ECONOMIA E SOCIETA'- Pagina 570

In difficoltà economiche? Le banche creano il conto base

Di Patrizia Polliotto*

 

Una piacevole e utile novità per i consumatori italiani, in questo momento di crisi. Nasce il cosiddetto ‘conto base’, con un canone agevolato per cittadini economicamente svantaggiati. A sancire la novità è un decreto da parte del Cdm che recepisce le regole fissate da una direttiva Ue.  Tale nuovo conto ‘basic’ non potrà essere utilizzato per operazioni di gestione del risparmio, ma è uno strumento per operazioni semplici: quali, ad esempio, ricevere un bonifico o effettuare pagamentiIl conto potrà anche essere gratuito. Ma per questo bisognerà attendere i criteri fissati con un decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanza, sentita la Banca d’Italia: saranno individuate le fasce di consumatori socialmente svantaggiate a cui il conto di base deve essere offerto senza spese. I criteri, di fatto, sono però già presenti nella convenzione. Nel caso di specie, lo Stato abolisce i bolli e gli Istituti bancari garantiranno un costo zero per “i consumatori con un Isee in corso di validità inferiore a 8.000 euro” e per chi riceve “trattamenti pensionistici fino all’importo lordo annuo di 18.000 euro“. Se, invece, occorrono servizi ulteriori (o si supera il numero massimo di operazioni previsto in contratto), sarà dovuto un pagamento. I servizi base che dovranno essere compresi nel conto base consistono in movimentazione a mezzo bonifici, pagamento di utenze o tasse, compreso l’utilizzo di una carta di debito (bancomat). Per tutte le altre disposizioni, compresi gestione del risparmio e investimenti, si dovrà ricorrere esclusivamente al conto corrente di tipo classico o ordinario.

* Avvocato, Fondatore e Presidente del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori

UNIONE NAZIONALE CONSUMATORI
COMITATO REGIONALE DEL PIEMONTE
TEL. 011 5611800, Via Roma 366 – Torino
EMAIL: UNC.CONSUMATORITORINO@GMAIL.COM

 

Torino e Genova per il futuro di Iren

Oggi a Genova si è svolto un incontro in Comune  tra i sindaci di Torino e del capoluogo ligure per discutere del futuro di Iren, l’azienda energetica delle due città. Chiara Appendino è stata ricevuta a Palazzo Tursi in tarda mattinata. La riunione  era stata programmata durante l’ultimo colloquio tra i due primi cittadini lo scorso 18 luglio. Bucci aveva dichiarato che le due amministrazioni sono al lavoro per rivedere il futuro dell’azienda, a partire dal ruolo di Fsu, la Finanziaria Sviluppo Utilities controllata dai Comuni  che detiene  una partecipazione del 35,96 % in Iren Spa.

Il Valdese torna come Casa della Salute

E’ di nuovo operativa, come Casa della Salute, la struttura dove fino al 2012 c’era l’Ospedale Valdese. E’ la prima di Torino, adibita ad integrare il servizio sanitario con laboratori di analisi, quattro sale per piccola chirurgia, uno sportello di Servizio Sociale e vari servizi di accoglienza, cura psico-oncologica, valutazione geriatrica. L’assessore regionale alla Sanità Antonio Saitta afferma che la struttura “segna il passo della trasformazione in atto del sistema sanitario sempre più di prossimità. La chiusura del Valdese segnò una ferita per Torino. Questo non è più un ospedale, ma una struttura innovativa, per la ‘presa a carico del paziente’, concetto caro ai valdesi, ma anche cardine del nuovo piano sanitario”.

Sulla rotta balcanica, contro le frontiere d’Europa

Una mostra di Malvina Bonali a Cesara (Vb)

