ECONOMIA E SOCIETA'- Pagina 531

Avvocato di strada: “Avviciniamo i giovani all'avvocatura" 

Anche quest’anno i volontari di Avvocato di Strada Torino avranno un ruolo di primo piano nelle attività della Clinica Legale della Facoltà di Giurisprudenza attivata dalla Dott.ssa Cecilia Blengino dell’Università di Torino

L’esperienza, che verrà presentata martedì 5 febbraio alle ore 10 sarà aperta a due studenti di giurisprudenza che potranno affiancare i volontari nelle attività di supporto legale in favore delle persone senza dimora.“Siamo entusiasti di poter ripetere l’esperienza attivata l’anno scorso che permetterà ai giovani studenti di avvicinarsi all’avvocatura facendo un’esperienza diretta del nostro mestiere e che, in più, potranno farlo partendo dal punto dei più deboli. La nostra associazione – sottolineano i volontari di Avvocato di strada – collabora già alle cliniche del diritto di varie università italiane come Milano, Bari e Foggia. Siamo orgogliosi di poter collaborare anche quest’anno con la Clinica del diritto di Torino, una delle prime a prendere piede in Italia”.

Associazione Avvocato di Strada Onlus 

Giornata nazionale contro il Bullismo e Cyberbullismo

Laboratori teatrali, workshop, musica e dibattiti. Sono solo alcune della iniziative che il Consiglio regionale del Piemonte, in collaborazione con il Garante regionale dell’Infanzia e il Corecom Piemonte, ha organizzato in occasione della Giornata nazionale contro il Bullismo e Cyberbullismo, in programma il 5 febbraio 2019.

Si tratta di un fitto cartellone di eventi che andrà dal 5 al 15 febbraio per ribadire il No al bullismo fuori e dentro le scuole e sensibilizzare non solo i ragazzi, ma l’intera comunità, sull’uso consapevole delle nuove tecnologie e sulla necessità di contrastare  e denunciare atteggiamenti violenti e discriminatori. A tutti gli studenti e i partecipanti che aderiranno alle diverse iniziative, sarà distribuita la spilletta “Un Nodo blu”, simbolo della campagna nazionale del Miur contro il bullismo.

“Internet è giustamente considerata una delle più importanti rivoluzioni della storia dell’umanità, – sottolinea il presidente del consiglio Nino Boeti – considerata al pari dell’invenzione della ruota o della stampa a caratteri mobili. Esiste però un’altra faccia di internet, che negli anni è emersa in modo altrettanto drammatico e tumultuoso, con rischi legati ad un suo uso improprio. Tra questi il cyberbullismo. Il fenomeno si diffonde in maniera sempre più pervasiva, con risvolti anche tragici sulla vita dei ragazzi, come testimoniato dalle cronache sempre più frequenti. Per questo il Consiglio regionale si è dotato di una legge, che consente di avere tutte le informazioni sul fenomeno, utili a comprendere gli ambiti di prevenzione e di intervento. Dal 5 al 15 febbraio Palazzo Lascaris, che io ritengo essere “la casa dei piemontesi”,  sarà aperto alla cittadinanza e ospiterà momenti di confronto e sensibilizzazione, cui saranno coinvolte molte scuole e autorevoli relatori”.

Di seguito il programma delle iniziative:

Martedì 5 febbraio 

Momento istituzionale. Ore 10.00ad apertura della seduta di Consiglio regionale, l’aula dedicherà alcuni minuti alla Giornata nazionale contro il Bullismo e Cyberbullismo, alla presenza di numerose autorità piemontesi: Rita Turino, Garante regionale dell’Infanzia, il presidente del Corecom Piemonte Alessandro De Cillis; il Questore di Torino Francesco Messina, Anna Maria Baldelli Procuratore della Repubblica presso il Tribunale dei minori, alcuni rappresentanti del Miur Piemonte, della Polizia postale, dei Carabinieri,  del tribunale dei Minori di Torino, della Guardia di finanza, della Prefettura e alcune classi in visita a Palazzo Lascaris. Tutti i consiglieri e gli ospiti presenti in aula indosseranno la spilletta Nodo Blu ed esporranno un cartello contro il bullismo e cyberbullismo.

Giovedì 7 febbraio: 

Percorso didattico per le scuole, ore 9.30-12.30 Palazzo Lascaris. Oltre 100 studenti e studentesse piemontesi prenderanno parte a 4 diversi workshop:

