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Danni dei temporali estivi: la Regione chiede 40 milioni

grattacieloOccorre rivedere al più presto le regole generali con cui si fa tutela del territorio, perché tra pochi mesi celebreremo il triste ventennale dell’alluvione del 1994: un evento che ha messo in ginocchio il nostro territorio che  si è rialzato più forte e preparato di prima

 

Atteso dal governo il riconoscimento dello stato di calamità per gli eventi temporaleschi che hanno colpito il Piemonte tra i mesi di giugno e agosto di quest’anno.Dopo la richiesta avanzata dal presidente Chiamparino al presidente del Consiglio Renzi e al Capo della Protezione Civile Gabrielli, nella quale si evidenziano i danni subiti, non solo dalle opere pubbliche ma anche dai privati, la Regione Piemonte si è attivata nel calcolare una stima il più attendibile possibile degli oneri a proprio carico e a carico delle province. La valutazione, comprendente gli interventi per la maggior parte legati al ripristino della viabilità, si assesta sui 40milioni di euro, escludendo, al momento, i danni accorsi ai privati, ancora di incerta stima.L’analisi dettagliata dell’ARPA Piemonte ha permesso di classificare il mese di luglio 2014 quale il più piovoso degli ultimi 60 anni, raggiungendo una media pluviometrica di circa due volte superiore rispetto ai parametri di riferimento (periodo compreso tra il 1971 e il 2000).Quello delle precipitazioni non è tuttavia l’unico record battuto.

 

Infatti, sempre il mese di luglio ha registrato le temperature più rigide mai registrate nello stesso periodo negli ultimi 57 anni.Traguardi negativamente analoghi sono stati raggiunti nel mese di agosto, senza che si desse tregua a una regione colpita a 360 gradi da frane, smottamenti e allagamenti.Tra le zone maggiormente sofferenti e che hanno necessitato di un monitoraggio massiccio del Protezione Civile regionale, nonché dell’intera macchina di pronto intervento coadiuvata dal sistema dell’Anti Incendi Boschivi, si possono menzionare il comune di Pallanzeno (VB), i comuni di Cerrione, Sandigliano e Soprana (BI), Dronero, Bernezzo, Caraglio, Caramagna Piemonte, Piozzo e Revello (CN), Orba e Ovada (AL), i Comuni pedemontani del pinerolese, i comuni di Lanzo, Ceronda, Casternone, Caravino, Cafasse e Casalborgone (TO) e il chivassese; quest’ultimo colpito, l’8 agosto, da una tromba d’aria che ha scoperchiato case e creato notevoli danni alla viabilità e al servizio di erogazione dell’energia elettrica.

 

“La Regione Piemonte non si è trovata impreparata di fronte a eventi del tutto inconsueti, come registrano gli annuari dell’ARPA” – spiega l’assessore all’ambiente, difesa del suolo e protezione civile, Alberto Valmaggia – “Siamo riusciti a evitare danni alle persone, alle abitazioni e alle opere pubbliche in misura ben maggiore di quanto sarebbe potuto avvenire se questo territorio non disponesse di un servizio di protezione civile e di un sistema di monitoraggio ambientale invidiabile in tutto il Paese”.“Tuttavia, lo sforzo della Regione a sostegno delle Province e dei Comuni che, non dimentichiamo, con risorse a volte risibili, riescono a compiere vere e proprie imprese a tutela dei propri cittadini, da solo non basta” – prosegue l’assessore Valmaggia – “La richiesta al Governo del riconoscimento dello stato di calamità deve ottenere un’immediata risposta. Non dimentichiamoci, inoltre, che fra le tante denunce che giungono dal territorio, c’è anche quella dei Comuni che, forti di disponibilità di cassa che potrebbero essere utilizzate per opere a tutela del territorio, si trovano nell’impossibilità di impiegare le stesse a causa dei vincoli del patto di stabilità.

 

Occorre rivedere al più presto le regole generali con cui si fa tutela del territorio, perché tra pochi mesi celebreremo il triste ventennale dell’alluvione del 1994; un evento che ha messo in ginocchio il nostro territorio, ma che tuttavia si è rialzato più forte e preparato di prima, grazie a misure di pronto intervento e alla realizzazione di opere pubbliche di cui questa regione non può che andare fiera. Sarà proprio in quell’occasione che le rappresentanze del territorio, in primis la Regione, si faranno da portavoce di tutti i cittadini piemontesi per chiedere allo Stato di non essere lasciati soli nella difesa del proprio suolo e dei suoi cittadini. Perché se tanto è stato fatto da quel triste autunno di vent’anni fa, ancora tanto rimane da fare, e non possiamo più permetterci di trovaci timorosi di fronte a aventi come quelli appena verificatisi”.