Sabato 5 agosto, alle 18.00, nella Sala Archi del Centro Ricreativo “Tiziano Falda” di Cesara (Vb) verrà inaugurata la mostra “Playing the game–Da Bologna alla Serbia contro le Frontiere d’Europa”, con un ricco reportage fotografico a cura di Malvina Bonali. L’esposizione sarà visitabile dal 5 all’8 agosto, dalle 18.00 alle 20.00. Il reportage fotografico e il racconto di Malvina Bonali sono documenti importanti. Lungo il confine con l’Ungheria e poi a Belgrado ha voluto conoscere di persona quelle realtà, portando un messaggio di complicità a chi pratica il diritto alla libera scelta e alla libera circolazione. Una testimonianza di “prima mano”, diretta, non mediata su quello che definisce “il regime europeo delle frontiere” che ha deciso di chiudere la rotta balcanica dei migranti. La “Western Balkan route” si è infranta su muri, reticolari, barriere che hanno, nei fatti, sospeso le aree di libera circolazione del trattato di Shengen. La sua testimonianza ci mette di fronte a questa enorme tragedia umanitaria che ha anche tante altre facce, da Calais a Ventimiglia, da Melilla al canale di Sicilia e alle coste italiane. L’Europa sta dimostrando il suo volto peggiore, gretto e avaro, riducendosi  a vincoli, moneta, banche e un poco di burocrazia. I profughi  mostrano volti e storie che non si possono spiegare con le parole. I controlli, i numeri chiusi, difficilmente li fermeranno. Le guerre, la miseria e la fame sono una spinta troppo forte. E troveranno, davanti agli ostacoli, altre strade. L’Italia, con i suoi quasi 7.500 chilometri di coste, isole comprese, rappresenta la piattaforma naturale per sbarcare in Europa.L’immigrazione, o meglio la gestione di migranti e rifugiati (respingimenti compresi), è oggi la principale sfida dell’Unione. Molte di quelle persone fuggono da guerre, carestie persecuzioni, stupri, violenze sulle donne. La depressione economica è notevole e l’agricoltura di sussistenza conosce una crisi radicale. La fame opprime decine di milioni di africani. Di fronte a un problema di questa portata, senza solidarietà e ripartizione d’oneri fra tutti rischia di saltare l’Europa e non saranno la moneta e la banca centrale a tenere insieme la fragile costruzione che oggi scricchiola sinistramente. Le persone che Malvina ha incontrato in quella “sacca” balcanica dove sono bloccate, esauste e sfinite, disperate e al tempo stesso determinate  – non avendo più nulla da perdere – ci rammentano che una soluzione va trovata perché il tempo scorre ed è tiranno. La crisi migratoria ricorda a tutti che occorre una nuova Europa. Basta andare a Lampedusa e sulle acque del Mediterraneo dove viaggiano, cariche all’inverosimile di esseri umani, le “carrette del mare”; o recarsi a Subotica, a Idomeni o a  Gevgelija, al confine della Macedonia con la Grecia , e guardare quelle persone, senza chiudere gli occhi. Guardandole, non si potrà chiudere il cuore o nascondere la nostra coscienza di liberi cittadini europei. Malvina Bonali l’ha fatto e con la sua mostra aiuta tutti a comprendere meglio.

Marco Travaglini

Migrazioni occitane

La migrazione è sempre stata un fenomeno che le valli del Piemonte, e nello specifico, dell’Occitania, hanno conosciuto. L’argomento è al centro di un interessante convegno di studi storici che si svolge sabato 5 agosto nella Borgata del Laux, in Comune di Usseaux. La scelta del posto per lo svolgimento dell’evento non è casuale: si tratta di un luogo che nei secoli scorsi segnò momenti importanti del valdismo e dei suoi rapporti con il cattolicesimo. “Le migrazioni dalle valli” è dunque il tema dell’incontro che è organizzato da Comune di Usseaux, Società di studi valdesi, Centro studi e ricerche sul cattolicesimo della Diocesi di Pinerolo, associazione culturale “La Valaddo” e Cerca – Centro ricerche cultura alpina., con il patrocinio di Regione Piemonte e Città Metropolitana di Torino. La sessione del mattino, dalle ore 9, verrà moderata da Bruno Rostagno con gli inteventi di Luca Patria (Fra tardomedioevo e prima età moderna: nuove forme di mobilita nelle Alpi Cozie), Marco Fratini (L’emigrazione   valdese nell’Italia meridionale fra medioevo e prima età moderna), Gabriel Audisio (Migranti valdesi in Provenza: inserimento, integrazione, assimilazione), Marco Bettassa (Strutture comunitarie e rapporti economici in antico regime. I valdesi in Germania), Al pomeriggio, a partire dalle 14, si terrà la seconda sessione, moderata da Renato Allio, che verrà preceduta da una presentazione dei libri delle Terre Alte. Seguiranno i contributi di Daniele Tron (Al seguito di alcune personalità emigrate: il pastore Elie Saurin (1639 – 1703) e le esperienze internazionali della sua famiglia), Albert de Lange (Al seguito di alcune personalità emigrate: il pastore Thomas Gauthier, 1638 – 1709), Giorgio Grietti (Al seguito di alcune personalità emigrate: l’abate Lorenzo Cot di Chambons, 1825 – 1868), Elisa Grosso (Al seguito di alcune personalità emigrate: il pastore Daniel Armand Ugon 1851 – 1929). Le conclusioni verranno tenute a partire dalle ore 17.30.

