ECONOMIA E SOCIETA'- Pagina 673

“Anche io sono la protezione Civile“

alpini caselleUn’esperienza di vita sana ed educativa per tutti: i giovanissimi apprenderanno il lavoro dei Vigili del Fuoco, della Protezione Civile e degli Alpini

Dal 27 Giugno al 3 Luglio  l’ Associazione Nazionale Alpini – sezione di Torino, presidente Gianfranco Revello, in collaborazione con il Gruppo Alpini ed il Comune di Caselle Torinese, organizza “Anche io sono la protezione Civile“, un campo scuola riservato alle classi prime e seconde delle medie. Presso il Prato Fiera, le giornate inizieranno con l’alza bandiera dove si canterà l’inno Italiano – come si usa fare nella tradizione alpina –  e si concluderanno con l’ammaina bandiera. I ragazzi dormiranno nelle tende e svolgeranno tutte le attività che abitualmente si svolgono in questi campi scuola. All’ appuntamento parteciperanno trentacinque alunni, suddivisi in cinque squadre che saranno intitolate alle altrettante divisioni alpine, in  un’esperienza di vita sana ed educativa per tutti: i giovanissimi apprenderanno il lavoro dei Vigili del Fuoco, della Protezione Civile e degli Alpini e, avranno l’opportunità di dimostrare a noi adulti che si può parlare di cose importanti divertendosi.

Indennizzi decreto banche non assoggettabili a imposizione fiscale

marino mauro«Gli indennizzi previsti dal decreto banche non sono assoggettabili ad alcuna imposizione fiscale» afferma il senatore Mauro Maria Marino, Presidente della Commissione Finanze e tesoro che prosegue «L’importante chiarimento sul regime fiscale degli indennizzi ricevuti dai detentori delle obbligazioni subordinate della banca Etruria, Cariferrara, Carichieti e Banca Marche è venuto da parte del Vice Ministro Zanetti in Commissione. Si tratta di una questione continua Marino che conferma la bontà di non introdurre emendamenti su tale punto, poiché è esclusa in radice, data la natura risarcitoria del danno subito dai risparmiatori, la imposizione fiscale. Le ipotesi di tassazione per investimenti effettuati da un imprenditore nell’ambito della propria attività di impresa hanno un valore puramente teorico. Auspico quindi conclude Marino che l’interrogazione svolta possa costituire la base per le istruzioni che verranno fornite dall’Agenzia delle Entrate».

 

Il Valore sociale della vendita

Non vogliamo esprimere giudizi, ma solo evidenziare il fil rouge che unisce tutte WEB AGRIle possibili affermazioni e cioè “Vendere significa comunicare per generare azioni”

di Antonio De Carolis

(Presidente Club Dirigenti Vendite & Marketing)

www.cdvm.it

La vendita è quella cosa che tutti fanno dalla nascita e che spesso neghiamo di fare. Ma cosa significa vendere?

Ognuno di noi potrebbe dare una risposta diversa e probabilmente si muoverebbe tra le accezioniDe-Carolis positive quali: “trasferire qualcosa a qualcun ‘altro” e “offrire qualcosa dietro un compenso” a quelle più negative come: “Convincere qualcuno a fare qualcosa anche se non vuole farlo“ oppure ”Far comprare ad altri qualcosa che vogliamo vendere”.
Non vogliamo esprimere giudizi, ma solo evidenziare il fil rouge che unisce tutte le possibili affermazioni e cioè “Vendere significa comunicare per generare azioni”.

La vendita, infatti, stimola azioni da parte del mercato e, tutte le aziende, grazie alla forza ed alla credibilità del proprio brand generano comportamenti diversi in funzione di ciò che, attraverso i vari media, comunicano.

