ECONOMIA E SOCIETA'- Pagina 497

Gli studenti del Poli vincono in Cina

IL PADIGLIONE MODULARE  DI TORINO PRIMO NELLA COMPETIZIONE CINESE TRA UNIVERSITÀ

 

Un Team di studenti di Politecnico e Southeast University di Nanchino ha vinto la competizione internazionale “UIA-CBC International Colleges and Universities Competitive Construction Workshop”

 

 Si è aggiudicato il primo premio dell’edizione 2019 dell’UIA-CBC International Colleges and Universities Competitive Construction Workshop il joint Team di studenti del Politecnico di Torino (Dipartimento di Architettura e Design) e della Southeast University di Nanchino (Scuola di Architettura). La competizione, alla sua quarta edizione, è stata organizzata quest’anno dall’Unione Internazionale degli Architetti (UIA) e dal China Building Center (CBC) nel villaggio di Guoyan, nel Jiangsu, la provincia della Repubblica Popolare Cinese più tecnologicamente sviluppata e allo stesso tempo più legata alle tradizioni culturali cinesi.

Il Team era composto da quindici studenti dei due Atenei (per il Politecnico Anastasia Carvallo Barreto, Alessandro Di Renzo e Alessandra Viotti come progettisti e costruttori, insieme agli studenti progettisti operativi nella prima fase Ksenia Kuzmina e Riccardo Piazzai), guidati dai tutors Wang Chuan (SEU) e Dong YInan (PoliTo), sotto la responsabilità scientifica della professoressa Bao Li (SEU) e del professor Marco Trisciuoglio (PoliTo); gli studenti hanno lavorato intensamente dapprima alla progettazione (superando una prova di selezione il 15 aprile), poi alla prototipazione (da maggio a luglio 2019), quindi alla costruzione (negli ultimi venti giorni) di un padiglione ligneo denominato “Beyond the Module”, omaggio all’area luogo della gara, tradizionalmente dedita alla coltivazione delle pere bianche cinesi.

Il padiglione è stato pensato come un luogo di socialità, progettato su una regola fondata su un sistema di cubi modulari (detta “pixelizzazione”), così da porre a confronto paesaggio, natura e tettonica del manufatto.

Alla fase finale della gara hanno preso parte altri quattordici joint Team, tra i quali la scuola di architettura della Tsinghua di Beijing insieme con l’Università di Lubiana, la scuola della Tianjin University in partnership con la Syracuse di New York, la South China University of Techonology in collaborazione con la Scuola di Architettura di Barcellona (Spagna) e l’Università di Architettura e Tecnologia di Xi’An presentatasi con il Politecnico di Milano.

La partecipazione all’UIA-CBC International Competitive Workshop è una tra le molte attività (di ricerca, di progettazione e di didattica) che vedono impegnata da qualche anno l’unità di ricerca congiunta sino-italiana “Transitional Morphologies”, co-diretta dai professori Bao Li e Marco Trisciuoglio e ufficialmente costituita nel 2017/2018 presso entrambi gli Atenei.

Danni all’agricoltura per i troppi cinghiali

UNCEM CON COLDIRETTI E LE ASSOCIAZIONI DI CATEGORIA: TROPPI UNGULATI, DANNO PER AGRICOLTURA E PERICOLO SULLE STRADE. AGIRE CON CACCIA DI SELEZIONE ED ESCHE STERILIZZANTI 

Troppi, in continua crescita, danni per l’agricoltura. Troppi incidenti sulle strade. Uncem sta con Coldiretti e con le altre associazioni di categoria. I cinghiali sono troppi. Una emergenza seria in Piemonte e non solo. Bene hanno fatto gli Assessori regionali alla Montagna Carosso e all’Agricoltura Protopapa a incontrare già nelle scorse settimane gli agricoltori e ad annunciare opportuni interventi. Servono risorse  e precise strategie. L’incidente mortale sulla tangenziale di Alba è solo l’ultimo. Ma non sarà purtroppo l’ultimo. L’elenco è destinato ad allungarsi. Per questo, secondo Uncem, occorre limitare la proliferazione in accordo con gli Ambiti territoriali di caccia, i comparti e le associazioni dei cacciatori. Uscire dalla contrapposizione tra animalisti e cacciatori è decisivo. A questo devono puntare le Istituzioni, in primis Regione. Per troppo tempo, nel cercare di risolvere il problema, le due parti si sono arroccate su posizioni opposte. Pensare a esche alimentari con sterilizzanti all’interno è un fronte di ricerca applicata attuale già sperimentato.