Massimo Iaretti

Zooprofilattico e Banco Alimentare contro lo spreco

L’Istituto Zooprofilattico dice basta allo smaltimento come rifiuti di alimenti controllati

e risultati idonei al consumo umano. Siglato l’accordo con il Banco Alimentare:

dopo le analisi, le confezioni intatte saranno devolute per i pasti di beneficenza

 

L’Istituto Zooprofilattico e il Banco alimentare del Piemonte hanno siglato un accordo per il riutilizzo delle porzioni di campioni di alimento integre e sane che giacciono nei laboratori dopo l’esecuzione delle analisi. Ogni campione ufficiale prelevato nelle imprese alimentari, nei punti vendita o nei locali di ristorazione, è costituito da tre o quattro confezioni gemelle che vengono consegnate al laboratorio di via Bologna. In caso di risultati che indicano la presenza di qualche pericolo per il consumatore, si possono ripetere le analisi di laboratorio sui campioni gemelli, da parte del medesimo laboratorio, di un laboratorio terzo o da parte di un laboratorio individuato dall’impresa stessa. Quando, invece, dalla prima analisi si ottengono risultati soddisfacenti, i campioni gemelli non vengono utilizzati ma eliminati come rifiuti speciali. L’accordo siglato prevede che i cosiddetti campioni gemelli vengano consegnati al Banco Alimentare del Piemonte che, con personale e mezzi idonei lo distribuirà alle associazioni caritative del territorio piemontese. “Ogni giorno il nostro laboratorio di Torino analizza oltre 50 campioni di alimenti di varia natura: per ognuno dei quali sono necessarie tre o quattro confezioni dello stesso alimento, così come prevede la legge. Nel caso sulla prima confezione si riscontrino delle irregolarità, vengono ripetute le analisi utilizzando le altre; in caso contrario le confezioni rimanenti non vengono più esaminate rimanendo inutilizzate “spiega Lucia Decastelli responsabile del Laboratorio Controllo Alimenti. La Direttrice dell’Istituto Maria Caramelli si dice soddisfatta dell’iniziativa che ridà valore ai prodotti che, altrimenti, andrebbero distrutti ed inutilizzati: “Il vantaggio di questo accordo è duplice: destiniamo le eccedenze di cibo alle realtà caritative e riduciamo l’impatto ambientale, diminuendo la produzione di rifiuti grazie al recupero di prodotti ancora integri che, altrimenti, andrebbero eliminati come rifiuti speciali”. Soddisfatto anche il presidente del Banco Alimentare del Piemonte, Salvatore Collarino“Un accordo importante che dice del senso di responsabilità dell’Istituto sui temi della solidarietà e dell’ambiente, per noi una collaborazione preziosa vista l’indubbia autorevolezza e competenza dell’Istituto”. Secondo le stime fatte dall’Istituto Zooprofilattico, circa 9 quintali di prodotti alimentari saranno recuperate ogni anno in questo circuito di redistribuzione sociale. La maggior parte degli alimenti che potrà essere recuperata è rappresentata da alimenti confezionati come prodotti da forno, farine o snack, seguiti da prodotti refrigerati (come carne e formaggi), bevande, prodotti congelati e non mancheranno anche i prodotti per la prima infanzia.

CATEGORIA ALIMENTI %
Prodotti da forno, farine e snack 60%
Prodotti refrigerati 20%
Bibite e bevande 7%
Prodotti congelati 5%
Alimenti in scatola 5%
Olio, alimenti infanzia 3%

 

La nuova legge

In Italia, è stata da poco emanata la legge n.166 del 19 agosto 2016 (legge Gadda): questa normativa è orientata alla riduzione degli sprechi in ogni fase della filiera alimentare. Essa intende favorire il recupero e la donazione delle eccedenze alimentari e promuovere la riduzione della produzione di rifiuti e delle pratiche di riuso e di riciclo che consentono di allungare il ciclo di vita dei prodotti.

La legge 166/2016 regolamenta la cessione gratuita di prodotti alimentari, a fini di solidarietà sociale: gli operatori del settore alimentare o altri Enti ed Istituzioni possono finalmente cedere gratuitamente, e senza imbattersi in lunghe procedure burocratiche o amministrative, le eccedenze a finalità sociali.