Questo è il principale motivo per il quale oggi si parla di Responsabilità Sociale delle Imprese e delle organizzazioni (spesso viene utilizzato l’acronimo inglese CSR, Corporate Social Responsibility) perché le scelte che facciamo, per generare ricavi, devono prendere nella giusta considerazione anche gli effetti meno positivi (talvolta negativi) della scelta stessa. E’ un po’ quello che succede quando leggiamo i “bugiardini” inseriti nelle confezioni dei medicinali: troviamo Indicazioni e Controindicazioni, a noi la decisione.

Chi si occupa di marketing e vendita oggi non può non tenerne conto nello svolgimento della propria attività. Oggi, chi vende deve necessariamente essere o diventare un professionista perché i suoi comportamenti impattano in modo importante sul sociale.

Sono finiti i tempi in cui si proponeva tutto a tutti: i clienti hanno bisogno di soluzioni mirate alla loro realtà e ai loro specifici bisogni. Solo tenendo conto di questo chi vende diventa partner, e può seriamente incidere sui risultati attesi dal proprio interlocutore. Tutto ciò, secondo noi, è quanto da subito si può fare in termini di sostenibilità.

Alcune statistiche dicono che un cliente soddisfatto parla bene di noi con altre 7 persone mentre, l’insoddisfatto ne parla con altri 27. Diventa pertanto fondamentale avere una visione chiara dell’attività, perché questa genererà comportamenti adeguati e, di fatto, farà trasparire in modo evidente la nostra mission.

Volendo fare un esempio, potremmo dire che la vision di una compagnia di assicurazioni non può essere “vendere il più alto numero di polizze possibili” ma “offrire garanzia e assistenza al più alto numero di persone che si trovano in difficoltà a seguito di un evento imprevisto”. La mission, quindi, non sarà vendere polizze, ma aiutare persone in stato d’improvvisa e imprevista necessità.

Pensare in modo sostenibile può sembrare “pesante” ed evocare in noi la logica dello “sforzo”; fa pensare al titano ATLANTE che sosteneva la Terra sulle proprie spalle. Proviamo, allora, a proporla e proporcela “alla francese” trasformandola quindi in “sviluppo che dura nel tempo” (per i cugini d’oltralpe development durable) così tutto diventa più semplice, perché è un po’ quello che facciamo tutti i giorni: gestiamo le nostre energie.

Le energie possono essere di tipo fisico (il velocista non può ”sprintare” tutta la gara), di tipo economico (spendo tutto lo stipendio mensile nei primi 5 giorni) e di vario altro genere (le parole generano energia in chi ci ascolta). Le energie sono il nostro vero patrimonio e, si sa, il patrimonio va gestito, per noi stessi e per chi verrà dopo di noi.

Avere una vision corretta ed attuale semplifica, crea motivazione e rende positivi perché, come diceva Al Gore: La disperazione non serve a nulla quando la realtà offre ancora margini di speranza.