  1. Il gruppo musicale  Drum Theatre proporrà alcune esibizioni e laboratori esperienziali per facilitare l’aggregazione  e integrazione tra i ragazzi attraverso il ritmo, la cultura e lo spirito dell’arte dei tamburi, integrando i suoni tribali tradizionali all’attuale paesaggio sonoro con il mimo, clowneria e il teatro. Ogni pezzo è proposto con oggetti di tutti i giorni, (pentole, bidoni, tubi), arricchito da vere percussioni, una o più batterie.
  2. Attori professionisti proporranno alcuni estratti dello spettacolo teatrale “Colpevoli – Bullismo in scena: Vittime e Carnefici”, ideato e diretto da Giampiero Ingrassia, scritto da Antonello Coggiatti. Sul palco tanti caratteri controversi: dallo studente all’insegnante, dal non fumatore al suicida fino al provocatorio personaggio della lesbica. Tante tipologie di “bulli” che agiscono intenzionalmente, attraverso comportamenti ripetuti nei confronti di un particolare compagno e provano godimento nell’osservare la sofferenza di chi subisce.  Un messaggio diretto, senza mezzi termini, talvolta scomodo e indigesto che vuole essere il punto di partenza per un serio dibattito oltre la scena.
  3. Bulli e Pupe”. Come riconoscere e contrastare i sintomi del bullismo”. Un progetto interattivo realizzato dalla Consulta Giovani in collaborazione con la Compagnia 3001 e dedicato agli studenti piemontesi delle scuole superiori incentrato su due tematiche più che mai attuali, il bullismo e l’educazione sentimentale. La Compagnia mette in scena uno spettacolo teatrale in cui i giovani interagiscono e si scambiano di ruolo, per poter riflettere sull’importanza delle relazioni sociali e contrastare efficacemente e con consapevolezza il fenomeno del bullismo, che troppo spesso spinge i più fragili al silenzio.
  4. Workshop con Annalisa D’Errico, autrice del libro “Figli virtuali”  – 10 comandamenti social”.  Il libro, con un approccio del tutto innovativo, analizza il mondo del digitale, con l’obiettivo di non lasciare soli ragazzi e famiglie, fornendo alcuni suggerimenti sull’uso corretto e consapevole di web, social network, applicazioni e chat. Completano il vademecum alcuni elementi di contrasto al bullismo in rete, un glossario per conoscere alcuni termini più tecnici e “I dieci social comandamenti” (un decalogo ironico pensato dagli autori per trasmettere con immediatezza alcuni importanti suggerimenti legati alla vita on line)

Convegno “Bullismo e cyberbullismo: non insegnano ma segnano.  Famiglie, associazioni e istituzioni al fianco dei giovani”, ore 17.30 aula consiliare, rivolto ai genitori  e agli insegnanti presso l’aula consiliare di Palazzo Lascaris (via Alfieri 15). Al tavolo dei relatori presieduto da Giorgio Bertola, consigliere segretario componente dell’Udp e presidente della Consula Giovani: l’assessore regionale all’Istruzione Gianna Pentenero; il vicepresidente del Corecom Piemonte, Gianluca Martino Nargiso; Anna Maria Baldelli, Procuratore della Repubblica presso il Tribunale dei minori; la dirigente Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni Piemonte Valle d’Aosta dott.ssa Fabiola Silvestri; Matteo Lancini Psicoterapeuta e Presidente Fondazione Minotauro; Paolo Picchio (per la Fondazione Carolina), Fabio Malagnino, giornalista, Maddalena Scagliusi e Chiara Priotti,  studentesse-ricercatrici autrici dello studio “Bullismo e cyberbullismo nella Regione Piemonte”; Nadia Carpi del Miur Piemonte.

Giovedì 14 febbraio:

Per un San Valentino “fuori dagli schemi”, l’Assemblea legislativa del Piemonte e la garante regionale dell’Infanzia e dell’Adolescenza promuovono, alle 9.30 in aula consiliare,  l’evento “In(s)contro – San Valentino… La parola al ‘primino’!”. L’appuntamento, realizzato in collaborazione con l’Ufficio scolastico regionale, UndeRadio – la web radio under 18 di Save the Children – e le Associazioni Essere umani, Relazioni&Conflitti e Resolutia, si propone come un’occasione, per chi frequenta le scuole secondarie piemontesi di I e di II grado, per essere protagonista di un incontro a più voci sui temi della mediazione e della risoluzione dei conflitti in ambito scolastico. Un’opportunità per interrogarsi, confrontarsi e condividere esperienze che aiutano a crescere e a relazionarsi con gli altri per diventare adulti consapevoli ed equilibrati. Al dibattito seguirà una diretta radiofonica sulle frequenze di Radio Flash in cui gli studenti e le studentesse, incalzati da Aline Silva e Federico Fais di UndeRadio, raccontano esperienze legate ai temi della mediazione.

Venerdì 15 febbraio:

Sala Viglione ore 10.00 – Versione integrale della rappresentazione teatrale “Bulli e Pupe”, un progetto interattivo realizzato dalla Consulta Giovani in collaborazione con la Compagnia 3001 e dedicato agli studenti piemontesi delle scuole superiori. Come reagire di fronte a un sopruso? Come costruire rapporti sentimentali con i coetanei? Su queste domande si confronteranno i ragazzi interagendo con la compagnia teatrale che attraverso i monologhi e i dialoghi  in scena fonrnirà spiunti per parlare dell’importanza delle relazioni sociali e di come contrastare efficacemente e con consapevolezza il fenomeno del bullismo, che troppo spesso spinge i più fragili al silenzio.