Chi riceve questi alimenti deve destinare a titolo gratuito le eccedenze ricevute e idonee al consumo umano a favore di persone indigenti: tali attività di cessione devono avvenire nel rispetto delle norme in materia di igiene e di sicurezza alimentare.

I progetti dell’Istituto Zooprofilattico contro lo spreco

L’accordo con il Banco Alimentare del Piemonte non è il primo passo che l’Istituto fa nella lotta allo spreco alimentare: le sue precedenti iniziative sono state, infatti, rivolte ai bambini e ai ragazzi per insegnare loro a non sprecare il cibo e a conservare correttamente gli alimenti.

CIBOSALVANDO è un gioco da tavolo con finalità educative, pensato per i bambini delle scuole elementari e medie. Scopo del gioco è quello di utilizzare senza spreco gli ingredienti a propria disposizione o scartati dagli avversari, completando così il maggior numero di ricette e raggiungendo per primi il traguardo.

SAVE THE FOOD è una app-gioco multipiattaforma per smartphone e tablet che viene distribuita nei negozi online “Apple Store” e “Play Store”. L’app-gioco insegna agli utenti a posizionare correttamente il cibo nel frigorifero, primo passo per una corretta conservazione e conseguente riduzione dello spreco alimentare. L’app si configura come l’interno di un frigorifero (inizialmente vuoto) in cui sono presenti 5 ripiani che dovranno contenere gli alimenti correttamente posizionati dall’utente.

L’Istituto Zooprofilattico ha anche altro in mente: lo scorso mese di maggio ha richiesto al Ministero della Salute un finanziamento per sostenere la lotta allo spreco alimentare attraverso due azioni:

– fornire una base scientifica, supportata da analisi di laboratorio e da studi sulla probabilità (microbiologia predittiva) per definire le reali tempistiche di consumo/utilizzo delle principali tipologie di alimenti e per definire quali prodotti possono essere consumati anche dopo il superamento della data del “consumare preferibilmente entro” e soprattutto per ancora quanto tempo.

– promuovere una campagna di informazione/educazione rivolta agli operatori del settore alimentare, alle catene della Grande Distribuzione, alle organizzazioni caritative e soprattutto anche ai consumatori, sul corretto significato delle indicazioni fornite dall’etichetta e sul consumo di alimenti superato le date

TORINO GUARDA ALLA RUSSIA NEL SETTORE DEL PETROLIO E GAS NATURALE

A poco più di un mese dalla sottoscrizione dell’accordo di partnership siglato a inizio giugno tra il Politecnico di Torino e la compagnia petrolifera russa Gazprom Neft, le attività di collaborazione entrano nel vivo con il primo momento di condivisione di progetti e iniziative di ricerca e formazione, che si sono tenute nei giorni scorsi a Torino.

La delegazione di Gazprom Neft, il quarto produttore russo di petrolio, con a capo il Vice CEO Vladislav Baryshnikov, ha incontrato il Rettore del Politecnico Marco Gilli, il Vice Rettore per la Ricerca Stefano Corgnati, il Vice Rettore per l’internazionalizzazione Bernardino Chiaia e il professor Stefano Lo Russo, responsabile dell’accordo, per conoscere più direttamente le strutture di ricerca e didattica dell’Ateneo, tra le quali l’Energy Center del Politecnico, e avviare alcune iniziative condivise.

 

L’accordo integra infatti attività di formazione avanzata e di ricerca congiunte. Le attività di ricerca riguarderanno vari aspetti della tecnologia e dell’innovazione nel settore del petrolio e del gas naturale. In particolare, verranno messe a sistema le competenze nei settori della geologia e dello studio di pozzi e riserve di gas e petrolio, delle tecnologie di scavo e costruzione delle infrastrutture, fino allo studio dello sfruttamento delle riserve tradizionalmente non sfruttate e delle risorse off shore; altri temi di collaborazione saranno gli aspetti di automazione e applicazione della robotica all’industria petrolifera, la sensoristica, fino alle tematiche di tutela dell’ambiente e della sicurezza dei lavoratori e degli impianti.