www.nonsoloambiente.it

Per la valorizzazione del legno

uncem“La valorizzazione del legno. Sfide, analisi, proposte” è il titolo del convegno promosso da Uncem che si terrà giovedì 23 giugno, dalle ore 9,30 alle 17, presso il Circolo della Stampa di Torino, in corso Stati Uniti 27
La superficie forestale piemontese è in continua crescita. Superato nel 2015 un milione di ettari. Un patrimonio immenso, oggi in gran parte non gestito, che richiede un impegno strutturale e capace di unire l’azione pubblica a quella delle imprese. E il parterre allestito dall’associazione che raggruppa gli enti locali montani subalpini è davvero ricco.
Nella mattinata di giovedì 23 interverranno Lido Riba, Presidente Uncem Piemonte, Igor Boni e Piergiorgio Terzuolo dell’Ipla, Franco Licini, Dirigente Settore Foreste Regione Piemonte, Alessandra Stefani, Vice Capo del Corpo forestale dello Stato, Paolo Maria Terzolo, Dottore forestale, Franco Molteni della Fondazione per l’Ambiente Fenoglio – Turin School of Local Regulation. A seguire, una tavola rotonda su “Edilizia, bionergie, uso energetico. Nuove dimensioni per un sistema di utilizzo avanzato e competitivo”, con Alberto Poggio, docente del Politecnico di Torino, Dipartimento Energia; Sandro Cobror di BioChemtex, Mossi&Ghisolfi; Mario Bonaccorso, Responsabile Area Biotecnologie industriali e Bioeconomia, Assobiotec-Federchimica; Giovanni De Ponti, Direttore generale FederlegnoArredo; Walter Righini, Presidente Fiper; Andrea Maria Rizzo, docente Università di Firenze, Dipartimento di Ingegneria Industriale; Luca Lo Bianco, Direttore scientifico della Fondazione Montagne Italia; Lorenzo Franchini, Enel, Affari Istituzionali Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta. Conclusioni della mattinata don l’assessore regionale alla Montagna Alberto Valmaggia e il deputato Mino Taricco.
Nel pomeriggio, la presentazione di best practice e scenari, con Stefano Battaglia della Silvateam (San Michele Mondovì), Massimo Pace della Helaris Holding (Settimo Torinese), Gianni Tarello, Presidente regionale e nazionale del settore forestale di Fedagri Confcooperative, Alberto Dotta del Consorzio forestale Valsusa, Andrea Dematteis di Gestalp (Sampeyre), Beppe Tecco di Agrindustria (Cuneo), Andrea Crocetta di Replant, Start up presso l’Incubatore di imprese del Politecnico di Torino, Andrea Ferretti, Sindaco di Usseaux (To), Giorgio Ferraris, Sindaco di Ormea (CN), Giorgio Talachini della Cooperativa La Foresta (Susa), Ettore Durbiano di Federlegno Arredo, Mirko Rossetto della Rossetto Legnami (Luserna San Giovanni), Antonio Spinelli del Cluster Legno Piemonte,  Fausto Bollati della KWB, Franco Gottero dell’Ipla e i rappresentanti delle aziende XLam Dolomiti, Margaritelli – Listone Giordano (Miralduolo di Torgiano), Stella (Cuneo). Conclusioni della giornata con l’assessore regionale all’agricoltura Giorgio Ferrero e il viceministro Andrea Olivero.

Massimo Iaretti

 

La Compagnia di SanPaolo replica alla sindaca

sanpaoloPrime polemiche post-elettorali. “La Compagnia è stata partner leale e affidabile di tutte le istituzioni, di volta in volta governate da diversi colori politici, proprio perché si tratta di  un ente autonomo, filantropico e di natura privata interessata a lavorare per e con i territori di riferimento”. La fondazione replica così al sindaco Chiara Appendino, che aveva storto il naso sulla nomina al vertice di Francesco profumo e sulla notizia di un possibile aumento degli stipendi del consiglio dell’ente. “Ridurre il processo di nomina dei vertici a una mera questione di indicazioni politiche e spoil system non corrisponde alla realtà delle regole e dei comportamenti comportamenti”.

Conclusa la prima edizione di “Innovation for Change”

politecnicoJohn Elkann (Fondazione Agnelli), Fabiola Gianotti (CERN), Marco Gilli (Politecnico di Torino) e Francesco Profumo (SAFM) premiano le idee di impresa elaborate da 50 giovani, che applicano tecnologie già oggi disponibili per usare meglio le risorse naturali e rispondere ai bisogni del pianeta. La migliore idea si aggiudica 50.000 euro offerti dalla Fondazione Agnelli per favorire la creazione di una vera Start up

 

Sensori automatici che rilasciano la giusta quantità di fertilizzanti nei campi agricoli riducendo l’impatto sulle falde idriche. Sistemi integrati per smart cities che individuano perdite d’acqua potabile negli acquedotti e indirizzano con tempestività l’intervento di riparazione. Soluzioni per edilizia urbana che usano le alghe per purificare l’acqua, riducendone i consumi. E poi ancora: sistemi di crowdsourcing per rendere più precise le previsione meteorologiche, aumentano anche l’efficienza delle centrali eoliche nella produzione di energia elettrica e persino una serra galleggiante a forma di balena che utilizza l’energia solare per desalinizzare l’acqua del mare e irrigare le coltivazioni, portando l’acqua dove scarseggia.

