri semplici. La stevia è una pianta che si può anche coltivare a casa.

·     Adatta in caso di allergia a latticini e uova: in questa ricetta non ce n’è traccia

·     Senza glutine: via libera anche in caso di celiachia.

Approfondimenti e i consigli per l’acquisto degli “ingredienti insoliti” a questo link.

In caso di allergie…

Allergeni presenti: uova, frutta a guscio (mandorle)

Preparazione della torta di mele impossibile

Fase 1: PREPARAZIONI PRELIMINARI

Pelate le mele ed eliminate il torsolo. Del peso totale indicato in ricetta, prendetene 350 g che taglierete a spicchi sottilissimi (che immergerete poi nell’impasto della torta). Lasciate in grossi pezzi il resto delle mele (315 g).

Prendete il barattolo di ceci e scolate in un recipiente alto e rotondo il liquido interno (si chiama Aquafaba: leggete qui come è stato scoperto il suo impiego dallo chef Joël Roessel ). Riponetelo qualche minuto in freezer in modo che si raffreddi bene e poi, con lo sbattitore elettrico, montate a neve questo liquido insieme a un pizzico di sale, proprio come se fosse il bianco d’uovo! Non è incredibile cosa succede? Conservate l’Aquafaba montata in frigorifero fino all’uso.

foto procedimento torta di meleFASE 2: L’IMPASTO

Frullate con il minipimer o il robot le mele (solo la parte che avevate lasciato a grossi pezzi) insieme all’olio, fino a ottenere una crema. Trasferite il composto nel contenitore rotondo e aggiungete i dolcificanti. Mescolate bene con lo sbattitore elettrico. Aggiungete quindi le farine, la vanillina, il lievito e mescolate bene.
Ora aggiungete al vostro composto l’Aquafaba montata a neve, versandola poco alla volta e mescolandola delicatamente dal basso verso l’alto con un cucchiaio di legno.
Versate tutto nella tortiera, già unta di olio e infarinata (farina di riso). Aggiungete ora le mele tagliate a fettine sottilissime, immergendole nell’impasto ma cercando di lasciarle in piedi. Spingetele verso il fondo della tortiera delicatamente con le dita.

FASE 3: LA COTTURA DELLA TORTA DI MELE

Nel forno già caldo a 170° C (meglio in modalità statica, non ventilata) mettete a cuocere la vostra torta di mele impossibile per circa 50 min (1h max). Fate la prova dello stecchino alla fine.
Lasciatela raffreddare completamente prima di sformarla. Cospargetela di zucchero a velo (potete prepararlo anche voi a casa, partendo dallo zucchero semolato o anche con l’eritritolo, frullandolo molto finemente).

CONSERVAZIONE

A temperatura ambiente: 3 giorni

In frigorifero: 1 settimana.

La fine delle feste per i nostri amici a quattro zampe

IL TORINESE… CON LA CODA

Se l’Epifania tutte le feste porta via, facciamo un riassunto di quelli che sono stati i principali problemi dei nostri amici a quattro zampe durante le feste.
Abbiamo parlato della paura dei botti e di come affrontarli, ma c’è un’altra problematica che ha riempito i pronto soccorso veterinari durante le vacanze natalizie: le gastroenteriti, ovvero l’infiammazione di stomaco e intestìno.
La principale causa è stata quella di aver mangiato cibo non appropriato. Qualcuno ha rubato il panettone, o il cotechino, qualcuno, peggio ancora il cioccolato.
Il fatto di mangiare cibo non adatto, e i nostri dolci lo sono, può provocare sintomi come vomito, diarrea e, nei casi più gravi, vere e proprie intossicazioni.
Se il cane, o il gatto, è un soggetto adulto, è vigile e reattivo, la terapia sarà molto probabilmente solo farmacologica, con farmaci che disinfiammano l’intestino, dieta e fermenti lattici.
Se invece, il soggetto è un cucciolo, o un animale anziano, e si presenta non reattivo e abbattuto, è facile che si prescriva il ricovero in una struttura veterinaria. Peggio ancora se l’animale risulta intossicato.
Ricordate sempre che il cioccolato a certe dosi infiamma, ma ad alte dosi può essere letale.
Le feste sono quasi finte e da lunedì saremo tutti a dieta, non sarebbe una cattiva idea far fare un po’ di detox anche ai nostri amici!
Dott.ssa Federica Ferro
Dott. Stefano Bo