C’è poi un modo alternativo per tenere sotto controllo il numero di cinghiali, il cui incremento annuo arriva al 200 per cento con una popolazione talmente in espansione da sconfinare ormai in città. L’esempio virtuoso arriva dalla Val d’Ossola. Al lavoro c’è un team di ricercatori dell’Università della Svizzera italiana di Lugano e dallo Studio AlpVet. C’è un comprensorio alpino (l’Ossola Nord, 72 mila ettari) dove la caccia in battuta è vietata. Ma i cinghiali ci sono. E creano danni alle colture. Con un lavoro coordinato tra agricoltori, guardie provinciali e cacciatori, promosso fin dal 1996 dal tecnico faunistico Luca Rotelli, si sono ottenuti risultati straordinari di contenimento della specie, senza stragi indiscriminate di animali. Lo strumento è stata la caccia di selezione. È un tipo di attività venatoria del tutto diversa da quella che prevede la battuta. Si pratica in solitaria o insieme con un accompagnatore, senza cani e prevede il prelievo solo di capi con caratteristiche precise per sesso, età, eventuali problemi di salute, scelti sulla base di censimenti e piani faunistici. È lo stesso tipo di caccia che si pratica per il capriolo, il cervo e il camoscio. E per la quale i cacciatori devono seguire corsi con severi esami finali. A quel punto saranno in grado di individuare tutte le caratteristiche dell’animale prima di sparare. Si spara quando l’animale è fermo, a distanze anche notevoli, con un colpo solo e dopo aver osservato l’animale attraverso ottiche di precisione. Il rischio incidenti è, praticamente, zero. In Val d’Ossola il metodo ha portato alla creazione di una rete capillare di cacciatori volontari che hanno cominciato a collaborare con le forze di polizia per ridurre il numero di cinghiali e i loro danni.

Fondo globale, soddisfatte le giovani “ambasciatrici” torinesi

Sofia e Ilaria. “fiere del ruolo dell’Italia nel rifinanziamento”

Durante il vertice del G7, tenutosi a Biarritz (Francia) il 24-26 agosto, il Presidente del Consiglio dimissionario, Giuseppe Conte, ha annunciato un aumento del contributo italiano a favore del Fondo Globale per la lotta ad AIDS, tubercolosi e malaria per il triennio 2020-2023. Si tratterà di una somma pari a 161 milioni di euro, un aumento del 15% rispetto a quanto stanziato dall’Italia nel triennio precedente che dimostra, ancora una volta, la leadership italiana nell’ambito della salute globale. L’Italia, infatti, si riconferma uno dei maggiori donatori pubblici del Fondo Globale, un partenariato tra governi, organizzazioni della società civile e il settore privato nato nel 2002 che, da allora, ha contribuito a salvare 27 milioni di vite.

 

Sofia Rastello e Ilaria Orsi, Giovani Ambasciatrici dell’organizzazione anti-povertà ONE, hanno reagito all’annuncio dichiarando: “L’annuncio del contributo italiano al Fondo Globale ci rende orgogliose del nostro Paese da cittadine italiane, prima che da Giovani Ambasciatrici. È rincuorante sapere che l’Italia è determinata ad investire in meccanismi multilaterali efficaci come il Fondo Globale. In questi mesi, come Giovani Ambasciatori ONE, ci siamo interfacciati con la Presidenza del Consiglio e abbiamo incontrato la Vice Ministra agli Affari Esteri e alla Cooperazione allo Sviluppo, Emanuela Del Re, esortandoli ad annunciare un contributo ambizioso al Fondo Globale perché il tema della salute globale e della lotta alle malattie prevenibili è per noi di primaria importanza: un mondo sano, infatti, non è solamente un mondo più forte, ma anche uno più giusto e più equo. Ecco, dopo l’annuncio del Presidente Conte a Biarritz, sentiamo che, in questa occasione, la politica ci ha prestato ascolto.”

L’annuncio del contributo italiano si inserisce nel contesto della conferenza di rifinanziamento del Fondo Globale che vedrà riuniti i maggiori donatori mondiali a Lione (Francia) ad ottobre. Il Fondo mira a raccogliere un totale di 14 miliardi di dollari, somma che potrà contribuire a salvare altri 16 milioni di vite.

