ECONOMIA E SOCIETA'- Pagina 673

Corpo Forestale, che fare?

tosettoSTORIE DI CITTA’ / di Patrizio Tosetto

Nel distretto di Torino sono circa 400. Svolgono attività di prevenzione e di repressione. Molte volte incaricati dalle procure per le indagini di frodi ed incendi boschivi,  tutela della fauna locale e di controllo dell’importazione di animali.

funghi forestale

A livello nazionale oltre 8500 presenti su tutto il territorio. Sono Il Corpo Forestale dello Stato. Da non confondere con i Forestali locali che sono assurti alle cronache in Calabria o Sicilia per l’alto numero. Maggiore del Canada che di foreste se ne intende.

Ora il presidente del Consiglio ed il governo vogliono inglobarli nei carabinieri, normative europee di ristrutturazione e semplificazione del comparto sicurezza. Nel nostro paese sono 2  corpi militarizzati. Carabinieri e Guardia di Finanza 3 civili. Polizia Penitenziaria e Corpo Forestale. I primi con il divieto di sindacato  presente nei corpi civili.

Il numeri del comparto sicurezza sono assolutamente ragguardevoli: 110mila carabinieri e 90mila poliziotti. Qui viene la prima domanda: perchè passare gli 8500 del Corpo Forestale con i Carabinieri, da civili a militari? In questo quadro sarebbe più logico l’accorpamento con la polizia. Il Matteo nazionale fa sapere: per affinità territoriali.

CARABINIERI DONNEFa sapere perché sistematicamente si è negato per incontri con i sindacati di categoria. Lui è fatto così e riesce  con le battutine alle Guardie Forestali di piantone al ministero, a fare “trapelare” il suo pensiero in proposito. Brilla per la totale assenza ed evanescenza il Ministro competente è Maurizio Martina.

La seconda domanda: la più totale disinformazione in proposito. Nessuno ne parla ed i parlamentari contattati respingono al mittente la richiesta d’intervenire per far cambiare idea al Presidente del Consiglio, poco incline alla delega politica.

polizia cavalloEd ecco il punto saliente: La maggioranza delle Guardie Forestali non sono per farsi inglobare dai carabinieri, ridiventando militari ed avendo oggettivamente dei limiti militari nella loro azione d’indagine e repressione dei crimini.

Di altro avviso è la Magistratura che ha messo sotto sequestro oltre 100 edifici lesionati nell’ultimo terremoto, delegando proprio la Guardia Forestale, che è prontamente intervenuta nelle prime ore del sisma proprio per la sua territorializzazione.

Dal New York Times al Pais campeggiano foto che li riprendono proprio nelle prime ore del disastro. Eroi? Sicuramente il corpo civile ha dimostrato spirito d’abnegazione e di servizio.

Punirli non sembra proprio il caso. E il primo modo di non punirli è dare voce anche sui mezzi RENZI LAVAGNAd’informazione alla loro protesta . Da quello che ho capito, comunque, non si fermano ed i sindacati presenteranno, una volta pubblicata la legge, tanti ricorsi al Tar per singole regioni, escluse quelle a Statuto speciale. Volete che almeno uno non gli dia ragione? Dunque? francamente difficile prevederlo. sono tanti i fattori  che determineranno ciò che succederà. La paura è tanta confusione. Qui non è in discussione il fare o non fare le “cose”, è il come farle. Se poi non si arriverà ad una conclusione è sicuramente colpa di chi, dicendo che vuole fare, ma o si è  con me o contro di me, semplicemente non vuole fare, sostenendo che la colpa è di chi non ha voluto. Soprattutto in questo caso è necessario il consenso perché richiesto da persone che hanno svolto e stanno svolgendo bene il loro lavoro. Per Presidente del Consiglio Matteo Renzi il nostro non è un appello, è un consiglio per poter governare meglio questo nostro difficile e pur bel Paese.