 

(www.regione.piemonte.it) Foto: il Torinese

Il cuore intelligente di Torino Spiritualità

salvario chiesa2Presentata in Commissione Cultura a Palazzo Civico la decima edizione della manifestazione

 

Il presidente del Circolo dei Lettori, Luca Beatrice, ha presentato durante una seduta della Commissione Cultura presieduta da Luca Cassiani, l’edizione 2014 di Torino Spiritualità in programma dal 24 al 28 settembre. Giunta alla sua decima edizione, la rassegna coordinata come sempre dal Circolo dei Lettori, partendo dall’affermazione di Nelson Mandela che “Una buona testa e un buon cuore sono sempre una combinazione formidabile” propone quale filo conduttore dei cinque giorni di dibattito “Il cuore intelligente”.

 

Con l’auspicio di migliorare il buon risultato di pubblico del 2013, oltre 45mila le presenze registrate, il programma di Torino Spiritualità offre quest’anno 140 incontri con il coinvolgimento di 35 associazioni e la partecipazione di 150 ospiti. Fra questi spiccano il sociologo e filosofo polacco Zigmunt Bauman, a cui si deve tra l’altro la definizione “modernità liquida” e Shin Dong-hyuk, fuggito da un campo di prigionia della Corea del Nord e che ha raccontato l’impresa in un libro, “Fuga dal Campo 14, Codice 2014”, convincendo le Nazioni Unite ad aprire un’inchiesta sulle condizioni dei campi di prigionia del Paese asiatico.

 

Quaranta i luoghi interessati dagli eventi che, per la prima volta, usciranno dal centro città per approdare anche nei quartieri periferici. Prevista inoltre, sabato 27, una notte bianca della Spiritualità a San Salvario con l’intento di portare torinesi e turisti alla scoperta dei diversi luoghi di culto che rappresentano la varie anime religiose della nostra città. Nel quartiere San Salvario sono infatti presenti alcune chiese cattoliche, la Sinagoga, il Tempio Valdese e la Moschea di via Saluzzo.

 

Un avvenimento importante e di successo”, ha affermato al termine dell’incontro il presidente della commissione Cultura, Luca Cassiani. Che ha poi concluso il suo intervento plaudendo all’iniziativa della notte bianca: “Penso che la notte bianca a San Salvario, quale momento di riflessione che coinvolge le comunità religiose di Torino, rappresenti un esempio di come la Città intenda affrontare il tema dell’integrazione, delle differenze di cultura e di religione, di storia e di spiritualità che animano il territorio”.

 

(ML) – Ufficio stampa Consiglio comunale – www.comune.torino.it

(Foto: il Torinese)

L’umorismo è una cosa seria. Parola di Aloi

Tra le esposizioni promosse attraverso il Pennino citiamo quella su Bruno Bozzetto e i 50 anni di cartoni animati, la mostra sul mitico e surreale Jacovitti, Dalla Storia alla satira, la raccolta di vignette da tutto il mondo sui dieci anni di Euro, Pertini in caricatura

 

vignetta

L’umorismo è una cosa seria. Basta collegarsi al sito del Pennino, del vignettista-editore torinese Dino Aloi, (classe 1964) per capire che è proprio così. Il Pennino è una casa editrice che opera da più di vent’anni e che, naturalmente, non poteva non sbarcare sul web. Aloi, che in passato fu vignettista del glorioso Radiocorriere Tv, da anni cura l’organizzazione di mostre storiche dedicate all’umorismo. Dispone di uno straordinario archivio di vignette a partire dal 1848.

 

Tra le esposizioni promosse attraverso il Pennino citiamo quella su Bruno Bozzetto e i 50 anni di cartoni animati, la mostra sul mitico e surreale Jacovitti, Dalla Storia alla satira, la raccolta di vignette da tutto il mondo sui dieci anni di Euro (nella foto), Pertini in caricatura. E ce ne sono ancora una miriade, tutte meritevoli di riscontro. Il sito propone una galleria fotografica ricchissima sulle mostre tenutesi nel corso degli anni e una carrellata di video e notizie sulle principali iniziative incentrate sull’umorismo.