 

Caterina Scuderi, referente di ONE per l’Italia, ha concluso: “La conferenza di rifinanziamento giunge in un momento cruciale nella lotta contro le tre malattie, tra le più mortali al mondo, che rischiano di tornare alla ribalta a meno che la comunità internazionale non si impegni e lavori insieme per sconfiggerle una volta per tutte. Annunciando un contributo ambizioso a favore del Fondo Globale, l’Italia ha fatto un importante passo nella giusta direzione. E a questa storia di successo hanno contribuito anche Sofia e Ilaria, che nel corso degli ultimi mesi hanno portato le istanze di ONE nei palazzi istituzionali e hanno organizzato eventi e attività di sensibilizzazione a Torino, partecipando al Salone OFF 2019 e all’Evergreen Festival, per spiegare l’incredibile impatto che il Fondo Globale ha avuto su milioni di persone.”

Circoscrizioni carenti di personale. E i piccoli Comuni?

 BUSSONE (UNCEM): “COSA DOVREBBERO DIRE I PICCOLI COMUNI? SOFFRIAMO MOLTO DI PIU’ PER PENSIONAMENTI E IMPOSSIBILITA’ DI ASSUNZIONE” 

Riceviamo e pubblichiamo

“Leggo che le Circoscrizioni di Torino e gli uffici di altre grandi Città italiane a settembre entrano in grande sofferenza per mancanza di personale. Tra pensionamenti, quota 100, difficile turn over, resteranno senza donne e uomini negli uffici e sul campo. Così andrebbero a rischio manutenzioni e gestione dei servizi. Non ne sono sorpreso. Ma allora cosa dovrebbero dire i piccoli Comuni? Cosa dovrebbero fare i Sindaci che in Comuni con mille abitanti e cinquanta chilometri quadrati di territorio da gestire, hanno una persona in ufficio e una all’esterno? Non è certo una novità o causa di quota 100, che complica ancor più le cose. Da vent’anni lavoriamo senza personale e facendo volontariato, cioé impegnando agli uffici direttamente i Sindaci, i Vice, gli Assessori, i Consiglieri. Non credo che nelle Circoscrizioni si sia mai fatto”.

Così Marco Bussone, Presidente nazionale Uncem, a seguito della denuncia dei vertici di Circoscrizioni cittadine torinesi che entrerebbero nel caos per la carenza di personale. “È evidente che serve una riforma organica degli Enti locali, che parta dall’alto e non dal basso, veramente efficace – prosegue il Presidente dell’Unione nazionale dei Comuni, delle Comunità e degli Enti montani – ma inviterei qualche presidente di Circoscrizione a fare cambio. Con un Sindaco di un Comune da mille o anche duemila abitanti, oppure con un Presidente di Unione montana di Comuni. Qualcuno mi dirà che questi Enti hanno pochi residenti, pochi cittadini. Gli rispondo invitandoli – sia qualche Sindaco di Città o qualche Presidente di Circoscrizione – a gestire per un settimana centinaia di chilometri quadrati di territorio, esposti a frane e con foreste che aumentano, i problemi causati da lupi e cinghiali, le strade comunali di quei paesi, gli appalti per investire le risorse disponibili, l’aumento dei turisti nella stagione estiva con gli evidenti effetti sulla gestione dei servizi, a personale invariato. Che diventa sempre meno. Capirebbe che pensionamenti e impossibilità di assunzione per i Comuni con meno di cinquemila abitanti sono ben altra cosa rispetto alle Circoscrizioni che hanno ciascuna qualche centinaia di unità di persone. Una persona in meno in un piccolo Comune, senza possibilità di sostituirla, azzera i servizi dell’Ente. Per fortuna i Comuni piccoli sanno lavorare insieme, prima con le Comunità montane e oggi con le Unioni montane”.