Con le scarpe tutte rotte

Chi ha paura delle masche?
Le storie spesso iniziano là dove la Storia finisce
Folletti e satanassi, gnomi e spiriti malvagi, fate e streghe, questi sono i protagonisti delle leggende del folcklore, personaggi grotteschi, nati per incutere paura e per far sorridere, sempre pronti ad impartire qualche lezione. Parlano una lingua tutta loro, il dialetto dei nonni e dei contadini, vivono in posti strani, dove è meglio non avventurarsi, tra bizzarri massi giganti, calderoni e boschi vastissimi. Mettono in atto magie, molestie, fastidi, sgambetti, ci nascondono le cose,sghignazzano alle nostre spalle, cambiano forma e non si fanno vedere, ma ogni tanto, se siamo buoni e risultiamo loro simpatici, ci portano anche dei regali. Gli articoli qui di seguito vogliono soffermarsi su una figura della tradizione popolare in particolare, le masche, le streghe del Piemonte, scontrose e dispettose, mai eccessivamente inique, donne magiche che si perdono nel tempo e nella memoria, di cui pochi ancora raccontano, ma se le loro peripezie paiono svanire nei meandri dei secoli passati, esse, le masche, non se ne andranno mai. Continueranno ad aggirarsi tra noi, non viste, facendoci i dispetti, mentre tutti fingiamo di non crederci, e continuiamo a “toccare ferro” affinchè la sfortuna e le masche, non ci sfiorino. (ac)
***
 