 

www.ilpenninodinoaloi.it

Coscienza culturale, ecco lo stato dell’Arte

In questi ultimi anni la città ha sofferto – specchio del proprio Bel Paese – di una crisi economica e di valori che sembra aver spazzato via non solo i finanziamenti, ma anche le professionalità capaci di dar vita a nuovi progetti e sostenere con passione questo ambiente

 

vitrineTorino nel 2014 è una città rinomata nel panorama artistico nazionale e sempre più coinvolta in quello  internazionale. Non che sia una fama recente, anzi, è risaputo che in quanto culla e biberon dell’Arte povera prima e di grandi magnati dell’arte moderna e contemporanea in seguito, ha ingranato nel tempo una marcia in più, soprattutto nel circuito dell’arte contemporanea. Basti pensare ai fiori all’occhiello della città, a cominciare da eventi come Artissima, dalle grandi istituzioni come la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo e il Castello di Rivoli, dai progetti curati nel tempo come le Luci d’artista, solo per citarne alcuni. E continua a crescere  attraverso una vasta rete di professionisti dell’arte – probabilmente meno nota al grande pubblico, ma molto stimata dagli addetti ai lavori – che opera sotto forma di giovani artisti e gallerie d’arte, laboratori, residenze d’artista e realtà emergenti per la promozione della cultura nella nostra Torino.

 

In questi ultimi anni però la città ha sofferto – specchio del proprio Bel Paese – di una crisi economica e di valori che sembra aver spazzato via non solo i finanziamenti, ma anche le professionalità capaci di dar vita a nuovi progetti e sostenere con passione questo ambiente. Sono tante le realtà torinesi – ad esempio alcune storiche gallerie d’arte – che hanno dovuto ridimensionare oppure rivitalizzare i propri spazi e le proprie esposizioni, per non dover dichiarare la resa. Ed ecco che questa spinta, per chi è riuscito a sfruttarne l’effetto propulsivo, ha creato nuovi contesti e coalizioni, in lotta contro l’idea che l’arte e la cultura non producano benessere e non abbiano un peso sulla nostra economia e su di una prossima ripresa. Queste alleanze risultano particolarmente stimolanti quando nascono da una mescolanza di generi, per citarne alcuni le rassegne di video d’artista e danza contemporanea (Video.it), i festival di arti visive e performative dedicati al cibo (Play with food), i momenti di comunione di intenti legati a eventi come Torino capitale dello sport nel 2015 (Galleria d’arte moderna e contemporanea e Juventus Museum), che propongono un dialogo tra due diverse realtà.VENARIA NOTTE

 

Partendo da questi spunti e andando anche oltre il panorama artistico, è così che dovremmo iniziare a rivedere il quadro generale della situazione, ovvero con nuovi occhi. Dovremmo pensare alla nostra città come ad un “distretto culturale”, che si colloca – così come le altre città italiane – in un Paese in difficoltà che non ha iniziative e mezzi per prendersene cura. Ogni “distretto” dovrebbe assumersi la responsabilità diretta della produzione di stimoli e di spazi emergenti che si facciano attivatori del pensiero e delle sue capacità di concepire nuove realtà e nuove forme di consumo. Illustri economisti della cultura, quali il torinese Walter Santagata, hanno espresso e motivato dettagliatamente quanto la cultura sia una risorsa fondamentale alla base dello sviluppo del distretto, poichè la libera circolazione delle idee, unita alla volontà comune, induce ad uno sviluppo orientato all’investimento continuo.

 

SANDRETTOQuindi, se lavorassimo sulla coscienza culturale della città, che è un bacino di idee, progresso e sviluppo paragonabile all’innovazione tecnologica, frutto a sua volta della spinta generata dalla ricerca, forse potremmo attivare l’economia del nostro territorio proprio attraverso la sua associazione a tutto ciò che è cultura in Italia. Le basi per un approccio di questo tipo sono da generarsi sul presupposto di una risposta da parte degli abitanti del “distretto”, che tuttavia è incoraggiante. Prendendo in esame i dati relativi l’abbonamento Torino Musei si evince come nel 2013 la tessera che permette l’ingresso a circa 200 musei che fanno parte del circuito sia stata acquistata ed utilizzata da quasi 90.000 abbonati, con un incremento del 3% rispetto al 2012 e del 45% rispetto al 2010, per un totale di quasi 640.000 visite effettuate nel corso dell’anno. La via è stata tracciata nella storia dalle eccellenze della nostra città, indicata da professionisti e ampliata dall’entusiasmo dai consumatori, amanti delle arti e del teatro, della danza e della musica, del design e dell’artigiano. Ora non resta che percorrerla.