“Fanno bene a protestare le Circoscrizioni – sottolinea Bussone – Per noi, per le Unioni montane sono ‘un modello’. Per cosa? Solo per le indennità dei Presidenti e dei Consiglieri.  3.558,18 euro al mese per i primi e  60,43 euro di gettone a seduta per tutti i Consiglieri. Ottime cifre. Sopratutto se paragonate a quelle dei Presidenti e dei Consiglieri delle Unioni montane di Comuni che stanno a zero. Zero indennità, zero rimborso spese, zero gettone. Zero. Solo puro volontariato. Peraltro con responsabilità ben diverse da quelle di un Presidente di Circoscrizione cittadina. Il Presidente dell’Unione montana è obbligato dalla norma a fare volontariato. Così come tanti Sindaci di piccoli Comuni. Dove pensionamenti e impossibilità di assunzione incrinano gli Enti, rendendo anche più fragili i territori montani già complessi, molto più di un quartiere urbano”.

Università e alpini insieme all’osservatorio della regina Margherita

Col d’Olen, 23 agosto: Era il 27 agosto del 1907 quando fu inaugurato, sul massiccio del Rosa, l’Istituto intitolato al Professore dell’Università di Torino Angelo Mosso, un laboratorio scientifico che si affiancava all’Osservatorio già esistente, e che fu fortemente voluto dalla Regina Margherita. Lo scopo dell’Istituto fu quello di mettere a disposizione dei ricercatori laboratori più ampi e di permettere soggiorni di studio anche protratti ad alta quota.

Centododici anni dopo, l’Università di Torino e le Truppe Alpine dell’Esercito hanno voluto ricordare l’avvenimento in forma “ufficiale” attraverso una breve cerimonia, aprendo le porte dell’istituto ai visitatori, regalando anche un momento musicale con l’esibizione del coro “L’Eco” di Varallo Sesia.

Dopo i saluti istituzionali dei sindaci di Alagna Valsesia e Gressoney La Trinité, la giornata è proseguita con la visita guidata all’istituto, che conserva al suo interno un piccolo ma affascinante museo che ripercorre, attraverso l’esposizione di documenti ed attrezzature originali, la storia degli studi e delle esplorazione scientifica nelle Alpi.

Il professor Piergiorgio Montarolo, Direttore Istituto “Angelo Mosso”, ha evidenziato: “il connubio con le Truppe Alpine risale alle ricerche di Alberto Mosso, parimenti identificabile con la nascita dell’Istituto. Grande fu l’aiuto che gli alpini diedero, anche a livello logistico, nel supportare la costruzione dell’Istituto e dell’Osservatorio. Oggi come allora stiamo dando grande impulso all’istituto, grazie a nuovi progetti anche in ambito sanitario”. Queste strutture dell’Università degli Studi di Torino, ospitano oltre gli studenti anche gli alpini del servizio Meteomont che, tramite i dati acquisiti con la stazione di rilevamento, posizionata vicino all’Osservatorio, concorrono al controllo e allo studio per la previsione delle valanghe per la sicurezza in montagna. Oggi, come allora, gli alpini continuano a collaborare con l’Università.

Il Professor Michele Freppaz, della DISAFA (Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Ambientali) ha poi aggiunto: “vi è dal 2003 una convenzione tra le Truppe Alpine e l’Università di Torino, che regola i rapporti in diversi campi, tra cui lo scambio dati, l’assistenza alla ricerca e il contributo alla didattica, cui crediamo molto”. Dati che vengono raccolti sia d’estate sia d’inverno grazie all’attività del servizio Meteomont che, oltre quella presente sul Col d’Olen, analizza i dati anche di altre stazioni e di nuclei di rilevamento mobili, occupandosi anche dell’aggiornamento delle monografie dei settori di competenza.

 

Toccante è stato il momento in cui il Comandante della Brigata Taurinense, Generale di Brigata Davide Scalabrin, ha consegnato un ricordo ai discendenti del Professor Umberto Monterin, Direttore dei Regi Osservatori Geofisici del Monte Rosa dal 1927 al 1940, la cui intensa attività ha consentito l’acquisizione di numerose osservazioni meteorologiche e glaciologiche, che ad oggi costituiscono un patrimonio scientifico di notevole interesse per le attività di ricerca in ambiente alpino, oltre che di forte legame col territorio.

 

L’Istituto oggi è nel pieno della sua attività, con decine di progetti aperti e in corso, come sottolinea lo stesso Direttore. Progetti di respiro europeo e non solo, che fanno del “Mosso” una perla rara ed un ingranaggio essenziale del sistema “montagna” in Piemonte e in Valle d’Aosta.