D’estate al Regina Margherita un terzo di interventi in più

REGINA MARGHEL’ospedale Regina Margherita abbatte del 4% le liste d’attesa degli interventi chirurgici. Un risultato dovuto  al lavoro delle equipe mediche durante l’estate, dato in  controtendenza rispetto al normale calo fisiologico del periodo. Dal mese di giugno ad agosto si registra un + 30% di interventi con un aumento del 13,9% dell’occupazione delle sale operatorie. A luglio e agosto l’aumento medio del numero degli interventi  è stato  del 27,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, con +5,6% di ore di occupazione delle sale operatorie. I dati più elevati in Urologia pediatrica (+104,2%), Chirurgia pediatrica (+45,3%), Chirurgia Labio Palatine. La direzione dell’ospedale prevede un ulteriore taglio delle liste d’attesa in autunno, grazie alla riapertura  del vecchio blocco operatorio ristrutturato, che permetterà di intensificare  Day Hospital e Day Surgery.

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Circoscrizioni chi?

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Circoscrizioni_torino_2016

 RICCI 3

Tagli, decisioni, interventi. Senza nessuna richiesta di parere. È l’amara sorte delle circoscrizioni torinesi. Utilissime a livello teorico, ridotte ad un guscio vuoto sul piano pratico. I colori in Comune sono cambiati, ma l’andazzo è lo stesso

di Giulia Ricci

IN COLLABORAZIONE CON www.ilcorsivocorsaro.it

Ilpiano periferie

Ieri è stato approvato a Palazzo Civico il fantomatico “AxTO”, un piano triennale di interventi sulle periferie torinesi che verrà presentato al Governo per accedere ad un finanziamento da 18 milioni di euro. La scelta dei luoghi si è basata su il livello di occupazione, il tasso di scolarità e il degrado edilizio abitativo. 44 opere, le più onerose il completamento del Parco Dora verso il nuovo viale della Spina e la creazione di incubatori e di un nuovo polo innovativo nell’ex Incet in Barriera di Milano, per le imprese e il sostegno alle start up. E poi più piccoli interventi di manutenzione straordinaria in 35 scuole, 41 strade, 18 mercati rionali; la creazione di 8 nuovi bike sharing, progetti educativi in 39 scuole, e così via. Senza dimenticare l’arrivo dei Bibliobus, per portare i libri lì dove non arrivano le biblioteche civiche – un’immagine un po’ da favelas più che da periferia di una grande città. Insomma, tutti interventi di piccola e media taglia atti a migliorare la vita del cittadino, a intervenire lì su annosi e quotidiani problemi che da anni investono il territorio cittadino.

AxTOAxTO

Le circoscrizioni sono l’ente di prossimità per eccellenza, il tramite tra il territorio, i cittadini e il Comune. E nessuno le ha interpellate, nemmeno lontanamente. <I più grandi interventi si trovano nell’area nord della città, la stessa area dove Chiara Appendino ha ricevuto il maggior numero di voti. Ma sono sicurissimo che sia tutta una coincidenza>. Questa la piccata polemica di Davide Ricca, presidente della Otto. Sul suo territorio, pochi interventi o niente. E nel frattempo le arcate dell’ex Moi, abbandonate e degradate da ormai dieci anni, attendono ancora un progetto serio che le riporti alla vita. Così come tanti altri luoghi torinesi, in degrado da tempo, non toccati dal piano, dallo Scalo Vallino al Palazzo del Lavoro. Un piano che i presidenti di circoscrizione hanno dovuto scaricare dal sito del Comune. E questo è tutto dire.

Il Po e le alghe

<Il dialogo noi lo cerchiamo e lo abbiamo cercato più volte – ha continuato Ricca -. Credo che la strategia del Movimento 5 Stelle sia quella di ignorare completamente il Pd: in questo quadro si inserisce il tentativo di ignorare del tutto le Circoscrizioni, tutte governate da amministratori del centro sinistra. Ma non si tratta solo del bando periferie: sul problema Po, invece di coinvolgere le tre coinvolte, ha preferito fare da sola, facendo in fretta e male. Non siamo più in campagna elettorale: in democrazia il riconoscimento dell’altro è fondamentale>.