 

Per quanto riguarda la formazione, la convenzione prevede attività didattiche riservata a quadri e addetti della compagnia petrolifera russa al Politecnico, ma anche lezioni e incontri con dirigenti della Gazprom Neft a Torino, per illustrare le attività della compagnia e presentare proposte di collaborazione tra i due enti, allargando il campo al sistema socio-economico del territorio piemontese. A questo proposito è previsto domani presso l’Unione Industriale di Torino un incontro con i principali stakeholder del territorio, rivolta proprio al sistema delle aziende torinesi e piemontesi che operano a vario titolo nel settore e che potrebbero essere interessate a collaborazioni in Russia, organizzato in collaborazione con i principali attori del sistema territoriale: Unione IndustrialeCamera di Commercio di Torino e Ceipiemonte.

Rapporti commerciali Piemonte – Russia

Secondo i dati elaborati dalla Camera di commercio di Torino, nel 2016 le esportazioni piemontesi verso la Russia sono state pari a circa 537 milioni di euro, praticamente invariate rispetto al 2015; le importazioni valgono invece 45 milioni, per un interscambio complessivo pari a 582 milioni. Le esportazioni piemontesi rappresentano l’8% del totale italiano destinato alla Russia, mentre in Piemonte converge solo lo 0,4% dell’import russo in Italia. Per quanto riguarda il primo trimestre 2017, il Piemonte ha venduto in Russia merci per 137 milioni di euro, registrando un aumento del 36,8% nei confronti del corrispondente periodo dello scorso anno. Torino pesa per oltre il 39% sull’export piemontese diretto in Russia e riceve il 23% delle importazioni russe destinate al Piemonte.

 

I rapporti tra Piemonte e Russia sono molto intensi, con un interscambio di oltre 580 milioni di euro nel 2016. Per questo come Camera di commercio offriamo agli imprenditori numerosi servizi per valutare le opportunità di affari nel paese: analisi di mercato, ricerca partner commerciali, informazioni su certificazioni, dazi, dogane, fisco, contratti e logistica, organizzazione di visite in loco, mentre in ottobre abbiamo in programma qui a Torino un Business Forum con l’organizzazione di incontri con esperti e appuntamenti btob”, ricorda Guido Bolatto, Segretario Generale della Camera di commercio di Torino.

 

“La Russia è un mercato con grandi potenzialità con  un ruolo di rilevante importanza per l’Europa e per  l’Italia. Noi abbiamo sempre  mantenuto un dialogo aperto col Paese sia grazie all’impegno dei nostri rispettivi Governi ma anche in virtù dei nostri solidi rapporti economico-commerciali. Con la Russia, Torino ed il Piemonte hanno una lunga tradizione di collaborazioni  soprattutto con le nostre molte imprese ad alta tecnologia, dalla meccatronica all’impiantistica alla componentistica.  Alla base di queste relazioni ci sono rapporti di fiducia e apprezzamento per le reciproche competenze  e per i positivi risultati che le partnership hanno prodotto nel tempo:  auspico perciò un ulteriore riavvicinamento ed una intensificazione dei rapporti”, commenta Dario Gallina, presidente dell’Unione Industriale di Torino.

Rivoluzione welfare in Piemonte: Ipab, dalla Regione via libera (anche) alla privatizzazione

La nuova norma intende  riordinare il sistema prevedendo la trasformazione delle Ipab  in aziende pubbliche di servizi alla persona o in persone giuridiche di diritto privato

Rivoluzione nel mondo delle Istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza (Ipab) in Piemonte: quelle  con valore medio di produzione inferiore a 1,5 milioni andranno verso la privatizzazione. Questo  l’effetto principale della legge sul riordino del sistema – approvato a maggioranza con 25 sì e 7 no nell’ultima seduta del Consiglio regionale. Il testo si pone l’obiettivo di  definire i parametri per la trasformazione giuridica delle Ipab, l’estinzione di quelle inattive e il trasferimento dei beni mobili e immobili in loro possesso. La nuova norma intende per l’appunto riordinare il sistema prevedendo la trasformazione delle Ipab  in aziende pubbliche di servizi alla persona o in persone giuridiche di diritto privato. 

La discussione in Aula

Il provvedimento, presentato per la Giunta regionale dall’assessore alle Politiche sociali Augusto Ferrari, era stato illustrato in Aula nella seduta del 4 luglio dai relatori di maggioranza Domenico Ravetti (Pd), presidente della IV Commissione consiliare (Sanità e assistenza), e di minoranza Claudia Porchietto (FI) e Davide Bono (M5s). Al termine della discussione generale  è iniziata la disamina degli oltre cento emendamenti presentati in gran parte dal M5s, che si è protratta anche nelle sedute dell’11, del 18 e del 25 luglio.