Massimo Iaretti

 

Re Peperone aiuta la ricerca sul cancro

Dal 30 agosto all’8 settembre 2019 a Carmagnola (TO)
www.fieradelpeperone.it

La Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro ONLUS sarà presente alla 70^ edizione della Fiera Nazionale del Peperone di Carmagnola. Il Direttore Scientifico dell’Istituto di Candiolo – IRCCS, Prof. Anna Sapino, verrà intervistata da Tinto, presentatore di Rai 2, domenica 1 settembre alle ore 20,45 in Piazza Sant’Agostino. Per tutta la durata della manifestazione, presso i punti info, verrà divulgato materiale informativo della Fondazione.


La 70^ Fiera Nazionale del Peperone di Carmagnola, in programma dal 30 agosto all’8 settembre 2019, quest’anno si impegna in maniera decisa anche nel campo della salute, avviando un’importante collaborazione con la Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro ONLUS.

In tutti i giorni della Fiera, nei punti info, sarà possibile trovare materiale della Fondazione che allestirà anche un suo stand venerdì 6 settembre. Domenica 1 settembre i ricercatori dell’Istituto di Candiolo – IRCCS, attraverso l’utilizzo di microscopi, daranno una dimostrazione del lavoro che svolgono quotidianamente all’interno dei loro laboratori. La sera, la Prof. Anna Sapino, Direttore Scientifico dell’Istituto di Candiolo – IRCCS, verrà intervistata in Piazza Sant’Agostino, alle ore 20.45, dal conduttore televisivo Tinto di Rai 2 nel corso del format “Le interviste di TINTO: dimmi cos’hai nel frigo e ti dirò chi sei”.

Tinto, al secolo Nicola Prudente, dal 2003 conduce il programma Decanter su Radio2 insieme a Federico Quaranta, è stato per diversi anni nel cast fisso de “La prova del cuoco” su Rai 1 e dal 2015 conduce il programma di Rai 2 “Frigo” dal quale prendono ispirazione le interviste che realizzerà sul grande palco della Fiera, il 30 agosto ad Arturo Brachetti e nei giorni seguenti con altri ospiti.

Anna Sapino, Anatomo Patologa, Professore ordinario della Facoltà di Medicina di Torino, lavora presso l’Istituto di Candiolo – IRCCS dal luglio 2015, come responsabile dell’Unità di Anatomia Patologica. Proviene da un’esperienza trentennale alle Molinette di Torino, dove era Direttore del Dipartimento di Medicina di Laboratorio e vicedirettore alla ricerca del Dipartimento di Scienze Mediche dell’Università. Da lei dipendono 250 persone – fra medici, biologi, biotecnologi, bioinformatici, ingegneri informatici e 17 laboratori.

La Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro è stata costituita per offrire un contributo significativo alla sconfitta del cancro attraverso la realizzazione in Piemonte di un polo oncologico, l’ Istituto di Candiolo – IRCCS, capace di coniugare la ricerca scientifica con la pratica clinica e di mettere a disposizione dei pazienti le migliori risorse umane e tecnologiche oggi disponibili.
L’Istituto per la Ricerca e la Cura del Cancro di Candiolo – IRCCS è oggi una realtà viva ed operante: 56.500 mq complessivi, di cui 47.962 mq destinati alla clinica e 8.538 mq destinati alla ricerca. Unico Centro realizzato esclusivamente attraverso donazioni di cittadini ed enti privati, è dotato della tecnologia più all’ avanguardia per la diagnosi e la cura.
Vi lavorano oltre cinquecento persone tra medici, ricercatori, infermieri e tecnici. E’ anche l’unico Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico del Piemonte (IRCCS), riconosciuto dal Ministero della Salute, a testimonianza delle importanti scoperte fatte a Candiolo e pubblicate sulle più prestigiose riviste scientifiche internazionali.

È possibile effettuare una donazione a favore della Fondazione attraverso www.fprconlus.it 

Misure antismog, ecco le novità da ottobre

Sono diverse le novità che la Regione Piemonte ha voluto inserire nello schema di ordinanza sindacale per i blocchi del traffico e la limitazione delle emissioni nella stagione invernale 2019-2020, che dal l° ottobre 2019 interesseranno Torino, l’agglomerato torinese e i Comuni con oltre 20.000 abitanti dove i valori limite di polveri sottili e biossido di azoto sono superati per almeno tre anni, anche non consecutivi, nell’arco degli ultimi cinque.