Il Po infestato Il Po infestato

Del Po e dell’infestazione da myrophyllum aquaticum si è tanto parlato. Un tappeto verde sulle acque del nostro amato fiume, chiamata alle armi di volontari per strappare le erbacce e risparmiare sul magro bilancio comunale, una parata di foto e sorrisi tra assessori e sindaca stessa armati di guanti e forza di volontà, l’amara scoperta che per abbattere la pianta infestante ci vuole una ditta specializzata, molti soldi e molto più tempo. Di nuovo: nessun colloquio con gli enti di prossimità.

I tagli 

 C’è una novità. In Sala Rossa si è deciso per una perizia che farà luce sui conti ereditati dalla vecchia amministrazione comunale, così da capire da dove ripartire. Ci vorrà quindi ancora un po’ di tempo. Due mesi fa, intanto, si parlava già di tagli. E dove? Sugli assessorati e sulle circoscrizioni: meno venticinquemila euro ciascuna, tra tagli alla cultura e al verde pubblico. Di nuovo: nessuna richiesta di parere alla circoscrizione, per lo meno su quale settore andare a fare ritocchi nella amara eventualità che il loro portafoglio, già sempre più scarno ogni anno che passa, debba essere ancora ridimensionato – basti pensare che, tra il 2013 e il 2014, i fondi per i quartieri sono diminuiti di 1,4 milioni di euro, quasi del 25%.Insomma. Otto circoscrizioni, 25 consiglieri, 4 presidenti di commissione, sedi, segreterie, incontri, litigi, discussioni, confronti, chiacchierate con i cittadini, pochi soldi, pochissima considerazione.                                                                                                Facebook IL CORSIVO CORSARO

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Il Comune chiederà al Governo di escludere gli ambulanti dalla Bolkestein

mercato sebatopoliLa Città di Torino informa attraverso una nota che  chiederà al Governo di escludere dall’applicazione della direttiva detta Bolkestein gli operatori ambulanti su area pubblica, “così come più volte affermato in campagna elettorale e inserito nelle linee di mandato approvate dal Consiglio Comunale il 28 luglio scorso”.

“I mercati rappresentano una ricchezza per la Città e noi pensiamo che debbano essere tutelati in ogni modo. L’applicazione della direttiva Bolkestein per questa categoria potrebbe causare gravi problemi alle piccole imprese locali, consegnandole all’incertezza ed alla precarietà” ha dichiarato la Sindaca di Torino, Chiara Appendino.

Il Presidente della Commissione Commercio del Comune di Torino, Andrea Russi, a tal proposito, ha depositato come primo firmatario una mozione per chiedere alla Sindaca Appendino di attivarsi in tal senso presso il Governo. Viene anche indicata una seconda possibilità di azione finalizzata ad ottenere una proroga almeno fino al 2020 nell’applicazione della normativa.

La materia resta però di competenza nazionale e, in qualità di amministratori responsabili, la Città di Torino ha ritenuto necessario avvisare gli operatori che avessero debiti nei confronti della Città di avviare le pratiche per regolarizzare la propria posizione. Nel caso in cui il Governo fosse infatti sordo alle istanze che Torino porterà anche in sede romana, partecipando alla manifestazione prevista per il 28 settembre, è necessario tutelare in ogni modo gli operatori, garantendo loro un tempo adeguato per poter avviare eventuali piani di rientro affinché possano partecipare ai bandi. La lettera che alcuni ambulanti hanno ricevuto in questi giorni è finalizzata infatti ad avviare con gli operatori un percorso che li porti a possedere tutti i requisiti per partecipare ad un eventuale bando che dovrebbe tenersi nei primi mesi del 2017.

“Ci siamo sempre battuti accanto agli operatori e continueremo a farlo anche in sede politica nazionale. Il Movimento 5 Stelle, con primo firmatario Ivan Della Valle, ha depositato una proposta di legge e ci auguriamo che questa maggioranza la voti. Il 28 settembre sarò a Roma accanto agli operatori mercatali a manifestare e mi auguro che i bandi per le concessioni secondo la Bolkestein non si debbano tenere perché saranno superati dalle modifiche legislative che richiediamo” ha dichiarato Andrea Russi, presidente della Commissione Commercio del Comune di Torino.