Le dichiarazioni di voto

Prima della votazione finale sul provvedimento si sono svolte le dichiarazioni di voto. Il consigliere Bono, nel motivare il voto contrario del M5s, ha sottolineato che nonostante il lungo lavoro in Commissione il disegno di legge non può considerarsi soddisfacente. La normativa nazionale prevede – infatti – come modello di riferimento per le Ipab quello pubblico di servizi alla persona mentre con l’approvazione del disegno di legge della Giunta gran parte di esse e del loro patrimonio verrà privatizzato. Ha sottolineato, infine, la necessità di monitorare le ricadute del provvedimento sui lavoratori dal momento che, quando saranno privatizzate, le Ipab saranno difficilmente controllabili. I consiglieri Porchietto e Berutti hanno annunciato la non partecipazione al voto di FI per il fatto di essere ancora in attesa di una mappatura completa delle Ipab esistenti in Piemonte, dal momento che diverse risultano non essere state contattate dagli uffici regionali. Hanno rilevato che sarebbe stato sufficiente per la Regione raccordarsi con le previsioni della legge nazionale senza stravolgere il sistema e pensare alla tutela dei numerosi volontari che operano nelle Ipab auspicando non si debba, tra qualche tempo, mettere mano a un impianto che non tutela abbastanza un patrimonio che dovrebbe essere al servizio dei cittadini.

Ravetti (Pd), relatore di maggioranza: “Dopo 16 anni finalmente si potrà procedere alla riorganizzazione”

il Vice Presidente del Gruppo Pd, Domenico Ravetti: “Dopo sedici anni le Ipab potranno essere riorganizzate attraverso un testo di legge nuovo e moderno che permetterà alle strutture di trasformare la propria figura giuridica in aziende pubbliche, in fondazioni o in associazioni di diritto privato, prevedendo anche una fascia intermedia, per alcune Ipab di media grandezza, in cui sia possibile scegliere tra azienda pubblica e ente di diritto privato. Le Ipab sono state il primo sistema di welfare organizzato su base volontaristica del Nord Italia, un sistema che da tempo non era pù in grado di reggere la sfida dell’innovazione e che, pertanto, andava adeguato ai tempi e alle richieste della società. Si tratta di una legge di sistema che non prevede costi aggiuntivi per la Regione, introduce aspetti innovativi e potrà contribuire al miglioramento del sistema sociosanitario nel suo complesso

 

“B&b” e affittacamere, le nuove regole

Il  Piemonte ha una nuova legge  su “bed and breakfast, affittacamere, case vacanza, residenze di campagna e ostelli.

Il disegno di legge della Giunta è stato infatti approvato a maggioranza, martedì 27 luglio, con 21 voti favorevoli e 15 consiglieri che non hanno partecipato al voto. La nuova legge mira a riorganizzare questo modello di ospitalità, sempre più diffuso di pari passo con la costante crescita dei flussi turistici.

L’obiettivo principale della riforma – come ha avuto più volte modo di evidenziare l’assessora al Turismo Antonella Parigi –  è l’armonizzazione della normativa piemontese con quella nazionale e comunitaria vigente, riunendola in un unico corpo e aggiornando un’impostazione ormai obsoleta, in quanto l’ultima legge regionale di riferimento era la 31 del 1985. Una delle novità più rilevanti riguarda le strutture a conduzione famigliare, come “bed and breakfast”ed affittacamere, per le quali la nuova norma detta i confini entro cui possono essere gestite in forma non imprenditoriale: per i primi la soglia è fissata a tre camere, al di sopra delle quali sarà necessario disporre della partita Iva dedicata, con un limite massimo di sei stanze, oltre cui non si può essere annoverati in tale categoria; per gli affittacamere invece il servizio potrà essere esercitato in modo non imprenditoriale se svolto in forma occasionale e non continuativa e in non più di due appartamenti posti nello stesso stabile, con un massimo di tre camere e sei posti letto.

.