Tra di esse figurano:

– gli esoneri per i veicoli di nuclei familiari con redditi inferiori a 14.000 euro e per i mezzi funzionali al servizio di autoveicoli per trasporti specifici o per uso speciale (ad esempio, potranno muoversi liberamente i furgoni in appoggio ai montacarichi durante i traslochi);

– l’esclusione dall’area interessata dai provvedimenti di 10 città della cintura di Torino (Alpignano, Trofarello, Santena, Carignano, La Loggia, Druento, Pino torinese, Cambiano, Candiolo e Pecetto) in cui è migliorata la qualità dell’aria.

– la circolazione garantita il 25 e 26 dicembre e il 1° gennaio anche in caso di attivazione del “semaforo antismog”.

“La qualità dell’aria in Piemonte – riassume l’assessore regionale all’Ambiente, Matteo Marnati – è tendenzialmente migliorata rispetto agli ultimi anni. Abbiamo introdotto nuove deroghe per andare incontro alle categorie più deboli e ci impegnano nei prossimi mesi a emettere bandi per incentivare il cambio dei mezzi pubblici e privati”.

Le altre misure

La delibera della Giunta, come quelle degli anni scorsi, stabilisce le misure strutturali e quelle temporanee.

Queste ultime prevedono i livelli di allerta 1 (Arancio) e 2 (Rosso) al raggiungimento delle soglie stabilite in base all’accordo di programma per l’adozione coordinata e congiunta di misure per il miglioramento della qualità dell’aria nel bacino padano. Si tratta della parte emergenziale delle misure, che scattano in caso di sforamenti per più giorni consecutivi.

Confermato nello schema di ordinanza l’esonero per i veicoli condotti da persone con oltre 70 anni di età: solo un veicolo per nucleo familiare e solo a condizione che non abbiano veicoli che potrebbero circolare liberamente.

Prorogata la deroga per i veicoli degli operatori economici che accedono o escono dai mercati e dalle fiere autorizzate dai Comuni e dei veicoli al servizio delle manifestazioni autorizzateche era presente nella scorsa stagione 2018-2019 ed era in scadenza.

 

www.regione.piemonte.it

Arrivano 400 milioni per la sicurezza di scuole e strade

Uncem informa che sono 400 i milioni destinati ai Comuni che possono richiederli per effettuare interventi di messa in sicurezza su strade, scuole, altre strutture di proprietà comunale, ponti e viadotti.
Gli enti locali hanno tempo fino al 15 settembre prossimo per inviare telematicamente al ministero dell’Interno (dipartimento per gli Affari Interni e Territoriali, direzione centrale della Finanza Locale) le richieste di contributi per il 2020, previsti dalla legge di bilancio per il 2018 (articolo 1, comma 853, della legge n.205/2017), a condizione che non abbiano beneficiato delle risorse previste dall’articolo 1, comma n.974, della legge n.208/2015.
Le richieste possono riguardare una o più opere pubbliche, nei seguenti limiti di importo:
– 1.000.000 di euro per Comuni con una popolazione fino a  5.000 abitanti;
– 2.500.000 di euro per Comuni con popolazione da 5.001 a 25.000 abitanti;
– 5.000.000 di euro per Comuni con popolazione superiore a 25.000 abitanti.
I Comuni interessati devono comunicare la richiesta telematicamente compilando il modello informatizzato approvato con il decreto 2 agosto 2019, pubblicato nella Gazzetta ufficiale di ieri (Serie generale n.188 del 12 agosto 2019). Il modello è disponibile on line sul sito del dipartimento, direzione centrale della Finanza locale, nell’area riservata per la trasmissione delle certificazioni. A questo link: https://dait.interno.gov.it/finanza-locale/area-certificati
Ulteriori indicazioni su tipologie di investimento, modalità e termini di trasmissione e casi di esclusione dalla procedure sono indicati nel decreto, da leggere a questo link:  https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2019/08/12/19A05152/sg.

Posti di blocco, cosa bisogna sapere

Dalla parte dei consumatori

Di Patrizia Polliotto, Avvocato, Fondatore e Presidente del Comitato Regionale Unc del Piemonte.

Come indicano gli articoli 180 e 192 del Codice della Strada, gli agenti possono ispezionare l’auto senza l’autorizzazione di un giudice. Vi chiederanno libretto (carta di circolazione), patente (per le moto la A, per le auto la B, oppure foglio rosa), certificato di assicurazione Rca (quello che si tiene assieme alla carta verde) e contrassegno Rca (che, sulle macchine, si espone), e triangolo d’emergenza (per le vetture).