(foto: il Torinese)

“Furbetti del bollo”? Arrivano le lettere di sollecito per pagare

traffico 24Lunedì partiranno le lettere indirizzate  ai “furbetti del bollo”. Dalla Regione sono stati predisposti 350mila avvisi per recuperare i  mancati pagamenti riferiti al  2014 con lo scopo di recuperare 20 milioni.Son avvisi bonari, ma chi non pagherà neanche dopo questo sollecito finirà nel mirino di Soris, la società compartecipata con il Comune che è diventata operativa anche in materia di bollo auto. Fino a qualche anno fa, prima dell’invio delle lettere,   alla Giunta  regionale mancava la bellezza di 352 milioni di euro in tasse automobilistiche non pagate e da recuperare.

(foto: il Torinese)

Come migliorare l’urbanistica torinese

perna foto mole mongolfiera
“Lo sviluppo urbanistico di una città deve essere collegato a una nuova metodologia di norme di attuazione del piano regolatore e del regolamento edilizio di Torino
. Ne è fermamente convinto l’architetto Enzo D’Amico, che tutti i giorni deve confrontarsi con tali strumenti urbanistici.TORINO LINGOTTO GRATTACIELO

“Sulla base del piano regolatore – spiega l’architetto D’Amico- ogni lotto presenta un indice di edificabilità per un’altezza programmata. Sarebbe uspicabile eliminare nel piano regolatore il calcolo dell’ SLP (superficie lorda di pavimento), in riferimento al riuso dell’utilizzo del suolo, per evitare così lo spreco di suolo e per lasciare maggiore spazio verde, sviluppando le costruzioni in altezza”.

“Esistono aree a Torino – prosegue l’architetto D’Amico- in cui , invece, possibile concepire edifici in altezza. Non certo nel centro storico, ma, per esempio, in quartieri come Borgo San Paolo. Il Comune di Torino dovrebbe, allora, dotarsi di norme capaci di eliminare il vincolo dell’altezza. Un altro aspetto che ritengo fondamentale nello sviluppo urbanistico cittadino è quello di rivitalizzare la zona Nord di Torino tra via Cigna e corso Grosseto”.VIALE SPINA

“Le due strade da perseguire – ribadisce l’architetto – sono quindi un’adeguata strategia di sviluppo di Torino e la revisione delle norme del piano regolatore. Torino deve potenziare la sua nuova vocazione nel terziario, con un aumento della quantità di turisti e di studenti universitari. Ma non basta l’impegno del Comune di Torino. È fondamentale lavorare in sinergia tra Comune, associazioni degli Albergatori e dei Commercianti e creare, inoltre, sinergie tra le varie compagini sociali cittadine, quali il Collegio dei Costruttori e l’ Albo degli Architetti. Polo di eccellenza torinese è il Politecnico di Torino, nel campo dell’istruzione, della tecnologia e dei servizi. È   necessario che vengano forniti servizi maggiori e che si lavori per l’unificazione delle residenze universitarie in un polo integrato con la società torinese. L’area di Mirafiori Nord, collegata con la futura linea 2 della metropolitana, potrebbe diventare una nuova filiera della città metropolitana”.

campus universita 1“Un altro aspetto – prosegue l’architetto D’Amico – che ritengo che a Torino meriti di essere potenziato riguarda i settori dell’industria aerospaziale e del design automobilistico. È   fondamentale ricercare una maggiore sinergia, per esempio, tra l’Alenia, le app di nuovi design automobilistici e le nuove strutture universitarie. Un’area di Torino che meriterebbe di essere migliorata è   quella a Nord di via Cigna, comprendente corso Vercelli, corso Giulio Cesare, da collegare con quella a Sud, verso piazza Marmolada e corso Traiano, dove dovrebbe sorgere il capolinea della linea 2 della metro. La nuova linea della metropolitana dovrebbe anche collegare l’area universitaria del Campus Einaudi a corso Marconi. Un errore che invece ritengo sia stato commesso in passato riguarda la costruzione, sotto la giunta Novelli, della metropolitana leggera, in particolare la linea 4, che ha tagliato in due corso Gabetti e corso Toscana, come corso Giulio Cesare. Personalmente penso che la soluzione   migliore sarebbe il suo interramento. Un altro sforzo che dovrebbe compiere la Città di Torino dovrebbe essere quello di accelerare la tempistica per ricevere la concessione e i permessi di costruzione. La tempistica da parte del Comune di Torino, all’avanguardia per quanto riguarda la trasmissione delle dia (denuncia di inizio attività edilizia), sono invece biblici per i permessi costruttivi”.