Il brigante lucano

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La storia come si sa la scrivono i vincitori e questo vale anche per i fatti successi, nei secoli passati, nel nostro paese. Chissà se prima o poi si riscriverà quella pagina tragica e violenta che è stato il brigantaggio meridionale e la dura repressione che l’esercito regio praticò. Oltre 120 mila soldati, 300 mila se rapportati agli abitanti attuali, si scontrarono per diversi anni con bande disomogenee e non collegate tra loro. Sostenute  dallo stato vaticano e, non ufficialmente, da qualche potenza straniera che non vedeva di buon occhio il neo-stato italiano, tennero in scacco l’esercito regio per alcuni anni. Guerra vera con atrocità , teste tagliate, briganti appesi per giorni come macabri trofei,  paesini e villaggi distrutti, da ambo le parti. La reazione dei briganti fu feroce e costò loro un prezzo  salatissimo. Tra briganti e civili alcuni parlano di oltre 50 mila morti rispetto agli 8 mila soldati del regio esercito. Tra i tanti briganti meridionali chi assurse  agli onori per capacità militari e numero di uomini ai suoi ordini fino ad essere definito ” generalissimo” o ” Napoleone dei Briganti”  fu Carmine Crocco detto Donatelli. Crocco fu imprigionato e scontò la sua pena a Portoferraio e non nel terribile forte di Fenestrelle. Le vicende dei briganti meridionali e lucani in particolare mi  sono venute  in mente in questi giorni a fare da contrasto al fatto che ha portato la piccola regione del sud Italia alla ribalta nazionale.  In questo 2019 in cui la Lucania, Basilicata nella definizione geopolitica, è all’onore di tutto il paese per Matera capitale europea  della cultura, un  lucano è sotto i riflettori della cronaca torinese e nazionale.

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Mi riferisco a Luca Pasquaretta soprannominato “Pitbull” per i suoi modi duri e scorbutici accusato di avere ricattato il Sindaco di Torino Chiara Appendino e di traffico di influenze  illecito e turbativa d’asta. Dopo le dimissioni forzate da portavoce della stessa Appendino per una chiacchierata , se non falsa , consulenza dal Salone del Libro ora una ” tegola” anche peggiore.  Approdato dopo quei fatti alla corte della torinese vice ministro dell’economia Laura Castelli,  che l’ha immediatamente scaricato , ha ricevuto anche una consulenza , un’altra , dal Consorzio di bonifica della Basilicata. Le minacce, gli insulti ed i modi a dir poco bruschi contro direttori di giornali e cronisti, assessori e consiglieri comunali hanno fatto da contraltare alla ricerca quasi spasmodica di incarichi e sistemazioni con un atteggiamento “predatorio” quasi da moderno Crocco.  Carmine Crocco e gli altri con lo ” schioppo” lottavano contro una burocrazia ottusa, contro i latifondisti  e contro quelli che loro consideravano invasori. In attesa che si chiarisca la vicenda – da garantisti, parliamo di presunti reati – e tralasciando lo sconcerto per l’eventuale ricatto al Sindaco, prima risponde alla città e meglio é , non vorremmo  venire a sapere che il vero brigante non era Carmine Crocco.

Un algoritmo per calcolare la vita del veicolo usato

La ricerca è stata sviluppata da un team di ricerca coordinato da Maurizio Galetto, docente del Dipartimento di Ingegneria Gestionale e della Produzione del Politecnico di Torino, ed è stata presentata al Parlamento europeo di Bruxelles

I veicoli usati hanno un peso importante nel panorama economico italiano: oltre 157mila aziende operano nella compravendita e si contano 440mila addetti, e lo scorso anno, più della metà delle vendite del settore automotive ha riguardato l’usato. Anche in  Europa i numeri sono importanti: dal 2011 al 2016 il numero dei veicoli circolanti è salito da 243 a 257 milioni e, in questa classifica l’Italia si piazza al secondo posto con 37,8 milioni dietro la Germania e davanti a Regno Unito e Francia. Ed è sempre più importante conoscere lo stato delle vetture: arriva dunque l’algoritmo che “leggerà” lo stato dell’automobile grazie al lavoro del team di ricerca del Politecnico di Torino, coordinato daMaurizio Galetto, docente del Dipartimento di Ingegneria Gestionale e della Produzione del Politecnico di Torino (DIGEP) che su impulso di Mo.Vi, azienda italiana del settore, ha elaborato una formula innovativa. Si tratta di un algoritmo che consente di calcolare sulla base di parametri oggettivi la percentuale di vita residua di un veicolo usato. Una formula che non solo “fa la radiografia” la vettura al momento, ma che potrà anche essere utile per l’utilizzo futuro e il continuo monitoraggio “Km percorsi, età del veicolo, ma anche lo stile di guida e il carico da stress a cui è stato sottoposto: sono alcuni esempi di variabili tenute in conto dall’algoritmo – spiega Luca Mastrogiacomo, docente del DIGEP – Questo consente non solo di calcolare la durata residua di un veicolo usato al momento del suo acquisto, ma in prospettiva anche di trasformarlo in un dispositivo che, installato sulla vettura e collegato a un’app, fornisce in tempo reale all’utilizzatore lo stato di usura, componente per componente, e di prevederne eventuali guasti consentendo di pianificare e ottimizzare la sua manutenzione”. Una ricerca che si inserisce nel dibattito sulle  ultime normative in materia di tutela ambientale e del consumatore per il settore della compra-vendita dell’usato: l’algoritmo è infatti stato presentato al Parlamento europeo di Bruxelles dove l’Associazione italiana rivenditori veicoli d’occasione (AIRVO) ha posto la questione chiedendo l’istituzione di un tavolo europeo dedicato al comparto, richiesta suffragata dall’eurodeputato Alberto Cirio “Presenterò a Bruxelles una proposta di risoluzione affinché tra le iniziative a tutela del comparto e dei consumatori venga definito uno standard europeo per calcolare in modo scientifico la vita residua di un veicoloL’algoritmo elaborato dal Politecnico di Torino può fare scuola in Europa”.