Sono alcune delle idee che 50 giovani, studenti MBA della Scuola di Alta Formazione al Management di Torino (SAFM) e dottorandi del Politecnico di Torino, hanno elaborato nell’ambito del progetto “Innovation for Change”: un percorso multidisciplinare che ha impegnato i giovani per 5 mesi, suddivisi in 8 gruppi, e che ha potuto avvalersi della collaborazione con il CERN di Ginevra e con alcune istituzioni e aziende italiane e internazionali, tra cui il Ministero italiano dello Sviluppo Economico, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per lo Sviluppo, Barilla, ENEL e Smat. Non semplici esercizi teorici a scopo didattico, ma soluzioni innovative credibili basate su tecnologie disponibili, che rispondono a bisogni collettivi globali e da cui potranno nascere start up operanti sul mercato.

I prototipi e le soluzioni tecniche adottate dai giovani sono stati presentati e valutati oggi presso il Castello del Valentino di Torino da quattro giurati speciali: il vice presidente della Fondazione Agnelli, John Elkann, la direttrice generale del CERN, Fabiola Gianotti, il Rettore del Politecnico di Torino Marco Gilli e il Presidente della SAFM Francesco Profumo.

Dopo aver approfondito le soluzioni elaborate dagli studenti, i giurati hanno premiato la seguente migliore idea d’impresa:

–          AquaSmart, un sistema intelligente e integrato alla rete idrica per facilitare l’identificazione di perdite d’acqua e intervenire in modo tempestivo.

AquaSmart riceverà un contributo straordinario di 50.000 euro, stanziato dalla Fondazione Agnelli nell’ambito delle celebrazioni per i suoi 50 anni di attività (1866-2016). Il contributo ha l’obiettivo di sostenere il gruppo di lavoro di AquaSmart a costituire una vera e propria start up, iniziando così ad operare sul mercato.

Oltre a AquaSmart, i giurati hanno selezionato anche:

–          Demetra, un sistema automatizzato di gestione delle risorse per il settore agricolo;

–          Alfie, una soluzione per l’edilizia da applicare sulle facciate degli edifici, basata su di un modulo verticale composto da alghe che consente il riutilizzo dell’acqua nelle aree urbane.

 

I 3 gruppi di lavoro premiati avranno l’occasione di partecipare gratuitamente all’European Innovation Academy (EIA), il programma internazionale di accelerazione per start up tecnologiche ospitato dal Politecnico di Torino dal 10 al 29 luglio, che vede tra i partner aziende quali Google, Allianz, FCA, Intesa Sanpaolo e Ferrero e porterà in città i mentor della Silicon Valley e 300 studenti dalle migliori università di tutto il mondo.

(foto: il Torinese)

Alpette punta su "Spazio Gran Paradiso"

alpetteLa crescita di un territorio sotto l’aspetto dell’offerta turistica passa, obbligatoriamente, per la strada del potenziamento delle sue strutture ricettive. Va dunque in questa direzione l’inaugurazione del nuovo albergo – ristorante “Spazio Gran Paradiso” ad Alpette. Si tratta di una struttura comunale riqualificata per il 97% circa con fondi pubblici, a disposizione di coloro che vorranno visitare le Valli del Canavese ed il bacino del territorio del Parco Nazionale del Gran Paradiso. Aggiudicataria del bando di riqualificazione è stata la cooperativa Cosi Geniale chesi è occupata dell’investimento completo di tutti gli arredi e gestirà l’attività di accoglienza e ristorante. L’albergo ristorante dispone di 12 camere ed 80 posti a sedere. Spazio Gran Paradiso verrà inaugurato sabato 25 giugno, alle ore 17, presso il dehor di via Marchetti. Interverranno il sindaco di Alpette, Silvio Varetto e il presidente della società cooperativa Natale Primiceri. Poi è prevista una visita guidata alla struttura ed il successivo buffet di gala.