Mara Martellotta

(foto: il Torinese)

 

 

Architetto Enzo D’Amico. Studio Dea, Corso Vittorio Emanuele 37 , 10125 Torino

Pagina Facebook Dea Architetto Enzo D’Amico

APIDGE DENUNCIA E COMBATTE L’ESTERNALIZZAZIONE DELL’INSEGNAMENTO

DIRITTO ED ECONOMIA POLITICA NELLE SCUOLE

apidge salone

Nelle fasi di studio, di dibattito, di confronto e di approvazione della legge 13 luglio 2015, n.107 “Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione e delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti” e, in riferimento ai recenti provvedimenti varati dal Governo in materia di istruzione, è stata dedicata una nuova e significativa attenzione allo studio del Diritto e dell’Economia politica, anche al fine di assicurare un’offerta formativa più ricca e flessibile per gli studenti e per utilizzare al meglio le figure di potenziamento dell’organico delle istituzioni scolastiche previste dalla stessa legge. In questo modo infatti sono state riconsiderate la posizioni giuridiche e professionali di quel 30% di insegnanti rimasti sprovvisti di cattedra di insegnamento: da settembre 2016 si verrà a consolidare la posizione dei 5.000 docenti di Diritto e di Economia politica coinvolti nei vari percorsi didattici di potenziamento dell’organico dell’autonomia delle scuole, mentre altri 1.000 professori saranno impegnati e inquadrati definitivamente nelle attività di sostegno agli alunni con disabilità.

Eppure ancora tante sono oggi le scuole in cui non viene assicurato lo studio sistematico del Diritto e dell’Economia politica, mentre gli Uffici centrali del MIUR continuano a siglare intese, convenzioni, accordi programmatici con tanti enti e soggetti esterni all’Amministrazione che si improvvisano insegnanti e giungono anche a certificare agli studenti improbabili competenze e abilità.

Il Dipartimento Legale di APIDGE, l’Associazione professionale degli insegnanti delle Scienze Giuridiche ed Economiche, coordinato da Giovanna Musone, sta raccogliendo tutti gli elementi utili a evidenziare come da anni tante scuole italiane, applichino in modo estensivo ed illegittimo il principio di sussidiarietà e “appaltino” di fatto l’insegnamento del Diritto e dell’Economia a soggetti esterni sprovvisti di abilitazione all’insegnamento. Una più oculata e corretta distribuzione dei docenti in servizio consentirebbe inoltre importanti risparmi di spesa.

 

Che cos’è Apidge ?

L’APIDGE si propone come interlocutore critico e propositivo delle istituzioni per tutti gli aspetti che riguardano la professione docente, partendo dal presupposto che nessun sistema scolastico può raggiungere le sue finalità formative se gli insegnanti, individuati come professionisti responsabili e non come meri esecutori, non sono messi nelle migliori condizioni per svolgere la loro attività di estrema rilevanza sociale.

L’APIDGE intende evidenziare, promuovere e sviluppare, in primo luogo tra i docenti, una cultura e una coscienza professionale contro i pericoli di impiegatizzazione e di riduzione al fatto burocratico dell’attività di insegnamento. Strumento fondamentale per raggiungere pienamente tale scopo è la costituzione di un ORDINE PROFESSIONALE degli insegnanti che divenga parte essenziale dei processi di reclutamento dei docenti e della loro formazione iniziale ed in servizio, che promuova un rigoroso Codice Deontologico-Professionale e che partecipi a pieno titolo nelle varie fasi di valutazione di sistema

L’APIDGE si propone perciò come interprete e portavoce di quel disagio che abbia ragioni coerentemente professionali e come interlocutore con le Istituzioni per tutte le questioni afferenti la FUNZIONE DOCENTE attraverso attività di formazione, di informazione e di confronto attraverso pubblicazioni, eventi, convegni, momenti di dibattito sulle questioni didattico-disciplinari e professionali con tutte le componenti della società e in stretto collegamento con analoghe esperienze a livello europeo