Alla fine sarà Milano-Lione. E Torino?

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Di Ibis

“A forza di sfogliare il «carciofo» della Tav, resta il cuore del progetto (il traforo), ma Torino rischia di uscire dalle mappe della ferrovia più contestata d’Europa. Addio alla stazione di Susa, e il mantenimento della linea storica che mette ai margini il centro logistico di Orbassano. In pratica potrebbe partire una Milano-Lione”

Se è vero quanto scrive il Corriere della sera, sabato 2 febbraio, non si parlerà più della Torino-Lione, ma della Milano-Lione. Come ha già scritto “Il torinese”, è incomprensibile che il sindaco di Torino si lasci prendere in giro dal suo stesso partito , il quale per salvare le poltrone di governo potrebbe accettare un drastico ridimensionamento del progetto Torno-Lione a danno della sua città. Dopo le Olimpiadi un altro smacco. E paga sempre Torino mentre si fanno le altre grandi opere e le Olimpiadi Milano-Cortina. E’ un grave errore prospettico e politico. In prospettiva di sviluppo della città : Torino ha bisogno di essere interconnessa con i grandi flussi di traffico, già paga un aeroporto di terza serie, e non si dica che tanto c’è Malpensa , a 120 km di distanza , molto più vicina Milano e alla Lombardia. Errore politico, perché è ormai chiaro che l’Appendino rischia di non aver più futuro in città. Se anche il Tav sposta il suo baricentro verso la Lombardia e Milano il declino della città è inevitabile. Infatti il progetto low cost propugnato dalla Lega e da Salvini salverebbe il tunnel, spiega il Corriere della sera, ma Novara diventerebbe il centro dello smistamento delle merci e il crocevia dei traffici Nord/Sud ed Est-Ovest. E Novara è la porta di uscita del Piemonte verso la Lombardia che vedrebbe ulteriormente potenziato il suo ruolo economico già straripante. Torino , con l’andamento demografico attuale, in pochi anni scenderà a 700 mila abitanti: tutti abbiamo parenti e conoscenti che lavorano a Milano e nell’hinterland e molti si sono già spostati.

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Ma ne soffrirà anche l’unico settore che negli ultimi anni ha dato segni di vitalità: il turismo (che non è la panacea di una città che per il momento è ancora un polo industriale) come si sa ha bisogno di buoni collegamenti per prosperare oltre che di una politica di grandi eventi. Intanto proseguono le affermazioni più incompetenti e fasulle da parte dei leader 5 stelle Di Maio in testa e sta per essere resa pubblica una analisi costi benefici fortemente negativa con il progetto Alta velocità, tutta sbilanciata a favore del trasporto su gomma (con buona pace degli ambientalisti ). Torino e il Piemonte sono sempre più soli: è chiaro che ai Presidenti di Lombardia e Veneto, al sindaco di Milano interessa molto più salvare il collegamento nel su complesso, che la sorte di Torino. Così una minoranza, anche in Valsusa, procurerà un danno incalcolabile a tutti. E meno male che ci sono le 7 coraggiose donne di Sì Torino va avanti, altrimenti il discorso era già chiuso. Non si capiscono quindi certi atteggiamenti snob, che le criticano perché guarderebbero alla politica come prossima tappa: che male ci sarebbe ? Lo stesso Giachino si dice che accetterebbe volentieri una candidatura alla regionali nella Lega. La politica è il luogo delle decisioni ultime ed è bene che ci vada gente di coraggio e con idee chiare, e non degli sciocchi incompetenti.