Massimo Iaretti

 

 

Donne sotto il burqa alla ricerca della felicità

STORIE DI CITTA’ / di Patrizio Tosetto
Ieri per la prima volta nella mia vita ho visto dal vivo, a Torino, una donna con il burqa integrale. Impossibile essere certi se fosse  una donna
burqa

S’intravedevano solo gli occhi, ed un sacco faceva il resto. Non l’ho seguita con lo sguardo per paura di possibili e negative reazioni, con una sorta di pudore verso qualcosa che non tornava. Proseguendo scuotevo la testa diviso sul “semplice” concetto del giusto o ingiusto. Incontrando due amici, con Paolo le solite battute dal serio al faceto, lui  mi esortava : “non copiare l’autore di tosettoVersi Satanici…che mi entri nelle liste di prescrizione”. Pure  entrare in liste di prescrizione per dire o scrivere quello che si pensa? Già, almeno su questo campo non si può dire ciò che si pensa. Almeno su una donna che indossa il burqa. Ma questa donna era, è felice? “Patrizio che t’interessa? E poi voltarti dall’altra parte è considerato tolleranza ed integrazione”. Arriva Sabrina amica e moglie di Paolo con un leggiadro vestito fotocopia del bianco coniglio di Alice  nel paese delle meraviglie: “scusa sono di fretta” e sfodera il suo smagliante sorriso infilandosi il casco, partono in moto ed io continuo ad osservare i penetranti occhi azzurri .Sbaglierò, ma loro sono felici, e continuo a pensare che la ragazza con il burqa invece non lo sia per  il semplice fatto che subisce. Io sono contento per la felicità dei miei amici. Direi, in modo molto elementare: meglio essere felici che infelici. Arrivato in ufficio m’informo sul burqa. Ce ne sono diversi tipi legati al grado d’integralismo religioso islamico e…udite ..udite… di carattere tribale. Già, proprio così, di carattere tribale. Non mi sembra una bella cosa. Appuro che nel nostro Paese è reato non farsi riconoscere. Non avevo dubbi. La Cassazione ha sentenziato : tranne nei casi di necessità. Il burqa è necessità? Religiosa? Sicuramente, ma con la carta d’identità come si fa? Ma poi francamente non mi interessa l’aspetto burocratico della questione.Tutti hanno diritto alla felicità ed insisto, anche questa donna ha diritto alla felicità. Che fare? Sicuramente non aspettare e subire. Per quella ragazza? Probabilmente poco o nulla. Ma bisogna partire da un principio: nel nostro mondo le regole sono diverse, se  volete stare qui accettate le nostre. Il mondo non è stato attrezzato per l’allegria. La felicità va stappata a viva forza. Ho copiato questa bella frase da Vladimir Majakovskij poeta futurista russo. Interprete della rivoluzione d’ottobre. Rivoluzione fatta in una società dove c’erano ancora i servi della gleba. L’emancipazione è ancora una categoria del cambiamento e l’affrancamento dalle logiche tribali. Un lungo percorso. Ma non possiamo aspettare. La strage d’Orlando è una tragica conferma che i diritti alla diversità, che i diritti delle donne alla emancipazione sono nel mirino del terrorismo Islamico. Caro Paolo, cara Sabrina, la vostra felicità un buon viatico contro un mondo che noi non accettiamo e non accetteremo mai.