L’APIDGE, in pieno rispetto al sistema dell’autonomia scolastica, ritiene necessario che funzioni e retribuzioni in ambito scolastico siano diversificate contro ogni forma di egualitarismo e appiattimento economico e professionale

 

Distribuzione dei farmaci, accordo Regione – farmacie

medico sanitaMedicinali per conto, vaccinazione antinfluenzale e sperimentazione della fornitura di servizi a pazienti fragili 

 La Regione Piemonte e Federfarma ed Assofarm, in rappresentanza delle 1600 farmacie pubbliche e private presenti sul territorio, hanno sottoscritto un accordo triennale (2016-2019) che prevede il rinnovo dell’accordo per l’erogazione di farmaci in regime di distribuzione per conto, il potenziamento della vaccinazione antinfluenzale e l’avvio di una sperimentazione per la fornitura di servizi a favore di particolari categorie di pazienti. L’accordo è stato sottoscritto dall’assessore alla Sanità, Antonio Saitta per la Regione, da Massimo Mana per Federfarma e da Roberto Forte per Assofarm. La distribuzione per conto (DPC) è una modalità di dispensazione di alcune categorie di farmaci (quelli contenuti nel PHT, prontuario della distribuzione diretta ospedaliera-territorio) da parte delle farmacie territoriali: in pratica le ASL acquistano direttamente i farmaci ed anzichè farli dispensare ai pazienti nelle farmacie ospedaliere, ne dispongono la dispensazione nelle farmacie territoriali. I pazienti dimessi dai vari reparti e che devono seguire specifiche cure farmacologiche, in base a quanto deciso dallo specialista, possono ritirare subito la prima confezione nella farmacia ospedaliera, mentre le altre confezioni verranno dispensate nelle sanitanormali farmacie. Per il 2016 l’attività di collaborazione fra le farmacie convenzionate e il servizio sanitario regionale sarà indirizzata principalmente sulla vaccinazione antinfluenzale.L’influenza rappresenta un serio problema di sanità pubblica ed una rilevante fonte di costi diretti ed indiretti per l’attuazione delle misure di controllo e la gestione dei casi e delle complicanze delle malattie. I casi severi e le complicanze dell’influenza sono più frequenti nei soggetti ultra65enni e con condizioni di rischio, come diabete, malattie immunitarie o cardiovascolari e respiratorie croniche. L’Organizzazione Mondiale della Sanità e il Piano nazionale prevenzione vaccinale indicano come obiettivi di copertura per la vaccinazione antinfluenzale il 75% come obiettivo minimo perseguibile ed il 95% nei soggetti over65 e nei gruppi a rischio. L’accordo sottoscritto prevede anche l’avvio, in via sperimentale, del progetto “Farmacia dei servizi” che prevede la presa in carico dei pazienti fragili, l’erogazione di specifici servizi, l’aderenza alla terapia in particolari ambiti terapeutici e la promozione e prevenzione della salute. Per l’assessore alla Sanità della Regione Piemonte, Antonio Saitta: “ Con l’accordo  si avvia un percorso di collaborazione coerente con gli obiettivi che la Regione si è data in particolare sull’assistenza territoriale. Partiamo dalla vaccinazione antinfluenzale, ma puntiamo a rafforzare, con il contributo delle farmacie che sono capillarmente distribuite in tutto il territorio, l’erogazione di tutti quei servizi che possono essere utili ai pazienti, soprattutto coloro che appartengono alle fasce più deboli, come anziani e malati cronici. ” La collaborazione tra servizio sanitario regionale e farmacie può contribuire a raggiungere questi obiettivi. Per la Regione la spesa prevista è di 6.500.000 di euro per il triennio: 500.000 euro per il 2016, 2.000.000 all’anno per il 2017, il 2018 ed il 2019. La spesa sarà commisurata alla puntuale erogazione dei servizi concordati, con un sistema di misurazione degli obiettivi: per le vaccinazioni antinfluenzali sarà definito entro settembre. La delibera approvata dalla Giunta il 27 luglio prevede la conferma dell’Asl di Asti come Azienda capofila per la concreta applicazione delle modalità distributive dei farmaci.