 

 

Con Fondazione Crt la scuola di comunicazione per pediatri

Un progetto per formare i futuri pediatri alla comunicazione con i genitori e i bambini

Apre a Torino, con il contributo della Fondazione CRT, la prima scuola di comunicazione per i futuri pediatri.Si tratta del progetto Pediatra 2020, un percorso formativo che la Scuola di Specializzazione in Pediatria dell’Università di Torino propone agli specializzandi in collaborazione con l’Istituto CHANGE di Torino, a cui è affidato il coordinamento didattico del progetto, e con l’Associazione Piccoli Passi, che sostiene le attività della Neonatologia Universitaria e che si è fatta promotrice dell’iniziativa. Il pediatra del nuovo millennio dovrà essere, negli obiettivi dei promotori del progetto, il personaggio centrale di una nuova cultura della salute e della cura. In questi primi 20 anni del duemila i cambiamenti sono stati veloci e profondi: sono cambiate le famiglie, è cambiata la domanda di salute, sono cambiate le preferenze, le convinzioni, i valori dei genitori. L’accesso alle informazioni è diventato sempre più facile e più ampio. Questo richiede ai nuovi pediatri competenze approfondite nella comunicazione informativa, educativa, motivazionale con genitori, con i bambini e con gli adolescenti, e competenze relazionali che permettano loro di affiancarli e di facilitare scelte responsabili nei percorsi di crescita e di cura. Con questo obiettivo è stato progettato un percorso formativo triennale, che accompagnerà i futuri pediatri iscritti alla Scuola di Specializzazione in Pediatria di Torino dal terzo al quinto anno del loro percorso di specializzazione, con incontri mensili sui temi della comunicazione con i genitori e con i bambini, dell’educazione sanitaria , del  sostegno motivazionale, dell’affiancamento decisionale, dell’etica della cura.Si tratta della prima esperienza di questa portata proposta da una Università italiana ai pediatri in formazione, e più in generale ai futuri medici e ai professionisti sanitari in formazione.

Il progetto e il percorso formativo di Pediatra 2020 verranno presentati mercoledì 6 febbraio alle ore 14,30 nell’aula Bocci dell’Ospedale S.Anna, Via Ventimiglia, 1 – Piano terra.

Interverranno:
prof. Claudio Fabris, presidente dell’Associazione Piccoli Passi, fondatore del centro di Terapia Intensiva Neonatale Universitaria dell’ospedale Sant’Anna 
prof. Ugo Ramenghi, direttore della Scuola di Specializzazione in pediatria dell’Università di Torino
Prof. Enrico Bertino e Dott.ssa Alessandra Coscia, Neonatologia dell’Università di Torino                     

Dott.ssa Silvana Quadrino, psicologa, psicoterapeuta, responsabile didattica del progetto Pediatra 2020

(foto Federico Palumbo)

Report 2018, impatto degli incubatori e acceleratori

Sono 275 le startup, iscritte al registro delle imprese entro il 31/12/2017, per le quali risulta una partecipazione azionaria da parte di incubatori e acceleratori italiani. Gli incubatori e gli acceleratori si confermano attenti alle primissime fasi di sviluppo dei progetti imprenditoriali: 3 su 10 dei soggetti da loro accelerati sono team imprenditoriali che non hanno ancora costituto la propria impresa e sono 205 (sulle 275 di cui sopra) le imprese per le quali gli incubatori e acceleratori sono tra i fondatori. Più della metà degli incubatori supporta organizzazioni a significativo impatto sociale. In particolare il settore più rappresentato da queste imprese è quello della salute e del benessere, seguito dal settore della cultura, delle arti e dell’artigianato. Si conferma il dato del 41,1 % delle start up incubate che operano in servizi di informazione e comunicazione. Il secondo settore più rappresentato rimane quello legato ad attività professionali, scientifiche e tecniche, con il 26,4% del totale.

 

 Sono stati identificati in Italia 171 incubatori e acceleratori. Quasi il 60% si trova in Italia Settentrionale. La Lombardia è la regione che ospita il maggior numero di incubatori, con il 25,3% del totale, seguita dall’Emilia Romagna, con il 10,6%, e la Toscana con l’8,8%. L’area meridionale, quella insulare ed i territori del Nord-Est rappresentano le zone in cui vi è il minor numero di incubatori. Per quanto riguarda la natura giuridica il 64,2% è di natura privata, il 13,9% ha natura pubblica e il 21% ha natura ibrida.

Sono questi alcuni dei dati evidenziati dal Report 2018 sull’impatto degli incubatori e acceleratori italiani, presentato oggi a Milano presso l’incubatore Make a Cube3.

Si tratta di una analisi sviluppata dal team di ricercatori Social Innovation Monitor (SIM) con base al Politecnico di Torino, in collaborazione con Italia StartUp e con il supporto di Banca Etica, Compagnia di San Paolo, Impact Hub Milano, Instilla, IREN, Make a Cube3, SocialFare e Social Innovation Teams (SIT).

La ricerca è stata basata sull’identificazione e poi il coinvolgimento (survey) degli incubatori e acceleratori italiani e l’utilizzo di database come quello dei bilanci delle imprese e quello delle startup innovative.Lo studio ha realizzato, per il secondo anno, una mappatura aggiornata a livello nazionale delle attività di incubazione e di accelerazione di startup, evidenziando  modelli di business, peculiarità, servizi offerti e le differenze tra le diverse tipologie di incubatori/acceleratori.