Il futuro della Vendita

De-CarolisDigital Transformation per la customer satisfaction

In più occasioni mi è stato chiesto come si è modificata nel tempo l’attività commerciale e come sono stati rivisitati i ruoli nevralgici del Cliente e del Venditore. Due sono gli aspetti fondamentali: la visione del professionista e il vissuto popolare nei confronti del ruolo. In una delle Operette Morali del Leopardi composta nel 1832, “Dialogo di un venditore di almanacchi e di un passeggere”, il metodo socratico della maieutica ci aiuta a comprendere con estrema chiarezza le battute: “Quella vita ch’è una cosa bella, non è la vita che si conosce, ma quella che non si conosce; non la vita passata, ma la futura”. Il professionista delle vendite deve “sentirsi” e comportarsi da facilitatore nel raggiungimento degli obiettivi dell’interlocutore. Ma come? Talvolta si tratta di un’operazione quasi matematica, che si ottiene condividendo la situazione attuale (il presente) e la situazione desiderata (il futuro); il gap rappresenta l’obiettivo e per conseguirlo dobbiamo facilitare il riconoscimento, la motivazione e le azioni da intraprendere per colmarlo. Non sempre siamo consci d’avere bisogni perché questi si dividono in palesi e inespressi; ed è proprio qui che il professionista delle vendite opera, aiutando l’interlocutore a comprendere se si trova in un’area di confort reale o solo immaginaria. La visione al futuro è necessariamente ottimistica perché porta in sé nuovi comportamenti, speranze e situazioni come suggeriva il venditore di almanacchi, che ti lasciava con uno stato d’animo positivo perché aveva ridato la speranza. In fondo, un venditore deve ancora oggi essere un po’ così… Ultimamente mi chiedono: “Come cambierà la vendita nei prossimi anni? Quali saranno gli aspetti sui quali dovrà focalizzarsi chi deciderà di intraprendere questa professione? Cosa si venderà in mercati che hanno già tutto?” Condivido pienamente ciò che diceva John Kenneth Galbraith: «Così come vi è molto del passato in ciò che è presente, così vi è anche molto del presente in ciò che sarà nel futuro».manager Parlando con alcuni amici che non vedevo da qualche tempo, uno mi chiese a che punto fosse la mia collezione di penne. «Collezione? Guarda che ti sbagli – risposi – io non colleziono penne!». Mi fecero notare che ne avevo sempre di diverse, dalla mia prima stilografica Auretta delle elementari per passare alla Pelikan GV150 (verde e nera da professore …), all’Aurora 88 e via via, arrivando all’età adulta, ad altre penne che erano quasi “gioielli” da uomo. A un certo punto la passione cessò. Non compravo penne da anni sino a quando, chiedendo qualcosa “di nuovo” in un negozio nel quale mi ero recato per un regalo, mi fecero vedere un modello del quale mi dissero: «Questa penna è andata sulla luna». «Ma scusi – replicai – qual è la novità?» «La novità sta nel refil! – rispose il negoziante – È pressurizzato e le consente di scrivere dal basso verso l’alto (come si fa in assenza di gravità). Guardi che scrive anche sott’acqua utilizzando sino all’ultima goccia d’inchiostro».In altre parole: qualcuno si era preoccupato di competere per un componente pressoché invisibile con obiettivi di vendita importanti, visto anche il costo elevato del prodotto. Ecco: la vendita dovrà mantenere focalizzata l’attenzione sul cliente finale fornendo prodotti sempre innovativi, con persone competenti in grado di stimolare l’acquirente e di comprendere veramente i bisogni di chi compra. Dedicare cioè il tempo giusto alla relazione, non secondo le logiche di chi vende ma secondo le necessità di chi compra. Occorre però riorganizzare il proprio lavoro sfruttando tutti quegli aiuti che solo la tecnologia può darci; la strada del presente che guiderà il nostro futuro si chiama Digital Transformation. Wikipedia la descrive come un insieme di cambiamenti prevalentemente tecnologici, culturali, organizzativi, sociali, creativi e manageriali che consentono di ridisegnare l’offerta del proprio business per renderlo più competitivo e allineato alle aspettative del proprio mercato grazie alle tecnologie digitali. Quindi, la parola d’ordine dell’ultimo periodo – Resilienza – viene da oggi affiancata da Digital Transformation. Per molti è fondamentale “ristrutturare il proprio business”, per ridefinire il proprio vantaggio competitivo e generare valore al cliente finale e all’azienda. La direzione commerciale e marketing di un’azienda è la funzione più vicina al mercato e quindi deve tenere i ricettori sempre accesi. Chi è sul mercato deve concentrare la propria attenzione su di esso, ma anche dedicare tempo alla preparazione personale e all’organizzazione. Qualcuno potrebbe pensare che la digitalizzazione di alcune attività porti alla riduzione della qualità del servizio e del valore offerto al mercato. Non è vero! Qualcuno invece potrebbe dire che la tecnologia costa e che i suoi benefici saranno recuperati nel tempo, ma non è questo il momento per fare investimenti… Ecco alcuni piccoli aggiornamenti digitali in grado di offrire importanti vantaggi alla struttura commerciale(e non solo…) con investimenti “accettabili” anche da una piccola azienda.donna manager