Alghe, erba alta e “cantieri” sociali: quanto lavoro per il Comune

cantieri torino strade lavoriSTORIE DI CITTA’

di Patrizio Tosetto

Alghe anno zero. Nulla è cambiato, qualcosa direi peggiorato.  Ovviamente non ne possiamo e vogliamo fare una colpa ai Cinque Stelle. 

Girando per parchi e notando le rotonde stradalitosetto dove era stata tagliata l’erba per effetto delle elezioni, oggi l ‘erba è alta. Ovviamente non ne possono nulla i pentastellati . Ma si sono attivati con esperti che vedranno come non farla mai più ricrescere. Dubitiamo un po’ come abbiamo dubitato quando vedevamo i volontari estirpare le alghe con le mani.

tosetto barboniMa ci sono anche lavori e “cantieri” sociali, che riguardano le persone. A Porta Palazzo due ubriachi si inchinano e raccolgono mozziconi. Sono le 10 del mattino. Ricordo ancora il graduato dei vigili in un bar del centro, che scuoteva il capo leggendo un artico di giornale, sorridendo: del tutto inutile “rimuovere” i barboni.  Scusa non c è una legge contro l’accattonaggio?

No. Bonifichiamo il posto dove dorme e loverde erba allontaniamo, con il risultato che dopo un paio di ore e di nuovo lì. Alcuni simpaticamente ci dicono che tutte le mattine la colazione è portata dai volontari, poi pranzo alla Caritas e ogni due  giorni soldi in contanti per comprare sigarette e vino. Dovrebbero cambiare vita?

Certamente non è  colpa dei Cinque Stelle. Ragazzi di colore chiedono l’elemosina.  Difficile non trovarli davanti al minimarket. Puntano alla monetina del carrello. Direi leggermente fastidioso. Ovviamente non è  colpa dei Cinque Stelle

alghe 3E immediatamente facciamo un’equazione tra l’erba alta e i questuanti. Fargli tagliare l erba?  Retorica domanda perché la legge lo vieta. Proprio così!  Non si può far lavorare uno straniero che aspetta il permesso di soggiorno. Passano gli anni e  i costi aumentano. Sicuramente non è colpa dei pentastellati.

Ma proprio perché non è colpa loro mi appello al Sindaco Chiara Appennino, votata perché non è come gli altri che l’hanno preceduta.  Semplicemente le alghe debbono essere sradicate e ogni mese l’erba tagliata (ogni 15 giorni in estate) e i senza tetto non debbono vivere in strada. E’ ordinaria amministrazione: solo una questione di buon senso, in fondo.

(foto: il Torinese)

Quando i migranti cantano in piemontese

MONTAGNENon c’è soltanto la squadra interrazziale di rugby della società Le Tre Rose, nel Casalese,  a promuovere l’integrazione dei migranti richiedenti asilo attraverso una disciplina sportiva. La montagna piemontese sta sviluppando altri modelli virtuosi. Per limitare i numerosi interventi alla Città Metropolitana di Torino, nelle Valli di Lanzo, i migranti accolti in diversi Comuni (tra cui Lemie e Pessinetto) hanno formato un coro che rugby migranticanta in piemontese, due (fortissime) squadre di calcio, diverse attività che creano opportunità di lavoro e volontariato per le donne e gli uomini fuggiti dalle guerre e dalle miserie. In Canavese, a Castellamonte, Borgiallo, Montalenghe i migranti lavorano in accordo con i Comuni: modelli che si stanno estendendo e diventano esempi per altri centri. A Chiesanuova, dal 2001 arrivano stranieri di tutte le etnie e di tanti Paesi: da 15 anni si fa integrazione con il Comune in prima fila. In Val Chisone e in Val Pellice, dal 2011 a oggi, l’Area migranti della Diaconia Valdese ha promosso e realizzato numerosi progetti di accoglienza e supporto a richiedenti asilo e rifugiati.

Massimo Iaretti