Come sottolineato dal Prof. Paolo Landoni del Politecnico di Torino, direttore scientifico della ricerca, “emerge un quadro molto diversificato e in evoluzione. Aumenta l’attenzione alle imprese a significativo impatto sociale e aumentano gli incubatori che affiancano alle proprie attività tipiche attività di selezione e investimento nell’equity delle startup. Investimenti importanti, perché in una fase seed molto rischiosa a cui non sono interessati altri investitori.”

Infatti sono 275 le startup, iscritte al registro delle imprese entro il 31/12/2017, per le quali risulta una partecipazione azionaria da parte di incubatori e acceleratori italiani.  Gli incubatori e gli acceleratori si confermano attenti alle primissime fasi di sviluppo dei progetti imprenditoriali: 3 su 10 dei soggetti da loro accelerati sono team imprenditoriali che non hanno ancora costituto la propria impresa e sono 205 (sulle 275 di cui sopra) le imprese per le quali gli incubatori e gli acceleratori sono tra i fondatori.

Il report di quest’anno – ha commentato Giovanni De Lisi, Vice Presidente di Italia Startup, l’Associazione italiana delle startup – “arriva in un momento quanto mai opportuno per l’Associazione e per l’ecosistema startup italiano, perché accompagna il percorso del neo costituito tavolo associativo dedicato ai centri di innovazione italiani e perché fornisce elementi a supporto del Legislatore, avendo riscontrato che c’è la volontà politica di sostenere anche la fase pre-seed e seed delle startup innovative italiane”  

Più della metà degli incubatori ha supportato organizzazioni a significativo impatto sociale. Interessante notare le differenze rispetto all’anno passato per quanto riguarda l’analisi dei settori di appartenenza. Mentre dodici mesi fa quello più rappresentato era quello legato allacultura, alle arti e all’artigianato, ora questo settore si trova al secondo posto, è stato superato da quello della salute e del benessere che ha toccato quota 21,4% sul totale.

Per quanto riguarda il fatturato, in media gli incubatori italiani nel 2017 hanno avuto un fatturato di 1,30 Milioni di euro. La stima del Fatturato totale degli incubatori italiani del 2017 è di 222 Milioni di Euro, in crescita rispetto allo scorso anno.

Un altro dato rilevante che emerge è la dislocazione geografica delle start up incubate nel 2017. Più del 70% si trova in Italia settentrionale, in particolare circa il 55% nelle regioni del Nord Ovest. La Lombardia è la regione in cui si è costituito il maggior numero di startup incubate, il 30,2% del totale, seguita dal Piemonte (23,2%) e dalla Toscana (10,7%). L’area meridionale e insulare rappresenta la zona in cui il numero di startup incubate è minore (4,4%) .

La ricerca stima che nel 2017 siano stati incubati 1344 team imprenditoriali e 2435 startup.

Quest’anno il Rapporto Completo contiene anche quattro approfondimenti specifici:

1.     sugli Incubatori certificati (e le differenze di questi incubatori rispetto agli altri incubatori)

2.    sui programmi di Corporate incubation (e le imprese che li promuovo)

3.    sugli Incubatori quotati

4.    e sugli Incubatori che investono in startup innovative italiane (sulla base delle analisi dei bilanci delle imprese presenti nel database delle startup innovative italiane)

Il Gruppo Iren è certificato Top Employer

Le migliori aziende al mondo in ambito risorse umane: quelle che offrono le migliori condizioni di lavoro, che formano e sviluppano i talenti a ogni livello aziendale e che si sforzano costantemente di potenziare e ottimizzare le loro Best Practice nel campo delle Risorse Umane

Il Gruppo Iren  è stato ufficialmente certificato Top Employer Italia 2019 per le sue eccellenze nelle condizioni di lavoro. La ricerca annuale, condotta da Top Employers Institute certifica le migliori aziende al mondo in ambito risorse umane: quelle che offrono le migliori condizioni di lavoro, che formano e sviluppano i talenti a ogni livello aziendale e che si sforzano costantemente di potenziare e ottimizzare le loro Best Practice nel campo delle Risorse Umane. Il programma Top Employers ha riconosciuto e certificato oltre 1500 aziende in 118 Paesi nei cinque continenti. David Plink, CEO di Top Employers Institute, afferma «Le aziende certificate Top Employers 2019 hanno dimostrato di poter offrire condizioni di lavoro straordinarie ai propri dipendenti e di sviluppare una strategia HR focalizzata sulla centralità delle persone. Queste aziende contribuiscono ad arricchire il mondo del lavoro con la loro eccezionale dedizione all’eccellenza delle risorse umane e per questo sono riconosciute come Employers of choice». Antonio Andreotti, Direttore Risorse Umane Iren ha commentato “Siamo particolarmente soddisfatti per questo riconoscimento. La certificazione Top Employers, che Iren ha ottenuto per la prima volta nel 2018, è stata certamente un punto di arrivo del lavoro fatto, ma anche il punto di partenza per migliorare ulteriormente e lo stimolo a fare sempre meglio sul tema dello sviluppo delle persone, che è proprio uno dei valori chiave del Gruppo

Le pmi piemontesi vanno all'estero

Al via il Tour Internazionale per portare le aziende oltralpe. Dopo la SIB di Casablanca del novembre scorso, la prossima tappa è BUDMA a Poznan dal 12 al 15 febbraio

 Per le imprese italiane del comparto costruzioni la crisi non è finita, sono passati dieci anni e la ripresa non è ancora arrivata. La situazione è molto chiara, la chiave per la sopravvivenza è il mercato estero.
 