 

Benedetta Bodo di Albaretto

 

La vita, una commedia variegata recitata dall’uomo

Negli articoli che seguiranno parleremo di magia, religione e famiglia in realtà completamente diverse dalla nostra, e vi dimostreremo come non esista UNA realtà , ma tante realtà

 

antropologia

A chi non capita di svegliarsi al mattino, ascoltare la cronaca delle violenze casalinghe e delle guerre al telegiornale e chiedersi angosciato “cosa sta succedendo al genere umano? ”  Si avverte, dalle chiacchiere al supermercato ai giornali, fino agli allarmati  talk show televisivi, una  sensazione diffusa di pessimismo e preoccupazione per le sorti dell’umanità, come se improvvisamente si fosse  risvegliato un mostro ancestrale in tutti noi. In realtà la violenza non è un fatto di oggi né di ieri, è solo cambiata la velocità dell’informazione, che non corre più su un cavallo, un filo del telefono, ma giunge su un rapidissimo e implacabile  click.

 

Le pulsioni improvvise, i comportamenti rituali, le deviazioni,  la famiglia, la religione, i miti, sono da anni campo di studio dell’antropologia, che cerca attraverso di essi di dare una risposta ai più grandi interrogativi dell’essere umano.

 

Ma che cos’è l’antropologia? Antropologia significa, letteralmente, “studio del genere umano” (dai termini della lingua greca ànthropos e lògos).

 

Ci sono molti rami dell’antropologia , disciplina nata con L.H. Morgan (1818-1881) ed E.B. Tylor (1832-1917), ma quando se ne parla in generale ci si riferisce alle  discipline demo-etno-antropologiche.

 

Queste studiano gli aspetti socio-culturali come i comportamenti, la religione , gli usi e i costumi, gli schemi di parentela, le leggi e istituzioni politiche, le ideologie : è una materia affascinante ma decisamente complessa.

 

Per questo, quando si interpella in televisione l’esperto antropologo, e si cerca di fargli condensare in poche parole il “perché” di gesti efferati e brutali, si rischia di rimanere  delusi da una risposta che non può esaurirsi all’interno di un discorso. E’ caratteristica peculiare dell’antropologia il suo essere complessa, composita,  e non potrebbe essere altrimenti, visto l’ambito immenso di cui si occupa, l’essere  umano.

 

Studiandone i comportamenti in realtà diversissime, dalla periferia della metropoli al villaggio sperduto dell’Africa profonda, l’antropologo non  dimentica mai  che l’uomo  è inserito in un contesto sociale e culturale  ed è all’interno di esso che nasce, si forma e agisce, come attore di una commedia variegata che è la vita stessa.

 

Negli articoli che seguiranno parleremo di magia, religione e famiglia in realtà completamente diverse dalla nostra, e vi dimostreremo come non esista UNA realtà , ma tante realtà, e come ha affermato il professor Remotti, fondatore del corso di laurea di Antropologia culturale ed etnologia di Torino,

 

“Ogni società ha da fare i conti con l’alterità; ogni società avverte entro di sé – in modo segreto e problematico – una sorta di ferita, di apertura, di breccia. Se anche fa di tutto per avvolgersi nella propria identità, rimane incancellabile il sospetto, al fondo persino la certezza, che la propria forma di umanità (la propria identità) non è la sola… Vi è tensione tra identità e alterità: l’identità si costruisce a scapito dell’alterità, riducendo drasticamente le potenzialità alternative; è interesse perciò dell’identità schiacciare, far scomparire dall’orizzonte l’alterità. La tesi che si vuole sostenere è che questo gesto di separazione, di allontanamento, di rifiuto e persino di negazione dell’alterità non giunge mai a un suo totale compimento”.