La multa è di 41 euro se non esibite i documenti e di 84 euro per il triangolo. Entro un certo termine (solitamente, gli agenti tendono a concedere un paio di settimane), scatta l’obbligo di presentare quei documenti alle Forze dell’Ordine.

Qualora non si provveda, la sanzione ammonta a 419 euro. Se gli agenti, per un qualche motivo, vogliono ispezionare il mezzo (abitacolo, cofano motore e bagagliaio), non potete rifiutarvi: in tal caso, la contravvenzione è pari di 80 euro più la decurtazione di tre punti-patente. E’ bene evitare pertanto di incorrere nel possibile reato di resistenza a pubblico ufficiale. E comunque, gli agenti potrebbero sempre controllare auto o moto contro la vostra volontà.

Se invece c’è un posto di controllo (una direzione sola) o di blocco (entrambe le direzioni), dovete fermarvi. In caso contrario, multa di 1.324 euro, decurtazione di 10 punti-patente e un processo penale.

Pertanto, qualora si venga fermati dalle Forze dell’Ordine, mantenere un atteggiamento rispettoso e collaborativo è il miglior comportamento civico e civile da tenere.

Il grande cuore di Marika

Riflessioni sull’eccezionale intervento al Regina Margherita

Il viaggio della speranza della 17enne Marika, arrivata a Torino da Belgrado (Serbia), per un trapianto di cuore, si è concluso nel migliore dei modi.

Invece di un trapianto di cuore le hanno risistemato il suo con tecniche che hanno dell’incredibile.

Arrivata dalla Serbia all’Ospedale Infantile Regina Margherita della Città della Salute di Torino con un cuore con un solo ventricolo e la speranza di ottenere un cuore nuovo se ne torna al suo Paese con il suo che oggi torna a funzionare.

Marika, di Belgrado, portatrice dalla nascita di una grave cardiopatia congenita era stata sottoposta nel suo Paese a 2 interventi cardiochirurgici.

Arrivata in condizioni critiche, pareva che solo un trapianto di cuore potesse salvarle la vita. Grazie all’accordo tra il governo serbo ed  il nostro Paese, il caso è stato segnalato al Centro di Coordinamento Trapianti Nazionale che ha lanciato l’appello ai Centri trapianto regionali.

La Cardiochirurgia pediatrica dell’ospedale Regina Margherita della Città della Salute di Torino (diretta dal dottor Carlo Pace Napoleone), raccoglieva l’appello e la giovane vi veniva trasferita dall’ospedale di Belgrado. L

Dopo aver eseguito gli accertamenti ll’équipe della Cardiologia pediatrica (diretta dalla dottoressa Gabriella Agnoletti), cambiava parere e attuava una nuova strategia che con una tecnica innovativa riusciva ad evitare il trapianto.

Per estrema sintesi la tecnica adottata: ricostruito un collegamento diretto tra le vene, che portano il sangue non ossigenato al cuore e polmoni, senza passare per il ventricolo destro praticamente inutilizzabile.

Un ruolo importante è stato svolto anche dall’Associazione Amici Bambini Cardiopatici che, con la presidente Marina De Nardo che ha garantito il supporto logistico alla paziente e ai suoi familiari.

Come dovrebbe sempre avvenire le cose che riescono si fanno “insieme“.

Stavolta è stata cruciale la collaborazione multidisciplinare garantita dalle altissime professionalità mediche ed infermieristiche presenti all’interno del Regina Margherita.

Soddisfatto il Direttore Sanitario della Città della Salute, Giovanni La Valle che ha ribadito l’attenzione con la quale si sta affrontano i problemi della cura dei pazienti nel periodo cosiddetto di transizione (transitional care), tra la fase pediatrica e quella adulta.

“Allo stato attuale”, ha detto il dr   La Valle, “la Città della Salute rappresenta l‘unico esempio regionale e uno dei pochi a livello nazionale nel quale le cardiopatie congenite possono essere curate indipendentemente dall’età del paziente, potendone garantire la presa in carico dall’età pediatrica fino alla transizione all’età adulta”.

Marika durante la degenza ha festeggiato anche i suoi 18 anni. Tanti auguri dalla nostra redazione.