Per le piccole e medie imprese italiane del settore delle costruzioni, in particolare quelle specializzate in componenti tecnici dell’involucro edilizio – serramenti e porte, portoni e chiusure tecniche, tende e schermatura solare, lattoneria accessori e coperture metalliche -, non sempre l’internazionalizzazione è un processo facile. Richiede conoscenze specifiche in campo amministrativo, legale e organizzativo di cui non tutti dispongono. Ancor prima, bisogna trovare il modo di farsi conoscere all’estero e prendere contatto con operatori del settore costruzioni: installatori qualificati, rivenditori, grossisti ed importatori, architetti, progettisti, ingegneri, riviste di settore, istituzioni e associazioni per portare all’attenzione la propria expertise, quell’unicità e quel saper fare tipico del made in Italy capace di mixare qualità, design e sicurezza.
 
Da questa esigenza quattro associazioni di categoria insieme a FINCO, la loro Federazione di riferimento  (Federazione Industrie Prodotti Impianti Servizi ed Opere Specialistiche per le Costruzioni e la Manutenzione), è nata CASEITALY, un format innovativo per la promozione e l’internazionalizzazione delle imprese italiane dei componenti tecnici per l’involucro edilizio volto a promuovere efficacemente le aziende stesse, i loro valori, i loro prodotti e servizi. “Non possiamo più permetterci di raccogliere ancor troppo debolmente la potenzialità dei mercati internazionali, che da un lato richiedono le specifiche e i contenuti dei nostri prodotti, ma dall’altro non riescono a venirne in contatto in modo sistematico ed efficace. Noi vogliamo colmare questo gap in modo concreto. Portare le piccole e medie aziende italiane all’estero è la nostra missione che si traduce non solo in un aumento di fatturato, ma vuol dire anche salvaguardia di posti di lavoro e facilitare l’occupazione sul nostro territorio”, dichiara Laura Michelini – Presidente CASEITALY.
 
Queste le motivazioni che hanno portato tre aziende del Piemonte a entrare nel progetto CASEITALY: Armo Spa di Collegno (TO), leader del mercato italiano nella fabbricazione di tavole elevatrici a pantografo, pedane di carico e portali isotermici (www.armoweb.it); Florida Tende Srl di Verbania (VB), produttrice di tende da sole, coperture per esterno e pergole utilizzando materiali di design per l’outdoor (www.floridatende.it); Unimetal di Idrocentro Spa di Torre San Giorgio (CN), opera da anni nel settore della produzione di coperture civili, industriali, agricole e della lattoneria (www.unimetal.net).
 
Il progetto CASEITALY, grazie al sostegno del MISE (Ministero dello Sviluppo Economico Italiano) e attraverso ICE (Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane), ha dato il via a un grande International Tour che ha l’obiettivo di mettere in contatto diretto le aziende italiane affiliate con il target estero di riferimento.
 
Il Tour è partito nel 2018 con la R+T di Stoccarda per poi proseguire nel marzo scorso alla FENSTERBAU di Norimberga. Dal 21 al 25 novembre 2018, CASEITALY è stata alla SIB di Casablanca dove lo stand italiano è stato visitato, tra gli altri, dal Primo Ministro e il Ministro dell’Urbanistica del Regno del Marocco e da quello della Costa d’Avorio. Presenti anche l’Ambasciatrice italiana in Marocco, il Console italiano a Casablanca e la Direttrice dell’ufficio ICE a Casablanca. Ma gli incontri non sono stati solo di carattere politico, bensì sono stati sviluppati contatti con diversi buyer provenienti non solo dal Marocco, ma anche da Senegal, Ghana, Angola ed Etiopia. “Abbiamo organizzato più di 250 incontri tra operatori esteri del settore e aziende afferenti a CASEITALY, un risultato senz’altro importante – dichiara la Presidente di CASEITALY, Laura Michelini. Siamo in attesa di conoscere a breve le ricadute commerciali di questa importante operazione”.  Molto ci si aspetta ancora dalle prossime tappe del Tour: a Poznan (BUDMA) dal 12 al 15 febbraio 2019 sono già previsti incontri con operatori, oltre che polacchi, provenienti da Croazia, Romania, Lettonia, Albania e Turchia. Poi si prosegue con Barcellona (CONSTRUMAT) dal 14 al 17 maggio 2019 e Parigi (BATIMAT) dal 4 all’8 novembre 2019.
 