 

(Citazione tratta da  Contro l’identità, Francesco Remotti, editore Laterza)

 

Federica Billone

 

Radio e Tv più trasparenti con il nuovo sito Corecom

corecomCon l’estate arriva un’importante novità per il sito del Consiglio regionale del Piemonte

 

Le pagine dedicate al Comitato regionale per le comunicazioni del Piemonte (Corecom) assumono una loro autonomia e cambiano veste. Da oggi è, infatti, attivo il sottodominio corecom.cr.piemonte.it, creato per rendere più facile e veloce la ricerca dei servizi offerti dal Corecom sui motori di ricerca. Le informazioni veicolate vengono indicizzate meglio, proprio come per i siti autonomi, mantenendo, in aggiunta, il collegamento con le numerose informazioni offerte sullo spazio web dell’Assemblea piemontese.

 

La nuova homepage dà spazio alla grafica e pone al centro di tutto un video che descrive in un minuto e mezzo cos’è il Corecom, perché si può contattare e dove si trova la sua sede. Ruotano intorno le informazioni principali: chi siamo, cosa facciamo e comunicazione. Tra i servizi offerti (gratuitamente) al cittadino, quello più utilizzato è quello delle conciliazioni, strumento per la risoluzione delle controversie tra utenti e operatori della comunicazione. Grazie a un menu ad ancore ora è più semplice avere tutte le informazioni sul servizio, trovare le risposte alle domande più frequenti poste dagli utenti, capire quando si svolgono le udienze. In questa pagina si trova il link al Catalogo digitale dove dal mese di luglio è possibile compilare online i moduli per attivare il servizio. 

 

La sezione “Cosa facciamo” offre una panoramica completa delle attività del Corecom: non solo conciliazioni e controversie, ma tutela dei minori, monitoraggio di quanto trasmesso da radio e tv locali, diritto di rettifica, vigilanza sui sondaggi pubblicati, compilazione del registro degli operatori di comunicazione, esame delle richieste di accesso ai programmi Rai e verifica della par condicio. 

 

Ricca la sezione “Comunicazione” con video, notizie e pubblicazioni. Tra queste ora anche il volume che ha avuto un importante successo, il vademecum che aiuta i genitori a capire Facebook e a non smarrire i propri figli online.

 

(www.cr.piemonte.it)

San Sebastiano Po, trekking in sella

 

Fitta serie di appuntamenti della Festa del Po delle Colline, previsti per i mesi di settembre ed ottobre

PO COLLINA

Il Parco del Po e della Collina Torinese, in collaborazione con i Comuni di Brusasco, Cavagnolo, Chivasso, Castagneto Po, Crescentino, Lauriano, Monteu Da Po, San Sebastiano Da Po, Verolengo, Verrua Savoia, il Parco del Po vercellese-alessandrino e dell’Orba e la Fondazione Eugenio Piazza Verrua Celeberrima, organizza, sabato 6 e domenica 7 settembre,  la seconda edizione della Festa del Po delle Colline, nel territorio del Chivassese.

 

La fitta serie di appuntamenti della Festa del Po delle Colline, previsti per i mesi di settembre ed ottobre, sarà inaugurata proprio dal trekking a cavallo di due giorni. La proposta del trekking a cavallo consentirà agli amanti di questo splendido animale di scoprire angoli del parco e del territorio del Po delle Colline inaspettati e talvolta non visibili se non a cavallo. Il trekking a cavallo sarà condotto e curato da personale dell’Ente Parco ed avrà partenza e arrivo presso gli impianti sportivi di San Sebastiano Da Po.

 

Pranzi al sacco, cena, trasporto e foraggiamento dei cavalli sono a carico dei partecipanti. Il percorso è di circa 40 km ed adatto a cavalli e cavalieri allenati. Prenotazione obbligatoria e informazioni al 3292505570 (Sergio Abena), entro il 1 settembre. Info: www.collinapo.it. Gli altri appuntamenti della Festa del Po delle Colline www.parchipocollina.to.it/man.php

 

(www.regione.piemonte.it) foto: il Torinese

 

Il saluto di Papa Francesco al Sinodo Valdese

VALDESI«Nonostante le tante difficoltà, vogliamo affrontare i problemi che ci stanno di fronte con la gioia e la gratitudine a cui ci richiama la Parola di Dio», ha dichiarato il pastore Eugenio Bernardini, moderatore della Tavola valdese

 