È anche previsto l’inserimento della “country house” o residenza di campagna: dovranno essere ville padronali, casali o case coloniche ubicate in luoghi di valore naturalistico e paesaggistico, in centri sotto i diecimila abitanti, amministrate in forma imprenditoriale, non annesse a un’azienda agricola e non gestite da un imprenditore agricolo, con camere o con appartamenti con cucina fino ad un massimo di dieci posti letto. Un altro ambito di intervento sono poi le locazioni turistiche: l’affitto di una abitazione, per essere considerato attività ricettiva, dovrà disporre di servizi quali fornitura e cambio biancheria, ricevimento ospiti, assistenza in camera, in assenza dei quali verrà considerata attività di mera locazione abitativa. Si vogliono così contrastare forme irregolari di ospitalità, migliorando la sicurezza e includendo tali strutture nei meccanismi di rilevazione statistica e informativa, facendo emergere la reale portata del settore extralberghiero. Nella relazione di maggioranza, Elvio Rostagno (Pd)  ha voluto sottolineare come il settore turistico sia in continua espansione, per cui “si è incominciato al vedere le cose in maniera orizzontale e non più verticale toccando argomenti importanti come quello enogastronomico e culturale. La legge che era in vigore è parsa pertanto superata, visto che i tempi sono cambiati. Il turismo è cambiato, sempre più l’utenza vuole servirsi delle unità abitative piuttosto che degli alberghi. Gli emendamenti proposti dalla giunta vanno a correggere alcuni aspetti, adeguandoci alla legge della Regione Toscana, proprio per evitare eventuali impugnazioni”.

.

La prima relazione di minoranza ha visto Gian Luca Vignale (Mns) ribadire la necessità di ragionare sul concetto di “un’offerta che la Regione Piemonte potrà dare pensando a più offerte turistiche proprio per venire incontro alle richieste dell’utenza. La montagna ha bisogno sempre più di posti letto, e noi rispetto ad altre realtà, abbiamo un gran numero di seconde case che possono essere affittate temporaneamente”. Siè poi soffermato sull’articolo 5, che tratta delle locazioni turistiche, anche dal punto di vista fiscale. Visto che i contenuti sono stati recepiti dal ddl, in Commissione Vignale aveva ritirato la sua proposta di legge n. 241 per disciplinare l’affitto temporaneo breve. La seconda relazione è stata quella di Francesca Frediani (M5S). “Il nostro apporto a questo ddl lo abbiamo fornito con i nostri emendamenti, che hanno riguardato soprattutto la distinzione tra attività imprenditoriale e non imprenditoriale. Avremmo voluto un sostegno più esplicito per il turismo sostenibile, e con questa legge siamo davanti ad  un piccolo passo per adeguare la legislazione regionale alla realtà di un turismo in continua evoluzione, favorita anche dalla tecnologia, se pensiamo al modo in cui sempre più turisti organizzano le vacanze in autonomia utilizzando le risorse della rete. Sicuramente la Regione avrebbe bisogno di un testo unico sul turismo. Quello che ci preoccupa, è il regolamento di attuazione, al quale sono demandati troppi argomenti. Chiediamo pertanto un confronto in Commissione  coinvolgendo tutte le realtà che operano sul territorio”. Il presidente della Commissione Turismo, Raffaele Gallo, ha espresso la propria soddisfazione per il lavoro svolto, che va a normare un settore turistico importante e in forte espansione come quello delle locazioni brevi.”Sin dall’ inizio abbiamo individuato il turismo come un asse importante della nostra azione di governo – ha affermato – È la terza volta che trattiamo il turismo in Aula, aggiornando importanti quadri normativi. La legge precedente era del 1985, oggi siamo qui a sottolineare soprattutto quello che mi pare lo scopo più importante, quello della semplificazione normativa”.

Nel dibattito generale e nell’esame dei complessivi ventinove articoli, sono intervenuti: Silvana Accossato (Articolo1), Mauro Campo, Paolo Mighetti e Frediani (M5S), Rostagno, Gallo e Daniele Valle (Pd) e Gilberto Pichetto (Fi). Nella dichiarazione di voto, Campo ha ribadito che essendo un’importantissima parte della materia demandata al regolamento attuativo, ci sia spazio in fase di stesura in Commissione per proporre delle modifiche, visto che il testo della legge non è più emendabile. Rostagno ha sottolineato come l’iter legislativo sia stato caratterizzato da un generale clima di condivisione. “L’economia non la si fa con le leggi, ma le leggi possono consentire un buon processo economico. Il nostro scopo è quello di incrementare l’offerta turistica in sinergia con altri settori. È certamente una legge che entra nel campo minato delle competenze, per cui si è cercato di trovare dei correttivi con gli emendamenti della Giunta che ci cautelano dal rischio di impugnative. Il turismo non è solo una crescita economica, ma anche di relazioni umane” ha concluso. Collegato al ddl, è stato anche approvato (sempre a maggioranza) l’ordine del giorno di Rostagno (Pd) per chiedere che venga avviata un’operazione di uniformazione-unificazione delle procedure relative alla comunicazione giornaliera alle Questure delle informazioni inerenti le persone alloggiate e alla trasmissione mensile alle Province dei dati sui flussi turistici, in modo da agevolare ulteriormente i gestori delle strutture ricettive.