#Data base clienti acquisiti – Organizzato con lo storico degli acquisti e l’analisi del venduto periodico in termini di tipologia di prodotto, quantità, incassi per singolo brand, permette di preparare offerte mirate utili a definire con maggiore precisione gli obiettivi commerciali e gli acquisti di materia prima. #Tablet aziendali – Collegare tutta la rete con l’azienda, utilizzando anche un servizio di cloud, favorisce non solo la gestione delle informazioni tra territorio e centro ma riduce i tempi della comunicazione rendendo disponibile sempre e ovunque tutto ciò che la rete deve sapere sul cliente durante la visita (per esempio: la situazione amministrativa).

#Centralino con IVR – Gestire con un’alberatura le chiamate in arrivo in modo da consentire ai clienti di parlare prima possibile con l’ufficio richiesto garantisce professionalità e servizio.

#Utilizzo dei social media – Essere presenti sul web con il solo sito, oggi, non basta più. È indispensabile generare contatti e avere feed back. Una pagina su Facebook o su Linkedin può generare contatti con potenziali clienti (e fornitori…) che probabilmente non avremmo mai conosciuto. Si potrebbe continuare con un piccolo sito di e-commerce per arrivare a un sistema di CRM che coinvolga tutte le funzioni aziendali; ma questi vogliono solo essere stimoli alla riflessione, spunti per valorizzare quanto già state facendo e avviare la trasformazione necessaria per essere competitivi.Il moderno Professionista delle Vendite non deve essere un informatico, a lui sono richieste capacità diverse, mirate principalmente alla negoziazione, alla comunicazione e all’organizzazione, ma non può essere nemmeno un analfabeta digitale. Qualunque cosa decidiate di fare è importante farla con tutti i componenti dell’azienda che credono e partecipano al suo successo; farlo solo in quanto “di moda” è inutile e porta a perdere tempo. Ma il mercato si sa, è un ottimo psicologo, capisce in fretta i nostri errori, apprezza ciò che sappiamo fare bene ma ci vuole innovativi e non apprezza chi sta fermo perché stare fermi in un mondo che avanza costantemente significa andare indietro.

Buona Digital Transformation a tutti.