Il messaggio di Papa Francesco che esprime  la sua “vicinanza spirituale” è giunto  al Sinodo delle comunità valdesi e metodiste in Italia in corso a Torre Pellice. Il pontefice “prega il Signore di concedere a tutti i cristiani di progredire nel cammino verso la piena comunione, per testimoniare il Signore Gesù Cristo ed offrire la luce e la forza del suo vangelo agli uomini e alle donne del nostro tempo”. Le parole del papa arrivano tramite la lettera del segretario di Stato del Vaticano, cardinale Pietro Parolin, inviata come messaggio di saluto ai lavori del Sinodo

 

 

Si è aperto l’annuale Sinodo delle chiese metodiste e valdesi che si tiene, secondo tradizione, alla Casa Valdese di Torre Pellice. I 180 delegati di chiese, una metà pastori e una metà laici, si riuniscono per i lavori sinodali dal 24 al 29 agosto.

 

I temi che la Tavola valdese presenta al Sinodo riguardano la vita delle chiese, la valutazione del nuovo lavoro avviato negli anni scorsi, la formazione pastorale, il cammino dell’essere chiesa insieme, la diaconia, il progetto della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei) Mediterranean Hope e il lancio di un quotidiano online da affiancare al settimanale cartaceo Riforma.

 

«Nonostante le tante difficoltà, vogliamo affrontare i problemi che ci stanno di fronte con la gioia e la gratitudine a cui ci richiama la Parola di Dio», ha dichiarato il pastore Eugenio Bernardini, moderatore della Tavola valdese. A dare il via all’appuntamento del protestantesimo storico italiano un culto il 25 agosto alle 15.30 nel tempio di Torre Pellice, con predicazione di Claudio Pasquet.

 

Precedono i lavori dell’assemblea un pre-sinodo delle donne sabato 23 organizzato dalla Federazione donne evangeliche in Italia (Fdei) sul tema “Costruire nuove relazioni” e un pre-sinodo dei giovani organizzato dalla Federazione giovanile evangelica in Italia intitolato “Il nuovo, l’occulto e l’ignoto. Imparare a conoscere e condividere nella mediazione”.

 

(Fonte: www.evangelici.net)

Dove il vento incrocia le stelle

perdonVerso “campus stellae”, Compostela, citta’ che sorse a seguito del ritrovamento delle spoglie dell’apostolo Giacomo il Maggiore

 

Ecco il resoconto di una nuova tappa del Cammino di Santiago, compiuta dalla nostra collaboratrice Anita

 

Lasciata alle spalle Pamplona e’ l’Alto del Perdon ad accogliere il pellegrino dopo chilometri immersi in distese di girasoli.

 

Su questa altura di circa 735 metri  sagome di ferro illustrano i fedeli in cammino. “Dove si incrocia il cammino del vento con quello delle stelle” recita una frase incisa.

 

In effetti all’orizzonte i mulini lavorano incessantemente e sembrano spingere il pellegrino verso “campus stellae”, Compostela, citta’ che sorse a seguito del ritrovamento delle spoglie dell’apostolo Giacomo il Maggiore  e secondo la leggenda, indicate dagli astri all’eremita Pelayo nell’813.

 

Dall alto del Perdon il pellegrino per la prima volta può vedere il percorso intrapreso e che attraversa ora la Navarra.

 

(continua)

A Pamplona nella cattedrale di Esteban

pamplonaLa patrona della città e’ la Vergine del Cammino, a significare l’importanza di questo centro urbano nel percorso verso Santiago

 

Pubblichiamo una nuova tappa del Cammino verso Santiago de Compostela, intrapreso dalla nostra collaboratrice Anita.

 

Pamplona e’ la prima vera città che il pellegrino incontra nel suo cammino.

 

Capitale della Navarra, fondata da Pompeo Magno nel 75 a.c. circa viene ricordata per la corsa dei tori durante la festa di san Firmino.

 

In effetti il santo e’ presente ovunque lo sguardo si volga ma la patrona della città e’ la Vergine del Cammino, a significare l’importanza di questo centro urbano nel percorso verso Santiago.

 

La cattedrale e’ un piccolo gioiello alla cui realizzazione contribuì anche il maestro Esteban, architetto di quella di Santiago.

 

L’originale struttura romanica fu distrutta in un incendio nel 1390 ed oggi si presenta in gotico. Splendidi esemplari di questo stile sono le tombe di Carlo III e di Leon de Trastamara ivi custodite. 

 

Anita