Con le scarpe tutte rotte
.
«La Befana vien di notte
con le scarpe tutte rotte
con le toppe alla sottana
viva viva la Befana!»
.
Le streghe non esistono e non ci piacciono, ma una di esse, in un momento particolare dell’anno, la aspettiamo con benevolenza, e lasciamo per lei sulla finestra una tazza di the e del latte caldo con biscotti, in modo che possa ristorarsi durante i suoi viaggi notturni. E’ la “Befana”.  Il termine “Befana” deriva da una corruzione lessicale di “Epifania”, attraverso “bifanìa” o “befanìa”. Figura del folklore italiano, essa è conosciuta principalmente nelle nostre regioni settentrionali e centrali, tuttavia col passare del tempo si è andata diffondendo in tutta la penisola. Meno nota nel resto del mondo. Secondo la tradizione, si tratta di una donna molto anziana, che, nella notte tra il 5 e il 6 gennaio, viaggia a cavallo di una logora e antiquata scopa e va a far visita ai bambini, portando dolcetti e caramelle a quelli che sono stati buoni durante tutto l’anno, e carbone e aglio a coloro che, invece, si sono comportati male. Le origini di tale festività vanno ricercate in epoche lontane, probabilmente da considerare in stretta connessione con i riti propiziatori pagani, legati al susseguirsi delle stagioni e attinenti alla sfera dell’agricoltura. Queste abitudini vennero ereditate e assimilate dai Romani, i quali, associando tali rituali al proprio calendario, celebrarono il collegamento tra l’anno solare, il solstizio invernale e la ricorrenza del “Sol Invictus”, “Il Sole invitto”, ossia la “rinascita” del sole quando la durata del giorno incominciava ad aumentare e a prolungarsi. 
Secondo altre fonti, invece, la Befana è da riferirsi alla antica dea Diana, protettrice della natura e dei boschi, e collegata ai riti di fertilità nei campi: moltitudini di figure femminili in volo aleggiavano sui campi, benedicevano il terreno, facendo sì che i raccolti fossero abbondanti e generosi. Vi sono studiosi che associano la festività della Befana ad un altro culto romano, che si svolgeva in inverno in onore delle divinità di Giano e Strenia, (“Strenia” è termine connesso con “strena”, voce latina che significa “strenna, dono augurale”), durante il quale era uso scambiarsi dei doni. Nel IV secolo d.C. la Chiesa di Roma condannò i riti e le credenze pagane, tuttavia gran parte della popolazione faticò a staccarsi dalle proprie usanze, e trovò l’escamotage di “far finta” di dimenticarsi della natura stregonesca dell’anziana signora e sottolineandone invece le caratteristiche di generosa bonarietà.   Fu il Vescovo Epifanio di Salamina (315-403 d.C.) a recuperare l’antica simbologia numerica pagana, proponendo di fissare la data dell’Epifania nella dodicesima notte dopo il Natale. Esiste anche una versione cristianizzata della leggenda: si narra che i Re Magi, diretti a Betlemme per portare i doni al Bambino Gesù, persero la strada e chiesero allora aiuto ad una anziana donna, che rispose gentilmente con precise indicazioni. I Magi, per ringraziare la vecchietta della cortesia, la invitarono ad andare con loro a far visita al piccolo Gesù, ma lei rifiutò e non li seguì. Si racconta che poco dopo la donna si pentì della decisione presa e provò a mettersi alla ricerca dei Magi che aveva soccorso, ma, non trovandoli, iniziò a fermarsi in ogni casa, lasciando doni ai bambini, nella speranza che uno di quelli fosse il piccolo Gesù. La strega buona continuò a “volare” anche in epoca fascista: nel 1928, infatti, il regime introdusse la festività della “Befana Fascista”, (nota anche con l’appellativo di “Befana del Duce”), giorno in cui si distribuivano regali ai bambini delle classi più povere. 
L’anziana signora riuscì a scampare alle innominabili brutture delle Guerre Mondiali, ma non poté dimenticare la malvagità degli uomini, così, ancora oggi, si dimostra scontrosa e antipatica nei confronti degli adulti, al contrario è amorevole e premurosa con i bambini. A motivo dell’estrema gentilezza con cui essa si pone nei confronti dei più piccoli, questi ultimi non rimangono intimoriti dal suo brutto aspetto; essa è vecchia, rugosa, con pochi denti e con un naso prominente, tutta curva sul manico di scopa. Il freddo pungente dell’inverno la costringe a ripararsi con lunghi gonnelloni, lisi e rattoppati con pezze di colore sgargiante; indossa calzettoni pesanti contro il gelo e scarpe comode e scollate, sulle spalle ingobbite ha sempre uno scialle di lana pesante e colorata, talvolta ha anche un mantello svolazzante: se fa freddo per strada, figuriamoci in volo! Alla fine della storia l’unico mistero che rimane da risolvere è in che rapporti siano Babbo Natale e la Befana, perché alcuni li vogliono parenti, altri acerrimi nemici, in quanto l’ormai vestito di rosso signore con la barba sembra spettegolare sul conto della donna, assicurando che l’unico vero portatore di regali sia lui, e non quella “vecchia Befana”.L’eterno battibecco tra uomini e donne non trova pace, anche tra le figure del folklore gli uomini si impuntano e alzano la voce, ma le donne continuano imperterrite nelle loro faccende.
Alessia Cagnotto

Rivoli, il 6 la Festa della Befana

Pomeriggio di divertimento in piazza San Rocco. A causa del previsto maltempo la festa della Befana è spostata al 6 gennaio

Ultimi giorni anche per visitare il Villaggio di Babbo Natale di Rivoli

Mentre la città festeggia fino a domenica 7 gennaio la ventesima edizione de Il Villaggio di Babbo Natale, Rivoli si prepara ad accogliere una grande festa in onore della Befana. Inizialmente in programma per venerdì 5 gennaio, visto il previsto maltempo, si svolgerà sabato 6 gennaio.

Sabato 6 gennaio, quindi, in piazza San Rocco, dalle 16,30, sono in programma animazione e merenda alla Casa della Befana con la presenza di alcune befane in moto. Poco dopo, alle 17, è prevista la tradizionale accensione del falò.

           Sono anche gli ultimi giorni per divertirsi al Villaggio di Babbo Natale di Rivoli in piazza Martiri e piazza Portici, con la casa di Babbo Natale, la pista di pattinaggio, le casette per la merenda e tanto altro, aperto fino a domenica 7 gennaio. Nei giorni feriali apertura 15-19, sabato e domenica anche 10-13.

           La festa della Befana, a cura dell’associazione commercianti e artigiani San Rocco, è infatti inserita nel calendario de Il Villaggio di Babbo Natale di Rivoli organizzato da TurismOvest, con il contributo della Città di Rivoli e la collaborazione di numerose realtà del territorio.