MB – www.cr.piemonte.it

Da Fondazione Crt 342 interventi per il territorio

Dalla promozione della salute all’assistenza alle fasce sociali più deboli, dal sostegno agli Atenei ai progetti di ricerca, dalla valorizzazione delle eccellenze del territorio alle iniziative culturali

 

Torino, 28 luglio 2017 – Dalla Fondazione CRT 4,3 milioni di euro per 342 interventi a sostegno delle iniziative del territorio: sono i risultati della prima sessione delle richieste ordinarie – ovvero le richieste di contributi non rientranti in alcun bando specifico della Fondazione – presentate nei primi quattro mesi del 2017 da enti operanti in Piemonte e Valle d’Aosta.

 

Attraverso le due sessioni annuali dedicate alle richieste ordinarie, la Fondazione CRT garantisce il proprio appoggio a un ampio ventaglio di attività e soggetti, con una forte capillarità nella distribuzione territoriale e nella tipologia dei beneficiari: in tutte le province piemontesi e in Vallée, infatti, ricevono contributi sia piccole realtà, sia istituzioni di maggiore dimensione.

 

In particolare, per l’area Welfare e Territorio la Fondazione CRT ha deliberato 153 contributi per un importo complessivo di 1,5 milioni di euro: a beneficiarne sono interventi di prevenzione e promozione della salute, di assistenza alle categorie sociali più deboli, interventi per implementare le dotazioni delle organizzazioni di volontariato impegnate nella tutela e nella salvaguardia del territorio, sino agli eventi di valorizzazione del territorio stesso e dei suoi prodotti di eccellenza.

 

Per l’area Ricerca e Istruzione sono stati approvati 108 contributi con uno stanziamento di 2,2 milioni di euro: circa 900.000 mila agli Atenei, circa 1,3 milioni di euro a enti del territorio, sia per la formazione e istruzione a tutti i livelli, sia per la ricerca in ambito medico, letterario, alimentare e a progetti di ricerca applicata.

 

Nel campo Arte e Cultura sono 81 i contributi per 636 mila euro a sostegno, tra gli altri, di festival cinematografici, premi letterari, attività culturali e di valorizzazione del patrimonio storico-artistico.

 

Le richieste sono state valutate tenendo conto, in particolare, dell’efficacia degli interventi e attività nei confronti del territorio, della qualità delle iniziative, della loro sostenibilità, nonché della strutturazione e affidabilità delle organizzazioni.

 

“La Fondazione CRT conferma il proprio significativo ruolo di sostegno capillare al territorio: ascoltiamo le esigenze delle comunità attraverso le realtà del non profit, che affianchiamo e sosteniamo non solo dal punto di vista delle erogazioni, ma anche delle capacità progettuali – dichiara il Presidente della Fondazione CRT Giovanni Quaglia –. Con le erogazioni ordinarie contribuiamo, al passo con il mutare dei bisogni, a dare linfa alle tante attività e ai tanti soggetti impegnati nella crescita sociale, culturale, economica del Piemonte e della Valle d’Aosta, senza mai dimenticare le fasce più fragili della popolazione”.

 

“Nell’esame periodico delle richieste di sostegno che provengono alla Fondazione CRT, e certamente tenuto conto della specificità del singolo settore di riferimento, un’attenzione crescente è rivolta anche al carattere innovativo delle iniziative proposte – ha sottolineato il Segretario Generale della Fondazione CRT Massimo Lapucci –. Del resto, il trend evolutivo a cui assistiamo non solo nel nostro Paese ma in tutta Europa, indica come il ruolo della filantropia, specie quella istituzionale, risieda anche nel saper facilitare la creazione di opportunità e nuovi spazi di intervento per quei soggetti particolarmente attenti alla capacità di fare rete con i vari enti e attori del territorio, tanto più se sensibili alla sostenibilità nel tempo delle singole iniziative e alla centralità delle giovani generazioni”.

 

L’elenco dei beneficiari sarà pubblicato nei prossimi giorni sul sito della Fondazione (www.fondazionecrt.it).

 

La seconda sessione delle richieste ordinarie è aperta dal 1 luglio al 15 settembre 2017.