Le pmi piemontesi vanno all’estero

Al via il Tour Internazionale per portare le aziende oltralpe. Dopo la SIB di Casablanca del novembre scorso, la prossima tappa è BUDMA a Poznan dal 12 al 15 febbraio

 Per le imprese italiane del comparto costruzioni la crisi non è finita, sono passati dieci anni e la ripresa non è ancora arrivata. La situazione è molto chiara, la chiave per la sopravvivenza è il mercato estero.

 

Per le piccole e medie imprese italiane del settore delle costruzioni, in particolare quelle specializzate in componenti tecnici dell’involucro edilizio – serramenti e porte, portoni e chiusure tecniche, tende e schermatura solare, lattoneria accessori e coperture metalliche -, non sempre l’internazionalizzazione è un processo facile. Richiede conoscenze specifiche in campo amministrativo, legale e organizzativo di cui non tutti dispongono. Ancor prima, bisogna trovare il modo di farsi conoscere all’estero e prendere contatto con operatori del settore costruzioni: installatori qualificati, rivenditori, grossisti ed importatori, architetti, progettisti, ingegneri, riviste di settore, istituzioni e associazioni per portare all’attenzione la propria expertise, quell’unicità e quel saper fare tipico del made in Italy capace di mixare qualità, design e sicurezza.

 

Da questa esigenza quattro associazioni di categoria insieme a FINCO, la loro Federazione di riferimento  (Federazione Industrie Prodotti Impianti Servizi ed Opere Specialistiche per le Costruzioni e la Manutenzione), è nata CASEITALY, un format innovativo per la promozione e l’internazionalizzazione delle imprese italiane dei componenti tecnici per l’involucro edilizio volto a promuovere efficacemente le aziende stesse, i loro valori, i loro prodotti e servizi. “Non possiamo più permetterci di raccogliere ancor troppo debolmente la potenzialità dei mercati internazionali, che da un lato richiedono le specifiche e i contenuti dei nostri prodotti, ma dall’altro non riescono a venirne in contatto in modo sistematico ed efficace. Noi vogliamo colmare questo gap in modo concreto. Portare le piccole e medie aziende italiane all’estero è la nostra missione che si traduce non solo in un aumento di fatturato, ma vuol dire anche salvaguardia di posti di lavoro e facilitare l’occupazione sul nostro territorio”, dichiara Laura Michelini – Presidente CASEITALY.

 

Queste le motivazioni che hanno portato tre aziende del Piemonte a entrare nel progetto CASEITALY: Armo Spa di Collegno (TO), leader del mercato italiano nella fabbricazione di tavole elevatrici a pantografo, pedane di carico e portali isotermici (www.armoweb.it); Florida Tende Srl di Verbania (VB), produttrice di tende da sole, coperture per esterno e pergole utilizzando materiali di design per l’outdoor (www.floridatende.it); Unimetal di Idrocentro Spa di Torre San Giorgio (CN), opera da anni nel settore della produzione di coperture civili, industriali, agricole e della lattoneria (www.unimetal.net).

 

Il progetto CASEITALY, grazie al sostegno del MISE (Ministero dello Sviluppo Economico Italiano) e attraverso ICE (Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane), ha dato il via a un grande International Tour che ha l’obiettivo di mettere in contatto diretto le aziende italiane affiliate con il target estero di riferimento.

 

Il Tour è partito nel 2018 con la R+T di Stoccarda per poi proseguire nel marzo scorso alla FENSTERBAU di Norimberga. Dal 21 al 25 novembre 2018, CASEITALY è stata alla SIB di Casablanca dove lo stand italiano è stato visitato, tra gli altri, dal Primo Ministro e il Ministro dell’Urbanistica del Regno del Marocco e da quello della Costa d’Avorio. Presenti anche l’Ambasciatrice italiana in Marocco, il Console italiano a Casablanca e la Direttrice dell’ufficio ICE a Casablanca. Ma gli incontri non sono stati solo di carattere politico, bensì sono stati sviluppati contatti con diversi buyer provenienti non solo dal Marocco, ma anche da Senegal, Ghana, Angola ed Etiopia. “Abbiamo organizzato più di 250 incontri tra operatori esteri del settore e aziende afferenti a CASEITALY, un risultato senz’altro importante – dichiara la Presidente di CASEITALY, Laura Michelini. Siamo in attesa di conoscere a breve le ricadute commerciali di questa importante operazione”.  Molto ci si aspetta ancora dalle prossime tappe del Tour: a Poznan (BUDMA) dal 12 al 15 febbraio 2019 sono già previsti incontri con operatori, oltre che polacchi, provenienti da Croazia, Romania, Lettonia, Albania e Turchia. Poi si prosegue con Barcellona (CONSTRUMAT) dal 14 al 17 maggio 2019 e Parigi (BATIMAT) dal 4 all’8 novembre 2019.