Antonio DE CAROLIS
Presidente CDVM Club Dirigenti Vendite e Marketing

www.cdvm.it

De-Carolis

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# Antonio De Carolis Ha sviluppato il proprio percorso professionale all’interno di organizzazioni aziendali leader nel settore dei servizi assicurativi, della moda e della comunicazione pubblicitaria. Ha ricoperto vari ruoli manageriali nell’area Marketing e Vendite con particolare riferimento a Selezione, Formazione, Gestione e Supporto di strutture commerciali articolate. Ha collaborato alla costituzione di una Corporate Business School svolgendo attività di docenza, progettando percorsi formativi mirati alle reti di vendita e organizzando un Master per neo-laureati da avviare alla professione di manager commerciali. È relatore su tematiche legate alle professioni dell’area Marketing e Vendite presso l’Università di Torino e altre istituzioni indirizzate alla formazione delle risorse commerciali. Collabora con il Dipartimento di Management di UNITO al Master in Global Marketing e Retail Management con docenze in Organizzazione delle strutture commerciali e Comunicazione. È autore di articoli sul marketing relazionale e sui processi di comunicazione nella negoziazione. Dal 1990 è membro del CDVM – Club Dirigenti Vendite e Marketing presso l’Unione Industriali di Torino, dove nel 1996 è entrato a far parte del Consiglio Direttivo. Ha gestito il CUM – Club Universitari del Marketing, che in seguito ha fatto confluire nel CDVM, costituendo il CDVM Gruppo Giovani. È stato responsabile dell’Area Formazione Universitaria e dal 2001 ha ricoperto la carica di Vice Presidente. È Presidente dal 2011.

La Regione contro il caporalato

bracciantiIl Piemonte approva la legge contro il caporalato nei confronti dei lavoratori stagionali nell’agricoltura. Lo fa con la terza Commissione, riunita l’8 giugno in sede legislativa, che a maggioranza – astenuta Forza Italia – ha reso legge la proposta numero 200 relativa a “Disposizioni per la sistemazione temporanea dei salariati agricoli stagionali nelle aziende agricole piemontesi. Modifica della legge regionale 5 dicembre 1977, numero 56 (Tutela ed uso del suolo)”.

Il primo articolo chiarisce le finalità della nuova norma: “Ai fini del supporto all’attività lavorativa stagionale in agricoltura, nonché per prevenire lo sfruttamento ed il fenomeno del caporalato, è data facoltà agli imprenditori agricoli professionali di accogliere temporaneamente salariati agricoli stagionali nei periodi di raccolta della frutta e di attività correlate alla coltivazione”.

Il Movimento 5 stelle avrebbe preferito parlare di “contrasto” e non di “prevenzione” del caporalato, in quanto “il fenomeno è purtroppo già presente in Piemonte”.

In mattinata la seconda Commissione aveva dato parere favorevole alla proposta 200, per quanto di sua competenza.

Si è così arrivati alla seduta pomeridiana, dove con ampia condivisione il provvedimento è passato: si punta alla valorizzazione e al recupero del patrimonio agricolo, alla tutela, all’efficienza delle unità produttive e al miglioramento dello svolgimento dell’attività lavorativa stagionale di raccolta dei prodotti agricoli e al fine di contrastare lo sfruttamento ed il fenomeno del caporalato, incentiva la sistemazione temporanea dei coltivatori stagionali nelle aziende agricole piemontesi durante i periodi di raccolta dei prodotti della terra giunti a maturazione e attività correlate.

Le norme sono rivolte principalmente ai soggetti titolari di aziende agricole e imprenditori agricoli professionali che intendono avvalersi di manodopera stagionale al di fuori dei flussi migratori ed accoglierla durante il periodo della durata del rapporto di lavoro mediante la realizzazione di locali ad uso abitativo.

Per  migliorare le condizioni di svolgimento dell’attività lavorativa stagionale di raccolta dei prodotti agricoli, la Giunta regionale collabora alla pianificazione degli interventi di sistemazione logistica e supporto dei lavoratori stagionali, attraverso il coinvolgimento delle Aree Vaste, Unioni di Comuni, Amministrazioni locali e organizzazioni del terzo settore. Nell’ambito delle aziende agricole è ammesso il recupero di strutture esistenti non residenziali fino ad un massimo di duecento metri quadrati di superficie che, strumentali all’azienda, sono da destinare ad alloggi temporanei di salariati agricoli. Sempre 200 metri quadri per i prefabbricati, mentre sono previsti 2mila metri quadri per gli attendamenti.

È anche previsto un contributo fino a un massimo di 25mila euro per interventi realizzati con un accordo tra Giunta e enti locali, per la realizzazione delle strutture che contengano i lavoratori.

GM – www.cr.piemonte.it